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#presidy
ideeperscrittori · 2 days
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La sinistra dei no si lamenta, ma il nuovo ddl sulla sicurezza pubblica consente ancora di bisbigliare, possibilmente in un sotterraneo isolato acusticamente, un moderato dissenso verso le politiche governative. Almeno credo...
[L'Ideota]
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onionpwder · 9 days
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un-sonas your pony
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scogito · 2 years
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Quando il principio di uguaglianza viene completamente distorto e abortito.
Istituzioni. Presidi. Dirigenti. Professori. Genitori. Alunni.
Con "gli studiosi" in giro che poi dicono che i ragazzi devono fare, imparare, capire... mentre gli "adulti"... non si sa, non si sa ancora quale ruolo hanno, se non quello che fino ad oggi ha portato a tutto questo.
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earnshawww · 11 months
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The circus called they want their cLOWNS BACK
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b0ringasfuck · 2 years
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Pagarne uno per non pagarne 100
La scuola gestita in maniera "manageriale" come azienda
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PRIMA PAGINA La Nazione di Oggi sabato, 24 agosto 2024
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unravelingwires · 10 months
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Presidial
The Chel Manor started out a castle complete with a wall, a moat, and dozens of soldiers. Over time, the soldiers got fired, the wall got broken down, the moat got filled, but the manor still had watchtowers and archers’ windows, just in case.
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simonarinaldi · 1 year
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Carciofo Violetto di Bologna - Presidio Slow Food 2023
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stilouniverse · 2 years
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Galleria foto Forte Stella - Argentario
Forte Stella da Google Hearth Vai alla galleria immagini
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falcemartello · 9 months
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Nel Corano, Sura di Maryam 19, 16-34 sono raccontate l’annunciazione a Maria (Maryam) e la nascita di Gesù (‘Îsâ). Ditelo alle maestre e ai presidi cerebrolesi.
@Pgreco_
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BUON NATALE
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passeracea · 3 months
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Ospedale, interno giorno festivo (domenica) e autocritica pre estiva
Primi caldi e primi problemi con l'aria condizionata, ovviamente in due stanze in cui dobbiamo tenere la porta chiusa ed entrare tutti bardati (come durante il covid, vi ricordate?) perché i pazienti sono isolati, non sto manco a dirvi il perché. Chiamiamo il tecnico reperibile e arriva questo baldo giovine, non bello ma per me bello come il sole, non muscoloso ma con quel fisico definito che tira appena sotto alla maglietta, ed è pure simpatico. Deve entrare nelle stanze isolate e non l'aveva mai fatto, allora gli spieghiamo passo passo come vestirsi coi presidi per entrare, e quando esce lo assistiamo mostrandogli come fare per svestirsi senza contaminarsi. E qui complice il caldo, la stanchezza degli ultimi turni pesanti oltre ogni immaginazione, il sapere che è l'ultimo giorno di lavoro prima delle ferie, la fame perché non ho potuto fare la pausa, la sete perché ho lasciato l'acqua nello spogliatoio...gli faccio una battuta con un doppio senso al limite della molestia sessuale. Abbiamo riso tutti ma poi dopo aver finalmente mangiato, bevuto ed essere andata in bagno sono rientrata in me e mi son sentita malissimo. Imbarazzata. Colpevole. Stupida. Umiliata. Come se fossi una maniaca. Battute coi doppi sensi ne faccio fin troppe, non sono una bacchettona, ma le faccio con gente che conosco. Qui era fuori contesto, ma come cavolo ho fatto? Ci ho ripensato per parecchi giorni, son impazzita? Saranno gli ormoni, forse la premenopausa?  E ho pensato ma come fanno quegli uomini che fanno sempre commenti e battute volgari e fuori luogo alle donne che non conoscono? Che quando ti capita ti senti quasi in imbarazzo per loro. Spero di rivederlo per scusarmi. Tanto appena rientro dalle ferie tornerà il caldo e l'aria condizionata si bloccherà di nuovo, e spero che nel frattempo non mi abbia denunciato
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abr · 9 months
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BARONATO WOKE
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Guardate le facce. Tutt'e due 'ste fottute presidi woke di (ex) prestigiose università americane, dopo aver risposto con sarcasmo all'audizione senatoriale in cui rivendicavano nei fatti l'atteggiamento di aperto favoreggiamento ai gruppi antisemiti nei loro atenei, sono state CACCIATE - in teoria si sono dimesse, in pratica sono state licenziate in tronco dai finanziatori delle università.
ADORO il Libero Mercato quando fa così, ci risparmia il sentiment popolazzaro-cheap della indignaziò.
Si, "insegnano", diciamo così, ancora. Un passo alla volta: mica siam merde ignoranti come loro che vorrebbero i nemici squartati e appesi per i piedi; a noi basta scendessero, stile Ferragnez. Fan tutto da sole.
Segnali di intelligenza importanti lanciati dal complesso, poco unitario e solidale, in costante evoluzione e cambiamento (segno che è vivo) universo Occidentale.
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finestradifronte · 7 months
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instagram
Grazie Lapini sei l'unico rimasto a fare con le tue foto una narrazione realistica di ciò che accade. Il TG3 regionale fascio leghista doc ha dedicato 30 secondi netti al presidio dopo 5 sulla uno bianca e a seguire altri 5 alle attività nelle case di riposo per anziani per finire con un servizio infinito sulla vittoria del Bologna Ha fatto vedere immagini insensate, ha bollato tutto come "scontri " ha ridotto il comunicato ad un bignami , traslando il nome del comitato promotore ha etichettato il presidio come partecipato da fantomatici giovani palestinesi . Certo una picevole sorpresa che Bologna sia abitata da tanti giovani palestinesi! Ricordiamoci che con un'informazione libera la politica si guarderebbe bene di fare quello che fa. Non bastano i presidi bisogna smettere di guardarla questa RAI e pure il resto della tv. Da liceale ho approfondito molto gli studi e letture sull'Olocausto e spesso mi sono chiesta come il mondo potesse essere stato a guardare pur sapendo ora lo so, l'ho capito anche troppo bene. Il popolo palestinese è sulla coscienza di ognuno di noi. Ricordiamocelo domattina quando ci guardiamo allo specchio. Sentiamocela tutta la responsabilità quando dopo le veline di nonna Mara Venier riaccendiamo la TV e paghiamo il canone.
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missviolet1847 · 13 days
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Bambini in guerra che a scuola non tornano | il manifesto
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Una bambina legge nella scuola dell’Unrwa usata come rifugio dai palestinesi - foto Ansa
Il primo giorno. Il primo giorno in classe è il primo giorno del mondo nuovo, il nostro pensiero va a Gaza: buco nero dell’umanità, inizio e fine di ogni principio etico e morale sull’esistere
Pubblicato 21 ore fa
Edizione del 12 settembre 2024
Valeria Parrella
Il primo giorno di scuola è importantissimo, è la notizia, perché la scuola salva la vita, come il servizio sanitario nazionale, né più né meno. E certo tra le istituzioni su cui si incardinano le democrazie ci sono entrambi.
E certo un pronto soccorso ti salva la vita sull’urgenza e la scuola pubblica te la salva sulla lunga percorrenza: sul resto dell’esistenza. E certo per noi sono i pilastri, il fondamento, il motivo per cui siamo sicuri che pagare le tasse non è solo un dovere ma anche un diritto, e questa cosa riesce ancora a essere vera, nonostante da anni i governi che si avvicendano non diano importanza né all’uno né all’altra, smantellandoli nel senso e nelle risorse.
Ma, come meritoriamente Cartabellotta ha lanciato l’appello Salviamo il Servizio sanitario nazionale, così ugualmente dobbiamo fare con la scuola pubblica, salvarla dalla fatiscenza delle strutture, dalla privazione delle risorse, dall’ingaggio truffaldino dei docenti, dalle graduatorie umilianti, dall’emigrazione colpevole, dal reclutamento sine ratione dei docenti di sostegno.
Dobbiamo salvare la nostra scuola dall’indebolimento dell’idea stessa di Scuola, costretta a viversi come un’azienda, con i presidi che si devono chiamare dirigenti. Come se fosse una cosa privata, in cui va meglio chi produce, e di cui però non si sanno valutare i meriti.
E nessuna prova invalsi ha mai provato nulla.
E nessuna corsa alle iscrizioni ha mai provato nulla.
E nessuna graduatoria di «quanti cento alla maturità» ha mai provato nulla.
Da sud a nord la prova di una buona scuola è che ci sono ragazzi che vengono dalle situazioni famigliari più disparate, dalle condizioni economiche e psicofisiche più diverse, e si ritrovano negli stessi banchi, ad ascoltare le stesse parole, a studiare dagli stessi testi, a confrontarsi con le stesse paure, a criticare o amare gli stessi professori.
Entrano insieme ed escono insieme e riescono a dividere tutto. È questa la buona scuola.
Un posto dove sappiamo che i nostri figli sono al sicuro, dove si sentono liberi, dove possono fare domande, ricevere risposte, e anche sconfessarci.
Lì si crea il cittadino, in quel momento lì.
E noi questa cosa la sappiamo, la sappiamo da sempre perché è stato lo strumento con cui si sono emancipate le nostre madri, la sappiamo perché, assieme al voto, è il vero lascito di cui parla Cortellesi nel suo bel film. La sappiamo perché c’è un’ondata di populismo che parte da Trump e arriva a palazzo Chigi in cui si dice il contrario, ci si permettono ignoranze, e grammaticali, e istituzionali, e di contenuti. Si avallano le stesse come se questo garantisse una maggiore aderenza alla realtà. Quando l’unica cosa che garantisce è maggior servaggio. Chi è ignorante può essere condotto, chi studia è libero.
Noi lo sappiamo da sempre, è per questo che mentre ci arrivano nelle chat foto di primi giorni di scuola, di ragazzine con i trolley rosa e giovani genitori alle prese con l’inserimento, il nostro pensiero va a quelle ragazzine a cui è negata l’istruzione, a chi un primo giorno di scuola non ce l’ha perché dei governi oscurantisti vogliono le donne come schiave, e sanno che la prima catena nasce dall’analfabetismo.
Mentre ci arrivano le foto delle nostre bambine che incerte sui passetti vanno a conoscere il mondo il nostro pensiero va a quelle bambine costrette in casa, nei campi, come nei racconti di Carlo Levi: non era molto tempo fa, che una bambina o un asino per portar la gerla erano la stessa cosa, picchiate uguale, asservite uguale, ammogliate senza scelta.
E ma appunto, noi lo guardiamo appena girandoci di 50 anni dietro, ma qui e ora, proprio nello stesso smartphone sul quale ci arrivano le speranze e le emozioni e i saluti delle mamme dei liceali, lì dove ci diciamo «buon primo giorno!» in quello stesso smartphone ci arrivano le immagini senza volto delle stesse bambine, nate qualche meridiano più in là.
Proprio perché sappiamo che il primo giorno di scuola è il primo giorno del mondo nuovo, il nostro pensiero va a Gaza, buco nero dell’umanità, inizio e fine di ogni principio etico e morale sull’esistere. Abominio sotto gli occhi di tutti, luogo perduto- vicino, lontano- dove si scavano a mani nude corpi di altri bambini che la scuola l’avrebbero amata come l’amiamo noi.
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superfuji · 1 month
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Nella hit parade degli avvelenatori della scuola pubblica ha troneggiato la cosiddetta “buona scuola” di Renzi, all’epoca segretario nazionale del PD, madre di tutte le miscele più corrosive: la managerializzazione dei presidi, gettati sul mercato alla ricerca di sponsor privati, utenti e docenti da scegliersi in autonomia negli albi territoriali, in ufficiale deroga ai finanziamenti statali, alle graduatorie pubbliche, a paradigmi di trasparenza e di controllo; lo school bonus e le detrazioni per la famiglie che avessero optato per le paritarie; la premiazione con un bonus di qualche centinaio di euro dei docenti ritenuti da un dirigente scolastico migliori. Insomma la logica degli incentivi, discrezionali, una tantum, ha preso il posto di diritti uguali per tutti. Faceva capolino la divisione dei lavoratori della scuola, all’uguaglianza nella legge e davanti alla legge subentrava l’arbitrio, alla cogestione la competizione. Soprattutto la “pessima scuola” di Renzi introduceva la cosiddetta alternanza scuola-lavoro, vale a dire l’effettuazione di 400 ore di tirocinio negli istituti tecnico-professionali e di 200 ore nei licei, cioè lavoro giovanile gratuito, pur sotto la veste dell’esperienza professionalizzante. Oggi queste ore sottratte alla conoscenza si chiamano con terminologia altisonante PCTO, “percorsi per il conseguimento di competenze trasversali e per lo sviluppo della capacità di orientarsi nella vita personale e nella realtà sociale e culturale”: restano obbligatori, sono condizione per l’ammissione agli esami di Stato, “non possono essere considerati come un’esperienza occasionale di applicazione in contesti esterni dei saperi scolastici, ma costituiscono un aspetto fondamentale del piano di studio”(legge n. 145/2018). Attraverso l’accoglimento della Raccomandazione del Consiglio del Parlamento Europeo (22 maggio 2018), che invitava a riprogettare la didattica a partire dalle competenze trasversali, funzionali a definire un progetto concordato per la soluzione di un problema, coi PCTO viene perseguito l’obiettivo di sviluppare le attività imprenditoriali“così come effettivamente presenti nella realtà, naturalmente con l’apporto fondamentale del territorio (aziende, enti culturali, professioni etc.)”. In questo contesto il disegno di legge Valditara sguazza a suo agio nella melma dei picconatori del sistema formativo pubblico. Aumenta le ore di PCTO, l’apprendistato è anticipato a 15 anni, affida la definizione dei contratti di prestazione d’opera dei giovani studenti ad accordi di partenariato con i soggetti del sistema delle imprese e delle professioni; inserisce i privati (sempre le imprese) nella programmazione dell’offerta formativa, nelle attività di insegnamento e formazione, nonché di “addestramento”in attività laboratoriali; regionalizza il sistema formativo, in ossequio all’autonomia differenziata; riduce di un anno la formazione scolastica; acuisce la natura classista della scuola, che prevede percorsi troppo differenziati per chi proviene da classi povere rispetto a quelli destinati ai ceti più abbienti.
La scuola al servizio dell’impresa
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PRIMA PAGINA La Citta di Oggi giovedì, 22 agosto 2024
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