Tumgik
#BRACCIO NETTO
nonsaremodellestar · 11 months
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italian football since last week:
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sciatu · 11 months
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Ristorante nella Valle d'Agrò
Abbiamo deciso di fare un pranzo tra noi cugini e ci siamo ritrovati in un ristorante nella valle d’Agrò. Abbiamo ordinato un metro e mezzo di frittura e una lunghezza equivalente di focaccia nei quattro gusti canonici: tradizionale (scarola, pomodoro e formaggio), Norma (Melanzane e ricotta salata), con patate e con mortadella e crema di pistacchio. Ordinavamo le birre dello stretto due alla volta per averle sempre fredde. Mio cugino Ciccio, responsabile di una riserva naturale ci raccontava degli abitanti delle fattorie sparse sui monti della riserva. Ci diceva di una furbissima vecchietta che accumulava milioni di euro litigando con tutti i fornitori e dipendenti che non pagava mai. La vecchietta, una volta morta, lasciò tutto alla chiesa del paese ed ora i suoi fornitori e dipendenti vogliono pignorare la chiesa per avere indietro i soldi. Oppure ci raccontava di pastori dall’appetito immenso che facevano colazione con le costine di maiale, pane fresco e un vasetto di peperoni in salamoia. Usavano come bicchiere le bottiglie di plastica della coca cola a cui tagliavano la parte alta e che riempivano di vino. “ma bevevano un litro e mezzo di vino?” “ a pranzo e un altro litro e mezzo a cena… in famiglia, da novembre a marzo, consumavano più di mille e quattrocento litri di vino” “e una volta che finiva?” “passavano alla birra” Oppure ci raccontava di quel conoscente comune che ubbriaco cadde di notte sui binari del treno addormentandosi, così che il treno passando gli tagliò un braccio. “di netto?” “ di netto! E lui svegliandosi vide che dove c’era il braccio gli usciva sangue” “oh matritta bedda, … e che ha fatto?” “era vicino alla spiaggia e vedendo dei pescatori, è corso da loro portandosi dietro il braccio” “e loro?” “figurati se nella notte, nel buio della spiaggia ti vedi arrivare uno dall’aspetto spiritato che urlando, con il sangue che gli zampilla da un lato, stringeva nella mano sana il braccio tagliato … il pescatore appena lo ha visto uscire dal buio, è svenuto … e gli è toccato a lui prendersi cura del pescatore” Purtroppo Tumbrl ha limitato lo spazio per i testi, se no vi avrei raccontato altre storie di quelle che Ciccio, tra frittata di pesce e focaccia, ci ha detto.
We decided to have lunch with us cousins and we found ourselves in a restaurant in the Agrò valley. We ordered one and a half meters of fried food and an equivalent length of focaccia in the four canonical flavours: traditional (escarole, tomato and cheese), Norma (aubergine and salted ricotta), with potatoes and with mortadella and pistachio cream. We ordered the Strait beers two at a time so they would always be cold. My cousin Ciccio, manager of a nature reserve, told us about the inhabitants of the farms scattered across the mountains of the reserve. He told us about a very clever old lady who accumulated millions of euros by arguing with all the suppliers and employees who she never paid. Once the old lady died, she left everything to the town church and now her suppliers and employees want to foreclose on the church to get their money back. Or he would tell us about shepherds with immense appetites who had breakfast with pork ribs, fresh bread and a jar of pickled peppers. They used plastic Coca Cola bottles as glasses, cutting off the top and filling them with wine. “but did they drink a liter and a half of wine?” "yes, at lunch and another liter and a half at dinner… in the family, from November to March, they consumed more than one thousand four hundred liters of wine" “and once it was over?” “they switched to beer” Or he would tell us about that mutual acquaintance who fell asleep drunk on the train tracks at night, so that the passing train cut off his arm. “clearly?” “ definitely! And when he woke up he saw that where his arm was there was blood coming out." “oh matritta bedda, … and what did he do?” “He was near the beach and seeing some fishermen, he ran to them carrying his arm with him” “And them?” “Imagine if in the night, in the darkness of the beach, you see someone arriving with a haunted appearance who, screaming, with blood gushing from one side, was clutching his cut arm in his good hand… as soon as the fisherman saw him come out of the darkness, he fainted… and it was up to him to take care of the fisherman" Unfortunately Tumbrl has limited the space for texts, otherwise I would have told you other stories than those that Ciccio told us, between fish omelette and focaccia.
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anomaliahh · 1 year
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🇮🇹┆Big Bang {ᴀɴɢꜱᴛ}
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▹ 𝐩𝐚𝐢𝐫𝐢𝐧𝐠: Katsuki Bakugou x Fem!Reader
▹ 𝐡𝐞𝐚𝐝𝐞𝐫 𝐜𝐫𝐞𝐝𝐢𝐭: mitsuru_mtmt on Twitter
▹ 𝐬𝐭𝐲𝐥𝐞: one-shot
▹ 𝐓𝐖: morte, descrizioni di ferite.
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《Bakugou, hey, fermo!》
Prendesti delicatamente un suo braccio, con la paura che potesse fiondarsi di nuovo nello scontro nonostante si fosse appena rialzato dopo essere stato scaraventato via per l'ennesima volta. Tra tutti gli eroi e studenti che erano stati mobilitati contro Shigaraki lui era sicuramente quello messo peggio. Tomura non era stupido, anzi. Ora che Midoriya non era lì con voi il suo primo bersaglio era diventato lui, proprio una delle persone a te più care e Dio solo sa quanto ti facesse male vederlo in quello stato. Metà del suo viso era ricoperto di sangue e dei ciuffi dei suoi capelli biondi, non sapevi se casualmente o di proposito, ti nascondevano il suo occhio destro che avevi il sospetto non riuscisse ad aprire bene e fosse gravemente ferito. Per non parlare poi del suo braccio praticamente distrutto insieme ad uno dei suoi Grenadier Bracer fuori uso, e i vari tagli e strappi sulla sua tuta da eroe. Ma, nonostante le sue condizioni preoccupanti e la stanchezza che inevitabilmente si faceva sentire, lui riusciva ancora a reggersi in piedi come se niente fosse e non sembrava aver perso neanche un briciolo della sua voglia di combattere. Anzi, paradossalmente sembrava avere più forza di prima. Era sempre stato così: inarrestabile. Non avevi mai capito come facesse, ma non potevi fare a meno di ammirarlo dal primo momento che lo avevi visto in azione. Non importava dove si trovasse, chi avesse davanti o in quali condizioni fosse ridotto, lui ne sarebbe sempre uscito vincitore. E forse è stata proprio questa sua caratteristica a farti interessare a lui, in principio.
《Ascolta, non puoi con-》
《Tieniti pronta, (T/n)》
Ti interruppe, ignorando completamente i tuoi richiami. Il suo sguardo era costantemente puntato verso Shigaraki, impegnato ora a combattere contro il Big Trio. La cosa non ti sorprese, sapevi già prima di aprir bocca che sarebbe stato inutile cercare di dissuaderlo, ma avevi voluto fare almeno un tentativo. La cosa che ti stupì invece fu il fatto che ti avesse chiamato per nome. Non lo faceva spesso, anzi quasi mai, di solito usava sempre degli stupidi soprannomi per prenderti in giro. Tuttavia, i nomignoli con cui chiamava te sembravano un po' più affettuosi e "gentili" rispetto a quelli che usava per tutti gli altri. Insomma, potevi ritenerti fortunata. L'avevi notato da tempo e, benché cercassi di continuare a tenergli testa e rispondergli ogni volta a tono per provocarlo a tua volta, dovevi ammettere che in fondo quei suoi soprannomi ti piacevano e non ti infastidivano per niente. Forse solo perché venivano da lui, ma avresti voluto che non smettesse mai di farlo.
《Abbiamo una battaglia da vincere, pulce》
Ecco che era tornato il solito di sempre. A sentirlo un sorriso spontaneo spuntò sul tuo volto, quello era uno dei tanti nomignoli che utilizzava per prenderti in giro riguardo la tua altezza.
《Cavolo, e io che speravo che tutte le botte che hai preso ti avessero fatto mettere la testa a posto!》
Si lasciò scappare una risatina divertita che quasi ti fece dimenticare di essere nel bel mezzo di uno scontro importante. Era raro sentirlo ridere in quel modo: un modo che non fosse beffardo o strafottente ma leggero, genuinamente divertito. Bastò quello per far tirare un sospiro di sollievo al tuo cuore e rassicurarti che sarebbe andato tutto bene, alla fine. Solo in quel momento distolse lo sguardo da Shigaraki per spostarlo su di te. Ovviamente era ancora ricoperto di sangue e ferite aperte, il suo respiro era stanco e affannato, ma nei suoi occhi rossastri vi era una luce intensa che andava in netto contrasto con il suo aspetto. La stessa luce che spesso ti era capitato di osservare nello sguardo di Midoriya ma che non ricordavi di aver quasi mai visto in quello di Bakugou. Non era solo la sua solita voglia di vincere, questa volta c'era qualcosa in più, qualcosa di diverso. Era come se avesse compreso appieno quanto fosse importante la sua vittoria non soltanto per sé stesso, ma bensì per tutte le persone a cui teneva, per il mondo intero e per il vostro stesso futuro.
Era la luce degli occhi di un eroe.
Voleva e doveva vincere.
Persa in quel suo sguardo del tutto nuovo ti sentisti mancare le parole, infatti fu lui a parlare. Ti posò una mano sulla testa: ti aspettavi che ti avrebbe spettinato i capelli come suo solito, tuttavia non fu questo il caso. Un gesto stanco, pesante, ma allo stesso tempo inaspettatamente affettuoso. Per qualche attimo ti sembrò quasi che stesse facendo riposare la sua mano lì, sopra la tua testa. La sua pelle era sudata, proprio come lo eri anche tu, e riuscivi a percepire il suo palmo rovente pulsare leggermente a causa del costante uso del suo quirk.
《Bada anche agli altri, intesi?》
Quasi ti sussurrò, con piccolo sorriso sulle labbra che potevi vedere solo tu. Quella frase poteva sembrare apparentemente semplice ma, unita al gesto di poco prima e al suo tono di voce, assumeva tutto un altro significato per te. Era come se volesse dirti "mi fido di te". E poi c'era quel anche. Non l'aveva aggiunto per caso, lo sapevi bene. In un contesto del genere Bakugou diventava incredibilmente capace di pesare ogni sua singola parola. Quel "anche" era per comprendere te stessa, oltre che ai vostri compagni. Era per dirti di pensare sì agli altri, ma non solo a loro.
Era il suo modo per dirti di stare attenta, il suo modo per dirti che ci teneva.
Eppure, per qualche frazione di secondo ti sembrò che nascondesse anche dell'altro quella frase, ma purtroppo non riuscisti a rispondere niente perché l'attimo dopo lui si era già catapultato di nuovo in battaglia e, di conseguenza, tu lo seguisti a ruota.
Non potevate permettervi di perdere altro tempo. Inoltre, in quelle apparentemente tranquille condizioni climatiche, il tuo quirk "Eolus" aveva bisogno di lui. Con il lento sviluppo del legame tra te e Bakugou avevate pian piano avuto modo di fare pratica con le vostre unicità alla UA: tu potevi controllare le correnti d'aria e farle diventare molto più forti e potenti, ma non potevi generarle dal nulla. Tuttavia Bakugou, con il suo quirk "Explosion", facendo scoppiare anche una qualsiasi delle sue solite esplosioni creava delle correnti d'aria. E aria rovente, per giunta. Non importa quanto piccole o brevi fossero, tu dovevi approfittartene all'istante per assicurarti di recare danni importanti, senza perdere nemmeno un secondo. In più dovevi cercare di prestare sempre la massima attenzione anche agli spostamenti e ai quirk di tutti, perché anche da quelli avresti potuto ricavare delle utili correnti da usare e manipolare. Ovviamente questo solo in caso di un tempo sereno e calmo come quello di quel momento, se avessi dovuto combattere durante un temporale o un clima ventoso le carte in tavola sarebbero cambiate drasticamente a tuo favore visto che avresti potuto avere piena libertà.
Così attaccaste Shigaraki insieme. Bakugou gli balzò al di sopra e, aiutandosi con le sue esplosioni, riuscì a schivare gli attacchi rivolti a lui facendolo arrivare proprio di fronte al nemico. Era più concentrato e determinato che mai. Non appena il Big Trio vi vide scattare nuovamente in battaglia si precipitarono anche loro a darvi ulteriore supporto, nella speranza che un potente attacco combinato potesse perlomeno scalfire il mostro che Tomura era diventato. Eravate in cinque ad attaccarlo simultaneamente con cinque quirk diversi ma, proprio come prima, gli occhi di Shigaraki miravano solo una persona: Bakugou, ignorando completamente voi altri. Non eravate ritenuti abbastanza importanti per avere la sua attenzione. Difatti la prima cosa che fece appena si vide piombare Katsuki davanti fu scagliare contro di lui il suo enorme braccio mutante -che ormai non somigliava neanche più ad un braccio ma solo ad un ammasso informe di carne, infiniti arti e unghie-, con l'obiettivo di colpirlo ancora e tentare di ammazzarlo una volta per tutte. Ma tu non glielo avresti mai permesso. Non avresti lasciato neanche che lo ferisse un'altra volta. Con la potente esplosione generata dal palmo del tuo compagno riuscisti a far deviare per un pelo il colpo di Shigaraki, perforando come un proiettile la carne di quel suo braccio con una corrente d'aria bollente. Il sangue di Tomura ti schizzò il viso e trovandoti particolarmente vicina allo scoppio dell'esplosione percepisti la tua pelle scottare e ribollire anche diversi secondi dopo che l'attacco di Bakugou si era concluso, senza riportare però ustioni di alcun tipo. Sapevi bene che lui non si sarebbe mai permesso di far del male ai suoi compagni con il suo quirk e quel pensiero ti fece abbozzare un piccolo sorriso tra te e te.
Nell'aria iniziò a diffondersi anche un nauseante odore di carne bruciata e sangue. Tuttavia, anche se il colpo di Shigaraki non era andato a segno, aveva comunque colpito lo Strafe Panzer (un supporto composto da diverse mitragliatrici retrattili) montato sulla schiena di Katsuki, distruggendolo in mille pezzi e facendo brutalmente rotolare il tuo amico diversi metri lontano da voi. Ma non avevi niente di cui preoccuparti, avevi cercato di tenerlo sempre sott'occhio e avevi chiaramente visto che l'attacco di Shigaraki non l'aveva nemmeno sfiorato. Bakugou si sarebbe rialzato un'altra volta, di questo ne eri certa. L'aveva sempre fatto e questa, più di tutte le altre, era una battaglia che non poteva perdere. Tu però dovevi essere pronta per quando sarebbe tornato, quindi la priorità adesso era il nemico. Con uno scatto aggirasti Shigaraki alle spalle, senza staccargli gli occhi di dosso, e ti mettesti subito in posizione di attacco aspettando l'ennesima esplosione di Bakugou da un momento all'altro.
Ma i secondi passavano e continuavi a non percepire alcun movimento. Quel ritardo cominciava a sembrarti davvero troppo, soprattutto per i suoi standard. Così pian piano, cautamente, abbassasti la guardia per guardarti intorno e solo in quel momento notasti una cosa piuttosto inquietante: tutti si erano immobilizzati e nessuno osava fiatare. I volti di Mirio, Tamaki e Nejire erano piegati in un'espressione di puro shock e terrore, fissando un punto ben preciso davanti a te con gli occhi sbarrati. Punto che tu però non riuscivi a vedere avendo la schiena di Shigaraki ad ostacolarti la visuale. I loro corpi poi si erano irrigiditi tutto d'un tratto mentre l'unico inspiegabilmente rilassato sembrava Tomura. Non li avevi mai visti in quel modo, qualcosa non quadrava.
《Cosa...》
Solo quel tuo flebile sussurro confuso, pronunciato mentre ti spostavi leggermente per vedere quello che tutti stavano fissando, ebbe l'audacia di insinuarsi in quel pesante silenzio. Ma di lì a poco vedesti anche tu, e potesti capire tutto quanto.
Il corpo di Bakugou giaceva ancora a terra, a pancia in su, in un lago di sangue che pareva espandersi sempre di più. E non dava segno di muoversi.
Non appena cominciasti a realizzare quello che stavi guardando i tuoi occhi si spalancarono e ti sembrò quasi di sentire le tue pupille restringersi di colpo. Il tuo corpo poi si mosse da solo, scattando verso il tuo compagno mentre urlavi disperatamente il suo nome, ignorando tutti i possibili pericoli circostanti.
《BAKUGOU!》
La tua testa ormai non ragionava più lucidamente, il panico si stava lentamente facendo strada dentro di te divorando il tuo respiro e l'unica cosa che ti importava in quel momento era lui. Dovevi accertarti che le cose non fossero messe così male come sembravano, dovevi sapere che potessi fare ancora qualcosa, qualsiasi cosa.
Volevi salvarlo. Solo questo.
Non potevi perderlo, per nessuna ragione al mondo.
Ma, purtroppo, ogni passo più vicino servì solo a confermarti tutte le tue più grandi paure e sgretolare lentamente ogni tua minima speranza.
Lo spettacolo che adesso ti si parava davanti non avresti mai potuto immaginarlo neppure nei tuoi peggiori incubi, ma avresti dato qualsiasi cosa per far sì che potesse essere tutto solo un brutto sogno.
Ma da quel momento non ti saresti risvegliata, e neanche lui.
Si ipotizza che sia stata una grande esplosione a dare vita a tutto l'universo. Ma nessuno ti aveva mai preparato all'idea che, in un attimo, un ennesimo "Big Bang" potesse distruggere tutto il tuo mondo così come lo aveva creato.
E, soprattutto, che sarebbe arrivato così presto.
La puzza di sangue e carne carbonizzata adesso era più forte che mai e ti pungeva le narici fino quasi a farti venire le lacrime agli occhi. Non avresti mai dovuto vedere niente di tutto quello ma, adesso che ce lo avevi davanti, non riuscivi a distogliere lo sguardo. Non potevi certo andartene, non potevi scappare dalla realtà ma più di tutto non volevi lasciarlo solo.
Una delle cose che ti colpì prima di tutto il resto furono proprio i suoi occhi rossastri che tanto amavi ma che, adesso, parevano completamente diversi. Ti sembrava di non riconoscerli più. Li avevi ben impressi nella tua mente fino a qualche secondo prima: determinati, pieni di vita e voglia di vincere e sfavillanti di una luce tutta nuova. Adesso quella luce era sfumata e la vita li aveva abbandonati da tempo, oscurandoli con una patina vitrea e vuota tale e quale a quella degli occhi di una bambola senz'anima. Le tue pupille tremavano a guardarlo, come anche le tue mani, mentre invece tutto di lui adesso era fermo.
Rigido. Morto.
A quel punto le tue gambe non riuscirono più a sorreggerti e collassasti in ginocchio a terra, al suo fianco. La puzza del suo corpo e delle sue ferite cercava di respingerti con tutte le sue forze, soprattutto adesso che ti eri avvicinata ancora di più, ma a te non importava. Deglutisti a vuoto, con molta fatica, per non vomitare.
《H-hey...》
Non sapevi neanche tu perché glielo stessi sussurrando. Eri piuttosto certa che non potesse più sentirti ormai, eppure una parte di te non riusciva ancora a crederci. Non voleva accettarlo. Non poteva. Giusto pochi secondi prima lui era con te, aveva riso, ti aveva accarezzato. Ore prima avevate messo i ritocchi finali ai vostri costumi da eroe, dandovi consigli a vicenda. Giorni fa invece avevate ordinato il pranzo in un ottimo ristorante di sushi, ridendo e scherzando tutti insieme, cercando di trovare un piccolo spiazzo di normalità prima del grande scontro finale. Non riuscivi a capacitarti che fosse tutto finito. Che, in un battito di ciglia, si fosse potuto cancellare per sempre tutto quello che poteva essere: i ricordi che avreste potuto vivere, il vostro futuro insieme ma soprattutto il suo futuro, che aveva tutte le carte in regola per essere uno dei più brillanti e promettenti.
Così cercasti delle risposte sul suo corpo, qualcosa che avrebbe potuto spiegarti cosa fosse andato storto in quei fatali secondi in cui non avevi guardato. E più lo osservavi, più le lacrime iniziavano a far pizzicare i tuoi occhi, minacciando di sgorgare sulle tue guance come un fiume in piena da un momento all'altro. La sua bocca, semi aperta, era completamente cosparsa di sangue ancora fresco che aveva macchiato anche i suoi denti, come se ne avesse vomitato chissà quanto. Tuttavia non serviva certo un medico per stabilire la causa della sua morte, saltava subito all'occhio: un varco aperto nel suo petto proprio all'altezza del cuore, ricolmo di sangue e minuscoli frammenti di carne e organi tutt'intorno. Alcune delle ossa visibili della cassa toracica però erano praticamente intatte, segno che non aveva subito traumi esterni ma che fosse successo qualcosa dentro il suo corpo. E quei brandelli di carne, strappati e bruciati, furono la risposta: il suo cuore, per qualche motivo a te sconosciuto, era andato in mille pezzi dall'interno. Era come se fosse esploso con una forza tale da lacerare la sua pelle e il suo costume da eroe, uccidendolo praticamente sul colpo. Probabilmente quando Shigaraki lo aveva fatto rotolare lontano lui era già morto e, probabilmente, l'odore di carne bruciata che avevi sentito non era dato dall'attacco sferrato di Bakugou, come anche un po' del sangue che ti era schizzato sul viso forse non era solo quello di Tomura.
Ancora incredula, ma sempre più consapevole di quello che era successo, avvicinasti una mano tremante alla sua, con un timore inconscio di potergli fare ancora del male, di poter rovinare ancora di più il suo corpo.
Bakugou non ti era sembrato mai così fragile come in quel momento.
Non appena le vostre mani si sfiorarono il tuo cuore saltò un battito e trattenesti il respiro. Il suo palmo era ancora tiepido a causa dell'uso spropositato del suo quirk. Probabilmente era l'unica parte del suo corpo ancora calda. Lo stringesti un po' più forte facendo intrecciare le tue dita con le sue, sempre più rigide, come se volessi preservare quel suo calore. Come se volessi imprimerlo sulla tua pelle per non dimenticarlo.
Non volevi lasciarlo andar via.
Chi ti spronerà a dare sempre il meglio di te, urlandoti contro, ora?
Chi ruberà gli ingredienti più piccanti da un tuo piatto sapendo che li detesti?
Chi verrà a disintegrare un ragno nella tua camera nonostante ne abbia paura quanto te?
Chi ti farà allenare fino allo sfinimento per poi offrirti la sua borraccia d'acqua, se mai ne avessi bisogno?
Chi ti chiamerà "pulce" adesso?
Lo sentisti spegnersi sotto la tua mano.
Perdere anche quell'ultimo briciolo di
calore che gli era rimasto.
A quel punto non riuscisti più a trattenerti e scoppiasti a piangere, gridando al vento tutto il dolore che avevi dentro fino a perdere il fiato. Singhiozzavi, i tuoi polmoni arrancavano per riprendere aria e poi tornavi a gridare. Non c'erano parole; con ancora la mano stretta nella sua volevi solo cercare di trapassare le nubi per poterlo raggiungere un'ultima volta. Per riuscire almeno a dirgli addio.
Il meteo, sereno fino a poco prima della tragedia, sembrò seguirti facendo oscurare il sole e iniziando a piangere con te. Prima una goccia, poi due, ed infine le tue lacrime divennero un tutt'uno con la pioggia.
Il Big Trio era rimasto ad osservare quella scena straziante tutto il tempo, con il cuore in gola e le lacrime agli occhi, senza sapere bene cosa poter fare. In un contesto del genere qualsiasi movimento o parola sarebbe potuto risultare inopportuno e fuori luogo.
Nessuno di voi avrebbe dovuto assistere ad uno spettacolo del genere.
Avevate solo diciassette anni, in fondo.
Shigaraki invece era l'unico che sorrideva come un pazzo, gioendo della vostra disperazione e sghignazzando come un bambino. Ce l'aveva fatta. Aveva vinto lui.
Una leggera brezza si alzò, scompigliando i capelli di tutti e facendo percorrere mille brividi sul tuo corpo fradicio. Era un vento freddo e sporco che pareva aumentare la sua forza di minuto in minuto. Infine un tuono lontano squarciò il silenzio, sovrastando anche le tue grida, rimbombando per tutta la città. In quel momento nella tua testa si fece tutto più chiaro. Quel tuono ti risuonò come un gong: l'inizio di un nuovo round.
Shigaraki forse aveva vinto una battaglia, ma la guerra non era ancora finita. E questa volta non avresti perso.
Lontano dal campo di battaglia, fuori da ogni pericolo ma abbastanza vicino da aver potuto osservare inerme tutta la scena, vi stava Aizawa -affiancato da Monoma-. Dopo qualche attimo di esitazione, con lo sguardo affranto e gli occhi arrossati di chi stava cercando di trattenere le lacrime da molto tempo, riuscì a dire solo una cosa. Sapeva quanto sarebbe stato difficile, ma era la cosa giusta da fare. Lui vi conosceva meglio di chiunque altro.
《Allontanatela. Non intendo perdere altri studenti.》
Fu quasi un sussurro, il tono si era abbassato per tentare di nascondere al meglio il nodo alla gola e la sua voce rotta. Sapeva che in quel momento più che mai non poteva permettersi di vacillare, lui.
Per voi, per i suoi ragazzi.
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diceriadelluntore · 2 years
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Norvegesi
Il 22 luglio 2011, dopo mesi di scrupolosi preparativi, Anders Behring Breivik fece esplodere un'autobomba davanti alla sede del governo di Oslo, uccidendo otto persone e ferendone decine. Poi guidò fino all'isola di Utoya, una piccola isola a 40 chilometri dalla capitale norvegese, dove aprì il fuoco delle sue armi d’assalto automatiche contro il campo estivo annuale dell'ala giovanile del partito laburista: 69 persone vennero uccise, di cui 33 adolescenti, prima che il killer si arrendesse alla polizia. L’efferatezza di quell’azione, spinta anche da ideali nazisti, pose un intero paese di fronte ad un dilemma, che si espresse nel processo a Breivik, che lo porta a condanna un anno più tardi, nel 2012. In Norvegia infatti, la pena massima detentiva è di 21 anni. Per questo caso fu utilizzata una clausola, usata per la prima volta dopo decenni: il condannato può essere trattenuto a tempo indeterminato se ancora considerato un pericolo per la società. Da ciò deriva che Brevik può richiedere un'udienza sulla libertà vigilata dopo dieci anni dalla condanna: situazione già avvenuta nel 2022, dieci anni dopo la condanna del 2012, e che si può richiedere ad intervalli regolari temporali. Da una parte, la clausola implica probabilmente una condanna all'ergastolo “fattivo”, dall'altra apre anche alla possibilità che Breivik possa richiedere udienze annuali sulla libertà condizionale “per dimostrare che è cambiato”. Al primo tentativo, presentandosi con il saluto nazista e una fascia dei suprematisti bianchi al braccio, non è che gli è andata proprio benissimo, e ritenuto lucido e non malato di mente, è stato rinchiuso nuovamente nel carcere di massima sicurezza, dove passa le sue giornate in una cella di tre stanze, giocando con i videogiochi e guardando la Tv, in quasi totale isolamento.
Il caso di Breivik, al netto di altri fatti (mi limito a dire che nel 2016 vinse in primo grado contro il Governo Norvegese per violazione dei diritti Umani in quanto detenuto isolato, pena ribaltata poi da un Grado Superiore Giuridico dello stesso paese) è stato uno di quei momenti in cui si è usata la legge come palcoscenico ma anche come megafono per lo stato di diritto. Il Primo Ministro Norvegese dell’epoca, Jens Stoltenberg, alla messa funebre delle vittime disse: "Al male reagiremo con più democrazia e più umanità".
La vicenda di Alfredo Cospito poteva essere l’occasione per un confronto, secondo i più alti valori umani (la politica, il bene comune, il diritto alla salute, la giustizia) su temi fondamentali per lo stare insieme. Che non si riduce solo alla “grazia” o alla rivolta contro il potere, alla sicurezza dell’apparato o alla sua soppressione, per inquadrare gli estremi della vicenda. La stiamo già perdendo.
Ho ritrovato un aforisma, di un famoso anarchico. Dice:
Uno dei primi insegnamenti dell'anarchia è questo: «Sviluppa tutta la tua vita in tutte le direzioni, opponi alla ricchezza fittizia dei capitalisti, la ricchezza reale degli individui possessori di intelligenza ed energia»
Émile Henry, Aforismi di un terrorista, (a cura di Carmine Mangone), 2010
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abr · 2 years
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(N)on è un caso che il guadagno netto di energia di 1,5 volte (in un esperimento di fusione nucleare controllata, ndr) ottenuto in California sia avvenuto alla National Ignition Facility, laboratori federali di LIvermore in California, la più grande struttura al mondo per la ricerca sulla fusione a confinamento inerziale, un impianto costato tra i 3,5 e i 4 miliardi di dollari, operativo dal 2009 (...).
Le centinaia di milioni di gradi raggiungibili grazie al laser del Nif, il più grande del mondo, consentono di ricreare su piccola scala le reazioni che avvengono nei nuclei delle stelle e (soprattutto) nelle armi termonucleari (...). (I)nfatti (...) con l’eccezione delle Supernove la densità di potenza, i kW per metro cubo, prodotta nelle stelle è oltremodo modesta, inferiore a quella del nostro metabolismo basale di 100 W. (...) La fame energetica del mondo moderno nei paesi sviluppati divora 10 kW pro capite. (...)
Il luogo e il tempo dell’annuncio non sono casuali. La Nif è una componente strategica del Sancta Sanctorum del deterrente atomico americano e produce la più importante ricerca di frontiera della scienza Usa del XXI secolo nel pieno del braccio di ferro geopolitico con la Russia e della crescente rivalità con la Cina. Un monito a tutto campo (...).
via https://insideover.ilgiornale.it/scienza/i-risvolti-militari-dellesperimento-sulla-fusione-di-livermore.html
Consolante essere dalla parte dei più potenti, avanzati e tutto sommato anche i più liberali (tutto è relativo, il confronto con Cina e Russia è impietoso), Con tutti i loro limiti: come un mega-ciccione in aereo, van tenuti a debita distanza altrimenti ti devastano (la fine di Vietnam Afghanistan o Ucraina).
Con buona pace delle verginelle che meglio soli. Seee, tipo Libano (se ne riparla se e quando saremo in grado di difenderci da soli, attentato al Nordstream pipeline contro la Crande Cermania docet).
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m2024a · 3 months
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Euro 2024, Germania furiosa con l'arbitro Taylor Taylor sotto accusa Grandi polemiche in Germania dopo l'eliminazione della nazionale di casa a Euro 2024. Sotto accusa in particolare l'arbitro Taylor che non ha concesso un rigore per un nettissimo fallo di mano di Cucurella sulla conclusione di Musiala al 1' del secondo tempo supplementare, quando il punteggio era ancora di 1-1. Bastian Schweinsteiger, secondo quanto riportato da Sport Bild, ha dichiarato: Qualcuno deve spiegarmi questa scelta. Nove volte su dieci sarebbe stato rigore. Gianpaolo Calvarese su Instagram ha analizzato così l'episodio: È evidente il gesto del difensore spagnolo, che con il movimento sembra voglia intercettare il pallone con un braccio fuori sagoma. È impietoso in questo senso il confronto con il braccio sinistro. Maurizio Compagnoni su Sky Sport è stato altrettanto netto, ricordando anche un precedente che i romanisti non hanno certo dimenticato: Il fallo di mano è talmente clamoroso che sarebbe da mandare a casa il VAR, così come Taylor che ne combina una più di Bertoldo. Dobbiamo capire solo se c'è il fuorigioco di Fullkrug a inizio azione o il fallo di mano dello stesso centravanti. Già il rigore non dato alla Roma un anno fa in finale di Europa League fu clamoroso, ma qui è ancora più grave l'errore dell'arbitro inglese. Taylor fa una figuraccia, non puoi non vederlo in presa diretta. Evidentemente ha un deficit di concentrazione, inammissibile per un arbitro. Ma non può non vedere il braccio così largo dalla posizione in cui si trovava. Se non c'è irregolarità di Fullkrug siamo ai livelli dello scandalo di Ovrebo in Bayern Monaco-Fiorentina del 2010, con il gol di Klose in fuorigioco clamoroso. Un errore che entrerebbe nella storia del calcio europeo e mondiale.
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lamilanomagazine · 3 months
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Calderone: «Lo scopo di tutti è dichiarare guerra al caporalato»
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Calderone: «Lo scopo di tutti è dichiarare guerra al caporalato». «Abbiamo avuto un incontro con i rappresentanti delle associazioni datoriali e sindacali del mondo agricolo per ragionare insieme su quelli che sono gli interventi già fatti dal governo e quelli che saranno fatti, ma per prima cosa dire in modo chiaro, netto e senza possibilità di fraintendimenti, che lo scopo di tutti è dichiarare guerra al caporalato». Lo afferma la ministra del Lavoro, Marina Calderone, in conferenza stampa dopo la riunione con le rappresentanze sindacali e datoriali convocata a seguito della morte di Satnam Singh, il bracciante che ha perso la vita a Latina dopo esser stato abbandonato col braccio amputato. «Non possiamo non ricordare e condannare - aggiunge la ministra - quanto è successo a Cisterna di Latina al cittadino indiamo Satnam Singh, che ha perso la vita durante un'attività lavorativa che era totalmente irregolare, ma ancora di più che ha perso la vita perché non è stato soccorso e c'è chi ha pensato di abbandonarlo senza prestargli nessuna umana assistenza in un momento gravissimo in cui gravissime erano le ferite che aveva riportato». «Potenzieremo la rete agricola di qualità perché il contrasto al lavoro sommerso e al capolarato passa anche per il sostegno di chi invece, con difficoltà ma con grande senso di partecipazione civile, gestisce regolarmente le proprie attività», ha detto ricordando che sono solo 6 mila le imprese iscritte. In particolare «il sistema informativo per la lotta al caporalato in agricoltura ci consente di mettere strutturalmente al servizio di un'attività sinergica di contrasto tutto ciò che il ministero del Lavoro, il ministero dell'Agricoltura, l'Ispettorato del Lavoro, i Carabinieri del nucleo di tutela del lavoro, Inps e Inail e tutti i soggetti che si occupano dei lavoratori in Italia ci possono fornire come basi dati», ha aggiunto Calderone. Il decesso di un operaio «per colpa di un criminale» non deve portare a criminalizzare tutte le imprese agricole. Sono le parole del ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, durante la conferenza stampa al termine della riunione tenutasi con la ministra del Lavoro Calderone e con le rappresentanze sindacali e datoriali, a seguito della morte del bracciante indiano Satnam Singh. «In queste situazioni può accadere che ci sia una criminalizzazione di uno degli anelli della filiera. Può capitare quindi che si criminalizzi, di fronte a episodi gravi come quello di Latina, anche tutte le imprese agricole», ha detto Lollobrigida sottolineando che «queste morti non dipendono da imprenditori agricoli. Dipendono da criminali», citando poi un atto vandalico ai danni di un'associazione agricola in Lombardia. Intanto è stata effettuata nel pomeriggio di ieri all'ospedale San Camillo di Roma l'autopsia sul corpo di Satnam Singh, il bracciante indiano di 31 anni morto dopo esser stato abbandonato, senza un braccio, davanti casa, dal proprietario dell'azienda dove lavorava in nero a Latina. L'esito dell'esame sarà utile a stabilire se, nel caso in cui i soccorsi fossero stati chiamati subito, invece di lasciarlo davanti la sua abitazione con l'arto destro amputato e poggiato dentro una cassetta per gli ortaggi, vicino alla spazzatura, l'uomo si sarebbe potuto salvare. Satnam, per il ritardo nella chiamata dei soccorsi, è rimasto a lungo con il braccio amputato e ha perso molto sangue. Nel frattempo, è stato disposto il sequestro del macchinario e dell'area all'interno dell'azienda dove si è verificato l'incidente, mentre i carabinieri del comando provinciale di Latina stanno ascoltando in queste ore gli altri braccianti per ricostruire con esattezza i fatti. L'inchiesta, coordinata dal procuratore di Latina Giuseppe De Falco e dal pubblico ministero Marina Marra, punta a chiarire alcuni punti ancora oscuri. L'unico indagato risulta Antonello Lovato, 37 anni, titolare insieme al padre dell'azienda agricola di famiglia.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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vashthewitch · 4 months
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mentre eravamo in treno, e io spiegavo le mie ansie che sono tornate: non sto facendo abbastanza, non ho tempo e non lo voglio trovare; gea mi rassicurava stizzita. le aveva dato fastidio che avessi fatto un grande sforzo per aiutarla. è comprensibile: quando è troppo è troppo. allora mentre tratteneva qualcosa, facendo gli occhi buoni, cosa che non sopporto, mi ha detto che temeva di stare soffocandomi. non solo: mi ha dipinto come dipendente da lei. lo ha fatto con una certa grazia, diversamente dal suo solito, ma io sono rimasto nauseato.
arrivati a cena a casa dei suoi genitori ma io volevo non esserci. mi sono sempre sembrate due persone splendide, due giusti. questa volta però tutto mi infastidiva. si palleggiavano tra loro uno due dieci argomenti. nessuno mi domandava nulla. sua madre in particolare mi faceva resistenza. credeva che io non la vedessi, ma tirava via lo sguardo da me appena poteva, lo rilanciava ai visi noti, o alle sue mani. sono atteggiamenti che conosco bene. ogni volta che parlavano sembrano tracciare un netto confine tra loro e gli altri. io intanto mi scoprivo a desiderare di vedere anche loro scoppiare sotto il peso di un segreto mal nascosto: voglio vederli capitolare giù dalle loro certezze. continuavo a ripetermi il titolo di un grande libro di antropologia “i frutti puri impazziscono”.
sull’’uscio ho deciso che non mi importava più di nulla e ho cominciato a parlare, ridevo da solo, facevo gesti teatrali. loro pure ridevano e gea cercava sistematicamente di assassinare il mio discorso, di intromettersi ma io andavo dritto. “non lo so dove andrò domani” questa la mia frase che ha servito su un piatto d’argento alla madre una stilettata. “non sai nulla sei uno che si fa trascinare” il tono questa volta non reggeva il finto sorriso. la stessa gea se ne è accorta e mi ha preso il braccio come per dire hai sentito che roba? lo ha fatto sempre in modo divertito. io l’ho guardata e sorridendo le ho detto beh proprio in punta di fioretto.
il danno, le era chiaro, era stato fatto. quindi goffamente ha tentato di recuperare “ma io dicevo perché…” “anche io faccio così”. sempre ridendo, sia mai che le scappasse di dire la verità.
sul ritorno io sono rimasto muto. mi pesava dentro l’idea che avesse ragione gea, che avesse ragione sua madre. mi sembravano, entrambe, confermare un sentore lontano che ogni tanto mi si accende dentro e mi dice di scappare.
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messinacalcio · 6 months
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Il Messina batte il Monterosi e ipoteca la salvezza - VIDEO
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Vittoria fondamentale per il Messina in casa supera con qualche sofferenza nel finale il Monterosi e blinda la salvezza. Modica schiera un 4-3-3 con Fumagalli in porta, Salvo e Dumbravanu esterni in difesa, Pacciardi e Manetta centrali; Frisenna, Franco e Giunta a centrocampo; in avanti Rosafio a destra, Zunno a sinistra e punta centrale Plescia. Al 6’ episodio dubbio con un tiro una rea di Dumbravanu fermato con un braccio da Bittante, il tocco sembra netto, ma anche in questa occasione l’arbitro non concede il rigore. Al 16’ Salvo crossa in area, ma Zunno non ne approfitta. Al 34’ il cross di Giunta trova Zunno, ma l’attaccante viene anticipato. Il Messina trova il vantaggio allo scadere con un contropiede, Rosafio che al 44’ entra in area e con il sinistro supera Forte. Passano quattro minuti e sull’ennesimo contropiede Rosafio crossa in area e trova Plescia che con uno splendido sinistro al volo scavalca Forte. Il Messina nel secondo tempo si rivede al 65’ con Giunta che in area spara alto sopra la traversa. Al 72’ il Monterosi accorcia le distanze con Eusepi che raccoglie in area un tiro proveniente dal calcio d’angolo. Al 76’ e al 7’ Giunta potrebbe chiudere il match, ma nel primo caso sfiora il palo e nella seconda occasione un difensore del Monterosi salva sulla linea. All’84’ Zunno tenta la via del gol, ma Bittante devia il tiro in angolo, si lamenta Ragusa che si trovava solo davanti al portiere. Nel finale il Monterosi tenta in tutti i modi, ma in modo disordinato di pervenire al pareggio, ma non riesce nell’intento. Sofferenza nel finale, ma il Messina controlla il risultato e raccoglie tre punti fondamentali in ottica salvezza. Per la matematica salvezza occorrerà aspettare gli altri tre match in programma, ma a questo punto della stagione a meno di sorprese clamorose la salvezza sembra blindata. Tabellino Messina-Monterosi 2-1 Messina: Fumagalli, Dumbravanu, Manetta, Frisenna, Zunno, Franco, Giunta (81' Civilleri), Salvo, Pacciardi, Plescia (69' Ragusa), Rosafio (81' Scafetta). A disposizione: Piana, Di Bella, Zona,. Firenze, Lia, Luciani, Signorile, Ortisi, Cavallo, Fumagalli J.. Allenatore: Modica. Monterosi: Forte, Crescenzi, Eusepi, Frediani (83' Palazzino), Parlati, Piroli (67' Fantacci), Bittante, Gavioli (54' Silipo), Gori, Mbende, Vano (46' Rossi). A disposizione: Rigon, Di Renzo, Verde, Ferreri. Allenatore: Scazzola. Arbitro: Mirabella di Napoli. Marcatori: 44' Rosafio (M), 48' (p.t.) Plescia (M), 72' Eusepi (MT). Read the full article
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scienza-magia · 1 year
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Falsi sensitivi e medium fanno continue rivelazioni
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Medium e scomparsi, il Cicap: abbiamo chiesto le prove, ecco com’è andata. Cos’è la tecnica del shotgunning. I medium e le presunte rivelazioni sulle persone sparite. Il comitato per il controllo delle affermazioni sulle pseudoscienze ha fatto una verifica. Ecco cosa ha scoperto Medium, sensitivi e scomparsi. Dalla ’ragazza del lago’ (Chiara Bariffi, trovata morta nel 2005) a Denise Pipitone, uno dei più grandi misteri d’Italia, la cronaca è affollata di medium e rivelazioni. Il paranormale dimostra di avere un fascino anche su tanti credenti se domenica papa Francesco all’Angelus, con una parentesi a braccio, ha bacchettato i “tanti cristiani” che “vanno a farsi leggere le mani”.
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Sensitivi e scomparsi: cosa ha scoperto il Cicap “Possiamo dire con certezza: non ci sono prove che un sensitivo sia in grado di individuare dove si trovi un corpo o comunque di avere altro tipo di percezioni extrasensoriali”, è il giudizio netto di Andrea Ferrero, ingegnere spaziale e coordinatore Cicap, il comitato italiano per il controllo delle affermazioni sulle pseudoscienze, in campo da oltre 30 anni, l’avventura è iniziata con Piero Angela. Come si può definire un sensitivo? “Un sensitivo è una persona che sostiene di avere conoscenze attraverso percezioni che vanno oltre i fenomeni fisici”, è la definizione di Ferrero. Qual è la vostra posizione? “Non neghiamo a priori la possibilità ma per crederci chiediamo le prove. Non ci sono mai state fornite. Noi siamo disposti a cambiare idea, ma sulla base dei fatti”. Come opera un sensitivo? “Ad esempio facendo dichiarazioni molto vaghe, contando sul fatto che se poi qualcosa di quel che ha detto, a posteriori risulta vero, verrà ricordato quello e non invece tutte le altre cose più generiche e non pertinenti”. "Che cos’è la tecnica del shotgunning” “I sensitivi usano spesso la tecnica del shotgunning, alla lettera vuol dire sparare con il fucile a pallettoni. Tra tanti colpi, qualcuno prenderà il bersaglio. Vale anche nei consulti individuali. Il medium dice molte cose, le più pertinenti verranno ricordate”. Chi si rivolge a voi che cosa chiede? “Ci è stato chiesto più volte di dare suggerimenti per indicare medium validi. Una sorta di certificazione. Questa naturalmente è una cosa che non possiamo fare”. Persone scomparse, cosa fare! Read the full article
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Mercoledì prossimo Daniela Santanchè sarà in Parlamento per riferire sulla questione delle sue aziende
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A peggiorare la situazione per Daniela Santanchè arrivano nuovi dettagli sullo stato di salute delle sue società. Spuntano ad esempio 462 accertamenti e 43 multe non pagate. Protagonista è la Maserati da 300 cavalli in leasing affittata per 77 mila euro da Visibilia. L’unica infrazione che risulta pagata è quella per aver bruciato un semaforo rosso a Milano. Che però risulta anche rimborsata. Intanto si indaga sui milioni di debiti dell’azienda e di Ki Group. Addirittura 15 milioni di euro nel 2011. L’allora sottosegretaria del governo Berlusconi chiese alla Banca Popolare di Milano anche un fido da 2 milioni, rifiutato. Nell’occasione si sarebbe offerta di organizzare incontri tra i vertici della banca, lo stesso Berlusconi e Mario Draghi. E alla fine Bpm avrebbe acquistato pubblicità per le testate curate da lei. Tra questi debiti societari, 2,8 mln riguardavano un finanziamento con la banca milanese. La sottosegretaria va a bussare alla porta dell’istituto per riceverne altri due. L'ufficio crediti della banca si oppone. E allora lei chiama il braccio destro del capo della banca, Massimo Ponzellini. Ad Antonio Cannalire Santanchè offre di organizzare incontri con Draghi e Berlusconi. Lei smentisce "categoricamente" la circostanza. Che però viene confermata da alcuni documenti. Alla fine Bpm non concede l’estensione del fido. Ma Visibilia ottiene l’acquisto di spazi pubblicitari per la banca su Libero, Il Giornale e persino L’Ordine di Como, quotidiano locale di proprietà dell’allora compagno Alessandro Sallusti. Risalgono all’epoca anche i prestiti dell’azienda a D1 Partecipazioni, di cui usufruttuario era sempre Sallusti. Secondo i soci di minoranza all’epoca Visibilia non iscrive a bilancio alcune perdite patrimoniali. Nel dicembre 2014, con queste rettifiche, il patrimonio netto è negativo per 4,5 milioni di euro. Infine c’è il caso di Ki Group. Acquistata, insieme a Canio Mazzaro, dopo un prestito del Monte dei Paschi di Siena. Read the full article
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kritere · 2 years
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L’inquadratura di Vlahovic sparita dal VAR in Inter-Juve: fallo di mano netto prima del gol
DIRETTA TV 20 Marzo 2023 Perché il movimento dell’ex Viola non è stato preso in considerazione? È l’aspetto che lascia molte perplessità sull’attenzione degli ufficiali di gara al Var, più ancora rispetto all’episodio precedente. 150 CONDIVISIONI Il tocco di braccio di Vlahovic nell’azione che ha portato al vantaggio della Juve contro l’Inter. Il presunto tocco di braccio di Adrien Rabiot…
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kon-igi · 4 years
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Buonasera, premetto che la stimo molto per l'aiuto che da alle persone attraverso il suo blog. Ancora di più da quando è venuto a trovarci l'amico Covid. Premetto che domani sento anche la "mia" allergologa visto che ho un' allergia ai gastroprottettori. Sembra che ci sia la possibilità per noi insegnanti (Alto Adige) di vaccinarci addirittura già questo weekend o al massimo la settimana prossima.... con AstraZeneca ovviamente. Potrebbe ridimensionare ;-)) tutte le notizie lette in questi ultimi giorni (la Svezia che lo ritira per troppi effetti collaterali, effetti collaterali a Prato, dove mancano tanti prof dopo la somministrazione, il sudafrica che lo vorebbe mandare indietro....) la mia idea è quella di vaccinarmi, meglio tanto al 70% che pochi al 90%. Sto sbagliando?
Grazie mille e buona strada.
Karin
Quando ci si appresta a fare qualcosa di nuovo e mai tentato, i riflettori subito si puntano sugli early user, cioè su quelle persone che la cosa nuova e mai tentata la fanno per prime.
E qua scatta il primo e umanissimo bias del ‘ammio cuggino’.
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Ognuno di noi ha sicuramente un collega a cui il cugino della moglie del marito ha detto dopo il vaccino ha avuto la febbre a 43, si è sentito morire, si è staccato il braccio e ha sentito il bisogno di iscriversi ai democristiani; questo ha senso, perché al netto dei classici e banali effetti avversi di reazione al vaccino, la variabile organica e quella caratteriale possono restituire situazioni molto differenti tra soggetto e soggetto e se a me il vaccino Pfizer ha parcheggiato un bastimento carico di randellate sul braccio sinistro al punto che ho dovuto sospendere l’allenamento con lo spadone a due mani per un pomeriggio intero, ci sono altri colleghi che nemmeno se ne sono accorti e altri ancora (compresa la mia compagna) che si sono fatti un giorno a letto con febbre, brividi e la sensazione di vivere in loop un discorso di salvini.
Ovvio che l’esperienza di chi è stato male tende a rimanerti più impressa.
Però ci sono dei dati ben precisi e che restituiscono un quadro degli effetti collaterali praticamente sovrapponibile tra i vaccini Pfizer, Moderna e Astrazeneca;
MENO DI 1 SOGGETTO SU 10
MI DO UNA GRATTATINA AL BRACCIO
IL MONDO MI NAUSEA
MENO DI 1 SU 100
CHI CAZZO M’HA DATO UN PUGNO SULLA SPALLA?
OGGI MI SENTO PIÙ SCHIFO DEL SOLITO
BRIVIDO CALDO
Tutto il surplus a ciò che ti ho elencato è frutto dell’incesto tra polemica politica e incapacità del giornalismo nostrano a riportare, non dico l'Aletheia Suprema figlia di Crono e sorella di Zeus ma perlomeno un qualcosa che non contenga clickbaiting massaggiante le pance gonfie e dolenti dei lettori.
Quindi vaccinatevi serenamente
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k-erelle · 4 years
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FARSI TOCCARE
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Ovviamente era meglio se fosse rimasto a casa. Libri musica film. Tutto già letto sentito visto centinaia di volte. Tempo prima era rimasto incantato a vedere un video. Nel giardino di una grande casa , un cane di piccola taglia , un jack russell , o forse no , non è importante - non ha alcuna importanza nemmeno questo ricordo - correva intorno al perimetro delle mura. Quando l' inquadratura si abbassò , un mano indicava qualcosa sul prato. Un solco netto, tra le foglie d' erba. Il cane correndo in tondo aveva creato un sentiero . Una voce spiegava che il cane correva per ore intorno alla casa. Risate di persone che non entrano nell' immagine. In un futuro non troppo lontano , gli sarebbe piaciuto vedere un altro video. Sarebbe stato divertente controllare quanto profondo fosse diventato quel solco. Lo immagina così profondo che a guardarci dentro il corpo del cane che sfreccia veloce è una piccola macchia bianca.
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Per bere un caffè non si può sostare davanti al bar. Sono le regole. Dietro c'è uno spiazzo , invisibile dalla strada. In fondo degli alberi. Di solito ci sono anche altre persone, tipo Dino, che comincia il suo giro di tutti i bar del quartiere già alle sette del mattino. Beve esclusivamente vino bianco. Mai visto ubriaco, nemmeno la sera quando il giro è alla fine.
Gli piace starsene da solo, appoggiato al muro del bar , tra casse vuote di acqua minerale, bidoni della spazzatura. Se non facesse tanto freddo si sdraierebbe per terra e resterebbe tutta la notte a guardare il cielo. Un posto sporco , puzzolente, deserto come il cortile in cui era cresciuto. Cosa resta di una vita se ne eliminiamo i ricordi? Un sonno senza sogni. Non risvegliarsi mai. Nel silenzio , buono e oscuro quanto il cielo che naviga sulla sua testa, nella notte, che gira intorno all'orizzonte.
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Manco l' ha sentita arrivare. Deve essere uscita da quegli alberi laggiù. Nemmeno il suo profumo , che invece non potrà più scordare. Di istinto lui ritrae la mano che lei gli ha preso tra le sue. Anche lei porta occhiali scuri e mascherina. Al buio la sua età è indecifrabile. Una mendicante, pensa. L'ultimo pensiero cosciente. Dalla tasca lui tira fuori una moneta . Lei rimane immobile. Il braccio di lui rimane sospeso per aria, il palmo all'insù, la moneta o il suo debole scintillio. Allora , con un movimento delle braccia così impercettibile , da dubitare in seguito che sia davvero avvenuto , lei gli chiude le dita intorno alla moneta , ruota il polso e depone un bacio sul dorso della mano. Sono anni che non viene toccato da una donna. Da quella volta che con....gli viene la nausea. Un telefonino squilla nella tasca del cappotto della donna. Ma lei è così assorta nel bacio , assente , quasi addormentata, che non pare farci caso. Ma quello continua a squillare. Ma lui non crede a quello che sta succedendo, ha smesso di credere di essere lì. È colpa della nausea. Colpa delle labbra.
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Tira fuori il telefonino e accende il viva voce. Lo avvicina all' orecchio di lui. Anche lei si avvicina. I loro volti si sfiorano. Si guardano. Sulle le rispettive lenti scure lo stesso riflesso azzurrognolo. Non si sente nessuna voce. La chiamata il numero i secondi che scorrono e nessuna voce. Continuano a guardarsi. Nessuno parla al telefono. Nemmeno loro due parlano . Hanno dimenticato le parole. Smettono di esistere.
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È solo. Ancora gli alberi lontani. Come la sua mano attaccata al braccio. Lontanissima, lungo il fianco.
Le parole torneranno dopo , tante , troppe. Ecco, appunto.
Kerelle
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kilroysac · 4 years
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Ormai per Sam stava diventando una preziosa abitudine quella di girare per casa con il suo lupetto in braccio o fissato nella portantina. Alex sembrava amare il suo essere a stretto contatto con il calore del padre e, molto spesso, lo induceva ad un pacifico sonno che l'hacker gli invidiava. Gli invidiava anche il suo essere così innocente e riuscire a dormire senza troppi preoccupazioni, anche se doveva ammettere un netto miglioramento nel ciclo veglia sonno e, soprattutto, gli incubi sembravano infestargli meno la mente una volta che si era confidato con la moglie. Senza neanche accorgersene, si ritrovò di fronte al piano, si sedette allo sgabello e cominciò a suonare. Da principio si trattava di poche deboli note, poi il suo istinto e la sua memoria lo riportarono ad un brano che, a pensarci bene, aveva una grande importanza per lui. Nella sua mente iperattiva, le pareti della casa di New York si dissolsero e vennero sostituite da quelle oxfordiane in cui Elizabeth lo aveva ospitato per quel famoso concerto dei Cinematic Orchestra. E quell'accidentale sfiorarsi delle dita... la sua lince non lo aveva mai saputo ma l'aveva osservata a lungo, temendo di aver rovinato qualcosa. Temendo di essersi giocato l'unica finestra per capire i sentimenti della pianista. Era già innamorato, allora, ma nella sua mente e nel suo cuore era spaventato, sebbene lui avesse dissimulato il tutto sotto una coltre di affabilità e apparente sicurezza. Elizabeth aveva cominciato a essere speciale per lui da... non avrebbe saputo stabilire quando con precisione anche se ne aveva visto tutti i segnali. Sorrise quando si accorse che il piccolo si era addormentato e, con un gesto molto lieve, gli baciò il capino. Rimase a fissare la tastiera perso nei suoi pensieri, una volta finito il brano...
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lamilanomagazine · 9 months
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Patto di stabilità, accordo raggiunto. Meloni: «È migliorativo per l'Italia rispetto al passato»
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Patto di stabilità, accordo raggiunto. Meloni: «È migliorativo per l'Italia rispetto al passato». I principi base del nuovo Patto di Stabilità, frutto di un compromesso raggiunto dai Paesi membri in un inusuale Ecofin straordinario convocato in videocall dalla presidenza spagnola, restano quelli fissati nel Trattato di Maastricht: mantenere il deficit al di sotto del 3% del Pil e il debito al di sotto del 60%. Ma nelle nuove regole sono stati introdotti margini di flessibilità per evitare che il risanamento dei conti si trasformi in misure di austerità, blocco degli investimenti e rallentamento della crescita. Ecco i punti principali del nuovo Patto: Riduzione deficit Quando il deficit eccessivo supera il tetto del 3%, l'aggiustamento annuo richiesto è dello 0,5% del Pil in termini strutturali. L'accordo prevede però che il ritmo della correzione tenga conto dell'aumento della spesa per interessi per non bloccare gli investimenti più urgenti Braccio preventivo I Paesi con un rapporto debito-Pil superiore al 90% dovranno far scendere il livello del disavanzo all'1,5%. Per farlo servirà un aggiustamento strutturale annuo dello 0,4% per quattro anni o dello 0,25% in sette anni, calcolato al netto degli interessi sul debito con l'impegno del Paese a fare investimenti e riforme Riduzione debito Dovrà essere dell'1% annuo per i Paesi che superano la soglia di un rapporto debito-Pil del 90% e dello 0,5% annuo per chi lo ha tra il 60 e il 90% del Pil Periodo transitorio Tra il 2025 e il 2027 la Commissione europea, nello stabilire il percorso di risanamento dei conti, terrà conto degli oneri degli interessi sul debito sempre con l'obiettivo di lasciare ai Paesi spazio per gli investimenti Piani di spesa I Paesi sotto procedura dovranno concordare l'uso dei fondi pubblici con la Commissione europea nel rispetto delle traiettorie di aggiustamento del debito. I piani ad hoc sono quadriennali e all'insegna della flessibilità potranno essere estesi a sette anni tenendo conto degli sforzi di investimento e riforma compiuti dai governi per attuare i Pnrr Scostamento dai piani di spesa Sempre all'insegna della flessibilità è prevista la possibilità di uno sforamento dello 0,3% rispetto al piano concordato Tempi di approvazione L'intesa politica tra i ministri apre la strada ai negoziati con l'Eurocamera per arrivare all'accordo finale e al varo delle nuove regole entro aprile 2024 “Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, considera importante che sia stato trovato tra i 27 Stati membri della Ue un compromesso di buonsenso per un accordo politico sul nuovo Patto di stabilità e crescita. Nonostante posizioni di partenza ed esigenze molto distanti tra gli Stati, il nuovo Patto risulta per l'Italia migliorativo rispetto alle condizioni del passato", ha scritto la premier in una nota di Palazzo Chigi. “Le regole sono meno rigide e più realistiche di quelle attualmente in vigore, e scongiurano il rischio del ritorno automatico ai precedenti parametri, che sarebbero stati insostenibili per molti Stati membri”, ha aggiunto. L'intesa raggiunta all'unanimità dall'Ecofin conclude il lunghissimo negoziato tra i 27 sul Patto di stabilità ma dà il via ad una nuova fase non meno complessa. Il prossimo anno, già il prossimo gennaio, si attende che l'Eurocamera dia il via libera alla sua posizione negoziale sulle nuove regole fiscali. Da lì in poi inizieranno le trattative tra Consiglio Ue e Parlamento europeo, con la mediazione della Commissione, per la definizione di un testo finale. A quel punto si passerà nuovamente per il vaglio formale delle due istituzioni. «Sarà l'Italia a stabilire il suo percorso strutturale di bilancio, la Commissione fornirà una traiettoria tecnica», ha detto il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis. Secondo il commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni, «l’Italia ha contribuito in modo rilevante, direi decisivo, soprattutto nell'ultimissima fase, insieme alla Francia e alla Germania, a raggiungere questa intesa» sul Patto di stabilità.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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