Tumgik
#progresso tecnologico
gregor-samsung · 2 years
Text
“ Nella Repubblica di Platone vi è un passo assai divertente sull'origine del mercato, che il mio allievo Jacques Brunschwig di recente mi ricordava: chi è che si limita al mercato? L'uomo che non è abbastanza forte per correre, e si siede dunque nella agorà, aspettando che i clienti vadano da lui. Comportarsi cosí va bene per chi non è capace di attività fisica. Ed è grande, in Platone, il disprezzo per l'economia delle persone sedute. Occorre tener conto di sentimenti piuttosto complessi, per comprendere la posizione di Socrate, nella quale, secondo Senofonte, si trovano due atteggiamenti che paiono contraddirsi. A un concittadino presso il quale erano venute a rifugiarsi, durante l'assedio di Atene, una gran quantità di cugine e di zie che abitavano al di là delle mura, bocche inutili ch'egli non sapeva come sfamare, Socrate consigliava di aprire bottega e farvi lavorare le donne, citando l'esempio di un certo numero di persone stimate che, per mantenere la famiglia, fanno chi tuniche, chi mantelli, chi pane. Socrate trova dunque cosa del tutto normale che si commercializzi un'attività domestica del genere, mentre si adombra quando vede che i sofisti, personaggi prestigiosi e itineranti come i grandi artigiani del passato, tentano di commercializzare un'attività spirituale con l'insegnamento retribuito. È questa una contrapposizione che è stata sottolineata di recente dal spio collega ed amico Raymond Ruyer * in un articolo dove mostra la differenza esistente fra quella ch'egli chiama la nutrizione fisica e la nutrizione psichica: i beni che riguardano la nutrizione fisica possono essere fatti oggetto di commercio, ma le idee sono gratuitamente prodotte, trasmesse e condivise, e considerate tali da non doversi fare oggetto di traffico. “
* La nutrition psychique et l'économie, in «Cahiers de l'Institut de science économique appliquée», 55, serie M, n. I, maggio-dicembre 1957, pp. 4-15.
---------
Brano tratto dall’articolo di Pierre-Maxime Schuhl Perché l’antichità classica non ha conosciuto il « macchinismo »? pubblicato nel 1962 sulla rivista «De Homine» (fasc. 2-3), quindi raccolto in appendice al saggio:
Alexandre Koyré, Dal mondo del pressappoco all'universo della precisione. Tecniche, strumenti e filosofia dal mondo classico alla rivoluzione scientifica, introduzione e traduzione di Paola Zambelli, Einaudi (collana Nuovo Politecnico n° 12), 1967.
[1ª Edizione originale: Parigi, 1961]
14 notes · View notes
scogito · 7 months
Text
Tumblr media
Di base lo dicono perché sono obbligati a darti una scelta. Tuttavia questo Sistema è creato per testare la volontà e il merito (parlo di livelli superiori) e la maggioranza fallisce miseramente. L'umano medio non si rende nemmeno conto del perché dovrebbe impegnarsi a evolvere, ma soprattutto non avendo la volontà di farlo, scambia il progresso tecnologico con il miglioramento di sé.
Questo accade sia perché detesta prendersi responsabilità, sia perché indottrinato da quando nasce si fida solo di altre maggioranze.
Dunque è un cane che si morde la coda, un circolo vizioso di vittime e carnefici, l'Uruboro, sempre la stessa solfa.
(Il link del post è riferito a Neuralink)
50 notes · View notes
schizografia · 4 months
Text
Il guscio della lumaca
Quali che siano le ragioni profonde del tramonto dell’Occidente, di cui stiamo vivendo la crisi in ogni senso decisiva, è possibile compendiarne l’esito estremo in quello che, riprendendo un’icastica immagine di Ivan Illich, potremmo chiamare il «teorema della lumaca». «Se la lumaca», recita il teorema, «dopo aver aggiunto al suo guscio un certo numero di spire, invece di arrestarsi, ne continuasse la crescita, una sola spira ulteriore aumenterebbe di 16 volte il peso della sua casa e la lumaca ne rimarrebbe inesorabilmente schiacciata». È quanto sta avvenendo nella specie che un tempo si definiva homo sapiens per quanto riguarda lo sviluppo tecnologico e, in generale, l’ipertrofia dei dispositivi giuridici, scientifici e industriali che caratterizzano la società umana.
Questi sono stati da sempre indispensabili alla vita di quello speciale mammifero che è l’uomo, la cui nascita prematura implica un prolungamento della condizione infantile, in cui il piccolo non è in grado di provvedere alla sua sopravvivenza. Ma, come spesso avviene, proprio in ciò che ne assicura la salvezza si nasconde un pericolo mortale. Gli scienziati che, come il geniale anatomista olandese Lodewjik Bolk, hanno riflettuto sulla singolare condizione della specie umana, ne hanno tratto, infatti, delle conseguenze a dir poco pessimistiche sul futuro della civiltà. Nel corso del tempo lo sviluppo crescente delle tecnologie e delle strutture sociali produce una vera e propria inibizione della vitalità, che prelude a una possibile scomparsa della specie. L’accesso allo stadio adulto viene infatti sempre più differito, la crescita dell’organismo sempre più rallentata, la durata della vita – e quindi la vecchiaia – prolungata. «Il progresso di questa inibizione del processo vitale», scrive Bolk, «non può superare un certo limite senza che la vitalità, senza che la forza di resistenza alle influenze nefaste dell’esterno, in breve, senza che l’esistenza dell’uomo non ne sia compromessa. Più l’umanità avanza sul cammino dell’umanizzazione, più essa s’avvicina a quel punto fatale in cui progresso significherà distruzione. E non è certo nella natura dell’uomo arrestarsi di fronte a ciò».
È questa situazione estrema che noi stiamo oggi vivendo. La moltiplicazione senza limiti dei dispositivi tecnologici, l’assoggettamento crescente a vincoli e autorizzazioni legali di ogni genere e specie e la sudditanza integrale rispetto alle leggi del mercato rendono gli individui sempre più dipendenti da fattori che sfuggono integralmente al loro controllo. Gunther Anders ha definito la nuova relazione che la modernità ha prodotto fra l’uomo e i suoi strumenti con l’espressione: «dislivello prometeico» e ha parlato di una «vergogna» di fronte all’umiliante superiorità delle cose prodotte dalla tecnologia, di cui non possiamo più in alcun modo ritenerci padroni. È possibile che oggi questo dislivello abbia raggiunto il punto di tensione massima e l’uomo sia diventato del tutto incapace di assumere il governo della sfera dei prodotti da lui creati.
All’inibizione della vitalità descritta da Bolk si aggiunge l’abdicazione a quella stessa intelligenza che poteva in qualche modo frenarne le conseguenze negative. L’abbandono di quell’ultimo nesso con la natura, che la tradizione filosofica chiamava lumen naturae, produce una stupidità artificiale che rende l’ipertrofia tecnologica ancora più incontrollabile.
Che cosa avverrà della lumaca schiacciata dal suo stesso guscio? Come riuscirà a sopravvivere alle macerie della sua casa? Sono queste le domande che non dobbiamo cessare di porci.
23 maggio 2024
22 notes · View notes
pettirosso1959 · 12 days
Text
Tumblr media
RUBARE IL FUTURO ALL'UMANITA' PRIVANDOLA DI ACCIAIO ED ENERGIA ELETTRICA
L'industria siderurgica è stata una pietra miliare dello sviluppo industriale e la sua evoluzione è una testimonianza dell'ingegno umano e del progresso tecnologico.
Nel corso dei decenni, i continui miglioramenti nella tecnologia degli altiforni, nel controllo dei processi e nel recupero di energia hanno portato a significativi guadagni in termini di produttività ed efficienza energetica.
La Cina continua a dominare la capacità produttiva e le esportazioni, con giganti del settore come Baowu Group in prima linea. Altri importanti produttori di acciaio includono la giapponese Nippon Steel & Sumitomo Metal Corp., l'indiana Tata Steel, la sudcoreana POSCO e l'europea ArcelorMittal.
Le acciaierie integrate di oggi sono meraviglie dell'ingegneria, in grado di produrre milioni di tonnellate all'anno con notevole efficienza. Gli altiforni più performanti possono raggiungere efficienze energetiche fino al 70%, valori che sembravano irraggiungibili solo pochi decenni fa.
L'acciaio è essenziale nella società moderna, in quanto ci fornisce la materia prima essenziale per ogni attività svolta dall'uomo; dalle industrie e relative macchine, fino alle infrastrutture strategiche, tutto è acciaio. Dal 2001, la produzione globale di acciaio grezzo è raddoppiata e la domanda continuerà ad aumentare nei prossimi decenni.
E come l'energia elettrica, anche l'acciaio entra nel mirino degli ambientalisti e della loro pretesa di "decarbonizzare" il settore attraverso l'utilizzo dell'idrogeno in luogo del carbone di cokeria.
Il carbone è essenziale, perché permette di ottenere il duplice vantaggio di procedere all'ossidoriduzione della materia prima (con formazione di CO e CO2, entrambe utilizzate per produrre energia termica ed elettrica utile ai processi di produzione dell'acciaio grezzo), ma anche per produrre acciai di elevata qualità da sottoporre a processi termochimici atti a migliorarne/esaltarne specifiche qualità meccaniche/termiche/chimiche.
La pretesa ambientalista di produrre l'acciaio dalla materia prima attraverso l'utilizzo dell'idrogeno espone il mercato ad un duplice pericolo. Il primo, l'eccessivo uso di energia elettrica, sia per trattare il minerale, sia per produrre idrogeno; i costi della materia sarebbero esposti ad un incremento esponenziale.
Il secondo pericolo, non meno grave, è la nota fragilità dell'acciaio in presenza di idrogeno incluso nella matrice cristallina, che ne altera in modo irrimediabile le caratteristiche chimiche e meccaniche. Note come "fiocchi di idrogeno" costituiscono discontinuità del reticolo, con maggiore fragilità e minore resistenza meccanica all'invecchiamento.
Il passaggio alla produzione di acciaio a idrogeno rischia di vanificare un secolo di progressi nella produzione efficiente. I costi elevati, le sfide tecnologiche e la limitata scalabilità dei processi basati sull'idrogeno sono garantiti per renderlo meno redditizio rispetto alla produzione di acciaio basata sul carbone.
Stime prudenti suggeriscono che la produzione di acciaio a base di idrogeno potrebbe essere del 20-30% più costosa rispetto ai metodi tradizionali. Questo differenziale di costo non è banale in un settore con margini ristretti e un'intensa concorrenza globale.
L'aumento dei costi si ripercuoterebbe sull'economia, colpendo l'edilizia, la produzione automobilistica e innumerevoli altri settori che si affidano all'acciaio a prezzi accessibili.
Rystad Energy afferma che l'acciaio "verde" può essere reso competitivo solo imponendo pesanti tasse sull'acciaio a base di carbone o assegnando enormi sussidi ai produttori di acciaio.
Inoltre, l'idrogeno prodotto attraverso l'elettrolisi è ad alta intensità energetica. Produrre abbastanza per soddisfare le esigenze dell'industria siderurgica richiederebbe una massiccia espansione della capacità di energia rinnovabile, ben oltre le attuali proiezioni.
Sebbene esistano progetti pilota di idrogeno verde, non è stato dimostrato su scala industriale. Al contrario, uno dei vantaggi più significativi della produzione di acciaio a base di carbone è la sua capacità di operare su larga scala.
I moderni altiforni possono produrre fino a 400 tonnellate di acciaio all'ora, funzionando ininterrottamente per anni tra i periodi di manutenzione più importanti. Questa scala di produzione è fondamentale per soddisfare la domanda globale di acciaio, che nel 2021 si è attestata a 1,95 miliardi di tonnellate e si prevede che crescerà, al netto delle considerazioni sulla qualità finale del prodotto. Un diverso modo di rubare il futuro all'umanità dopo averlo fatto privandola dell'accesso all'energia elettrica a basso costo ed affidabile.
11 notes · View notes
ambrenoir · 22 days
Text
Mi permetto di riportare le parole di un antroposofo, Tiziano Bellucci, scritte pochi giorni prima della tragedia di Paderno- Dugnano.
APPELLO AL GENERE UMANO: TU CREDI CHE IL MALE NON POSSA IMPOSSESSARSI DI TE?
L’essere umano è un involucro che di solito contiene un’anima, ma può “svuotarsi” da essa e lasciare che altri “io” non umani possano penetrarvi e prendere il comando.
Questo “io” non umani hanno un morale diversa, la quale si basa sulla distruzione dell’esistenza.
Non sono entità extraterrestri, ma forze che sono sempre esiste sulla terra e sempre hanno attentato all’uomo: ma soprattutto ora, con il propagarsi di reti virtuali ed elettromagnetiche, hanno il massimo accesso, la loro invasione è favorita ai massimi gradi.
“𝑄𝑢𝑎𝑛𝑑𝑜 ℎ𝑜 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑖𝑢𝑡𝑜 𝑞𝑢𝑒𝑙𝑙’𝑎𝑡𝑡𝑜 𝑜𝑚𝑖𝑐𝑖𝑑𝑎 𝑒𝑟𝑜 “𝑓𝑢𝑜𝑟𝑖 𝑑𝑖 𝑚𝑒”, 𝑞𝑢𝑎𝑙𝑐𝑜𝑠‘𝑎𝑙𝑡𝑟𝑜 𝑠𝑖 𝑒̀ 𝑖𝑚𝑝𝑜𝑠𝑠𝑒𝑠𝑠𝑎𝑡𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑚𝑖𝑎 𝑐𝑜𝑠𝑐𝑖𝑒𝑛𝑧𝑎”: così affermano coloro che vengono accusati come “assassini”.
Queste entità attaccano soprattutto i ragazzi, adolescenti, oppure gli adulti fortemente materialisti, informatizzati.
Il “progresso” tecnologico, sta sorpassando troppo i ritmi di comprensione umana; la scienza non è stata capace di stare al passo con la coscienza dell'uomo.
Non si è voluto rispettare le attuali capacità umane di “gestione” morale delle macchine e degli strumenti informatici.
Il risultato è che l’individuo viene “svuotato” dagli automatismi che gli vengono indotti dalla tecnologia.
Gli individui meno autonomi, quindi più immaturi sono maggiormente a rischio: ma sono molti quelli che si credono “protetti” o maturi, pur non essendolo.
Queste entità non umane approfittano delle occasioni di “vuoto” e prendono al volo la possibilità di “occupare” le coscienze umane.
Quale è il rimedio?
Primo: non credere di essere esenti da questa minaccia;
secondo: proteggere i più giovani evitando che diventino succubi della tecnologia;
terzo: limitare al massimo l’uso del virtuale, ritornando ad uno stile di vita più essenziale e naturale.
Piaccia o non piaccia, questa realtà esiste lo stesso, anche se non la si accetta, anche se non si è d’accordo. Anzi, coloro che non la riconoscono sono potenziali vittime di una imminente “occupazione”.
Quando avviene l’“egemonia” di una forza dentro di sé, è troppo tardi per tornare indietro.
So che queste parole possono sembrare fuori dal tempo e paradossali, ma esse sono la risposta a tutte le quelle manifestazioni delittuose e irragionevoli verso le quali non si riesce a dare una spiegazione razionale o sensata.
L’uomo è di natura un essere benevolo: può però divenire il veicolo di forze del male.
Il “sequestro si sè” non è solo una superstizione che appartiene al medioevo: coloro che ironizzano, e dicono “𝑖𝑙 𝑑𝑖𝑎𝑣𝑜𝑙𝑜 𝑛𝑜𝑛 𝑒𝑠𝑖𝑠𝑡𝑒, 𝑜𝑐𝑐𝑜𝑟𝑟𝑒 𝑎𝑛𝑑𝑎𝑟𝑒 𝑎𝑣𝑎𝑛𝑡𝑖!” la risposta è: "𝒔𝒊 𝒅𝒆𝒗𝒆 𝒕𝒐𝒓𝒏𝒂𝒓𝒆 𝒊𝒏𝒅𝒊𝒆𝒕𝒓𝒐 𝒊𝒏𝒗𝒆𝒄𝒆, 𝒓𝒊𝒕𝒓𝒐𝒗𝒂𝒓𝒆 𝒒𝒖𝒆𝒍 𝒕𝒆𝒎𝒑𝒐 𝒊𝒏 𝒄𝒖𝒊 𝒔𝒊 𝒂𝒗𝒆𝒗𝒂 𝒑𝒊𝒖̀ 𝒓𝒊𝒔𝒑𝒆𝒕𝒕𝒐 𝒅𝒊 𝒔𝒆 𝒔𝒕𝒆𝒔𝒔𝒊 𝒆 𝒅𝒆𝒈𝒍𝒊 𝒂𝒍𝒕𝒓𝒊. 𝑬 𝒔𝒊 𝒔𝒂𝒑𝒆𝒗𝒂 𝒄𝒉𝒆 𝒊𝒍 𝒎𝒂𝒍𝒆 𝒆̀ 𝒖𝒏’𝒆𝒏𝒕𝒊𝒕𝒂̀ 𝒓𝒆𝒂𝒍𝒆”
Non possiamo rimanere indifferenti a questo pericolo.
Tiziano Bellucci
11 notes · View notes
libriaco · 3 months
Text
Antimuffa
Tumblr media
Molto […] preoccupante, per chi esige una presenza vitale della cultura classica nella scuola, è […] la proposta di eliminare lo studio delle lingue antiche, e, quindi, la lettura diretta dei testi, riducendo il contatto con l’antichità alla lettura di traduzioni, accompagnate da illustrazioni amene. Tale proposta non solo trova sostegno in ambienti ministeriali, ma incontra facilmente il consenso di quanti, anche fra le persone colte, vogliono allo stesso tempo una scuola più facile e più conforme alle meraviglie del progresso tecnologico, libera dalle muffe del passato.
A. La Penna, Sulla scuola [1999], Roma - Bari, Laterza, ebook, 2014
Immagine: Hendrick Bloemaert, Vecchio che legge (1636), olio su tela, Museo di Belle Arti, Budapest
7 notes · View notes
falcemartello · 1 year
Text
-----
Memorandum
È un articolo passato po' in sordina del 3 novembre 2022, dopo che la UE annuncia, de facto, un nuovo Green Pass, questa volta permanente.
Una ID digitale per passaporti batteria previsti per i veicoli elettrici: fondata da WEF Global Battery Alliance
Tumblr media
Benvenuti nel nuovo futuro distopico dove l'individuo esisterà solo scansionato da un QR code e nulla potrà essere solo a prescindere.
Del resto già ora, definiamo "progresso tecnologico" quella cosa per cui TU devi dimostrare ad un computer che non sei un robot.
66 notes · View notes
a-dreamer95 · 2 months
Text
“Abbiamo fatto del nostro meglio per peggiorare il mondo” E. Montale
L'umanità è incapace di fare realmente del bene. Abbiamo contribuito a un peggioramento generale del mondo e la responsabilità è soltanto nostra. Ogni progresso tecnologico sembra portare con sé nuove forme di inquinamento, sfruttamento e disuguaglianza.
La deforestazione avanza, le specie si estinguono a ritmi allarmanti, e il cambiamento climatico minaccia la nostra stessa sopravvivenza. Le guerre e i conflitti continuano a devastare nazioni intere, e milioni di persone vivono in condizioni di estrema povertà e sofferenza. Nonostante gli sforzi di alcune persone e organizzazioni che lottano per la giustizia e la sostenibilità, sembra che il sistema globale sia intrinsecamente orientato verso la distruzione. Gli interessi economici prevalgono su quelli ambientali e sociali, e la corsa al profitto rapido e facile guida le decisioni politiche e aziendali. La nostra incapacità di collaborare su scala globale per risolvere problemi cruciali mette in evidenza la nostra miopia e il nostro egoismo.
Spesso ci si scontra con persone che peccano di superbia perché sono in quel posto o in quella posizione da più tempo o magari sono solo più grandi e ti trattano come se fossi un deficiente. Credo che questo atteggiamento nasca dalla paura che una persona più qualificata o più titolata possa toglier loro il lavoro.
Vedo proprio tanta superbia e arroganza, ovunque io mi giri.
4 notes · View notes
crazy-so-na-sega · 2 months
Text
Tumblr media
oggi la Scienza, come la si intendeva una volta, non esiste più. Ora il progresso tecnologico si realizza solo se quanto esso produce può in qualche modo essere impiegato per ridurre la libertà umana.
-George Orwell
5 notes · View notes
Text
L'uomo sta perdendo la mente e anche l'anima, e quindi si riduce a corpo, a muscoli che gli consentono di svolgere le mansioni dell'Homo faber, che corre, consuma sesso, mangia e usa le mani: un tempo per lavorare, adesso per gli hobby.
Si tratta di una profonda regressione antropologica, non soltanto di un effetto secondario del progresso tecnologico.
Se cadono non solo le facoltà ideative, ma anche i desideri, il piacere di sapere, tutto riporta al fare come segno di essere. Non più il《cogito ergo sum》, ma 《faccio dunque non sono morto》.
Vittorino Andreoli
7 notes · View notes
oroverdea3 · 1 year
Text
Tumblr media
ORO VERDE è un'azienda artigianale che affonda le sue radici negli anni '50 e che è stata poi ricostituita nel 2013 dai fratelli Andaloro, ispirati dal loro spirito imprenditoriale e dalla passione ereditata dai nonni per la natura; l’azienda si pone al centro di una filosofia che coniuga tradizione e innovazione, in linea con i principi della dieta mediterranea.
PRODUZIONE ARTIGIANALE E TECNOLOGIA. Specializzata nella produzione e trasformazione di pistacchi, mandorle, pomodori ed erbe aromatiche, ORO VERDE adotta un approccio unico alla produzione, proponendosi di emergere come protagonista nel settore. Ponendo l'accento sulla qualità e dedicandosi sia nella preservazione delle tradizioni che nel progresso tecnologico, l'azienda mantiene tecniche tradizionali tramandate di generazione in generazione per garantire la qualità delle materie prime, combinando al contempo l'utilizzo di macchinari all'avanguardia. Questa combinazione di maestria artigianale e tecnologia moderna consente ad ORO VERDE di offrire prodotti di alta qualità che conservano sapori autentici e caratteristiche tradizionali.
INNOVAZIONE E ADATTAMENTO AL MERCATO. ORO VERDE abbraccia l'innovazione e ricerca costantemente percorsi fuori dall'ordinario per lo sviluppo dei propri prodotti, comprendendo l'importanza di adattarsi alle mutevoli preferenze dei consumatori e alle abitudini alimentari, in sintonia con le esigenze nutrizionali dei nostri clienti attenti alla salute, in particolare rispettando i principi della dieta mediterranea.
LA DIETA MEDITERRANEA COME PRIORITÀ. Riconosciamo che i consumatori cercano sapori deliziosi, ma conferiscono anche la priorità alla salute e al benessere. I nostri prodotti a base di pistacchio e mandorle, per esempio, sono ricchi di nutrienti essenziali, tra cui vitamine, minerali, fibre e acidi grassi essenziali, che sono componenti fondamentali della dieta mediterranea. Miriamo a offrire ai nostri clienti non solo un'esperienza gustativa eccellente, ma anche un'opzione salutare e nutriente che sostenga il loro benessere.
ORO VERDE si distingue come un'azienda artigianale che dedica attenzione alla qualità, adotta un approccio scrupoloso nella produzione e si impegna a fondere tradizione e innovazione, offrendo una gamma di prodotti selezionata che non solo deliziano il palato, ma che supportano anche un'alimentazione sana e nutriente, in linea con i principi salutari della dieta mediterranea. Mentre continuiamo a crescere ed evolverci, il nostro obiettivo è fornire prodotti selezionati di eccellenza che incarnino al meglio l'armonioso connubio tra tradizione e progresso tecnologico, nel rispetto dei principi salutari della dieta mediterranea.
8 notes · View notes
diceriadelluntore · 2 years
Text
Medioevo?
Il giorno dopo l’insediamento del nuovo governo, uno dei meme più gettonati richiamava un ritorno a pratiche medioevali, sospettando l’avanzata o il ritorno di istanze che definire a volte conservatrici è un eufemismo. Se da una parte le prime avvisaglie, soprattutto sui diritti civili, sembrano dar ragione a chi lo temeva, c’è una precisazione che voglio fare, uno spezzare la lancia sul termine di paragone per definire queste svolte retrograde: il Medioevo.
Una premessa fondamentale: per ogni periodo storico è facile cadere nel tranello di immaginare il passato “con gli occhi del presente”. Voglio dire che un abitante di, per dire, Tallin del 1027 d.C. (o come va di moda adesso, e.v., che sta per era volgare), non sapeva certo di essere nel Medioevo: viveva essenzialmente il suo tempo, la sua cultura, le sue abitudini, e in base alla sua brillantezza intellettuale, ne seguiva i cambiamenti. Se può sembrare un’ovvietà, basta aprire libri di storia famosi per scoprire che è invece il metodo di critica a ogni periodo storico passato.
Orbene, il Medioevo è un periodo storico lunghissimo, per convenzione si fa coincidere, per noi europei, dalla caduta dell’Impero Romano d’Occidente nel 476, anno in cui Odoacre, generale probabilmente di origini unne, depose il piccolo imperatore Romolo Augusto fino ad avvenimenti del 1400: per alcune correnti storiografiche, con il viaggio di Colombo nelle Indie, che sappiamo benissimo fossero altro, nel 1492, oppure con la presa di Costantinopoli degli Ottomani, nel 1453, oppure la fine della Guerra dei Cento Anni, che finì nello stesso anno, e che era durata più del suo nome, 116 anni dal 1337 quasi ininterrottamente.
Qualsiasi sia l’episodio prescelto, sin dal periodo successivo, che ricordo sancisce per convenzione la fine della Storia Antica e l’inizio della Storia Moderna, ci fu un immotivato perseguimento di questi secoli: periodi bui, fatti di superstizioni, potere oppressivo della chiesa, caduta di valori umani, regresso tecnologico, politico e morale. Il culmine si ebbe nell’Illuminismo, soprattutto con la Scuola Scozzese, che prefigurando la Storia Umana come un continuo progresso, non poteva che vedere con disgusto quei secoli fatti di arretratezza. Tant’è vero che ancora oggi “medioevale” vale all'antica, (scherz.) antidiluviano, antiquato, arretrato, da medioevo, retrivo, retrogrado, sorpassato, superato (voce “medioevale”, Vocabolario dei Sinonimi e Contrari Treccani).
Tolti gli specchi deformanti, definizione questa di un grande storico europeo, Joseph Fontana, si scoprono che girano infinite balle su questo periodo, che come molte balle sono dure a morire. Dal Terrore dell’anno Mille, inesistente poichè la datazione dei coevi non veniva “codificata” come avviene oggi, e seguiva per dire gli anni di Regno del Monarca, oppure sul mitico ius prime noctis, definizione che non esiste in nessun documento dell’epoca, tranne, parola del mitico professor Barbero, in un documento della diocesi di Amies, dove veniva definita così la gabella che una giovane coppia dava al vescovo, in segno di benedizione, quando andava ad abitare una nuova casa; oppure la tortura come pratica “condivisa” per estorcere confessioni, pratica tra l’altro regolamentata nel 1215 da una bolla papale di Innocenzo III, che ne aboliva la benedizione. Si continuò a seguire il diritto romano e le prime decisive concessioni in senso “democratico” avvennero in questi periodi, si pensi alla Magna Charta libertatum, del 1215, documento che doveva garantire la tutela dei diritti della chiesa, la protezione dei civili dalla detenzione ingiustificata, offrire una rapida giustizia e limitare i diritti di tassazione feudali del Re d’Inghilterra, che pochi ricordano però fu disattesa da tutte le parti in causa (Corona, Nobiltà e clero) tanto che lo stesso Innocenzo III di cui sopra la abolì, facendo precipitare il paese nella prima guerra dei baroni. Non si era più sporchi che nei secoli successivi, nemmeno più stupidi e creduloni, e il ruolo degli intellettuali era libero, perfino in senso contemporaneo, al netto delle conoscenze e dei valori etici del periodo. Secondo Fontana, e questa cosa è stupefacente, si uccisero più donne di stregoneria nel 1700 che nel 1200, e l’ultima donna arsa viva al rogo ebbe supplizio in Svezia nel 1786, tre anni prima della Rivoluzione Francese. E persino la diceria che fossero terrapiattisti è del tutto fuorviante, dato che uno dei libri più letti, studiati e copiati di tutto il periodo fu il Tractatus de sphaera opera fondamentale di Giovanni Sacrobosco (che in realtà era inglese, John Of Holywood) che riprendendo i trattati tolemaici illustrava la sfericità della Terra. E basta pensare a Dante, alla nascita delle Università (Bologna, la Scuola Medica Salernitana simbolo anche di tolleranza religiosa, Parigi, Padova, Napoli e tante altre in tutta Europa), all’arte gotica, ad una cattedrale di quel periodo per comprenderne la grandissima tecnica e abilità di calcolo, di ingegneria e di architettura. Oppure una copia di un manoscritto o una miniatura di abbazia. 
Chiudo con una provocazione: uno dei simboli del periodo era la gogna, strumento punitivo, di contenzione, di controllo, di tortura. Propriamente era un collare di ferro, fissato a una colonna per mezzo di una catena, che esponeva i condannati alla berlina: la berlina era una tavola, o lo stesso palo dove veniva legata la gogna, dove era mostrato al pubblico chi aveva commesso il reato. Va detto che come mezzo di punizione, ha avuto vita ben più lunga di qualsiasi pratica medioevale: quasi del tutto scomparsa solo nel XIX secolo, in alcuni paesi ancora oggi è utilizzata. Se non fisicamente, vale la sua variante contemporanea attraverso non la colonna o la catena, ma l’esposizione mediatica. Esempio lampante è il caso sollevato dalla trasmissione televisiva Le Iene, riguardo una relazione virtuale sentimentale tra un 24enne di Forlì e una certa Irene, in realtà un uomo di 64 anni di Forlimpopoli che per oltre un anno ha condiviso messaggi con lui, con il doppio suicidio del 24enne, una volta scoperto l’inganno, e del 64enne, dopo che la trasmissione lo aveva rintracciato e filmato in un servizio del programma. Nelle gogne medioevali, i condannati venivano messi al pubblico ludibrio solo a condanna avvenuta, e duravano poche ore: oltre a lanciargli cose, tra cui i liquami dei pozzi neri (da cui nascono tutte le locuzioni sul tema), pratica comune era fargli il solletico (a Canelli in provincia di Asti, durante la rievocazione storica dell’Assedio alla città del 1613, c’è la riproposizione in chiave umoristica e folkloristica della gogna del solletico).
 Siamo forse meglio di loro a questo punto?
Nel nostro immaginario è troppo forte il piacere di credere che in passato c’è stata un’epoca tenebrosa, ma che noi ne siamo usciti, e siamo migliori di quelli che vivevano allora. Alessandro Barbero
19 notes · View notes
scogito · 7 months
Text
La maggior parte delle persone che svolgono lavori impiegatizi sono tali e quali alle macchine, solo meno efficienti, più lente, svogliate e lamentose.
Dal punto di vista del rendimento si aggiunge che praticamente rubano lo stipendio adempiendo i loro ruoli in modo pessimo.
Due anni fa ho scritto un post e lo ripeto oggi. Questo passaggio accadrà per tutte le mansioni basiche e con possibile automazione, è una questione di tempo, e nemmeno tanto, perché avvenga una transizione di massa.
5 notes · View notes
t-annhauser · 2 years
Text
Cosa vuole conservare il conservatore?
cosa vuole conservare il conservatore e ipotesi sul perché a nessuno riesce di tenere fermi i propri principi
Il conservatore cosa vuole conservare, i modi della produzione e dell'economia? No, perché ogni nuova tecnologia è vista come un'opportunità, l'avanzamento della tecnica è vitale, addirittura salvifico. Vuole dunque conservare la società? Sì, vuole conservare certe forme della vita sociale che però gli sfuggono inevitabilmente di mano in quanto quelle forme sono plasmate proprio da quel mutamento tecnologico che per altro verso favorisce e incoraggia. La civiltà industriale che permette al conservatore (e del resto anche al non conservatore) di prosperare è la stessa civiltà che rende meno necessaria la famiglia, la civiltà industriale spinge più speditamente verso l'individualismo, i ruoli uomo/donna sono intercambiabili, la vita religiosa con i suoi valori diventa irrilevante. Così il conservatore si impunta sulla conservazione di quei valori che lui stesso contribuisce inavvertitamente a mutare, cadendo cocciutamente in contraddizione con se stesso, in una velleitaria guerra ai mulini a vento. Il progressista, per contro, vuole imporre i nuovi valori come frutto di una non meglio precisata spinta del progresso, facendo perno piuttosto strumentalmente sulla scienza, che di suo non esprime giudizi. Entrambi, conservatori e progressisti, sono condotti in questo ballo da meccanismi che li sovrastano, pensano di guidare, di governare l'attualità, ma ne sono governati.
10 notes · View notes
anchesetuttinoino · 17 days
Text
🇩🇪 GERMANIA. LE CASSE MALATTIA INCASSANO 2,2 MILIARDI DI EURO IN MENO IN SEI MESI
Le riserve finanziarie sono quasi esaurite: il deficit dell'assicurazione sanitaria obbligatoria è aumentato drasticamente. Un aumento dei contributi appare inevitabile.
Nella prima metà del 2024, le casse malattia obbligatorie hanno speso molto più denaro di quanto ne hanno guadagnato. Alla fine di giugno, le 95 compagnie di assicurazione sanitaria avevano un deficit di 2,2 miliardi di euro, ha annunciato il Ministero federale della Salute. Nella prima metà del 2023 la perdita era stata di soli 627 milioni di euro. Le riserve delle casse malati ammontano ora a 6,2 miliardi di euro, che corrispondono a 0,23 mesi di spesa, appena al di sopra della riserva minima legale di 0,2 mesi di spesa.
Secondo il ministero, nei primi sei mesi di quest'anno, un totale di 159,1 miliardi di euro di entrate è stato compensato da spese per 161,3 miliardi di euro. I ricavi, pari al 5,5 percento, sono aumentati notevolmente rispetto all'anno precedente grazie alla stabilità del mercato del lavoro e all'elevato livello dei contratti collettivi. Tuttavia, le spese per le prestazioni delle casse malattia sono cresciute ancora più rapidamente, pari al 7,6%, e le ragioni sono considerate l'invecchiamento della società e i costi più elevati dovuti al progresso tecnologico del sistema sanitario.
L'associazione nazionale delle casse malattia obbligatorie ha annunciato che per l'intero anno si prevede un disavanzo compreso tra 4 e 4,5 miliardi di euro. Di conseguenza, i contributi continuerebbero ad aumentare se la politica non adotterà finalmente contromisure.
Il ministro della Salute Karl Lauterbach (SPD) ha già annunciato che nel 2025 sono previsti aumenti dei premi, anche per l'assicurazione per l'assistenza a lungo termine. Ha giustificato questa misura con le necessarie riforme strutturali, che smorzeranno l'aumento dei costi a lungo termine. "Ora siamo nella la fase in cui dobbiamo prendere i soldi nelle nostre mani, anche quelle dei contribuenti", ha detto Lauterbach a Stern.
Fonte: Der Spiegel
🟥 Segui Giubbe Rosse
Telegram | Web | Ultim'ora | Twitter | Facebook | Instagram | Truth | Odysee
----
Germania sempre più in deficit
1 note · View note
giusepperavera · 21 days
Link
0 notes