Tumgik
#in campagna è un'altra cosa
qualbuonvento · 1 year
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
6 notes · View notes
generalevannacci · 10 months
Text
Cecilia Strada
Dal 2017, in Italia, c'è una campagna di criminalizzazione della solidarietà. O meglio, c'è una criminalizzazione delle persone migranti e di chi le aiuta. Va avanti da anni: quindi posso essere sdegnata, ma non stupita, della campagna di certa stampa contro Mediterranea; oggi hanno tirato in ballo anche me, forse sperando in un divide et impera.
Non ho molto da dire su questa fuffa perché rimango concentrata sulle cose vere, che sono le uniche cose importanti: nel Mediterraneo si muore e le navi di soccorso si fanno in dieci, non in quattro, per salvarle. Nel pieno rispetto delle leggi e delle Convenzioni internazionali. L'unica ricchezza che ci mettiamo in tasca è lo sguardo delle persone che sbarcano dalle nostre navi - persone che avrebbero potuto essere in fondo al mare, che invece portiamo al sicuro.
"Salvare le persone non è un crimine", come dice la nostra maglietta. Ah, un'altra cosa importante: "Il fascismo è un crimine", lui sì.
Vi abbraccio dalla ResQ People, e mi rimetto a lavorare.
PS anche la nostra maglietta è un modo per salvare persone: la trovate sul sito di ResQ.
------------------------------------------------
NdR: dal 2017 siamo un paese a rovescio ancora peggio di prima...
43 notes · View notes
diceriadelluntore · 2 months
Text
Padronanza e Linguaggio
La campagna di trasformazione dei miei pomodori e pomodorini quest'anno, complice la variabile meteorologica (inverno mite, primavera anticipata) è partita esattamente 40 giorni prima del 2023. Lo scrivo perchè mi ha un po' impedito di dedicarmi appieno al blog, soprattutto riguardo le mie ultime letture.
Vorrei segnalarvi, en passant, due libri tra le ultime letture: uno, magnifico, è la ristampa con nuova traduzione di un romanzo, Qui Il Sentiero Si Perde di Peskè Marty, che Adelphi ha pubblicato di recente: il nome dell'autore è uno pseudonimo di una coppia di scrittori francesi, Antoinette Peské e il marito Pierre Marie André Marty. Scritto negli anni '50, ambientato tra la Mongolia e la Siberia, il romanzo racconta le avventure leggendarie dello zar Alessandro I, vincitore di Napoleone, che nel 1825 avrebbe messo in scena la sua morte. Una diceria, quella della fuga dello zar e delle sue successive metamorfosi, che aveva intrigato anche Tolstoj, il quale vi dedicò un racconto (Memorie Postume dello Starets Fëdor Kuzmìč).
L'altra segnalazione è un piccolo saggio scritto da uno dei massimi esperti di Storia Della Musica Classica, Giorgio Pestelli, che ne Il Genio di Beethoven (Donzelli) percorre, attraverso l'analisi non solo tecnica ma anche emozionale, delle nove leggendarie sinfonie del maestro, un ritratto unico e profondo del grande compositore.
Ma approfitto per parlarvi anche dell'ultima, stranissima ma indimenticabile lettura che è questo libro:
Tumblr media
Adam Thirlwell fa parte dell'ultima generazione di scrittori britannici, e per due volte è stato inserito nella Lista dei Migliori Autori Emergenti dalla prestigiosa rivista Granta, le cui segnalazioni negli anni mi hanno sempre fatto conoscere autori niente male (Tibor Fisher o Scarlett Thomas, i primi nomi che mi vengono in mente). In Il Futuro Futuro (Feltrinelli) Thirlwell immagina un mondo distopico, dove succedono in maniera non lineare avvenimenti storici che somigliano moltissimo a quelli avvenuti negli anni appena precedenti la Rivoluzione Francese. Qui Celine, Marta e Julia sono tre giovanissime ragazze che, in maniera misteriosa, sono vittima di anonimi pamphlet dove vengono descritte con pruriginosa minuzia di particolari le abitudini sessuali delle nostre giovani protagoniste. Celine, Marta e Julia si confrontano quindi con un problema: come si gestisce il rapporto tra linguaggio, arte e potere? e tra potere e genere? Per controbattere, hanno un'idea geniale: organizzano delle feste, a cui piano piano partecipano intellettuali, scrittori, impresari teatrali, miliardari, persino una potentissima Antoniette (che sappiamo a chi si riferisca). Diventano il momento più importante delle sere cittadine. I libri anonimi scompaiono, le ragazze si faranno nuovi nemici ma soprattutto rimangono in Celine e le sue amiche dubbi profondi sui massimi sistemi, in primis sul grande e a tratti inestricabile problema del linguaggio:
Si poteva immaginare un mondo senza linguaggio, o che il linguaggio diventasse una cosa intima e diversa. Era come se nelle conversazioni vere arrivasse sempre il momento in cui emergeva una voce che non era quella di nessuna delle persone che stavano parlando, ma era la voce della conversazione stessa, e quando accadeva era come se si accendesse una piccola lampada, inondando di luce calda un angolino. Altri se lo immaginavano come un dio che si manifestava o parlava attraverso un'altra persona, ma Celine la vedeva diversamente. Era la voce della conversazione, pensava lei, che apparteneva a tutti e a nessuno […] (p. 67-8)
Celine, Marta e Julia hanno anche un problema con il potere dei maschi: sebbene vivano una sessualità libera, sono spesso vittime del potere che è legato ai maschi. Un potere legato ai soldi e al sesso, che Celine tenta spesso di scardinare:
-Come è che uno crede di sapere qualcosa di qualcun altro? disse Celine
-Una volta ci andavo a letto, disse Lorenzo.
-E questo che cazzo vuol dire? fece Celine. - Vuol forse dire che Julia ti conosce, solo perchè sa quanto ti piaceva leccarle il buco del culo?
Lorenzo rimase ancora in silenzio, un silenzio stavolta più greve. Visto? disse Celine. - Tutti odiano sentir parlare di sè. Panico Puro (208).
Celine avrà una figlia, Saratoga, viaggerà, verrà costretta dalla Rivoluzione a scappare via in America. Lì farà degli incontri particolari. Ritornerà, nel modo più strambo, a ricongiungersi con la figlia, cercando di capire cosa sia il futuro:
Ogni volta che si incontravano, gli scrittori non facevano che discutere ossessivamente del futuro, chi avrebbe avuto ancora un pubblico di lettori o come sarebbe stato il futuro - ma non si rendevano conto di quanto fosse limitato il loro modo di pensarlo, il futuro. II vero futuro, diceva Saratoga, non era ciò che sarebbe accaduto di lì a un mese o a un anno, ma il futuro futuro: alieno e incomunicabile. Ma loro non lo vedevano, perché non erano capaci di scatenare il pensiero (150).
Un libro che attraverso una trama fantasiosa, una scrittura asciutta ma implacabile, una serie di eventi di natura fantasiosa ma forse con salti troppo giganti, con pochissimi particolari sui personaggi che non siano le loro conversazioni o i loro pensieri, spazia dal saggio filosofico al fantasy, dalla semiotica al pulp, senza dimenticare i numerosi incontri delle nostre protagoniste non solo con alcuni grandi della Storia, ma persino extraterrestri (non vi anticipo nulla). Un libro strano, pazzo ma che scalda il cuore, non solo per la sua originalità, ma anche per i temi che affronta, tra cui l'amicizia, i rapporti di potere, la comunicazione. Che stuzzica ed estremizza:
Era uno dei problemi di vivere fra la gente - si pensava di sapere un sacco di cose sui propri amici, ma quasi sempre ci voleva una catastrofe perchè le persone si parlassero a cuore aperto. La natura umana era terribile (100-101).
15 notes · View notes
der-papero · 1 year
Note
Ciao Papero. Sono appena stata al sud in quel che era casa mia, un paese di campagna, con l'abuso edilizio di fianco alle vecchie case di tufo con il portone ad arco. I miei genitori pure sono emigrati e giù mi sono rimasti pochi parenti, al nord ho un buon lavoro e una casa. Ma non ho le montagne a circondare la vallata, non ci sono le terre con le pecore a pascolare, non c'è l'arte di arrangiarsi. Faccio l'orto e le conserve come faceva mia nonna ma non ho nessuno con cui parlarne, con cui scambiare questo sapere che si va perdendo. Sono stata definita una risorsa fondamentale nella mia azienda, mi stanno facendo proposte ma tutto quel che vorrei è tornarmene in una casa che ormai non c'è più, a vivere di ricordi, dove mi basta pochi minuti per arrivare al mare, per arrivare sotto al nostro vulcano, per arrivare forse alla serenità.
Ne stai parlando con me, cosa della quale ti ringrazio profondamente. Magari puoi considerarlo un inizio, anche infinitamente piccolo rispetto a quel vuoto che provi, e che capisco più di tante altre cose.
Tanti anni fa, una blogger che io ammiro tanto, @vesna-vulovic (la cosa diciamo "buffa" è che ho dovuto smettere di essere un imbecille per poter apprezzare quello che scriveva), quando ancora aveva il vecchio blog, scrisse una frase che non dimenticherò mai, ovvero che quello che manca della nostra casa (nel caso del suo post era l'Italia) è una idea di casa che è tutta nella nostra testa, ci manca un qualcosa che da un lato ci è stato tolto con la mancanza di scelta, e dall'altro forse non esiste più, se non in pochi pezzi di spazio e tempo, che proviamo a costruire con una vagonata di pazienza e con la forza della disperazione.
A me fa male leggerle queste parole, ma non perché non siano belle o sincere, ma perché spero sempre di essere il solo a sentirle e di non vivere con l'idea che un'altra persona possa sentirsi "straniero nella sua nuova casa", ma mi accorgo che siamo un popolo importante e silenzioso, un popolo che avrebbe potuto tranquillamente buttare merda sui luoghi da dove proviene, come fanno tanti per giustificare la loro partenza, forse anche con delle ragioni reali, ma non è di ragione che stiam parlando, e invece vive costantemente in quell'amore silenzioso, tipo quello che potresti provare per i tuoi figli, anche se sono le peggiori creature di questo pianeta, perché sono il legame più forte che hai, ma poi la vita ti mette davanti a delle scelte, e da quelle non si scappa.
A me fa male anche non poterti dare alcun consiglio o soluzione, credimi, se li avessi, egoisticamente li userei per me. Non saprei cosa consigliarti sul tuo lavoro, se accettare o meno tutto quello che l'azienda meritatamente ti offre, o mandare tutto al diavolo e tornare alla tua vera casa. Se non lo facessi non mi azzarderei minimamente a puntare il dito o a rinfacciarti qualche numero da busta paga, giusto per motivare la mia miopia.
Posso solo inviarti un abbraccio fortissimo, per il resto so già che farai ciò che è giusto per te.
47 notes · View notes
noneun · 1 year
Text
“Il Trentino può ospitare un massimo di 50 orsi. Gli altri vanno rimossi”
—Il presidente della Provincia di Trento.
“Il rilascio di 10 esemplari provenienti dalla Slovenia per ripopolare i boschi trentini tra il 1999 e il 2002, erano stati preceduti da un dettagliato studio di fattibilità, curato dall’Istituto nazionale per la fauna selvatica, che aveva accertato l’idoneità ambientale di un territorio sufficientemente ampio ad ospitare una popolazione vitale di plantigradi (40-60 orsi), che costituiva l’obiettivo finale del progetto. L’areale doveva andare ben oltre i confini del Trentino, interessando le regioni e i Paesi confinanti. Ebbene, la maggior parte del centinaio di esemplari attualmente presente in Trentino si sposta all’interno di un’area ampia circa 1.500 chilometri quadrati (pari a un quarto dell’intero territorio provinciale) e fortemente antropizzata.” (comunicato della provincia di Trento)
Sono passate poche ore dalla tragica morte di Andrea Papi e già la politica sa perfettamente cosa bisogna fare per gestire la situazione degli orsi in Trentino. Ma se così fosse, non si poteva iniziare prima con questo meraviglioso piano risolutorio?
Sorgono però varie domande: se i 10 orsi introdotti nei primi anni 2000 sono diventati 100 in soli 20 anni, quanti pensano diventeranno i 50 superstiti, anche in molto meno tempo? Uccideranno o deporteranno (dove?) tutti gli esemplari eccedenti i 50 ogni anno? E quando morirà un'altra persona, anche solo con 50 esemplari in giro, dimezzeranno ulteriormente la quota o faranno finta di niente? E quanti problemi creerà l'aumento improvviso delle loro prede che si troveranno metà degli orsi di ieri? Si tratta di mammiferi, sia piccoli come i topi che grandi come i cervi.
La tentazione dell'Uomo è sempre stata quella di gestire la Natura, spesso per tentate di rimediare ai danni che noi stessi abbiamo provocato. E sempre senza successo. Perché se oggi la popolazione è meno abituata alla presenza degli orsi e non sa come comportarsi in loro presenza (ad esempio fuggendo di corsa appena ne avvistano uno o portando cani senza guinzaglio nei boschi) è perché ne abbiamo uccisi così tanti in passato che sulle nostre Alpi erano totalmente estinti. Per questo sono stati reintrodotti dalla vicina Slovenia.
Gli orsi si comporteranno sempre da orsi e, a meno di ucciderli di nuovo tutti quanti, probabilmente sarà impossibile evitare di nuovo tragedie come questa. Che però appare totalmente inaccettabile perché non stiamo mica parlando aggressioni da parte di cani, i quali uccidono varie persone l'anno. Per quale motivo un orso dovrebbe avere meno diritto di vivere di un cane? Chi siamo noi per fare questa scelta?
Significativa l'espressione del comunicato stampa della provincia di Trento che usa la parola "ospitare" quando parla della presenza degli orsi. Il pianeta non è nostro, non stiamo ospitando nessuno. Lo stiamo solo condividendo. E la convivenza con le altre specie sarebbe possibile se avessimo più rispetto e conoscenza degli ecosistemi.
E invece oggi si continua a parlare del diritto di andare ovunque nei boschi, di continuare con le solite attività che si sono sempre fatte, invece di iniziare una campagna per spiegare alla popolazione l'importanza di minimizzare i rischi. Non è facile in un Paese già enormemente antropizzato, dove gli ecosistemi sono continuamente sotto stress anche solo a causa della loro fortissima frammentazione.
Ma se non ci proviamo sarà sempre più facile dare la colpa alle altre specie delle idiozie che commettiamo noi.
25 notes · View notes
alsupiol · 1 year
Text
Supiol
Quando ero un Cinno (manca la traduzione di Cinno ma penso di provvedere a breve) non ricordo come fu ma mi imbattei in una parola sconosciuta, dal suono meraviglioso: Supiol (Supiolo).
Che cosa fa un Cinno se si imbatte in una parola sconosciuta? Chiede al babbo. E cosa fa il Babbo di un Cinno quando il Cinno gli chiede cosa significhi Supiol?
Il mio diventò rosso e mentì. Mi disse che il Supiolo era il Culo. Così per qualche anno per me Supiolo e Culo furono la stessa cosa in due linguaggi diversi.
Non ricordo bene quanto tempo dopo, ma fu parecchio tempo dopo, che venni a sapere che Supiolo e Culo non combaciavano.
Nel frattempo, per fortuna, non mi capitò di utilizzare spesso (in maniera erronea) la parola Supiolo e mio Babbo morì nel 2001.
Quando venni a sapere cosa significa veramente Supiol, restai un po' male ma bisogna capire, e io lo capii dopo un po' che mio Babbo era della classe del 1930, per cui le sue remore in merito a quella parola erano più che giustificate.
Era di famiglia contadina e il nonno e la nonna non è che fossero molto aperti verso i figli e di conseguenza lui era cresciuto con una certa vergogna per parole come Supiol.
E poi aveva fatto giusto qualche classe (credo tre) alle elementari prima di andare a lavorare in campagna. E come insegnante aveva avuto una che veniva soprannominata La Cavallona Sfranata.
Ragion per cui lo perdonai. Anche perché è a lui che debbo la prima e la seconda delle mie vite.
Ma veniamo ora alla traduzione in italiano di Supiol. Allora, Supiol significa fare quella cosa per cui si produce in un'altra persona un piacere di tipo sessuale con la bocca.
Con o senza ingoio, per dire. Il Supiol non tiene conto della destinazione del seme maschile. Fate voi, che sia nel vostro stomaco o in un fazzoletto, il Supiol resta tale.
Supiol. Supiolo. Che bella parola ❤️
10 notes · View notes
intotheclash · 1 year
Text
Erano appena le tre e le si era liberata la giornata. Non aveva voglia di ritornare nel suo appartamento, in un anonimo palazzone della sterminata periferia romana. Aveva bisogno d'aria e di camminare per rammendare le idee. Puntò decisa verso Villa Borghese. Quel polmone verde, che dava respiro a tutto quel cemento che lo circondava, le ricordava vagamente la campagna dove era nata. Scelse con cura una panchina e si sedette a fumare e riflettere. Riavvolse il nastro della sua vita, con particolare attenzione a quell'ultimo anno. non le sembrava di avere davanti un bilancio troppo positivo. La linea spezzettata sul grafico, anche se non cadeva a picco, scendeva inesorabilmente verso il segno meno. Solo il lavoro faceva eccezione. Era un'agente immobiliare, vendere case le piaceva e con la gente ci sapeva fare. Aveva chiuso diversi contratti, alcuni molto travagliati e al limite del possibile; ciò le aveva permesso di guadagnare bene, oltre che in vile moneta, anche nella stima dei suoi colleghi. Ci sapeva davvero fare. Ma, tolto il lavoro, cosa le restava? Tolto il lavoro si poteva tranquillamente parlare di disastro. Disastroso il  rapporto con i suoi genitori, disastroso il rapporto con gli amici, disastroso il rapporto con gli uomini. Già, gli uomini…ma che razza di bestie erano? Aveva trentaquattro anni, era una bella donna, lo sapeva e ne riceveva conferma ogni giorno. Ancora catturava occhi e sorrisi. Allora come mai si ritrovava da sola? Che fosse colpa sua? Certo, era finita da un pezzo l'epoca dei vent'anni. Col passare del tempo, era diventata molto più esigente ed insofferente. Non aveva voglia di accontentarsi, si rifiutava di accettare ciò che non riusciva a digerire. non voleva saperne degli altrui difetti, quelli che, come tutti dicono, poi impari ad amare. Se ne fotteva. E, soprattutto, non era disposta a cambiare, a cambiarsi. Non poteva condividere i sogni con chi, in ultima analisi, era incapace di sognare. O tutto, o niente. Forse davvero era colpa sua! Era diventata insofferente.
Anche gli uomini, però, ci mettevano del loro. E ne avevano da metterci! Anche quell'Umberto, per esempio, non era male…era un bell'uomo, elegante, curato, pulito, in sporadici casi, anche brillante, ma, come tipico della sua “razza”, demandava troppo spesso il compito di ragionare al suo fratellino più piccolo. Quanto piccolo sarà stato poi? Tale riflessione la fece ridere come una scema, ma riprese subito il controllo, sbirciando in giro a sincerarsi che nessuno se ne fosse accorto. Le venne in mente un brano di Davide Van De Sfroos, La ballata del Genesio, dove cantava: ho dato retta al cuore e qualche volta all'uccello. Centro. Era ciò di cui aveva bisogno: qualcuno che sapesse dar retta al cuore e all'uccello contemporaneamente. Non le sembrava chiedere troppo!
Accese un'altra sigaretta, guardò l'orologio: le cinque e trenta del pomeriggio. Alzò il viso e, solo allora, si avvide dell'uomo che, non più distante di una quindicina di metri, stava puntando dritto verso di lei. Lo soppesò con lo sguardo e decise che non c'era da preoccuparsi. Era decisamente attraente, si muoveva con estrema leggerezza, sembrava scivolare sul terreno come l’acqua; certo che era vestito in maniera del tutto anonima e pensò che fosse un vero peccato. E peccato anche che l'avesse puntata. Voleva starsene da sola e in silenzio. Niente mosconi a ronzarle intorno. Non oggi.
“Mi perdoni, ma avrei bisogno di accendere.” Disse l'uomo senza inflessioni dialettali nella sua voce, sbollando un pacchetto di Pall Mall.
La donna sbuffò infastidita e col tono del “con me non attacca, bello!”, rispose:“ E’ un po’ vecchiotta, forse ti conviene provare altrove.”
“Non importa che sia vecchia, non a me, comunque. L'importante è che abbia ancora voglia di accendersi e di accendere. Mi creda, non desidero altro.”
Lo fissò dritto negli occhi, occhi in moto perpetuo, non inebetiti sulle sue tette. Forse… ma no, l'approccio era stato di una banalità disarmante, così: “Mi dispiace, non ho da accendere” Soffiò fuori in fretta.
“Fa niente, andrò a cercare miglior fortuna altrove. Ma capita anche che le cose siano esattamente come sembrano. Mi perdoni l'intrusione. Le auguro che la sua giornata migliori.” Le disse con un accenno di sorriso e guardandola, per la prima volta negli occhi.
Fu sinceramente colpita da quella sorta di congedo. Lo seguì con lo sguardo e lo vide avvicinarsi ad una coppia di anziani, ottenendo, ormai era evidente, quello che stava cercando. Si era comportata come un qualsiasi idiota. Si era dimostrata prevenuta e scortese, Non le piacque affatto il suo comportamento di poc'anzi e tentò di rimediare.
“Ehi!” Gridò, agitando la mano per richiamare l'attenzione dell'uomo. Lui si voltò, le mostrò la sigaretta accesa, sorrise apertamente e tornò a voltarsi per la sua strada.
“Aspettami!” Disse ad alta voce, alzandosi dalla panchina per raggiungerlo. Non lo avrebbe lasciato andare portandosi via un'immagine di lei così odiosa.
“Non serve che si giustifichi, una brutta giornata capita a tutti.” La anticipò.
Fu di nuovo colta di sorpresa, le parole stentarono ad uscire, ma parlare era parte del suo mestiere, la parte che le riusciva meglio e se lo ricordò appena in tempo.
“Toccata! Mi sono comportata come una stupida. Ti avevo cucito addosso un bel giudizio precotto. Scusami di nuovo e, credimi, di solito non succede.”
“Sono felice per te. Perché, al contrario, di solito, è esattamente quel che succede. Affibbiare etichette sembra essere lo sport nazionale. Altro che il calcio. Forse è come con i cani, che hanno bisogno di marcare il territorio. Allo stesso modo, gli uomini devono orinare sui propri simili per avere l'illusione di saperli riconoscere.”
“Posso farti una domanda?” Non capiva cosa le fosse preso, ma ormai era andata.
“Certo, basta che non implichi il dovere di una risposta.”
“Ho smesso da un bel pezzo di pretendere.”
“Allora puoi andare con la domanda.”
“Di che colore sono i miei occhi?”
“Domanda a doppio taglio. Non è così facile come potrebbe sembrare…”
“Lo sapevo, peccato.” Pensò la donna, ma, ancora una volta, era giunta a conclusioni affrettate.
“Oggi, con questo sole abbagliante, di un bel celeste trasparente, ma direi che il più delle volte potrebbero essere sul verde, con tendenze al grigio nelle giornate di pioggia.” Sentenziò l'uomo, dopo una profonda boccata di sigaretta.
Partì anche la seconda domanda. Partì prima del pensiero, prima che la vergogna per averla fatta le incendiasse il viso:“E le mie tette come sono?”
Lui non si scompose e, senza distogliere lo sguardo da quello di lei rispose: “Dovresti fare più attenzione. Perché, a volte, potrebbe capitare che rubino il palcoscenico agli occhi.”
“Posso offrirti un caffè? Per rimediare!”
L'uomo la trapassò con la vista come una freccia di balestra e trapassò anche tutto quello che c'era dietro di lei, per finire dove nessuno sapeva dove. “Rimediare è un verbo privo di significato.” Disse “Non c'è possibilità di rimediare al passato; per quanto prossimo. Possiamo solo comportarci diversamente.”
“Sarebbe un no?”
“Al contrario, sarebbe un si. Non so se tu ti aspettassi un'altra risposta, nell'eventualità, mi dispiace. Ma io non rifiuto mai un buon caffè.” E sorrise.
17 notes · View notes
valentina-lauricella · 11 months
Text
Tumblr media
(Pubblico questo post solo per me stessa perché mi piace rileggerlo e riderci su.)
[...] ove tu porgi aita,
Amor, nasce il coraggio,
O si ridesta; e sapiente in opre,
Non in pensiero invan, siccome suole,
Divien l'umana prole.
Ho indossato di nuovo il mio abito viola, perché ho letto, nel tuo sguardo, che mi stava bene. Ho riempito tutti i vasi del salotto di fiori freschi, perché la settimana scorsa, appena ti sei seduto, hai socchiuso gli occhi e hai detto che nel mio appartamento non solo la vista, ma anche l'odorato, il più trascurato dei sensi, trova pieno appagamento. E mi hai detto che qui, nella mia stanza, ti senti come nelle tue passeggiate solitarie verso la campagna: totalmente libero, ma consolato dalla mia presenza, simile a quella della femminina dea che si affaccia tra le nubi, in lontananza o nascondendo il volto. Che le donne sono come dee, vedute da lontano: ed io, da come mi guardi, credo di esserlo per te anche da vicino. Però non vuoi avvicinarti troppo perché hai paura, lo so. Ma di che cosa? Dell'immagine che ti sei costruito di te stesso: un uomo solo, incompreso e che ha abbandonato l'agone della realtà per rifugiarsi nell'illusione. Mi hai confessato che tu non puoi chiedere amore, non devi neanche desiderarlo. E infatti, dici di non provarne. Hai l'animo agghiacciato - così ti sei espresso, provocandomi un brivido di sconforto che ho dissimulato. Nessuno può raggiungerti, nel tuo palazzo d'inverno. Ma qui da me è primavera. La senti, la guardi, l'annusi. Il mio sesto senso dice che sei davvero con me, e non assente, da un'altra parte, mentre siamo insieme. Questo è il complimento migliore che puoi farmi. Ecco che arrivi. Il valletto t'introduce nel mio salotto. Io ti accolgo seduta e ti porgo, da baciare, una mano. È costumato far così, non sfiorarla neppure. Ma io, ogni volta, spero che tu la prenda e vi posi le labbra, sostandovi e premendole sul mio mezzo guanto traforato, sulle dita nude.
I tuoi occhi sono la prima cosa che guardo. La settimana scorsa li avevi velati di muco; adesso sono quasi del tutto sigillati: fatichi a sollevare le palpebre, ma fai finta di nulla. "Dovete procurarmi tutto ciò che avete dato alle stampe, fino al minimo foglio," ti dico. Tu mi hai portato la bozza di un romanzo di quel Ranieri, di cui tu vai pazzo, ma di cui a me non importa un fico secco. "Vorrei vedere le vostre ultime pubblicazioni, signor conte: il libraio le aveva esaurite; vi prego, portatemele". Tu mi consegni due o tre lettere di Monti, Alfieri, persino di un militare che mi dici assai valoroso e distintosi nella campagna di Russia. Non sai che ti ho chiesto di portarmi quegli autografi solo per rivederti. Ti ringrazio come convenuto, mostro entusiasmo e conservo i tesori nella mia scatola foderata di velluto. "Che ne dite di passare al tu? Potete darmi del tu, volete?" Ti chiedo speranzosa. "Ho dato del tu solo ai miei fratelli, non saprei…" "Potete considerarmi una vostra sorella", mi precipito a dire, anche se vorrei essere ben altro che tua sorella. "Ma…sì, va bene, sono onoratissimo di questa vostra proposta alla quale mi conformero`." "Come stai?" Ti chiedo finalmente assaporando quella desiderata confidenza, almeno verbale. "I tuoi occhi erano infreddati, adesso vanno meglio?" "Non mi curo di loro più di quanto essi facciano di me, e loro hanno deciso di non servirmi". "Anch'io ho avuto un piccolo fastidio agli occhi", mento, "ma con una soluzione boracica procuratami nella farmacia di Santa Maria Novella va molto meglio", dico accennando ai miei occhi, spalancandoli. "Potrei fartela provare" "Ma no, non darti pena per un tale nonnulla…" "Insisto!" Dico sorridente e determinata. Mi alzo e chiedo "Con permesso…" mentre vado verso il corridoio e poi nel camerino dove ci sono le garze di cotone, i piccoli bacili di metallo, la polvere di boro. Preparo svelta la soluzione e torno in salotto. Tu tieni gli occhi chiusi, quasi strizzati. Devono darti molta noia. Li riapri e guardi meravigliato ciò che tengo in mano. "Prego, resta pure con gli occhi chiusi. Inclina la testa un po' all'indietro. Non preoccuparti" "Ma…" tenti di protestare. Io però non ho intenzione di retrocedere: mi avvicino a te e, con molta delicatezza, ti poggio la compressa imbevuta sugli occhi. Non dici nulla. Stai fermo, con gli occhi bendati. Sfioro con due dita la tua attaccatura dei capelli. Guardo la punta del naso, le labbra, e vorrei dare corpo a quella fantasia che ho avuto fin dalla prima volta che ti ho visto. "Potrei?" Chiedo, come a me stessa. "È un sogno…" dici, anche tu parlando a te stesso. "Sì, povero te, proprio un bel sogno…" prosegui, con un sorriso assente, accennato. Guardo il tuo labbro superiore, che quando chiudi la bocca resta sporgente rispetto a quello inferiore. Questo particolare, i tuoi occhi azzurri, e la tua piccola statura, in un momento mi avevano come inebriata, raccontandomi la favola di ciò che sarei stata: il tuo desiderio più grande, la donna più bella di tutte, che si china proprio su di te… Tolgo la compressa dai tuoi occhi: mi guardi come nessuno mi ha mai guardata. Sbatti le ciglia bagnate come cercando di svegliarti. Ti bacio.
3 notes · View notes
libriaco · 1 year
Text
Parola: Ordine
Tumblr media
L’umanità si divide in due categorie: quelli che non sono ordinati e quelli che lo sono. I primi se ne stanno tranquilli e buoni. Gli altri, invece, sostengono a spada tratta la necessità per tutti di essere ordinati. Biasimano quelli che non lo sono e cercano di crear proseliti e ingrossar la loro falange. Disgraziati. Voglion che tutti siano ordinati. Ma perché? Chi li prega di prendersi tanta pena? Sosteniamo forse, noi che siamo 'disordinati', la necessità che tutti lo siano? C'è qualcuno di noi che ambisca d'avere imitatori e seguaci? Nemmen per sogno. Chi è 'disordinato' si contenterebbe anche d'esser l'unico nel mondo a vivere nel 'disordine'. Purché lo lascino fare, non cerca d'imporre teorie. Vorrebbero assolutamente "salvarci" dai pericoli e danni dell'essere 'disordinati'. Ma perché, se non vogliamo esser salvati? Pretendo io di salvarli dai pericoli dell'essere ordinati? E allora: mi si lasci essere 'disordinato'!
NOTA: Copiaincollato, e bassamente riadattato alla bisogna, da un testo di Achille Campanile, qui:
A. Campanile, In campagna è un'altra cosa [1961], Milano, BUR, 1999
[Foto: 2016, vista parziale della mia scrivania]
5 notes · View notes
Text
Cosa ho appena visto! 😳
Attenzione, questo filmato NON É UNA PARODIA. Si tratta di una campagna ufficiale di sensibilizzazione del comune di Verbania.
Notare le prime parole pronunciate: "L'han detto ieri alla televisione". 🥺
Dissonanza cognitiva a livelli mai visti.
p.s. Qualcuno dica a questi poveri ragazzi che l'unica cosa che dovrebbero spegnere è la TV. E che provino a informarsi in altri modi... scoprirebbero forse che la verità è un'altra! 📌
by Matteo Gracis
18 notes · View notes
seoul-italybts · 1 year
Text
[✎ ITA] ELLE Singapore : 6 Domande con Jungkook, il Nuovo Global Ambassador di Calvin Klein | 29.03.23⠸
Tumblr media
6 DOMANDE con JUNGKOOK, il NUOVO
GLOBAL AMBASSADOR di CALVIN KLEIN 🗞 Intervista & 📷 Twitter
__di FARISIA THANG 29. 03. 2023
youtube
Jungkook dei BTS è diventato ufficialmente il volto di Calvin Klein! Il cantautore, ballerino e produttore sud-coreano va ad unirsi a Calvin Klein in qualità di nuovo global ambassador. Ma, siamo onesti... Le/i fan avevano già delle teorie e se lo aspettavano fin dal momento in cui il direttore artistico globale di Calvin Klein, Cédric Murac, ha iniziato a seguirlo su Instagram (quando ancora Jungkook aveva Instagram).
Sapevamo che sarebbe successo e stavamo semplicemente aspettando l'annuncio ufficiale (e le foto, siate onestə).
Fa il suo debutto come modello del brand in occasione della sua nuova campagna promozionale, indossando la collezione Primavera 2023 di Calvin Klein [...]
Riguardo l'annuncio, Jungkook ha dichiarato “È tanto che sono fan di Calvin Klein e sono molto felice di essere il loro nuovo global ambassador. Questa collaborazione è molto speciale, per me, dato che mi trovo in sintonia con la tradizione ed i valori di Calvin Klein. Tramite la mia musica, comunico con le/i mie/i fan in tutto il mondo, e questa partnership sarà l'opportunità per poterlə raggiungere e connettere con loro in modo nuovo. Non vedo davvero l'ora di mostrare alla gente un nuovo lato di me, grazie a questa prima campagna pubblicitaria con il brand.”
In un'intervista esclusiva con ELLE Singapore, Jungkook ci parla delle sue più recenti ispirazioni creative, del luogo in cui si trova più a suo agio e di che cosa significa 'audacia' per lui.
Tumblr media
Quando hai scoperto Calvin Klein? Qual è stata la tua prima impressione riguardo questo brand e com'è cambiata nel tempo?
Jungkook: Non ricordo chiaramente quand'è stata la prima volta che ho sentito parlare di Calvin Klein, ma è stato dopo essermi trasferito a Seoul. Allora, non conoscevo ancora molti marchi di moda, ma sapevo di Calvin Klein, principalmente per il loro intimo inconfondibile. Fin da quel momento, è diventato il mio brand preferito e lo indosso sempre.
Tumblr media
Come descriveresti Calvin Klein? Quali articoli Calvin Klein indossi ogni giorno?
Jungkook: Direi che Calvin Klein è come “un mio caro amico”. Indosso l'intimo Calvin Klein tutti i giorni, e non sarei nemmeno in grado di scegliere un indumento preferito, perché ne ho talmente tanti.
A dire il vero, le riprese per la campagna Primavera 2023 sono state la prima occasione in cui ho indossato capi della linea Calvin Klein Jeans, e mi sono piaciuti moltissimo.
Tumblr media
Dal punto di vista creativo, cosa ti ha ispirato, ultimamente?
Jungkook: Non credo di essermi ispirato a nulla in particolare, ultimamente, ma solitamente trovo molta ispirazione e motivazione nel guardare e seguire le persone che sanno fare bene il loro lavoro—come quegli artisti che fanno musica figa, ad esempio—o coloro per cui nutro rispetto.
Tumblr media Tumblr media
Dov'è che ti senti più a tuo agio e sai di poter essere te stesso?
Jungkook: Casa mia è il luogo in cui mi sento più a mio agio e veramente me stesso. La stessa sensazione che si prova nell'indossare l'intimo Calvin Klein! (ride)
Tumblr media
Che cosa significa 'audacia', per te? Quand'è che ti senti audace?
Jungkook: Secondo me, l'audacia è quella forza che deriva dal forte desiderio di qualcosa. Solitamente, non sono tipo da essere audace, ma quando mi appassiono a qualcosa che mi piace o desidero, improvvisamente, divento un'altra persona.
Tumblr media
Che cosa significa, per te, collaborare con Calvin Klein in qualità di global ambassador?
Jungkook: Sono molto felice di essere il volto delle linee Calvin Klein Jeans e Calvin Klein Underwear. Calvin Klein è da sempre il mio brand preferito. Anche non ne fossi ambasciatore, continuerei comunque ad indossarlo perché non c'è dubbio sia di altissima qualità ed abbia uno stile senza tempo. I mie capi Calvin arricchiscono il mio quotidiano.
TikTok 📽 Sul set con Jungkook
YouTube 📽 Cosa chiedereste a Jungkook?
⠸ ita : © Seoul_ItalyBTS ⠸ 
2 notes · View notes
m2024a · 2 months
Video
youtube
Biden si ritira, chi sfida Donald Trump? Cosa succede ora (Adnkronos) – Joe Biden ritira la candidatura per le elezioni del 5 novembre. Il presidente degli Stati Uniti non sfiderà Donald Trump per la Casa Bianca e non andrà a caccia del secondo mandato e ha espresso il proprio sostegno a Kamala Harris, attuale vicepresidente. La decisione annunciata oggi 21 luglio lascia vuota la casella del candidato democratico: cosa succede ora? Chi sceglieranno i dem? Qual è l'iter per indicare il nuovo candidato?  La vicepresidente Kamala Harris è la candidata principale per sostituire Biden. Nel partito, molti esponenti hanno già espresso parere favorevole alla sua discesa in campo come numero 1 del ticket. La nomination di Harris, che nei sondaggi non ottiene risultati sensibilmente diversi rispetto a Biden, non è automatica. Il partito può scegliere un'altra figura, magari un governatore, e in ogni caso la nomination diventerebbe ufficiale solo con la convention. In quella sede, il voto dei delegati potrebbe premiare un altro nome. L'ipotesi di una convention 'aperta', senza una chiara indicazione, sarebbe una situazione rara ma non unica: si è già verificata nel 1968. Ovviamente, questa ipotesi impegnerebbe il partito in una contesta interna che rischierebbe di pesare sul voto di novembre. Biden ha espresso un endorsement immediato per Harris, ma la posizione del presidente non incidere in maniera decisiva sulla nomination. Il Comintato nazionale democratico potrebbe avviare una procedura all'inizio di agosto per indicare il ticket e arrivare quindi con due nomi a disposizione della convention, in programma dal 19 agosto. Non si può escludere, però, che in quella sede vadano in scena delle reali 'primarie'.  L'uscita di scena di Biden prima della nomination incide anche sulla gestione dei fondi raccolti sinora dal presidente. Secondo il Washington Post, che cita pareri di legali e funzionari. Biden potrebbe cedere il controllo delle risorse a Harris, visto che il nome della vicepresidente compare nei documenti consegnati alla Commissione elettorale federale. Dall'area repubblicana, però, questa ipotesi viene definita puramente teorica: secondo Charlie Spies, un legale di primo piano, servirebbe una nomination formale prima di procedere al passaggio di consegne nella gestione dei finanziamenti. Il partito democratico, inoltre, potrebbe scegliere un candidato diverso da Harris. In quel caso, la campagna di Biden potrebbe trasferire i fondi al Comitato nazionale democratico o ad un 'super comitato' che intende sostenere il nuovo ticket per la Casa Bianca. —
1 note · View note
lamilanomagazine · 5 months
Text
Jobs Act, Schlein: «Firmerò per il referendum della Cgil»
Tumblr media
Jobs Act, Schlein: «Firmerò per il referendum della Cgil». Elly Schlein ha sciolto la riserva sulla raccolta firme organizzata dalla Cgil per il referendum contro il Jobs Act. «Ho già detto che molti del Pd firmeranno così come altri non lo faranno. Io mi metto tra coloro che lo faranno. Non potrei far diversamente visto che è un punto qualificante della mozione con cui ho vinto le primarie l'anno scorso», ha detto la leader dem. «Adesso il Pd è impegnato nella campagna delle Europee, sulle amministrative, e su un'altra raccolta firme per noi molto rilevante che è quella per il salario minimo», ha aggiunto Schlein. «Voglio ricordare in cosa consiste la nostra proposta - ha sottolineato la segretaria del Pd riguardo al salario minimo -, una proposta di civiltà. Una proposta che dice che sotto i 9 euro non è lavoro, è sfruttamento, e non può essere legale. Una proposta che chiede di rafforzare la contrattazione collettiva, proprio quella su cui fanno tanti sforzi i sindacati ma che troppo spesso si vedono scalzati da dei contratti pirata firmati da organizzazioni che non sono realmente rappresentative di lavoratrici e lavoratori». «Quindi - ha detto ancora Schlein - anche se Giorgia Meloni continua voltare la faccia dall'altra parte e a calpestare i diritti di 3 milioni di lavoratrici e lavoratori poveri, il Pd continuerà e raccoglierà le firme per una legge di iniziativa popolare sul salario minimo per sfidare il governo, per vedere se anche con le migliaia di firme dei cittadini avranno il coraggio di svuotare la proposta che con le opposizioni abbiamo già portato alla Camera».... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
peytonblackstar · 5 months
Text
· · ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀         ⤹         𝐩𝐞𝐲𝐭𝐨𝐧 𝐛𝐞𝐥𝐥𝐢𝐧𝐠𝐞𝐫 ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ ⠀⠀ ⠀ ‧‧‧‧  ᴇxᴛʀᴀᴄᴛ › ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ ⠀manhattan, ny ‧‧‧ 29.04.2024               ─── ㅤㅤ ㅤㅤ ㅤ   ʟᴇᴏɴᴀʀᴅ « Sono stato puntuale come un orologio svizzero, non ci credevo nemmeno io visti gli impegni di oggi! È un piacere vederti di persona Peyton. »   ᴘᴇʏᴛᴏɴ ᴠɪʀɢɪɴɪᴀ « Non dirlo, non dirlo… E' stato un lunedì in super salita e mi chiedo ancora come abbia ancora la testa attaccata al collo. Leonard! Finalmente ti vedo di persona, il piacere è tutto mio! Come stai? Ti prego dimmi che siamo arrivati a tempo! »   ʟᴇᴏɴᴀʀᴅ « Assolutamente in tempo! Allora cosa ordiniamo? Io pensavo sul serio ad un caffè corretto. »   ᴘᴇʏᴛᴏɴ ᴠɪʀɢɪɴɪᴀ « Ti seguo! Ormai l'orario d'ufficio è terminato, no? Devo anche ringraziarti per questo incontro. So di essere entrata un po' a gamba tesa, ma a volte mi sembra che sia o tutto o niente. »   ʟᴇᴏɴᴀʀᴅ « Preferisco le persone decise da quelle indecise. Due caffè corretti con liquore al cioccolato? »   ᴘᴇʏᴛᴏɴ ᴠɪʀɢɪɴɪᴀ « Sarebbe perfetto! Grazie mille! Adoro il cioccolato! Beh, allora vado subito al punto. Ho sentito parlare di te da mia sorella Indiana, e so che sei all'apice di una delle aziende cosmetiche che fanno da padrone nello scenario mondiale. Dal momento che mi concentro principalmente su ristrutturazioni ma anche arredamento, mi piacerebbe unire le due cose e fare una collaborazione. Volevo sapere se avevi già pensato alla prossima campagna pubblicitaria. »   ʟᴇᴏɴᴀʀᴅ « Oh questo è molto interessante, in realtà no, non ci ho ancora pensato, la prossima campagna sarà per una linea di cosmetici in collaborazione con una nota ex modella. ─ A settembre poi partirà la campagna di fine anno. Perché? »   ᴘᴇʏᴛᴏɴ ᴠɪʀɢɪɴɪᴀ « E avevi in mente qualche idea precisa per la location? Perché da qui arriva la mia proposta… Mi piacerebbe poter seguire la parte di arredamento scenico. Sto collaborando con AD Magazine, non so se lo conosci e mi piacerebbe portare qualcosa di diverso rispetto al solito interno di una casa. Il tuo marchio darebbe sicuramente un tocco in più. »   ʟᴇᴏɴᴀʀᴅ « Per la nostra campagna interna no, a dire il vero, è tutto da stabilire, di solito se ne occupano al reparto marketing prima di venire da me… ─ Ma la cosa si fa interessante e potrei invertire i ruoli! »   ᴘᴇʏᴛᴏɴ ᴠɪʀɢɪɴɪᴀ « Ho preferito andare alla fonte e venire da te. So che teoricamente tutte le decisioni devono passare da te e dunque eccomi qui. Mi piacerebbe però sottoporti qualche idea, prima di decidere ecco. »   ʟᴇᴏɴᴀʀᴅ « Sarei ben lieto di vedere e parlare con te di ogni possibile idea. »   ᴘᴇʏᴛᴏɴ ᴠɪʀɢɪɴɪᴀ « Così mi lusinghi! Ad ogni modo, mi piacerebbe farti vedere qualche idea prima. Immagino che abbiamo tempo, ma nemmeno così tanto. Alla fine del mese si terrà un evento organizzato dalla mia famiglia, al Country Residence negli Hamptons ed in quell'occasione seguirò la parte di arredamento. Potresti venire a vedere e magari posso farti vedere alcune proposte, che cosa ne dici? »   ʟᴇᴏɴᴀʀᴅ « Ho proprio ricevuto l'invito qualche giorno fa. Sono assolutamente dentro! Ci vedremo all'evento e vedrò cosa hai mente dopo di che vaglieremo delle proposte. Che ne pensi? Considera che la campagna successiva deve uscire ad Ottobre. »   ᴘᴇʏᴛᴏɴ ᴠɪʀɢɪɴɪᴀ « Oh perfetto! Sarebbe.. Sarebbe davvero perfetto! Sono dell'idea che alcune cose bisogna vederle con gli occhi. Potrei farti vedere mille progetti, ma sulla carta è una cosa, nella realtà è un'altra. Devo correre, ho capito ahaha. Ti ringrazio davvero per quest'incontro, Leonard! E anche per il caffè! »   ʟᴇᴏɴᴀʀᴅ « Useremo la realtà come banco di prova, la trovo un'idea originale. Iniziamo col piede giusto. E non c'è di che. »   ᴘᴇʏᴛᴏɴ ᴠɪʀɢɪɴɪᴀ « Affare fatto, allora abbiamo un accordo, mh? »   ʟᴇᴏɴᴀʀᴅ « Affare fatto! »   ᴘᴇʏᴛᴏɴ ᴠɪʀɢɪɴɪᴀ « Ti manderò qualche idea via mail durante questo mese e ci vedremo alla fine del mese per l'evento! Non vedo l'ora! Grazie ancora questa opportunità. »
Tumblr media
0 notes
cinquecolonnemagazine · 10 months
Text
Schlein apre campagna e attacca Meloni: "Male in Europa, governo fragile"
(Adnkronos) - Dentro gli Studios dalle pareti scure e le luci da set si parla di Europa, di lavoro, transizione climatica, diritti, Ue del futuro. Fuori, al sole caldo del dicembre romano, si parla di nomi. Del candidato del Pse che sarà lanciato al congresso di marzo, proprio nella Capitale. C'è chi scommette su Nicolas Schmit, commissario Ue, che domani sarà all'iniziativa dem. E poi delle suggestioni su un ruolo per Mario Draghi. E di quelle su Paolo Gentiloni, 'guest star' della mattinata. Sarà il federatore del centrosinistra? "Povero Paolo, non glielo auguro proprio", dice Carlo Calenda ad HuffPost. E si parla anche di liste e candidature, su cui anche i diretti interessati, gli 'aspiranti' candidati o ricandidati, sanno ancora poco o nulla. A partire dalle intenzioni di Elly Schlein, se sarà in campo o meno. Un membro della delegazione Pd in Europa ha un'idea chiara sull'eventualità: "Se Schlein si candida capolista, commette uno sbaglio. Così facciamo solo il gioco della destra. Le europee non sono un secondo tempo delle politiche. Questa volta meno che mai. Ma se si candidano i leader diventa una competizione tutta interna". Ma il capitolo liste resta sullo sfondo, di la da venire. Prima i temi, il progetto. Da costruire insieme. Ieri è stata lanciata la nuova piattaforma web del Pd. Il resto, ovvero le candidature, viene dopo. Questa l'impostazione della segretaria.  "Ci sono altre forze in cui c'è un capo o una capa che decide. Noi invece costruiamo un progetto per rendere migliore il futuro delle persone e lo facciamo insieme", dice Schlein che salta da un tavolo tematico all'altro. Sono 6 e vanno avanti per tutto il pomeriggio. Segue e ascolta. Anche gli interventi da remoto con cuffioni colorati: oltre 800 gli iscritti. "In altri palchi si susseguono figure per accreditarsi con chi comanda e mostrarsi ubbidienti alla linea di chi comanda. Qua è diverso", la stoccata a Paolo Corsini, al centro della bufera di giornata.   I 'fasti' della festa di Atreju soni lontani dagli Studios della Tiburtina. "Invece di pensare alle loro feste, pensino a dare risposte a oltre tre milioni di lavoratori poveri che avranno ben poco da festeggiare a Natale" dopo l'affossamento del salario minimo, incalza Schlein per cui la 'celebrazione' della destra al potere a Castel Sant'Angelo rischia di essere effimera.  "Perché ho detto che il governo non arriva a fine legislatura? Perché mi sembra che il governo sia molto fragile e stia mancando le risposte sui fondamentali. E non è questione di polemica politica ma contano le condizioni materiali dei cittadini: mi trovate qualcuno che dica di star meglio di un anno e due mesi fa? Non lo trovate. Facciano un bagno di realtà. Capisco che la propaganda è la loro confort zone ma i problemi reali sono un'altra cosa".   E poi l'Italia a trazione Meloni in Ue. "Come si sta muovendo? Male perché questo governo è stato del tutto assente nel negoziato su una tematica così importante per l'Italia come la riforma del patto di stabilità per evitare di tornare all'austerità". Così Elly Schlein parlando con i cronisti al Forum Pd sull'Europa. "Stanno rischiando di farci tornare indietro alla rigida austerità e questo ci preoccupa molto. Hanno sempre scelto gli alleati più sbagliati in Europa. L'Italia è sola e rischia di fare un balzo indietro".  In mattinata al Forum Pd, l'ospite d'onore è stato il commissario Ue, Paolo Gentiloni. Abbraccio con Schlein all'arrivo. L'intervento del commissario è tutto puntato sull'ultimo Consiglio Ue, conclusosi oggi. Parla di "giornata storica" sull'avvio dei negoziati per l'ingresso dell'Ucraina, critica il veto di Orban sul bilancio che vuol dire rinvio degli aiuti a Kiev e spiega che il tema dell'Ucraina sarà spartiacque nella campagna per le europee perché marcherà la divisioni tra europeisti e nazionalisti. E nella prima squadra, il Pd "sinistra europea di governo" siede per diritto: per ambizioni e storia. I cronisti tentano l'approccio con il 'federatore' ma Gentiloni sguscia via. Ma oltre a quello di Gentiloni, tra i capanelli l'altro nome che rimbalza è quello di Mario Draghi. I riformisti dem non hanno gradito la netta chiusura di Schlein alla suggestione di Draghi alla guida dell'Ue. E oggi lo lascia intendere Lorenzo Guerini: "Draghi è una figura che è stata ed è protagonista nella politica d'Europa, le sue decisioni hanno dato un impulso fondamentale in passaggi decisivi per l'Ue, e credo lo possa fare anche in futuro. Dopo di che non lo tirerei per la giacca e non lo invischierei nel chiacchiericcio politico". Per il capodelegazione in Ue, Brando Benifei, e per Andrea Orlando sarebbe non la guida della Commissione ma quella del Consiglio Europeo, il ruolo auspicabile per Draghi. "Per la Commissione -dice Orlando- la partita si gioca in un rapporto con le altre forze politiche e i socialisti devono lavorare perché alla guida della Commissione vada un socialista. Se il Pse fosse il primo partito a livello europeo è legittimo che avanzi una candidatura che sia propria espressione e ci sono nomi che circolano di grande livello". Come quello di Schmit, conferma Orlando. "Nel quadro della scelta del presidente del Consiglio è naturale che tra i nomi che possono essere giocati, quello di Draghi va assolutamente sostenuto, sperando che la Meloni lo sostenga meglio di come ha sostenuto Daniele Franco o di come sembra voler sostenere Draghi". Domani ci sarà la mattinata conclusiva dei lavori del Forum Pd sull'Europa con gli interventi di Romano Prodi e il 'ritorno' di Enrico Letta.   [email protected] (Web Info) Read the full article
0 notes
valentina-lauricella · 11 months
Text
Tumblr media
Ho indossato di nuovo il mio abito viola, perché ho letto, nel tuo sguardo, che mi stava bene. Ho riempito tutti i vasi del salotto di fiori freschi, perché la settimana scorsa, appena ti sei seduto, hai socchiuso gli occhi e hai detto che nel mio appartamento non solo la vista, ma anche l'odorato, il più trascurato dei sensi, trova pieno appagamento. E mi hai detto che qui, nella mia stanza, ti senti come nelle tue passeggiate solitarie verso la campagna: totalmente libero, ma consolato dalla mia presenza, simile a quella della femminina dea che si affaccia tra le nubi, in lontananza o nascondendo il volto. Che le donne sono come dee, vedute da lontano: ed io, da come mi guardi, credo di esserlo per te anche da vicino. Però non vuoi avvicinarti troppo perché hai paura, lo so. Ma di che cosa? Dell'immagine che ti sei costruito di te stesso: un uomo solo, incompreso e che ha abbandonato l'agone della realtà per rifugiarsi nell'illusione. Mi hai confessato che tu non puoi chiedere amore, non devi neanche desiderarlo. E infatti, dici di non provarne. Hai l'animo agghiacciato - così ti sei espresso, provocandomi un brivido di sconforto che ho dissimulato. Nessuno può raggiungerti, nel tuo palazzo d'inverno. Ma qui da me è primavera. La senti, la guardi, l'annusi. Il mio sesto senso dice che sei davvero con me, e non assente, da un'altra parte, mentre siamo insieme. Questo è il complimento migliore che puoi farmi. Ecco che arrivi. Il valletto t'introduce nel mio salotto. Io ti accolgo seduta e ti porgo, da baciare, una mano. È costumato far così, non sfiorarla neppure. Ma io, ogni volta, spero che tu la prenda e vi posi le labbra, sostandovi e premendole sul mio mezzo guanto traforato, sulle dita nude.
5 notes · View notes