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#testi d'arte
patti-campani · 5 months
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Patti Campani Testo di presentazione a Luca Dimartino Vintage age "Il moltiplicarsi all'infinito delle fotografie che colgono solo il fuori della vita può contribuire alla fine del mondo. Ma alcuni fotografi, grandi in questo, cercano di salvarlo".  Poesia e fotografia – Yves Bonnefoy
La bellezza dell’arte e del paesaggio è patrimonio comune, ma in questo contemporaneo che la ignora e la priva di senso, la distrugge come un vandalo terribile e ce la rende in un fluire di immagini irrimediabilmente superficiale e continuo di allettanti mete per le vacanze, è ancora possibile percepire  il senso della sua presenza, del suo essere splendida, della sua singolarità? Per preservarla è necessario uno sguardo che sappia non solo coglierla, ma anche e soprattutto divenire dispiegamento del visibile. Bonnefoy suggerisce  che “il fotografo come i veri poeti, percepisce nelle cose ciò che oltrepassa il loro senso mondano” e ancora “Come il poeta, solo il fotografo è colui che accoglie e custodisce la presenza, dialogando con il tempo e lo spazio, presentificando anche il nulla, allontanando l'orrore attraverso lo sguardo meravigliato del primo giorno, strappando al non senso un frammento di senso.” La fotografia può mostrare il lampo della presenza nella distruzione che la modernità ha perseguito e lo sguardo poetico sulle cose dell’arte, del paesaggio, di noi stessi, è una forma di custodia attiva, una custodia che permette di sentirsi parte di un mondo che anziché distruggerle, le moltiplica. Luca Dimartino, artista e poeta, ricerca da sempre questa prossimità alle cose, in un rapporto poetico che lo conduce al loro mostrarsi essenziale e quindi denso di esistenza. Ne accoglie la presenza, ne percepisce l’istante,  le pensa e le rende a noi con gesto artistico. In alcuni precedenti progetti che abbiamo realizzato insieme (Luca Dimartino, personale a Walk about, Post Cards, collettiva a Fiorile+De Diseno)  le immagini fotografiche erano strettamente fuse alla parola, brevi versi che ne definivano la durata  termine inteso qui - sui magnifici versi  di P. Handke in Canto alla durata -  come il momento in cui ci si pone  in ascolto, mutando il momento in meditazione e restituendo l’immagine in una nuova apparenza: libera da ogni simbolizzazione e allo stesso tempo non ridotta alla lettera. Così pure per il ciclo dedicato al Teatro (presentato per Accrochage, collettiva) nel quale il gesto degli attori era di fatto il fluire stesso della durata. In  Vintage age   Luca Dimartino accompagna una preziosità altra e realizza una serie di scatti dedicati all’arte e al paesaggio della sua terra: emulsioni dipinte su carta da incisione Rosaspina.  Una tecnica antica quella dell’ emulsione, lenta, che si appropria di visibilità ad ogni singolo passaggio per arrivare ad essere un unico irripetibile pezzo.  Riporto le parole, che lo stesso Dimartino mi ha inviato: - Le emulsioni sono una tecnica che, se usata come faccio io stesa su carta da incisione Rosaspina, cerca di ritrovare la texture delle Albumine di fine ottocento (…) io le utilizzo perche come le albumine mi riportano ad una sorta di prima Impronta (...) cioè ripercorrendo tutti i procedimenti per emulsionare la carta, per stendere col pennello l'emulsione alla luce rossa, lasciarla asciugare e poi stampare (...) ripercorro, dicevo, le fasi iniziali della stampa; perciò produco immagini uniche, irripetibili. Poi una cosa importante del testo (cioè l'emulsione è come la pagina di un romanzo) è che, sotto la cadenza del  japonisme, viene dipinto a mano,  acquerellato. Queste sono da sempre le sue funzioni nel mio lavoro; le  immagini agresti, le architetture (che simulano i viaggiatori del Grand Tour, le vedute e i particolari) e le marine (…) riportare la fotografia da dove i  fotografi dell800 l'avevano lasciata (...). -
In Vintage age  la parola è sostituita dalla lentezza preziosa della tecnica di stampa, per ricondurre il qui ad essere un luogo dotato di valore, nella consapevolezza che questo  luogo fissato nell’immagine ha rifrazioni infinite, resta dentro di noi ed ha il ritmo della durata. Vintage age ci rende la presenza di una parte di ciò che ci circonda, la sottolinea e ne esalta la presenza e singolarità e lo sguardo poetico di Luca Dimartino ci riporta questa presenza, fino ad un istante prima immersa ancora nel buio della disattenzione, situandola in un nuovo significato, in una nuova sorprendente luce.
Patti Campani
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diceriadelluntore · 22 days
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Storia Di Musica #339 - Gentle Giant, Octopus, 1973
Lo spunto per le storie di Settembre me lo ha dato la notizia più sorprendente in ambito musicale di questi giorni: la riappacificazione dei fratelli Gallagher che ha portato ad una reunion dopo 15 anni degli Oasis (con inevitabili polemiche, cascate di meme, vero indicatore dell'interesse sociale delle questioni, e biglietti per concerti venduti a migliaia di euro). Lo spunto però l'ho voluto ampliare, raccontando storie di gruppi musicali che non hanno due, ma almeno tre fratelli in formazione.
Sono un po' sorpreso che solo oggi questo gruppo, tra i miei preferiti di sempre, appaia in Rubrica. Tutto inizia quando, ad inizio degli anni '60, i tre fratelli Shulman, Derek, Phil e Roy mettono su una band: sono scozzesi di Glasgow, ma il padre, che suonava la tromba in un gruppo amatoriale dopo lavoro, si trasferì con loro neonati a Portsmouth, nel 1948. I tre fratelli Shulman formano uno dei primi gruppi inglesi di rock\ r'n'b, Simon Duprèe & The Big Sound (Simon Duprèe è lo psudonimo di Derek). La band riuscì ad andare in tour e a evolvere il proprio sound, fino a raggiungere un discreto successo, entrando nella classifica inglese con il brano musicale Kites, da un album bellissimo, Without Reservation, e per un certo periodo suonò con loro un giovanissimo pianista, Reginald Dwight, che qualche anno dopo cambiò nome d'arte in Elton John e sappiamo come andò a finire. Nel 1969 sciolgono il gruppo e si organizzano, sull'eco della nascente musica progressive, a fondere le loro idee con il jazz, la musica classica, il folk in un modo del tutto unico e caratteristico, anche sfruttando il fatto che i tre Shulman sono degli eccellenti polistrumentisti. Arruolano Gary Green alla chitarra e Kenny Minnear alle tastiere. Prendono spunto dai racconti di François Rabelais, che sarà spesso fonte di ispirazione, il nome per la nuova band: Gentle Giant. Nel 1970, George Underwood disegna il meraviglioso Gigante Gentile, che tiene tra le mani la band, nella copertina del primo, omonimo disco: album fondamentale della scena progressive è il primo disco di una tetralogia eccezionale e meravigliosa. Acquiring The Taste (1971, dalla copertina dissacrante e dalla musica sperimentale e creativa al massimo livello) e il loro concept, Three Friends (1972) svelano una band che ha delle caratteristiche peculiari. Brani che non superano quasi mai i 5 minuti, rispetto alle lunghe suite degli altri gruppi prog, un intreccio spettacolari di contrappunti, melodie, strumenti e stili che fa ridere a 36 denti gli amanti del genere, testi che hanno ispirazioni spesso letterarie, piuttosto sofisticate.
La massima espressione di tutto questo si ha nel disco di oggi, uno dei capolavori del rock progressive. Octopus esce nel 1973, con in copertina uno spettacolare disegno del leggendario artista Roger Dean (creatore di alcune delle copertine più belle di sempre, ricordo la sua collaborazione con gli Yes) di una piovra dallo sguardo intenso. in verità, c'è un gioco di parole dietro: Octo Opus è infatti un riferimento agli 8 brani, da considerarsi 8 prove musicali, brevi (quasi tutti di circa 4 minuti e mezzo, tranne l'ultimo che di poco supera i 5 e mezzo, niente in confronto agli oltre 20 di molti brani cult del prog) ma dalla quantità e qualità musicale da pelle d'oca. È anche il primo disco con il nuovo, tecnicamente abilissimo, batterista John Pugwash Weathers, già con Joe Cocker e decine di altre band. Si parte con The Advent of Panurge, che è la continuazione di Pantagruel's Nativity da Acquiring The Taste (Pantagruel e Panurge sono tra i personaggi principali di Gargantua E Pantagruel, una serie di cinque romanzi di François Rabelais): inizia con melodie vocali che poi mutano in un rock funk di altissimo livello. Raconteur Troubadour è una bellissima ballata medievale, altro motore di ispirazione creativo, suonata con assoli di violini e violoncelli.  A Cry For Everyone, la canzone più hard rock anche con assoli di Minimoog, ha un testo ispirato ai lavori di Albert Camus (Run, why should I run away\When at the end the only truth certain\One day everyone dies\If only to justify life). Arriva poi la pelra tra le perle: Knots è una sorta di madrigale folk prog, con cimbali, xilofoni, intrecci vocali spettacolari ed un finale drammatico ispirato al lavori di uno psichiatra scozzese, Ronald Laing, che fu autore di tesi piuttosto eterodosse sulle malattie psichiatriche e sul ruolo dell'emozionalità dei pazienti (tra l'altro, c'è una storia sostenuta da David Gilmour, che Laing visitò Syd Barrett, lasciando zero speranze che si potesse riprendere). Il lato B è lo stesso meraviglioso: The Boys In The Band intreccia riff di organo e sax creando un capolavoro di jazz-rock pazzesco, inizia con una risata ed una moneta che rotola fino a fermarsi. Dog's Life è uno dei pochi strumentali della band, Think Of Me With Kindness è il loro tentativo di scrivere una ballata romantica, River chiude l’album con il brano più "prettamente" progressive di un disco che esprime al massimo le capacità strumentali e creative di un gruppo che nelle note di Acquiring the Taste scriveva: "Il nostro obiettivo è quello di espandere le frontiere della musica popolare contemporanea, a rischio di essere molto impopolari. Abbiamo registrato ogni composizione con un solo pensiero: che dovesse essere unica, avventurosa e affascinante."
Ci riuscirono in pieno: amati tantissimo da colleghi e dai fan più integerrimi del prog, ebbero successo relativo, nonostante una sfavillante attività live, che li portò a suonare nei più importanti Festival del periodo. Ebbero come tutti i gruppi prog successo in Italia, dove esiste ancora oggi uno zoccolo duro di appassionati. Furono attivi dieci anni, dal 1970 al 1980, attraversando la nascita, il picco e il declino della musica prog, dimostrando come si può ottenere un capolavoro condensando le idee in meno di 5 minuti.
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unmeinoakaito · 18 days
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Caratteristiche del mio partner ideale.
Vorrei che sappia accettare la mia disabilità, e che faccia in modo che per lui non sia un problema, ma un valore aggiunto.
Che mi dia sicurezza e fiducia.
Che mi insegni ad amare, visto che quella in questione, sarà la mia primissima relazione. (E spero anche l'ultima).
Sono spesso sola, non ho molti amici, specialmente femmine, non ne ho.
Non esco spesso quindi spero, che con lui magari mi venga più desiderio di uscire.
Attualmente non posso lavorare, ma percepisco una pensioncina che posso "gestire" da me comprando le mie cosine, senza dover per forza chiedere a lui ogni centesimo. Risparmiando un po', posso anche pagarmi la mia parte della cena.
Non so nuotare, quindi spero che apprezzi la montagna 🗻 e le colline, cottage e agriturismi, cose così.
Mi vedo bene in vacanza anche ad esplorare città d'arte (seppur io l'arte non la ho studiata a scuola, nell'indirizzo che ho fatto.)
Mi vedo bene in vacanza anche ad esplorare città d'arte (seppur io l'arte non la ho studiata a scuola, nell'indirizzo che ho fatto.)
Mi piacerebbe che parlasse più lingue straniere, come lo faccio io avendo questa passione da tutta la vita.
Non mi vedo con un mega palestrato (sicuramente non calcolerebbe me), ma una persona alta e abbastanza magra.
Fisicamente direi biondo con azzurri (raramente ho interesse per le persone scure con occhi scuri, sempre preferito gli occhi chiari.)
Mi piacerebbe che fosse non troppo musone, né troppo schematico e preciso, ma neanche troppo caotico.
Mi piacerebbe che fosse non troppo musone, né troppo schematico e preciso, ma neanche troppo caotico.
Mi piacciono i videogiochi e spero anche a lui.
Nel tempo libero disegno e leggo anche, spero che questo lui lo possa apprezzare.
In passato scrivevo d'amore, poi ho smesso. Spero che con lui, mi ritorni la vena da scrittrice regalandogli i miei testi e le mie poesie, descrivendoli così il mio amore giorno dopo giorno che muta nel tempo.
Crescerò insieme a lui dentro questa relazione, e con lui spero passino anche le mie ansie, soprattutto la sociale, che mi accompagna da quando ho finito la scuola superiore (per via del bullismo subìto ecc..).
Come lavoro non ho grandi pretese, non ci ho mai pensato, quindi già per me, avere semplicemente un fidanzato sarebbe un grande regalo di per sé.
Vorrei che prima di essere fidanzati e innamorati fossimo migliori amici, e da lì magari possa nascere qualcosa di un po' più predominante.
Per conquistarmi penso che non ci voglia molto: non sono una ragazza che indossa borse all'ultima moda, né ha un cellulare ultimo modello anche perché non sono malata di fotografie e non avendo altri social, non mi serve un cellulare troppo performante.
Come una bambina amo ancora i peluche (quindi questo sarebbe un ottimo regalo), ovviamente accompagnato da una lettera scritta a mano, sarebbe un sogno realizzato, ma non voglio chiedere la luna.
Purtroppo so per certo che lui, per amore mio, dovrà fare tanti cambiamenti nella sua vita, nel suo quotidiano, e ovviamente io non obbligo nessuno ad amarmi, ma spero che un giorno, proprio come nelle favole, io riesca trovare il mio principe azzurro.
@un-mei-no akai-ito (29.07.24) // @un-mei-no-akai-ito
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fashionbooksmilano · 1 year
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Ricamata Pittura
Quadri ad ago dal XVII al XX Secolo
testi di Monica Amari, M. Daniela Lunghi, Marialuisa Rizzini
Antea edizioni, Milano 1991, 54 pagine, 23 x 30 cm.
euro 50,00
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Palazzo della Permanente, Milano novembre 1991,
Dall'annoso "duello" tra opera d'arte e sua riproduzione, alla disamina delle immagini più diffuse nel corso dei secoli. E'su questi parametri che l'immaginario connoisseur, lettore di questo volume, potrà trovare spunti di notevole interesse per ampliare la conoscenza dell'eclettico mosaico iconografico della storia. Con l'ausilio di inedite fonti, come i "quadri a ricamo", Dagli spendori del Seicento, agli sperimentalismi cromatici dell'Arte Contemporanea
10/07/23
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m2024a · 8 months
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https://notizieoggi2023.blogspot.com/2024/02/la-poesia-deve-alzare-le-proprie.html La poesia deve alzare le proprie barricate contro l'invasione dell'antiumanesimo Soltanto chi come me, o come qualcuno dei miei lettori, ama davvero la letteratura si rende conto, senza ipocrisia, che nella società odierna e per le attuali classi dirigenti la letteratura è diventata un impiccio, un residuato, qualcosa da portare in cantina a riempirsi di polvere. Oggi è, o sembra, tutto finito. Inutile ricordare agli uomini della politica e dell'economia, qualunque sia il loro colore politico, che se l'Italia non è rimasta una espressione geografica, ed è nata in quanto entità storica e statuale è stato soprattutto perché l'hanno sognata, preconizzata, amata i poeti, da Dante a Petrarca, da Foscolo a Manzoni al giovane Leopardi, da Carducci a D'Annunzio, da Ungaretti a Pasolini. Inutile ricordare che l'Italia è prima di tutto la sua lingua meravigliosa e dorata, è il suo patrimonio inesauribile d'anima, d'arte, di poesia, di musica. Sembra che sia chiaro soltanto tra i pochissimi grandi uomini rimasti in Italia, penso a Riccardo Muti. Sono venuti in odio i modelli eccellenti, erosi da un falso egualitarismo straccione, e dal dominio dei social, dove «uno vale uno» e il primo pirla può impunemente apostrofare un premio Nobel: fenomeno che condannò anche Umberto Eco, non sospettabile certo di simpatie per gli «apocalittici» nemici della modernità. La scuola, disastrata in maniera equanime da governi di sinistra e di destra sino all'abominio grillino dei banchi a rotelle, ha ridotto lo studio della letteratura a pochi autori, spesso soltanto del Novecento, ignorando i classici e il loro splendore e, di fronte ad ancora tanti bravissimi insegnanti, c'è sempre qualcuno (a volte ministri come il non rimpianto Franceschini) che preme per dare più spazio a fumettisti, saltimbanchi, cuochi, comici, rapper, trapper, cantautori, dj, influencer: seguendo pedissequamente ogni moda. Si è inventato il binomio scuola lavoro, come se l'insegnamento invece di formare prima di tutto esseri umani nella loro interezza dovesse formare pizzaioli, con tutto il rispetto per la categoria. Il lavoro della scuola era far crescere il sapere e l'anima del ragazzo, la sua comprensione di se stesso, della società, della storia, del mondo. E niente poteva farlo meglio di quell'antico ma sempre nuovo sistema di conoscenza che è la Letteratura. Niente formava di più e più in profondità che leggere poesie e romanzi, grandi strumenti di educazione al destino. Niente formava di più che il pensiero dei grandi, da Machiavelli a Galileo, da Vico a De Sanctis. Intendiamoci, non è che oggi non ci siano più quelli che scrivono poesie e romanzi. Ormai il 90 per cento degli italiani ha pubblicato un romanzo, i social diffondono a piene mani poesia, e chiamano poesia anche ogni incolpevole vagito e belato sentimentale. Ci sono in giro migliaia di sedicenti autori che scrivono tutti allo stesso modo, carino e insignificante, quasi sempre lontani da ogni scossa metafisica, da ogni senso del mistero, da ogni empito fantastico, e riducono il romanzo a qualche bella frase, a qualche trovata, o a tanto lacrimoso patetismo autobiografico. Eppure in questo mare magnum, dove nessuno distingue più niente da niente, ci sono ancora libri appassionanti e autori veri. Fiorisce la letteratura di genere, dove almeno persistono i temi eterni del male, della giustizia, della verità, e che il mercato premia (cosa che è vano vituperare): io leggo con piacere per esempio Donato Carrisi, e quando mi è capitato di conversare con Maurizio De Giovanni ho toccato con lui temi a me cari come il mito con più vivacità che con autori snobbetti e un po' premiati, magari usciti dalla celebratissima scuola Holden. Poeti veri e grandi, penso ad esempio a Milo De Angelis, esistono ancora. E ogni giorno ricevo testi di giovani che credono nella poesia e scrivono in cerca di nuove forme del vivere e di assoluto. Scrittori di alta qualità ci sono, Sandro Veronesi, Antonio Scurati, Eraldo Affinati, per esempio. E ci sono i critici, penso a Giorgio Ficara, a Alfonso Berardinelli, a Massimo Onofri, a Silvio Perrella, per altro saggisti e scrittori in proprio: ma esiste sempre di meno lo spazio editoriale e istituzionale per esercitare l'importantissimo compito della critica, vagliare la produzione letteraria, individuare i valori più forti, non transeunti, seguire gli autori, sostenere una tendenza. Oggi tutto è effimero, volatile, virtuale. Leggero: ma non si dica con criminale menzogna che è la leggerezza di Italo Calvino: tutt'al più è quella di Luciana Littizzetto. A cui preferisco le giovani tiktoker, che quando cinguettano innamorate di un titolo possono anche riservare sorprese, magari stanno rileggendo e rinverdendo un classico... Il vuoto è prima di tutto un vuoto sociale, culturale, spirituale. Ed è da connettersi al crollo dell'umanesimo, che dalla Firenze del Rinascimento sino all'esistenzialismo di Sartre e di Camus aveva innervato la cultura europea. Per molti esponenti del mondo intellettuale l'essere umano non è più al centro della società, l'essere umano intero, in carne ed ossa, con i suoi bisogni, i suoi desideri, le sue debolezze, la sua follia, la sua capacità di ribellione, di autodeterminazione del proprio futuro. Ed è caduto a picco il senso della Tradizione, che è da modaioli imbecilli vedere come passato e polvere, mentre è conoscenza attiva e critica delle radici e insieme forza propulsiva per proseguire nella costruzione di una civiltà. La letteratura è stata a lungo il midollo spinale (l'espressione è di Jacques Attali) di una Nazione. E certamente di quella Europa che per primo Victor Hugo sognò come «Stati Uniti d'Europa». Senza letteratura, senza poesia, senza il primato dello spirito si configura una società non liquida, come vuole una celebre definizione sociologica, ma smidollata, un'Europa vaso di coccio tra le Potenze del nuovo ordine mondiale, prona di fronte alle insidiose idiozie nichiliste della cosiddetta cancel culture che ha soffiato dall'America in questi anni e alla fine si è rivelata una cultura della cancellazione, o del tentativo di cancellazione, guarda caso, proprio della parte gloriosa della cultura europea, oggi indifesa, incapace di reagire, di ritrovare l'orgoglio e l'amore di se stessa. Per la prima volta nella storia dell'umanità al vertice dei valori, come potere assoluto e incontestabile, è rimasta l'economia, declinata come finanza e profitto. E per la prima volta nella storia dell'umanità tutto il resto viene considerato un ingombro, qualcosa di attardato e inutile: il sacro, l'ideale, la gratuità, il valore, l'onore, la bellezza spirituale, la ribellione: il tesoro millenario della letteratura, da Omero a Borges. Il primato totalitario del profitto non ha niente a che fare col liberalismo che conosco io, quello di Benedetto Croce, Panfilo Gentile, Salvador De Madariaga. È in realtà un feticcio, un idolo, un Vitello d'Oro senza nessun Mosè in vista pronto ad abbatterlo: una irresistibile forza disumanizzante. Il pericolo, senza un nuovo umanesimo per il XXI secolo, è che si corra verso un'era di uomini-macchina, in balia di piccoli desideri indotti dalla pubblicità (e non so ancora per quanto dai miserabili imbonitori elettronici detti influencer), un'era di esseri privi di carne, di anima, di sesso, di radici, di sogni, vacui consumatori di tempo libero, prodotti deperibili e altrettanto deperibili ideologie. Uno strumento di opposizione, di resistenza e forse di contrattacco rispetto alle forze dell'antiumanesimo è la voce legislatrice (anche se mai riconosciuta come tale) della poesia, quell'antico e attualissimo sistema di conoscenza dell'anima e dell'universo che chiamiamo letteratura. Per questo nel disegno dei dominatori tecnologici ed economici del mondo poesia e letteratura non devono valere più niente, non devono avere spazio né ascolto. O, come ho appreso interrogando Chat GPT, opere poetiche e narrative potranno essere prodotte, pulite e anestetizzate, dalla IA, «assolutamente sì». Non so se un disegno così riuscirà. Dico soltanto che se riuscirà, quando saranno abbattute le statue di Virgilio, Dante, Shakespeare, Michelangelo, Goethe, Beethoven, Voltaire, Tolstoj la civiltà europea sarà finita. A me questo disegno non piace, e sono disposto, cari lettori, ad avversarlo sino all'ultimo sangue. All'ultima pagina.
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gcorvetti · 9 months
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Faber.
Oggi ricorre il 25esimo anniversario della morte di Fabrizio De Andrè, un artista che ha dato molto al cantautorato italiano e che ci ha lasciato poesie in forma musicale a dir poco stupende. Come già detto in alte occasioni "non siamo eterni" ma quello che facciamo resta nel tempo, chi per tutti e chi solo per i propri cari. Non c'è molto da aggiungere perché tutti conosciamo i suoi brani, ma in un periodo storico come questo è doveroso ricordare, non solo oggi ma sarebbe da fare spesso, figure importanti come la sua. Ieri in uno scambio di messaggi con Spock abbiamo parlato di musica, lui essendo uno scienziato non è molto preso come me, anche se in passato si dilettava a suonare il basso, gli ho detto alcune cose derivanti dalle mie ricerche sull'andazzo odierno una su tutte è il fattore "musica gratis", mi spiego, nella mia generazione (quella cresciuta senza internet) si dava un valore speciale alla musica, quando andavo a comprare un vinile poi tornavo a casa e lo ascoltavo anche più di una volta, leggendo i testi, scrutando la copertina e le informazioni contenute in essa, ecc ecc. Per me e per moltissimi della mia generazione il disco non aveva solo un valore economico ma anche artistico e affettivo, ne ho ancora parecchi. Quando leggevo le riviste di settore e c'era la notizia dell'uscita di un nuovo lavoro di una band che mi interessava mi segnavo la data e aspettavo pazientemente l'uscita, per poi agire come sopra descritto. Le nuove generazioni, diciamo dai millenials in poi, non hanno più questa pratica verso la musica, si anche grazie ad internet o all'uso sbagliato che si fa di questo mezzo potentissimo, la musica per loro è gratis perché la trovano facilmente sulle piattaforme di streaming o pirata oppure gli artisti stessi mettono nei loro profili le nuove uscite, quindi non si da più nessun valore alla musica, al lavoro di un artista, ma non perché non si paga più il disco, ma perché è a portata di mano. Il discorso come sempre è così ampio che ci vorrebbero una serie di post a catena o addirittura un saggio ma verrebbe a volumi come un'enciclopedia. Tornando al tema del post e precisando che non tutti hanno lo stesso modus verso la musica, fortunatamente, c'è chi è appassionato e valorizza il lavoro di un artista proprio per passione verso questa forma d'arte. Il brano che penso sia più adatto, e vi saluto, in questo periodo è il seguente. Grazie Faber.
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a-tarassia · 2 years
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Parlami del museo egizio di Torino
Il Museo Egizio di Torino è uno dei più antichi e importanti musei egizi al mondo, fondato nel 1824. Possiede una vasta collezione di oggetti d'arte, mummie, papiri, statue e monumenti che coprono un arco temporale di oltre 5000 anni di storia egizia. Il museo è famoso per la sua esposizione di sarcofagi, tra cui quello del re Ramesses II, e per la sua sezione dedicata alla vita quotidiana in antico Egitto. La sua posizione a Torino, in Italia, lo rende una tappa obbligata per gli appassionati di storia e cultura egizia.
Questo è quello che ho chiesto a ChatGPT e cosa l’AI di produzione testi mi ha suggerito in risposta. È tutto corretto? Sono andata al museo di recente e non mi è sembrato per un cazzo di vedere il sarcofago di Ramses II, vero è che di sarcofagi è pieno il museo, ma non c’era quello di nessun Ramses. ChatGPT deve smetterla di dire minchiate e affinare la tecnica di ricerca, approvvigionamento e rielaborazione delle info se vuole competere con boold and flesh, ma ci sta, di certo non demonizzerei la tecnologia, bisogna imparare ad addestrarla e ad usarla invece di ostracizzare in un moderno ritrovato luddismo, il flusso non lo fermi caro mio, no no.
Volevo parlare di ChatGPT? No. Volevo parlare di morti.
Il Museo Egizio di Torino è il secondo contenitore al mondo di antichità egizie, il primo mi pare sia al Cairo. Come mai proprio a Torino? Eh beh come te lo spiego? Diciamo che i regnanti all’epoca volevano della storia da esporre e visto che di proprietà non ne avevano, almeno non ne avevano di prestigiosa, allora hanno deciso di andarsela a cercare. Contesto e congiunture vogliono che si vada a finire in Egitto, mettono insieme una squadra e si va alla scoperta di archeologia del luogo, precisamente archeologia di pratiche funerarie, insomma si va a trafugare tombe. Belle tombe per carità. Tombe ricche, ma sempre tombe. Mi immagino tipo che tra mille anni comincino a scavare nei vari cimiteri monumentali e a portarsi via le lastre, le urne, i mausolei, che ne so, i lumini, ste cose e poi le mettono tutte in un edificio per mostrarle ai posteri: guarda cos’abbiamo trovato, che grande civiltà, morivano, vedete? Una volta morivano. Mi è piaciuto il museo egizio di Torino? Please, Ferragni, come to visit Musei Egizi Because we want be famous like Uffizi Ecco boh io ho preferito gli Uffizi, ma ho un debole per le statue e un po’ più di idiosincrasia verso resti biologici umani dentro delle fasce. I cocci mi annoiano, ma vengo da quindici anni trascorsi a Roma e lì i cocci la gente li trovava anche sotto il lavandino della cucina se scavava un metro di troppo, quindi non è che vado matta per le ciotole in cui si mangiava tremila anni fa, non sono cambiate di molto, son sempre ciotole, l’ikea è piena, meno della metro di Roma certo. I cocci mi annoiano, i gioielli mi annoiano, ho scoperto che pure i libri dei morti mi annoiano, i lunghissimi libri dei morti che venivano redatti per chi trapassava per evitare una vita ultraterrena difficile, voi dell’aldilà non trattatemi male il mio morto. Insomma la visita partiva già male prima di iniziare, in più nel museo egizio c’erano i morti, quelli veri. Antichissimi morti. Morti per i quali il libro dei morti è ben servito a poco visto che nessuno avrebbe mai potuto prevedere che il corpo del defunto venisse usato come oggetto da esposizione per orde di visitatori della domenica, don’t you think? Ecco il morto, ecco il lunghissimo libro del morto. Benvenuti. Non sono una fan dei musei, non di certi tipi di musei, del resto non sono ancora molto convinta del restauro a tutti i costi, quindi mi spiace non andremo mai d’accordo. Da Torino, e non solo, partivano spedizioni di studiosi per scavare ste tombe, tra la fine del 1800 e la prima metà del 1900 per scoprire e portare alla luce queste tombe ormai sotterrate dal tempo sotto strati di terra e colline, operai egiziani, all’epoca ancora di colore, non mediorientali, quanto ancora proprio africani, non so come dirlo, ma oggi quelli che ho visto (direttamente in egitto) e che ho conosciuto qui sembrano di un’altra razza proprio, voi non trovate? Scavavano tombe, le ripulivano, ne mettevano insieme i pezzi, mummie, arredi, gioielli, animali tumulati insieme a loro, sarcofagi, libri dei morti e poi una volta pronti li portavano in Europa per esporli. A Torino ci sono anche delle enormi statue dedicate agli dei egizi che sono state portate fin qui e tirate su, in una stanza ci saranno decine di statue identiche della stessa dea, altissime, enormi, come le palle che mi sono fatta a girarle tutte. Ad un certo punto, nella prima stanza c’è un morto (che stranezza) infilato in un buco e messo in posizione fetale, un morto in un buco, ma era un bel buco, con del terreno interessante, evidentemente un terreno che aveva delle caratteristiche particolari al punto che il morto dall’Egitto di migliaia di anni fa stava a Torino in una teca per il nostro piacere culturale. Del resto chi non si sveglia una mattina e pensa che è proprio la giornata giusta per andare a farsi un tour dei morti. Uno scheletro vero, di una persona vera, chissà chi, infilata in un buco. Bellissimo rega’, bellissimo. Poco dopo c’era questa mummia, nel senso di cadavere conservato dentro delle bende, di uno scribacchino, un funzionario dell’epoca, che è morto ovviamente, essendo uno che in un certo senso contava, lo hanno fasciato, inserito in un sarcofago con i propri oggetti personali, amuleti, che ne so cocci, cosette sue, calato nel suo sarcofago e via biglietto di sola andata per Torino, in una teca. Ci pensate? Io impazzisco. Sfilze di morti fasciati nelle bende, che sia chiaro, cambiano da epoca ad epoca bende e rito, ed è l’unica cosa interessante, perché tutto il museo parla della civiltà egizia come se questi avessero una sola cosa interessante e solo quella: il rito del morto. Per carità, ci sta, ma davvero il rito funerario è arte? E che lo sia o no, ammettiamo pure che lo sia, è davvero un elemento, un momento, un passaggio da esporre come se fossero numeri da circo? Che senso ha esporre i morti? E se non è arte, ma una componente di una civiltà evidentemente più grande di ciò allora perché incaponirsi sulle mummie? Vedete? Qui c’è una mummia col sarcofago. E qui un’altra mummia con sarcofago e col suo gatto, anch’esso mummificato. Certo ok tutto a posto, tutti tranquilli, hanno mummificato pure il gatto, oggi volevo proprio vederlo un gatto mummificato. E qui la sua sedia e i vestiti per la vita ultraterrena. E i due chilometri di testo del libro dei morti. Qui una coppia, era una tomba matrimoniale, due sarcofagi e due mummie yeah! Qui c’è la galleria con dentro le mummie di ogni età, vanno dai neonati fino ad alcune mummie adulte, ma se non vi regge lo stomaco potete evitarla, c’è un avviso prima. È vero. C’è la galleria che spiega come funziona il processo di mummificazione che in ogni caso è cambiato nel corso delle epoche e prima di entrare in questa galleria c’è proprio un disclaimer che parla di questo dilemma etico: esporre o no i morti? Io sono entrata a vederli, so che mi lamento e me ne sono lamentata tutto il tempo, ma Luca ormai è abituato e di solito ride, però la curiosità mi mangia viva e allora anche se non tollero la vista di cadaveri, di nessun tipo, e sono sinceramente sensibile al tema, sono andata a vedere le mummie dei neonati e no, il dilemma etico per me parte da ben prima della decisione di esporre o no i morti, ha senso certamente, dal punto di vista culturale, come la buona parte di voi direbbe, ma è anche vero che la maggior parte di voi attraverserebbe questo museo, e buona parte della cultura di cui siamo invasi, come un fantasma letterario attraversa i muri, senza curarsene e senza notarlo nemmeno. Quindi non venitemi a dire niente per favore, ok? C’erano gli animali domestici mummificati, i pet, gatti, cani, piccoli coccodrilli, uccellini, uno spettacolo raccapricciante, pareva di stare nel castello di francesco ferdinando in boemia perdio. Pare che, nell’antico egitto, ci fossero le bancarelle con gli animali mummificati in vendita, che magari se ti moriva un parente e tu volevi che un dio in particolare lo prendesse sotto la sua tutela allora lo tumulavi con un animale, mummificato in sacrificio, però il problema è che se non te lo mummificavi tu l’animale, è possibile che ti vendessero un fake, tipo come il mattone al posto dell’iphone e il dio col cazzo che ti tutelava. Succedeva anche nell’antico egitto, ma ste cose al museo non te le dicono, devi informarti ed è forse per questo che serve il museo, a traumatizzarti. Ovviamente gioco, più o meno, non è un posto in cui muoio dalla voglia di tornare e non ho un interesse così estremo verso i riti funerari in generale, né verso i cadaveri, però è chiaramente un’opinione personale. È ancora più controverso, a mio avviso, che quelli che abbiamo visto, essendo quelli meglio conservati e “facilmente” ritrovati erano in un certo qual senso quelli che se lo potevano permettere, che avevano soldi per un processo costoso, che avessero soldi per occupare spazi molto grandi anche da morti, che avessero talmente tanta roba al punto che valesse la pena di portarsela appresso in un’altra vita, gente che scriveva per loro lunghissimi testi di presentazione per il regno dei morti, il libro dei morti è una sorta di curriculum praticamente e quindi mi immagino che anche oggi noi stiamo qui a celebrare chi si è potuto permettere un posto nel futuro, quelli che si so fatti il sarcofago più bello e grosso, i vestiti dei tessuti migliori e la storia è sempre la stessa insomma. Fatto sta che se fosse come dicono loro, nell’aldilà noi saremo quelli co le pezze al culo senza uno straccio e decomposti per intero, loro invece c’avranno pure gli animali da compagnia e un curriculum coi controcoglioni. Chiamali scemi.
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morelin · 1 year
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MIA (Museo d'Arte Islamica)
A Doha (Qatar) oltre al MIA Park abbiamo visitato il MIA, il Museo d’Arte Islamica, per ammirare la più grande collezione di arte islamica del mondo. La struttura del museo è stata progettata da I.M. Pei, l’architetto che ha disegnato la famosa piramide di vetro del Louvre di Parigi.
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Qui l’architettura tradizionale islamica (l’ispirazione proviene dalla fontana delle abluzioni presente nella moschea di Ahmad Ibn Tulun a Il Cairo) si unisce alla modernità dei motivi geometrici e degli archi.
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La collezione è davvero ricca e spazia dai tessuti alle ceramiche, dai gioielli ai testi sacri.
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Oltre a questo, il museo offre viste mozzafiato sullo skyline cittadino sia internamente dall’ampia facciata in vetro sia dalle terrazze.
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viragfold · 1 year
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La rinascita di Leopold Bloom
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Chiamata internazionale aperta agli artisti di tutto il mondo.
Il bellissimo borgo antico di Sant'Ilario, nell’Isola d'Elba (Toscana), con le sue stradine di granito arrampicate sulle verdi colline, si era gradualmente spopolato negli ultimi anni a causa dell’abbandono delle attività agricole, perdendo il suo sapere antico, a causa dell’avvento del turismo di massa. Ultimamente questo borgo ha finalmente iniziato un lento processo di rinascita grazie soprattutto all'Arte. Nel 2022, nell’ambito di un più ampio progetto di riqualificazione, che comprende sia il recupero dei terreni ormai abbandonati ed invasi dai rovi, che il miglioramento dell'accoglienza turistica, diciannove artisti hanno infatti donato alla comunità che popola il borgo una loro opera d'arte. I dipinti, le opere grafiche e le sculture pervenuti fanno ora parte della collezione di una galleria civica sita nel centro di Sant'Ilario. Questo grande avvenimento ha preso il via il 25 agosto 2022 con l’evento “Voltine, una visione contemporanea”, con il patrocinio del comune di Campo nell’Elba (LI), una mostra a cura di Nico Carone e Federica Frati, in cui le opere donate a Sant'Ilario sono state allestite per una sera nei tipici elementi architettonici del paese, le Voltine appunto, nuovamente illuminate per l’occasione.
Questo evento ha restituito a Sant'Ilario l’antico splendore per una sera, amplificando l’enorme bellezza di questo luogo attraverso la cultura. In questa occasione si è formato il gruppo “Voltine”, con lo scopo di realizzare ulteriori eventi artistico-culturali nell’ambito del paese. Per l’estate 2023 stiamo creando un evento basato sulla Mail Art, stiamo per cui chiedendo ad artisti di tutto il mondo di inviare una o più immagini sul tema della Rinascita. Le opere pervenute saranno esposte nell’ambito della mostra “Voltine 2023”, nuovamente a cura di Nico Carone e Federica Frati, e gli artisti saranno menzionati in tutto il materiale promozionale dell’evento.
Crediamo che la Mail Art possa aiutarci a ricostruire un altro tassello della nuova vita di Sant'Ilario. L'arte è energia creativa, cambiamento, è la via per rinascere.
Regolamento:
1) Non è prevista alcuna tassa di iscrizione, non ci sarà una giuria. 2) Le opere non verranno restituite. 3) Scadenza 24 luglio 2023 – fa fede il timbro postale. 4) Tecnica libera. 5) Devono essere presentati solo lavori originali. 6) Sul retro della cartolina è necessario indicare: nome/cognome, data, titolo, indirizzo postale e indirizzo mail. 7) E’ possibile, anzi consigliato, inviare più di un’opera, con un massimo di 5 opere, cm 10x15 minimo ciascuna. 8) Le opere dovranno pervenire in forma cartacea via posta al seguente indirizzo: Gruppo Voltine c/o Elisabetta Pelleriti, via degli alberi 80, fraz. Sant’Ilario, 57034 Campo nell’Elba, Livorno. 9) Si lascia libera scelta se spedire le cartoline direttamente affrancate o affrancarle in busta chiusa. 10) Le opere non dovranno avere contenuti pubblicitari, immagini o testi che possano nuocere ai fruitori, trattare tematiche che offendano la moralità, presentare contenuti xenofobi, pornografici o lesivi della dignità pena l’esclusione. 11) Voltine si impegnerà a dare il massimo risalto all’evento con un’esposizione nel borgo di Sant’Ilario del materiale ricevuto nel mese di agosto 2023 (data da definire a breve) 12) Come in ogni progetto di Mail-Art le opere conformi alle regole di questo bando verranno tutte esposte. 13) Le opere non verranno restituite e si intendono donate per entrare a far parte della galleria civica del borgo di Sant’Ilario, libere di essere usate, così come la loro immagine, per promuovere e documentare il progetto. 14) I diritti d’autore sulle composizioni, le immagini delle opere, i testi inviati resteranno comunque di libero uso da parte degli autori per ogni ulteriore utilizzo. 15) Le/i partecipanti, spedendo le loro opere, acconsentono automaticamente all’utilizzo dei propri dati personali, dell’opera e delle immagini dell’opera, inviate ai sensi e per gli effetti degli artt. 13 e 23 del D.L.gs. n. 196/2003, per l’eventuale loro pubblicazione su catalogo, stampa, web, social e per ogni altra iniziativa ufficiale utile a promuovere l’evento ed eventi successivi. 16) L’invio delle opere implica l’accettazione del bando in ogni suo punto.
"RINASCITA" - LINK
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pollonegro666 · 2 years
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2022/12/10 Terminamos la visita saliendo enfrente de una escuela de arte donde tenían imágenes de textos literarios. Nos dirigimos al paseo de la fama para ver las estrellas que dedicaron a un gram actor internacional que empezó su exitosa carrera rodando en la provincia y un director de cine español.
We ended the visit by leaving in front of an art school where they had images of literary texts. We headed to the Walk of Fame to see the stars dedicated to a great international actor who began his successful career filming in the province and a Spanish film director.
Google translation into Italian: Abbiamo concluso la visita uscendo davanti ad un liceo artistico dove avevano immagini di testi letterari. Ci siamo diretti alla Walk of Fame per vedere le stelle dedicate a un grande attore internazionale che ha iniziato la sua carriera di successo girando in provincia e a un regista spagnolo.
Google Translation into French: Nous avons terminé la visite en partant devant une école d'art où l'on disposait d'images de textes littéraires. Nous nous sommes dirigés vers le Walk of Fame pour voir les étoiles dédiées à un grand acteur international qui a commencé sa carrière réussie en filmant dans la province et à un réalisateur espagnol.
Google Translation into Portuguese: Terminamos a visita saindo em frente a uma escola de arte onde tínhamos imagens de textos literários. Seguimos para a Calçada da Fama para ver as estrelas dedicadas a um grande ator internacional que começou sua carreira de sucesso filmando na província e a um diretor espanhol.
Google Translation into Arabic: أنهينا الزيارة بالمغادرة أمام مدرسة فنون حيث كانت لدينا صور لنصوص أدبية. توجهنا إلى ممشى المشاهير لمشاهدة النجوم مكرسين لممثل دولي عظيم بدأ حياته المهنية الناجحة في التصوير في المقاطعة ولمخرج إسباني.
Google Translation into German: Wir beendeten den Besuch, indem wir vor einer Kunstschule abreisten, wo wir Bilder von literarischen Texten hatten. Wir gingen zum Walk of Fame, um die Sterne zu sehen, die einem großen internationalen Schauspieler gewidmet sind, der seine erfolgreiche Karriere mit Dreharbeiten in der Provinz begann, und einem spanischen Regisseur.
Google Translation into Albanisch: Vizitën e përfunduam duke u nisur përpara një shkolle artistike ku kishim foto me tekste letrare. Ne shkuam në Walk of Fame për të parë yjet kushtuar një aktori të madh ndërkombëtar që filloi karrierën e tij të suksesshme duke filmuar në provincë dhe një regjisori spanjoll.
Google Translation into Armenian: Այցելությունն ավարտեցինք՝ մեկնելով արվեստի դպրոցի դիմաց, որտեղ ունեինք գրական տեքստերի նկարներ։ Մենք գնացինք Փառքի ծառուղի տեսնելու աստղերը, որոնք նվիրված են մեծ միջազգային դերասանին, ով իր հաջող կարիերան սկսել է նկարահանվելով նահանգում և իսպանացի ռեժիսորին:
Google Translation into Bulgarian: Завършихме посещението, като тръгнахме пред училище по изкуства, където имахме снимки на литературни текстове. Отидохме на Алеята на славата, за да видим звездите, посветени на голям международен актьор, започнал успешната си кариера, снимайки в провинцията, и на испански режисьор.
Google Translation into Czech: Návštěvu jsme zakončili odchodem před uměleckou školu, kde jsme měli obrázky literárních textů. Šli jsme na chodník slávy, abychom viděli hvězdy věnované skvělému mezinárodnímu herci, který zahájil svou úspěšnou kariéru natáčením v provincii, a španělskému režisérovi.
Google Translation into Croatian: Posjet smo završili odlaskom ispred umjetničke škole gdje smo imali slike književnih tekstova. Otišli smo na Walk of Fame vidjeti zvijezde posvećene velikom međunarodnom glumcu koji je svoju uspješnu karijeru započeo snimajući u provinciji i jednom španjolskom redatelju.
Google Translation into Slovak: Návštevu sme ukončili odchodom pred umeleckú školu, kde sme mali obrázky literárnych textov. Išli sme na chodník slávy, aby sme videli hviezdy venované veľkému medzinárodnému hercovi, ktorý začal svoju úspešnú kariéru natáčaním v provincii, a španielskemu režisérovi.
Google Translation into Slovenian: Obisk smo zaključili z odhodom pred likovno šolo, kjer smo imeli slike literarnih besedil. Šli smo na Pločnik slavnih, da bi si ogledali zvezde, posvečene velikemu mednarodnemu igralcu, ki je svojo uspešno kariero začel s snemanjem v provinci, in španskemu režiserju.
Google Translation into Estonian: Külastuse lõpetasime lahkumisega kunstikooli eest, kus olid pildid kirjandustekstidest. Käisime Walk of Fame'il vaatamas staare, kes on pühendatud suurepärasele rahvusvahelisele näitlejale, kes alustas oma edukat karjääri provintsis filmides, ja Hispaania režissöörile.
Google Translation into Suomi: Päätimme vierailun lähtemällä taidekoulun eteen, jossa meillä oli kuvia kirjallisista teksteistä. Kävimme Walk of Famella katsomassa tähtiä, jotka on omistettu suurelle kansainväliselle näyttelijälle, joka aloitti menestyksekkään uransa kuvaamalla maakunnassa, ja espanjalaiselle ohjaajalle.
Google Translation into Greek: Ολοκληρώσαμε την επίσκεψη φεύγοντας μπροστά από ένα καλλιτεχνικό σχολείο όπου είχαμε εικόνες από λογοτεχνικά κείμενα. Πήγαμε στο Walk of Fame για να δούμε τα αστέρια αφιερωμένα σε έναν σπουδαίο διεθνή ηθοποιό που ξεκίνησε την επιτυχημένη καριέρα του στα γυρίσματα στην επαρχία και σε έναν Ισπανό σκηνοθέτη.
Google Translation into Dutch: We beëindigden het bezoek door voor een kunstacademie te vertrekken waar we foto's van literaire teksten hadden. We gingen naar de Walk of Fame om de sterren te zien die waren opgedragen aan een grote internationale acteur die zijn succesvolle filmcarrière begon in de provincie en aan een Spaanse regisseur.
Google Translation into Norwegian: Vi avsluttet besøket med å gå foran en kunstskole hvor vi hadde bilder av litterære tekster. Vi dro til Walk of Fame for å se stjernene dedikert til en stor internasjonal skuespiller som begynte sin suksessrike karriere med å filme i provinsen og til en spansk regissør.
Google Translation into Polish: Zwiedzanie zakończyliśmy wyjściem przed szkołę plastyczną, gdzie mieliśmy zdjęcia tekstów literackich. Poszliśmy do Walk of Fame, aby zobaczyć gwiazdy poświęcone wielkiemu międzynarodowemu aktorowi, który rozpoczął swoją udaną karierę filmową w prowincji oraz hiszpańskiemu reżyserowi.
Google Translation into Romanian: Am încheiat vizita plecând în fața unei școli de artă unde aveam poze cu texte literare. Am fost pe Walk of Fame pentru a vedea vedetele dedicate unui mare actor internațional care și-a început cariera de succes filmând în provincie și unui regizor spaniol.
Google Translation into Russian: Мы закончили визит тем, что вышли перед художественной школой, где у нас были фотографии литературных текстов. Мы отправились на Аллею славы, чтобы увидеть звезды, посвященные великому международному актеру, который начал свою успешную карьеру в провинции, и испанскому режиссеру.
Google Translation into Serbian: Посету смо завршили одласком испред уметничке школе где смо имали слике књижевних текстова. Отишли ​​смо на Стазу славних да видимо звезде посвећене великом међународном глум��у који је своју ��спешну каријеру започео снимајући у провинцији и једном шпанском редитељу.
Google Translation into Swedish: Vi avslutade besöket med att ge oss av framför en konstskola där vi hade bilder på litterära texter. Vi gick till Walk of Fame för att se stjärnorna dedikerade till en stor internationell skådespelare som började sin framgångsrika karriär med att filma i provinsen och till en spansk regissör.
Google Translation into Turkish: Edebi metinlerin resimlerinin bulunduğu bir sanat okulunun önünden ayrılarak ziyaretimizi sonlandırdık. Başarılı kariyerine eyalette film çekerek başlayan büyük bir uluslararası aktöre ve İspanyol bir yönetmene adanmış yıldızları görmek için Walk of Fame'e gittik.
Google Translation into Ukrainian: Ми завершили візит, вийшовши перед художньою школою, де ми мали зображення літературних текстів. Ми пішли на Алею Слави, щоб побачити зірки, присвячені великому міжнародному актору, який розпочав свою успішну кар’єру, знімаючись у провінції, та іспанському режисеру.
Google Translation into Bengali: আমরা একটি আর্ট স্কুলের সামনে রেখে পরিদর্শন শেষ করলাম যেখানে আমাদের সাহিত্য পাঠের ছবি ছিল। প্রদেশে এবং একজন স্প্যানিশ পরিচালকের কাছে তার সফল কেরিয়ারের চিত্রগ্রহণ শুরু করা একজন মহান আন্তর্জাতিক অভিনেতাকে উত্সর্গীকৃত তারকাদের দেখতে আমরা ওয়াক অফ ফেমে গিয়েছিলাম।
Google Translation into Chinese: 我们在一所艺术学校前离开,在那里我们有文学文本的图片,从而结束了这次访问。 我们去了星光大道,看星星献给一位伟大的国际演员,他在该省开始了他成功的职业生涯,并献给了一位西班牙导演。
Google Translation into Korean: 우리는 문학 텍스트의 그림이 있는 예술 학교 앞에서 출발하여 방문을 끝냈습니다. 우리는 지방에서 성공적인 촬영 경력을 시작한 위대한 국제 배우와 스페인 감독에게 헌정된 별을 보기 위해 명예의 거리에 갔다.
Google Translation into Hebrew: סיימנו את הביקור ביציאה מול בית ספר לאמנות שבו היו לנו תמונות של טקסטים ספרותיים. הלכנו לשדרת התהילה לראות את הכוכבים המוקדשים לשחקן בינלאומי גדול שהחל את הקריירה המצליחה שלו בצילומים במחוז ולבמאי ספרדי.
Google Translation into Hindi: हमने एक कला विद्यालय के सामने जाकर यात्रा समाप्त की, जहाँ हमारे पास साहित्यिक ग्रंथों के चित्र थे। हम एक महान अंतरराष्ट्रीय अभिनेता को समर्पित सितारों को देखने के लिए वॉक ऑफ फेम में गए, जिन्होंने अपने सफल करियर की शुरुआत प्रांत में और एक स्पेनिश निर्देशक के लिए की थी।
Google Translation into Indonesian: Kami mengakhiri kunjungan dengan pergi ke depan sebuah sekolah seni di mana kami memiliki gambar-gambar teks sastra. Kami pergi ke Walk of Fame untuk melihat bintang-bintang yang didedikasikan untuk aktor internasional hebat yang memulai karier syutingnya yang sukses di provinsi dan sutradara Spanyol.
Google Translation into Japanese: 私たちは文学作品の写真を持っていた美術学校の前を後にして、訪問を終えました。 私たちはウォーク オブ フェームに行き、この地方で成功を収めたキャリアをスタートさせた偉大な国際的俳優と、スペインの監督に捧げられたスターを見ました。
Google Translation into Kyrgyz: Иш сапарды биз көркөм окуу жайынын алдынан чыгып, көркөм тексттердин сүрөттөрү менен аяктадык. Биз Даңк аллеясына провинцияда ийгиликтүү тасма тартууну баштаган эл аралык улуу актёрго жана испаниялык режиссерго арналган жылдыздарды көрүү үчүн бардык.
Google Translation into Malay: Kami mengakhiri lawatan dengan meninggalkan di hadapan sebuah sekolah seni di mana kami mempunyai gambar teks sastera. Kami pergi ke Walk of Fame untuk melihat bintang yang didedikasikan untuk pelakon antarabangsa yang hebat yang memulakan penggambaran kerjayanya yang berjaya di wilayah itu dan kepada pengarah Sepanyol.
Google Translation into Panjabi: ਅਸੀਂ ਇੱਕ ਆਰਟ ਸਕੂਲ ਦੇ ਸਾਹਮਣੇ ਰਵਾਨਾ ਹੋ ਕੇ ਯਾਤਰਾ ਦੀ ਸਮਾਪਤੀ ਕੀਤੀ ਜਿੱਥੇ ਸਾਡੇ ਕੋਲ ਸਾਹਿਤਕ ਪਾਠਾਂ ਦੀਆਂ ਤਸਵੀਰਾਂ ਸਨ। ਅਸੀਂ ਇੱਕ ਮਹਾਨ ਅੰਤਰਰਾਸ਼ਟਰੀ ਅਭਿਨੇਤਾ ਨੂੰ ਸਮਰਪਿਤ ਸਿਤਾਰਿਆਂ ਨੂੰ ਦੇਖਣ ਲਈ ਵਾਕ ਆਫ਼ ਫੇਮ 'ਤੇ ਗਏ ਜਿਸਨੇ ਪ੍ਰਾਂਤ ਵਿੱਚ ਆਪਣੇ ਸਫਲ ਕੈਰੀਅਰ ਦੀ ਸ਼ੂਟਿੰਗ ਸ਼ੁਰੂ ਕੀਤੀ ਅਤੇ ਇੱਕ ਸਪੈਨਿਸ਼ ਨਿਰਦੇਸ਼ਕ ਨੂੰ।
Google Translation into Pashtun: موږ لیدنه پای ته ورسوله د هنر ښوونځي مخې ته چیرې چې موږ د ادبي متنونو عکسونه درلودل. موږ واک آف فیم ته لاړو ترڅو هغه ستوري وګورو چې یو لوی نړیوال لوبغاړي ته وقف شوي چې په والیت کې یې خپل بریالي کیریر فلم کولو پیل کړی او یو هسپانوي ډایرکټر ته.
Google Translation into Persian: بازدید را با خروج از مقابل یک هنرستان که در آن تصاویر متون ادبی داشتیم به پایان رساندیم. ما به پیاده‌روی مشاهیر رفتیم تا ستاره‌های تقدیم شده به یک بازیگر بزرگ بین‌المللی که کار موفق خود را با فیلمبرداری در استان آغاز کرد و یک کارگردان اسپانیایی را ببینیم.
Google Translation into Tagalog: Tinapos namin ang pagbisita sa pamamagitan ng pag-alis sa harap ng isang paaralan ng sining kung saan mayroon kaming mga larawan ng mga tekstong pampanitikan. Nagpunta kami sa Walk of Fame para makita ang mga bituin na nakatuon sa isang mahusay na international actor na nagsimula sa kanyang matagumpay na career filming sa probinsya at sa isang Spanish director.
Google Translation into Thai: เราจบการเยี่ยมชมด้วยการออกจากหน้าโรงเรียนสอนศิลปะซึ่งมีรูปภาพตำราวรรณกรรม เราไปที่ Walk of Fame เพื่อดูเหล่าดาราที่อุทิศให้กับนักแสดงระดับนานาชาติผู้ยิ่งใหญ่ซึ่งเริ่มต้นอาชีพที่ประสบความสำเร็จในการถ่ายทำในจังหวัดนี้และให้กับผู้กำกับชาวสเปน
Google Translation into Urdu: ہم نے ایک آرٹ سکول کے سامنے جا کر دورہ ختم کیا جہاں ہمارے پاس ادبی تحریروں کی تصویریں تھیں۔ ہم ایک عظیم بین الاقوامی اداکار کے لیے وقف ستاروں کو دیکھنے کے لیے واک آف فیم گئے جس نے صوبے میں اپنے کامیاب کیریئر کی فلم بندی کی اور ایک ہسپانوی ہدایت کار کے لیے۔
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sounds-right · 18 days
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MOLO Brescia: si balla fino al 21 settembre, con 6 imperdibili party
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Dopo il closing party del giovedì Frìo il 5 settembre, MOLO Brescia propone tanti altri eventi a settembre 2024, perché è una location all'avanguardia in cui si balla anche se piove… La foto che vedete è quella di Cassim, dj italiano dalla carriera internazionale (spesso è guest ad Ibiza), ma i party in questo locale sono tanti, e proseguono fino al 21 settembre '24.
Venerdì 6 settembre ecco Rehab, party urban e hip hop. Arriva per questa serata un  guest d'eccezione. E' Artie 5ive. Si tratta, come scrive Boh Magazine, di un rapper milanese classe 2000. Di origini italo-sierraleonesi, il suo nome d'arte arriva dal suo secondo nome (nome anche del nonno) e dalle cinque vie principali di parte del quartiere Bicocca di Milano. Il suo stile si rifà alla scuola drill di Detroit caratterizzata da bpm sostenuti, melodie rapide e ripetitive, bassi pesanti ed acid e testi espliciti. Sabato 7 settembre un classico di MOLO e di Circus beatclub (in cui si tornerà a ballare per tutto l'autunno inverno 2024 - 25), ovvero Humble Night.
Venerdì 13 settembre, bando alla scaramanzia internazionale (che vede il 13 come numero sfortunato, non il 17 come è tradizione di noi italiani), ecco al MOLO Brescia l'house party Panorama con il resident d'eccezione, Albert Marzinotto e lo special guest Cassimm. Italiano di nascita e londinese di adozione, fa spesso ballare Ibiza. Ad esempio è stato recentemente protagonista all'Amnesia, uno dei top club mondiali.  Ha recentemente pubblicato tempo su Rekids, l'etichetta musicale di Radio Slave l'EP "House of Moves". Il disco inizia con "Body And Soul", un brano da mani in alto sostenuto da un groove Tech House e da una voce da urlo.... Riassumendo, il suo dj set è perfetto per far scatenare anche il MOLO Brescia. 
Sabato 14 ecco invece un altro classico di MOLO e Circus,  Candy Crush, per scherzare tra dolci e cotte per ragazze e ragazzi.
Eccoci infine al weekend che chiude la lunga stagione di MOLO Brescia: venerdì 20 settembre ecco il party UNIBS IN DA CLUB. Infine, l'ultima festa è in programma per sabato 21. E' Closing Party da urlo, perfetto per dare l'appuntamento a tutti all'estate '25, in perfetta coincidenza con il calendario. 
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Tante le novità per l'estate '24 al MOLO - Brescia. E una certezza. Da tempo MOLO - Brescia  gestito da chi ha portato al successo nel tempo sia Circus beatclub a Brescia (che ha appena compiuto 25 anni di successi), sia River a Soncino (CR)... Ovvero, dal team coordinato da Antonio Gregori. E' un riferimento per chi vuol ballare con stile, tra gli addetti ai lavori e tra chi ha voglia di ballare. 
MOLO - Brescia, Summer on my mind
Via Sorbanella n. 3, Brescia
Infoline, WhatsApp: +39 333 210 5400
A4: Brescia Ovest, zona Multisala OZ
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diceriadelluntore · 5 months
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Storia Di Musica #321 - Okkervil River, The Stage Names, 2007
Fino a 15 giorni fa non conoscevo questo gruppo, e la sua storia variegata e spassosa. Non conoscevo ovviamente nemmeno il loro modo di fare musica, che mi ha colpito davvero tanto. Will Sheff, voce e chitarra, Zach Thomas al basso e al mandolino e Seth Warren alla batteria sono tre amici sin dal tempo del liceo, e vivono nel New Hampshire. Si trasferiscono dopo il college ad Austin, in Texas, e mettono su una band: prendono nome dal titolo di un racconto di Tat'jana Nikitična Tolstaja (che discende da un ramo minore dei Tolstoj), contenuto nella raccolta Sotto Il Portico Dorato, che si intitola Sul Fiume Okkervil, che è un breve fiume che passa per San Pietroburgo: Okkervil River. Siamo a fine anni '90 del '900 e i nostri registrarono un album autoprodotto composto da sette canzoni intitolato Stars Too Small To Use. Iniziano a fare concerti, la band si allarga (Jonathan Meiburg alla fisarmonica e poi all'organo). Nel 2002 la famosa etichetta indipendente Jagjaguwar li mette sotto contratto: Seth Warren abbandona per seguire la carriera accademica a Berkely e viene sostituito da Mark Pedini alla batteria. Nello stesso anno pubblicano il loro primo LP, Don't Fall In Love With Everyone You See. Un anno dopo si spostano a San Francisco, Warren ritorna in gruppo, e pubblicano Down The River Of Golden Dreams. La band ha continui cambi di formazione, ma raggiunge una certa forma quando Travis Nelsen sostituisce Pedini alla batteria e si aggiunge un altro chitarrista, Howard Draper. Con questa formazione, nel 2005, pubblicano il loro lavoro più riuscito, che li fa conoscere in maniera decisiva anche oltre la scena indipendente: Black Sheep Boy è osannato dalla critica e vende benissimo per un disco indipendente, tanto che la band lo pubblica nel 2006 anche in Europa e ne fa uscire un mini EP in accompagnato, Black Sheep Boy Appendix. Zach Thomas esce dal gruppo e viene sostituito da Pat Pestorius. Il suono è un folk rock ricco, delicato, gioioso ma sono le idee dei testi di Sheff che stupiscono, in una sorta di costruzione di musica cabaret dove il racconto, a volte stucchevole, di ciò che succede intorno a lui è il fulcro della musica degli Okkervil River. E prova maestra è il disco di oggi, uscito nell'Agosto del 2007 e quasi da subito un classico della musica indipendente.
The Stages Names è, come suggerisce il titolo, una riflessione ironica e senza peli sulla lingua sull'essere un'artista e sulle storie che l'esserlo nasconde. Our Life Is Not A Movie Or Maybe prende in giro il già allora evidente e potente ingigantimento di qualsiasi cosa succeda nella vita di chiunque, o per meglio dire, la voglia di rendere le cose della vita molto più drammatiche o epiche di quello che sono (It's just a life story, so there's no climax\No more new territory, so pull away the IMAX). Unless It's Kicks è una analisi sul rapporto artista fan, A Hand To Take Hold Of The Scene è la prima genialata, infatti è una canzone che racconta della trama di due programmi TV, Cold Case (famoso anche in italiana, sulla squadra dell'FBI chiamata a risolvere i casi irrisolti di anni precedenti) e Breaking Bonaduce (una sorta di documentario su Danny Bonaduce, famoso attore bambino degli anni'70, che raccontava dei suoi problemi familiari da adulto) in cui furono usate canzoni della band (in Cold Case Black Sheep Boy). Savannah Smiles è la storia di Shannon Wilsey, famosa pornostar americana, che prese il suo nome d'arte da un film, Savannah Smiles del 1982: la sua è una storia tragica, poichè dopo un incidente stradale dove rimase sfregiata, decise di suicidarsi per non essere vista "brutta". Plus Ones è un piccolo capolavoro: l'espressione indica nelle liste dei concerti le aggiunte che gli ospiti dei backstage hanno per le entrate, ed è un testo quasi non sense che aggiunge uno o più unità a famosi titoli di canzoni: ? and the Mysterian che scrissero 96 Tears diventano 97, le 50 Ways To Leave Your Lover di Paul Simon diventano 51 e così via, citando anche i The Byrds di Eight Miles High, i R.E.M. di 7 Chinese Bros., David Bowie in TVC15 ed altri. You Can't Hold The Hand Of A Rock And Roll Man cita nel titolo un testo di una canzone di Joni Mitchell, Blonde In The Bleachers, e cita nel testo un quadro di Marchel Duchamp, La Sposa Messa A Nudo Dai Suoi Scapoli, Anche. John Allyn Smith Sails è dedicata alla vita e al suicidio del poeta confessionale John Berryman (originariamente John Allyn Smith). La canzone si conclude rielaborando la tradizionale canzone popolare Sloop John B (resa famosa dai Beach Boys), paragonando la morte a un viaggio di ritorno a casa. Non posso non citare anche Title Track (che cita Hollywood Babylonia di Kenneth Anger) e la toccante A Girl In Port, canzoni misteriosa e dolente. Le canzoni hanno una gioiosa musicalità e il disco va persino in classifica su Billboard. Will Sheff si mostra un cantautore davvero poliedrico e la band gira a mille, usando spesso solo strumenti acustici (tranne in Title Track e poche altre occasioni). Un piccolo gioiello scoperto in questo mese di Aprile, che con la seconda copertina capite benissimo a cosa è dedicato (almeno spero....)
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tarditardi · 18 days
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MOLO Brescia: si balla fino al 21 settembre, con 6 imperdibili party
Dopo il closing party del giovedì Frìo il 5 settembre, MOLO Brescia propone tanti altri eventi a settembre 2024, perché è una location all'avanguardia in cui si balla anche se piove… La foto che vedete è quella di Cassim, dj italiano dalla carriera internazionale (spesso è guest ad Ibiza), ma i party in questo locale sono tanti, e proseguono fino al 21 settembre '24.
Venerdì 6 settembre ecco Rehab, party urban e hip hop. Arriva per questa serata un  guest d'eccezione. E' Artie 5ive. Si tratta, come scrive Boh Magazine, di un rapper milanese classe 2000. Di origini italo-sierraleonesi, il suo nome d'arte arriva dal suo secondo nome (nome anche del nonno) e dalle cinque vie principali di parte del quartiere Bicocca di Milano. Il suo stile si rifà alla scuola drill di Detroit caratterizzata da bpm sostenuti, melodie rapide e ripetitive, bassi pesanti ed acid e testi espliciti. Sabato 7 settembre un classico di MOLO e di Circus beatclub (in cui si tornerà a ballare per tutto l'autunno inverno 2024 - 25), ovvero Humble Night.
Venerdì 13 settembre, bando alla scaramanzia internazionale (che vede il 13 come numero sfortunato, non il 17 come è tradizione di noi italiani), ecco al MOLO Brescia l'house party Panorama con il resident d'eccezione, Albert Marzinotto e lo special guest Cassimm. Italiano di nascita e londinese di adozione, fa spesso ballare Ibiza. Ad esempio è stato recentemente protagonista all'Amnesia, uno dei top club mondiali.  Ha recentemente pubblicato tempo su Rekids, l'etichetta musicale di Radio Slave l'EP "House of Moves". Il disco inizia con "Body And Soul", un brano da mani in alto sostenuto da un groove Tech House e da una voce da urlo.... Riassumendo, il suo dj set è perfetto per far scatenare anche il MOLO Brescia. 
Sabato 14 ecco invece un altro classico di MOLO e Circus,  Candy Crush, per scherzare tra dolci e cotte per ragazze e ragazzi.
Eccoci infine al weekend che chiude la lunga stagione di MOLO Brescia: venerdì 20 settembre ecco il party UNIBS IN DA CLUB. Infine, l'ultima festa è in programma per sabato 21. E' Closing Party da urlo, perfetto per dare l'appuntamento a tutti all'estate '25, in perfetta coincidenza con il calendario. 
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Tante le novità per l'estate '24 al MOLO - Brescia. E una certezza. Da tempo MOLO - Brescia  gestito da chi ha portato al successo nel tempo sia Circus beatclub a Brescia (che ha appena compiuto 25 anni di successi), sia River a Soncino (CR)... Ovvero, dal team coordinato da Antonio Gregori. E' un riferimento per chi vuol ballare con stile, tra gli addetti ai lavori e tra chi ha voglia di ballare. 
MOLO - Brescia, Summer on my mind
Via Sorbanella n. 3, Brescia
Infoline, WhatsApp: +39 333 210 5400
A4: Brescia Ovest, zona Multisala OZ
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fashionbooksmilano · 2 years
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I travestiti
Lisetta Carmi
con una nota di Elvio Fachinelli
Essedi Editrice, Roma 1971, 163 pagine, 150 foto b/n, 32 x 24 cm
euro 1.200,00 
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Alla fine del 1965, per la festa di Capodanno, Lisetta Carmi, grazie a un amico viene invitata in una casa di travestiti che vivevano e lavoravano nell'ex ghetto ebraico del centro storico di Genova. La sera stessa comincia a fotografarli, dando inizio a un'amicizia e a una frequentazione che prosegue fino al 1971. L'anno successivo Sergio Donnabella, per la casa editrice Essedì, creata appositamente per questa pubblicazione che aveva ricevuto il no di altri editori, pubblica il libro "I travestiti", un albo rosa a metà tra libro d'arte e libro inchiesta, esplicito tra durezza e sobrietà, con testi della stessa Lisetta Carmi e dello psicanalista Elvio Fachinelli e impaginazione grafica di Giancarlo Iliprandi. Ma il lavoro sull'identità sessuale racchiuso in quelle pagine sembra ai più fin troppo spudorato e anche solo la scelta del titolo, che rivela una presa di posizione inaccettabile, provoca scandalo. Molte librerie si rifiutarono di venderlo, così il volume diventò un caso editoriale e uno scandalo alla morale dell'epoca.
22/12/22
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btsholdmyhand · 19 days
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MUSIC RECS :
Idealizadaa di grauu
Oggi consiglio il brano "Idealizadaa" di un giovanissimo e promettente artista dal nome d'arte "grauu" che sto ascoltando parecchio nell'ultimo periodo e a cui pongo un particolare interesse.
E' una canzone molto sentita dall'artista e che racconta una situazione complicata che ha vissuto. Il genere è un reggaeton malinconico.
grauu, il cui suo nome completo è Santiago Grau Soto, è un cantante e produttore spagnolo di Malaga del 2005, che debutta nel 2022 sotto l'etichetta discografica Honey Money.
youtube
(preciso che non si sa molto di lui, soprattutto non in Italia, le informazioni che scrivo non sono ufficiali, al momento non ci sono siti web con la sua biografia)
Giovanissimo e pieno di risorse, grauu ha una grande passione per la musica e il pianoforte fin da bambino. Non si ferma mai ed è quasi sempre in studio a produrre.
Il 17 maggio 2024 è il suo 19esimo compleanno e grauu esprime tre desideri per sè e per chi lo ascolta, ovvero il rilascio di tre canzoni: "Tres Deseos", "Ying Yang" e l'ultima che deve ancora uscire. Manca l'ultimo desiderio e non vedo l'ora!
Le traduzioni dei testi e i testi in lingua originale sono una rarità, in più non conoscendo lo spagnolo è difficile capirne il significato ma attraverso la sua musica Santi esprime con necessità quello che vive e che sente in modo sincero, fresco e coinvolgente.
Non saprei dire il genere della sua musica e in quale si identifica, sarà una domanda che gli farò più avanti se capiterà, comunque penso sia principalmente reggaeton e rap ma anche pop ed elettronica.
Santiago ha collaborato e prodotto musica con diversi artisti spagnoli, ne cito alcuni come Yassir, Julieta, Chini Tacchini e sono in arrivo collaborazioni molto interessanti.
C'è da aspettarsi molto da questo giovane talento. Ad oggi è uno degli artisti emergenti spagnoli da tener d'occhio con molta attenzione.
La mia top 3:
1- Idealizadaa
2- LA UNA
3- 16+1
#grauu2024 💙
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enkeynetwork · 1 month
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