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#nozze fai da te
roxan-world · 1 month
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Consiglio di leggerla tutta!
Buona vigilia di Ferragosto 🖤
........donna ricorda.... non sei l'eccezione..
la regola dice che
se un uomo non ti chiama,
è perché non vuole chiamarti...
Se ti tratta come se
non gliene fregasse nulla....è xché non gliene
frega nulla!
Se ti tradisce,
è xche non ti ama....
Non esistono uomini spaventati, confusi, disillusi... Non esistono uomini tragicamente segnati
dalle passate esperienze, bisognosi d'aiuto,
bisognosi di tempo....
Gli uomini si dividono
in due categorie
.....Quelli che amano...
E quelli che giocano..ricorda... Chi ama...non ferisce... Non tradisce... Chi ama rispetta.. Non umilia!!
E Tu, Tu Donna...
di mestiere fai l'avvocato,
la commessa, la cameriera, l'insegnante, la casalinga,
la commercialista,
la modella, la ragioniera, l'attrice, la studentessa.... Non la crocerossina...
Non farti usare... Può farcela benissimo da solo..
Perché va bene la parità
dei sessi, le quote rosa,
e l'eguaglianza dei diritti....
Ma i tempi non sono
poi così cambiati.
Alcuni uomini restano pur sempre dei cavernicoli,
sia pure incravattati,
e come tali adorano
il sapore della conquista.... Tieniti lontana dagli uomini sposati e dagli scapoloni...i primi non lasceranno mai la moglie per te...i secondi sono troppo attaccati alla loro libertà e a tutte le galline zitelle che gli stanno dietro....non si rendono conto che i vent'anni sono passati da un pezzo...
E non credere alla storia dell'amica della sorella
di tua cugina,
appena convolata a nozze che lo ha emozionato e ha deciso di accasarsi anche lui... Tutte frottole! Quando arriverà il momento scapperà dalle amiche..
Al bando quelli che ti costringono ad aspettare ore accanto ad un telefono che non suona....
Non hanno perso il tuo numero.
Non si è rotto il cellulare ... avevano campo pieno e non hanno appena scoperto di avere un tumore alla prostata....
Probabilmente sono
al telefono con un'altra.....al diavolo quelli che non declinano i verbi al futuro.... Non sono analfabeti.... Semplicemente non vogliono impegnarsi....
Non consumare le tue belle scarpe nuove
(e neppure quelle vecchie) per correre dietro un uomo che non ti vuole....
Usale, piuttosto,
per prenderlo a calci nel sedere... (simbolico s'intende) come dire un bel viaggio a quel paese con un biglietto di sola andata.... Donna... Impara l'arte dell'essere donna...
Impara l'arte di ottenere dagli uomini quello che desideri, non sbattendo
i piedini, ma facendogli credere che siano stati
loro a decidere.
Impara a scegliere, invece che essere scelta!!....impara ad essere donna...
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scontomio · 2 months
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theblogs2024 · 7 months
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Interamente Colui il quale devi sapersela cavare sull'accettazione di un fotografo proveniente da matrimoni
Ora i quali la patronato è fissa e hai trovato l'umanità dei tuoi sogni, è Adesso nato da trovare qualcuno i quali catturi il giorno per giorno più storico della tua vita nella sua essenza più vera, ovvero un enorme fotografo proveniente da matrimoni! Scovare un fotografo intorno a matrimonio adatto è più eseguibile a dirsi i quali a bucarsi. Principalmente al tempo in cui hai a disposizione una serie tra interessanti opzioni, diventa duro sceglierne isolato una. Fino a tanto che ce da là sarà qualcuno le quali ha un colossale sostantivo nel zona ed conoscenza nei ritratti che spose, ce di là saranno altri il quale hanno poco riconoscimento ciononostante hanno portfolio così impressionanti e un intelligenza nello scagliarsi foto straordinarie. Ora la fetta più complicato è modo decidi chi è quello esemplare Secondo te?
Aiuto, è Durante questo le quali siamo ora! Durante aiutarti a far sapere alla maniera di accettare il miglior fotografo che matrimoni, abbiamo creato una scorta completa all'assunzione proveniente da fotografi di matrimoni. Scorri e approfittane!
1. Il conio di immagine intorno a letto cosa desideri FOTOGRAFIA CANDIDA
La immagine spontanea è più spontanea e a meno che posata.
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Tende a catturare le persone e le emozioni Sopra un occasione abbondantemente più realistico.
Questo tipo tra fotografia richiede più abilità, conoscenza, pianificazione e know-how conoscitore.
A lui scatti spontanei sono difficili attraverso compiere e intorno a conseguenza costano un po’ di più.
FOTOGRAFIA TRADIZIONALE
La descrizione tradizionale è generalmente messa nera Per mezzo di luogo (posey).
Implica cosa il fotografo si assuma l'intero ed impareggiabile incarico.
Tende a catturare gran fetta del connubio, garantendo quale nessun opportunità se no ciascuno venga persa.
Tali scatti costano la minoranza.
2. Il stampo che videografia tra matrimonio che desideri VIDEOGRAFIA CINEMATICA
L’idea alla cardine della videografia cinematografica è piuttosto simile alla immagine spontanea.
Implica più creatività e narrazione nel documentare a lei eventi.
Tende a catturare il matrimonio, il cast delle personaggio (tu e le persone importanti) e le emozioni circostanti Con un video intorno a 20-40 minuti.
Questo tipico che videografia richiede attrezzature specifiche, telecamere, droni e know-how tecnico.
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È un affare costoso.
VIDEOGRAFIA TRADIZIONALE
La videografia tradizionale è una delle forme più antiche che videografia.
Implica la minoranza creatività In aggiunta a documentare qualunque isolato minuto dell'fatto.
Nel circostanza della videografia tradizionale, l'intera compito del unione viene filmata Durante almeno 2-3 ore.
Questo impronta tra videografia richiede una tipica videocamera e alcune attrezzature che caposaldo Secondo riprendere Con espediente continuo
Un televisione tradizionale lido la minoranza.
3. In che modo impostare il budget Secondo la immagine tra matrimonio Conosci il budget totale del tuo matrimonio.
Calcola una guadagno approssimativa del budget pieno quale sei collocato a designare nella fotografia di unione (Nato da ordinario, le coppie spendono il 5-10% del budget generale Verso la descrizione proveniente da nozze)
Fai una caccia elaborata e seleziona certi fotografi le quali ti piacciono (sulla principio della qualità del loro sistemazione)
Sapere i prezzi che mercato (In tua avviso: Durante mass-media, i fotografi fanno liquidare Rs. 15.000 Durante la immagine spontanea, Rs. 18.000 Durante la immagine cinematografica, Rs. 9.000 per la immagine tradizionale, Rs. 10.800 per la videografia tradizionale, Rs. 18.000 In il pre-matrimonio, Rs. 10.800 In il letto Album al giorno per giorno) Elenco: i prezzi e la qualità del collocamento possono variare per fotografo a fotografo.
Una Torsione il quale conosci i prezzi nato da emporio, avrai un’idea chiara Limitazione rientrano nel budget stabilito o Dubbio egli superano.
Nel caso Con cui i prezzi rientrino ovvero si avvicinino al budget impostato, puoi giudicare il budget originale in che modo budget finale.
Eppure, Condizione i prezzi intorno a emporio superano il budget le quali hai impostato, puoi rivalutare il budget se no scendere a compromessi e destinarne l'importo estremo ai tuoi servizi preferiti.
Controlla ulteriori informazioni. qui: fotografo matrimonio Brescia
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enkeynetwork · 2 years
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3boxnews · 2 years
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via NotizieFresche.INFO
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harusphotos · 6 months
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Come creare bomboniere nozze fai da te - Family Events Group
Segui la Family Events Group
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passiondiyblog · 9 years
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Coni portariso fai da te https://www.passiondiy.com/coni-portariso-fai-da-te/ Coni portariso per un #matrimonio fai da te!
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designmiss · 7 years
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Mollette sposi come segnaposto per il matrimonio https://www.design-miss.com/mollette-sposi-segnaposto-matrimonio/ Una molletta degli sposi per festeggiare un matrimonio originale ed unico. Il progetto è semplice, simpatico ed economico, ed è dedicato a coloro che intendono personalizzare più che mai le proprie nozze, realizzando di proprio pugno bomboniere e/o segnaposti.  Da una molletta, due colori e qualche piccolo elemento decorativo nascono due elegantissimi sposi, pronti ad accompagnare i […]
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der-papero · 4 years
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Andiamo a rubare con Papero - Lezione 2 (parte 2) - Come diventare anonimi
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Riassunto della puntata precedente.
Abbiamo lasciato il nostro Lapo di nuovo in galera. Vediamo cosa sta combinando.
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Mannaggiaquellagrandezoccola, ma come hanno fatto a cantarmi di nuovo? Stavolta l’Infamone non può essere stato, non ha visto a chi ho mandato il messaggio ... Joe sta sempre in Comecazzoveparistan e non gliene frega niente ... e chi pu�� essere stato? ... quei grandissimi cornuti di Mamma Santissima!!! 😭😭😭😭 Sono stati loro! Erano gli unici a conoscere chi trasmetteva il messaggio a chi! Sti’ infami maledetti!
Passa un altro anno, finalmente Lapo ritorna a casa. Ormai è disperato, sta valutando di passare a robe più legali, tipo gli impacchi di ortica al cervello. Quando ormai ogni speranza sembra persa, e Lapo ha realizzato che è impossibile trasmettere un messaggio e restare anonimi, si presenta a casa sua il cuggino Gaetano Unaltraballa, presunto tuttologo di computer.
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Cuggino: uaaa Lapo, ma è normale che ti beccano sempre! Devi usare Tor!
Lapo: EEEEEHHH?
Cuggino: siiii, onion routing, overlay networks, SOCKS proxies, trasmissione a cipolla!
Lapo: Gaeta’, non sto capendo un cazzo, ma quali cazzo di cipolle, non ti ci mettere pure te, ho già una fedina penale che sembra una lista nozze ...
Cuggino: tu fai come ti dico io, vedrai che stavolta andrà tutto liscio.
Lapo: SEI SICURO? Non è che finisco di nuovo a farmi la doccia spalle al muro?
Cuggino: dovesse morire la zia se dico bugie!
Lapo viene quindi a conoscenza che, nel mondo, esistono dei volontari che mettono a disposizione i propri casolari, con i relativi postini infamoni, per fare da “passaparola” per i messaggi, in modo tale che il mittente e il destinatario sia sempre diverso, e far perdere le tracce di chi scrive a chi.
Viene inoltre a conoscenza che esiste un elenco di questi volontari, reperibile pubblicamente.
Contatta quindi 3 volontari, Er Breccola, Er Tenaglia e Er Zagaja, quest’ultimo si offre volontario per recapitare il messaggio a Joe. Ognuno di questi invia a Lapo un proprio lucchetto con tanto di chiave, e il proprio indirizzo del casolare (= gli indirizzi IP di ognuno di loro).
Pronto a giocarsi il tutto per tutto, seguendo le istruzioni di Gaetano, Lapo prepara il seguente messaggio:
A: Joe - Via Unatirata, 22 - Comecazzoveparistan
Da: Er Zagaja - Via Parlatasciolta, 33 - Chiaccherate
Caro Joe,
dire che mi sono rotto il cazzo è dire poco. Il mondo è una merda, non puoi fidarti di nessuno, mi sei rimasto solo te, mio fedele pusher. Sono entrato ed uscito di galera più volte io che i secondini. Senti, mi serve della bamba, pasticche, hashish, pepe di caienna, della farina, della polvere per i pidocchi, fai te, non mi interessa, mandami qualcosa, quello che ti pare, basta che mi tolga l’ansia, ormai ho paura pure a piegarmi per rifare il letto. A piacere tuo.
A presto, se non mi incul ... ehm ... beccano di nuovo, Lapo.
Chiude il messaggio con il lucchetto de Er Zagaja, e ne scrive un altro:
A: Er Zagaja - Via Parlatasciolta, 33 - Chiaccherate
Da: Er Tenaglia - Via Leruà Merlen, 6 - Cinisello Incatenato
[MESSAGGIO ZAGAJA => JOE - LUCCHETTO ZAGAJA]
Chiude il messaggio con il lucchetto de Er Tenaglia, e ne scrive un altro:
A: Er Tenaglia - Via Leruà Merlen, 6 - Cinisello Incatenato
Da: Er Breccola - Piazza Nantecchia, 1 - Duedue
[MESSAGGIO TENAGLIA => ZAGAJA - LUC. TENAGLIA]
Chiude il messaggio con il lucchetto di Er Breccola, e ne scrive un ultimo, chiedendosi se valesse la pena fare tutto sto’ casino per 2 gr. di bamba del cazzo:
A: Er Breccola - Piazza Nantecchia, 1 - Duedue
Da: Lapo - Via Garibaldi, 1000 - Rispettabilandia
[MESSAGGIO BRECCOLA => TENAGLIA - LUC. BRECCOLA]
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Ormai con uno scazzo che non avete idea, si affaccia da una finestra a caso del suo casolare ed escama “Senti, aa n’famone, non c’ho voglia manco di prenderti per il culo, tiè, piglia sto’ messaggio e lavora”.
L’Infamone Soffia, che se si fosse fatto i cazzi suoi fin dall’inizio non avrei speso queste due sere a farvi due palle così, recapita il messaggio a Er Breccola, chiedendosi se Lapo si sia rincoglionito del tutto. Ovviamente non può leggere il contenuto, non ha la chiave.
Er Breccola raccoglie il messaggio, e con la sua chiave apre il lucchetto, e scopre che c’è un altro messaggio destinato a Er Tenaglia. Chiama il suo Infamone, e glielo consegna. Il secondo Infamone, che esce la sera al bar con Infamone Soffia, si chiede se il mondo ormai sia andato a puttane, e si siano tutti rimbambiti. Il secondo Infamone consegna il messaggio a Er Tenaglia.
Idem con patate a casa de Er Tenaglia. Riceve il messaggio, apre con la sua chiave, e scopre che c’è un messaggio per Er Zagaja. Chiama il suo Infamone, e glielo consegna. Il terzo Infamone inizia a sospettare che qui bamba ci cova, ma nulla può.
(adesso capite perchè si chiama routing a cipolla)
Er Zagaja riceve il messaggio, lo apre e scopre il vero contenuto. Sa che deve recapitarlo a Joe, tramite il suo infamone, e così fa. Non sa chi è il vero mittente, ma legge cosa c’è scritto.
Joe è sinceramente dispiaciuto di sapere tutte le disavventure di Lapo, ma saranno pure cazzi suoi, o no? Lui ha un business da mandare avanti. Gli fa un pacchetto con un misto di timo e segatura di faggio, e lo ridà a Er Zagaja, il quale lo lucchetta con la sua chiave e lo dà a Er Tenaglia, il quale lo lucchetta con la sua chiave e lo dà a Er Breccola, il quale lo lucchetta con la sua chiave e lo dà a Lapo. Il nostro rispettabilissimo Eroe, avendo tutte e tre le chiavi dei lucchetti, apre i pacchi come se fossero delle matrioske e finalmente ha la sua bam ...
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ma vaffanculo pure tu, Joe, mi mandi timo e segatura!
Vabbè, colpa di Lapo, gli aveva lasciato carta bianca.
Ora, a parte il troiaio e il tempo che ci è voluto per fare tutto sto’ cinema, beh, sembra funzionare! Nessuno sa niente dell’altro, è geniale!
Lapo finalmente è felice, stavolta per davvero. Lapo è furbo e ha la cazzimma, ogni volta sceglie intermediari diversi e corrieri “finali” diversi. I vari Infamoni, e pure un po’ Joe, non ci capiscono più un cazzo di chi sta mandando cosa, ma non fa niente, la roba va e viene, il “circuito” funziona.
Questo fino a quando un brutto giorno arriva, e ...
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morganamcguire · 3 years
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Capitolo Primo - Non è facile essere una Stark
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Sembra tutto più facile quando sei la figlia di un genio che ha salvato il mondo, ed è questo quello che pensano tutti.
La verità?
La verità è ben diversa, perché in realtà è tutto molto più difficile quando sei la figlia di un uomo irraggiungibile ma non per la sua intelligenza... no, io non parlo di quella, io parlo della forza del suo cuore, della grandezza delle sue azioni e del peso enorme del suo sacrificio.
Quando sei figlia di un uomo così, ogni cosa che fai è più difficile perché sai che non sarai mai in grado di eguagliarlo e lui è l'unica cosa che ti manca di più al mondo e con la quale sai saresti più forte, migliore forse. Ma l'unica cosa che so per certo è sono la figlia di un uomo che ha ribaltato il suo destino e la sua esistenza e dunque il minimo che io possa, anzi no, che io possa accettare da me stessa è di tentare ogni giorno di essere la mia miglior versione e se un giorno dovessi rendermi conto di valere un grammo dell'uomo che era mio Padre, allora... allora potrò dire di aver fatto il mio lavoro.
Ma nel mondo in cui vivo io, in un mondo che vive grazie agli Stark, per tutto quello che vi ho appena detto non vi è spazio, in questo mondo posso solo essere l'erede dell'impero che mio nonno e mio padre insieme a mia madre, hanno costruito e che gli Avengers hanno protetto e salvato e in questo mondo credetemi, non c'è spazio per le riflessioni a cuore aperto, puoi solo agire, agire con decisione e senza la minima esitazione, come se tu fossi quel Dio che credevano di aver perso quel giorno in cui Thanos è tornato per distruggerci una seconda volta.
Quindi dunque eccomi qui, su quella poltrona logora cimelio di famiglia sopravvissuto alla guerra con una vista mozzafiato su Malibù da far invidia... ed è da qui che inizia la mia storia, almeno quella che voglio raccontarvi, perché ormai dovreste saperlo, noi Stark non amiamo molto parlare di quello che sentiamo dentro.
"Signorina Stark, sta bene?"
La segretaria le posò una mano sulla spalla, Morgan fissava quei fogli da firmare da troppo tempo, con un colpetto di tosse annuì, certo che stava bene, lei stava sempre bene, eppure quella firma... riaprire dopo tutto quel tempo la sezione bellica delle industrie chiuse da suo padre più di trent'anni prima... era davvero la cosa giusta?
"Certo che lo è, stupida idiota. La gente ha bisogno di sicurezza, noi siamo la sicurezza."
Morgan si ritrovò a borbottare a bassa voce mentre prendeva la penna sulla scrivania, lasciando perplessa la segretaria, che si chinò su di lei.
"Signorina Stark?"
Morgan firmò i fogli velocemente, scarabocchi svolazzanti appena leggibili e li rifilò alla biondina.
"Sto bene, sto bene come sempre... dica a mia madre che pranzo con lei e a al signor Parker che vedrò i suoi progetti nel pomeriggio e che mi deve una rivincita a poker e per favore, invii per me tutte le lettere di ringraziamento che ho già firmato questa mattina, per la nomina... non è bene far attendere per queste cose, questa gente si aspetta sempre tante attenzioni e anche subito."
"Gli impegni di domani?"
"Confermi l'ospedale, la visita al sindaco a NY e l'inaugurazione della biblioteca Mrs Potts, mia madre ci tiene, tutto il resto... incarichi lei qualche membro del nostro consiglio di presenziare e dia loro degli extra e si occupi dei loro spostamenti e ovviamente... - sorrise alzandosi dalla poltrona – li ringrazi profondamente da parte mia e dica loro di portare i miei saluti e ringraziamenti per qualunque cosa abbiano deciso di invitarci o dedicarci o in cui siamo stati coinvolti."
La segretaria scrisse tutto velocemente sul taccuino senza alzare mai gli occhi dal foglio mentre Morgan si dirigeva alla finestra.
"Serv..."
"Il mio caffè, da portare in laboratorio non appena pronto, prenda lei le mie chiamate e mi interrompa solo se è urgente."
La segretaria non fiatò, cercò di avvicinarsi per porgerle il camice ma con un gesto della mano Morgan la fermò, poteva fare da sola e da sola digitò il codice d'ingresso dando cenno alla donna di andarsene senza salutarla realmente, la porta si chiuse ermeticamente dietro di sé e il silenzio insieme alla vista sulla città e sul mare furono le uniche cose ad attorniarla.
Grata per quell'improvviso silenzio si avvicinò al banco di lavoro, aveva trovato dei campioni che suo padre aveva tenuto da parte, campioni di tessuto e dna degli avengers e da quelli era partita creando la novità che gli Stark avevano introdotto in questa nuova era: dei sieri capaci di guarire dalle malattie più gravi e curare i traumi più severi, salvando così parecchie vite che altrimenti sarebbero andate perse. Morgan aveva regalato così la possibilità a molti genitori di veder crescere i propri figli e ai figli di non essere orfani come lo era stata lei. Ora stava lavorando sui tessuti di Wanda Maximoff, Scarlett Witch, voleva comprendere come la pietra della Mente aveva operato su di lei, risvegliandone i poteri e rendendola la strega che negli anni era diventata.      Per lei era questo il futuro, cercare di capire come un umano potesse essere potenziato a partire dalle sue stesse cellule, suo padre aveva creato un'armatura, lei voleva che l'uomo del domani non avesse bisogno di nessuna armatura se non il suo stesso corpo.                                                      
Per questo aveva un dottorato in biochimica e uno in ingegneria genetica e due lauree in medicina e se quello studio fosse andato in porto forse, avrebbe potuto aprire la strada ad un terzo dottorato o chissà fare altro, quel che realmente contava è che i progressi in campo medico per le cure e le strumentazioni da una decina d'anni portavano il nome degli Stark e il suo.
E allora perché riaprire il mercato della morte dopo tutta la speranza e la vita?
"Perché gli avengers non ci sono più, non ci sono più eroi per un mondo in cui ognuno si è adagiato sugli allori senza rendersi conto che non sono allori ma cadaveri e il sangue di chi è venuto prima di noi." Ripeté a se stessa con un sospiro, quasi che sentirlo ad alta voce potesse in qualche modo alleggerire la sua coscienza.                                                                                                            
E la lista era lunga, l'Hydra, poi tutti i nemici di suo padre, gli alieni, quel maledetto di Thanos... ognuno di loro aveva tentato di togliere la serenità a questa gente, la sua gente e ora quella stessa gente preparava una guerra, l'ennesima, tra Nazioni.                                                                          Ci sarebbe stata una terza guerra mondiale? Lei sarebbe stata lo Stark della nuova bomba atomica?Non lo sapeva, sapeva soltanto che non poteva lasciare il suo paese indifeso, ma allo stesso tempo avrebbe scongiurato ad ogni costo la possibilità di una guerra mondiale, a qualunque costo.
Passarono delle ore, tra provette e formule matematiche poteva anche perderci giorni e sonno senza esser stanca, mai... ma c'era qualcuno le ricordava sempre che era l'ora di fermarsi. Due colpi al vetro, come sempre.                                                                                                                
"James."                                                                                                                James Bucky Barnes entrò grazie al cartellino d'accesso, ne esistevano pochi in giro e tutti per la famiglia o per Happy, la sicurezza prima di tutto.                                                                       
"Il pranzo con tua madre."                                                                                                                                          
"E' già ora?"                                                                                                                                                                        
"Ci aspetta in auto."                                                                                                                                                    
"Ci?"                                                                                                                                                                                    
"Ha invitato anche me e mi ha chiesto di venirti a prendere."                                                            
Morgan lo guardò dritto negli occhi blu, era rimasto uguale... aveva 136 anni ed era rimasto uguale, quel dannato siero dell'Hydra funzionava perfettamente se alimentato a dovere e negli anni, grazie all'ingegneria del Wakanda quel siero era riuscito a mantenere giovane il soldato d'inverno, lei stessa se ne era occupata ed era stato in quell'occasione che si erano incontrati e poi per un gioco del destino, innamorati.Istintivamente strinse la mano in cui portava l'anello di fidanzamento.                                                                                                                                                                
"Non penso voglia farci fretta sulle nozze, sta serena. Penso voglia parlarci del suo futuro."      
"Non ha abbandonato l'idea eh..."                                                                                                                      
"Vuoi biasimarla? E' tutto nelle tue mani adesso, il suo tempo... e poi c'è il ragazzino ragno, Mor... suvvia, siete voi le Stark Industries, ora. Dopo tuo padre, dopo tutto lei..."                    
Morgan strinse la mano destra di Bucky, il braccio in vibranio, lui ricambiò la stretta sorridendole.                                                                                                                                                                    
"Hai ragione, come sempre."                                                                                                                                  
Rubò un bacio frettoloso e sfilò via il camice ma non prima di aver salvato, sistemato e spento ogni cosa, il suo lavoro, anzi il suo progetto era solo in pausa.                                                                    
"A cosa stai lavorando?"                                                                                                                                                
"A qualcosa di diverso dal solito, sto studiando Wanda e come la pietra della Mente sia riuscita a darle dei poteri o a risvegliarli, lei è in grado di influenzare le menti, l'Hydra era riuscita a controllare la tua e quella di tanti altri e riportarti indietro non è stato semplice, se Wanda riuscisse a fornirmi una soluzione per aiutare altri come te..."                                                            
Bucky si irrigidì lasciandola passare per prima, lei lo guardò sapeva quanto era complicato affrontare anzi anche solo sentire quella storia.                                                                                                    
"E pensi sarebbe utile?"                                                                                                                                            
"Ogni cosa usata con l'idea di aiutare, proteggere e salvare può essere utile."
La porta si chiuse dietro di loro e quell'ultima frase pur avendola pronunciata lei stessa le risuonò estranea per la prima volta, era sempre stata la sua massima preferita, il motto che aveva guidato la sua vita: un'idea giunta un pomeriggio nell'aula di scienze all'inizio del liceo e che aveva preso voce durante il discorso del diploma tra applausi e gente commossa.  Nonostante fossero passati degli anni, la gente continuava a condividere sui social il video del suo discorso, a scrivere ovunque quella frase a lasciarsi ispirare, e in qualche modo ad alleggerire la coscienza quando qualcosa non iniziava nel migliore dei modi, perché lo sapeva lei e lo sapevano tutti, il fine non sempre giustifica i mezzi, ma quanto meno quella frase, quell'idea permetteva a molti, lei compresa di alzarsi la mattina e potersi guardare allo specchio con serenità.                                                                                                                                                                            
"Hai notizie di Strange?"                                                                                                                                                
La mano di Morgan tentennò appena nel premere il pulsante dell'ascensore per chiamarlo, la sua mano tentennò ma non la sua voce che uscì pulita e sicura.                                                            
"Non recenti, perché?"                                                                                                                                          
"Perché pensavo di andare a trovarlo uno di questi pomeriggi... dopo tutto buona parte dei miei studi sono riusciti grazie a lui."                                                                                                                                  
"E' stato un buon mentore."                                                                                                                                      
"Lo sarà per sempre, James. Avrò sempre bisogno di lui perché..."                                                        
"...non vi è mente che conosca tutto, chi dice di conoscere ogni cosa è solo uno sbruffone che ha già segnato la sua condanna nel ridicolo di una folla che lo deriderà nel giorno in cui penserà di ricevere la gloria che merita. – le sorrise – Bisogna esser umili e aperti ad ogni tipo di conoscenza, solo così si è davvero dei geni."                                                                            
"Impressionante. Ti stai preparando a scrivere la mia biografia sergente Barnes?"                                
"Mi sto preparando a vivere una vita intera con te."                                                                                              
L'ascensore arrivò in quell'istante, la musichetta sancì l'apertura delle porte in cristallo e accompagnò il sospiro di Morgan, che socchiuse gli occhi, lo sguardo di Bucky se lo sentiva addosso. Non era il tipo da rimandare certe cose.                                                                                    
"Quindi hai deciso."                                                                                                                                                              
"Ho smesso di prendere il siero una settimana fa. E prima che tu lo dica, sono già monitorato a dovere dal tuo staff, non serve che mi rivolti come un calzino come ti piace tanto fare."                
"Lo faccio per il tuo bene, Buck."                                                                                                                      
Stizzita premette il codice per far sì che l'ascensore salisse al piano indicato, non lo stava guardando e aveva tenuto volutamente il tono basso, ma questo non lo fermò dall'attrarla a sé e stringerla cingendole la vita con entrambe le braccia.                                                                              
"Stare con te mi fa bene, Mor. Non mi serve altro. Solo..."                                                                        
"Una vita da umano, lo so. Sono anni che me lo dici e sono anni che..."                                            
"Che hai paura."                                                                                                                                                          
"Non dovrei? Non sappiamo come reagirà il tuo corpo alla mancanza del siero, hai centotrentasei anni, non trenta come il tuo aspetto suggerisce, Buck. Che cosa dovrei fare se per disgrazia qualcosa andasse storto e l'invecchiamento delle tue cellule fosse irreversibile?"
"Nulla. Lasceresti alla natura il suo spazio finalmente."
I numeri scorrevano lentamente, forse troppo per i gusti della Stark, che respirò più lentamente.
"Non esiste."
"Sì invece."
Fu quello il momento in cui ne incrociò lo sguardo azzurro, ostinato come il proprio ma mai freddo, erano considerati come due delle persone più distaccate e riservate nel loro ambiente, non aveva preso, l'atteggiamento istrionico di Tony,  aveva ereditato il suo carisma, il suo charme certo, ma i riflettori Morgan Stark li odiava. Per troppi motivi.
L'unica persona con cui non era mai fredda era quel soldato che la stringeva tra le braccia, l'unico ad esser riuscito a buttar giù il muro che s'era costruita negli anni dopo la morte del padre.
"Non succederà oggi, Morgan. E nemmeno domani, tu stessa l'hai detto: ho così tanto siero in corpo che ci vorranno anni per consumarlo tutto... avrò quello che mi è sempre stato negato: una vita normale. E non sono irragionevole, tuo padre e anche Steve hanno desiderato e ottenuto quello che voglio anche io."
"Sono morti, Buck."
"Com'è giusto che accada ad ogni essere umano su questa terra. E prima che tu dica qualunque cosa, vorrei solo ricordarti quello che mi hai detto sulla soglia della capsula d'ibernazione in Wakanda: Possono avertii tolto per anni il controllo della tua mente e averti fatto fare delle cose orribili, ma su una cosa non hanno e non avranno mai potere, sei tu che deciderai il tuo finale perché è nelle tue mani, Sergente Barnes: puoi scegliere il finale oppure puoi scappare in un sonno di ghiaccio eterno e lasciare che loro vincano."
"Non hanno mai vinto, sergente."
"E' vero, ma fino a quel giorno non lo sapevo... ma ora non soltanto lo so, Morgan... posso provarlo. Posso sentire sulla mia stessa pelle che nessun elettroshock è stato così forte da avermi strappato anche l'ultimo frammento d'anima, perché è ancora mia e io sono ancora vivo. Padrone."
"Dannazione..."
Morgan rise, rise appoggiando la fronte contro la sua spalla.
"Vorrei tanto che tu non avessi ragione, sergente. Ma devo riconoscere che ce l'hai e che devo abitarmi all'idea che possa accadere, che possa perderti. Ti ho strappato a quella dannata Capsula e al controllo mentale dell'Hydra affinché giungessi a questo punto e ora che ci sei... - la voce venne meno per qualche secondo, ma nonostante questo sorrise – devo lasciarti fare, perché le cose devono seguire il loro corso, anche quando non ci piacciono."
Bucky non potè fare a meno di sorriderle e baciarla sulla fronte respirandone il suo profumo.
"Ti ho odiata in quei mesi, ti trovavo arrogante come tuo padre e non comprendevo come Steve potesse anche solo essere così legato a voi Stark. Eppure più passavo del tempo con te, più non potevo far a meno di ammirare la tua forza, la tua determinazione, la fierezza con cui portavi le tue ferite e quel cognome, una corona troppo pesante e grande per la tua testolina delicata."
Morgan sorrise accarezzandone lo sguardo, i numeri sul display scorrevano normalmente, adesso e lei respirava di nuovo in maniera regolare.
"Secondo mia madre è questo il fascino di noi Stark: ci facciamo odiare e nell'odio vi insegniamo ad amarci, perché non ti aspetti affatto che una creatura così spregevole in apparenza sia così capace di sentimenti puri e veri. Papà mi raccontava sempre che era il lupo il vero buono in cappuccetto rosso."
Bucky non potè far a meno che strabuzzare gli occhi chiari a quell'affermazione.
"Che razza di favole ti raccontava da piccola, quel matto?"
"Quelle che si raccontano a tutti i bambini, sergente, ma con la verità che nessuno vuole sentire: Cenerentola era una sfaticata che ha avuto bisogno di un dannato ballo per uscire fuori da una situazione orribile, Biancaneve non aveva forza d'animo ed è per questo che ha mangiato la mela e i nani l'hanno salvata, se ne avesse avuto credi che la strega sarebbe riuscita a fregarla? Nossignore. E la bella addormentata nel bosco... buon Dio. Vivi tra pizzi e merletti e ti convinci a toccare un lurido fuso? Ragazza mia, hai stuoli di servitori che lo fanno per te, se sei nata ricca dovresti restare in camera tua a pettinarti le chiome e lasciar ai plebei il lavoro e invece no, tocchiamo il fuso, addormentiamo tutto il reame per cent'anni. La curiosità bisogna dosarla non abusarne."
"E della sirenetta non ha mai detto nulla?"
"No."
Bucky rise. "Perché?"
"Perché a parer suo, rischiava di rendermi indisciplinata e lui si sentiva troppo Sebastian per fare la parte di Tritone. In realtà penso temesse un po' la figura di Eric."
"Del principe?"
"Le porta via la figlia quell'umano. L'amore per lui la porta lontana da Atlantica e Ariel era la figlia prediletta. La più amata e la più attesa. Non dev'esser stato facile per Tritone."
"Non lo è mai per nessun genitore."
"Potrebbe non esserlo nemmeno per te un giorno."
"Oh non capiterà."
"E perché?"
"Perché gli incidenti capitano e forse mia figlia sarà solo fortunata a non finirci mai di mezzo."
Non diede il tempo a Morgan di replicare la precedette con una risata fuori dall'ascensore tenendola per la mano, istintivamente portò la mano al ventre, forse stava davvero rischiando troppo.
Il pranzo in compagnia di Pepper fu come al solito piacevole e leggero, verso la metà li raggiunse Peter trafelato e pieno di progetti da visionare nel pomeriggio, si ostinava ad averli ancora cartacei per poterli passare poi sul suo server personale, c'era gente alle Stark industries che non era proprio felice della politica di Mr Parker, ma nessuno osava mettere in discussione le decisioni sue o di Morgan, le industrie Stark vivevano grazie a loro due e sempre grazie a loro due molta gente aveva un lavoro e l'America poteva dormire sogni tranquilli.
"Mi hanno detto che hai firmato."
Morgan posò il bicchiere d'acqua tonica, Pepper l'osservò a lungo e in silenzio, non aveva commentato circa la scelta di non prendere il solito vino ma quel silenzio strappò alla vedova Stark una lunga occhiata silenziosa.
"Sì Peter, era la cosa più giusta da fare. Ma è solo una misura cautelativa."
"Non c'è nulla di cautelativo in delle armi, sorellina."
Morgan non potè fare a meno di sorridergli, non riusciva a fare diversamente quando la chiamava in quel modo, dopo la morte di Tony avevano legato, diventando inseparabili, in lui, lei aveva trovato quel che le mancava del padre e lui in lei, aveva trovato  una seconda famiglia, quella che non aveva mai avuto e che Tony Stark era riuscito a dargli negli anni.
"Meglio essere temuti che amati... è troppo chiedere entrambe le cose, fratellone? Io dico di no. Nessuno userà le nostre armi in maniera impropria, il tuo... come devo chiamarlo? Zio..? E' a capo di tutto e nulla sfugge all'occhio del nostro Happy... non è vero mamma?"
"No è vero tesoro, però rifletterci ancora un po' credo sarebbe stato saggio."
"Saggio... dobbiamo erigere una nuova stele commemorativa come quella per le torri gemelle per dire poi che sarebbe stato più saggio cautelarci prima? Devo lasciare che l'America pianga i suoi figli affinché la mia coscienza si senta saggia, Mamma?"
"Oh via non siamo ancora a quel livello, Maguna."
Maguna.
Le labbra di Morgan ebbero un fremito, per un secondo la vista s'offuscò e lei aveva di nuovo cinque anni e si nascondeva dentro la sua tenda con il casco della Mark88 blu, l'armatura di Pepper durante lo scontro finale con Thanos. Rivide il volto di suo padre, rilassato e il sorriso divertito mentre fingeva di avere paura delle sue minacce.
Raccolse il bicchiere d'acqua tonica e ne bevve un sorso annuendo con calma.
"Hai ragione, ma basta un soffio per esserci e non c'è più nessun Iron Man a sacrificarsi per salvare il culo di tutti. – posò il tovagliolo sul tavolo e si alzò. - Non più ormai. Per questo ho firmato: perché nessuno debba sacrificarsi più, non ci sarà più una bambina orfana e una vedova stoica a guidare un colosso mondiale mentre sua figlia cresce e ne prende le redini affinché tutto non finisca. E quando dico che non ci sarà nessun uso improprio di quelle fottute armi, mammina... puoi giurarci che sarà così. Nessuno si trastulla con i miei giocattoli senza il mio permesso, sono io la Stark ora."
Mentre parlava le teneva gli occhi azzurri incollati addosso, famelici e predatori, l'aveva ereditato dal Padre e nemmeno lo sapeva.
"In questo momento lo sei più che mai, in effetti. Hai il suo sguardo."
"Oh. Dovrei commuovermi, Mamma? Sentirmi orgogliosa? O che ne so metterti una mano sulla spalla e con gli occhi umidi dirti che sì manca anche a me ogni giorno? - e prima che Peter o Bucky potessero solo pensare di trattenerla indietreggiò abbandonando la seduta – Cos'è che vuoi da me?"
Pepper per la prima volta vide sua figlia sotto una luce diversa, rendendosi conto di non conoscerla davvero o per lo meno di non conoscere ogni sua sfumatura come credeva e anche in questo era così simile a Tony: una creatura del tutto imprevedibile capace di tirar fuori qualcosa di realmente impensabile.
"No tesoro, non ho mai voluto questo né da te né da tuo padre. Ma ho l'ardire di sperare che cosi come tu sia una Stark ti ricordi d'esser anche una Miss Potts."
Le due donne si guardarono in silenzio, ma fu Morgan a chinare il capo in segno d'assenso.
"Ho un impegno, sarà meglio che vada... ti riaccompagnano Peter e James. Prometto d'esser di ritorno per dopo cena al massimo, niente lavoro a casa ma dovremmo giocare a Risiko sta sera, è da troppo che non lo facciamo."
Non attese oltre, non li lasciò replicare richiamando l'auto con due tocchi sul proprio orologio da polso, i nuovi giocattoli degli Stark.
Baciò sua madre e Peter sulla guancia e Bucky sulle labbra, osservandolo negli occhi per un momento in più e poi si allontanò, abbandonando il ristorante per saltare sull'auto verso la sua nuova destinazione
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E la regola dice che se un uomo non ti chiama, è perché non vuole chiamarti. Se ti tratta come se non gliene fregasse un cazzo, è perché non gliene frega un cazzo. Se ti tradisce, è perché non gli piaci abbastanza".   Non esistono uomini spaventati, confusi, disillusi. Non esistono uomini tragicamente segnati dalle passate esperienze, bisognosi d'aiuto, bisognosi di tempo. Gli uomini si dividono in due categorie soltanto: Quelli che ti vogliono. E Quelli che non ti vogliono. Tutto il resto è una scusa.   E Tu, Tu Donna, di mestiere fai l'avvocato, la commessa, la cameriera, l'insegnante, la casalinga, la commercialista, la modella, la ragioniera, l'attrice, la studentessa. Non la crocerossina.   Quindi.   Aspetta che sia lui a chiederti di uscire. Perché va bene la parità dei sessi, le quote rosa, e l'eguaglianza dei diritti. Ma i tempi non sono poi così cambiati. Gli uomini restano pur sempre dei cavernicoli, sia pure incravattati, e come tali adorano il sapore della conquista.   Tieniti lontana dagli uomini sposati. Non lasceranno la moglie per te. Meno che mai lasceranno i figli per te. E non credere alla storia dell'amica della sorella di tua cugina, appena convolata a nozze con quello divorziato. Tu non sei l'eccezione. Tu sei la regola.   Al bando quelli che ti costringono ad aspettare ore accanto ad un telefono che non suona. Non hanno perso il tuo numero. Non hanno investito un cane. Non hanno appena scoperto di avere un tumore alla prostata. Probabilmente sono al telefono con un'altra. Oppure sono gay.  Fanculo quelli che non declinano i verbi al futuro. Non sono analfabeti. Semplicemente non vogliono impegnarsi. Perché non gli piaci abbastanza. Li riconosci facilmente. Girano con un cartello appeso al collo, e la scritta: "Ci stiamo frequentando". Quando la senti, scappa.   Non consumare le tue belle scarpe nuove (e neppure quelle vecchie) per correre dietro un uomo che non ti vuole. Usale, piuttosto, per prenderlo a calci in culo. Impara l'arte dell'essere donna. Impara l'arte di ottenere dagli uomini quello che desideri, non sbattendo i piedini, ma facendogli credere che siano stati loro a decidere.   Impara a scegliere, invece che essere scelta.
(Tratto da "LA VERITA' E' CHE NON GLI PIACI ABBASTANZA)
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ilquadernodelgiallo · 3 years
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Entro in enormi stanze vuote, vedo il paziente in lontananza nel suo letto, attraverso metri cubi di niente, gonfiati di follia, dove infiniti mondi coesistono, e, dopo prolungato viaggio nel silenzio, giungo nell’isola della disperazione, mentre il padrone ha già svegliato i cani e sguainato il coltello. Quando arrivo sono stanco e indifeso. Non so più cosa dire, né cosa fare. Mi conviene indietreggiare verso terra sicura, abbandonando questa scialuppa nel mare infinito. _______________ Se non hai mai provato il dolore psichiatrico, non dire che non esiste. Ringrazia il Signore e taci. _______________ Filippo, non trovi le parole per spiegarmi cosa ti succede e mi guardi con rabbia, attesa e rincrescimento, io, non trovo le parole per spiegarmi cosa ti succede, e non trovo le parole per tranquillizzarti. Filippo, sinceramente, tu sei qui, io sono qui, stiamo andando benissimo. _______________ Psichiatria è urla e pianto muto. Una volta nei reparti i pazienti urlavano di continuo, per anni. Ora urlano il primo giorno, il secondo un poco, il terzo tacciono. I farmaci – siano benedetti – hanno calato il silenzio sul mondo. _______________ io guardo l’abisso con gli occhi degli altri. _______________ Per diventare psichiatri basta avere un genitore, un nonno, un po’ matto, anche un pochino, e volergli abbastanza bene. I matti sono nostri fratelli. La differenza tra noi e loro è un tiro di dadi riuscito bene - l'ultimo dopo un milione di uguali - _______________ Penso che vada bene per te, Gina. Tu taci. Più silenziosa della lampada che sfrigola e del termosifone che singhiozza. Mi chiedo se vieni qui da tre mesi solo per il sorriso che hai intravisto la prima volta, quando sei entrata come una lenta folata d’aria, e hai alzato lo sguardo su di me. Non vuoi nulla di più di quel sorriso, Gina? Lo farai bastare per sempre? D’altronde anch’io sono qui solo per il sorriso che ho intravisto, la prima volta, quando sei entrata come una lenta folata d’aria, e hai alzato lo sguardo su di me. Cosa ci siamo detti in quell’istante, cosa ci siamo promessi, che ora ci accontentiamo del silenzio? _______________ I primi anni pensavo che la Vespa si guidasse con le braccia, poi ho imparato, come tutti, che la Vespa si guida col culo. Semplicemente si spinge di lato la sella, in orizzontale, e la Vespa segue istantaneamente il movimento. I primi anni pensavo anche che la vita si guidasse con la testa. _______________ Il mugugno ha i suoi canoni, è musica popolare. È un blues laico, che parla della fatica dell’uomo ma non cerca nessuna salvezza. È un blues interessato, perché dice: le cose mi vanno male, non posso darti nulla. È un blues bugiardo: quando un genovese si lamenta di qualcosa vuol dire che ha già in tasca la risposta. Lamentarsi è un modo frugale di cantar vittoria. Se un genovese sta veramente male, non si lamenta, tace. Il lamento del depresso è una battuta unica, ripetuta, greve. Dice: tu non c’entri, ma in qualche modo è colpa tua. Il mugugno è liberatorio: siamo uniti contro qualcuno, siamo sulla stessa barca. La musicalità è diversa, si riconosce alla prima sillaba. _______________ Ti hanno vista in una chiesa deserta, la mattina presto, su una panca a guardare in giro. Allora ti chiedo, Lucrezia: tu credi in Dio? Mi guardi sgomenta. Ogni crocifisso per te sanguina davvero, se guardi san Sebastiano senti le frecce entrare nella carne, non puoi pregare perché lo sguardo di Dio è reale e ti atterrisce. Io vorrei dirti: Lucrezia, prima guarisci e poi credi. Ma a te, che non guarisci mai, non resta che tentare di credere, tra il bisogno e la paura. Facile credere per i sani, che non credono a nulla. _______________ Luciano, per essere più forte del dolore, più forte della paura, più forte del rancore, ti sei fatto vento. _______________ Ieri ho sentito un corrispondente di guerra dire che noi europei viviamo in una bomboniera inconsapevoli dei drammi del mondo. Io conosco persone che passano la notte sotto i bombardamenti in vico Untoria, persone che la mattina scendono in trincea in via Venti Settembre, persone chiuse in prigioni senza alcun diritto in salita del Carmine, persone smarrite nel deserto a duecento metri dalla stazione Principe. _______________ Grave è la terra e grave è il tuo corpo, Giuseppina. Non scendi mai dal letto. Dal matrimonio di Piero non apri l’armadio dove dormono nel buio le scarpe buone. Per farti infilare le ciabatte ci vuole mezz’ora, un’altra mezz’ora per farti alzare, poi trascini i piedi, passo passo, e ci metti mezz’ora a circumnavigare il letto. Stai attaccata a quel letto come un naufrago all’isola in mezzo al mare. Davanti al letto sta l’armadio grande. Nella stanza ci sei tu, il letto e l’armadio grande. Nell’armadio dorme l’abito da sposa di tua madre col cappello del rinfresco e il vestito verde, viaggio di nozze sul lago di Como. Nell’armadio dorme la divisa da ferroviere di tuo padre, capostazione a Levanto. Dormono le foto in bianco e nero dei nonni contadini appoggiati alla vigna e le facce da fame dei genitori ai tempi di guerra. Dormono le foto della tua cresima al Lagaccio, cocktail al Righi, un compagno di scuola fa le boccacce. Dorme il tuo diploma di Magistrali e la firma della tua prima supplenza: alla D’Annunzio, parlavi di Pascoli, ricordi? La classe rumoreggiava, volavano aeroplanini, meglio sfuocare. Dorme il bustino con le stecche che un ortopedico maligno voleva farti indossare. Dorme una finta lettera d’amore che ti sei scritta da sola, e quella vera che hai scritto a Piero e non hai mai imbucato. Dorme la bomboniera del matrimonio di Piero, che ha avuto tre figli dalla Giusi. Dalla tua pancia sono usciti dieci figli immaginari che il Serenase non riesce a far rientrare. Sei stanca di queste gravidanze, senza padri, festa e battesimi. Giuseppina, dormi di fronte alla tua vita chiusa nell’armadio. _______________ Essere trascinati fuori dall’isola, alla luce, dopo vent’anni, non è cosa da poco, è un’esperienza terrificante, come essere spellati vivi. Ma c’è qualcosa che alla fine è più forte del terrore: la curiosità. In Reparto 77, finalmente in mezzo ad altre persone, per quanto strane, i Robinson Crusoe, dopo pochi giorni – senza farsene accorgere – spiano, osservano, scrutano, ascoltano. Non lo ammetteranno mai, continueranno ad accusarci di avergli rovinato la vita ma, appena ci allontaniamo, si divertono. Poi un giorno li troviamo a chiacchierare tranquillamente con un altro paziente. Dopo vent’anni. Noi facciamo finta di nulla, e anche loro. _______________ I pavimenti di marmo, i mobili antichi, il pianoforte: la tua mente vacilla ma il mondo intorno a te non si sbriciola, misteriosamente permane a sguardo alto. Pudicizia, pulizia, contegno, rispettabilità. Il decoro borghese, insgretolabile, è la tua salvezza, Lia. _______________ La sala d’attesa è un mondo, ed è già clinica: c’è molto da imparare. Lì l’aggressivo è aggressivo, l’ansioso è ansioso, quella è la realtà: la visita è una rappresentazione. _______________ Odi le donne, forse da giovane qualcuna ti ha respinto, e ora che hai l’eroina migliore della città e loro fanno la fila per soddisfare le tue voglie puoi ben goderti la vendetta. Perché almeno non ti lavi un po’? Più fai schifo, più loro si umiliano e più tu godi. _______________ Ma questa è la cosa bella del nostro mestiere: si passa dalla tauromachia a distendere la mano perché una farfalla in volo vi si posi leggera. _______________ Sulla soglia i miei occhi, senza che io volessi, ti hanno chiesto: chi sei? I tuoi, senza che tu volessi, hanno indicato la pioggia ai vetri. Ci siamo poi presentati l’un l’altra con parole di circostanza. Non servivano. Eravamo già complici, io e la tua tristezza. _______________ Andrea, stai nudo e immobile, senza difesa, alla gogna del lavoro, alla gogna degli altri, per portare alla famiglia i soldi del mangiare. Dov’è finito il tuo amor proprio? e il pudore, la tenerezza e il pianto? Giace in laghi sotterranei, di cui nessuno conosce la strada, in cui talvolta tu, badando di esser solo, scendi piano la sera a bagnarti con movimenti lenti e silenziosi. Non cercherò di conoscere i tuoi sentieri segreti, non cercherò di vedere come rinasce il rapporto con te stesso, ma quanto vorrei conoscere la fonte del sacro da cui sgorga l’acqua che spandendosi fa sacro il bosco e la montagna e il cielo, e ciascuno di noi. _______________ Filippo, tu hai bisogno di confini più che di ossigeno, perché l’identità è un confine. E così io, che sono anarchico per natura, sono costretto a costruire pareti. Prima dentro di te, come stanze in una casa. Poi tra te e fuori di te. E che siano muri spessi, belli alti. La libertà di abbattere i muri, la cerchiamo dopo. _______________ Anna, a colazione apri il frigo e urli: non c’è il latte! Io poi vado in ospedale e non riesco a capire le persone che si vogliono ammazzare, tanto sono turbato dalla tua rabbia perché non sono passato dal lattaio. _______________ Chiara, tu ti senti sola. È agosto, la vallata è tutta in amore. Non serve a nulla chiudere gli occhi, turarti il naso, tapparti le orecchie. Abbagliante è l’estate. Non sai dove andare. La voglia di vita del mondo ti uccide. _______________ A ogni delusione della vita ti ritiri nel tuo giardino segreto, costruito in anni di pena e di attenzioni. Brutta è la vita, mille rose ha il tuo giardino: c’è un frutteto seminato l’anno che ti ha lasciata tuo marito, c’è un orto di aromatiche coltivato la primavera che hai perso il lavoro e c’è un limoneto piantato quando tua sorella è partita, fuori stagione, è venuto bene lo stesso. Del tuo giardino segreto non hai mai detto parola a nessuno. Neanche a me. Ma è lí che vai quando non mi ascolti. Sono sicuro: ne sento il profumo. Come mi piacerebbe entrare e vedere, Chiara. E infatti mi avvicino, ma tu mi tieni fuori dal cancello, mi tiri i sassi. _______________ So tutto di te, Chiara. Ma non so che biscotti mangi la mattina e come ti lavi i denti, non so come russi la notte e come ti muovi nel letto, non so come ti puzza l’alito e come stropicci i piedi, non so cosa dici quando fai l’amore e come morsichi la lingua, non so come cammini sotto la pioggia, come accarezzi i gatti, non so che sguardo hai quando ti fermi davanti alle vetrine. Chiara, di te so solo cose senza importanza. _______________ Svegliami, prima di partire. Non farmi destare dal rumore della porta che si chiude alle tue spalle. Dal rumore dei tuoi passi mentre scendi le scale e dal colpo del portone che si chiude per strada. _______________ Resta una scarpa sul davanzale, una cicca ai piedi della ringhiera, un paio di occhiali sul terrazzino. _______________ Forse non è stato agire, ma cessare di resistere. _______________ Chi è triste esce poco di casa, e spende meno di chi è allegro. L’ideale per la società dei consumi è tutti allegri e nessuno triste. La tristezza è uno stato mentale eversivo. _______________ Temi che le medicine si impossessino della tua mente e per questo le rifiuti. Sbagli, Livia: è la depressione che si impossessa della mente, le medicine restituiscono la chiave al proprietario. _______________ Torno dal Pronto con una ragazza legata alla barella, Giulia la vede, le vengono gli occhi lucidi e protesta: la contenzione è un atto violento, toglie la libertà, va abolita e basta. Giulia, hai ragione. Ma la violenza e la libertà sono tematiche psicologiche, non psichiatriche. Il paziente psichiatrico in acuto non concepisce il significato di violenza e libertà. Per lui è più rilevante la tematica esistere o non esistere. Talvolta ha bisogno di essere contenuto per ricomporsi nella sua unità, percepirsi, vivere. _______________ Se mi chiedete un’immagine simbolica della Psichiatria d’urgenza è proprio il contenere, il riunire frammenti spezzati tra loro, mettere insieme mente e corpo, riunificare la persona, come un gesso rinsalda le ossa. Far di pezzi, uno. _______________ Io ho passato la vita a convincere migliaia di persone del fatto che erano malate ed era meglio che si curassero. Altri colleghi hanno passato la vita a convincere incliti pubblici teatrali del fatto che le malattie mentali non esistono. Facciamo lo stesso mestiere? _______________ Non bisogna dire che siamo tutti uguali, bisogna conoscere le differenze. _______________ Marcello, anche oggi passiamo davanti a Oncologia, guarda la piccola folla di pazienti: ogni giorno si rinnova. Che occhi, e che sguardi di attesa. Perché qui non ci chiamano quasi mai? Perché il male che noi combattiamo non è il dolore, la paura, la speranza che vacilla. Non è perdere la vita, ma perdere se stessi. Chi piange ha chiaro chi è. Solo chi è cieco e mostra gli occhi spersi vede fermarsi il nostro passo: è lui quello presso cui sediamo. _______________ Il desiderio nulla conta di fronte all’umore, è la banderuola sbattuta dal vento. _______________ La ragione non fa che ammantare di spiegazioni razionali ciò che l’umore ha già deciso. _______________ E dopo tanti anni mi ritrovo ancora qui, alle prese col dolore inutile. Dolore che non insegna, non rigenera, non rinnova. Non dolore di crescita ma di prigione. Non dolore di potatura ma di morte. Dolore che non finisce per guarigione, non finisce per necrosi e amputazione: non finisce mai.
Paolo Milone, L’arte di legare le persone
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rainsinparis · 4 years
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alla mia jisoo,
quando ti ho conosciuta non avrei mai immaginato che ora, otto mesi dopo, sarei stata qui a scriverti questa lettera. e se vuoi saperla tutta, non so neanche dove cominciare, ma so dove voglio finire, voglio finire col dirti che innamorarmi di te è stata la cosa migliore che potessi fare.
prima di arrivare lì, lascia che ti dica come mi sono sentita quando siamo andate a quella mostra e mi hai presa per mano. è stato in quell’istante che ho capito cosa fossi per me, quello che provavo — allora non l’avrei chiamato amore, avrei detto che ero assolutamente cotta di te, però. da quel giorno non ho mai smesso di pensarti. eppure, fino a natale non ho mai pensato che potesse succedere qualcosa tra noi, avevo troppa paura di perderti, e avrei preferito averti nella mia vita come amica, piuttosto che non averti affatto.
sai anche tu com’è stata parigi, tra di noi è stata magica, anche se forse un po’ turbolenta, il nostro tempo insieme è stato tagliato corto. se non fosse successo, pensi che saremmo cadute nel cliché del bacio sotto la torre eiffel? l’avrei adorato, farei una lista di tutti questi cliché romantici, mettendoci una crocetta accanto quando riusciamo a portarli in vita. magari per il nostro viaggio di nozze possiamo fare un salto a parigi? ti devo un bacio.
vorrei poterti fare entrare nella mia testa, farti sentire tutti i pensieri che mi attraversano quando ti vedo — non ce n’è uno che sia negativo, dico davvero. nella mia testa sei perfetta, in tutto e per tutto. dirai che sono pazza, forse stupida, a pensare una cosa del genere, ma che posso dire? è così, e se dopo mesi non è cambiato nulla, allora forse rimarrai così per sempre. ci sono quelle coppie che iniziano a non sopportarsi dopo un po’, ma noi non saremo così, vero? ci innamoreremo ogni giorno di più, anche se adesso sembra impossibile amarti più di quanto non t’ami ora. 
sai cosa penso? penso che le espressioni come “ti amo da impazzire” o “ti amo da morire” non siano granché. e ammetto di averle usate, ma non mi piacciono. mi fai impazzire? sì, ma forse ero già un po’ pazza prima, non dovrei addossarti tutta la colpa. 
e poi, il famoso “ti amo da morire”, morirei per te, ma per farlo dovrei lasciarti sola, e non penso riuscirei a sopportarlo. vorrei che ci fossero altre espressioni, altre parole per esprimere quello che provo. ti amo da vivere, perché per te vivrei all’infinito se volesse dire che posso passarlo con te. è banale? forse un pochino, non lo so nemmeno io, ma abbiamo già stabilito che i cliché non ci dispiacciono.
adesso sto pensando a te, a quando mi hai detto che hai tenuto un diario, che mi farai leggere qualcosa. mi sudano le mani e il mio cuore palpita, cosa avrai scritto? non riesco nemmeno a immaginarlo, ma so che sarò in lacrime dopo le prime righe perché amo il tuo modo di esprimerti, il modo in cui funziona il tuo cervello. forse dovrei farti una lista di cose che amo di te, sarebbe lunghissima — ma riassumibile in una parola sola: te.
non volevo essere scontata e banale, eppure eccomi qui a dire che amo tutto di te, che sei perfetta, come se fossimo la prima coppia al mondo a provare amore. 
va bene, ti faccio una confessione: non ho mai scritto una lettera d’amore. non ne ho mai sentito il bisogno, nessuno ha mai avuto un impatto tale da dovermi far prendere carta e penna per mettere giù tutti i miei sentimenti e riorganizzarli. sei la prima persona che ho amato davvero, l’unica che può mancarmi anche se siamo separate solo per un paio d’ore. 
questa vacanza, questa fuga d’amore, so già che sarà perfetta. ci saremo io e te sempre intrecciate, non voglio mai lasciarti — mi mancheresti anche se fossi a un metro da me, ho bisogno di sentirti, tenerti la mano. mi chiedo quando io sia diventata così, ho così tanto bisogno di te che ora capisco tutti i film romantici, tutte le canzoni che prima consideravo esagerate, quelle che mi facevano sbuffare e dire “sì, come no”. adesso li capisco tutti quando dicono che si darebbero completamente alle loro muse, perché tu sei diventata la mia, e non c’è niente che non darei per te. il mio cuore è tuo, completamente, come lo è la mia anima. ti amo infinitamente.
tua per sempre, ahyoung
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janiedean · 4 years
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Ho appena finito di vedere Blade Runner per la prima volta e mi è piaciuto, soprattutto la scena in cui il replicante uccide il suo creatore e la famosa "ho visto cose che voi uomini..." e questo film è praticamente l'inizio di un certo tipo di estetica nei film sci-fi e è una cosa fighissima, ma overral non mi ha fatto proprio impazzire. Siccome so che tu Sai (e lo dico nel modo più non ironico possibile) mi potresti dire cosa non ho notato ma che invece è interessante nel film?
AAAH DUNQUE (sks il ritardo ieri stavo cotta) io Ho Problemi Pesissimi con blade runner che tipo non smetterò mai di avere MA in ordine (dico la roba che non hai nominato tu nella ask poi magari l’avevi notata ma ecco XD):
le due parti che hai isolato per me sono splendide ma vanno viste nell’ottica della Mia Tematica Preferita Di Questo Dannato Film ovvero: come definisci cosa è umano e cosa non lo è
nel senso, vabbe io mangio distopie fatte bene a colazione e blade runner da un lato mi piace perché ha la distopia realistica-ish nel senso che non mi sembra molto implausibile un mondo dove hai o le città sovrappopolate o il deserto senza vie di mezzo per il riscaldamento globale e dove nelle città sovrappopolate la gente si odia/sta fondamentalmente isolata, e fino lì dici ok bel setting bella estetica ma poi ci butti il conflitto e allora arrivederci;
nel senso, la cosa che mi uccide è che la società del film in questione ti dice che i replicanti non sono umani e non possono vivere in mezzo agli umani e quindi il protagonista sarebbe nel giusto facendoli fuori... non fosse che poi vedi che la cosa è ribaltata e in realtà sono loro che hanno sentimenti/si comportano da esseri umani e non fanno i lupi solitari e vogliono solo cose che noi diamo per scontate, il che rende la tagline della tyrell corp una cosa doppiamente ironica perché usano più umani degli umani per dire che sono così simili che potrebbero esserlo solo che non lo sono, e invece la narrativa ti dice che ovvio che sono più umani degli umani e di ogni singola persona *umana* che compare nel film;
(tra l’altro è un angolo che comunque caschi in piedi reinterpretandolo a seconda di come pigli i film, nel senso che se vedi il director’s cut di br è palese che anche deckard è replicante come rachel quindi la sua umanizzazione arriva man mano che si rende conto di esserlo, ma nel seguito è implicato che fosse umano e hanno smollato quella plotline e PER UNA VOLTA IL SEGUITO HA DIRITTI quindi se scegli quell’interpretazione allora vuol dire che deckard - che era umano - si è umanizzato innamorandosi di una replicante che neanche sapeva di esserlo, quindi il punto è che l’umanizzazione dei personaggi non replicanti se esiste avviene attraverso i personaggi che secondo la società contestuale del film non sarebbero umani che io trovo una cosa geniale ma vbb)
a questo punto si inserisce anche tutto un altro discorso, nel senso, chi può dire cosa ha sentimenti o meno e quanto sei umano o meno dichiaratamente - risposta: nessuno -, che poi si rimette nel filone robot vs umani che vabbè a me ha fatto venire la fissa sto film di base ma personalmente il discorso ‘le macchine programmate da umani possono evadere la programmazione e/o diventare senzienti o provare sentimenti umani’ è una di quelle cose su cui potrei leggere/vedere roba per i prossimi cinque secoli (non ci sto a scrivere l’originale da novembre nooooo), che poi come dire... torniamo al discorso libero arbitrio vs predestinazione vs essere in grado di fare le proprie scelte vs no in realtà non possiamo;
tornando al discorso di sopra, da persona che è grande fan di narrative dove la risposta è ‘sì abbiamo il libero arbitrio no non siamo predestinati si possiamo sempre fare le nostre scelte’ capirai che una narrativa che mi dice che ‘la categoria pensata come subumana che invece ha più dignità/capacità di prendere decisioni dei cosiddetti umani’ per me è tipo un invito a nozze;
che cioè di nuovo come dicevo prima, il fatto che roy (che per me è il personaggio migliore punto senza manco battere ciglio) a) uccida il suo creatore che lo considera solo una creazione riuscita bene e non un essere umano come gli altri che vuole solo campare normalmente in quel modo, b) muoia salvando il tizio che ha cercato di ammazzarlo finora perché non vuole morire da solo/non vuole morire senza che qualcuno si ricordi di lui o sappia perché ha fatto quello che ha fatto visto in questa inquadratura è tipo una cosa che mi devasta perché appunto la narrativa ti sta dicendo che uno che secondo quelli che l’hanno creato neanche doveva porsi il problema è morto facendo quello che voleva/cercando quello che tutti noi vogliamo in quanto spettatori (perché cioè i replicanti alla fine vogliono ricordi, una vita, una famiglia e una vita sentimentale e non fare quello che vogliono gli altri, sai che richieste assurde) e quindi la narrativa vuole che tu spettatore ti identifichi con lui, non con deckard, o almeno non vuole che lo fai fino a quando deckard non se rende conto che il suo lavoro è uno schifo;
tra l’altro gli ammmmericani mo sti film li fanno molto più raramente ma cioè mi garba anche molto il concetto della narrativa che non ti dice da subito che devi sta dal lato del protagonista e che comunque non sta dalla sua parte tutto il tempo fino alla fine, perché il punto è che non devi parteggiare per deckard fino a quando non capisce che cazzo vuole dalla vita e tipo posso apprezzare una narrativa che mi dice che no non devo stare dalla parte del protagonista in virtù del fatto che lo sia (sta cosa è stata ribaltata in maniera geniale nel sequel tbh ma cioè io con br2049 ho altri problemi simili ma n’è quello il punto);
(anzi tra l’altro il char development di deckard che parte che è nammerda e poi migliora ma ci arriva alla fine quando quell’altro gli salva la vita al 100% è una cosa della madonna imvho ma lì è pure il fatto che l’arco ‘tizio che è nammerda che si rende conto che è una parte di un organismo marcio e cerca di smarcarsi’ per me è catnip veramente pesa)
poi vabbe sempre per il discorso di sopra mi piace da morire come deckard vs roy è costruito nel senso che come dire roy non c’ha il character development è solo che ha l’arco dove cerca di scoprire come allungarsi la vita e non ci riesce ma comincia in un modo e finisce uguale e non ha bisogno di farsi l’analisi della moralità ma tu di base vedi questo che più passa il film più fa cose che tu spettatore puoi assolutamente capire/concepire e ti fa l’effetto strano perché secondo il contesto questo dovrebbe essere un criminale da bruciare vivo per avere osato volere una vita, mentre deckard ha il development che parte da ‘faccio un lavoro dimmerda senza preoccuparmi degli strascichi morali e vivo da solo in un palazzo orrendo e neanche ho l’animale da compagnia da sfigato’ e passa per le stesse cose per cui passa roy ie lui ammazza i replicanti/roy ammazza quello che fa gli occhi e tyrell, vedi deckard che si mette con rachel e vedi roy e priss che sono tipo gli innamorati adorbs del secolo fino a quando non si beccano alla fine per la resa dei conti ma fondamentalmente tu vedi che roy ha già tutte le cose umane ™️ che deckard deve rendersi conto di volere eccetto che ha la data di scadenza e deckard no, e il fatto che si risolva con roy che fa la cosa altruista/salva il tizio che gli ha ammazzato gli amici/la fidanzata e sbatte in faccia a deckard tutti i suoi limiti prima di fare la morte più splendida mai concepita e a quel punto deckard fa 2+2 definitivo e si rende conto che la sua umanità (esistente o meno a prescindere da come la interpreti perché pure se è replicante si credeva umano fino all’inizio del film quindi XD) non è un cazzo in confronto a quella di roy mi devasta perché narrativamente è geniale e non è scontato e di nuovo ritorna sul tema di sopra che non puoi decidere tu chi ha diritto alle cose e chi no e non puoi sindacare sull’umanità altrui
poi vabbe ovviamente c’è anche tutto il discorso del PERCHE’ ESISTONO I REPLICANTI CHE MANDIAMO SULLE COLONIE A FARE IL NOSTRO SPORCO LAVORO che se lo metti assieme a quello che diciamo di cui sopra fa anche il suo porco commento politico perché ovviamente te sta a dire che non puoi sbolognare il lavoro sporco a gente che consideri subumana senza pensare che poi ti si ritorce contro
potrei pure fare n’altra ora di discorso su come sto film tra le altre cose è fondamentalmente un noir anni trenta con l’estetica cyberpunk e gli androidi perché di nuovo hai il detective antieroe che alla fine si rende conto di essere nel torto, la femme fatale e tutto, solo che c’è ovviamente la decostruzione fatta da dio perché il detective antieroe del noir tipico di solito è molto come dire apolitico/vuole solo i soldi mentre invece deckard è proprio narrativamente moralmente dal lato sbagliato, la femme fatale è una povera disgraziata che pensava di essere umana fino a quando deckard si presenta a farle il test e vuole solo essere umana pure lei, gli avversari non solo hanno ragione ma gli salvano anche i cosiddetti, e poi solitamente il noir anni trenta finisce col detective che iL MONDO E’ UMAMMERDA MA IO VADO AVANTI E MI FACCIO PAGARE E INTANTO CI HO GUADAGNATO UNA SCOPATA CON UNA CHE PUO’ O PUO’ NON AVERMI TRADITO, qui finisce col detective che fa la cosa giusta e piglia una cazzo di posizione XD e tipo parli con una che si beve noir anni trenta a colazione quindi pure lì era esattamente il tipo di roba che ci muoio sopra;
tldr: sto film fondamentalmente a parte quello che hai detto tu c’ha l’overachieving theme di cosa è umano e cosa non lo è e ti sta a dire che no non è quello che penseresti di primo acchitto, te lo fa vedere visivamente (con la gente che non comunica nella città sovraffollata con la pioggia opprimente che non finisce mai, l’eroe che è un pezzo della macchina marcia del sistema che vive in un buco nei bassifondi mentre quello che si arricchisce vendendo gli androidi è nella piramide dorata ecc), ti dice che il tuo protagonista Ha Torto mentre l’antagonista Ha Ragione e che cosiddette macchine programmate da umani per fare il lavoro sporco nelle colonie possono essere e sono umane come e quanto noi e quindi che non puoi arbitrariamente considerare subumano nessuno (tra l’altro c’è anche il discorso atroce del ‘muoiono dopo quattro anni così non sviluppano sentimenti’ e le intelligenze diverse applicate al tipo di replicante ie roy che è quello categoria A c’aveva il lavoro per cui gli serviva la materia grigia, quella che di base doveva fare il modello piacere ie farsi stuprare ma non per quelli che la toccano è B, quello che fa i lavori di forza è C quindi c’è pure il discorso che questi vengono categorizzati per presunta intelligenza basandosi sul loro uso ma poi quando vedi che hanno una personalità non conta un cazzo grazie retorica antiableist xD) e il protagonista non può avere ragione finché non si rende conto che tutto il suo sistema è lo schifo e non può avere la love story finché non si ribella al sistema, quindi la narrativa va contro a tutto quello che uno supporrebbe da uno schema classico scifi buoni vs cattivi (e dall’americanata media) e ok che ritorna al solito discorso libero arbitrio vs SEI QUELLO CHE TI DICONO CHE SEI A SECONDA DI COME NASCI ma ecco per me è declinato in maniera veramente splendida e per una santa volta so riusciti a fare finire l’arco ammazzando uno senza farla sembrare una morte gratuita 
nel senso, ultima cosa: di solito tutti sti redemption arc ammmericani calvinisti sono ‘ah pg cattivo si redime sacrificandosi perché tanto non c’è vita dopo la redenzione merda era e merda rimane’, ma con roy il punto è che a) la narrativa non gli chiede di redimersi perché gli dà ragione, b) il gesto che fa è assolutamente altruista e lo fa in quanto più umano dell’umano, c) sai benissimo da subito che al 99,9% questo ci lascia le penne perché ti dicono subito che stanno tutti vicini alla data di scadenza, quindi non è una cosa che narrativamente ti cade in testa tipo AH MA NON ME LO ASPETTO perché ovvio lo sappiamo tutti che capita, ma quando capita ci rimani dimmerda perché non deve farti piacere e la narrativa di nuovo ti sta a dire che lui ha avuto la morte dignitosa ma che non se la meritava per volere cose che tutti noi diamo per scontate, ergo in realtà quello che ha il redemption arc è deckard... ma intanto hanno usato la morte del suo foil narrativo in maniera intelligente per farti capire quanto il contesto sia ingiusto XD che di sti tempi è chiedere troppo XD
(posso smadonnare sul sequel per un anno facendo lo stesso discorso btw)
....... ok this was long e prob incoerente spero si capisca XD
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“Quand’è che mi porti con te? Voglio vedere quello che vedi...”  gli aveva chiesto appena dopo le nozze,  nonostante il mal di mare che le torceva le reni lo avrebbe seguito su tutte le rotte, tutte le volte e quando lui tornava dai viaggi di notte,  avvicinando lo scafo e parlando al Libeccio,  lei lo avvistava dalla finestra interrogando la coltre  da cui si vedeva l’arrivo e l’attracco del peschereccio.  Nonostante i trent’anni che parevano un’era lei  lo attendeva ancora alla sera, svaniva l’intera candela,  non sai mai quando torna chi lavora nel mare  quando ti abitui all’assenza rieccolo lì che compare.  Lei rimaneva in attesa del suo sorriso frugale  come se l’acqua ed il sale lo trattenessero in zone lontane  e ogni volta chiedeva:  “e questa volta che fai?” forse era una domanda scema, una cantilena che diceva:  Resti o vai? Che fai? Che fai? Resti? Quando taci a cosa pensi? O vai? Il nostro amore è di silenzi.. resti? Cara mia ma dove guardi? O vai? I marinai tornano tardi..  Decorava la tavola bianca con qualche fiore del posto,  al centro un vaso d’acqua e dentro un ramo di bosso,  apparecchiava sempre per due con il mare di sfondo,  con l’occhio allenato a cogliere tutti i movimenti nel porto;  poi finalmente eccolo apparire, la punta di un monte,  appoggiato coi gomiti alla balaustra del ponte,  la luna riversava sull’acqua piatta una luce rifratta  che scendeva calma carica di polvere d’ovatta.  Sicché lui le raccontava ciò che aveva visto fra le onde:  la costa di rocce che si stende fra Genova e Tolone  o il manto bianco alle falde delle Azzorre,  le baracche di zinco imbiancate di calce nel meridione  Le zagare esplodono ovunque ad Aprile! Ma tu non farti ingannare le parole sanno come tradire,  questo è un mestiere pessimo, qualche scorcio colpisce,  per il resto è solo fatica e una solitudine che annichilisce.  “Prendo in prestito i tuoi occhi allora...” disse lei scortese,  il velo del vento lambiva le vie del paese,  e si portava via le sue speranze di stare insieme  e poi le riportava le speranza di poterlo rivedere fra un mese.  Resti o vai? Che fai? Che fai?  Poco tempo e partiva, lo vedeva sparire all’aurora e  lei seduta sulla poltrona lo immaginava intagliare la bruma  verso porti e moli, a trenta nodi, nuovi Soli  oppure lottare contro muri furiosi di schiuma….  e sarebbe tornato, sarebbe tornato  e sarebbe riuscito a stupirla ancora  come l’ultima volta che tornato a tarda ora  le aveva portato in regalo un vestito da sposa di Cefalonia. “Sempre via suo marito eh?  Beato lui che viaggia…”  dicevano le donne salutandole sulla terrazza  e lei che annuiva pulendo il parapetto di ferro  su cui il vento lasciava sempre un leggero vello di sabbia.  Si era abituato il paese di pochi focolari,  a vederla in attesa , qualche turista chiedeva ai locali: “Cosa fa quella vecchia alla sera con gli occhi sul porto?”  rispondevano: “Aspetta che il  marito torni dal mare...dal mare…  sono dieci anni che è morto…” Resti o vai? Che fai? Che fai? Resti? Quando taci a cosa pensi? O vai? Il nostro amore è di silenzi... resti? Cara mia ma dove guardi? O vai? I marinai tornano tardi.. 
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Pepper: Io non ti sono molto simpatica, vero?
Loki: Non rientri tra le persone a me gradite. Senza offesa.
Pepper: Sei... diretto. Molto diretto. Posso... aggiustare il colletto o rischio di trovare un pugnale conficcato nella mia schiena?
Loki: Sono solito pugnalare al petto, non alla schiena. Fai pure.
Pepper: Voglio che sia chiara una cosa: io e Tony non stiamo più insieme da molto, molto tempo, Loki. Sto per convolare a nozze con il mio attuale compagno, che amo incredibilmente, e non ho alcuna intenzione di intromettermi fra di voi.
Loki: Perché questo discorso, Pepper?
Pepper: Perché sono qui per... offrirti qualcosa. Una sorta di lavoro part time che... ritengo possa essere adatto a te.
Loki: Mi stai offrendo un lavoro? Cosa ti fa pensare che io abbia bisogno di...
Pepper: Vorrei che ti occupassi dell’istruzione di alcuni ragazzi provenienti da situazioni famigliari non propriamente ideali. Sono orfani, vittime di abusi... e tu sei adatto all’incarico. La tua cultura è superiore a quella di chiunque altro e ci sai fare con i bambini. Ti ho visto con Maria.
Loki: Perché io? Perché fidarsi di me?
Pepper: Perché puoi comprenderli. Hai tutto il tempo per pensarci. Ora... ho una cena di gala con Roger, il mio futuro marito. Cerca di— Pensaci, ok?
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