#protagonista problematico
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pier-carlo-universe · 7 months ago
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Il Gufo: Il Noir di Emma Saponaro che Scava nelle Ombre dell’Animo UmanoUn viaggio tra segreti oscuri, violenza e dilemmi morali
Con “Il Gufo”, il suo terzo romanzo, Emma Saponaro consegna ai lettori un’opera dal tono cupo e riflessivo, capace di fondere tensione narrativa e introspezione psicologica.
Un noir affilato e complesso Con “Il Gufo”, il suo terzo romanzo, Emma Saponaro consegna ai lettori un’opera dal tono cupo e riflessivo, capace di fondere tensione narrativa e introspezione psicologica. Pubblicato da Les Flâneurs Edizioni nella collana Montparnasse, il libro ci trascina in un mondo di segreti, rimpianti e una feroce ricerca della verità. Protagonista del romanzo è Il Gufo, un…
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lalivella · 8 months ago
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Villa Regina, Boscoreale
Scoperto nel 1977 il complesso, situato nel Comune di Boscoreale, è una fattoria di piccole dimensioni costruita in età sillana (I secolo a.C.), incentrata su una cella vinaria ospitante 18 dolia interrati per la conservazione del mosto ricavato dall’uva prodotta nel vigneto che circondava la villa e della quale è stato possibile ricostruire l’impianto. La fattoria era infatti dotata di un apposito ambiente per la torchiatura dei grappoli, oltre che di locali adibiti alle attività domestiche, a stalla e deposito.
Della pars urbana l’unico ambiente signorile era il triclinio ornato da pitture di III stile, mentre altre stanze di alloggio erano poste al piano superiore accessibile mediante una scala.
All’epoca dell’eruzione la fattoria doveva essere utilizzata solo durante le lavorazioni agricole, e presenta molte stanze in attesa di essere ripristinate dopo il terremoto del 62 d.C.
Tra gli oggetti ivi rinvenuti si segnalano una piccola erma del dio Bacco, proveniente dal larario del portico, numeroso vasellame da mensa e da cucina, attrezzi agricoli ed alcune lucerne, tra cui una databile al III-IV secolo d.C. che dimostra la frequentazione del sito in epoca posteriore all’eruzione del 79 d.C..
Eta sillana: Ci troviamo nel I ventennio del I secolo a.C., periodo più significativo della storia romana. Già gli storici antichi erano unanimi nel vedere in questo ventennio convulso, problematico, conflittuale e violento per la guerra civile, per lo scontro tra Mariani e Sillani, per la dittatura di Silla, l'inizio della crisi delle istituzioni repubblicane e l'avvio di un processo che porterà all'affermazione di un nuovo assetto sociale ed istituzionale, con la perdita definitiva della repubblica, all'affermazione dapprima della monarchia di Cesare e poi del principato di Augusto. Gli studiosi considerano questo ventennio come una sorta di età di mezzo, non particolarmente creativa, tra la generazione di intellettuali che ha fissato le basi della letteratura latina (Nevio, Plauto, Ennio, Catone e Terenzio) e quella del I secolo, protagonista di una straordinaria stagione letteraria (Lucrezio, Catullo, Cesare e Cicerone).
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maryasmorevna · 1 year ago
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Sei una Ghoulcy shipper italiana!?? Allora esistiamo anche noi..non è colpa mia giuro io li amo troppo e non mi capitava dai tempi del bellarke. So che non diventeranno mai Canon ma chissenefrega. Perché su Twitter ti bloccano se ami questo pair? Mai visto nulla del genere. Sono entrata su Tumblr solo per shippare in santa pace 😅
sì, sono italiana! credo che con i miei reblog ossessivi sia come minimo riuscita a far interessare alla ship una esigua manciata di fellow sickos (italiani e non), quindi di certo non sei l'unica. anzi, su ao3 sono di gran lunga il pairing più popolare - vabbè che il fandom è praticamente neonato but still. "perché su twitter ti bloccano se ami questo pair?" oh povera figlia dell'estate shdhhfhdhd no sul serio, la cosa non mi stupisce per niente perché la coppia ha un sacco di attributi proBBBlematici (per me sono pregi ma vabbè) come l'age gap (non solo il fatto che cooper abbia più di duecento anni lol, intendo proprio fra gli attori) e la dinamica enemies to uneasy allies to (speriamo ma non ci conto proprio) lovers per cui ti accusano di essere un aBuSe aPoLoGiSt, e per giunta pure razzista perché invece di shippare la wholesome interracial pair vuoi accoppiare quella povera cinnamon roll della protagonista con il nasty old man di turno..... insomma, è un discourse vecchissimo che imo riecheggia in modo inquietante le vecchie r.eylo vs f.innrey wars dove ti facevano cyberbullismo e ti accusavano di qualsiasi cosa se volevi che rey pomiciasse col KTTV kylo ren lmao. I Was There, Gandalf™, e ho visto Cose. tbh non mi aspettavo minimamente che la coppia diventasse popolare, proprio per i suddetti motivi, ma a quanto pare ho sottovalutato il lato freak delle tumblr girlies (gnc). good for us! bisogna anche dire che se metti a paragone la cute puppy love romance con la dinamica della ghoulcy, ovviamente quest'ultima è molto più juicy. il pubblico in generale ama il conflitto, gli antieroi dannati e i villain pieni di dilemmi, per non parlare di roba tipo la bella e il mostro ecc. (infatti credo che molti più pg di colore dovrebbero essere caratterizzati in questo modo/avere questo tipo di storylines, vedi il sopraccitato finn che avrebbe ampiamente giovato di una character arc da vero ex stormtrooper con un forte conflitto interiore invece di diventare la sidekick di Super Rey. just imo ma vabbè). insomma, è un pair che può piacere quanto facilmente essere odiato da chi ha gusti, diciamo, più "convenzionali".
in ogni caso non sentirti assolutamente in colpa per shippare un pair "problematico"; la maggior parte di questi anti sono dei grandi ipocriti che amano roba problematicissima ma ti rompono le balle e si mettono a fare i moralisti solo sulle cose che non piacciono a loro. non esiste content Moralmente Puro al mondo, per non parlare di dinamiche fittizie realmente interessanti. ne so qualcosa perché sono su tumblr da dieci anni (ma non sono mai stata così masochista da iscrivermi a twitter lol). credo che un altro dei motivi per cui la ghoulcy è odiata da una fetta di pubblico sia il fatto che fallout, essendo un adattamento piuttosto riuscito di una saga videoludica di successo, riporta alla mente the last of us e il rapporto tra joel ed ellie, come se volessero ricreare una formula già comprovata, ma 1. la dinamica è molto diversa su tanti aspetti; ho visto solo il telefilm di tlou, ma joel considera davvero ellie come una figlia, in sostituzione della sua vera figlia biologica morta anni prima, mentre cooper ha già una figlia che tra l'altro pre-bomba era solo una bambina, mentre lucy è adulta (la sua prima scena è quella del suo matrimonio...); 2. è piuttosto ironico visto che un discreto numero di persone ha subodorato una... diciamo, tensione ambigua tra cooper e lucy. "there you are, little killer" e tutta la storia del dito, hello?? forse siamo solo tutti horny for la versione radioattiva del fantasma dell'opera lmao, ma è sicuramente qualcosa che ha colpito una parte di pubblico, specialmente, immagino, femminile. poi per carità, nella seconda stagione potrebbero pure dare loro un rapporto padre/figlia, anche se mi sembra difficile (infatti credo che cooper le farà da mentore, e non è la stessa cosa), e ai fan è concesso di immaginare tutti gli headcanon che vogliono... ma alcuni headcanon sono più plausibili di altri (questo vale per tutti i fandom), e non è giusto essere irrispettosi solo perché qualcun altro vuole che sti due abbiano un momento alla Famolo Strano lmao
ANYWAY, se ti va puoi mandarmi un ask con il tuo username. se ancora non ti seguo allora rimedierò, così possiamo parlare in privato tranquillamente di questo pairing incredibile (non ero così presa da tempo, proprio come te!) <3
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opulenzacinematografica · 1 year ago
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The Bikeriders: ha potenziale ma non si applica
La prima volta che ho visto la locandina di The  Bikeriders ammetto di essere stata colpita dal cast più che dal nome del regista (che ha poche opere all'attivo). Austin Butler dopo Dune e dopo Elvis, sarà riuscito ad immedesimarsi nelle dinamiche dei club di motociclisti? È sicuramente curioso vederlo accanto a Tom Hardy, ancora di più lo è vedere Jodie Comer (che io ritengo una delle migliori attrici in circolazione). La pellicola è ispirata all'omonimo fotolibro del 1968 del fotografo Danny Lyon, che racconta le vicende del moto club degli Outlaws MC.
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Quindi abbiamo motociclisti, grandissimo cast e la possibilità di vedere una storia originale. 
Ne vale la pena? Nì.
Sicuramente non è il film più brutto che avrete modo di vedere, anche solo per la presenza scenica degli attori, però si poteva fare di meglio, decisamente.
La pellicola non dura molto (116 minuti che sembrano molti di più) e non ha mai dei veri e propri colpi di scena, risultando così abbastanza piatta e lenta. Forse la scelta registica di raccontare il film tramite i racconti del fotografo (interpretato dal Mike Faist di Challengers) non ha permesso allo spettatore di empatizzare con il racconto, di prenderne parte in prima persona. Anche nei momenti in cui si cerca di rappresentare emozioni forti, si è proprio lontani dalla pellicola, non si viene assorbiti dallo schermo. Qualcosa che, secondo il mio modesto parere, non dovrebbe mai accadere.
The Bikeriders racconta la vita dei club di motociclisti prima che l’idea comune li affiancasse a criminalità e a traffici loschi, e questa cosa viene spiegata benissimo anche grazie ai racconto di Cathy, la protagonista femminile che si ritrova catapultata in un mondo molto distante dal suo ma più vero, che la tiene con i piedi saldamente a terra e dove ogni parola può pesare moltissimo.
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Se ne rende conto quando incontra Benny ( Austin Butler) di cui si innamora perdutamente e che, come sotto sotto spera ogni donna che incontra il ragazzo problematico, spera di cambiare con il suo amore.
Un concetto direi molto basico ma che si presta perfettamente alla narrazione e che darà un senso alla trama di Benny che si rivelerà essere semplicemente il personaggio più libero dalle pressioni del club.
Ogni membro del club ha un suo motivo e una storia per averne preso parte. Consiglio di vedere il film in originale dato che negli States l’appartenenza a un club di una determinata zona geografica, oltre a dare un accento diverso, descrive la realtà sociale dei vari rami (chapter) di provenienza.
I Vandals (il nome del film per gli Outlaws MC) che diventano i reietti della società perché fanno rumore, sono diversi, non si nascondono, sono una grande famiglia a loro modo ma anche questo senso di appartenenza, sebbene raccontato a dovere, non riesce a fare da collante per simpatizzare anche un minimo con il club.
La mia esperienza di dinamiche interne dei club di bikers si ferma a Sons of Anarchy, un prodotto totalmente differente ma che ha lo stesso target e si, le tempistiche sono diverse perché è una serie televisiva composta da sette stagioni ma la scrittura è proprio un’altra storia. Sons of Anarchy ha delle dinamiche shaksperiane che lo hanno reso il prodotto che è, e se solo The Bikeriders avesse avuto anche un minimo di scrittura creativa o anche solo un po’ più di cura per alcune dinamiche, secondo me non lo avrei trovato così poco interessante.
Ho trovato però sensato raccontare come le perdite di Johnny abbiano lentamente portato alla rovina del club, alterandone l’equilibrio e rendendolo più soggetto ad attacchi esterni. Che è un po’ quello che è forse il messaggio del film, mai abbassare la guardia.
Un racconto della golden era dei club di bikers che forse meritava un po’ più di cura o forse il suo scopo era proprio quello di limitarsi a rappresentare le pagine del fotolibro di Danny Lyon. 
Sono convinta che senza la presenza del personaggio di Cathy, il film sarebbe risultato ancora più difficile da digerire.
Si merita un 2 su 5.
Isabella R.
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cuberol · 2 years ago
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Confieso que cada vez me ha ido desgastando mas el hecho de que nos estamos inclinando hacia tramas personales de índole romántica, hacia tramas genéricas donde debemos limitarnos a lo que todo el mundo conoce.
Cada vez los foros tienen menos ambientacion, por lo que si llegas al foro y quieres usar el mundo que se supone te ofrecen... Te topas con la barrera de que ni su staff sabe de que va. Y si quieres usar lo poco que hay, no puedes, porque te genera preguntas y si cuestionas te llaman problematico.
Te dicen que la ciudad tiene una armada y te ponen un General militar como canon. Quieres hacer misiones, o un tema de entrenamiento, o elaborar la ficha de un soldado... Y no puedes. El General no rolea nada militar, solo su pareja, y tu que quieres saber la estructura de la armada, qué armas usan, dónde están los cuarteles, cómo entrenan, en un foro de fantasía "original".. Para escribir tú historia de forma adecuada, más allá de ser el protagonista newby que lo conoce todo por primera vez, no puedes porque si el staff no lo ha escrito no está permitido adentrarse y crear... ¿Acaso pido demasiado?
Solo puedo llevar tramas personales cuyos elementos son de uso genérico. Estoy agotado y triste, de toparme con barreras estúpidas y limitaciones incoherentes que no protegen al foro sino limitan al usuario. ¿Cuándo se volvieron los foros tan insulsos?
Martes del confieso que...
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cristoreysol · 11 days ago
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Por cierto..el TINERFEÑO "AGONEY" (AGONIA en INGLES) dijo que no tiene ningún contacto con AITANA tras OPERACION TRIUNFO durante la presentación del single NO ME CONOCES de BLAS CANTO hace unos meses y el cual representó a ESPAÑA en Eurovision en 2021 con "ME VOY A QUEDAR" tras no poder en 2020 por el CORONA_POLLAS con la canción UNIVERSO cuyo video se rodó en TENERIFE Y LANZAROTE..otro motivo para ir a TENERIFE de donde por cierto es la MISS ESPAÑA de 2008 Patricia YURENA a la que conocí en la piscina del hotel OASIS de CANCUN donde acabo la fiesta de la elección de MISS ESPAÑA'09 (extraño lugar para hacer esa gala teniendo sitios como TENERIFE jaja)..donde me colé haciendo AHOGADILLAS a las MISSES por lo que MISTER MUNDO Juan García Postigo digo por lo bajini que me iba a MATAR tras decirme que NO SABIA QUE HACIA YO ALLI y en cuya GALA me firmó un autógrafo PASTORA SOLER (PILAR SANCHEZ) que fue a cantar LA MALA COSTUMBRE de su cd BENDITA LOCURA (entre cd TODA MI VERDAD y cd UNA MUJER COMO YO)..viniendo justo a tiempo de EL SALVADOR (julio 2009) en una gala presentada por SANDRA BARNEDA (que entonces presentaba el programa de juicios "DE BUENA LEY" y con la que hablé al final de la GALA)..yendo al día siguiente al HARD ROCK CAFE donde pose con una camiseta de BOB MARLEY y una SERPIENTE BLANCA (=WHITESNAKE=cuyo cantante se caso_divorcio con la MALOGRADA protagonista de los vídeos IS THIS LOVE, HERE I GO AGAIN y STILL OF THE NIGHT donde al final se la lleva la SEX POLICE)
Por cierto.. la TINERFEÑA de GRANADILLA de ABONA PATRICIA YURENA que ganó MISS ESPAÑA'08 con solo 18 años se entrometió cuando consolaba en la Piscina a MISS MURCIA "T_AMARA" "VERA" (=cierto) porque era de las FAVORITAS y decía que estaba AMAÑADO ganando A CORUÑA (=antípodas de azotada CHRIST_CHURCH)..también conoci en la piscina al actor Daniel MURIEL que entonces estaba de moda por la serie ESCENAS de MATRIMONIO (sobre el TEDIO y lo PROBLEMATICO que es)..y el cual dejo a la chica del TIEMPO de Telecinco o FLOR Gonzalez por CANDELA SERRAT o la hija de Joan Manel SERRAT con la que se casó..nos bañamos en CALZONCILLOS.
P.D. Me dieron algunas MISSES su email ..que LOCAS jaja.
Y el padre de BLAS CANTO murió con 49 años 2 días antes de cuando debía haber participado con UNIVERSO en EUROVISION 2020 suspendido por el CORONA_POLLAS participando en 2021 con VOY A QUEDARME..lo dicho este REINO Y CIVILIZACION SATANICA APOCALIPTICA es muy TRAGICA Y CATASTROFICA..aunque la gente no le da mucha importancia hasta que lo LAMENTEN de VERDAD O EN SUS PROPIAS CARNES.
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lalacrimafacile · 10 months ago
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The Bear (Disney+)- Una vera prelibatezza
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“The Bear”: Una Serie Che Lascia il Segno
Quando ci si imbatte in una nuova serie televisiva, ci si chiede spesso cosa la distinguerà dalle altre. Nel caso di “The Bear”, la risposta è semplice: tutto. Questa serie sorprendente e innovativa riesce a catturare l’attenzione del pubblico non solo per la trama, ma soprattutto per il suo storytelling unico, le sue conversazioni avvincenti e i suoi personaggi indimenticabili.
Personalmente non sono una ragazza interessata al mondo culinario, in particolare alla cucina raffinata che viene immortalata così bene in questa serie. Ma i protagonisti in questa serie non sono i piatti, sono le persone. In particolare si parla di persone che diventano una famiglia.
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Lo Storytelling di The Bear: Un Viaggio Attraverso le Emozioni
Lunghe Riprese e Dialoghi Intensi
Uno degli aspetti più affascinanti di “The Bear” è l’uso di riprese lunghe e continue che creano un senso di immersione totale. Queste scene, spesso caratterizzate da dialoghi intensi e carichi di emozioni, fanno sì che lo spettatore si senta quasi parte della conversazione. La telecamera si muove con fluidità, seguendo i personaggi da vicino e catturando ogni sfumatura delle loro espressioni.
L’Illusione dell’Improvvisazione
Un’altra caratteristica distintiva della serie è l’impressione che gli attori stiano improvvisando molte delle loro battute. Questa sensazione di spontaneità conferisce ai dialoghi una qualità autentica e realistica, che rende ancora più coinvolgente l’esperienza visiva. Non è raro che le conversazioni tra i personaggi sembrino così naturali da far pensare che siano state riprese in un contesto reale, piuttosto che in uno studio televisivo.
I Protagonisti: Un Cast di Talento
Carmen “Carmy” Berzatto: Il Cuoco con un Passato Tormentato
Il protagonista di “The Bear”, interpretato magistralmente da Jeremy Allen White, è Carmen “Carmy” Berzatto, un giovane chef di talento con un passato complicato. Carmy è un personaggio complesso, la cui passione per la cucina è tanto profonda quanto le sue ferite emotive. Il suo viaggio nel mondo della ristorazione è costellato di sfide, ma anche di momenti di grande crescita personale. Sono i suoi silenzi, i suoi sguardi fissi nel vuoto a trasmettere le sue emozioni più profonde.
Sydney Adamu: La Promessa della Cucina
Sydney Adamu, interpretata da Ayo Edebiri, è una giovane chef ambiziosa e talentuosa che diventa il braccio destro di Carmy. Questa ragazza porta con sé una ventata di freschezza e innovazione nella vita del protagonista, oltre a una determinazione incrollabile. La sua relazione con Carmy è uno dei pilastri della serie, mostrando come la collaborazione e il rispetto reciproco possano portare a risultati straordinari.
Richie Jerimovich: L’Amico Leale e Imprevedibile
Richie Jerimovich, interpretato da Ebon Moss-Bachrach, è il miglior amico di Carmy e una presenza costante nel ristorante. Il suo è un personaggio complesso, spesso impulsivo e talvolta problematico, ma sempre leale. Il suo rapporto con Carmy è uno dei punti focali della serie, mostrando come i legami profondi possano resistere a tutte le avversità, nonostante gli alti e bassi.
Credo inoltre che la scena in cui canta a squarcia gola “Love Story” di Taylor Swift sia un capolavoro!
In “The Bear” non c’è solo cucina: Famiglia, Lutto e Amicizia
La Famiglia: Un Legame Indissolubile
La famiglia è un tema centrale in “The Bear”, che esplora come i legami familiari possano influenzare profondamente le nostre vite. La serie mostra come la famiglia possa essere una fonte di sostegno, ma anche di conflitto. Il rapporto di Carmy con i suoi familiari è un esempio perfetto di come le dinamiche familiari possano essere complesse e sfaccettate.
Il Lutto: Un Dolore Che Non Si Può Ignorare
Il lutto è un altro tema ricorrente nella serie, affrontato con una delicatezza e una profondità rare. La perdita di una persona cara è un’esperienza devastante, e “The Bear” mostra come i personaggi affrontino il dolore in modi diversi. Carmy, in particolare, deve fare i conti con la morte del fratello, un evento che lo segna profondamente e lo spinge a riflettere sulla sua vita e sulle sue scelte.
L’Amicizia: Un Faro nella Tempesta
L’amicizia è uno degli aspetti più positivi di “The Bear”. I legami tra i personaggi sono autentici e profondi, e mostrano come l’amicizia possa essere una fonte di forza e conforto. La serie sottolinea l’importanza di avere amici fidati su cui poter contare nei momenti di difficoltà, e come questi legami possano fare la differenza nella vita di una persona.
Conclusioni: Perché “The Bear” è una Serie Imperdibile
“The Bear” è una serie che merita di essere vista per la sua capacità di raccontare storie umane in modo unico e coinvolgente. Grazie a uno storytelling innovativo, dialoghi realistici e un cast di attori talentuosi, la serie riesce a catturare l’attenzione dello spettatore e a emozionarlo profondamente. I temi della famiglia, del lutto e dell’amicizia sono trattati con grande sensibilità, rendendo “The Bear” una serie che tocca il cuore e fa riflettere.
Se non l’avete ancora vista, vi consiglio di darle una possibilità. Preparatevi a essere trascinati in un mondo di emozioni intense e di storie che rimarranno con voi a lungo. Buona visione!
Se volete leggere altri articoli, ecco qui gli ultimi post.
La vostra EasyTears💧
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pleaseanotherbook · 1 year ago
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Almond di Sohn Won-Pyung
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Books took me to places I could never go otherwise. They shared the confessions of people I'd never met and lives I'd never witnessed. The emotions I could never feel, and the events I hadn't experienced could all be found in those volumes. They were completely different by nature from TV shows or movies. The worlds of movies, soap operas, or cartoons were already so meticulous that there were no blanks left for me to fill in. These stories on screen existed exactly as they had been filmed and drawn. For example, if a book had the description, "A blond lady sits cross-legged on a brown cushion in a hexagon-shaped house," a visual adaptation would have everything else decided as well, from her skin tone and expression to even the length of her fingernails. There was nothing left for me to change in that world. But books were different. They had lots of blanks. Blanks between words and even between lines. I could squeeze myself in there and sit, or walk, or scribble down my thoughts. It didn't matter if I had no idea what the words meant. Turning the pages was half the battle.
"Almond" di Sohn Won-Pyung edito in italiano da HaperCollins, tradotto con lo stesso titolo, è finito nelle mie cose da leggere per la mia fissa per la Corea e la mia voglia di leggere qualsiasi cosa che arrivi da questo paese, e poi perché lo avevano letto anche da Namjoon and Yoongi dei BTS. Lo so, lo so, ma cosa ci devo fare? Inoltre "Almond" aveva fornito lo spunto per una delle canzoni presenti nell'ultimo album del rapper coreano August D Amigdala e la mia voglia di saperne di più è solo aumentata. E devo dire che ne sono rimasta molto affascinata.
Yunjae non è un ragazzino come gli altri. Per lui, un sorriso non significa gioia e non saprebbe riconoscere la tristezza dalle lacrime. Soffre di una condizione cerebrale chiamata alessitimia che gli rende difficile provare emozioni , come la paura o la rabbia. A causa di quella coppia di neuroni a forma di mandorla situata nella profondità del suo cervello, è cresciuto senza amici , ma la madre e la nonna hanno fatto comunque in modo di tenerlo al sicuro e senza problemi. Il loro piccolo appartamento, situato sopra la libreria dell’usato di famiglia, è decorato di bigliettini colorati che gli ricordano quando sorridere, quando ringraziare e perfino quando avere paura. Finché un giorno, alla vigilia di Natale, tutto cambia. Una terribile tragedia sconvolge il mondo monocorde di Yunjae . Incapace di affrontare la perdita, Yunjae si isola, ritirandosi nel silenzio, finché un sedicenne problematico, Gon, non arriva nella sua scuola. Stranamente i due stabiliscono subito un legame e Yunjae comincia ad aprirsi al mondo. La vita comincia lentamente a cambiare, ma quando Gon finisce per mettere la sua esistenza a rischio, Yunjae dovrà avere il coraggio di abbandonare tutte le abitudini e sicurezze ed essere l’eroe che non avrebbe mai immaginato di diventare.
Quando si inizia a leggere questa storia hai in mente cosa potrebbe descrivere, ma in realtà non se ne riescono davvero a percepire tutte le sfaccettature, non si riesce davvero a cogliere cosa significa trovarsi nella condizione di Yunjae. Più si va avanti nella lettura più le sfaccettature di una vita al di fuori della normalità emergono con tutte le sue più clamorose conseguenze. C'è nella vicenda del ragazzo il peso enorme di una incomprensione profonda che supera i contorni definiti di una socialità che si nutre soprattutto di sé stessi. Yunjae infatti, il protagonista della vicenda soffre di alessitimia: una condizione che gli rende molto difficile provare emozioni: dalla paura alla felicità, dalla pena alla gioia. Yunjae scivola nella sua normalità sfiorando gli altri ma non capendo davvero cosa vogliono dirgli, cosa provano, come si rapportano a lui. Sprezzante del pericolo, incosciente oltre misura, Yunjae segue la sua logica e non i suoi sentimenti. Neanche gli indizi che la madre cerca di insegnargli a cercare nelle espressioni degli altri sono sufficienti per appigliarsi a quello che gli succede attorno. Il ragazzo non si riconosce in niente, solo nella bolla di ciò che lo rende stabile. Cresciuto con la mamma e la nonna, nello spazio protetto di una libreria e dei consigli spassionati che lo invitano a integrarsi quanto più possibile, Yunjae naviga a vista finché tutto il suo mondo crolla e resta solo con la dimensione che lo domina di più questa sorta di indifferenza feroce che nasce dalla sua condizione ma che lo rende strano agli occhi di tutti. Nessuno lo capisce e lui non capisce nessuno. L'incomunicabilità quindi al centro, in un difetto congenito dell'amigdala e del cervello che si ripercuote a tutti i livelli. Ma le riflessioni di Sohn Won-Pyung vanno oltre e ci catapultano al centro di un dibattito che non è solo etico ma anche sostanziale. Cosa ci rende umani? Sono le nostre emozioni, la nostra capacità di compassione, i rapporti che riusciamo a instaurare? Quanto contano i pregiudizi nella rete di relazioni che instauriamo quotidianamente? Quanto rifuggiamo il diverso per la nostra incapacità di metterci nelle scarpe degli altri. Mentre Yunjae fa i conti con la perdita e la mancanza di integrazione, ci vengono presentati altri personaggi, come Gon o il vicino di casa del protagonista. che contribuiscono a rendere questa storia molto più tridimensionale e complessa di quello che inizialmente si può pensare. Perché è vero che al centro della scena c'è la alessitimia di Yunjae ma non è questo il punto. Il punto è che l'adolescenza è un periodo così complesso da bruciare chiunque, quando ci vengono a toccare nel profondo reagiamo in maniera violenta. Non è solo l'isolamento e la non comunicazione che ci colpiscono sono anche i tentativi maldestri di avvicinarsi a noi. Nel bene o nel male bisogna fare i conti con gli altri. Tutto ciò che arriva a sconvolgere i nostri equilibri diventa la spinta di un cambiamento che ha effetti a catena su tutto.
Il particolare da non dimenticare? Un libro…
Almond è la storia di un ragazzo coreano colpito dalla tragedia su più livelli, ma è anche la storia di un'amicizia, di una scoperta, di una rivoluzione e la riflessione profonda di cosa significa crescere e cambiare in un mondo che non sempre ci viene incontro. Buona lettura guys.
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monstrenke · 2 years ago
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Störst av allt - Quicksand (2019)
Basada en el libo del mismo título de Malin Persson Giolito
Habla sobre conflicto entre clases, violencia en relaciónes heterosexuales la presión sufida en la adolescencia, el paso de la adolescencia a la mayoría de edad, abuso de sustancias y consumos problematicos.
Que la serie centre los causales de su desarollo en el sentimiento de responsabilidad de la protagonista, victima y acusada legalmente es un punto de vista hermoso a mi parecer que no dejó en inocencia alguna la mentalidad nefasta con la que se encontraba la familia de su novio que no vió mejor opotunidad para desarrollar escenas del caos que en una adolescente clásica de manual con un "futuro prometedor".
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dilebe06 · 2 years ago
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Scuola: croce e delizia.
Waek Hero Class 1 e Antares 2
Per caso mi sono ritrovata a vedere due serie tv a tema scolastico ed è meraviglioso come una serie tv su degli adolescenti e le loro problematiche possa avere così tante varianti e ipotesi di lettura o modus operandi. Come possano essere così diverse. Prendi Waek Hero Class 1 e Antares 2.
Entrambe hanno al centro dei ragazzi adolescenti all'ultim'anno del Liceo ma passa un baratro tra le due:
Waek Hero è un drama stupendo. Trama, regia, cast, recitazione, tematiche affrontate, montaggio... difficile trovargli un difetto. Ho amato e sono rimasta così colpita da tutto quello che vedevo:
La trama è semplice ma ciò che succede e come succede rende la serie molto intrigante e interessante: questi ragazzi che diventano amici ... ma poi va tutto a signorine e buonasera. Niente buonismo o forzature ma una storia credibile e intensa, recitata in modo sublime da dei bravissimi interpreti.
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Tema fondante della storia è l'amicizia in un momento delicato della vita di questi adolescenti: tre ragazzi che poco o nulla hanno in comune che diventano amici sullo sfondo del bullismo. Questa amicizia da una parte porterà forza e determinazione ma dall'altra recherà gelosie, invidie e violenza. Ed è proprio l'excursus di questa fratellanza ad avermi tenuta incollata allo schermo: vedere Shi Eun aprirsi poco a poco a questi amici, perderli e poi vederlo crollare nel finale è stato un colpo al cuore! La scena dove spacca vetrate della scuola completamente folle di dolore è un momento che difficilmente scorderò.
Credibilità e realismo sono le parole chiave che mi vengono in mente quando penso a questa serie, in virtù di un lavoro eccellente sotto il profilo psicologico dei personaggi: Beom Seok non diventa stronzo a caso. C'è tutto un background che spiega e motiva le sue azioni a partire dal rapporto con suo padre. Ed io adoro questa cosa.
Ed ha proposito di padri, nota a margine su quanto gli adulti siano vapore. O non esistono o se ci sono, sono totalmente ignari dei loro figli, lasciati alla mercé della strada. Insegnanti, presidi, genitori...un ammasso di nulla. Almeno sul finale il padre del protagonista si è reso conto che l'aver lasciato il figlio solo per mesi e mesi non è stata la cosa più intelligente da fare.
Infine, una parola sui combattimenti e le violenze. Per quanto non siano stati contrasti memorabili devo dire che a me non piaciuti da un punto di vista registico e tecnico. Il sangue c'era ma mai un lago. O ferite che spariscono da sole. E questo è già oro che cola.
Mentre sulle violenze dei bulli, pensavo peggio. Io odio il bullismo - anche perché non lo capisco - e sempre odierò queste cose. Ma temevo violenze più macabre, vere e proprie torture psicologiche. Fortunatamente non è andata così ( altrimenti non avrei visto questa serie ) e sono riuscita a guardare la serie, però la frustrazione di vedere gesti di bullismo è stata altissima.
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Concludendo: Waek Hero è una serie da vedere assolutamente complice anche i solo 8 episodi che permettono la maratona easy.
Voto: 8.6
Antares 2
Chi invece il realismo non sa nemmeno dove sia di casa - e lo amo per questo - è Antares. Antares mi suscita lo stesso fascino del gatto morto o dell'incidente stradale in autostrada: sai che guardare sarà problematico ma lo fai lo stesso.
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Vidi l'anno scorso la prima stagione e non potevo certo perdermi la seconda. Ares, Zea ed i Calderioz tornano in tutta la loro gloria per portarci a fare tutti un giro sulle moto. Ora, la prima stagione era carina pur essendo piena di problemi...ricordo che la vidi con piacere. La seconda... è carina anch'essa ma meno della prima.
Il dolore più grande è lo stesso della prima stagione, amplificato dalle vicende che accadono in questa seconda: i nostri eroi si ritroveranno sotto minaccia e ricatto di un "qualcuno" che vuole il loro scioglimento come banda di motociclisti. E la fine delle altre bande. Nel mezzo le solite turbe amorose, vita scolastica, problemi di amicizia ecc ecc.
Io lo dirò fino alla morte: vedere dei ragazzini del Liceo comportarsi come adulti salvo poi chiedere il permesso a mamma' per dormire fuori è estraniante. E' confuso vedere Ares, leader della gang, dare ordini a uomini più grossi e vecchi di lui mentre mamma e papà lo mettono in punizione togliendogli cellulare e uscite con gli amici. Ragazzini menati, rapiti, accoltellati, pestati. Che complottano e indagano. Pedinano, fanno appostamenti, collaborano con la polizia, interrogano criminali, salvano persone rapite ma si comportano e ragionano come ragazzini del Liceo.
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Oltre a ciò, la trama - ossia la minaccia di "qualcuno" - è stata per me troppo allungata. Per episodi ed episodi i nostri non hanno fatto altro che subire passivamente tutto quello che succedeva e solo nell'ultimo episodio hanno capito qualcosa. Quasi per caso poi. Devo dire che l'ho trovata una dinamica un pò noiosa.
Come noiosa - ma lì perché mi dispiace - la storia di Serra ed il tipo. Cioè...nella prima stagione gli veniva ammazzato il fidanzato a bastonate. Nella seconda dopo mille dubbi e incertezze riapre il suo cuore ad un altro ragazzo...per scoprire che è il cattivo della storia. Maddai! Diamo una gioia alla povera Serra!
Poi vabbeh le solite forzature, cose a cazzo, dialoghi a volte imbarazzanti, storie d'amore insulse, change of heart senza motivo...il solito insomma.
Ma in tutto questo di roba da salvare c'è: Zea in primis.
Zea, stella polare della serie. L'unico carattere femminile che abbia un neurone in più delle altre e che non pensa unicamente ai ragazzi, balletti e vestiti. ( anche se Karissa in questa stagione è migliorata un po'). Zea ha cervello, coraggio, spina dorsale e allo stesso tempo è la colonna portante per Ares nel suo momento più buio.
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Ok lo ammetto.
La loro storia d'amore - amore parola grossa visto che non si sono mai nemmeno lontanamente baciati. Manco sulla guancia. Manco a stampo. Niente. Nada. Però si amano e questo mi basta. - è il vero motivo per cui mi sono vista tutta questa serie. XD Sono dannatamente carini e solidi. Si supportano uno con l'altro e si vede che si amano.
In questa seconda stagione poi si esplora la difficoltà di Ares nel chiedere aiuto ad altre persone, ampliando dunque la gamma del suo personaggio. Si mette in luce la sua capacità e le difficoltà di essere un leader sotto diverse pressioni: la scuola, gli amici, i genitori, i compagni di gang, la sua ragazza. Su questo frangente la serie fa un buon lavoro mostrando un Ares in difficoltà tremenda ma che poi alla fine regge botta e riesce a mantenere a galla tutto.
Concludendo: Questa seconda stagione non è riuscita a piacermi tanto quanto la prima a causa di un plot a mio parere troppo allungato e ripetitivo. Buoni invece come sempre i due protagonisti e la recitazione degli attori. Sono bravi dai! Una serie da vedere se hai già visto la prima stagione e vuoi passare qualche ora in compagnia di questi ragazzi ma da evitare come la morte se si cerca realismo e credibilità.
Voto: 7.4
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kpop-locks · 4 years ago
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a pessoa q eu vi falando sobre fics serem assedio, falava mto sobre fics +18, e tinham pessoas nos comentários falando q como é ficção nao tem problema. mas eu acho q independentemente da idade, pra alguém ser sexualizado não tem idade né
tem extremos e extremos, tem gente que acha ruim quando o povo chama um idol de quase 30 anos nas costas que fica tirando a camisa e sarrando no chão de gostoso usando a desculpa de sexualização, tipo, pera la tbm, fã é proibida de ter libido pelo proprio idol se esfregando suado no palco? o mesmo vale pra fanfic eu acho (se quiserem debater vamos debater de forma saudável, não venham xingar não que eu só deleto). eu acho que existe limite pra tudo, se o que a pessoa escreve não é nada extremo, grafico ou degradante no aspecto sexual, e não tem alcance grande o suficiente pra chegar no idol, não vejo muito problema. agora, vou pegar after de exemplo, uma bomba daquela, com um protagonista saido diretamente das ruinas da usina de chernobyl, com conteúdo sexual extremamente explicito, e problematico, e a autora diz abertamente que foi baseado e inspirado no harry styles, e com o sucesso que fez na época, quando o 1d não tava no auge, certeza que ele viu algo sobre, ai que mora o maior problema.
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muatyland · 4 years ago
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"Ubriaco d'amore" (2002) di Paul Thomas Anderson
“Ubriaco d’amore” (2002) di Paul Thomas Anderson
Il film vinse il premio al miglior regista al festival di Cannes e tratta di una storia di sentimento che va a scavare a fondo nel protagonista, fratello un po’ problematico di sette sorelle antipatiche e pedanti. Anche se è conosciuto per commedie di basso livello, Adam Sandler, è il personaggio perfetto per questo tipo di storia, ma non aspettatevi per questo motivo una commedia…
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Joseph Conrad, l’uomo e il mare
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“Per un marinaio, non c’è niente di misterioso al di fuori del mare, signore e padrone della sua vita, e imperscrutabile come il destino” (Cuore di tenebra)
Ora come ora non possiamo che sognarlo il mare, ma lasciamoci ugualmente guidare da uno scrittore, a lungo definito autore di racconti marini, definizione che, secondo le sue stesse dichiarazioni, lo imprigionava: Joseph Conrad. Per nostra fortuna narratore piuttosto prolifico, Conrad concentra in realtà la sua attenzione soprattutto sulla figura umana: come per il Melville di Moby Dick, Billy Budd e Benito Cereno, il mare in tempesta, i panorami e gli ambienti non sono che il correlativo oggettivo dei sentimenti e delle emozioni dei personaggi.
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Delle sue numerose opere possiamo in questo breve spazio soffermarci solo su alcune, come Il reietto delle isole, splendido romanzo ambientato negli anni dell’impresa coloniale britannica in Malesia. Ma la storia non è che il pretesto per tracciare un variegato quadro del protagonista, personaggio difficile da inquadrare, certo un anti-eroe problematico e pieno di difetti, egocentrico e megalomane, una vera mina vagante, pericolosissima quando le si dà la possibilità di gestire un potere: insomma una figura a dir poco contemporanea.
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Anche in Tifone la meravigliosa descrizione delle forze della natura scatenate nella loro energia più distruttiva (sembra La tempesta perfetta, film con George Clooney), non è che lo sfondo che circonda la figura del comandante, uomo dall’io ipertrofico, percezione purtroppo non surrogata da intelligenza, né da umana simpatia, ma sostenuta da una grande esperienza marinara. Questo concentrato di opposte qualità e difetti lo porterà allo stesso tempo ad affrontare e risolvere la situazione più grave che gli sia mai capitata.
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Altri titoli sono: La linea d’ombra (ma quanto è bello il titolo originale The Shadow-Line), Il caso (in cui per la prima volta una donna è protagonista), Al limite estremo, La freccia d’oro, Nostromo, Il salvataggio, L’agente segreto (da cui sono stati tratti due film: Sabotaggio di Hitchcock e un film nel 1996 con Gérard Depardieu, Patricia Arquette e Christian Bale), Lord Jim (in cui compaiono gli stessi temi poi trattati in Cuore di tenebra), Il negro del Narciso, Il compagno segreto (The Secret Sharer, di agevole lettura anche in lingua originale), sul tema del ‘doppio’. Che Conrad non sia solo mare in burrasca, giungle malesi, colonie africane, lo dimostra ampiamente il racconto Il ritorno, storia di un tradimento, analizzato in tutte le sue pieghe più nascoste e da punti di vista inaspettati, come a sorpresa è anche la conclusione: per citare le parole di un critico, L’analisi dell’uomo mangia e consuma il racconto (Cecchi). Per quanto brava sia Isabelle Huppert, il film (Gabrielle, 2005) tratto da questo racconto perfetto non può rendere la profondità di indagine introspettiva e la pregnanza del testo letterario.
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I duellanti (titolo originale The Duel, compreso nella raccolta Un gruppo di sei), ovvero l’accanimento insensato, folle, kafkiano, omicida di un uomo contro l’altro, dettato da pura ignoranza, stupidità (che ne è l’effetto), ingiustificato malanimo, malinteso senso di umiliazione. Bellissimo, scorrevole, si divora con piacere a differenza del film, così incomprensibilmente noioso (nonostante l’illustre firma di Ridley Scott e l’interpretazione di due grandi attori come Harvey Keitel e Keith Carradine), se considerato il testo da cui trae ispirazione, dalla scrittura agile, dal tono quasi scherzoso (“all’esordio in stile opera buffa segue una conclusione eroicomica”), se non addirittura ironico, sempre accattivante. “Il racconto di Conrad ha una dimensione di affresco storico che sorprende in una novella di non più di cento pagine. L’epopea napoleonica è raccontata attraverso le storie degli uomini che l’hanno fatta, in quell’irripetibile coacervo di idealismi, arrivismi, senso dell’onore, ambizioni, coraggio e disperazione che caratterizzano gli ufficiali della Grande Armée. In un’epoca di tali sentimenti ed eccessi, Conrad ambienta la vicenda straordinaria di due uomini che si odiano e s’inseguono attraverso l’Europa, intrecciando un inquietante rapporto fatto di rancore, invidia, paura, ma anche di rispetto e lealtà, e caricando questo stesso rapporto di aspettative irrazionali e di significati metaforici”. Dal generale al particolare, l’autore fa partire la vicenda singola dalla visione storica di “Napoleone I, la cui carriera ebbe il carattere di un duello contro l’Europa intera”. Il duello, così procrastinato all’infinito, senza regole e rituali consacrati, senza reali motivazioni, annulla il cosiddetto punto d’onore e si trasforma nella negazione della sua forma istituzionale.
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Cuore di tenebra (Heart of Darkness), originale nella tipologia del racconto, narrato dall’antagonista, Marlow (alter ego dell’autore anche in molti altri racconti), e nell’impostazione ricca di prolessi: sembra di scendere in un Erebo, accompagnati da Cerberi (le due figure nere di donne che accompagnano negli uffici della compagnia sembrano uscite direttamente dalla prima cantica della Divina Commedia: “Ave! Vecchia sferruzzatrice di lana nera. Morituri te salutant. Di tutti quelli che lei guardò, non furono in molti a rivederla”). Il linguaggio, ricco di termini relativi alla sfera semantica dell’oscurità, si colora di anticipazioni drammatiche: vi invito a contare quante volte nel libro compare la parola tenebre. E il racconto di questa catabasi nelle profondità oscure del Tamigi e del Congo, dell’imperialismo europeo (il colonialismo è definito senza mezzi termini “rapina a mano armata” contro coloro “che hanno la pelle diversa dalla nostra o il naso leggermente più schiacciato”), così come in quelle dell’animo umano, è ammantato da un velo di sottile, impietosa ironia.
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Un consiglio: se non avete mai affrontato la lettura di Conrad, lasciate Cuore di tenebra per ultimo, o fra gli ultimi: ve lo gusterete di più! Vi proponiamo una breve citazione dal libro e il link relativo alla puntata della trasmissione della Rai Per un pugno di libri (con Piero Dorfles) dedicata proprio a Cuore di tenebra:
“Non mi piace lavorare, a nessuno piace, ma mi piace ciò che c’è nel lavoro: la possibilità di scoprire se stessi, la propria realtà, valida per noi, non per gli altri, quello che nessun altro potrà mai sapere”.
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Il film del 1994 con Tim Roth e John Malkovich non è neppure lontanamente all’altezza del libro, mentre Apocalypse now di Coppola (1979) riprende da Conrad poco più della figura inquietante di Kurtz, interpretato da Marlon Brando come solo lui sapeva fare.
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Alcune curiosità su Cuore di tenebra: Orson Welles avrebbe voluto, invano, girare un film su questo libro; Ettore Scola vi trae spunto, in chiave ironica, per il suo Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa (titolo alla Lina Wertmüller…), con Nino Manfredi e Alberto Sordi; il gruppo italiano Baustelle ha inciso un brano dallo stesso titolo.
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Vi vogliamo lasciare con le parole dell’autore: Si scrive soltanto una metà del libro. Dell’altra metà si deve occupare il lettore.
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gazemoil · 6 years ago
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RECENSIONE: Lana Del Rey - Norman Fucking Rockwell! (Polydor / Interscope)
di Viviana Bonura
Sin dal primo momento l’ascesa alla fama di Lana Del Rey è sembrata una specie di miraggio in un panorama musicale che ci offriva ormai da troppo tempo lo stesso modello di stella del pop. Nel 2013 due eventi fortunati - un posto nella colonna sonora di uno dei film di Hollywood più attesi dell’anno e un remix di una sua canzone che diventa il cavallo di battaglia dell’estate - fanno in modo che il suo primo disco Born To Die, contenente già un paio dei brani più virali su internet di quell’anno, riceva tantissime attenzioni fino a confermare la misteriosa e delicata Lana nuova promessa del pop alternativo. Il fascino del suo suono pomposo fuori dal tempo, distinto da storie noir ambientate in una California sognante e popolata da giovani donne tristi e cattivi ragazzi, malinconia e glamour, continua nel secondo disco Ultraviolence, in cui ripropone la stessa formula compresa di difetti, quali un generale senso di artificiosità nell’estetica che a momenti appare forzata e statica e l’aver incarnato una fantasia che promuove la dinamica in cui la donna debole rincorre l’uomo ricco, bello e manipolatore che finisce per incasinarla ancora di più. Il tempo passa e la fama non manca, ma Lana diventa sempre meno interessante. Nel terzo disco Honeymoon il suo personaggio continua a non evolversi e stavolta neanche la parte sonora sembra aver nulla di nuovo da dire. Per tutta risposta Lust For Life tenta di rifilare modernizzazioni hip-hop con la mera presenza di alcuni feature e di proporre una protagonista meno tragica e più stabile, ma invece di far ricredere i più scettici finisce per ledere ad una credibilità artistica che già nel tempo aveva mostrato segni di cedimento e di darla a bere solo ai fedelissimi fan. 
Proprio quando la speranza sembrava perduta il quinto attesissimo album, Norman Fucking Rockwell!, si rivela una sorpresa collettiva, la svolta che avrebbe dovuto prendere la sua musica tempo fa e l’evoluzione artistica di un personaggio che il nostro tempo - giustamente - richiede. NFR! è composto da quattordici tracce per ben un’ora di durata, forse un pò tirato per le lunghe e non sempre al massimo della forma, ma con qualche innegabile perla musicale che si posiziona direttamente in cima nella discografia dell’artista. Ad iniziare dai primi due singoli le promesse sembrano più che buone, non solo in quanto a produzione dove la vediamo co-produttrice insieme all’ormai quasi infallibile Jack Antonoff, ma anche sotto il punto di vista del testo che ci svela finalmente una Lana psicologicamente meno dipendente da una figura maschile, pronta a fare forza non solo a sè stessa, ma anche al partner che lotta contro le stesse difficoltà che lei ha dovuto affrontare in passato. “You lose your way, just take my hand / You're lost at sea, then I'll command your boat to me again / Don't look too far, right where you are, that's where I am / I'm your man” dice nel ritornello di Mariners Apartment Complex invocando l’immagine di una donna guida, autoritaria e dolce allo stesso tempo. La traccia è piena di bellissime frasi poetiche cantate con fascinosa e calda fermezza che non lasciano spazio a dubbi: questa è una Lana Del Rey come non l’abbiamo mai sentita. “You took my sadness out of context / At the Mariners Apartment Complex / I ain't no candle in the wind / I'm the board, the lightning, the thunder / Kind of girl who's gonna make you wonder / Who you are and who you've been”. Anche la strumentale è un grande punto a favore e presenta gli elementi chiave della sua musica come viole e violini che però non sono esagerati e rendono la giusta idea di maestosità che un testo del genere suggerisce, un pianoforte e una chitarra acustica che reggono in piedi la parte melodica, qualche strascico di synth crepuscolari e una bellissima chiusura elettrica da crooner. 
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Il testimone passa a Venice Bitch che probabilmente diventa la più grande impresa della Del Rey coi suoi nove minuti complessivi. Esegue bene il compito e tra numerosi riferimenti popolari ci accompagna in un viaggio americano estremamente nostalgico fatto di frammenti felicemente tristi trascorsi in compagnia del suo uomo, momenti che piano piano scivolano via così come l’estate, ma che ricorda con affetto. Se prima si presenta come una traccia acustica col solito pathos orchestrale a corde, presto monta una batteria sommessa che va ingrandendosi piano ed una chitarra elettrica dal sapore psichedelico con elementi soft-rock, alla quale Lana favorisce spazio minimizzando il testo e giocando con gli elementi strutturali in modo da dare respiro agli strumenti e al lungo assolo, decorato da synth magnetici ed inebrianti. Il dialogo tra questi strumenti, su cui Lana interagisce tutto sommato poco, continua fino alla fine in maniera piuttosto tranquilla e rilassante, il che potrebbe muovere il primo appunto alla sezione strumentale non sfruttata al meglio per dare profondità ad un brano che tuttavia si può sempre apprezzare per l’ambizione. Fuck it i love you vede sicuramente ritornare la Del Rey su terreni già battuti e se non fosse per il testo più consapevole rispetto al passato in cui ripercorre il trasferimento in California per inseguire il sogno di fare musica, i problemi di dipendenze e una relazione finita male a causa della sua instabilità emotiva a lungo discussa, sarebbe la solita traccia poco interessante in cui finisce per impastare le medesime frasi mormorate. Di simile natura, ma dalla riuscita differente è la ballata romantica Love song che con una struttura semplicissima in cui prevale il pianoforte riprende ancora le tematiche principali della sua musica - l’essere famosi, la bellezza, il sentirsi innamorati ed i simbolismi visivi delle auto su cui si viaggia per posti magici - ma la genuinità della voce che perfettamente esprime quel senso di bisogno disperato di avere accanto quella persona di cui si è innamorati e della composizione strumentale la rendono vincente, anche se già sentita. L’ammiccante cover dei Sublime Doin’ Time, adattata all’estetica della Del Rey e modernizzata con una sezione ritmica sintetica, è un altro highlight. Cinnamon girl giustappone ancora la dolcezza dell’amore con l’amarezza di cose più cupe come le droghe e il dolore aggiungendo una svolta elettronica alla fine, mentre How to disappear vede appunto il “dissolvimento” di quel rapporto romantico che semplicemente si esaurisce, lasciando spazio alla guarigione e per quanto possa essere strumentalmente mite è liricamente apprezzabile.
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Durante il disco vediamo una Lana che si ricorda veramente speranzosa e coinvolta nei confronti di questa relazione, ma d’altra parte diventa consapevole di non essere stata psicologicamente stabile e piuttosto disfunzionale, a volte anche emotivamente aggressiva, e soprattutto sa che il partner era altrettanto problematico. D’esempio è la frase d’esordio della title-track: “Goddamn, man-child / You fucked me so good that I almost said "I love you"”. California è un’altra dimostrazione dell’evoluzione emotiva dell’artista, espressa in un testo ben scritto dove dopo aver messo distanza tra sé e l’altra persona, riflette sulla loro relazione ripercorrendo i ricordi che le provocano nostalgia e un senso di pentimento per non essere stata capace di supportare quella persona come doveva, cosa che adesso sarebbe capace di fare. “You don't ever have to be stronger than you really are / When you're lying in my arms, and, honey / You don't ever have to act cooler than you think you should / You're brighter than the brightest stars”. 
Da questo momento in poi si susseguono un paio delle tracce qualitativamente più deboli del disco come The Next Best American Record, nel cassetto da un paio di anni ed originariamente destinata Lust For Life, dove sarebbe stata più consona dato l’imbarazzo della strumentale e la performance vocale che non si dimostra matura come lo è stata fino ad ora. Evitabili anche le successive tre tracce che non aggiungono granché al disco, mentre fortunatamente la chiusura hope is a dangerous thing for a woman like me to have - but i have it ne risolleva l’intensità. E’ una traccia spontanea, imperfetta, minimale ed emotiva che parla delle difficoltà nel raggiungere la felicità, ma anche del ritrovarsi in un devastante stato di sofferenza in cui si compiono decisioni irrazionali, tutto perde d’importanza e fidarsi degli sconosciuti diventa difficile, ma apre anche uno spiraglio di speranza attraverso il quale si intravede un miglioramento, una speranza pericolosa, nel senso che se non soddisfatta potrebbe provocare una discesa ancora più brusca nel senso di abbandono, ma comunque posseduta.“There's a new revolution, a loud evolution that I saw / Born of confusion and quiet collusion of which mostly I've known / A modern day woman with a weak constitution, 'cause I've got / Monsters still under my bed that I could never fight off / A gatekeeper carelessly dropping the keys on my nights off”. La traccia riesce a catturare molti dei tratti distintivi - soprattutto dei difetti - di Lana e del suo testamento artistico.
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TRACCE MIGLIORI: Mariners Apartment Complex; Venice Bitch; hope is a dangerous thing for a woman like me to have - but i have it
TRACCE PEGGIORI: The Next Best American Record
CLICCA QUI PER LA VALUTAZIONE FINALE
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silviatorani · 6 years ago
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Racconti #1
Ciao a tutti!
Da qualche tempo non ero più soddisfatta del format degli aggiornamenti mensili, e forse avrete notato che non ho postato nessun riepilogo di maggio in questi giorni. Ho deciso di provare qualcosa di nuovo, e invece di scrivere aggiornamenti a scadenze regolari userò il blog per fare il punto della situazione ogni volta che avrò qualcosa di nuovo da dire su un mio progetto, nella speranza che sia meno vincolante per me e più organico nei contenuti.
Ecco quindi il primo aggiornamento sui miei racconti!
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“So don’t breathe when I talk, ‘cause you haven’t be spoken to.”
–Out of the Black, Billie Marten
“When I was a child I heard voices. Some would sing and some would scream.”
–Arsonist’s Lullaby, Hozier
Ho scritto Fiammiferi nell’estate del 2018. In realtà la prima ispirazione risale all’autunno/inverno 2017, quando mi è venuta l’idea di scrivere una versione dark della fiaba della piccola fiammiferaia. Il piano era di scrivere il racconto sotto le feste, quando avrebbe avuto perfettamente senso farlo, ma sono una pessima persona e ho continuato a rimandare fino all’estate. La cosa tutto sommato è stata un bene, perché nel frattempo ho avuto l’idea di scrivere il racconto in seconda persona, ma di questo parleremo più avanti.
Trama: La storia è ambientata nella Londra di metà Ottocento. Parla di una bambina che la sera della vigilia di Natale non può tornare a casa dal padre violento finché non avrà venduto almeno una scatola di fiammiferi. Nessun passante sembra interessato, finché un misterioso uomo con il cappello a cilindro non le dà la possibilità di usare i fiammiferi per realizzare i desideri.
POV: All’inizio volevo scrivere il racconto in prima persona presente, ma sentivo che mancava qualcosa di importante nella voce della protagonista, così sono passata a una terza persona al passato, con l’uomo col cilindro come narratore onnisciente che parla di sé in prima persona. Come soluzione mi piaceva, ma la prospettiva onnisciente al passato riduceva la suspense ed era troppo esterna alla protagonista, mentre avevo bisogno che il lettore fosse dentro la sua testa. A quel punto ho avuto l’idea: usare la seconda persona presente. Il narratore è una voce nella testa della protagonista che le dice cosa fare. In un certo senso è il suo diavoletto sulla spalla.
Playlist:
She Wants To Know - Half Moon Run
Full Circle - Half Moon Run
Red Hands - Sara
Out of the Black - Billie Marten
In Boxes - AURORA
Arsonist’s Lullaby - Hozier
Dear God - Lawless
Churchyard - AURORA
Personaggi: Mi sono resa conto adesso che nessuno dei personaggi di questo racconto ha un nome, lol. Ecco qualche fatto su di loro.
Fiammiferaia
orfana di madre
piromane latente
grave caso di mente bicamerale
prova che i bambini non sono buoni per natura
è invidiosa di chiunque abbia qualcosa più di lei (cioè quasi tutti)
Padre
musicista frustrato con istinti autodistruttivi
ha un serio problema con l’alcol 
fa promesse che non può mantenere
violento e accidioso
Uomo col cilindro
ha una malformazione alle dita della mano
compare dal nulla a piacimento
ha occhio per il potenziale
si diverte a collezionare anime
è letteralmente il diavolo
Estratti:
“Chiudi le dita attorno alla scatola.
Aprila. Prendi un fiammifero, sfregalo sul muro e fallo bruciare.
Spingi con il pollice e il cassetto scivola fuori come una teglia dal forno. Le teste bianche dei fiammiferi brillano come glassa sui biscotti. Ne prendi uno e lo sfreghi contro la parete ruvida e scura di fumo. Sfrigola, ma non si accende.
Smettila di tremare e prova di nuovo.
La capocchia manda una scintilla e prende fuoco. L’odore di zolfo ti pizzica le narici e la notte si fa più scura. Sei sola nel buio, ma la piccola sfera di luce ti conforta.
La punta del fiammifero diventa nera e la fiamma si affievolisce.
Non lasciarlo spegnere. Non farlo cadere finché il fuoco non ti brucerà le dita.
Lo inclini e la fiamma divora il gambo di legno. Ti scotta i polpastrelli. Apri le dita e il fiammifero avvizzito piomba nella neve grigia.
Al buio il freddo morde più di prima.
Accendine un altro.”
A che punto sono: Ho una stesura semidefinitiva. L’ho fatta leggere a un beta e forse farò qualche modifica sulla base del suo feedback. Comunque è quasi pronto per essere pubblicato, potrete leggerlo presto. :)
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”The world is way too cold and bright for their eyes.”
–Little Boy In The Grass, AURORA
“Under the water we die. Then why do we jump in?”
–Under The Water, AURORA
Nave madre è la mia idea più recente. Mi è arrivata un mesetto fa ascoltando Little Boy In The Grass di AURORA e mi sono subito infervorata perché era da un po’ che non avevo nuove idee per un racconto; tuttavia ho dovuto subito accantonarla perché i contenuti erano molto controversi e non sapevo come gestirli. L’idea iniziale infatti era di un racconto su due bambini che fanno un patto suicida. Poi la settimana scorsa ho ascoltato A Different Kind Of Human di AURORA (questo racconto dovrà molto alle sue canzoni) e ho capito come avrei potuto fare per trattare l’argomento in modo meno problematico, ottenendo anche spunti più concreti per la trama.
Trama: È un lavoro in corso quindi non conosco i dettagli, ma la storia seguirà due bambini dell’ultimo anno delle elementari. Uno dei due è un bambino un po’ strano, emarginato e vittima di bullismo, e sostiene di essere in contatto con una società aliena. L’altro è l’unico bambino che prova a essergli amico. Un giorno il bambino strano gli rivela che quella sera gli alieni lo verranno a prendere per portarlo sul loro pianeta e gli offre la possibilità di andare insieme a lui. Sto pensando di ambientarlo negli anni Settanta, ma non sono ancora sicura.
POV: Probabilmente una prima persona presente dal punto di vista dell’amico.
Playlist:
Little Boy In The Grass - AURORA
Through The Eyes Of A Child - AURORA
Under The Water - AURORA
A Different Kind Of Human - AURORA
A che punto sono: Non ho ancora iniziato a scrivere, ma mi auguro di farlo il prima possibile, non appena avrò buttato giù un po’ di brainstorming, e magari fatto qualche ricerca sugli incontri ravvicinati con gli alieni.
Per il momento è tutto sui miei racconti.
–Silvia
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romana73 · 7 years ago
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EROINE BUONE E PROTAGONISTI CATTIVI INNAMORATI 4 PARTE
Post scritto da ME. Le gifs animate riportate NON SONO MIE e NON APPARTENGONO A ME IN NESSUN MODO.
Ultima parte (spero!) della mia lunga risposta ai fans di SW che sostengono l’impossibilità del Reylo romantico perchè  Rey è buona e Kylo Ren cattivo...
1) Nel film “Légami!“ del 1990, il bello, ma problematico Ricky riesce a sequestrare Marina, di cui si era innamorato un anno primo, tenendola sempre legata per costringerla a passare del tempo con lui per conoscerlo meglio. Alla fine, anche la ragazza si innamorerà di Ricky:
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2) Nel film “Mary Reilly”, Mary è la domestica del Dr.Jekyll, di cui è anche innamorata. In seguito, Mary si innamorerà anche di Mr. Hayde, l’alter ego malvagio di Jekyll, pur sapendo che lui è un assassino. Hayde ricambierà i sentimenti della giovane:
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3) Nel film “Dorian Gray”, venduta l’anima al Diavolo per rimanere sempre giovane e aver ucciso diverse persone per mantenere il segreto, Dorian Gray si innamora della bella e dolce Emily, figlia di un suo vecchio amico che sospetta...:
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4) Nel telefilm “Dawson’s Creek”, la bella e dolce Joey si innamora del problematico, ferito e inquieto Pacey, preferendolo a Dawson, bravo ragazzo e amico di sempre, sebbene Pacey la farà soffrire...
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4) Nella serie televisiva “Elisa di Rivombrosa”, la bella domestica Elisa Scalzi si innamora del ricco e arrogante Conte Fabrizio Ristori. Incolpandola di non aver subito chiarito un equivoco, facendogli fare una figuraccia, Fabrizio prima si vendica maltrattando e tormentando Elisa, poi si innamora profondamente di lei :
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5) Nel Manga, Anime e Live Action “ Wolf Girl & Black Prince”, il bello ma sadico Kyōya Sata accetta di fingere di essere il fidanzato di Erika Shinohara, solo se, in privato lei sarà... il suo cane!
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6) Nel Manga e Anime “Kamisama Kiss”, la protagonista Nanami Momozono sarà maltrattata e tormentata da Tomoe, crudele demone volpe che non la accetta. I due si innamoreranno:
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7) Nel Manga e Anime “Sugar Sugar Rune”, la giovane strega Chocola Meilleur, si innamora del bel Pierre, principe degli Orchi e suo nemico, posseduto da Ice, nobile del ghiaccio del regno magico...
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8) Nella visual novel e Anime “Diabolik Lovers”, la dolce Yui Komori, diventa la vittima preferita di sei fratelli vampiri, tra cui il bello, arrogante e crudele Ayato Sakamaki...
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9) Nel fumetto e film italiano “Diabolik”, la bella contessa Eva Kant si innamorerà del ladro e assassino Diabolik, diventando sua complice insostituibile e grande amore della vita...
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10) Nel Manga e Anime “Ayashi No Ceres”, i gemelli Aki e Aya Mikage scoprono di essere posseduti da Ceres, una fata del cielo, di cui Aya ha ereditato i poteri, e Shiso, un pescatore innamorato di lei, che nascose a Ceres il velo che le permetteva di tornare in cielo. I due si amavano e si sposarono, ma Shiso impazzì e, per gelosia, iniziò a rinchiudere e picchiare Ceres. Oggi i due spiriti sono nemici e Shiso è ossessionato dalla ex moglie, che lo odia. Ciò nonostante, sotto la cenere, c’è ancora l’amore... nel frattempo Aya si innamora di Tooya, affascinante giovane che ha l’ordine di catturarla e ucciderla...
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