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#macinato
melanzane ripiene con macinato di manzo verdure miste e stracchino in umido melanzane in padella | stuffed eggplant with ground beef mixed vegetables and stewed stracchino eggplant in a pan
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iltopdelbarbecue · 2 years
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🍰 🍖 MEAT CAKE 🍰 🍖 ❤️Supportaci con un like ed un commento 👍 Per il ripieno chiedete Pure 😁😁 #meatcake #ricettebbq #ricettetopbarbecue #topbarbecue #iltopdelbarbecue #topdelbarbecue #cheddar #melanzanefunghetto #macinato #carnemacinata #bbqporn #bbqpork #foodporn #pancetta#firstposts#grilled #meatlover #ribeye #bbqjoint #dolcιαcolazione #fodlly (presso Roma, Italia / Rome, Italy) https://www.instagram.com/p/ClF6rxEMUm0/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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cosacucino · 2 years
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Pasta al forno palermitana (i famosi anelletti al forno)
Pasta al forno palermitana (i famosi anelletti al forno)
Anelletti al forno alla Palermitana ricetta originale, un primo siciliano spettacolare, una buonissima pasta al forno tipica esattamente del capoluogo siciliano. Le versioni sono molteplici, cambiano piccoli ingredienti spostandosi di poco o addirittura da famiglia a famiglia. Dosi & Ingredienti Portata: Primi Piatti (Vedi altre Ricette) Cucina regionale: Sicilia (Vedi altre…
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farfalla-azzurra-blog · 3 months
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Salatini di Azzura Farfalla
Ingredienti : -2 forme Quadrate di pasta sfoglia da    230grammi -100 grammi di prosciutto cotto -parmigiano reggiano macinato q. b. -olio e. v. o. -un pizzico di sale -origano q. b. -pepe arcobaleno q. b. Preparazione molto semplice e poco costosa: in un contenitore mettere il prosciutto cotto a pezzetti, il parmigiano, l’olio ed i vari condimenti. Mescolarli fino ad ottenere un…
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mossmx · 11 months
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ma puo' la prof non paragonare il SNC al cibo per 10 minuti???
e le sfogliatelle e il cervelletto e l'encefalo e un budino molle EEEE XD
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gnaga37 · 1 year
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i have this cookbook from the 1970/1980 and every recipe on it is so so good. the portions are always big and they all sound so simple to do. i love it. i love cooking stuff from it. life hack: get a cookbook from years ago
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sciatu · 4 months
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Ricotta del vicino di casa, cassatina con ricotta, sfogliatelle con ricotta, cannoli al cioccolato con ricotta, cannoli tradizionali.
Il clacson sgraziato e difettato di una vecchia punto mi attira verso il muretto che costeggia la strada di campagna su cui confina la casa. Mi affaccio oltre il muretto e vedo nella sua vecchia punto Stefano, il pastore che abita con gregge e famiglia più in alto su monte “A vuliti na ricotta?” “Cettu” “ Un chilu o menzu chilu?” “Menzu” “Accà, pigghiassi’ Mi passa un sacchettino di plastica trasparente caldo, in cui una forma di ricotta naviga nel siero da cui è nata “Quant’è?” “Du euri” Lo guardo sconcertato. Con due euro ti compri solo la fame. Pago e con gentilezza porto la ricotta in casa. La metto in un angolo della cucina coprendola con una tovaglia a quadrettoni bianchi e rossi. Gliela sistemo intorno con attenzione, come si fa con un neonato. Mangiamo. Il primo è un piatto di pasta con il pomodoro fresco dell’orto. Poi porto in tavola la ricotta. L’osserviamo con devozione sentendo il profumo di latte e il suo tepore. Ha un colore bianco-dorato ctipico della ricotta di pecora. Si taglia con un sospiro perché ha la consistenza di una nuvola e in bocca si scioglie lentamente. Nessuno parla. Il gusto cremoso e intenso, stordisce il pensare, l’immaginare, il paragonare. Non è ricotta, è il vento che semina gli arbusti sui monti, l’acqua di marzo che li trasforma in fiori, il passo lento delle pecore che seguono il suono del campanaccio sotto il sole della primavera e le nuvole grigie madri della pioggia che si inseguono nell’azzurro intenso del cielo. È un piacere soffice, come il grembo di una bambina, impalpabile come la schiuma del mare, fiabesco come un sogno al mattino. La ricotta fresca muta e si rinnova se la mangi con il caffè macinato, con il cioccolato, nei cannoli, nel ripieno dolce delle fraviole, con il miele o sulla pasta in bianco. Da sola, quando è fresca è una solista perfetta, da ammirare e gustare. È un bacio al senso di latte: soffice, caldo, gustoso, intenso. Come il latte è innocente, umile, semplice, pura. Un poema in un verso e con mille rime. Evoca le colline scoscese, i boschi infiniti, i ruscelli gioiosi, bianchissime nuvole in azzurrissimi cieli. Per questo ormai, l’evento del mattino, è ormai l’arrivo di Stefano e della sua scassatissima e polverosa punto, un prezioso forziere colmo di calde, tenere ricotte.
The awkward and defective horn of an old Punto attracts me towards the low wall that runs alongside the country road on which the house borders. I look over the wall and see Stefano in his old place, the shepherd who lives with his flock and family higher up the mountain “Do you want ricotta?” “Cettu” “Un chilu or menzu chilu?” “Menzu” “Accà, pigghiassi” He hands me a hot transparent plastic bag, in which a wheel of ricotta floats in the whey from which it was born "How much it is?" “Two euros” I look at him bewildered. With two euros you can only buy hunger. I pay and kindly bring the ricotta home. I put it in a corner of the kitchen, covering it with a red and white checkered tablecloth. I arrange it around him carefully, as one would do with a newborn. Let's eat. The first course is pasta with fresh tomatoes from the garden. Then I bring the ricotta to the table. We observe it with devotion, smelling the scent of milk and its warmth. It has a white-golden color typical of sheep's ricotta. It is cut with a sigh because it has the consistency of a cloud and slowly melts in the mouth. Nobody talks. The creamy and intense taste stuns thinking, imagining, comparing. It's not ricotta, it's the wind that sows the shrubs on the mountains, the March water that transforms them into flowers, the slow pace of the sheep that follow the sound of the cowbell under the spring sun and the gray clouds that give birth to the rain that they chase in the intense blue of the sky. It is a soft pleasure, like a child's womb, impalpable like sea foam, fairy-tale like a dream in the morning. Fresh ricotta changes and is renewed if you eat it with ground coffee, with chocolate, in cannoli, in the sweet filling of ravioles, with honey or on plain pasta. Alone, when it is fresh it is a perfect soloist, to be admired and enjoyed. It's a kiss with the feeling of milk: soft, warm, tasty, intense. Like milk she is innocent, humble, simple, pure. A poem in one verse and with a thousand rhymes. It evokes the steep hills, the endless woods, the joyful streams, very white clouds in very blue skies. For this reason, the morning event is now the arrival of Stefano and his battered and dusty car, a precious treasure chest full of warm, tender ricotta.
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ninfettin · 6 months
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ci siamo convertiti a satana e padre ha comprato la macchinetta Lavazza con le capsule dopo una vita di caffè macinato al momento
però dopo un giorno di astinenza mi è passato il mal di testa
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aitan · 3 months
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Fabrizio De André - Sidun (Live)
youtube
in questa città
che brucia che brucia
nella sera che scende
e in questa grande luce di fuoco
per la tua piccola morte
'nte sta çittæ
ch'a brûxa ch'a brûxa
inta seia che chin-a
e in stu gran ciaeu de feugu
pe a teu morte piccin-a
"Sidone è la città libanese che ci ha regalato oltre all'uso delle lettere dell'alfabeto anche l'invenzione del vetro. Me la sono immaginata, dopo l'attacco subito dalle truppe del generale Sharon del 1982, come un uomo arabo di mezz'età, sporco, disperato, sicuramente povero, che tiene in braccio il proprio figlio macinato dai cingoli di un carro armato."
Fabrizio De Andrè, in questo video in concerto con il figlio Cristiano.
La canzone, scritta a quattro mani con Mauro Pagani, è stata originariamente pubblicata nel 1984 in "Creuza de mâ".
Il testo è in dialetto genovese, come tutto l'album.
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crazybutsensible · 10 months
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I bar ….quando eravamo bambini erano molto diversi da quelli di oggi.
Quando entravi c’era profumo di bibita, di liquore, di dolce e di caffè macinato.
Sul banco facevano bella mostra gli espositori di caramelle.
A me piacevano quelle al selz un pò frizzanti della Dufour, ma anche le “Rossana” dall’inconfondibile carta rossa trasparente.
L’aranciata o la Coca Cola erano in belle bottiglie di vetro e venivano servite nei loro bicchieri pubblicitari.
La cedrata Tassoni aveva un gusto diverso da tutti e quella bevanda così gialla e frizzante mi piaceva tanto.
Molti clienti giocavano a carte e gustavano un buon amaro digestivo. Era di moda il Cynar o la China Martini.
A tanti prodotti famosi era abbinato il pubblicitario, la cui immagine ritrovavi a volte sui taccuini dove si elencava il conto della spesa, oppure un gonfiabile, un calendario perpetuo, un orologio da appendere alla parete, la carta assorbente per l’inchiostro che si usava a scuola, insomma un pò ovunque!
Ricordo che i bicchieri pubblicitari erano in vetro pesante e mantenevano fresca la bibita ; i Pavesini che, nelle scatole più belle, avevano abbinato il Topo Gigio nella confezione vetrina in plastica trasparente.
Un mondo colorato e affascinante fatto di strani personaggi dalla faccia buffa creati da artisti di fama internazionale come Jacovitti, Bruno Bozzetto, Maria Perego e tanti altri.
Monica Scolari
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thecatcherinthemind · 1 month
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Fuori soffia il vento, il divano è comodo e la copertina tiene caldo, ma tremo lo stesso. Sono distrutta psicologicamente, per fortuna sei venuto qui, altrimenti sarei impazzita. Cerchi di rassicurarmi, tutto andrà bene. Non riesco a guardarti negli occhi mentre mi parli, sto fissando il vuoto per non crollare.
Sto ancora tremando, quindi potrebbe non essere il freddo: chiudo gli occhi.
"Okay, fermati un attimo e valutiamo tutte le opzioni. Qual è la peggiore?". Mi chiedi di guardarti negli occhi, ma la pudicizia trionfa e mi impedisce di farlo; tengo sempre i miei chiusi, ma seguo le tue parole e cerco di non farmi prendere dal panico. Inizi ad elencare diverse soluzioni e nonostante il mio cervello si stia spegnendo le seguo tutte. Sta comunque funzionando. Mi prendi una mano, intrecci le dita con le mie e inizi a stringerla ad intermittenza, come a dare piccoli segnali della tua presenza, ma non costanti. Anche questo sta funzionando perché il tremore pian piano passa. "Sono rimasta incastrata, non posso più uscirne" dico, vanificando i minuti in cui mi hai fornito più soluzioni di chiunque altro. Non ti arrabbi con me, come farebbero tutti, ma sbuffi in maniera divertita. Il mio respiro si fa più affannoso ma allo stesso tempo sento le palpebre calare e vedo tutto sfocato: ci siamo, penso, sto collassando. Ricominci ad elencare di nuovo le soluzioni come un cameriere che ripete per l'ennesima volta il menù dei dolci. Le palpebre calano di più e mi sento cadere in un sonno improvviso. Non ti arrabbi nemmeno qui, quando ti sto praticamente dormendo davanti mentre cerchi risposte a problemi solo miei, ma accompagni il mio corpo contro lo schienale del divano; io inizio ad abbozzare due o tre "Scusami" e tu sussurri "Shhhh". L'ultima volta che un uomo mi ha zittita così, gli ho tolto il saluto. Con te è diverso: non stai zittendo me ma il mio cervello. Mi giro verso di te, ti guardo negli occhi e ci sorridiamo. "Secondo me l'opzione tre è la migliore" dici, "quale sarebbe?" ti chiedo. Sorridi e chiudi gli occhi, poi appoggi la testa sulla mia spalla. Ti arrendi al fatto che io del tuo discorso non stia capendo nulla e smetti di ripetere le cose ad un muro. Appoggio la testa contro la tua. Rimaniamo così per interi minuti, finché tu non giri leggermente il viso e ti avvicini al mio orecchio, poi sussurri "Domani ne parliamo, va bene?". Io annuisco, sempre ad occhi chiusi, mentre sento sul mio collo il tuo respiro, che si fa sempre più rilassato. Sei esausto. Hai lavorato anche tu, in più ti sei macinato chilometri per venire da me e sentirmi lamentare di cose più grandi di me e di te, cercando comunque di fornirmi soluzioni che io nemmeno sono riuscita a captare per la stanchezza psicologica. Mi sento in colpa; avresti potuto passare la serata con chiunque altro, ma sei venuto qui sapendo che ero psicologicamente a terra, mentre ora sei sul mio divano a cercare di fare un miracolo, ovvero impedirmi di passare la nottata a distruggermi. Il senso di colpa aumenta e sto per dirti che sei libero, puoi andare via quando vuoi e non ti obbligo a rimanere qui per me, ma tu mi anticipi e mi chiedi a bassa voce: "Posso rimanere qui per sempre?". Io sento il cuore battere all'impazzata, mi sto risvegliando da un sonno ben più profondo di quello in cui stavo crollando. "No" ti rispondo per smorzare la tensione "tua mamma mi sgrida e dice che non ti faccio tornare a casa".
Inizi a ridere e mi ricordi che tu hai dei genitori normali, che vedendo il figlio felice lo incoraggiano a continuare a vedermi: mi sembra fantascienza. I miei mi avrebbero già detto che hai una cattiva influenza su di me perché mi costringi a pensare e riflettere con la mia testa, uscendo dagli schemi che mi vogliono imporre loro. In realtà lo hanno già fatto, ma non te lo dico, mi tengo per me l'ennesima pugnalata che mi hanno inflitto.
Sei talmente disponibile che mi sento una merda, al punto che ora la mia paura è che torni in auto stanco e ti ritrovi ad abbracciare qualche albero. Lo sai già, riesci ad anticipare anche questo pensiero e mi dici "e non preoccuparti per me, torno a casa quando stai meglio, tanto ho bevuto caffè e non mi stampo da nessuna parte". Con te sono superflue anche le parole, sai già tutto. Mi accarezzi il viso e torni con la testa sulla mia spalla. "Non preoccuparti" mi dici continuando ad accarezzarmi "si risolve tutto". "E se non succede?" "Allora puoi prendertela con me; mi tiri un pugno così forte che imparo a non darti false speranze". Improvvisamente mi sento tranquilla, come se effettivamente non ci fosse niente di cui preoccuparsi. Allento la tensione sulle spalle e reclino la testa per dormire. Mi prendi di nuovo la mano ed appoggi la testa indietro anche tu; il tuo respiro diventa sempre più rilassato e profondo, sino a che ti addormenti sul divano. Penso di aver dormito per un po' anche io, perché ho perso la concezione del tempo. Al nostro risveglio, ti ricordo che devi tornare a casa e che aspetto un tuo messaggio per sicurezza. "No, tu ora dormi. Non aspettare messaggi". Non capisco se il senso sia che ora non torni a casa ma vai altrove, quindi non insisto. Ti ringrazio e ti chiedo ancora scusa. Mi abbracci forte, uno di quegli abbracci che non ricevevo da oltre un anno perché chi me li dava così non fa più parte della mia vita. Mi hai fatto sentire al sicuro anche mentre te ne stavi andando via, cosa molto complicata. Non ti sarò mai grata abbastanza.
Dici di non volere che io aspetti il tuo messaggio sveglia, quindi mi dici direttamente che non me lo manderai: "Così almeno vai a dormire ora anziché tra 40 minuti". Tornato a casa però il messaggio me lo hai scritto.
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giardinoweb · 9 months
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Il Ciauscolo Marchigiano
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Storia, Tradizione e Gusto Unico Nel cuore delle affascinanti terre marchigiane, un salume tradizionale ha resistito al passare del tempo, portando con sé una storia ricca di tradizione e autenticità. Il Ciauscolo, oggi protetto dall'Indicazione Geografica Protetta (IGP), rappresenta un patrimonio gastronomico legato alle esigenze pragmatiche dei contadini e all'arte di utilizzare ogni parte del maiale. In questo articolo, esploreremo la storia e le caratteristiche di questo salume unico e scopriremo come gustarlo al meglio. L'Origine del Ciauscolo Il nome "Ciauscolo" deriva da "cibusculum," che significa "piccolo pasto" o "spuntino". Era una sorta di barretta energetica ante litteram, creata per sostenere i lavoratori nei campi tra un pasto e l'altro. Questo salume tradizionale è originario dell'entroterra marchigiano, Ascoli Piceno, Fermo, Ancona e Macerata, e nei Monti Sibillini. La sua storia è intrisa di pragmatismo contadino e ingegnosità culinaria. Caratteristiche del Ciauscolo Il Ciauscolo si distingue per la sua morbidezza unica, che lo rende spalmabile, ideale per il pane. Secondo il disciplinare IGP, può variare in peso dai 400 g fino ai 2,5 kg, con un diametro compreso tra i 4,5 e i 10 cm e una lunghezza tra i 15 e i 45 cm. Le razze di suini pesanti italiane che possono essere utilizzate per la sua preparazione sono specifiche, così come la percentuale massima di grasso ammessa. Tuttavia, alcuni piccoli produttori preferiscono seguire la tradizione utilizzando razze locali più piccole, ottenendo così un prodotto più grasso e fedele alla sua storia. Ingredienti e Produzione Il segreto del Ciauscolo risiede nella sua ricetta tradizionale. Si prepara con una percentuale significativa di grasso, solitamente attorno al 40%, che conferisce la sua consistenza cremosa e spalmabile. Viene macinato due o tre volte per ottenere una consistenza fine e omogenea, utilizzando carne di spalla di maiale, rifilature di coscia, lardo e pancetta. Il tutto viene sapientemente insaporito con sale, pepe nero macinato, aglio pestato e vino, prima di essere insaccato in budello naturale. La breve stagionatura (da 15 giorni a 2-3 mesi) mantiene la sua morbidezza e spalmabilità sul pane, mentre la macinatura fine garantisce un livello di umidità costante durante la stagionatura. Il risultato è un gusto sapido, leggermente speziato, mai acido e tendenzialmente dolce. L'Arte dell'Abbinamento Per apprezzare appieno il Ciauscolo, è importante saperlo abbinare. Data la sua origine geografica, un Rosso Piceno DOC o una Lacrima di Morro d'Alba sono scelte eccellenti. Se preferiti i vini bianchi, un Verdicchio di Jesi o di Matelica sarà un compagno ideale. Tuttavia, vale la pena di sperimentare un accostamento insolito con la Vernaccia di Serrapetrona secca, un vino spumante rosso che offre un profumo vinoso unico e un gusto piacevolmente amarognolo. Conservazione e Consumo Una volta acquistato, il Ciauscolo deve essere conservato con cura per mantenere la sua spalmabilità. Dopo l'apertura, riponetelo nella parte bassa del frigorifero avvolto in un panno di cotone pulito. Prima di gustarlo, riportalo a temperatura ambiente. Il Ciauscolo è ideale da gustare da solo, spalmato su pane leggermente tostato, come uno spuntino semplice e gustoso. Ma è anche un ingrediente versatile che può arricchire una salsa per la pasta, un ragù, un risotto o diventare l'elemento distintivo di crocchette, frittate e torte salate. Il Ciauscolo marchigiano è molto più di un semplice salume; è un pezzo di storia culinaria che continua a deliziare i palati con la sua morbidezza, spalmabilità e sapore unico. Questo tesoro gastronomico, protetto dall'IGP, rappresenta un connubio di tradizione e innovazione culinaria che vale la pena di scoprire e apprezzare. La prossima volta che vi troverete nelle affascinanti terre marchigiane, assicuratevi di assaporare questo prelibato dono culinario e scoprire il suo affascinante mondo di gusto. Read the full article
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L'instabile colore dell'indifferenza, macinato assieme all'orgogliosa incapacità di realizzare e costruire affetti, è veramente disarmante. Ma anche buffo però.
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ilpianistasultetto · 2 years
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Quando le incontri nel quartiere sembrano tutte persone "a modo". Eleganti, ben curate, scarpe e vestiti di qualita', mai un capello fuori posto, smalti e rossetti, gemelli e cravatte, tacchi a spillo e borsette di grandi marchi. Quelle persone che viste cosi, tanti invidiano pure pensando sia gente con "zero problemi". Sotto le finestre del mio ufficio nel cuore cittadino c'e' un incrocio tra due vie centralissime. Sara' la posizione, sara' il marciapiede largo, sara' che l'angolo sembra un po' fuori dal grande viavai di gente, da sempre e' uno spazio per quelli che io chiamo " i telefonatori", quasi sempre persone che prima ho definito "a modo" . Apparecchio ben piantato sull'orecchio e qualche chilometro macinato nello stenuante "avanti e indietro" dentro quel raggio di pochi metri, roba da consumare le suole delle scarpe ad ogni telefonata. La parola piu' carina che mi arriva dalla finestra e' "brutta troia" o "brutto stonzo", secondo se parla un uomo o una donna. All'ingrosso, direi un vocabolario da scaricatore di porto. Temi prevalentemente due: "soldi e tradimenti". Minuti su minuti dove la rabbia evapora da quei corpi come l'acqua che evapora da una pentola in ebollizione e invade il mio ufficio. A volte la tentazione di tirare un secchio d'acqua su quelle teste calde e' forte, poi penso a quelle mise tanto eleganti con dentro tutta quella rabbia ridondante, mi dico che l'abito non fa il monaco e torno al mio lavoro.
@ilpianistasultetto
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frociaggine · 1 year
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Ciao!! Scusa per l’ask super strano ma. ti spiacerebbe condividere la tua ricetta del ragù? Ho provato un po’ di ricette ma something always feels off ;A;
SICURO!
Soffritto aglio e cipolla. Io ci metto anche una carota a dadini.
Macinato bovino sbriciolato finchè diventa marrone + sfuma con il tavernello se ti senti chef
Passata di pomodoro, sale, un cucchiaino di zucchero per togliere l'acido.
ACETO BALSAMICO. 1 cucchiaio scarso per una bottiglia di passata da un aroma fantastico. Quella volta che mia zia a pranzo mi ha detto "sembrà ragù di cinghiale" volavo.
Se hai timo e/o foglie d'alloro mettici un rametto o qualche fogliolina. Fuoco bassissimo e fai bollire poco poco un paio d'ore. (Se è domenica mattina io pure 3/4 ngl). Se non hai tempo durante la settimana una puntina di cucchiaio di polvere da brodo insaporisce anche!
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Stamattina mentre preparavo la moka, che come al solito straborda di caffè macinato sporcando tutto, ho avuto modo di riflettere su una cosa.
Ormai mi sono arreso al fatto che ci restano solo i piaceri momentanei,situazioni e società attuali non ci permettono di costruire nulla a lungo termine.
Le relazioni sono molto labili,i modelli che sembrano andare per la maggiore sono quelli dell'evitamento o dell'invischiamento puro e malsano.
Tastino dolente poi della scala sociale macinata e dell'incertezza economica imperante.
Eppure non sembra interessare a nessuno che non ne è coinvolto in prima persona,se ne parla per non risolverlo mai.
Il palliativo è l'edonismo, evidentemente anche il fine ultimo.
#g
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