#Silvia Volpe
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[Il migliore amico di mio][padre Kiki Clark]
Clicca qui per acquistare il libro Titolo: Il migliore amico di mio padreScritto da: Kiki ClarkTitolo originale: Laying PipeTradotto da: Silvia VolpeEdito da: Quixote EdizioniAnno: 2023Pagine: 250ISBN: 9788854909434 Essere innamorato del migliore amico del proprio padre è una ricetta per la solitudine. Fidatevi di me, lo so. Ma non posso evitarlo. Come faccio a non innamorarmi di uno così…
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#2023#fiction#gay#Il migliore amico di mio padre#Kiki Clark#Laying Pipe#LGBT#LGBTQ#libri gay#Narrativa#Quixote Edizioni#Silvia Volpe#USA
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You gave me an idea and I thank you for that :3
Aiden: ...
Rose: dad, you ok?
Aiden: rose, your mother is mad
Rose: and?
Aiden: You don't want to see your mother angry
Rose: damn, you're hiding from her are you?
Aiden: i am
Rose: You're dead are you
Aiden: yes
Rose: damn, What did you do?
Aiden: I broke your mother's Necklace
Rose: I hear her steps
Aiden: shit...
Silvia: ***Breaks down the door*** VOLPE DEL CAZZO VIENI QUA!!! (FUCKING FOX COME HERE!!!)
Aiden: AHHHHHHHHHHHH!!!!
Rose: Holy shit...
An hour later
Silvia: Sorry, you know I can't control my anger...
Aiden: I think I won't leave the house for two weeks
Would the watch dogs council accept if I head canon Aiden as the only threat hes scared the living shit out of is his wife (Y/N) for the fangirls or no..
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Roberto Pirami, per aspera ad astra
Roberto Pirami, professionista della musica, si racconta in questa intervista. Soprattutto, narra della strada percorsa dall’underground alle grandi collaborazioni con nomi del calibro di Vinnie Moore, Michael Angelo Batio (Manowar), Gus G (Ozzy Osbourne), Silvia Salemi e Roberto Casalino. E’ stato poi maestro di Jacopo Volpe, Danilo Menna, Fabio Migliori, Alberto Paone, Leonardo Sentinelli, Emiliano Cantiano. Il suo suggerimento per arrivare così in alto è preparazione adeguata, perseveranza e coraggio.
Una presentazione per chi non ti conosce!
Sono Roberto Pirami, un batterista classe 1980. Il mio lavoro si divide perfettamente in due sfere: artistica e didattica. Sono attivo principalmente nel settore Rock internazionale e pop nostrano nel quale accompagno artisti come Vinnie Moore, Michael Angelo Batio (Manowar), Gus G (Ozzy Osbourne), per quanto riguarda il settore internazionale. Nel nostro Paese, invece, lavoro con artisti come Silvia Salemi e Roberto Casalino.
Inoltre, sono coach nella mia scuola di Batteria a Roma, Free Drumming Studio, e presso il Tour Music Fest. Negli anni, ho avuto il grande piacere di avere avuto come allievi alcuni dei più grandi batteristi del momento nella scena italiana fra cui: Jacopo Volpe, Danilo Menna, Fabio Migliori, Alberto Paone, Leonardo Sentinelli, Emiliano Cantiano..etc
Collaborazioni importanti le tue. Come si fa ad arrivare così in alto?
Le occasioni arrivano per tutti, la cosa importante è farsi trovare pronti per afferrarle e superare le sfide che portano con sé.
Sicuramente una preparazione solida e tanto studio sono alla base del raggiungimento di un qualsiasi obiettivo. Poi è importante fare le scelte giuste, gestire l’ego e la paura fissando sempre in testa la méta che ci prefiggiamo di raggiungere.
Quando hai iniziato a suonare?
Ho iniziato a 12 anni. Ricordo che guardavo alla televisione i video di Tullio De Piscopo e rubavo gli utensili da cucina di mia mamma per suonare sul divano. Successivamente sono entrati nella mia vita i Metallica e i Guns ’n Roses e da lì sono iniziati i miei studi di batteria, prima con il Maestro Mauro Di Rienzo e poi all’Università della Musica con Maurizio Boco, Pietro Iodice e Davide Pettirossi.
La tua prima band? Proponevate musica originale?
Ho iniziato con una band chiamata Enemynside. Ricordo che registrammo il primo Ep di inediti e partimmo subito con delle date italiane di supporto al disco.
Fu un’esperienza che ricordo con molto piacere anche perché sono ancora in attività e con loro sta suonando Fabio Migliori, un mio caro allievo.
Hai progetti personali?
Sì, ho il mio progetto musicale chiamato K2RE,che fonde il mondo rock con quello Synthwave con il mio amico e collaboratore da sempre, il chitarrista e produttore Francesco Tosoni.
Si tratta di un progetto nel quale abbiamo fuso tutte le nostre esperienze musicali e i nostri ascolti. Attualmente stiamo lavorando al mix del disco e non vediamo l’ora di farlo uscire.
Data la tua esperienza hai una visione piuttosto ampia del panorama musicale. Come è cambiato?
Credo sia cambiato molto sotto vari punti di vista. Sicuramente il pop è quello che ha avuto più evoluzione con stili che tornano ciclicamente ma che, allo stesso tempo, si rinnovano con soluzioni originali.
Il mondo del Rock più duro è forse quello che ha più bisogno di rinnovamento, ha bisogno di coraggio per sperimentare qualcosa che attiri anche le nuove generazioni.
Una criticità che molti sollevano è che ci sono pochi musicisti giovani. �� vero?
Non esattamente. Le nuove leve ci sono, le scuole di musica sono piene di giovani musicisti che approcciano allo strumento. È vero anche che bisogna seguire bene questi ragazzi, guidarli non solo dal punto di vista strumentale ma anche nella ricerca dell’equilibrio in ogni aspetto del fare musica.
La musica oggi dovrebbe essere più…?
Coraggiosa. Dovrebbe sperimentare senza dover per forza seguire logiche di alcun tipo, queste ultime poi pronte a saltare non appena arriva un prodotto con anima e credibilità.
Secondo te, esiste ancora l’underground?
Si, e gode di ottima salute! Bisogna solo seguirlo, valorizzarlo e guidarlo al miglioramento. Ci sono tantissimi progetti che, se seguiti da persone competenti, potrebbero piazzarsi e trovare il proprio posto.
La sua Malattia peggiore? La cura?
Sicuramente sono una persona che ha sempre puntato al miglioramento, per fare questo bisogna avere il coraggio di perdere delle cose e questo fa paura.
La cura? L’unica che conosco è – appunto – il coraggio!
Che cosa ti sentiresti di consigliare ad un artista che inizia oggi a proporre la propria musica?
Di essere autentico, non trascurare nessuna fase della vita di un artista, sapersi circondare di persone valide che tengano al miglioramento in ogni cosa.
Ogni obiettivo, per essere raggiunto, ha bisogno di risposte ad una serie di domande molto importanti…rispondiamo prima ancora di agire!
E’ innegabile che esiste una spaccatura generazionale. Come la si potrebbe sanare?
Ovviamente ognuno di noi ha la propria mappa della realtà che sta vivendo, creata dai propri valori e dalle proprie esperienze. Il problema nasce dal fatto che le vecchie generazioni spesso sono poco disponibili ad accettare cambiamenti. Ovviamente non tutti questi cambiamenti sono positivi ma, in ogni caso, è necessario confrontarsi e capire in ogni situazione come ottenere un punto d’incontro!
Una domanda che non ti hanno mai posto ma ti piacerebbe fosse rivolta?
Ho avuto fortuna perché ho sempre ricevuto domande pertinenti e interessanti.
Forse non mi hanno mai chiesto circa la preparazione fisica e mentale prima dei live più importanti. Il segreto è tutto lì!
I tuoi prossimi passi?
Ne ho diversi: finire il disco del mio progetto K2RE, preparare il tour con Gus G, la didattica nella mia scuola di batteria. Portare avanti sia la parte artistica che la parte didattica e farlo al meglio che posso.
L’artista con cui ti sei trovato meglio?
Ognuno ha la sua personalità, sicuramente riesco a stare bene e lavorare bene con tutti, quindi non saprei dirti quello con cui mi sono trovato meglio…potrei dirti quello con cui mi sono trovato peggio (scherzo! ahah)
Uno che ti ha stupito?
In modi diversi hanno tutti caratteristiche notevoli. Sicuramente on stage tutti quelli con cui ho lavorato o lavoro hanno una grande carica e professionalità!
I grandi nomi con cui hai collaborato, ti hanno stupito in positivo o negativo?
Tutti noi abbiamo due lati del magnete, positivo e negativo, quindi ho avuto modo di cogliere entrambi i lati da ognuno di loro.
Sicuramente on stage sono tutti dei gran professionisti e i comportamenti cambiano in base alle situazioni che si vengono a trovare. Devo dire di aver trovato in ognuno di loro un buon equilibrio e questa è la cosa più importante.
Un aneddoto divertente che ti è capitato
In tour ce ne sono tantissimi, non ne ricordo uno in particolare. Sicuramente ho dei bei ricordi di due day off, uno a Malaga e uno ad Amsterdam. A Malaga perdemmo la coincidenza per le Canarie e l’agenzia ci fece fare un day off forzato, ricordo che facemmo un giro per la città addobbata per il Natale: era bellissima e ci siamo divertiti molto. La stessa cosa ad Amsterdam nel post concerto: quando si è anche un gruppo di amici gli aneddoti sono all’ordine del giorno.
Il live che ricordi con maggiore piacere?
Forse il primo in assoluto con Blaze Bayley a Udine. Fu massacrate ma determinante per prendere sicurezza in quello che facevo
La difficoltà ad essere un musicista in Italia?
La prima è capire realmente chi si vuol essere! Molte volte diamo la colpa al nostro Paese d’origine se le cose non vanno come devono andare ma se tu avessi la possibilità di parlare in sincerità con ognuno di queste persone noteresti una serie di comportamenti sbagliati che inevitabilmente ti portano a non raggiungere l’obiettivo.
Conosco musicisti che ce l’hanno fatta e che non ce l’hanno fatta in Italia, in America, in Inghilterra. La differenza fra le due tipologie è solo una: la testa!
Se tu fossi tu ad intervistare , ipotizzando di avere a disposizione anche una macchina del tempo, chi intervisteresti e cosa gli chiederesti?
Sono stato un grande fan dei Guns’n’Roses, avrei davvero voluto sapere da Axl la vera storia della band e dei rapporti che avevano fra di loro, come componevano, le scelte discografiche etc..
È vero che ci sono le biografie e molto si può sapere tramite questo ma spesso sono un po’ troppo “romanzate” e poi il piacere di sentirselo raccontare dal vivo non ha paragoni!
Un saluto e una raccomandazione a chi ti legge.
Ciao ragazzi e grazie. Mi raccomando di non abbattersi mai per le batoste che riceverete nell’inseguire i vostri sogni. Ricordatevi che non si potrà mai sconfiggere una persona che non molla mai!
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Bi books out in July!
We have 15 books out this month!
Preorders help the authors greatly, so make sure to preorder any book(s) that catch your interest.
Here is the goodreads list of these books.
Books listed:
💕 A Guide to the Dark by Meriam Metoui 💕 In the Case of Heartbreak (Fern Falls, #2) by Courtney Kae 💕 Role Playing by Cathy Yardley 💕 The Afterlife of the Party by Darcy Marks 💕 More to Love by Georgina Kiersten 💕 Digging for Heaven by Jenna Jarvis 💕 The Guilty Twin by Holly Riordan 💕 Wanderlust by Elle Everhart 💕 Three Meant To Be by M.N. Bennet 💕 Case Sensitive by A.K. Turner 💕 I, Caravaggio by Eugenio Volpe 💕 Black Sails to Sunward by Sheila Jenné 💕 Silver Nitrate by Silvia Moreno-Garcia 💕 Here in the Night by Rebecca Turkewitz 💕Trouble by Lex Croucher
Make sure to check the TWs and PG ratings for all the books if necessary.
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My Bond rankings
How I rank the Bond franchise, Bond actors, Bond villains and Bond Girls
Sean Connery Era
From Russia With Love
On Her Majesty’s Secret Service(I am counting On Her Majesty's Secret service in the Connery era because I feel like it matches the tone of these movies and Connery could've easily played the Bond in that movie)
Goldfinger
Thunderball
Dr No
You Only Live Twice
Diamonds Are Forever
Never Say Never Again
Roger Moore Era
The Spy Who Loved Me
The Man With The Golden Gun
Octopussy
Live And Let Die
For Your Eyes Only
Moonraker
A View To Kill
Timothy Dalton Era
License To Kill
The Living Daylights
Pierce Brosnan Era
Goldeneye
Tomorrow Never Dies
The World Is Not Enough
Die Another Day
Daniel Craig Era
Casino Royale
Skyfall
Spectre
No Time To Die
Quantum Of Solace
Bond ranked
Sean Connery
Daniel Craig
Timothy Dalton
Pierce Brosnan
George Lazenby
Roger Moore
Bond villains
Ernst Stavro Blofeld
Auric Goldfinger
Red Grant and Rosa Klebb
Alec Trevelyan
Raul Silvia
Le Chiffre
Mr White
Francisco Scaramanga
Emilio Largo
Dr No
Safin
Oddjob
Jaws
Karl Stromberg
Mr. Big and Baron Samedi
Max Zorin
Elektra King
Elliot Carver
Hugo Drax
Franz Sanchez
Aristotle Kristatos
Emile Leopold Locque
Gustav Graves and Zao
Kamal Khan
Gen. Georgi Koskov and Brad Whitaker
Dominic Greene
Bond Girls
Tracy Bond
Vesper Lynd
Tatiana Romanova
Sylvia Trench
Xenia Onatopp
Pussy Galore
Wai Lin
Pam Bouvier
Elektra King
Madeleine Swann
Paloma
Nomi
Camille Montes
Domino Derval
May Day
Andrea Anders
Anya Amasova
Natalya Simonova
Solitaire
Miranda Frost
Holly Goodhead(how the fuck did this get past the sensors???)
Lucia Sciarra
Aki
Honey Ryder
Fiona Volpe
Lupe Lamora
Ruby Bartlett
Tilly Masterson
Jill Masterson
Mary Goodnight
Strawberry Fields
Manuela
Countess Lisl von Schlaf
Kara Milovy
Christmas Jones
Jinx Johnson
Octopussy
Stacey Sutton
Magda
Corinne Dufour
Kissy Suzuki
Nancy
Melina Havelock
Sévérine
Rosie Carver
Patricia Fearing
Miss Taro
Solange Dimitrios
Ling
Molly Warmflash
Paris Carver
Paula Caplan
Pola Ivanova
Caroline
Plenty O’Toole
Martine Blanchaud
Tiffany Case
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Livros que li em Julho de 2021:
Ace of Spades - Faridah Àbíké-Íyímídé (⭐⭐⭐⭐)
Fat Chance, Charlie Vega - Crystal Maldonado (⭐⭐⭐)
Homens Pretos (não) choram - Stefano Volp (⭐⭐⭐)
Honey Girl - Morgan Rogers (⭐⭐⭐)
Lobizona - Romina Garber (⭐⭐⭐⭐)
Mexican Gothic - Silvia Moreno-Garcia (⭐)
O Morro dos Ventos Uivantes - Emily Brontë (⭐⭐)
Passarinha - Kathryn Erskine (⭐⭐⭐⭐)
The Invisible Life of Addie Larue - V. E. Schwab (⭐⭐)
The Unhoneymooners - Christina Lauren (⭐⭐⭐⭐)
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“Mi hanno violentata”: ecco cos’è successo quella notte nella villa di Grillo in Sardegna. “Così mi hanno violentata”: a fornire una ricostruzione di ciò che è accaduto nella notte tra il 16 e il 17 luglio 2019 nella villetta a Cala di Volpe, in Sardegna, è la ragazza che accusa Ciro Grillo, figlio di Beppe, e i suoi amici di stupro. La testimonianza della ragazza, agli atti dell’inchiesta, viene riportata in un articolo di Gianluigi Nuzzi per La Stampa, in cui si ripercorrono sia i momenti precedenti che successivi al presunto stupro di gruppo di cui sono accusati il figlio di Grillo, Ciro, e i suoi amici Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria. Tutto ha inizio il 17 luglio 2019 quando Silvia (nome di fantasia) si sveglia piangendo nella villa a Cala di Volpe. Quando la sua amica Roberta (anche questo nome di fantasia) le chiede che cosa sia successo, Silvia le rivela che è stata violentata. Silvia sbarca in Sardegna il 5 luglio per trascorrere le vacanze insieme alla sua amica Roberta. Alloggia in un bed & breakfast in località Barrabisa, a Palau. Il 16 luglio, intorno alla mezzanotte, Silvia e Roberta si recano al Billionaire dove hanno un appuntamento con alcuni loro compagni di scuola, una coppia e un ragazzo. È proprio quest’ultimo a conoscere i quattro amici di Genova, che ospitano Silvia, Roberta e i suoi amici al tavolo prenotato a nome di Ciro. La serata in discoteca scorre all’insegna del divertimento e della spensieratezza. Le ragazze affermano di aver bevuto vodka, mentre Ciro e i suoi amici sottolineano di aver consumato perlopiù RedBull. Secondo quanto emerge dai verbali, nel corso della serata tra Silvia e Ciro ci sarebbe stato anche un bacio, ma nulla di più. Intorno alle 3,30 gli amici di Silvia e Roberta vanno via, mentre le due ragazze rimangono al Billionaire insieme ai quattro genovesi fino alle 5 circa. All’uscita dal locale, Silvia e Roberta non trovano un taxi, mentre Ciro e i suoi amici le invitano nella villa a Cala di Volpe. “Dai venite a fare due spaghetti da noi, poi vi riaccompagniamo domattina al bed&breakfast, abbiamo l’auto a casa, nessun problema”. Le due, inizialmente titubanti, accettano e durante il tragitto uno dei ragazzi fa mettere a verbale che Silvia avrebbe allungato un piede tra le gambe di uno dei ragazzi in quello che viene considerato un atteggiamento di disponibilità. La ragazza, però, nega e dichiara che il suo gesto non era intenzionale. I giovani arrivano alla villa intorno alle 5,30. Roberta cucina gli spaghetti, mentre i racconti dei protagonisti da qui in poi divergono. Le ragazze sostengono che i quattro continuassero a bere esageratamente, mentre i giovani dicono che il loro comportamento era normale. Secondo la testimonianza di Silvia, uno dei quattro, Francesco Corsiglia, accompagna la ragazza a prendere delle coperte in una camera matrimoniale e qui tenta un primo approccio sessuale contro la volontà della giovane: la afferra, la sbatte sul letto e la bacia sulla bocca. Lei si divincola e raggiunge gli altri, mentre il ragazzo, nella sua testimonianza, minimizza l’accaduto. A quel punto – sono circa le 6 – Roberta e stanca e va a sdraiarsi sul divano nel soggiorno, mentre Silvia rimane nel giardino della villa con gli altri ragazzi. Poco dopo anche Silvia decide di andare a dormire e viene accompagnata in camera da Corsiglia. Lei si sdraia sul letto e, nonostante dica più volte al ragazzo di andare via, lui rimane lì, la raggiunge nel letto e la costringe a un rapporto completo. Lei cerca di fuggire e racconta che gli altri ragazzi stavano sull’uscio della porta per bloccarne l’uscita. “Chi rideva. Chi commentava. Silvia è fisicamente più debole, i giovani sono tutti ben palestrati” si legge nel verbale. Silvia riesce a liberarsi e raggiunge il bagno, ma a quel punto Corsiglia la raggiunge e la “spinge di spalle nel box doccia per un altro rapporto contro volontà. Lei piange in bagno. Lauria e Capitta le chiedono perché ma lei non risponde. Proprio quest’ultimo le chiede di dormire insieme, ma lei si rifiuta e cerca di svegliare l’amica per andarsene”. Silvia vuole andare via e cerca il telefonino per chiamare un taxi, ma i ragazzi la convincono a restare a casa. Sono ormai le 9 quando la giovane inizia a piangere e quando i ragazzi le chiedono il perché lei risponde: “Lo sapete benissimo, Francesco mi ha fatto male e voi non siete intervenuti”. Ma la situazione degenera ulteriormente. Grillo, Lauria e Capitta, infatti, avrebbero costretto la ragazza a bere vodka tenendola per i capelli. Qui, secondo quanto dichiarato dalla ragazza, i ricordi le si offuscano. Silvia ricorda che Lauria l’avrebbe invitata “a dormire in camera matrimoniale”, ma che lei non capiva più niente a causa dell’alcol. Gli altri la raggiungono e la violentano a turno e insieme fino a quando la ragazza non perde conoscenza. Alle 14,45 circa, Roberta si sveglia e trova l’amica paralizzata dalla paura. “C’era del mutismo da parte di tutti” ricorda l’amica della vittima. Silvia si riveste, mentre Corsiglia e Grillo le accompagnano ad Arzachena dove le due giovani prenderanno alle 15 un taxi per rientrare al bed&breakfast. “Quel pomeriggio le ragazze non erano più le stesse. Poi sono rimaste, credo ancora una settimana ma non erano più le stesse” ha raccontato Daniele, il titolare del bed&breakfast. Silvia vuole andare in farmacia a comprare la pillola del giorno dopo, visto che i ragazzi non avevano usato i preservativi, mentre nel pomeriggio la ragazza va alla lezione fissata di kite surfing a Porto Pollo. “Ricordo che era molto turbata” ha dichiarato l’istruttore. Il 19 luglio arrivano in Sardegna i genitori della ragazza. Silvia inizialmente si vergogna e non racconta nulla, poi scoppia in lacrime: “Mamma, mi hanno violentato”. Nel frattempo, Ciro Grillo e gli altri si scambiano messaggi su Whatsapp: “Ho paura che quella ci ha denunciato” scrive Capitta. “3 vs 1” risponde un altro dei giovani. Tre contro una. Di Niccolò Di Francesco
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Giallo (2009)

Directed by Dario Argento
Screenplay by Jim Agnew, Sean Keller and Dario Argento
Music by Marco Werba
Country: Italy
Running time: 92 minutes
CAST
Adrien Brody as Inspector Enzo Avolfi
Flavio Volpe as Giallo
Emmanuelle Seigner as Linda
Elsa Pataky as Celine
Robert Miano as Inspector Mori
Silvia Spross as Russian Victim
Giuseppe Lo Console as Butcher
Luis Molteni as Sal
Lorenzo Pedrotti as Delivery Boy
Daniela Fazzolari as Sophia
Valentina Izumi as Keiko
Taiyo Yamanouchi as Toshi
Sato Oi as Midori
Maryann McIver as Girl In Bookstore
Barbara Mautino as Nurse
Massimo Franceschi as Coroner
Liam Riccardo as Baby Yellow
Anna Varello as Butcher's Wife
Giancarlo Judica Cordiglia as Desk Sergeant
Nicolò Morselli as Young Enzo
Farhad Re as Designer
Patrick Oldani as Officer Gian Luca
Andrea Redavid as Officer #1
Linda Messerlinker as Girl Victim
By rights Giallo should be called Marrone. As in brown, as in crap. I’m not saying it reflects poorly on Dario Argento’ skills in 2009 but…but you could have an art installation in the Tate Modern with one screen playing Deep Red (1975) next to a screen playing Giallo and just call it “Time’s Cruel Hand at Play”. Okay, I am saying Giallo reflects poorly on Dario Argento’s skills in 2009. What is most surprising about Giallo is not learning Adrien Brody sued the producers but learning that he didn’t do so because the movie was so bad. (He actually did it because they hadn’t paid him all his fee; which is also a really good reason to sue them.) Giallo is a giallo called Giallo, directed by the modern master of giallo himself, Dario Argento. And it’s not very good. Some of Giallo is excruciatingly bad in fact, admittedly like much of the wayward genre of giallo itself. But one expects better from Dario Argento.
In a listlessly lit but still visually arresting Turin young, beautiful foreign ladies are being abducted, tortured, killed and dumped. Even in bawdy Italy this behaviour is frowned upon, and maverick, rogue, loose-cannon cop Enzo Avolfi (Adrien Brody) is on the hunt for the maniacally sadistic killer. When young, beautiful, foreign model Celine (Elsa Pataky) is snatched, her visiting slightly older, slightly less beautiful, equally foreign sister, Linda (Emmanuelle Seigner) badgers Enzo remorselessly until he has no choice but to have her accompany him on his investigation, completely contravening every procedure in the police manual. But Enzo is a roguetastic maverick, so there you go. Can the mismatched duo find Celine in time? Will love blossom? Will the torture of young, beautiful, foreign ladies make you feel a bit seedy? Will sense play second fiddle to style? Will the killer’s set piece demise be a thing of ridiculous beauty? How daft will the clues be? Yes, the usual giallo questions apply. Unfortunately the answers are less satisfying than most giallo by quite some distance.
Which is a shame. I don’t want to overstate this but if we can’t rely on Dario Argento, of all people, to provide a decent giallo then what’s the point of us having left the oceans for the land in the first place! Anyone, as am I, familiar with Argento’s movies up to Opera (1987) will likely be unimpressed at best by Giallo. (Getting hold of his movies after Opera in the UK requires effort, effort which I’m not entirely sure their quality will repay. See: Giallo) The awfulness of Giallo is utterly mystifying unless 1987 to 2009 was a period of implacable decline for Argento. I mean, it doesn’t even look very good. The first thing anyone associates with Dario Argento is his weird need to film his daughter in the nude, but the second thing is: style. Giallo, the genre, is all about style, unfortunately Giallo, the movie, has very little style. It has some style; Argento can’t entirely avoid picking the odd good angle, or visually interesting location. But mostly it’s lit in a really underwhelming way, it all looks a bit TV, in short. And the torture is a bit much too; it’s as though Argento has taken all that sado-nonsense like Hostel (2005) as a challenge. Unfortunately, it’s a challenge Giallo lowers itself to with unseemly haste and distasteful success. These grubby interludes puncture any of the necessary dreamlike surrealism a top tier giallo requires.
Every now and again Giallo does try for the necessary operatic ambience though. Mainly in the flashbacks to Enzo’s violent past. These are so good, so stylish and so startlingly direct in their violence that they seem like refugees from a different movie, one Argento is far more interested in. He certainly seems decidedly more apathetic about the rest of Giallo. It all, presumably, is intended to build to a shocking climax between Enzo and Linda which deliberately kneecaps any nobility the viewer has lazily projected onto our cop protagonist. Unfortunately this crucial scene is filmed with such a lack of energy that it merely evokes a disgruntled wife shrieking at her husband as he stalks off to the pub instead of washing the car like he’d promised.
The best thing in Giallo is Adrien Brody. But not because he’s good. Although, he is quite good as the cop, Enzo Avolfi, with his mannered walk and Bronx rasp. Brody’s acting really hard here, and in his head you can tell he’s acting the part of a physically much bigger man, which is quite entertaining to watch. He’s only a slight fella after all. (!!SPOILERS!!) Unfortunately he also plays the totally separate role of the killer, Giallo by name, in a move which can be most generously described as misguided. I mean, I get it, I get the rationale. They, the cop and the killer, are two sides of the same coin. (I didn’t say it was original). So why not get the same guy to play them both? Conceptually that’s quite smart and partially atones for another plod through familiar “There but for the grace of God…” territory. But, hoo boy, does Brody misplay Giallo. I mean, woof! I mean, woof! Woof! First of all he’s hampered by a big yellow prosthetic face, a curly wig and a poorly judged sweatband. That, obviously, isn’t ridiculous enough so Brody adds a cod-Italian accent more suited to a lightly racist 1970s sit-com about foreign students learning English. “Prreeeteee! Bee-yoo-ti-fowl! Pretteee!” he chirrups repeatedly, but the nadir is when he hisses “Shuduppayamawf!” as he injects a struggling woman’s tongue with a sedative. Essentially Giallo disembowels itself by having a killer who resembles a melting Sylvester Stallone waxwork and talks like a homicidal comedy Italian waiter.
So, yes, Giallo is entertaining but for all the wrong reasons. I’ve barely scratched the surface of the misfires in wait, I wouldn’t want to kill all the pleasure of Giallo. But I will mention that Emmanuelle Seigner acts throughout the movie as though someone has told her that if she moves her face it will crack into a thousand pieces. Oh, and…but, no, enough. Trust me, Giallo isn’t a good movie, it isn’t even a good giallo. From Dario Argento that’s a shame, but, hey, we’ll always have Deep Red.
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L’accanimento giudiziario contro Nunzio D’Erme, recentemente condannato in primo grado a tre anni e dieci mesi di reclusione, è indicativo di un clima che attraversa il paese e che influenza pesantemente anche gli ambienti giudiziari. Chiunque svolga un’attività sociale in difesa dei diritti e contro le ingiustizie è destinato ad incorrere in sanzioni amministrative e penali che in questi anni si sono andate sempre più inasprendo.
Anche il Decreto Salvini si muove nella stessa direzione, reintroducendo il reato di blocco stradale, aumentando le pene per le occupazioni ed allargando l’uso dei DASPO, introdotti dal precedente ministro degli interni Minniti. Ma in generale, sono anni che si assiste ad una crescente aggressione alla libertà di esprimere il dissenso ed organizzare la protesta sociale e sindacale, e le pene piovute addosso agli attivisti sono diventate sempre più pesanti.
Mentre le condizioni sociali nel paese non accennano a migliorare, la repressione nei confronti di chi anima le lotte diventa un’azione preventiva tesa a scoraggiare la diffusione massiccia di movimenti di protesta. E Nunzio rischia di pagare, con la sua ostinata coerenza a continuare a battersi contro ingiustizie e fascisti, la “colpa” di non essersi mai tirato indietro ed essere rimasto sempre in prima fila. Colpiscono Nunzio, insomma, anche per provare ad intimidire tanti altri.
Continuare a battersi con coraggio e determinazione nell’era dei decreti Minniti/Salvini comporta non solo una comprensione della gravità dei provvedimenti entrati in vigore ma anche una nuova capacità di saper costruire reti di resistenza e di difesa collettiva. Io sto con Nunzio e continuo a lottare.
Assemblea
Mercoledi 5 dicembre ore 18
Cinema Palazzo – Piazza dei Sanniti, 9 – Roma
Per aderire all’appello: [email protected]
#IoStoConNunzio #DirittoDiResistenza #LibertàDiMovimento
prime adesioni:
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Non è semplice gestire una persona intelligente. Specialmente se possiede anche una spiccata intelligenza emotiva. Richiede più impegno del solito, come qualsiasi cosa valga qualcosa in questo mondo. E' sicuramente più facile deluderla. Anche se molti pensano che siano persone razionali, fredde, calcolatrici. In realtà, ho sempre trovato più affetto e calore umano in persone davvero intelligenti. Di norma, c'è molto più menefreghismo ed egoismo negli altri. Se vedete una persona intelligente piangere, non prendetela in giro, perchè non le sarà capitato per molti altri. Abbracciatela semmai. Perchè comunque andranno le cose, anche se vi è sempre apparsa perfino troppo in gamba, il fatto che si mostri fragile ai vostri occhi è in realtà un grande privilegio. Starà probabilmente cercando di dirvi qualcosa di molto importante per lei. La fortuna è che se non ve ne rendete conto, nessuno dei due sta perdendo qualcosa che rimpiangerà nel futuro. E' più facile certo persino annoiarle, perchè laddove non vedono futuro non intendono perdere il prezioso tempo che hanno a disposizione su questo sasso. E dovrete darvi da fare per coltivare il sogno e l'utopia, cui insieme potreste dar vita. Difficilmente si prendono gioco di qualcuno. Per una persona intelligente l'onestà intellettuale e impegnarsi è più complicato che per gli altri, che invece li affrontano con disarmante leggerezza. Può capitare che abbiano delle aspettative decisamente più alte rispetto alla media e molto spesso sono idealisti. Cercano a loro volta persone uniche e di spessore. Spesso sono anche dei sognatori e questo spaventa molta gente, che invece sopravvive. La gente più meschina invece di supportarli, li prende in giro per ciò in cui riescono bene e si impegnano, fondamentalmente per colmare la sprezzante invidia che provano e per i risultati che ne conseguono. Del resto si sa, quando la volpe non arriva all'uva, può cominciare una campagna denigratoria. Possono essere di rado pazienti, specie quando si sentono pronti a fare un passo importante per colmare l'incommensurabile vuoto della solitudine che di tanto, in tanto avvertono anche loro. Ma non faranno mai nulla senza reale convinzione, e per guadagnare la loro stima bisogna essere valenti. Non fanno mai grandi scenate (a meno che non siano provocati o profondamente feriti). Quando lasciano se ne vanno in silenzio, in punta di piedi e, di solito, lo fanno solo quando il quadro è chiaro e cristallino. Difficilmente torneranno sui loro passi per convincerli ci vuole Amore e Autenticità, merce rara in giro
[Silvia Barone]
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[La signora trasformata in volpe][David Garnett]
[La signora trasformata in volpe][David Garnett]
Dello spirito di Bloomsbury David Garnett è stato capace di catturare nei suoi libri la quintessenza: lo humour, la leggerezza, la finezza, ma anche la capacità di penetrare a fondo nelle pieghe dei comportamenti amorosi. Qualità che rendono unico questo conte fantastique, dedicato a quel Duncan Grant che era stato il suo amante e che lo avrebbe poi visto, molto tempo dopo e molto…
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#2020#Adelphi#Bloomsbury#David Garnett#Duncan Grant#La signora trasformata in volpe#Lady into Fox#R.A. Garnett#Silvia Pareschi#Virginia Woolf
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Continuano ad uscire i vari nomi dei probabili gieffini, nel cast del GF Vip 6. Stando a ciò che ha rivelato Riccardo Signoretti sui social, la Casa più spiata d’italia potrebbe ospitare due vecchie gieffine: Francesca Cipriani e Maria Monsè.
GF Vip 6, spoiler: sesta edizione
Mancano solamente tre mesi al debutto del GF Vip 6, ma sono già tantissime le voci che sono uscite fuori. Un direttore del giornale, ha fatto uscire un gossip. Che due ex gieffine potrebbero tornare per la seconda volta.
A settembre, potrebbero varcare la porta rossa due donne: Francesca Cipriani e Maria Monsè, si sentono pronte per affrontare questa bellissima esperienza per la seconda volta.
La soubrette, dieci anni fa, è diventata famosa proprio grazie al reality show. All’epoca alla conduzione cera Alessia Marcuzzi. Maria Monsè, ha preso parte solamente per poche settimane nell’anno in cui cerano anche: Silvia Provvedi, Alessandro Cecchi Paone, Francesco Monte e Giulia Salemi.
GF Vip 6, nessuna sicurezza sui nuovi concorrenti
Sono stati molti i personaggi Vip che i giornalisti stanno accostando a questa nuova edizione. Oltre a Maria Monsè e Francesca Cipriani, anche un’altra gieffina potrebbe raddoppiare la sua esperienza, parliamo proprio di: Pamela Prati.
Gli altri Vip invece, ad essere in trattativa sono: Katia Ricciarelli, Anna Lou Castoldi, Miriana Trevisan, Justine Matera, Manuel Bortuzzo, Mariano Catanzaro ed infine Gaia Zorzi.
A proposito dell’influencer, si vocifera che un suo ex potrebbe entrare nella Casa: si tratta di Manuel Zerdetto.
GF Vip 6, le nuove opinioniste
Alcune indiscrezioni, rivelano le due Vip che prenderanno il posto di Pupo ed Antonella Elia. Le due opinioniste che affiancheranno il padrone di Casa sono: Adriana Volpe e Sonia Bruganelli.
Alfonso Signorini, proporrà ben due appuntamenti proprio come ha fatto lo scorso anno, se il programma otterrà buoni ascolti, non ci sarà da escludere il prolungamento di qualche mese. Per ora è tutto cari amici lettori non ci resta che tenervi aggiornati con le prossime anticipazioni flash.
Nguồn: https://www.pianetadonne.blog/gf-vip-6-spoiler-francesca-cipriani-e-maria-monse-probabili-nel-cast/ Xem thêm tại: https://thuthu220100.blogspot.com https://hocnauan.edu.vn Xem thêm tại: https://thuthu220100.tumblr.com https://hocnauan.edu.vn
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12 apr 2021 13:13
TOH, SI PARLA DI "BAFFINO" - IN UNA MAIL DEI PRODUTTORI DI RESPIRATORI CINESI PERICOLOSI, SPUNTA IL NOME DI MASSIMO D’ALEMA CHE, STANDO ALLA COMUNICAZIONE INVIATA DAL FORNITORE DI PECHINO, LI AVREBBE RASSICURATI SULL'ACQUISTO - NEGLI ALTRI DOCUMENTI IL NOME DI D'ALEMA NON COMPARE PIÙ. MA NON È LA PRIMA VOLTA CHE LA VOLPE DEL TAVOLIERE SI AGGIRA ATTORNO ALLE FACCENDE PANDEMICHE GESTITE DA ARCURI & CO…
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Fabio Amendolara e François De Tonquedec per “la Verità”
Dopo le mascherine cinesi farlocche, che continuano a essere oggetto di sequestri in giro per l' Italia, dal calderone dell' emergenza Covid spuntano anche i ventilatori per terapia intensiva «non conformi ai requisiti di sicurezza previsti dalla normativa vigente».
Un acquisto firmato dall' allora capo della Protezione civile Angelo Borrelliil 13 marzo 2020 (due giorni dopo l' inizio del lockdown), quando la struttura del super commissario non era ancora stata creata ma Domenico Arcuri faceva avanti e indietro dal Dipartimento ministeriale che fa capo alla presidenza del Consiglio dei ministri (verrà formalmente nominato il 18 marzo). E nelle email allegate salta fuori il nome dell' ex premier Massimo D' Alema, che, stando alla comunicazione inviata dal fornitore di Pechino, li avrebbe rassicurati sull' acquisto.
La mail, in inglese, la cui traduzione non lascia spazio a equivoci interpretativi, è stata inviata da [email protected] (dell' impresa cinese Silk road global information limited). L' oggetto: «Confirmation contract». Tra gli allegati ci sono le schede tecniche dei ventilatori cinesi denominati Aeonmed Vg70.
«Carissimi», scrive il fornitore,«abbiamo appena ricevuto informazioni dall' onorevole D' Alema Massimo che il vostro governo acquisterà tutti i ventilatori nella lista che ho allegato a questa e-mail. E accettiamo i termini del pagamento che avete concordato. Quindi acquisteremo tutti i 416 set di ventilatori per voi il prima possibile. Grazie per la vostra fiducia in noi. Faremo del nostro meglio per servire i vostri interessi».
I destinatari della missiva, parte integrante del contratto registrato con numero di protocollo «Covid/0013734», sono tra gli altri lo stesso Borrelli, Arcuri, il dirigente di Invitalia Roberto Rizzardo (che verrà cooptato nella struttura commissariale come responsabile degli acquisti) e un' altra dipendente della controllata del Mef, quella Silvia Fabrizi che pochi giorni dopo diventerà la prima referente di Mario Benotti e Andrea Tommasi per la famosa maxi fornitura da 801 milioni di mascherine cinesi costata 1,25 miliardi di euro.
In realtà, dalla lettera di commessa, protocollata in uscita il 13 ma datata 14 marzo, emerge che alla fine i ventilatori Aeonmed Vg70 da destinare alle terapie intensive di tutta Italia effettivamente acquistati sono 140. Al loro arrivo il materiale è stato accolto con tanto di inno della Repubblica popolare cinese fatto suonare per l' occasione dal governo italiano.
Negli altri documenti allegati al contratto, come è facile immaginare, il nome di Baffino non compare più. Ma non è la prima volta che la Volpe del Tavoliere si aggira attorno alle faccende pandemiche gestite da Arcuri & Co.
Un mese fa, come svelato da La Verità, si è scoperto che in Puglia D' Alema aveva partecipato a un pranzo speciale finito sotto i riflettori della Guardia di finanza. I commensali: Vittorio Farina, l' uomo degli elenchi telefonici che aveva provato a infilarsi nell' affare delle mascherine (in quel momento cercava un link per incontrare Arcuri e successivamente, come hanno documentato gli investigatori, ci sarebbe riuscito), Roberto De Santis, co-armatore dell' Ikarus, la prima barca a vela dell' ex premier diessino, e il giornalista Luigi Bisignani.
Dal contratto di Borrelli, piazzato sul web con tutti i suoi allegati, ora si apprende che i cinesi lo indicano come l' uomo che li avrebbe informati sulla decisione del governo italiano di accettare la proposta commerciale made in China. Il prezzo per i ventilatori spuntato da Borrelli con la cinese Silk road è di 19.000 euro l' uno: complessivamente la commessa è costata ai contribuenti 2,66 milioni di euro più iva.
E se già a novembre scorso sul sito del ministero della Salute era comparsa una nota della Aeonmed relativa a un problema software di una partita di Vg70, emerso da una segnalazione dell' ospedale tedesco Ludwig Maximilians university, ora il nuovo bug dei ventilatori cinesi emerge da una interrogazione presentata al Consiglio regionale del Lazio da Daniele Giannini (Lega).
Nel documento depositato, il leghista riassume il contenuto di un rapporto «trasmesso dalla Beijing Aeonmed Co Ltd al ministero della Salute» dal quale «risulta che i ventilatori per terapia intensiva Aeonmed Vg70» dotati di una precisa versione software che viene indicata, «non posseggono il sensore di pressione atmosferica incorporato e siano stati immessi sul mercato con istruzioni per l' uso errate, in quanto indicano la presenza di un sensore in realtà assente».
Secondo quanto riportato nell' interrogazione, il 7 aprile 2021 la direzione regionale Salute e integrazione sociosanitaria, recependo una nota ministeriale del 31 marzo scorso, ha chiesto ai direttori generali di Asl, policlinici universitari e Istituti di ricerca, nonché ai referenti tecnici aziendali per l' emergenza Covid 19, «nel caso si rilevasse la presenza dei ventilatori per terapia intensiva Aeonmed Vg70», di «sospendere immediatamente l' uso, in quanto privi del marchio Ce e non conformi ai requisiti di sicurezza previsti dalla normativa vigente».
Proprio come per le mascherine fallate di cui si sta occupando la Procura di Gorizia.
Al momento dell' acquisto dei ventilatori Vg70 nessuno avrebbe accertato l' esistenza della perfetta certificazione del prodotto. E ora bisogna correre ai ripari.
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La collezione Au Jour Le Jour a/i 2017-18 è una favola: letteralmente!

“C’era una volta …” e c’è ancora: quella voglia sottile e avvolgente che sin dall’infanzia ci segue in un angolino della memoria, quell’appagamento dolce che ci abbraccia come un tepore nel momento in cui alle nostre orecchie giunge il racconto di una storia. O, meglio ancora: di una favola!

Quell’impasto perfetto di fantasia e verità, quelle parole infilate alla perfezione una dietro l’altra con una maestria saggia che risale a tempi che sfumano affascinanti in ere mitologiche, ma che tutt’ora sa come giocare con la nostra immaginazione.
Ecco, pensate ora che a raccontarvi una favola sia una collezione di moda. Una breve ed intensa carrellata di creazioni nata da un duo che dell’arte di accalappiare il gusto con la narrazione è davvero un esempio di bravura: Au Jour Le Jour a/i 2017!
Son pressoché certa che il successo lodevole che ammanta il lavoro stilistico di Au Jour Le Jour faccia sì che la maggioranza conosca l’anima, anzi le anime di questo giovane eppur saldo marchio orgogliosamente e rigorosamente, pardon il campanilismo che sorge immediato ed entusiasta, italiano: ovvero Mirko Fontana e Diego Marquez.
Un sodalizio nato per intuizione appassionata una manciata di anni fa: un’accoppiata di visioni creative con i piedi ben radicati nella concretezza e con la creatività rivolta ad un mondo giocoso nelle tinte e nei decori, ma pur sempre serissimo nella qualità eccellente della materia e della sua lavorazione.

Giorno per giorno, come il titolo del brand insegna, hanno conquistato applausi e guardaroba con la leggerezza dell’ironia divertita, con storie narrate in forma di stampe iconiche e coup de théâtre cromatici, ed ora … voilà: si tramutano in veri cantastorie e portano in passerella le favole di Esopo, brevi ma intense avventure con un cuore di saggezza che non conosce età. E che suonano all’incirca così: “Una volpe affamata vide dei grappoli d’uva che pendevano da un pergolato, e tentò di afferrarli. Ma non ci riuscì. "Robaccia acerba!" disse allora tra sé e sé; e se ne andò. Così, anche fra gli uomini, c’è chi, non riuscendo per incapacità a raggiungere il suo intento, ne dà la colpa alle circostanze.”

E da quelle righe senza tempo la volpe tramuta il suo sguardo scaltro in un’applicazione che sembra quasi un’illustrazione, posta su una spalla velata di chiffon lieve e cosparso di punti luce cangianti di un mini-abito candido e lezioso sulla cui altra spalla sta appesa e ricamata l’uva tanto agognata.
E così, come un refrain favolistico, e favoloso allo stesso tempo, ça va sans dire, compaiono anche il lupo e l’agnello tra i pizzi e le trasparenze sognanti di un altro abitini baby-doll, che par quasi sprigionare un profumo di romanticismo che prosegue tra ruches, balze e ricami, e pian piano attraversa jacquard floreali matelassé dalle tinte lucenti, esplode nel fucsia di un dress-coat e poi lascia spazio al casual di classe e ironia dei pantaloni ampi accoppiati ad una giacca diversamente maculata, scivola nella confortevolezza leisure-wear di completi pijama a bande eleganti, e poi riprende forza nei dettagli floreali all’uncinetto sparsi sui pull e sugli abiti, fino a rinvigorire del tutto e assai divertito nelle stole di piume ed eco-pellicce teddy bear tinte di verde o di rosa baby.

E dato che questa fanciulla protagonista della favola riscritta da Au Jour Le Jour è una vera principessa, non può mancarle un compagno altrettanto favoloso: anche lui di maculato rivisitato vestito, persino in salopette di denim o comodo nell’ampio completo a bande in stile pijama; anche proposto nell’eleganza del velluto a coste grosse ma pur sempre con quel tipico guizzo ludico e spensierato.
Or dunque: “c’era una volta nel bosco della sofisticatezza lieve e del diletto sartoriale firmato Au Jour Le Jour … “
Silvia Scorcella
[published on Webelieveinstyle]
#aujourlejour#madeinitaly#modaindipendente#independentfashion#emergingdesigner#stilistiemergenti#fashionstorytelling#fashionwithastory#storiedaindossare#fashionwriter#fashionwriting#webelieveinstyle#vestirsidistorie
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PLAN NACIONAL DE LECTURA Coordinadora del Plan Nacional de Lectura: Adriana Redondo Coordinación de colección Jéssica Presman Coordinación editorial: Natalia Volpe Diseño gráfico: Mariel Billinghurst, Juan Salvador de Tullio, Elizabeth Sánchez Derechos: Verónica Varela Selección de poemas y compilación: Cecilia Malem, Silvia Rivero, Gloria Beinotti, Patricia Federico, Carolina Rossi, Florencia Fossat Ilustración de tapa: Natalia Volpe
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Ancora nei caldi mesi dell’anno si passeggiava per le distese fresche di tane. L’occhio attorniato dal verde manto riposava sul collinare suolo creato dai fili d’erba e trovava il suo sostegno sulle solide montagne, sempre presenti. Al limitar del bosco, dove i prati tornavano a dar spazio alla corteccia e i rami s’innalzavano, si cogliean a volte delle macchie di rossi autunnali o di marroni lucenti. Esse spiccavano al di fuori delle sfumature delle foglie e si poteva scorgere, con attenta osservazione, questi punti avanzare. Descrivevan balzi delicati ed agili movimenti nello spazio, animati dalla rugiada o dall’istinto di cercare cibo. Erano famiglie, c’eran piccoli accompagnati da madri, mentre la volpe correva nelle ombre degli alberi con in bocca una preda. Calpestavan lo stesso suolo, lei e il capriolo, osservandosi muti da una certa distanza, come in amichevole intesa. Di questo vasto luogo senza fine, di eterne danze fra alberi e steli, di sincero vociar di stormi e di corse impulsive; un essere umano sente nel centro della sua emotività, il respiro incessante di tutto ciò che è vita, e dall’alto, che egli considera più vantaggiosa posizione, del suo sguardo sezionatore riesce a distinguere quelle aperte distese come singole aree in cui riversar il suo sentire. E nell’accompagnar il sentimento verso l’azione, si scontra con i suoi confini e in un latente lamento capisce che in quella colorita scena lui non ha più ruolo. E di rabbia s’empie l’incollerito essere nel constatar la sua condizione. E desidera trasformare ogni cosa per un più gradito ordine nel quale può sollazzarsi di mirare il paesaggio fingendo d’esserne padrone. Il tristo individuo che ha assopito l’istinto ha perso ogni sua abilità e s’affida in devozione alle macchine di meccanismi oliate. Così esso se ne sta, assolto da ogni dovere, immobile. Fermo nella sua eco di un ardir, e gli basta muovere le dita per invocar la falce.
Dell’istinto 1/11/2017 Rustica Silvia
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