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#insieme:1992
eurovisionart · 1 year
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🇮🇹 Toto Cutugno - Insieme: 1992
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breval · 1 year
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Lei è Margaret. Lei è una signora distinta. È medico di base, vive nel Regno Unito, a nord di Londra. È il 1992. Parte per una vacanza in Marocco. Si affida a una guida. Sono in gruppo. La guida parla, racconta. Lei è incantata. Non ha mai sentito una voce così bella. Si volta. Lo osserva. I loro sguardi si incrociano. Si toccano. Lui è Oswald. Lui era un attore inglese. Ha girato film e serie tv. Lui ha prestato la sua voce al famoso annuncio “Mind the gap”, “Attenzione al vuoto”, che ricorda lo spazio fra treno e banchina nelle stazioni della metropolitana di Londra. Margaret e Oswald si amano. Vanno a vivere insieme. Si sposano. Vivono anni meravigliosi. È il 2007. Lui muore. Lei è persa. Sola. Il suo amore per Oswald era totalizzante. Ogni giorno Margaret esce di casa, va in stazione, si siede su una panchina e ascolta la voce del suo Oswald. Lui parla. Lei ricorda, rivive, sorride, si commuove. Se deve prendere un treno, aspetta quello successivo. La voce di Oswald le scalda il cuore. È il novembre del 2012. Margaret è seduta sulla panchina. Arriva il convoglio, accenna un sorriso pregustando il suono familiare delle parole del marito. Parte l’annuncio. Non è lui. Non è la voce di Oswald. È un suono quasi metallico. Impersonale. Anche le parole sono cambiate. Margaret scoppia in lacrime. È devastata. Si sente a pezzi. Il giorno dopo scrive una lettera ai gestori della metropolitana. Scopre che il vecchio annuncio è stato sostituito da uno digitale ricreato al computer. Margaret richiede una copia di quello registrato dal marito tanti anni prima. Vuole riascoltarlo a casa, ogni volta che ne ha voglia. Il direttore della Transport of London legge la lettera della signora Margaret McCollum. Rimane colpito. Emozionato. Regala la copia registrata alla donna, e ripristina l’annuncio originale nella stazione di Embankement. Ancora oggi, se vi capita di fermarvi in quella stazione di Londra, potete sentire la voce di Oswald Lawrence ripetere “Mind the gap”. 
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gregor-samsung · 10 months
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" Adoravo i film sugli aviatori, e fu proprio uno di quei film a procurarmi una delle emozioni più forti della mia infanzia. Una volta, era una sera di dicembre cosmicamente nera, accesi il televisore della zia e sullo schermo vidi un aeroplano che oscillava sulle sue ali. Aveva un asso di picche e una croce sulla fusoliera. Mi chinai, avvicinai la faccia allo schermo e immediatamente apparve in primo piano la cabina: un volto che non sembrava neanche umano, con occhialoni tipo quelli da sciatore e un casco con cuffie di ebanite lucida, sorrideva attraverso i vetri spessi. Il pilota sollevò una mano coperta da un lungo guanto nero e mi salutò. Poi sullo schermo apparve un altro aereo, inquadrato dall'interno: dietro due cicche identiche erano seduti due piloti con i giubbotti imbottiti che, attraverso la lastra di plexiglas incorniciata nell'acciaio, erano impegnati a seguire le evoluzioni del caccia nemico che volava vicinissimo a loro. «È un M-109» stava dicendo un pilota all'altro. «Vedrai che ci faranno rientrare.» L'altro, che aveva un bel volto emaciato, annuì. «Non ti porto rancore» disse, riprendendo evidentemente una conversazione interrotta. «Ma ricordati una cosa: fa' che questa storia fra te e Varja duri per tutta la vita… Fino alla tomba!»
A questo punto smisi di seguire l'azione sullo schermo: mi aveva folgorato un'idea. Anzi, non si trattava proprio di un'idea, ma della sua ombra debolmente impressa nella mia coscienza (era come se quel pensiero mi fosse scivolato accanto alla testa, sfiorandola appena). L'idea era questa: se solo un attimo prima, guardando lo schermo, era stato come vedere il mondo dalla cabina di due aviatori in giubbotto, allora niente mi impediva di ritrovarmi in quella o in qualsiasi altra cabina, senza bisogno di alcun televisore. In fondo il volo si riduce a un insieme di sensazioni che io già da un pezzo avevo imparato a simulare, seduto nella soffitta della mia alata baracchetta dalle stelle rosse, quando osservavo il muro dell'ufficio reclute trasformarsi in cielo e producevo deboli ronzii con la bocca. Questa confusa intuizione mi aveva talmente scombussolato che continuai a guardare il resto del film distrattamente e rientravo nella dimensione televisiva soltanto quando sullo schermo apparivano scie di fumo o una schiera di aeroplani nemici fermi al suolo sembrava venirmi incontro. "Questo significa" pensavo "che è possibile guardare da dentro se stessi come da dentro un aeroplano e che non è affatto importante da dove si guarda: è più importante ciò che si vede…" Da quel momento in poi, passeggiando d'inverno per le vie della città, immaginavo spesso di volare dentro un aereo sopra un campo innevato; quando svoltavo, piegavo la testa e il mondo si inclinava docilmente a destra o a sinistra. "
Viktor Pelevin, Omon Ra, traduzione dal russo di Katia Renna e Tatiana Olear, Mondadori (Collana Strade blu), 1999. [Libro elettronico]
[Edizione originale russa: Омон Ра, casa editrice Издательство Текст, Mosca, 1992]
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colonna-durruti · 1 year
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https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=pfbid0NrsvH2wjzhjD4h87G47ytQb5ix1yD1L5FN2k75EVAfinDWouJ5BTpW8iD7SHzQYPl&id=100068807366162
NON C'È CORDOGLIO PER UN NEMICO DELLA NOSTRA GENTE
Sono diversi gli articoli che ci attaccano a causa della nostra scelta di non dimostrare cordoglio per la morte di Silvio Berlusconi.
Un cordoglio che, da destra a centro-sinistra, ha pervaso la comunicazione politica: "A Dio, Silvio" (Meloni); "Rispetto per quello che è stato un protagonista della storia del Nostro paese" (Schlein); "Un imprenditore e un politico che in ogni campo ha contribuito a scrivere pagine significative della nostra storia" (Conte).
Noi invece vogliamo ricordare #Berlusconi per quello che è stato: un nemico della nostra gente.
Non sorprende che la destra, i fascisti, i mafiosi, i padroncini, i palazzinari e gli speculatori, gli evasori, i razzisti, gli ipocriti bigotti lo santifichino, tanto che il Governo Meloni, contro la prassi che prevede per gli ex premier i soli #funeralidistato, ne ha approfittato per chiamare arbitrariamente una giornata di #luttonazionale.
Berlusconi è stato il loro migliore rappresentante e insieme uno di loro. La sua storia imprenditoriale, ben prima di quella politica, è stata la storia di una commistione malsana tra potere politico, imprenditoriale e borghesia mafiosa.
Una storia che ha visto il Berlusconi rampante costruttore degli anni Settanta giocare sempre su due piani, ma con lo stesso scopo: sul piano pubblico, favorire l'ascesa di Bettino Craxi al potere e la trasformazione del PSI in un partito neoliberista e anticomunista; sul piano occulto, finanziare e sostenere quegli apparati dello stato ed ex fascisti, che erano dapprima stati sovvenzionati in funzione antisovietica dagli USA, e che si erano ri-organizzati nella cosiddetta "Loggia P2" per favorire un golpe soft in funzione anticomunista.
Entrambi quei piani rispondevano a uno scopo preciso: farla finita con il "lungo Sessantotto" italiano, ossia con quella stagione di lotte che aveva limitato il potere di speculatori e sfruttatori e consentito la modernizzazione del paese e lo sviluppo di diritti e potere per le classi popolari. E farla finita con l'immaginario, con la cultura politica e organizzativa e con la crescita elettorale comunista, che di quella stagione era stata protagonista e che veniva giustamente individuata dal Berlusconi della fine degli anni Settanta come un pericolo mortale per i suoi progetti speculativi.
Fu solo con l'inizio degli anni Novanta, però, che Berlusconi riuscì a catalizzare un ampio consenso intorno alla sua figura. Nel 1992 l'inchiesta di "Mani Pulite" dissolveva il sistema dei partiti al potere, PSI e DC in particolare, mentre la contemporanea auto-dissoluzione dell'Unione sovietica portava alla fine del PCI.
Lo spazio politico che si apriva era immenso.
La sua discesa in campo nel 1994 – preparata con largo anticipo con il tacito assenso della borghesia mafiosa e l'appoggio di settori consistenti degli apparati – ha così permesso a fascisti, leghisti, evasori e mafiosi di essere sdoganati, di diventare culturalmente e socialmente vincenti. Berlusconi al potere li ha fatti arricchire, a spese del pubblico e delle classi lavoratrici, ha fatto leggi su misura per loro, che gli permettevano di imbrogliare e di sfruttare i giovani, i migranti - ma gli ha anche offerto una rivalsa ideologica nel bullizzare quella parte d'Italia che per decenni aveva rappresentato, con tutti i limiti, i valori della solidarietà, della giustizia, dello studio e del sacrificio, della questione morale.
Erano gli anni dei condoni edilizi e dell'esplosione dell'evasione fiscale, delle leggi ad personam, dei tagli indiscriminati a scuola e sanità, della deregolamentazione del diritto del lavoro, dello sdoganamento dell’estrema destra, dei legami sempre più evidenti il suo partito e la mafia, della politica del malaffare. Gli anni del "mors tua vita mea" e del massacro del G8 di Genova.
Certo non a tutta la borghesia italiana quel modo di gestire le cose andava bene: quando nel 2011, in piena crisi del debito, il berlusconismo rischiava di mettere in pericolo la tenuta finanziaria del paese, sottomettendola agli interessi degli evasori e alle mancette elettorali del Cavaliere, la parte della borghesia italiana più internazionalizzata lo fece fuori, mettendo un tecnico come Monti alla presidenza del Consiglio e facendo di Berlusconi un improbabile martire anti-austerity. Si trattava però di un regolamento di conti interno alla borghesia italiana. Basti pensare che lo stesso Governo Berlusconi all'esplodere della crisi nel 2008 aveva tagliato ben 8 miliardi di euro a scuola e Università, scaricando su giovani e classi popolari i costi dell'austerity e la salvaguardia dei privilegi del suo blocco sociale.
Che oggi tutti i partiti dell'opposizione in Parlamento - dal PD che sull'antiberlusconismo ha campato, passando per i 5 Stelle che sono cresciuti sullo "psiconano" e i comizi di Grillo, per arrivare a Sinistra Italiana e Soumahoro che scrivono parole "umane" per ricordarlo - si subordinino alla celebrazione della destra, la dice lunga su quanto il progetto egemonico berlusconiano abbia avuto successo.
Guardate le dichiarazioni di Schlein, Conte, Fratoianni, guardate il PD che rimanda la sua riunione di Direzione: sono tutti dalla stessa parte, tutti d'accordo, tutti senza memoria. Una melassa buonista e ributtante, che parla di rispetto verso chi ha letteralmente determinato la morte di migliaia di persone nelle fabbriche, in mare, negli ospedali smantellati e regalati ai privati, l'emigrazione dal nostro paese di migliaia di giovani.
Noi non dimentichiamo la Bossi-Fini o la riforma Gelmini, non dimentichiamo i parlamentari comprati, gli accordi con la mafia, le parole verso Eluana Englaro "che poteva restare incinta", lo spregio del genere femminile, i legami con i cattolici più oscurantisti, l'uso della cosa pubblica come affare privato, la guerra in Iraq del 2003...
L'unico vero problema per noi è che Berlusconi e i suoi Governi hanno lasciato danni indelebili nel paese. Quello che Berlusconi ha avviato è ancora davanti a noi, è ancora al governo.
Ma certo non proviamo tristezza. Perché nulla ci unisce, nemmeno il cordoglio, come loro non lo hanno avuto per Carlo Giuliani, Stefano Cucchi, e tutti i "nostri" morti.
Siamo due mondi diversi. Teniamolo bene in testa.
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weaversweek · 1 year
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Eurocat is sorry to hear that Toto Cutugno has died.
He wrote, performed, and was generally responsible for "Insieme: 1992", the winning song at the 1990 Eurovision Song Contest.
We don't get little cartoon interstitials between the songs any more. Nor do we have massive banks of little screens.
And nor do we have passionate, powerful, heartfelt anthems to European integration.
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multiverseofseries · 4 months
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La serie animata degli X-Men che cambiò tutto
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«Guarda, guarda là, c’è un gruppetto di mutanti. Li ho visti però sono ancora assai distanti, van per la città difendendo gli abitanti. Mutanti, mutanti, insuperabili X-Men!» Chi a metà anni Novanta era bambino – o magari un appassionato di fumetti – di sicuro avrà ancora ben impressi nella propria mente questi versi, che introducevano gli spettatori italiani a una serie animata basata su un fumetto di Marvel Comics all’epoca non tanto popolare al di fuori di alcune cerchie ristrette: X-Men: The Animated Series.
Da noi nota come Insuperabili X-Men (o semplicemente X-Men), andò in onda negli Stati Uniti fra il 1992 e il 1997 su Fox Kids, nello slot per bambini del sabato mattina (in Italia invece fu trasmessa inizialmente su Canale 5, all’interno dei classici contenitori dell’epoca per i più piccoli e poi proseguita in modo discontinuo sui vari canali Mediaset).
Come nei fumetti da cui era tratta, i protagonisti erano un gruppo di individui nati con super poteri e per questo temuti dalle persone normali. Una parte di loro ha scelto di usare le proprie capacità per cercare di dominare la Terra – o, più prosaicamente, a scopo criminale; un’altra ha invece deciso di proteggere il pianeta, trovandosi però spesso costretta a difendersi dagli umani malvagi. Tra questi ultimi c’erano proprio gli X-Men, gruppo radunato dal professor Charles Xavier, mutante dotato di poteri telepatici, spinto dal sogno di una convivenza pacifica fra i suoi simili e l’umanità.
La serie animata degli X-Men diventò in poco tempo un piccolo cult, lasciandosi dietro negli anni una profonda scia nostalgica, soprattutto negli Stati Uniti. Questo anche grazie alla buona fattura delle storie e al character design accattivante. Insieme alla serie di Batman, che aveva esordito un anno prima sempre sullo stesso Fox Kids, X-Men contribuì a cambiare l’immagine dei supereroi, preparandoli per il successo planetario che avrebbero avuto con i “cinecomics” a partire dal decennio successivo.
Le origini segrete
A ideare la serie fu Margaret Loesch, all’epoca dirigente di Fox Kids ma che aveva già una notevole esperienza nel settore dell’intrattenimento per bambini e ragazzi, avendo lavorando in passato per ABC, NBC, Hanna-Barbera Productions e Marvel Productions. In quegli stessi anni, Loesch fu fondamentale per il lancio negli Stati Uniti del franchise dei Powers Rangers (che avrebbe esordito su Fox Kids nel 1993, un anno dopo gli X-Men).
Loesch era fan degli X-Men fin da ragazzina, quando ne aveva scoperto i fumetti sceneggiati da Stan Lee, co-creatore del super gruppo insieme al disegnatore Jack Kirby: «Mi incuriosivano perché erano davvero diversi da tutto quello che avevo visto in precedenza. Erano gli anni Settanta, e gli X-Men a cui mi avvicinai per la prima volta erano adolescenti. Ero affascinato dall’idea di questi giovani emarginati che affrontavano tutti i problemi che oggi vediamo nelle persone che non vengono accettate per le loro differenze».
Eppure, proprio quest’ultimo elemento rese difficoltosa in quegli anni l’ideazione di una serie animata ispirata agli X-Men. Nonostante si trattasse del fumetto di maggiore successo di quegli anni, in grado persino di vendere milioni di copie, l’idea di un gruppo di emarginati non era infatti considerata “spendibile” dalle case di produzione hollywoodiane.
Oltretutto, i fumetti non avevano una grande considerazione presso i vertici di Fox, da cui erano ritenuti roba per ragazzini nerd. I dirigenti dell’azienda avevano avvertito Loesch di stare rischiando il suo posto di lavoro, procedendo con la produzione di una serie tv basata sui personaggi. La Storia, invece, avrebbe presto dato ragione alla produttrice.
Il grande successo
Fin dai primissimi episodi, la serie ottenne ottimi ascolti (di solito dai sei agli otto milioni di televisori sintonizzati a puntata, con picchi anche superiori) e fu recensita in modo positivo da testate prestigiose come TV Guide e Variety. Nonostante fosse ancora un piccolo network, nella fascia del sabato mattina Fox Kids superò con regolarità gli ascolti dei tre canali televisivi americani più importanti (ABC, NBC e CBS), a volte persino messi assieme. X-Men inoltre contribuì a migliorare i risultati delle serie trasmesse subito prima o subito dopo dalla stessa emittente.
L’importanza di X-Men fu inoltre tale che – come sottolineato per esempio da Inverse o CBR – grazie a essa si concretizzò l’idea di mettere in cantiere i successivi film live-action dedicati ai personaggi e diretti da Bryan Singer, che a loro volta avrebbero portato al successo il genere supereroistico al cinema, insieme alla coeva trilogia di Spider-Man del regista Sam Raimi, aprendo la strada alle produzioni dei Marvel Studios. Nel 2014, Vulture addirittura scrisse che la serie aveva contribuito a creare il modello per i film tratti dai fumetti di quegli anni, meno kitsch e più seriosi che in passato.
Pensata fondamentalmente come una serie per bambini, X-Men riuscì infatti a conquistare soprattutto i teenager, trattando importanti temi sociali, importati dai fumetti su cui era basata, come razzismo, discriminazione, bigottismo e religione. Nel corso delle sue 5 stagioni si occupò anche dell’Olocausto e dell’AIDS, raccontandoli in modo diretto o metaforico. «La serie animata poté raccontare queste storie perché facevano parte del mondo degli X-Men. Non so se sarebbe stato possibile creare una nuova property che raccontasse queste storie nel modo in cui gli X-Men erano in grado di farlo» ha commentato in seguito Julia Lewald, membro del cast di sceneggiatori di X-Men. Queste tematiche così profonde erano equilibrate dai colori piuttosto vivaci e accesi delle animazioni, in grado di attirare un pubblico più giovane.
Non fu in ogni caso facile realizzare una serie che potesse essere vista dai bambini partendo dai fumetti degli X-Men dell’epoca. «I programmi per bambini erano tradizionalmente molto restrittivi: non ci si picchiava, non c’era sangue, non c’erano armi realistiche, non c’era nulla di lontanamente legato alla sfera sessuale, non c’era nemmeno la morte» ha raccontato Eric Lewald, uno degli autori della serie. Fummo fortunati perché Fox Kids TV aveva l’ultima parola e i suoi tre dirigenti non solo conoscevano e amavano i fumetti, ma amavano anche le storie più intense dei personaggi.»
«Margaret ci ha permesso di uccidere Morph. Ci ha permesso di far diventare Wolverine protagonista di un episodio in cui ha un rapporto conflittuale con Dio» ha poi continuato Lewald. «Abbiamo lavorato per essere fedeli allo spirito del materiale di partenza. Abbiamo cercato di mantenere il dramma originario, con identica intensità emotiva. Le persone urlano spesso i nomi degli altri. Ma, alla fine, le storie migliori riguardano i personaggi, non la violenza.»
Un cast multietnico
Il cast di personaggi principali della serie animata era composto dal Professor Charles Xavier, Wolverine, Ciclope, Tempesta, Jean Grey, Bestia, Rogue, Gambit e Jubilee. Intorno a loro ruotarono però anche altri classici membri degli X-Men, come Cable, Alfiere, Colosso, Nightcrawler, Psylocke, Arcangelo, Uomo Ghiaccio, Longshot, Havok, Polaris e Banshee. Tra gli avversari del gruppo, si videro invece Magneto, Apocalisse, Sinistro, Omega Red, Emma Frost, il Fenomeno, Black Tom Cassidy, Lady Deathstrike, Proteus, Mojo, le Sentinelli e tanti altri.
I protagonisti furono scelti in modo da avere caratteri tutti differenti tra di loro, con poteri facilmente distinguibili. Xavier era una figura paterna, Ciclope ricopriva il ruolo di leader sul campo, Wolverine sprizzava grande carisma, Gambit era il bel tenebroso della situazione e così via. L’obiettivo fu anche quello di avere un cast multietnico, come nella tradizione degli X-Men da metà anni Settanta in poi, quando il gruppo era stato rilanciato con una nuova formazione. «Dovevamo anche considerare chi voleva la Marvel» ha affermato inoltre Lewald. «Gambit, per esempio, era un personaggio nuovo, e loro lo volevano».
La scelta più originale, secondo Mark Edens, capo sceneggiatore di X-Men, fu invece quella relativa a Jubilee, pensata come personaggio in cui poter fare identificare gli spettatori: «Fu scelta in qualità di controparte del pubblico. La maggior parte delle persone non aveva mai sentito parlare degli X-Men, quindi avevamo bisogno di qualcuno che, come il pubblico, non sapesse chi essi fossero».
Lewald, inoltre, è sempre stato orgoglioso delle figure femminili di X-Men, da lui definite “ass-kicking”, traducibile come “spaccaculi” o “cazzute” (o, più educatamente, “una forza della natura”): «Quando facciamo una serie, ci dicono sempre: “È per ragazzi. Non devono esserci personaggi femminili”. Margaret fu probabilmente la ragione principale. Era il suo show.»
X-Men era d’altra parte molto fedele ai fumetti: oltre a riprendere i costumi ideati a inizio anni Novanta da Jim Lee – uno dei più importanti disegnatori di sempre dei personaggi – adattò anche molte storie apparse nei comic book, tra le quali La saga di Fenice Nera e Giorni di un futuro passato, entrambe scritte da Chris Claremont e John Byrne e considerate tra le migliori avventure in assoluto del gruppo. Le citazioni dei fumetti erano in realtà continue, anche all’interno delle singole scene, ma l’obiettivo era quello di rivolgersi a spettatori che non conoscevano i personaggi.
Attualmente, tutti i 76 episodi di X-Men sono disponibili su Disney+, sia nella versione originale in inglese che doppiata in italiano. Sulla stessa piattaforma, dal 20 marzo è disponibile X-Men ’97, serie prodotta da Marvel Animation, una divisione di Marvel Studios, parte di Walt Disney Studios, a sua volta sussidiaria di The Walt Disney Company. La serie ha la particolarità di fare da sequel alla serie animata degli anni Novanta riprendendone trame e stile. Nostalgia canaglia, davvero.
Stay Tuned Nei prossimi giorni la recensione di X-Men 97
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abr · 1 year
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Anche a me il tipo ricorda Magneto, da ben prima che comperasse e vendesse Tesla.
(per chi non lo sapesse: Soros diventò straricco speculando sul crollo della lira e della sterlina nel mercoledì nero, 16 settembre 1992. In particolare il massimo lucro lo fece sulla lira, approfittando dell'inadeguatezza di Ciampi, RIP, ai tempi a capo della Banca d'Italia, un povero keynesiano credente nello Sthato chiufforte della Shpeculazzione, il quale gettò tutta la benzina - valuta pregiata - che poté sul fuoco, alimentando mostruosamente i guadagni del villain sopra citato. La storia finì che Ciampi fu premiato (!) con la pres. del Cons. e poi della Rep., mentre gli italiani tutti pagarono il conto cash, mediante prelievo notturno dai loro conti correnti).
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fashionbooksmilano · 5 months
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Gaetano Pesce Il tempo della diversità
a cura di Domitilla Dardi e Gianni Mercurio
Electa, Milano 2014, 296 pagine, 24x28cm, brossura con alette,ISBN 9788837099879
euro 40,00
email if you want to buy [email protected]
Il catalogo della mostra al  MAXXI Roma (26 giugno-5 ottobre 2014) dedicata a Gaetano Pesce, designer, architetto, artista italiano di fama internazionale. In scena idee, progetti, realizzazioni dagli anni Sessanta ad oggi.
Attraverso le sue creazioni artistiche, architettoniche e di design, Pesce ha alimentato il dibattito su temi di grande importanza, tra i quali il sostegno della diversità degli individui, la stimolazione sensoriale per mezzo di esperienze intorno o dentro agli oggetti, il problema del ‘mal fatto’. Ha inoltre promosso esperienze di autoproduzione sia con il marchio Fortebraccio sia con i più recenti Fish design e Open sky. Tra i progetti sperimentali di architettura sviluppati da Pesce si citano: il Loft verticale (1982), un edificio con le pareti in mattoni di poliuretano rigido; la torre residenziale per l’habitat individualizzato a San Paolo del Brasile (1989); l’Organic Building di Osaka, con pareti esterne in materiale plastico (1990); la propria casa di vacanze a Baía in Brasile (con pareti in caucciù) del 2001; il Pink Pavillon a Milano (2008) il Pescetrullo (2008), abitazione realizzata nella campagna pugliese utilizzando casseforme di legno e poliuretano espanso. Ha sviluppato molteplici prodotti per molte aziende importanti e famose come le poltrone e sedute S erie U p (1969), la poltrona Yeti (1968-69), per C&B; insieme di tavoli (Arca) e le sedie Golgotha (1972-73); la poltrona Sit Down (1975), i divani Cannaregio (1987), il tavolo Sansone, il divano Tramonto a New York (1980) e le poltrone i Feltri (1987) per Cassina; le sedia Green street chair (1984) per Vitra; la bottiglia per l’acqua minerale Vittel (1986-87); la caffettiera Vesuvio (1992) per Zani & Zani; le collezione di mobili Nobody’s perfect (dal 2002) per Zerodisegno. Tra le opere in mostra anche una versione gigante della poltrona UP5 e lavori site specific pensati per il MAXXI.
05/05/24
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sonicskullsalt · 1 year
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It's Eurovision Week, and it's time for the 90s!
Let's find the best loved winning songs from each decade and then make a final poll to find out the supreme winner of eurovision.
The 80s poll ended in a tie, so there's also an extra poll out today to find the true winner there. Go ahead and vote on that, too.
Each poll will go on for 24 hours and will be tagged as 'my eurovision poll'.
Here we go:
To help you decide, you can listen to excerpts from the songs in the following video. The 90s start at 12:59.
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carmenvicinanza · 6 months
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Linda Perry
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Linda Perry è la cantautrice e produttrice discografica che, negli anni novanta, è stata leader del gruppo 4 Non Blondes.
Ha scritto e prodotto canzoni per star come Pink, Christina Aguilera, Alicia Keys, Gwen Stefani, Enrique Iglesias, Courtney Love, Céline Dion, Robbie Williams, Lisa Marie Presley, Dolly Parton e molte altre ancora.
Sua è l’etichetta discografica Custard Records diventata famosa per aver lanciato la carriera del cantante britannico James Blunt.
Dal 2015 è inserita nella prestigiosa Songwriters Hall of Fame.
Linda Perry è nata a Springfield, in Massachusetts, il 15 aprile 1965. La passione per la musica la accompagna sin da quando era una bambina.
È stato a San Francisco, dove si è trasferita nel 1986, che ha iniziato a farsi notare suonando le sue canzoni per strada.
Dopo tre anni di gavetta in club e caffetterie, si è unita alla band 4 Non Blondes con cui, nel 1992, ha pubblicato l’album Bigger, Better, Faster, More! che, col singolo What’s Up?, ha raggiunto i vertici delle classifiche mondiali.
Nel 1996 ha iniziato la carriera solista pubblicando due album In Flight e After Hours.
Ma è stato come producer che ha avuto le maggiori soddisfazioni lavorando ai dischi di numerose star del mondo musicale e contribuendo al lancio di altre.
Considerata tra le più grandi produttrici statunitensi, nel 2003 ha vinto due premi ASCAP per la composizione. La canzone Beautiful, che ha scritto per Christina Aguilera, ha ricevuto la nomination ai Grammy Award come canzone dell’anno e, l’anno seguente, ha vinto come miglior performance vocale femminile.
Dal 2010 ha ripreso a cantare e fondato il gruppo Deep Dark Robot.
È stata nominata come produttrice dell’anno ai Grammy Awards del 2019 per il suo lavoro sulla colonna sonora del documentario Served Like a Girl, l’album 28 Days in the Valley della band Dorothy e la cover di Harder, Better, Faster, Stronger cantata e suonata da Willa Amai.
Girl in the Movies scritta insieme a Dolly Parton per il film Dumplin, è stata nominata ai Golden Globe 2019 come miglior canzone originale.
Nel 2021 ha composto la colonna sonora del film documentario Kid 90 e scritto e interpretato con Bono Vox Eden (To find love) contenuta nella colonna sonora di Citizen Penn, film documentario dedicato all’attività di volontariato dell’attore Sean Penn.
Ha vissuto una vita di eccessi, iniziata con privazioni economiche e diversi ostacoli da affrontare, ma Linda Perry continua a trasformare in oro ogni nota che tocca e ogni verso che utilizza per le sue canzoni.
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ROUND 1 WINNERS
Round 1 Poll 1: "What's Another Year" - Johnny Logan (Ireland, 1980) vs "Arcade" - Duncan Laurence (Netherlands, 2019)
Round 1 Poll 2: "Tu te reconnaîtras" - Anne-Marie David (Luxembourg, 1973) vs "Euphoria" - Loreen (Sweden, 2012)
Round 1 Poll 3: "J'aime la vie" - Sandra Kim (Belgium, 1986) vs "Ein bißchen Frieden" - Nicole (Germany, 1982)
Round 1 Poll 4: "Puppet on a String" - Sandie Shaw (United Kingdom, 1967) vs "The Voice" - Eimear Quinn (Ireland, 1996)
Round 1 Poll 5: "Boom Bang-a-Bang" - Lulu (United Kingdom, 1969) vs "Tom Pillibi" - Jacqueline Boyer (France, 1960)
Round 1 Poll 6: "Rise Like a Phoenix" - Conchita Wurst (Austria, 2014) vs "Toy" - Netta (Israel, 2018)
Round 1 Poll 7: "Refrain" - Lys Assia (Switzerland, 1956) vs "Everyway That I Can" - Sertab Erener (Turkey, 2003)
Round 1 Poll 8: "Diva" (דיווה) - Dana International (Israel, 1998) vs "Satellite" - Lena (Germany, 2010)
Round 1 Poll 9: "Si la vie est cadeau" - Corinne Hermès (Luxembourg, 1983) vs "La det swinge" - Bobbysocks! (Norway, 1985)
Round 1 Poll 10: "Nous les amoureux" - Jean-Claude Pascal (Luxembourg, 1961) vs "Un banc, un arbre, une rue" - Séverine (Monaco, 1971)
Round 1 Poll 11: "Dors, mon amour" - André Claveau (France, 1958) vs "Ne partez pas sans moi" - Céline Dion (Switzerland, 1988)
Round 1 Poll 12: "1944" - Jamala Jamala (Ukraine, 2016) vs "Save Your Kisses for Me" - Brotherhood of Man (United Kingdom, 1976)
Round 1 Poll 13: "Waterloo" - ABBA (Sweden, 1974) vs "Hold Me Now" - Johnny Logan (Ireland, 1987)
Round 1 Poll 14: "Take Me to Your Heaven" - Charlotte Nilsson (Sweden, 1999) vs "Zitti e buoni" - Måneskin (Italy, 2021)
Round 1 Poll 15: "Why Me?" - Linda Martin (Ireland, 1992) vs Ukraine "Wild Dances" - Ruslana (Ukraine, 2004)
Round 1 Poll 16: "Stefania" (Стефанія) - Kalush Orchestra (Ukraine, 2022) vs "De troubadour" - Lenny Kuhr (Netherlands, 1969)
Round 1 Poll 17: "Only Teardrops" - Emmelie de Forest (Denmark, 2013) vs "Nocturne" - Secret Garden (Norway, 1995)
Round 1 Poll 18: "Hallelujah" (הללויה) - Milk and Honey (Israel, 1979) vs "Molitva" (Молитва) - Marija Šerifović (Serbia, 2007)
Round 1 Poll 19: "Diggi-Loo Diggi-Ley" - Herreys (Sweden, 1984) vs "I Wanna" - Marie N (Latvia, 2002)
Round 1 Poll 20: "Fairytale" - Alexander Rybak (Norway, 2009) vs "Merci, Chérie" - Udo Jürgens (Austria, 1966)
Round 1 Poll 21: "Fångad av en stormvind" - Carola (Sweden, 1991) vs "A-Ba-Ni-Bi" (א-ב-ני-בי) - Izhar Cohen and the Alphabeta (Israel, 1978)
Round 1 Poll 22: "Après toi" - Vicky Leandros (Luxembourg, 1972) vs "Love Shine a Light" - Katrina and the Waves (United Kingdom, 1997)
Round 1 Poll 23: "Dansevise" - Grethe and Jørgen Ingmann (Denmark, 1963) vs "Fly on the Wings of Love" - Olsen Brothers (Denmark, 2000)
Round 1 Poll 24: "Making Your Mind Up" - Bucks Fizz (United Kingdom, 1981) vs "L'Oiseau et l'Enfant" - Marie Myriam (France, 1977)
Round 1 Poll 25: "Insieme: 1992" - Toto Cutugno (Italy, 1990) vs "Everybody" - Tanel Padar, Dave Benton and 2XL (Estonia, 2001)
Round 1 Poll 26: "All Kinds of Everything" - Dana (Ireland, 1970) vs "In Your Eyes" - Niamh Kavanagh (Ireland, 1993)
Round 1 Poll 27: "Hard Rock Hallelujah" - Lordi (Finland, 2006) vs "Net als toen" - Corry Brokken (Netherlands, 1957)
Round 1 Poll 28: "Een beetje" - Teddy Scholten (Netherlands, 1959) vs "Heroes" - Måns Zelmerlöw (Sweden, 2015)
Round 1 Poll 29: "Rock 'n' Roll Kids" - Paul Harrington and Charlie McGettigan (Ireland, 1994) vs "My Number One" - Helena Paparizou (Greece, 2005)
Round 1 Poll 30: "Running Scared" - Ell and Nikki (Azerbaijan, 2011) vs "Amar pelos dois" - Salvador Sobral (Portugal, 2017)
Round 1 Poll 31: "Poupée de cire, poupée de son" - France Gall (Luxembourg, 1965) vs "Believe" - Dima Bilan (Russia, 2008)
Round 1 Poll 32: "Vivo cantando" - Salomé (Spain, 1969) vs "Tattoo" - Loreen (Sweden, 2023)
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pollicinor · 2 years
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Psyco (1960) Alfred Hitchcock Il mago di Oz (1939) Victor Fleming Il padrino (1972) Francis Ford Coppola Quarto potere (1941) Orson Welles Pulp Fiction (1994) Quentin Tarantino I sette samurai (1954) Akira Kurosawa 2001: Odissea nello spazio (1968) Stanley Kubrick La vita è meravigliosa (1946) Frank Capra Eva contro Eva (1951) Joseph L. Mankiewicz Salvate il soldato Ryan (1998) Steven Spielberg Cantando sotto la pioggia (1952) Stanley Donen e Gene Kelly Quei bravi ragazzi (1990) Martin Scorsese La regola del gioco (1939) Jean Renoir Fa' la cosa giusta (1989) Spike Lee Aurora (1927) Friedrich Wilhelm Murnau Casablanca (1942) Michael Curtiz Nashville (1975) Robert Altman Persona (1966) Ingmar Bergman Il padrino - Parte II (1974) Francis Ford Coppola Velluto Blu (1986) David Lynch Via col vento (1939) Victor Fleming Chinatown (1974) Roman Polanski L'appartamento (1960) Billy Wilder Tokyo Story (1953) Yasujirō Ozu Susanna! (1938) Howard Hawks I 400 colpi (1959) François Truffaut Gangster Story (1967) Arthur Penn Luci della città (1931) Charlie Chaplin La fiamma del peccato (1944) Billy Wilder L'impero colpisce ancora (1980) Irvin Kershner Quinto potere (1976) Sidney Lumet La donna che visse due volte (1958) Alfred Hitchcock 8 1/2 (1963) Federico Fellini Ombre rosse (1939) John Ford Il silenzio degli innocenti (1991) Jonathan Demme Fronte del porto (1954) Elia Kazan Io e Annie (1977) Woody Allen Lawrence d'Arabia (1962) David Lean A qualcuno piace caldo (1959) Billy Wilder Fargo (1996) Joel e Ethan Coen Il mucchio selvaggio (1969) Sam Peckinpah Moonlight (2016) Barry Jenkins Shoah (1985) Claude Lanzmann L’avventura (1960) Michelangelo Antonioni Titanic (1997) James Cameron Notorious - L'amante perduta (1946) Alfred Hitchcock Mean Streets (1973) Martin Scorsese Lezioni di Piano (1993) Jane Campion Non aprite quella porta (1974) Tobe Hooper Fino all'ultimo respiro (1960) Jean-Luc Godard Apocalypse Now (1979) Francis Ford Coppola Come vinsi la guerra (1926) Buster Keaton In the Mood for Love (2000) Wong Kar-wai Interceptor - Il guerriero della strada (1981) George Miller Il lamento sul sentiero (1955) Satyajit Ray Rosemary's Baby (1968) Roman Polanski I segreti di Brokeback Mountain (2005) Ang Lee E.T. - L'extraterrestre (1982) Steven Spielberg Senza tetto né legge (1985) Agnès Varda Moulin Rouge! (2001) Buz Luhrmann La passione di Giovanna D'Arco (1928) Carl Theodor Dreyer La vita è un sogno (1993) Richard Linklater Bambi (1942) David Hand Carrie - Lo sguardo di Satana (1976) Brian De Palma Un condannato a morte è fuggito (1956) Robert Bresson Parigi brucia (1990) Jennie Livingston Ladri di biciclette (1948) Vittorio De Sica King Kong (1933) Merian C. Cooper e Ernest B. Schoedsack Beau Travail (1999) Claire Denis 12 anni schiavo (2013) Steve McQueen Il matrimonio del mio migliore amico (1997) P. J. Hogan Le onde del destino (1996) Lars von Trier Intolerance (1916) D.W. Griffith Il mio vicino Totoro (1988) Hayao Miyazaki Boogie Nights (1997) Paul Thomas Anderson The Tree of Life (2011) Terrence Malick Agente 007 - Missione Goldfinger (1964) Guy Hamilton Jeanne Dielman (1975) Chantal Akerman Sognando Broadway (1966) Christopher Guest Pixote - La legge del più debole (1981) Héctor Babenco Il cavaliere oscuro (2008) Christopher Nolan Parasite (2019) Bong Joon-ho Kramer contro Kramer (1979) Robert Benton Il labirinto del fauno (2006) Guillermo del Toro Assassini nati - Natural Born Killers (1994) Oliver Stone Close Up (1990) Abbas Kiarostami Tutti insieme appassionatamente (1965) Robert Wise Malcolm X (1992) Spike Lee Bella di giorno (1967) Luis Buñuel The Shining (1980) Stanley Kubrick Scene da un matrimonio (1974) Ingmar Bergman Pink Flamingos (1972) John Waters Frank Costello faccia d'angelo (1967) Jean-Pierre Melville Le amiche della sposa (2011) Paul Feig Toy Story (1995) John Lasseter Tutti per uno (1964) Richard Lester Alien (1979) Ridley Scott Donne sull'orlo di una crisi di nervi (1988) Pedro Almodóvar La parola ai giurati (1957) Sidney Lumet Il laureato (1967) Mike Nichols
Dall’articolo "I 100 migliori film della Storia del Cinema secondo Variety: 1° Psyco, 5° Pulp Fiction, 33° 8 1/2, 45° Titanic" di Antonio Bracco
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“Fulenn”(France 2022) VS “Save Your Kisses For Me” (UK 1976)
“Saudade, Saudade” (Portugal 2022) VS “Net Als Toen” (Netherlands 1957)
“Hatrið Mun Sigra” (Iceland 2019) VS “The Voice” (Ireland 1996)
“Lock Me In” (Georgia 2022) VS “Laß die Sonne in dein Herz“ (Germany 1987)
“Voila” (France 2021) VS “Arcade” (Netherlands 2019)
“Work Your Magic” (Belarus 2007) VS “Dansevise” (Denmark 1963)
“Say Yay!” (Spain 2016) VS “Hard Rock Hallelujah” (Finland 2006)
“Same mi se Spava” (Serbia 2023) VS “Cha Cha Cha” (Finland 2023)
“Party For Everybody” (Russia 2012) VS “Diggi-Loo Diggi-Ley” (Sweden 1984)
“Missä miehet ratsastaa” (Finland 2008) VS ‘Waterloo” (Sweden 1974)
“Carpe Diem” (Slovenia 2023) VS “Insieme: 1992” (Italy 1990)
“Alcohol is Free” (Greece 2013) VS “Everybody” (Estonia 2001)
“Power” (Iceland 2023) VS “Rock ‘n’ Roll Kids” (Ireland 1994)
“If I Were Sorry” (Sweden 2016) VS “De Troubadour” (Netherlands 1969)
“Guilty Pleasure” (Croatia 2022) VS “What’s Another Year” (Ireland 1980)
“Watergun” (Switzerland 2023) VS “Toy” (Israel 2018)
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othmanibnaffan · 2 years
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Zainab al-Khalidi (1 marzo 1989) è un'insegnante presso l'università di Falluja mentre in precedenza era una venditrice per la bibita aranciata Mirinda,cameriera presso il ristorante halal Griled Grand Turkish Restaurant, lavoratrice per Pepsi Arabia e militante per Free Syrian Army di nazionalità saudita, è sorella minore di Umar al-Khalidi e discendente del guerriero Khalid Ibn al-Walid.
È attualmente sposata con Ibrahim al-Badri
Breve biografia
Zainab al-Khalidi nasce l'1 marzo 1989 mentre suo fratello maggiore Umar al-Khalidi nacque il 20 aprile 1986 da una famiglia saudita a Riyadh in Arabia Saudita.
Nel 2019, Zainab iniziò a lavorare presso Pepsi Arabia quando le condizioni lavorative per le donne hanno iniziato a migliorare e rimase in stretto contatto con suo fratello maggiore Umar al-Khalidi che la protegge.
Nel 2022, Zainab dall'emiro dell'Arabia Saudita viene proposta come moglie per l'ex califfo Ibrahim al-Badri che era allora nel centro riabilitativo saudita per ex jihadisti Mohammed Bin Naif Counseling and care center ma venne rifiutata di essere sposata perché voleva conoscerla prima meglio.
Il 30 ottobre, viene inviata ad Idlib in Siria in Free Syrian Army come militante e sposò Ibrahim al-Badri tramite l'imam saudita di origini irachene Mohammed al-Iraqi.
Il 12 novembre, Zainab si trasferisce a Samail in Oman insieme a suo marito Ibrahim al-Badri dove inizia a lavorare come cameriera presso il ristorante halal Griled Grand Turkish Restaurant.
Il 17 novembre, Zainab si trasferisce insieme a suo marito Ibrahim a New York dove inizia a lavorare come venditrice per la bibita aranciata Mirinda.
L'1 dicembre, Zainab si trasferisce a Falluja in Iraq insieme a suo marito Ibrahim al-Badri dove inizia a lavorare come insegnante presso l'università di Falluja.
Personalità:
Pesci con ascendentein Scorpione è una personalità enigmatica, difficile da conoscere. Il suo umore è molto fluttuante.
Adesso è gentile, un minuto dopo freddo come il ghiaccio. Tuttavia, è socievole e conquista facilmente le persone.
Cerca di essere ammirato dagli altri. Poiché è così chiuso e difficile da conoscere, può essere più ruvido e sembrare più freddo di quello che è in realtà, nascondendo emozioni profonde sotto una copertura indisturbata.
Molto intuitivo, può avere doni paranormali o una sensibilità extra psichica
Chiunque sia nato con un ascendente Scorpione è una persona misteriosa, che di solito gli altri hanno difficoltà a capire.
A prima vista, è freddo, riservato e sembra passare inosservato. Tuttavia, quando le persone acquisiscono la loro fiducia, diventano sempre più affettuose, affabili, mostrandosi persino estroverse se si sentono in un ambiente accogliente.
Quando si innamora è intenso, dominante e possessivo, ma anche molto fedele. Le relazioni intime non sono solo necessarie ma vitali: quando incontra qualcuno di cui si fida abbastanza da donarsi, diventa un amante meraviglioso.
L’amore per i bambini è una delle cose più importanti della sua vita e per loro è capace di tutto. Professionalmente, apprezzerà i lavori che  consentono di approfondire la ricerca e il potere della leadership.
Gli piacciono le professioni che permettono loro di analizzare a fondo e in cui possono mostrare le loro abilità. Come dipendenti, sono persone molto intuitive e si sforzano di fare tutto il lavoro che gli viene chiesto di fare, ma a loro piace farlo a modo loro, per dargli un tocco personale.
Non amano però essere disturbati mentre fanno il loro lavoro, né ricevere ordini.
Tribù:
-al-Khalidi (discendenti del guerriero Khalid Ibn al-Walid)
-Quraysh (tribù discendente di Ismaele e nota per i califfato islamici)
Parenti:
Abu Bakr al-Khalidi (padre)
Asma al-Hashimi (madre)
Ibrahim al-Badri (marito)
Aisha al-Khalidi (sorella, 1981)
Asma al-Khalidi (sorella,1983)
Umar al-Khalidi (fratello,1986)
Muhammad al-Khalidi (fratello,1992)
Abd al-Rahman al-Khalidi (fratello,1994)
Abdullah al-Khalidi (fratello,1996)
Othman al-Hashimi (cognato, cugino materno e marito di Aisha)
Alì al-Hashimi (cognato, cugino materno e marito di Asma)
Aafia al-Hashimi (cognata,cugina materna e moglie di Muhammad)
Fatima al-Hashimi (cognata,cugina materna e moglie di Abd al-Rahman)
Khadjia al-Hashimi (nipote,cugina di Il grado e figlia di Aisha al-Khalidi e Othman al-Hashimi)
Qasim al-Hashimi (nipote,cugino di Il grado e figlio di Aisha al-Khalidi e Othman al-Hashimi)
Safiyya al-Hashimi (nipote,cugina di Il grado e figlia di Asma al-Khalidi e Alì al-Hashimi)
Umm al-Hashimi (nipote,cugina di Il grado e figlia di Asma al-Khalidi e Alì al-Hashimi)
Raghad al-Hashimi (nipote, cugina di Il grado e figlia di Asma al-Khalidi e Alì al-Hashimi)
Jafar al-Khalidi (nipote, cugino di II grado e figlio di Muhammad al-Khalidi e Aafia al-Hashimi)
Husam al-Khalidi (nipote, cugino di II grado e figlio di Muhammad al-Khalidi e Aafia al-Hashimi)
Walid al-Khalidi (nipote, cugino di II grado e figlio di Abd al-Rahman al-Khalidi e Fatima al-Hashimi)
Hassan al-Khalidi (nipote, cugino di II grado e figlio di Abd al-Rahman al-Khalidi e Fatima al-Hashimi)
Prestavolti:
-Emeraude Toubia
-Helena Mattsson
-July Namir (pv attuale)
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mirai-desu · 1 year
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Toto Cutugno - "Insieme: 1992" (Italy - Winner of the Eurovision Song Contest 1990)
Per noi, amori senza confini Io e te, sotto gli stessi ideali Insieme, unite, unite, Europe For us, love without borders You and I, under the same ideals Together, unite, unite, Europe
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