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#progetti musicali
kon-igi · 2 years
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POST (purtroppo) PIÙ SERIO DI QUELLO CHE INIZIALMENTE SEMBRI
Io sono un otaku di seconda generazione cioè ho coltivato una passione per manga e anime giapponesi negli anni 70-80 e sono stato poi aiutato da Figlia Grande&Moroso a rinnovarla coi prodotti che, a differenza di allora, oggi sono disponibili a valanga.
Sarò coinciso, seguitemi.
Esiste un manga, poi trasposto in anime, che adoro sopra ogni altro per la sua originalità della storia e per la caratterizzazione dei personaggi.
Jojo’s Bizarre Adventure. 
Può darsi abbiate visto qualcosa dell’anime sotto forma di gif o in immagine (appunto) bizzarra ma, in sintesi, è la storia dei membri di una famiglia il cui nome e cognome hanno le sillabe Jo+Jo e che attraverso gli anni scoprono e usano un potere chiamato STAND, una sorta di proiezione della loro personalità che agisce e combatte in modo (ribadisco) bizzarro.
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(Star Platinum, lo Stand di JOtaro kuJO)
Questo anime mi piace così tanto che per diletto io e figlia grande giochiamo a immaginare quale possa essere lo stand di ogni persona che conosciamo, delineandone le caratteristiche e i poteri, e poi ci fermiamo lì perché io faccio schifo a disegnare (il mangaka è il suo moroso ma ha sempre troppi altri progetti per buttarmi giù almeno una bozza).
Naturalmente quelli riusciti meglio sono gli stand della nostra famiglia: il mio si chiama Heart On John e il suo attacco speciale Rocket Man (l’autore del manga usa spesso nomi di gruppi musicali, cantanti o composizioni), quello della mia compagna La regina della Notte e il suo attacco Der Hölle Rache kocht in meinem Herzen, quello di figlia grande, invece, Judge Dread col suo Judgement Day...
Sembra un’idea sciocca ma posso assicurarvi che per come sono stati costruiti ne verrebbe fuori una storia molto godibile.
Se mi conoscete un po’, però, sapete che tutto quello che scrivo e mostro di me è sempre permeato da un aura divertente e ironica perché non c’è mai stata una sola volta in cui i miei problemi si siano risolti dopo un attacco di autocommiserazione... i problemi rimanevano e io avevo in più la voce rauca per i lamenti.
Nella cinematografia horror classica esiste una definizione per la figura della protagonista che sopravvive fino alla conclusione del film, che pur soffrendo terribili sciagure e torture riesce a sconfiggere lo psicopatico di turno.
Ed è questo il nome dello stand di mia figlia piccola
FINAL GIRL
Più la colpisci e la ferisci, più lei diventa cazzuta e quando il tizio con la maschera da hockey o la faccia di pelle sembra avere la meglio, lei si tira su e gli pianta nel culo una motosega.
Non amo la narrazione della guerriera che sconfigge il male che la affligge perché è molto facile che più spesso ci si debba convivere, soprattutto se non si tratta di un problema fisico, ma in questo caso la motosega le è stata data e prima dei titoli di coda state sicuri che la pianterà dove deve.
Dopo 20 giorni di antibiotici sempre più potenti, antidolorifici e cortisone per febbre troppo alta e una gola che si chiudeva sempre di più, l’abbiamo portata semi-incosciente e febbricitante in pronto soccorso, da dove poi è stata trasferita d’urgenza al reparto infettivi.
Potrei divertirvi raccontandovi quello che ha fatto al triage del PS quando le ho suggerito di non minimizzare i sintomi ma anzi di esagerarli un po’ (c’erano decine di persone con taglietti del cazzo e mal di testa vari) ma quello credo meriti un post a parte... corredato del suo audio whatsapp in cui mi urla con voce roca COL CAZZO CHE FACCIO IL TEST DELL’HIV MICA SONO UNA TOSSICA EROINOMANE! e io che le spiego, cercando di non ridere, che lo somministrano di default a chi entra in quel reparto... oppure di quando non voleva consegnare la provetta col campione di feci per la coprocultura all’infermiere figo perché poi magari lo incontrava fuori.
È ancora ricoverata, sta un po’ meglio e molto probabilmente si tratta di cytomegalovirus o mononucleosi con manifestazione severa, però se quello che non ti uccide ti rende più forte, magari adesso anche basta.
Comunque questa è lei, la mia Final Girl
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E a casa stiamo aspettando tutti di vederla ritornare mentre ripulisce la sua motosega dal sangue dello stronzo che ha avuto la pessima idea di intralciarle il cammino.
P.S.
Perdonate la melodrammaticità e il colpo di scena acchiappalike ma in realtà volevo solo sfogarmi e sdrammatizzare un po’... e oramai ben sapete che io ci riesco solo in questo modo :)
<3
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seoul-italybts · 3 months
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[✎ ITA] Weverse Magazine : Recensione : RM Lo Rende Possibile | 03.07.24⠸
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🌟 Weverse Magazine 🗞
RM Lo Rende Possibile
__ Uno sguardo ai diversi MV per Right Place, Wrong Person  __
__ di SEO SEONGDEOK | 03. 07. 2024
Twitter  |  Orig. KOR 
RM ha scritto Right Place, Wrong Person prima di iniziare il servizio militare, e poi l'ha rilasciato in corso d'addestramento. Per questo motivo, ovviamente, non è stato possibile vedere sue apparizioni alla TV o a programmi in diretta, men che meno scoprire i suoi pensieri e processi mentali relativi all'album. Invece, nel corso di un mese, è stata pubblicata tutta una serie di video performance e video musicali—sei in totale— L'album tratteggia il tipo di persona che RM è diventato oggi. Vorace amante della musica, RM ha tratto ispirazione da diversi generi e si è fatto aiutare da molteplici collaboratori al fine di portare alla luce la sua più sincera visione del mondo. Affiancato – in particolare – da San Yawn dei Balming Tiger, la super star dei BTS si è affidata ai propri gusti personali – invece che volgersi a nomi noti della musica – per creare la sua squadra dei sogni, composta da artisti coreani ed internazionali. Il risultato è qualcosa di più unico che raro, anche per quella fetta di idol K-pop che già si occupa in prima persona della propria musica. RM muove un ulteriore passo al di fuori delle aspettative, distanziandosi dal seguire una mera diramazione dei lavori e dello stile dei BTS – per addentrarsi, piuttosto, in un territorio musicale lui poco noto. Quest'album non è un progettino personale qualsiasi, ma un lavoro dalla produzione e le risorse tipiche dei rilasci su scala internazionale. RM ha dunque attinto dalla sua identità coreana – e, più generalmente parlando, asiatica - per esprimere il suo status di outsider agli occhi del mondo occidentale. E tutto questo è stato possibile proprio perché è un artista K-pop, è un membro dei BTS e si tratta di lui, RM. Come sicuramente già menzionato, la libertà espressiva e linguistica di RM non è solo o tanto un punto di forza, quanto una sua caratteristica identitaria.
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Chiaramente i diversi MV preparati per accompagnare l'album non possono che riflettere la personalità del progetto stesso. “Come back to me”, rilasciato come singolo prima dell'uscita dell'album, vede la regia di Lee Sung Jin, già autore della serie Netflix Beef (Lo scontro). L'anno scorso, Lee ha preso parte ad una conferenza che si è tenuta in Corea e ha condiviso come in passato, “Scrivevo preoccupandomi di come poter creare qualcosa che potesse piacere al pubblico americano”. Mentre ora, ha detto “Cerco di esprimere la mia identità, nei miei progetti.” Il cast principale apparso nel MV di “Come back to me” sono tuttə attori/trici coreanə o parte della diaspora coreana. Nonostante l'atmosfera vagamente aliena, le riprese in interno—esperta opera della direttrice artistica Seong-Hie Ryu—sembrano rappresentare un qualche spazio residenziale in Corea. Come si è visto in pellicole quali Parasite e Everything Everywhere All at Once—e, più recentemente, nelle famosissime serie TV The Sympathizer (Il Simpatizzante / HBO) e Shōgun (FX), d'ambientazione rispettivamente vietnamita e giapponese—è ormai assolutamente normale ed accettato seguire e concentrarsi su tali storie senza dover metter mano e trasporre il contesto linguistico e culturale d'origine.
In un'era in cui la musica coreana non è più sconosciuta è dunque forse possibile puntare a qualcosa di più che la semplice ambiguità culturale o un'estetica esotica, quando si tratta di video musicali? Sembrerebbe un quesito ed una possibilità condivisi da moltə dato che, mentre in passato il K-pop non si è quasi mai distanziato dall'iconografia tipicamente coreana – fatta, ad esempio, di uniformi scolastiche -, negli anni più recenti la scena si è sviluppata ed espansa fino ad includere elementi di cultura ed abbigliamento tradizionali — come l'hanbok— ed il folklore coreano. L'approccio adottato da RM, però, non spicca tanto per la sua modernità, quanto per la qualità cinematografica. Il non-detto è sufficiente a suggerire un'ulteriore e più profonda proliferazione di possibilità ancora inesplorate, e la struttura circolare esprime al meglio le tematiche narrate in quest'album, ovvero la dicotomia giusto/sbagliato, la contraddizione in termini del voler essere se stesso nonostante i dubbi identitari, ed il contrasto tra il desiderio di esplorare cose nuove e l'attenersi a ciò che già si conosce.
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Il video musicale di “LOST!” è stato diretto dal regista Aube Perrie. Perrie si è aggiudicato i premi Best New Director e Best Hip Hop/Grime/Rap Video (International) agli UK Music Video Awards 2021 per i MV di “Chemical” di MK e “Thot Shit” di Megan Thee Stallion e, successivamente, è diventato ancor più famoso grazie al contributo dato ai brani “Music For a Sushi Restaurant” e “Satellite” di Harry Styles. I video musicali di Perrie sono noti per il modo in cui sanno spingersi oltre i limiti dell'immaginario in scenari e situazioni ben precisi. Vi troviamo un collage di stili – tra cui, anche la clay animation (plastilina animata) – e set che ricordano miniature o studi televisivi d'epoca, il tutto mixato insieme in un labirinto escheriano di ripetizioni e paradossi temporali.
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I video di “Groin”, “Nuts”, “Domodachi” (feat. Little Simz) e “ㅠㅠ (Credit Roll)” sono usciti in un secondo momento e sono tutti opera della regia di Pennacky. Questo regista è noto e celebrato nella scena indie giapponese come pioniere dello stile rètro anni ’80s/’90s ed è celeberrimo per le sue collaborazioni con vari artistə asiaticə, anche al di fuori della scena giapponese, come il collettivo musicale coreano dei Balming Tiger, la band singaporeana dei Sobs ed il gruppo indonesiano dei Gizpel. Ma dire che opera unicamente entro i limiti della scena indie non è del tutto corretto, vista la sua partecipazione a progetti di artistə giapponesi famosissimi come le ATARASHII GAKKO! ed altrə appartenenti alla scena mainstream occidentale, quali i Phoenix. Lo stile tipico di Pennacky pervade i video diretti per RM. È evidente la predilezione per una certa estetica ed iconografia—la pellicola 16 mm, un approccio semplice e diretto ad effetti particolari ed affascinanti, cui attinge senza nascondere l'evidente sprezzatura—e la tendenza ad enfatizzare il gusto propriamente giapponese che caratterizza i suoi video, qualsiasi sia la nazionalità dell'artista o la scala del progetto cui partecipa – ad esempio la presenza costante di figure quali il personaggio del lavoratore salariato giapponese ed effetti speciali più vicini alla cultura e tradizione nipponica.
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Tra tutte le sue collaborazioni con RM, però, il video che accompagna la penultima traccia dell'album, “ㅠㅠ (Credit Roll)”, è forse il più degno di nota. RM siede di fronte ad una telecamera mentre il filmato viene riprodotto su una vecchia TV squadrata e, nelle sue immediate vicinanze, gente di diversa età ed origini siede a terra, attorno ad un tavolo tradizionale - bapsang, condividendo un pasto a base di pietanze che potrebbero essere coreane, sebbene sia difficile a stabilirsi. Questi personaggi chiacchierano animatamente senza mai voltarsi verso la televisione. Un gruppo di individui non coreani riuniti per consumare un pasto coreano – o anche solo asiatico, mentre RM si esibisce in TV—quale migliore rappresentazione del rispetto che RM si merita, di quanto dovrebbe esser fiero di se stesso, e del mistero che ancora cela ciò che gli riserverà il futuro? “ㅠㅠ (Credit Roll)” non è solamente un'umile traccia conclusiva in cui l'artista ci ringrazia preventivamente per aver ascoltato fino ai titoli di coda. Alcuni artisti si considerano e/o sono consapevoli d'essere piattaforme e mezzi espressivi di per sé. Right Place, Wrong Person presanta tematiche quali il sentirsi un estraneo, l'essere una star globale, l'approccio a percorsi ancora inesplorati e le difficoltà di adattamento—o forse l'inadeguatezza in genere. La vasta gamma di collaboratori di cui si è circondato RM per questo progetto non fa che arricchire la trama di questi brani e video fondamentalmente appartenenti alla sfera idol, espandendone i concetti e contenuti contestuali. E, come già detto, tutto questo è possibile solo perché si tratta di K-pop, si tratta dei BTS e si tratta di RM.
⠸ ita : © Seoul_ItalyBTS ⠸
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carmenvicinanza · 12 days
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Fiona Apple
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Fiona Apple, pianista, compositrice e cantautrice è tra le artiste più interessanti della sua generazione.
Tra i tanti premi e nomination ricevute, spiccano tre Grammy e due MTV Video Music Award.
Nel 2023 la rivista Rolling Stones l’ha inclusa tra le 200 cantanti più brave di tutti i tempi.
Ha composto ballate con liriche drammatiche e intimiste che testimoniano la sua personalità tormentata e i problemi psicologici cominciati dalla violenza sessuale subita a dodici anni da uno sconosciuto, nel garage di casa.
All’anagrafe Fiona Apple McAfee-Maggart, è nata a New York il 13 settembre 1977, dall’unione tra Brandon Maggart e Diane McAfee, entrambi attori che si sono separati quando lei era ancora molto piccola.
A otto anni ha iniziato a suonare il piano e a undici ha scritto la sua prima canzone.
La sua ascesa artistica è iniziata quando, nel 1994, un’amica ha fatto ascoltare una sua cassetta a Kathryn Schenker (che ha prodotto anche Sting e Smashing Pumpkins), per la quale lavorava come babysitter, che le ha subito procurato un contratto con la Sony.
Ha esordito a soli diciotto anni con Tidal del 1996, disco di platino che ha venduto oltre tre milioni di copie solo negli Stati Uniti e con cui ha partecipato al primo festival tutto al femminile della storia, il celebre Lilith Fair. L’album ha riscosso subito un grande successo di pubblico e di critica e le ha portato il primo Grammy Award nella categoria Best New Artist in a Video per il brano Criminal.
Il suo carattere difficile e la resistenza ad accettare le leggi dello star system che la voleva sex-symbol a tutti i costi, mal si adeguavano alle sue ambizioni artistiche. Nel 1997, agli Mtv Video Music Awards, ritirando il Best New Artist Award, ha dichiarato che quel mondo faceva schifo e concluso con la frase della scrittrice Maya Angelou Go with yourself.
Nel 1999 è uscito il suo secondo album When The Pawn Hits The Conflicts He Thinks… che ha venduto oltre un milione di copie ottenendo il disco d’oro e portandole ulteriori candidature ai Grammy. Il disco è entrato nel Guinness dei Primati come album dal titolo più lungo mai entrato nelle classifiche statunitensi, è infatti, una poesia di 90 parole.
Tra i vari progetti collaterali, nel 1998 ha contribuito anche alla realizzazione della colonna sonora del film Pleasantville interpretando Across the Universe dei Beatles.
Il terzo album di inediti, Extraordinary Machine, è uscito nel 2005, portandole il disco d’oro, una candidatura ai Grammy e molte recensioni positive dalla critica. La casa discografica ne aveva bloccato l’uscita ritenendolo poco vendibile, allora venne distribuito in rete, tanto da mobilitare i suoi fans in una raccolta di firme e coniare lo slogan “FreeFiona!
Nel 2006 ha interpretato una cover di Sally’s song inclusa nell’edizione speciale della colonna sonora del film di Tim Burton Nightmare Before Christmas.
Nel 2011 ha partecipato all’album di cover in onore del cantante Buddy Holly, Rave on Buddy Holly, interpretando il famoso brano Everyday.
Nel 2012 ha pubblicato il quarto album, un altro titolo lunghissimo, The Idler Wheel Is Wiser Than the Driver of the Screw and Whipping Cords Will Serve You More Than Ropes Will Ever Do, svettato subito alla terza posizione della classifica statunitense.
Dopo quasi otto anni di parziale assenza dalle scene musicali, nel 2020, ha pubblicato Fetch the Bolt Cutters, interamente registrato a casa sua, che è stato uno degli album maggiormente acclamati nella storia della musica, vincitore del Grammy Award al miglior album di musica alternativa nel 2021.
Fiona Apple ha iniziato come una tenera e languida cantautrice di storie intrise d’angoscia e malinconia, in eterna lotta con il music business, con un carattere difficile e ribelle che l’ha portata a porsi contro chi voleva affibbiarle etichette di bella, sexy e ricca. Oggi è un’artista che non ha dimenticato nulla, che ha imparato a convivere col caos dei suoi sentimenti, pronta ad accusare in pieno ogni nuova ferita. E ad apprezzarne morbosamente le ripercussioni.
Tra uscite di scena, silenzi infiniti e improvvisi ritorni, la sua carriera è un grande gioco di magia che continua a lasciarsi dietro applausi e commozione. Prosegue così come vuole lei, coi suoi tempi e la sua libertà.
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Io che tolgo il follow ai Linkin Park perché hanno deciso di proseguire la loro carriera con una nuova cantante dopo la morte di Chester facendole cantare anche le sue canzoni, cosa che per me è terribilmente irrispettosa e deludente, un colpo dritto al cuore.
Avrei preferito che i componenti della band proseguissero con altri progetti musicali a parte...
Per me i Linkin Park sono morti con Chester, nessuno sarà alla sua altezza, non si può semplicemente rimpiazzare.
Mi manca tanto, ogni volta che lo riascolto cantare, piango....
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diceriadelluntore · 1 year
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Storia Di Musica #269 - Depeche Mode, Violator, 1990
Le scelte musicali delle domeniche di Aprile avranno come filo rosso la presenza di fiori sulle copertine: di questa caratteristica, alcuni capolavori già sono presenti (il primo che cito è American Beauty dei Grateful Dead, che prende il nome dalla Rosa della stessa varietà, America Beauty, disegnata sulla copertina, o anche Layla & Other Assorted Love Songs che nel dipinto di copertina ha una donna con i fiori) ma è sempre interessante cercare nella mia discoteca e non solo altri grandi dischi che hanno in comune questa caratteristica. Il primo di oggi è uno dei dischi simbolo degli ultimi 35 anni, il vertice di un certo modo di fare musica, arrivato al culmine di un percorso umano e professionale che nell’anno in cui uscì questo lavoro poteva benissimo passare per il risultato dell’opera di sopravvissuti. Tutto nasce a Basildon, nell’Essex, inizio 1980. Tre amici di scuola, Vince Clark, Martin Gore e Andrew “Andy” Fletcher fondano un gruppo, Composition Of Sound. Hanno una caratteristica abbastanza comune all’epoca, cioè abbandonano gli strumenti classici (chitarra, basso, batteria) per focalizzarsi sull’uso delle tastiere elettroniche. Durante una serata in un locale, notano un cantante dalla voce calda e ferma, David “Dave” Graham, che canta una appassionata cover di Heroes di David Bowie, e gli chiedono di unirsi al gruppo, siamo nei primi mesi del 1980. Graham accetta, e suggerisce di cambiare nome alla band: prende spunto da una rivista di moda francese dell'epoca, Dépêche mode, che vuol dire Gazzettino o Almanacco della Moda (e non come dicono molti Moda Passeggera, il termine passeggera deriva dal verbo se dépêcher), lo depurano dagli accenti e nascono i Depeche Mode. La prima pubblicazione è del 1980 su una compilation, Some Bizzarre, poi firmano un contratto con la Mute Records di Daniel Miller, che sarà centrale per la musica indipendente inglese dei primi anni ‘80. Primo singolo di discreto successo, Dreaming Of Me, poi altre canzoni famose in New Life, Just Can’t Get Enough e la pubblicazione del primo disco, Speak And Spell, dove la direzione è chiara: sarà un gruppo orientato ai sintetizzatori. A questo punto Vince Clark, che aveva scritto tutte le canzoni sino a qui, si chiama fuori (continuerà a fare musica con Alison Moyet come Yazoo, e fonderà in seguito anche altri progetti musicali). Il timone delle operazioni di scrittura passa a Martin Gore, che piazza subito una hit in See You. Si aggiunge Alan Wilder, e con questa line up sforneranno un disco all’anno. La prima svolta è del 1986, con Black Celebration: le atmosfera si dilatano, meno dance, base ritmica che picchia più forte e la decisione di spostarsi verso il rock elettronico. Proprio quando il techno pop è crollato, e buona parte della critica aspetta che l’ultimo baluardo, cioè loro, cada, piazzano Music For The Masses (1987) con almeno tre canzoni formidabili (Never Let Me Down, Strangelove e Behind The Wheel), che li porta ad un tour mondiale dove riempiono gli stadi di tutto il mondo (immortalato in parte nel live 101, 1989, anche con un documentario abbinato diretto da D.A. Pennebaker). Si prendono del tempo, e coerenti con il loro credo, decidono di inasprire il sound elettronico, creando un disco dalle atmosfere profondissime, cupe, drammaticamente eleganti. Per registrarlo abbinano la solitudine e il silenzio di un piccolo studio nella campagna danese, a Gjerlev, alla vitalità di Milano, e alla sua vita notturna, presso lo studio Logik, che all’epoca stava a Via Mecenate. Ne viene fuori Violator (1990) che in copertina ha una rosa fiammeggiante, che sembra di lava. Gore dirà dopo anni che voleva giocare sul titolo, scegliendo una parola che evocasse un disco di heavy metal. Quello che fanno è, con l’intuito del fido produttore Flood e l’aiuto al missaggio di François Kevorkian, che fu uno dei collaboratori più stretti dei Kraftwerk, un disco che è l’evoluzione estrema della loro idea musicale (tanto che dopo prenderanno altri riferimenti) e lo fanno in parte rinnegandosi: la batteria spesso non è drum machine ma quella rock, e compariranno nelle loro due più grandi canzoni, entrambe presenti in questo lavoro, persino le chitarre. Eppure l’apertura con World In My Eyes sembra portare sui binari classici, ma già la successiva Sweetest Perfection, con la voce principale di Gore, amplia il concetto, con la batteria rock in primo piano. Arriva il primo colpo da KO, un giro blues, con la chitarra, l’ispirazione presa da Gore leggendo una biografia di Elvis, sulla costruzione di propri idoli, e nasce una delle canzoni più famose del mondo: Personal Jesus, hit mondiale, e ancora oggi uno dei momenti clou di ogni loro esibizione e brano cult da rifare in cover. Halo e la bellissima Waiting For The Night sono da apripista al secondo singolo leggendario: Enjoy The Silence è ispirata e pensata proprio al periodo danese di tranquillità e silenzio circostante (in netto contrasto con quello milanese, dove la band darà il meglio di sé in tutte le feste della città lombarda), anche qui ripropone una chitarra e diventerà iconica, tra l’altro nella versione dell’album dura oltre 6 minuti, con finale in stile ambient, bellissimo, che nella versione singolo e per la stazioni radio è colpevolmente tagliato. Completano il capolavoro la delicata Blue Dress, scritta e cantata da Gore, e le ritmiche Policy Of Truth e la conclusiva Clean, ispirata ad una canzone dei Pink Floyd, One Of These Days, dal loro album Meddle (1971). Tutto funziona alla grande: la voce calda e formale di Graham (che inizierà ad avere devastanti problemi di dipendenza, tormento che segnerà profondamente il loro lavoro successivo, che arriverà solo dopo 3 anni), Gore sempre più padrone del suono Depeche Mode, Fletcher e Wilder a creare il tappeto ritmico che esce vincitore da un decennio dove chiunque si sia ispirato a loro non ha fatto tanta strada. Il disco va in classifica in tutto il mondo, e ha venduto ad oggi 15 milioni di copie, presente in tutte le classifiche dei dischi fondamentali della storia del rock. Sebbene questa sia una storia del rock senza schitarrate, ma formata da avvolgenti suoni elettronici, che ti girano in testa e non ti lasciano scampo.
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mariangelablog · 5 months
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Comunicato stampa musicale: Mariangela Pedretti pubblica il brano "Sugar Moon" come parte dell'album "The Stars and the Moon" nel 2024. Il brano ha una durata di circa 3 minuti e 3 secondi. "Sugar Moon" si unisce ad altri singoli dell'artista, tra cui "Abyssal and the Moon", "New York Moon", "Flute Moon" e molti altri.
Per ascoltare "Sugar Moon" o per ulteriori informazioni, ti consiglio di cercarlo su piattaforme di streaming musicale o altri servizi che offrono la musica di Mariangela Pedretti. Ecco alcuni dei singoli pubblicati da Mariangela Pedretti nel 2024:
1. Abyssal and the Moon - Singolo
2. Flute Moon - Singolo
3. New York Moon - Singolo
4. The Stars and the Moon - Singolo
5. The Beautiful Moon of May - Singolo
6. Space Moon - Singolo
7. Gold Suit - Singolo
Questi sono solo alcuni dei singoli che potrebbero essere stati aggiunti alla discografia di Mariangela Pedretti nel 2024. Se desideri ulteriori informazioni su un singolo specifico o sui progetti musicali dell'artista, fammelo sapere!
Mariangela Pedretti è un'artista musicale attiva con diversi singoli e album pubblicati. Alcuni dei suoi singoli noti includono "Wednesday Addams", "Ay Ay", "Et Votre Touche" e "El Lunar de Mis Sueños". Attualmente, Mariangela Pedretti ha una vasta discografia con più di 33 canzoni e 34 album disponibili. Puoi trovare ulteriori informazioni sulle sue performance e sui suoi brani musicali tramite le piattaforme di streaming musicale e i siti web dedicati alla musica.
Se desideri ulteriori dettagli su Mariangela Pedretti o sui suoi progetti musicali, non esitare a chiedere!
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micro961 · 6 months
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Cristina Russo & NeoSoul Combo - Pieces of a Woman
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Pronto all’uscita il nuovo lavoro discografico
Si apre nel migliore dei modi il 2024 per l’artista siciliana Cristina Russo, cantante ed autrice catanese tra le più apprezzate nel panorama indipendente musicale italiano.
Il 7 Marzo esce il nuovo album in formato vinile intitolato "Pieces of a Woman", un progetto che ci trascina musicalmente nel mondo di sonorità alternative e contaminate da diversi stili caratterizzanti dell’artista, affiancata dalla sua fidata band i Neo Soul Combo.
La firma del lavoro è proprio “Cristina Russo & Neosoul Combo", ovvero il nome che da anni ormai accompagna i suoi progetti e le performance “live” in giro per l'Italia. L’artista , con sue parole, ha reso noto che è stato un duro lavoro di studio che ha visto molti brani venire alla luce con spunti ed idee in brain storming insieme ai suoi musicisti, ormai una vera e propria famiglia. La scia sonora ricalca lo stile dell'album Energy, uscito nel 2019. Questo nuovo ed appassionato progetto non sarebbe stato possibile senza la direzione artistica e gli arrangiamenti musicali di Marco Di Dio, la cui mano sapiente ed estro artistico sono dietro al successo ed ai lavori di altri artisti siciliani in vari ambiti diversi: da Club Rivera, ad Andrea La Ferla, da VIVO ad Alice B. "Pieces of a Woman" pubblicato in vinile (e dunque un tocco di classe ma anche alla moda) ha dei tratti “urban” molto vicini al sound “new jazz”, quindi in perfetto stile neosoul, ma non manca qualche sorpresa come degli accenni musicali in stile anni ‘80 che hanno influenzato le ritmiche e le melodie presenti in alcuni brani, come ad esempio nella canzone "Splendidi".
La “urban fusion music” che Cristina Russo e la sua band propongono in "Pieces of a Woman" è ritmata senza tralasciare la raffinatezza che accomuna molti dei loro lavori; la caratteristica voce graffiata e calda, in puro stile soul black di Cristina, si presta in questa occasione ad un sound più moderno: il nuovo jazz d'oltreoceano, dove il piede non smette di muoversi. Cristina Russo e la sua band ci trascinano come sempre nel loro mondo alternativo e “contaminato”; la passione per il così detto sound neo soul, mixato secondo mood e creatività con tocchi di “urban fusion” ,“ new jazz” e “new reggae” sono la base dei loro progetti. Il tutto espresso con uno stile personalissimo e di grande fascino, che si sprigiona ancor più nei “live” dove la formazione completa dà il meglio di sé, con estrosa raffinatezza, lasciandosi spesso coinvolgere dall’atmosfera del momento e dal feedback del pubblico. 
Cristina Russo & Neosoul Combo: Cristina Russo - voce  Mariano Nasello - basso  Angelo Di Marco - tastiera  Marco Di Dio - batteria
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gcorvetti · 1 year
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Domenica di relax evoluzionistico.
Leggo una vignetta tratta da Dylan Dog (non so se è attendibile o contraffatta, non ho mai letto DD) che recita : "Le persone vogliono la vita eterna, ma non sanno cosa fare la Domenica", direi frase azzeccatissima soprattutto perché la maggior parte delle persone tra i 22 e i 60 anni (stima a occhio) questo giorno lo vivono col post sbronza del fine settimana, ne ho di ricordi belli quando potevo rilassarmi tra letto e divano e brutti quando lavoravo o dovevo suonare perché avevo una serata imminente, credetemi suonare la batteria in hanghover è terribile, anche la chitarra, diciamo che è terribile il post sbronza in generale qualsiasi cosa si faccia, ma oramai è un ricordo lontano visto che non bevo più da 3 anni e mezzo, non scendo nel merito del perché si ha questo stato che è legato fondamentalmente al fatto che l'alcol è una droga e quella sensazione di mal essere psicofisico è un'intossicazione. Fatta la premessa, oggi che è domenica volevo installare il nuovo firmware a Prusetta (la mia stampante 3D, Prusa Mini) ma ho finito l'olio per la lubrificazione delle parti e siccome è un pò che non stampo vorrei evitarmi sorprese, ho chiesto alla mia lei se me lo compra visto che fa un salto al centro commerciale sempre se lo trova, in alternativa aspetto domani e vado dal tizio che ripara del macchine da cucire, si uso quell'olio la che è il top. Quindi sposto semplicemente il tiro e rientro nella routine giornaliera musicale, ma stamane ho preso in mano il quaderno dei progetti, appunto musicali, e mi sono reso conto che stanno lievitando come l'impasto della pizza soprattutto in questo periodo dove la ricerca mi porta lontano dalla creazione, quindi se il mio cervello è d'accordo con me passeri a svilupparne uno, almeno uno. Lo so che sono un tutt'uno infatti era una frase simpatica per dire che spesso dico di fare una cosa che poi normalmente tralascio, sono un procrastinatore professionista oltre che seriale ma questo è un altro discorso. Ieri però mentre bevevo il te mi sono imbattuto in un video dal titolo quasi inquietante "L'uomo è un animale addomesticato", ovvio che l'ho visto, di cosa parla? Beh, il prof spiega che ci sono delle irregolarità nella nostra evoluzione e specifica con esempi effettivamente logici, beh non è complottismo becero da social per intenderci, infatti sembra che il suo libro abbia fatto breccia nella comunità scientifica e molti si stanno ponendo delle domande, come sempre vi posto il video alla fine che merita molto.
In effetti i punti che spiega lui sono delle incognite che avrebbero dovuto giocare a nostro sfavore nella nostra evoluzione Darwiniana, infatti il modello dello scienziato inglese si applica benissimo ad animali e piante ma non all'uomo, almeno non al 100%, il perché lo trovate nel video qua voglio scrivere sul titolo del video, siamo veramente addomesticati? Nell'ipotesi del prof Ragusa si capisce che in un qualche punto della nostra evoluzione ci siamo come messi dei paletti per interagire tra di noi ed evitare conflitti, cosa che sappiamo fa solo l'uomo e non gli altri animali. Lui stesso evita di inserire nel discorso un addomesticatore esterno, come potrebbe fare qualsiasi complottista parlando di alieni o civiltà superiori ecc ecc, quindi è una cosa tutta nostra, fatta da noi per venire incontro ad esigenze evoluzionistiche particolari, come d'altronde siamo noi umani "animali anomali". Però chiederei al prof : "Lei non pensa che questo addomesticamento evoluzionistico sia perpetuo nel tempo?" Se pensiamo al politically correct di adesso direi di si, una volta se ridevi dicendo ad un tizio, per esempio, "ahahha stai proprio bene senza capelli" lui si faceva una risata con te e prendeva parte al tuo scherzo, mi è capitato, se lo fai adesso il tizio in questione si va a suicidare. Sembra che nella nostra evoluzione, che molti scienziati affermano essersi fermata a molti millenni fa, l'interazione tra gli individui abbia modificato il nostro modo di pensare e di vivere per una pace comune. Poi penso che "SI" siamo addomesticati, se si pensa all'inquadramento che la società ci impone e se non lo fai sei messo al confino, ci auto schiavizziamo (Huxley docet) per il nostro bene, che poi a vederlo non è proprio questo gran bene, cerchiamo di essere affabili col prossimo anche quando la situazione è ruvida ecc ecc, cosa che gli animali non fanno, ma stando al prof ci sono svariati comportamenti nostri che gli animali assolutamente non fanno come ad esempio la guerra o modificare l'ambiente per le nostre esigenze. Questo discorso mi è sempre interessato da quando lessi la teoria dell'evoluzione Darwiniana, che per molti è una castroneria perché è complicata da capire ci vuole apertura mentale, cosa che per esempio la chiesa cattolica non ha per via del loro dogma che il mondo e tutto quello che c'è all'interno l'ha creato dio, mettiamo che è così, quanta vergogna proverebbe un così altissimo essere a vederci ora? Vi lascio con questa incognita e il video.
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unapinetaamare718 · 1 year
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Ci sono luoghi che restano custoditi nella memoria, richiamati da canzoni, poesie, dove il cibo, il buon vino, aneddoti e storie si rincorrono, si mischiano, in maniera indissolubile.
Sono le trattorie tipiche di un tempo, quelle rimaste fedeli alla tovaglia a quadrettini rossi e bianchi ed ai bicchieri con la base smerigliata ottagonale.
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Le trattorie o le osterie, meglio se “quelle di fuori porta“, rimaste celate ai flussi turistici, sono uno scrigno dell’anima. Un richiamo irrinunciabile per gli abitanti del posto, un tesoro per chi, da turista, da visitatore, da straniero, ha modo di imbattersi in loro e respirare l’aria antica e vera di una città, gustare i piatti tipici secondo le ricette tradizionali.
Tutti i centri italiani, piccoli e grandi hanno la propria “bettola”. Quella che nel corso degli anni ha visto avvicendarsi i vip del posto, quella in cui sono nati progetti politici, teatrali, musicali, letterari.
Di solito non finiscono mai su TripAdvisor, non hanno migliaia di recensioni. Perché la trattoria di una città non ha bisogno di fare fatturato, fanno storia e offrono buon cibo, quello di una volta, della tradizione, la vera ricetta della nonna, che poi, magari, è la persona grazie alla quale, quel luogo di sapori e profumi fu aperto.
Le trattorie tipiche devono essere apprezzate per la loro immutabilità, per la capacità di custodire la storia di una comunità, di conservare i ricordi di un tempo che non ci appartiene più e soprattutto riscoprire sapori di un tempo, immutati, conoscere, anche solo attraverso le foto, i personaggi che ne hanno dato lustro e notorietà.
Bologna, Roma, Milano, Napoli, Torino, Firenze, Palermo, Bari, hanno la trattoria tipica, l’osteria storica, la cassaforte dei ricordi di una città.
A Bologna e a Milano, così come a Roma, le trattorie tipiche si trovano in zone poco battute dai flussi turistici. A Napoli le puoi scoprire nascoste nei meandri dei vicoli del Decumano. Osterie di un tempo a Bari Vecchia, sulle colline fiorentine a Firenze, nel cuore antico a Torino e così via.
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Per chi non è del posto, però, potrebbero esserci dei contraccolpi non da poco. Chi vi serve a tavola potrebbe avere un comportamento “troppo intimo”, poco professionale per così dire. E’ questo il bello della trattoria. Se avrete la fortuna di imbattervi in quella davvero storica in una delle cento città italiane, ricordatevi che la trattoria è una esperienza prima ancora che una sosta gastronomica, è come vivere per un’ora in “una stampa storica animata di quella città” dove il tempo si è fermato a tavola.
Il luogo dove potete ancora respirare l’aria degli stornelli e dei minestroni d’osteria, che non sono le zuppe di verdura, ma le lunghissime canzoni che un tempo gli avventori ideavano al momento, magari dopo aver alzato un po’ il gomito.
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tarditardi · 6 days
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RomaEst District Festival - Nuova location, Largo Venue, e nuova data: il 29/09
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Per motivi indipendenti dalla volontà degli organizzatori, l'evento RomaEst District Festival, inizialmente previsto per il 21 settembre 2024 presso il Parco Angelo Galafati, è stato spostato al Largo Venue, sempre ad ingresso libero. La nuova data è confermata per il 29 settembre 2024. Nella foto Tonino Carotone.
Gallia Music, con la partecipazione tecnica di Largo Venue, luogo punto di riferimento per la scena musicale romana, e la direzione artistica a cura di Francesco Maria Castro, già direttore artistico del Circolo degli Artisti, è lieta di annunciare la prima edizione del RomaEst District Festival, che si terrà il 29 Settembre 2024 presso il Largo Venue. Le esibizioni dal vivo vedranno la partecipazione di artisti come Tonino Carotone, Clavdio,  Mattia Rame, Il Sogno della Crisalide, Lupo & Giovannelly per una giornata all'insegna della musica e della cultura.
Il RomaEst District Festival rappresenta un'opportunità di aggregazione culturale e sociale, e promuove l'incontro tra artisti emergenti e affermati, scuole di musica, e la comunità del quartiere. Un evento ad ingresso gratuito che mira a valorizzare la scena musicale locale, coinvolgendo realtà culturali e artistiche in un dialogo tra generazioni e stili diversi. Il RomaEst District Festival si preannuncia così come un evento imperdibile, dedicato a chi ama la musica e vuole scoprire nuovi talenti all'interno di un contesto inclusivo e stimolante.
Ad aprire la giornata, due promettenti progetti della Scuola di Musica e Formazione Professionale Armonie Musicali: Peco (Davide Pecorelli) e Rebus (Lorenzo De Santis). La musica dal vivo sarà, inoltre, anticipata dai saggi di fine anno degli allievi della scuola di danza Il Sole e La Luna, che si esibiranno sul palco prima dell'inizio dei concerti principali. A seguire, si esibiranno dal vivo: Tonino Carotone, Clavdio, Mattia Rame, Il Sogno della Crisalide,  Lupo & Giovannelly
Promotore del progetto è Gallia Music, etichetta discografica specializzata in musica emergente di proprietà della società di edizioni musicali Gallia srl in collaborazione con Largo Venue e la direzione artistica di Francesco Maria Castro già direttore artistico del Circolo degli Artisti. La società è guidata da Giancarlo Bornigia jr. figlio del noto fondatore della storica discoteca Piper Club di Roma, della quale ancor oggi è socio insieme ai fratelli più grandi. Le sue esperienze spaziano dall'organizzazione di serate di intrattenimento danzante a quelle di spettacoli e concerti. Dal 2005 ad oggi ha organizzato concerti di ogni tipo in svariate location romane e italiane collaborando con artisti del calibro di Renato Zero, Mario Biondi, Niccolò Fabi, Tiromancino, Gianluca Grignani, Cristina D'Avena, The Fratellis, Editors, White Lies e molti altri. Nell'intento di avvicinarsi allo scouting di nuovi artisti, dà impulso all'etichetta indipendente Gallia Music che nasce il 17 marzo 2023.
Dettagli dell'evento:
Data: 29 Settembre 2024
Orario: 17:00 - 24:00
Location: Largo Venue in Via Biordo MIchelotti 2, Roma
Ingresso libero
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RomaEst District Festival - Nuova location, Largo Venue, e nuova data: il 29/09
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Per motivi indipendenti dalla volontà degli organizzatori, l'evento RomaEst District Festival, inizialmente previsto per il 21 settembre 2024 presso il Parco Angelo Galafati, è stato spostato al Largo Venue, sempre ad ingresso libero. La nuova data è confermata per il 29 settembre 2024. Nella foto Tonino Carotone.
Gallia Music, con la partecipazione tecnica di Largo Venue, luogo punto di riferimento per la scena musicale romana, e la direzione artistica a cura di Francesco Maria Castro, già direttore artistico del Circolo degli Artisti, è lieta di annunciare la prima edizione del RomaEst District Festival, che si terrà il 29 Settembre 2024 presso il Largo Venue. Le esibizioni dal vivo vedranno la partecipazione di artisti come Tonino Carotone, Clavdio,  Mattia Rame, Il Sogno della Crisalide, Lupo & Giovannelly per una giornata all'insegna della musica e della cultura.
Il RomaEst District Festival rappresenta un'opportunità di aggregazione culturale e sociale, e promuove l'incontro tra artisti emergenti e affermati, scuole di musica, e la comunità del quartiere. Un evento ad ingresso gratuito che mira a valorizzare la scena musicale locale, coinvolgendo realtà culturali e artistiche in un dialogo tra generazioni e stili diversi. Il RomaEst District Festival si preannuncia così come un evento imperdibile, dedicato a chi ama la musica e vuole scoprire nuovi talenti all'interno di un contesto inclusivo e stimolante.
Ad aprire la giornata, due promettenti progetti della Scuola di Musica e Formazione Professionale Armonie Musicali: Peco (Davide Pecorelli) e Rebus (Lorenzo De Santis). La musica dal vivo sarà, inoltre, anticipata dai saggi di fine anno degli allievi della scuola di danza Il Sole e La Luna, che si esibiranno sul palco prima dell'inizio dei concerti principali. A seguire, si esibiranno dal vivo: Tonino Carotone, Clavdio, Mattia Rame, Il Sogno della Crisalide,  Lupo & Giovannelly
Promotore del progetto è Gallia Music, etichetta discografica specializzata in musica emergente di proprietà della società di edizioni musicali Gallia srl in collaborazione con Largo Venue e la direzione artistica di Francesco Maria Castro già direttore artistico del Circolo degli Artisti. La società è guidata da Giancarlo Bornigia jr. figlio del noto fondatore della storica discoteca Piper Club di Roma, della quale ancor oggi è socio insieme ai fratelli più grandi. Le sue esperienze spaziano dall'organizzazione di serate di intrattenimento danzante a quelle di spettacoli e concerti. Dal 2005 ad oggi ha organizzato concerti di ogni tipo in svariate location romane e italiane collaborando con artisti del calibro di Renato Zero, Mario Biondi, Niccolò Fabi, Tiromancino, Gianluca Grignani, Cristina D'Avena, The Fratellis, Editors, White Lies e molti altri. Nell'intento di avvicinarsi allo scouting di nuovi artisti, dà impulso all'etichetta indipendente Gallia Music che nasce il 17 marzo 2023.
Dettagli dell'evento:
Data: 29 Settembre 2024
Orario: 17:00 - 24:00
Location: Largo Venue in Via Biordo MIchelotti 2, Roma
Ingresso libero
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sounds-right · 6 days
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RomaEst District Festival - Nuova location, Largo Venue, e nuova data: il 29/09
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Per motivi indipendenti dalla volontà degli organizzatori, l'evento RomaEst District Festival, inizialmente previsto per il 21 settembre 2024 presso il Parco Angelo Galafati, è stato spostato al Largo Venue, sempre ad ingresso libero. La nuova data è confermata per il 29 settembre 2024. Nella foto Tonino Carotone.
Gallia Music, con la partecipazione tecnica di Largo Venue, luogo punto di riferimento per la scena musicale romana, e la direzione artistica a cura di Francesco Maria Castro, già direttore artistico del Circolo degli Artisti, è lieta di annunciare la prima edizione del RomaEst District Festival, che si terrà il 29 Settembre 2024 presso il Largo Venue. Le esibizioni dal vivo vedranno la partecipazione di artisti come Tonino Carotone, Clavdio,  Mattia Rame, Il Sogno della Crisalide, Lupo & Giovannelly per una giornata all'insegna della musica e della cultura.
Il RomaEst District Festival rappresenta un'opportunità di aggregazione culturale e sociale, e promuove l'incontro tra artisti emergenti e affermati, scuole di musica, e la comunità del quartiere. Un evento ad ingresso gratuito che mira a valorizzare la scena musicale locale, coinvolgendo realtà culturali e artistiche in un dialogo tra generazioni e stili diversi. Il RomaEst District Festival si preannuncia così come un evento imperdibile, dedicato a chi ama la musica e vuole scoprire nuovi talenti all'interno di un contesto inclusivo e stimolante.
Ad aprire la giornata, due promettenti progetti della Scuola di Musica e Formazione Professionale Armonie Musicali: Peco (Davide Pecorelli) e Rebus (Lorenzo De Santis). La musica dal vivo sarà, inoltre, anticipata dai saggi di fine anno degli allievi della scuola di danza Il Sole e La Luna, che si esibiranno sul palco prima dell'inizio dei concerti principali. A seguire, si esibiranno dal vivo: Tonino Carotone, Clavdio, Mattia Rame, Il Sogno della Crisalide,  Lupo & Giovannelly
Promotore del progetto è Gallia Music, etichetta discografica specializzata in musica emergente di proprietà della società di edizioni musicali Gallia srl in collaborazione con Largo Venue e la direzione artistica di Francesco Maria Castro già direttore artistico del Circolo degli Artisti. La società è guidata da Giancarlo Bornigia jr. figlio del noto fondatore della storica discoteca Piper Club di Roma, della quale ancor oggi è socio insieme ai fratelli più grandi. Le sue esperienze spaziano dall'organizzazione di serate di intrattenimento danzante a quelle di spettacoli e concerti. Dal 2005 ad oggi ha organizzato concerti di ogni tipo in svariate location romane e italiane collaborando con artisti del calibro di Renato Zero, Mario Biondi, Niccolò Fabi, Tiromancino, Gianluca Grignani, Cristina D'Avena, The Fratellis, Editors, White Lies e molti altri. Nell'intento di avvicinarsi allo scouting di nuovi artisti, dà impulso all'etichetta indipendente Gallia Music che nasce il 17 marzo 2023.
Dettagli dell'evento:
Data: 29 Settembre 2024
Orario: 17:00 - 24:00
Location: Largo Venue in Via Biordo MIchelotti 2, Roma
Ingresso libero
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seoul-italybts · 2 months
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[✎ ITA] Weverse Magazine : Recensione : Jimin Si È Ritagliato Un Posto Speciale Tra le Star del Pop | 24.07.24⠸
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🌟 Weverse Magazine 🗞
Jimin Si È Ritagliato Un Posto Speciale Tra le Star del Pop
__ Uno sguardo a MUSE, il nuovo album dell'idol  __
__ di SEO SEONGDEOK | 24. 07. 2024
Twitter  |  Orig. KOR 
Nonostante sia stato impossibile evitare il parziale silenzio calato dopo l'ingresso dei BTS nell'esercito, i ragazzi hanno saputo evitare il vuoto totale continuando a pubblicare non solo un singolo dopo l'altro, ma anche album, EP e video. Siamo ormai talmente abituatə a seguire i rilasci dei loro album, sebbene impegnati al militare, che sembra quasi una pratica normale, ma di fatto è ancora una cosa piuttosto rara in questa industria, e c'è un motivo: quando un artista rilascia nuova musica, solitamente procede poi a pubblicizzarla attraverso apparizioni di persona – ad esempio in TV o tenendo concerti. L'EP di j-hope, HOPE ON THE STREET VOL.1 non è un semplice album—è anche un documentario in 6 parti che segue l'idol nella riscoperta delle sue origini e della danza come fondamento della sua identità. L'album di RM, Right Place, Wrong Person, prende l'esperienza maturata attraverso progetti individuali – mixtape incluse -, vi aggiunge la forza creativa di una vera e propria squadra di collaboratori e condensa il tutto in tracce e relativi video musicali. Se dovessimo stabilire cos'è cambiato tra i BTS pre e post militare, in entrambe queste fasi i loro progetti sono riprova del livello cui si trova il gruppo, nonché un abbozzo della loro direzione per il futuro.
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E allora cosa possiamo dire dell'album di Jimin, MUSE? Iniziamo ricordando come, facendo fede al suo titolo, FACE - rilasciato l'anno scorso – avesse come scopo quello di porsi con sicurezza ed onestà faccia a faccia con se stesso. Nelle interviste rilasciate per l'occasione, Jimin ha spiegato chiaramente qual era il contesto in cui è nato questo progetto. Ha infatti rivelato lo smarrimento provato durante il tour BTS PERMISSION TO DANCE ON STAGE, raccontando di averne parlato con i membri e di aver ricevuto il loro incoraggiamento a riguardo. I ragazzi, infatti, gli hanno consigliato di trasporre quei sentimenti nella sua musica. Il risultato di tale sperimentazione è stata “Like Crazy”, una canzone che lo ha risollevato completamente da quel senso di vuoto ed impotenza. Sebbene il termine “face (faccia/viso)” possa anche indicare la natura multisfaccettata dell'artista, è più probabile il significato preponderante riguardi la presa di coscienza e volontà di fronteggiare se stesso dimostrata da Jimin. Inoltre, l'artista è stato chiaro nel dire che non ha usato giri di parole e che ha riversato nei testi tutti i suoi pensieri più onesti, senza lasciare adito ad ulteriori interpretazioni nascoste.
Una musa, invece, è la fonte d'ispirazione per l'artista. Questo nuovo album include il singolo “Closer Than This”, rilasciato poco prima della fine delle vacanze natalizie del 2023, nonché la più recente traccia pre-release, “Smeraldo Garden Marching Band” featuring Loco, il cui titolo è notoriamente un riferimento ai fiori smeraldo – un elemento celeberrimo del BTS Universe. Non solo gli smeraldo appaiono nel video musicale, ma questi finzionali fiori blu fanno da cornice anche alle foto teaser.
Non risulta difficile presumere che per Jimin - che finalmente sembra aver trovato un po' di serenità e sicurezza - le/i fan e gli altri membri del gruppo siano fonte sostanziale di ispirazione. “Closer Than This” è, infatti, una riflessione sul viaggio compiuto dal gruppo e dalle/i fan fin dal primo incontro, nonché un modo per guardare con aspettativa al momento in cui questo breve periodo di pausa finirà e i BTS e l'ARMY si beeranno di nuovo delle luci della ribalta color viola tuttə insieme. E come se una canzone non fosse sufficiente, “Smeraldo Garden Marching Band” ribadisce chiaramente: “Tutto ciò che non siamo riuscitə a dire finora / Ed i vostri sentimenti più nascosti / Ora vi dirò tutto”.
Etichettare l'estetica del video come puramente rètro non sarebbe giusto, c'è molto di più. Con i suoi colori intensi, lo stile teatrale e le coreografie di gruppo, il video ricorda più uno dei primi film a colori – sullo stile de The Wizard of Oz (Il Mago di Oz) per intenderci. A questo proposito, “Smeraldo” è il nome italiano di un colore nonché pietra preziosa, e la strada di mattoni gialli che appare nel suddetto film conduce la protagonista dal celeberrimo mago nella Città di Smeraldo. Dunque non è poi così strano che anche i tre produttori principali del brano facciano dei brevi cammeo nel video musicale.
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“Smeraldo Garden Marching Band”, con il suo stile circense ed allegro, è il terzo brano dell'album, ma cosa possiamo dire della prima canzone—la prima traccia dopo che Jimin si è posto faccia a faccia con se stesso, nello scorso album—“Rebirth (Intro)”? Il sound vivace e rasserenante di questi primi accordi in stile gospel si fonde quasi impercettibilmente con la breve marcetta di “Interlude: Showtime”—uno staccato musicale che forse ricorderà quello che sentiamo all'inizio di “Face-off”, seppur privo della svolta drammatica— e lo show può cominciare. Con questa intro, magistralmente studiata dall'artista, Jimin ci annuncia che è pronto ad iniziare.
Seguono un paio di canzoni d'amore dal sound ed il ritmo piuttosto differenti. Il duetto R&B “Slow Dance” è la dimostrazione di ciò che si può ottenere unendo abilità canore senza pari ad una melodia coinvolgente. Star della famiglia Disney, Sofia Carson ha dimostrato d'essere una delle voci migliori tra i suoi colleghi. È anche apparsa nel ruolo di musicista nel film Netflix, Purple Hearts, ed il suo brano non ha fatto che rendere il trailer della pellicola in un vero e proprio video musicale, calando appieno lo spettatore nel mondo del film. La traccia successiva, “Be Mine”, è un brano seducente dal sound afrobeats, sebbene gli accenni folk – tipici del genere – qui siano leggermente smorzati in favore di un'atmosfera più pop. Invece che concentrarsi su ritmi complessi e dinamiche botta-e-risposta, questo brano incorpora l'inconfondibile cantato pop di Jimin – ricco di entusiasmanti acuti e note alte – in una trama dal gusto latin pop. Verso la fine, la canzone presenta anche sintetizzatori simili a quelli del R&B fine anni '90 – inizio anni 2000, richiamando sottilmente il sound di artisti quali Anthony Hamilton e Omarion. Quando Jimin scrive canzoni d'amore, quello è esattamente ciò che ci possiamo aspettare.
Proseguendo, l'album prepara la strada per “Who”, naturale evoluzione di ciò che l'idol ci ha dimostrato più e più volte di saper fare. Canzone leggermente più veloce, il suo ritmo—la cui vera complessità giace nascosta sotto un beat apparentemente semplice e dal gusto funk—trae ispirazione ed elementi dal rock e dalla dance, invece di limitarsi puramente al R&B. Sebbene questa sia una formula già cementata tempo fa dai Neptunes ed usata più volte in passato, non avevamo ancora mai assistito ad un tentativo da parte di Jimin, ma sono sufficienti le sue doti canore per rendere quest'esperimento totalmente inedito. Il fatto che abbia voluto l'accompagnamento alla chitarra dimostra che Jimin sa perfettamente il fatto suo.
Tutto sommato, "MUSE" è un album più breve, ma l'artista dedica la giusta importanza e tempo nel dimostrare quanto è cambiato e quali sono le sue intenzioni. Lo stile è variegato al punto giusto e non preclude una visione d'insieme studiatamente coerente. Non si tratta di un'accozzaglia di successi dance, hip hop e ballate, né di un album che cerca di adeguarsi alle tendenze del momento. Jimin è sempre stato pronto a questa svolta e presto vedremo come questa pop star svilupperà questo suo nuovo genere del tutto personale.
⠸ ita : © Seoul_ItalyBTS ⠸
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carmenvicinanza · 10 months
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Jane Birkin
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Jane Birkin, attrice, cantante e regista, è stata una delle figure più amate e iconiche della musica e del cinema.
Talento e presenza magnetica sullo schermo l’hanno resa una delle artiste più apprezzate di ogni tempo.
Ispiratrice di moda e stile, porta il suo nome la borsa più desiderata al mondo la “Birkin bag” di Hermès, creata apposta per lei nel 1984.
Una carriera eclettica, la passione per le arti e il suo impegno per diverse cause umanitarie l’hanno resa una personalità indimenticabile.
Nata il 14 dicembre 1946 a Londra, in Inghilterra, era la secondogenita del maggiore David Birkin (comandante della Royal Navy) e dell’attrice e cantante Judy Campbell, famosa per le sue interpretazioni nei musical di Noël Coward.
La sua carriera di attrice è iniziata a teatro, a 17 anni.
A 19 anni ha sposato il compositore John Barry, l’autore delle musiche dei film di James Bond, dalla cui unione è nata la sua prima figlia, Kate Barry, nata nel 1967.
A cinema ha esordito nel 1965 con Non tutti ce l’hanno di Richard Lester, ma è stato l’anno successivo, con Blow-Up di Michelangelo Antonioni che ha raggiunto la celebrità.
Nel 1968, sul set del film francese Slogan, ha conosciuto il cantante e musicista Serge Gainsbourg, con cui è nato un lungo sodalizio sentimentale e professionale che li rese una delle coppie più celebri e trasgressive del jet set dell’epoca.
Alla fine del 1968, incisero insieme il loro primo album, intitolato Jane Birkin – Serge Gainsbourg, anticipato dal celebre singolo Je t’aime… moi non plus, che fece scandalo per il testo esplicito che alterna parole d’amore alla descrizione di un rapporto sessuale. Vietato e censurato in diversi paesi, tra cui l’Italia, ha venduto oltre cinque milioni di copie in tutto il mondo.
Nel 1971 nacque la figlia, l’attrice Charlotte Gainsbourg.
Durante gli anni settanta, Jean Birkin ha inciso diversi album, scritti prevalentemente dal marito. Parallelamente proseguiva la sua carriera di attrice, ha recitato nei film La piscina, Il romanzo di un ladro di cavalli, Una donna come me, Assassinio sul Nilo. È stata anche diretta da Gainsbourg nel controverso Je t’aime moi non plus (1976), in cui ha recitato nuda per buona parte del film.
Nel 1980 si sono separati come coppia ma hanno continuato a collaborare a progetti musicali fino a quando lui è stato in vita.
La relazione col regista francese Jacques Doillon ha inaugurato una nuova fase della sua carriera, ha abbandonato l’immagine sexy e trasgressiva, per dare spazio alla sua personalità di donna più consapevole della propria forza e versatilità. Nel 1982 ha avuto una terza figlia, Lou Doillon, modella, cantante e attrice.
Ha recitato in oltre settanta film e stabilito un importante sodalizio professionale con la regista Agnès Varda, che nel 1988 le ha dedicato il film Jane B. par Agnès V.
È stata candidata due volte ai premi César, il principale riconoscimento cinematografico francese, nel 1984 e nel 1986.
Ha sempre alternato la carriera di attrice a quella di  cantante, Baby Alone in Babylone del 1983, scritto da Gainsbourg, le è valso il Disco d’oro in Francia. Nel 1987, ha iniziato un’attività di recital nei teatri. Nel 1990 è uscito Amour des feintes, l’ultimo album scritto per lei da Serge Gainsbourg. Dopo la morte di lui, avvenuta l’anno dopo, gli ha reso omaggio con Versions Jane, una raccolta di sue canzoni riarrangiate con vari musicisti ospiti, tra i quali Goran Bregović e Les Négresses Vertes. Ha continuato a onorare la memoria del suo pigmalione in eventi e recital teatrali. Nel 1998 À la légère è stato il suo primo album che non conteneva alcun brano dell’ex compagno.
Al cinema, La bella scontrosa di Jacques Rivette, le era valsa una candidatura come miglior attrice non protagonista ai Premi Cèsar del 1992.
Negli anni successivi ha continuato a incidere diversi album di successo in Francia, collaborando spesso con altri artisti come Paolo Conte, Manu Chao, Bryan Ferry, Caetano Veloso, Yann Tiersen e a esibirsi dal vivo in concerti e spettacoli teatrali.
Nel 2007 ha diretto il film autobiografico Boxes.
In seguito a una malattia cronica, si è ritirata dalle scene, chiudendo la sua carriera cinematografica con Quai d’Orsay di Bertrand Tavernier, nel 2013.
Molto attiva anche in ambito sociale e umanitario, da ambasciatrice di Amnesty International, è stata in Bosnia, in Cecenia, ha cantato in Cisgiordania e a Ramallah, e si è impegnata a favore delle vittime del conflitto in Ruanda. È stata fra le duecento persone firmatarie dell’appello contro il riscaldamento globale pubblicato nel 2018 in prima pagina dal quotidiano Le Monde.
Nel 2016 è stata omaggiata al Festival del Cinema di Locarno con un tributo alla carriera.
Nel 2021 la figlia Charlotte le ha dedicato il semi-documentario Jane by Charlotte.
Si è spenta nella sua casa di Parigi, il 16 luglio 2023, aveva 76 anni.
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myspotifygiftsit · 6 days
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Cos'è il Codice Spotify?
Il Placca Spotify è un’immagine che rappresenta un link diretto a una canzone, un album o una playlist su Spotify. Simile a un codice QR, basta scansionare il codice con l'app di Spotify per accedere immediatamente al contenuto desiderato. È un modo innovativo e semplice per condividere la musica con altre persone, rendendo la scoperta di nuovi brani ancora più facile.
Come Creare un Codice Spotify
Scegli il Contenuto: Prima di tutto, apri l'app di Spotify e scegli il brano, l'album o la playlist di cui desideri generare il codice.
Ottieni il Codice: Clicca sui tre punti (o sul menu) accanto al titolo. Scorri verso il basso e cerca l’opzione "Condividi". Qui troverai l’opzione “Crea Codice Spotify”.
Personalizza il Codice: Spotify ti permetterà di personalizzare l’aspetto del codice, inclusa la possibilità di cambiare il colore. Questo rende più facile adattare il codice al tuo stile o al tema della tua condivisione.
Salva o Condividi: Una volta creato, puoi salvarlo sul tuo dispositivo o condividerlo direttamente tramite messaggi o social media.
Come Utilizzare il Codice Spotify
Utilizzare il codice è semplicissimo. Basta aprire l'app di Spotify e andare nella sezione “Cerca”. Tocca l'icona della fotocamera accanto alla barra di ricerca e inquadra il codice. Dopo pochi istanti, sarai indirizzato direttamente al contenuto. Questo rende la condivisione della musica non solo più facile, ma anche più divertente!
Vantaggi del Codice Spotify
Facilità di Condivisione: Con un codice, puoi condividere rapidamente una playlist o un brano con amici in qualsiasi contesto.
Interattività: Aggiunge un elemento interattivo alle tue condivisioni, rendendo l’esperienza più coinvolgente.
Creatività: Puoi personalizzare il codice e utilizzarlo in vari progetti creativi, dai post sui social media a eventi musicali.
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koufax73 · 8 days
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Rokamora, "Rokamora": recensione e streaming
I Rokamora, nuova band bergamasca composta da membri di diversi progetti musicali della provincia, annunciano l’uscita del loro primo ep, intitolato semplicemente Rokamora. Registrato presso il Rabbit Studio di Passirano (BS) da Robin Marchetti e mixato da Riccardo Zamboni, l’ep è disponibile su tutte le principali piattaforme digitali. Rokamora traccia per traccia Si incomincia da Vultures,…
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