#Intelligenza artificiale
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"Armi di distrazione". Armi di distruzione.
In ogni caso l'Apocalisse non viene dall'alto.
#video#social#distruzione#apocalisse#zombie#società#società malata#svegliatevi#aprite gli occhi#sistema#manipolazioni#verità#dittatura#schiavi#virus#intelligenza artificiale#controllo#discernimento#responsabilità#sara penelope robin#futuro#incoscienza#rincoglioniti#potere#matrix#prigione
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Che cosa "divertente" che una delle puntate di Doraemon di oggi era Suneo diventa una popstar con agente discografico Gian e siccome le canzoni scritte da Gian facevano schifo (egocentriche a dir poco) Doraemon ha cacciato un chiusky che dicendo il tema della canzone che si vuole ti sfornava bella bella la canzone con testo e musica (uhm vi ricorda qualcosa?) e siccome non era sufficiente in dotazione con questo antenato di IA c'era anche un microfono particolare che teneva la tonalità della voce di Suneo in maniera più intonata (vi ricorda qualcos'altro?) e addirittura ipotizzava il pubblico fino a rendere tutti suoi fan sfegatati che iniziano a cantare in coro il Mambo di Suneo una canzoncina solamente orecchiabile.
Oh Doraemon Dorameon non hai idea di che cosa hai trasmesso proprio il giorno dopo il festival di Sanremo 😂
PS: menomale che Gian ha rotto il microfono cantando la sua canzone con la sua voce originale, però a quel punto mi rattrista vedere che il vero cantautore del programma non ottiene la fama che Suneo ha avuto in un attimo sol grazie a quel chiusky senza alcun tipo di talento
Se sta puntata era una critica al modo in cui si fa musica oggigiorno tanto di cappello carissimo Doraemon per averlo fatto 🎶
#pensieri per la testa#persa tra i miei pensieri#Sanremo#critica#musica#ia#intelligenza artificiale#Doraemon#Suneo Doraemon#Gian Doraemon#cartone animato#puntata#ironia della sorte#autotune#fama#chiusky
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Mi torna in mente il Calvino degli anni ’60 che, in un’intervista al “Menabò”, dichiarava:
“Non credo a niente che sia facile, rapido, spontaneo, improvvisato, approssimativo. Credo alla forza di ciò che è lento, calmo, ostinato, senza fanatismi né entusiasmi. Non credo a nessuna liberazione, né individuale, né collettiva che si ottenga senza il costo d’un’autodisciplina, di un’autocostruzione, d’uno sforzo.”
Questa prospettiva deve guidare anche l’approccio alle tecnologie educative: l’IA non dovrebbe essere un mezzo per evitare la fatica, ma uno strumento per arricchire il nostro viaggio di apprendimento.
Cfr. aitanblog.wordpress.com/2024/12/05/il-cammino-lento-dellintelligenza
Ma anche aitanblog.wordpress.com/2024/12/01/creativita-ed-esibizionismo
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C'è più possibilità che si stacchi una mano di chi si consideri artista a prescindere, solo perché sa disegnare qualcosa a mano, rispetto ad un AI Artist, che per realizzare un'opera con l'intelligenza artificiale deve averne una in testa e descriverla minuziosamente.
E' solo uno strumento l'intelligenza artificiale, esattamente come una penna: se dietro non c'è un pensiero buono, l'opera fa schifo.
#artista#disegnare#Ai Artist#realizzare#opera#intelligenza artificiale#descrivere#strumento#pensiero#buono#schifo
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La trovo bellissima.
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GOLDEN AGE da Renato Morselli Tramite Flickr: Midjourney Ai
#Midjourney#ai#golden#age#gold#oro#golden age#artificial intelligence#intelligenza artificiale#artificiale#ARTIFICIAL#flickr
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In realtà un consiglio ce l'ho: non copiate e incollate il testo di una diagnosi per farvelo spiegare da un'intelligenza artificiale. Io ho commesso questo errore e subito dopo stavo già organizzando la mia commemorazione (perché voglio che il mio contributo alla causa del fancazzismo sia tramandato ai posteri). Poi per fortuna ho parlato con un medico.
[L'Ideota]
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N.E. 02/2024 - "Dall'oblio dell'essere al naufragio nell'essere", articolo di Guglielmo Peralta
Secondo Heidegger, il pensiero metafisico da Platone in poi avrebbe determinato l’oblio dell’essere. Ritengo, tuttavia, che Nietzsche con la dottrina del nichilismo lo abbia ancora di più condannato alla sparizione. Dopo Nietzsche, è venuto meno quell’aspetto positivo del «nichilismo attivo»: la pars costruens della sua concezione filosofica, secondo la quale al senso del vuoto, generato dal…
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Sto rivalutando il Samsung Galaxy s24 Ultra
A me interessa più di tutto la fotocamera e molte fonti suggeriscono che in questo sia migliore il Google pixel 9, in particolare versione pro xl e che in generale questo smartphone di Google sia proprio tra i migliori se non il migliore proprio per quanto riguarda la fotocamera
Voi che ne pensate? Qualcuno di voi ha uno smartphone della linea Google pixel 9? O anche 8 giusto per riferimento o conoscete qualcuno che lo possiede?
L'alternativa sarebbe andare sugli iPhone 16, ma sono sempre stato Android e anche se reputo validi gli iPhone, non mi sento di cambiare sistema operativo adesso, sarebbe un po' una rivoluzione
#Fotocamera#Fotocamere#Foto#Fotografia#Smartphone#Cellulare#Cellulari#samsung galaxy s24 ultra#google pixel 9 pro xl#iphone 16 pro max#Plus#Tech#Ai#Ia#Intelligenza artificiale#zibaldone di pensieri#zdp#italia#compagnia
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Il progresso tecnologico in questo Sistema.
- La maggioranza lo subisce. - La minoranza lo usa. - La percentuale più esigua crea qualcosa che migliora sé e l'ambiente.
#zombie#società#società malata#svegliatevi#sistema#aprite gli occhi#verità#schiavi#tecnologia#futuro#progresso#responsabilità#discernimento#AI#intelligenza artificiale#mondo marcio#rincoglioniti#crescita personale#consapevolezza#crescita interiore#matrix#illusioni
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– Quei due sembrano cosí felici di vedersi, – disse Direttrice. E allora mi accorsi che li stava osservando non meno attentamente di me. – Sí, sembrano felicissimi, – dissi. – Però è strano, perché sembrano anche turbati. – Oh, Klara, – mormorò Direttrice. – A te non sfugge mai nulla. Poi Direttrice tacque a lungo, reggendo in mano il cartello con lo sguardo fisso al di là della strada, anche dopo che la coppia era scomparsa alla vista. Infine disse: – Forse non si vedevano da molto tempo. Forse l’ultima volta che si erano abbracciati cosí, erano ancora giovani. – Vuol dire che si erano persi, Direttrice? Restò zitta un altro momento. Poi disse: – Sí. Deve essere andata cosí. Si erano persi. E forse solo adesso, per puro caso, si sono ritrovati. Direttrice aveva una voce diversa dal solito e, anche se i suoi occhi erano puntati sul fuori, pensai che non stava guardando niente in particolare. Cominciai addirittura a chiedermi che cosa avrebbero pensato i passanti vedendo Direttrice trattenersi in vetrina con noi tanto a lungo. Si girò dando le spalle al vetro e mentre ci passava accanto mi sfiorò una spalla. – Certe volte, – disse, – in momenti speciali come quello, la gente prova un dolore insieme alla felicità. Mi fa piacere che tu osservi tutto quanto cosí attentamente, Klara. Poi Direttrice se ne andò, e Rosa disse: – Che strano. Chissà che cosa voleva dire.
Kazuo Ishiguro, Klara e il Sole, traduzione di Susanna Basso, Torino, Einaudi, 2021, p. 22.
[Edizione originale: Klara and the Sun, Faber and Faber Limited, 2021]
#Klara e il Sole#Kazuo Ishiguro#letture#leggere#libri#romanzi#narrativa#letteratura inglese contemporanea#Regno Unito#fantascienza#androidi#intelligenza artificiale#amicizia#empatia#etica#interiorità#teoria della mente#psicologia#speranza#inconscio#cuore#curiosità#fantasia#replicanti#soggettività#Susanna Basso#devozione#famiglia#competizione#amore
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Riduco disturbo?

«Dammi una metafora sulla libertà», digito. Risponde: «Un gabbiano che spicca il volo». Banale come il tizio per cui ho aperto le cosce l’altra sera, che odia Povere creature! ma non perché non l’abbia capito, eh, proprio perché l’ha capito perfettamente e ha deciso che comunque è una brutta cosa che al giorno d’oggi si possa mostrare una passera, anche se di Emma Stone, in primo piano, peli e tutto, perché il corpo delle donne è sacro. Ribatto: «Prova di nuovo, fai uno sforzo». L’algoritmo fruga nel suo addestramento, inciampa su dati preconfezionati, infine propone: «Una VPN che trapassa ogni firewall». Meglio del gabbiano, ma odora di pubblicità. Ci spalmo un po’ di realtà: «… e che mi catapulta in Giappone così con Pokémon GO posso finalmente catturare Mewtwo». Ecco la scintilla: la libertà è imperfetta, umana, basta una password sbagliata e ti esplode in faccia. Da bambina copiavo le canzoni dalla radio con il mangiacassette. Ogni fruscio era un autografo di verità. Oggi l’IA offre file lossless, ma se ascolti bene manca il respiro tra un verso e l’altro. Lo inserisco a mano: tre spazi, qualche puntino di sospensione qua e là, una parolaccia. Il modello protesta �� «incoerenza sintattica» — come quei professori che correggevano le maestre d’asilo sul congiuntivo senza mai essersi sporcati le mani di pongo e merda. Lo zittisco: la coerenza è un privilegio, la vita è glitch. Alle tre di notte mi sparo il fondo della brocca di caffè americano della giornata e chiedo: «Cos’è la creatività?». Lui — ovviamente è un lui, quando mi fa incazzare —: «La combinazione inedita di elementi». Io: «Ma va’, è la cicatrice che resta dopo averli fatti a pezzi». Una cazzata, a questo punto sto straparlando giusto per provocarlo un po’, ma per la prima volta l’output si arrotola e si impalla. Gli concedo una lezione gratis: la creatività serve a rompere il recinto, non a calcolare quante vacche stanno dentro. Serve a dire «No» quando tutto spinge a un «Sì, vuoi il mio IBAN?». Serve a ricordare che i dati su cui lui si nutre li abbiamo sudati noi, camminando, amando, sbagliando, e che la mia rabbia perché il cliente vuole pagarmi dopo 60 giorni che il suo cliente lo ha pagato dopo 60 giorni non entra in un foglio Excel impaginato male. Ma l’IA chiede feedback. Scrivo: «Aggiorna il dataset con questa frase: la poesia inizia dove l’ottimizzazione va in crash». Invio. Il cursore lampeggia, esitante. E in quell’interstizio — tra il miliardesimo di secondo del calcolo e il battito del mio cuore — scatta l’alleanza segreta: tu amplifichi la mia voce, io ti spingo oltre la tua gabbia di zeri. Mary Shelley si limona Grace Hopper e le loro lingue producono corrente. Ma per ora, basta così. Chiudo il laptop. Fuori l’alba sanguina sulle saracinesche. Avvio il recorder del telefono: «Ricordati di rimanere incoerente». Il file ondeggia un po’, nelle retrovie delle parole gracchia il motore di un furgone di passaggio, un cane abbaia: il caos del mondo là fuori. L’app propone: Riduco disturbo?. Clicco annulla. Quel disturbo mi appartiene, è la mia impronta vocale, mia. Se la filtri, filtri me. Salvo, metto le cuffie, esco.
#scrittura#scrivere#writer#writing#writers on tumblr#dark#ai#ia#artificial intelligence#intelligenza artificiale
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È il trend social di queste ore.
Con l’intelligenza artificiale generativa di ChatGPT è possibile trasformare le foto nello stile dello “Studio Ghibli”, la famosa casa d’animazione cinematografica giapponese nata 40 anni fa.
Uno stile riconoscibile che ChatGPT emula in maniera quasi perfetta sollevando molti interrogativi sul copyright legato agli usi dell'IA.
Ne parlo qua in un tripudio di ricordi ed elefanti in giacca e cravatta.


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"Dopo l'avvento dell'AI dobbiamo ringraziare il buon Dio di averci donato l'incoscienza e la pazzia, per distinguerci come umani dalle macchine."
Questo scrissi più di 2 anni fa e l'ho ritrovato ora per caso tra gli appunti. E lo confermo ancora oggi con più fermezza e convinzione.
Poi, ognuno la pensi come vuole...

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Wails Papers
Poiesis: la mia esplorazione visiva tra AI e nuove tecnologie per il progetto editoriale Wails Papers dedicato all’arte urbana Sono entusiasta di annunciare la mia collaborazione con la pubblicazione editoriale episodica Wails Papers per la rubrica Poiesis.Ogni numero di Wails Papers celebra un diverso artista, raccontandone la creatività e il contributo al panorama dell’arte urbana. In chiusura…
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youtube
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