Tumgik
#Regalo per Matrimonio
gattigioviani · 2 years
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Se avessi una moglie passerei novembre a cercare dolcetti e regalini e le farei un calendario dell'avvento personalizzato
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falcemartello · 4 months
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Point of view
Votare significa fare un regalo a chi non se lo merita per fermare chi ti odia.
Non votare significa fare un regalo a chi ti odia per fermare chi non si merita il tuo voto.
Nel primo caso si è mossi da generosità, nel secondo da vendetta.
Alla fine si gioca tutto sul fatto di avere più o meno tasse. Tutto qui.
Dalla politica non viene la salvezza.
La politica non è il matrimonio è uno stuzzicadenti, nei casi più fortunati uno sturalavandini.
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donaruz · 2 months
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13 LUGLIO 1954 moriva FRIDA KAHLO
Un corpo fragile e uno spirito indomito.
Una vita difficile, quella di Frida Kahlo, segnata dalla lunga malattia e da grandi passioni, vissute senza remore, incondizionatamente con tutta sé stessa, abbandonano al cuore la razionalità.
La passione per l’arte, quella per il suo Messico e l’amore tormentato per Diego Rivera, il compagno di una vita.
Quella di Frida è stata una vita breve ma ricchissima perché vivere col cuore non significa limitarsi a contare i giorni, i mesi o gli anni, ma significa contare le emozioni, perché la vita non è mera sopravvivenza. E non è vero che chi vive più a lungo vive di più.
Frida Kahlo è stata un’artista coraggiosa, capace di trasformare la sofferenza in ispirazione, le sconfitte in capolavori, plasmando opere che sono un urlo orgoglioso e potente alla sfida del vivere.
LA VITA E LE OPERE DI FRIDA KAHLO:
RIASSUNTO IN DUE MINUTI (DI ARTE)
1. Frida Kahlo (Coyoacán 1907 – 1954) è considerata una delle più importanti pittrici messicane. Molti la annoverano tra gli artisti legati al movimento surrealista, ma lei non confermerà mai l’adesione a tale corrente.
Fin da bambina dimostra di avere un carattere forte, passionale, unito ad un talento e a delle capacità fuori dalla norma. Purtroppo la sua forza di carattere compensa un fisico debole: è infatti affetta da spina bifida, che i genitori e le persone intorno a lei scambiano per poliomielite, non riuscendola così a curare nel modo adeguato.
2. La prova più dura per Frida arriva però nel 1925. Un giorno, mentre torna da scuola in autobus viene coinvolta in un terribile incidente che le causa la frattura multipla della spina dorsale, di parecchie vertebre e del bacino. Rischia di morire e si salva solo sottoponendosi a 32 interventi chirurgici che la costringono a letto per mesi.
Ha solo 18 anni e le ferite al fisico la faranno soffrire per tutta la vita, compromettendo irrimediabilmente la sua mobilità.
3. Durante i mesi a letto immobilizzata da busti di metallo e gessi, i genitori le regalano colori e pennelli per aiutarla a passare le lunghe giornate. Questo regalo darà avvio ad una sfolgorante carriera artistica.
La prima opera di Frida è un autoritratto (a cui ne seguiranno molti altri) che dona ad un ragazzo di cui è innamorata.
4. I genitori incoraggiano sin da subito questa passione per l’arte, tanto da istallare uno specchio sul soffitto della camera di Frida, così che possa ritrarsi nei lunghi pomeriggi solitari. È questo il motivo dei numerosi autoritratti dell’artista. Lei stessa dirà: “Dipingo autoritratti perché sono spesso sola, perché sono la persona che conosco meglio”.
5. Frida Kahlo nel 1928, a 21 anni, si iscrive al partito comunista messicano, diventando una convinta attivista. È in quell’anno che conosce Diego Rivera, il pittore più famoso del Messico rivoluzionario. Lo aveva incontrato per la prima volta quando aveva solo quindici anni (e lui trentasei), sotto i ponteggi della scuola nazionale preparatoria, mentre Diego stava dipingendo un murale per l’auditorium della scuola.
6. Nel 1929 sposa Diego, nonostante lui abbia 21 anni più di lei e sia già al terzo matrimonio. Inoltre Diego ha fama di “donnaiolo” e marito infedele. Il loro sarà un rapporto fatto di arte, tradimenti, passione e pistole. Lei stessa dirà: “Ho subito due gravi incidenti nella mia vita… il primo è stato quando un tram mi ha travolto e il secondo è stato Diego Rivera.”
7. Frida Kahlo ha avuto molti amanti (uomini e donne), tra cui il rivoluzionario russo Lev Trotsky e il poeta André Breton, ma non riuscì mai ad avere figli, a causa del suo fisico compromesso dall’incidente. Quando rimase incinta del primo figlio, Frida fece di tutto per portare avanti la gravidanza. Si dovette arrendere solo quando i medici la costrinsero ad abortire per evitare che perdessero la vita sia lei che il bambino.
8. Frida Kahlo e Diego potevano considerarsi una “coppia aperta”, più per le infedeltà di Diego che per scelta di Frida, che soffrì molto per i tradimenti del marito che ebbe persino una relazione con la sorella minore di Frida, Cristina.
Vista l’impossibilità di fare affidamento sulla fedeltà di Diego, i due decisero di vivere in case separate, unite tra loro da un piccolo ponte, in modo che ognuno di loro potesse avere il proprio spazio “artistico”.
9. Le opere di Frida kahlo sono spesso state accostate al movimento Surrealista, ma Frida ha sempre rifiutato tale vicinanza sostenendo: “Ho sempre dipinto la mia realtà, non i miei sogni”.
10. L’album dei Coldplay Viva la vida or Death and All His Friends (2008) si ispira ad una celebre frase che la Kahlo scrisse sul suo ultimo quadro, otto giorni prima della sua morte a soli 47 anni per cause ancora non del tutto certe.
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sayitaliano · 2 years
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Valentine's day/Love vocabulary
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l'amore [n.] = love amore [n.] = love (as a nickname: *my* love, use no article in this occasion) innamorato/a = sb in love, lover la passione = passion un bacio = a kiss un abbraccio = a hug una carezza = a caress l’attrazione = the attraction la relazione = relationship la felicità = happiness la gioia = joy (also as nickname when without the article) la passione = passion la dichiarazione *d’amore* = *love* declaration
amare = to love innamorarsi = to fall in love uscire con qualcuno/frequentare qualcuno = to date someone tenersi per mano = holding hands sedurre/tentare = to seduce/ to tempt tradire/ingannare = to cheat/ betray someone scaricare qualcuno = to dump sb flirtare = to flirt (pronounced as in English + Italian "are" at the end) avere una cotta/un debole per qualcuno = to have a crush on sb (also: you like sb = ti piace qualcuno) adorare = to adore abbracciare = to hug essere fidanzati (ufficialmente) = to be engaged fare l’occhiolino/ammiccare = to wink chiedere di uscire/chiedere un appuntamento = to ask on a date baciare = to kiss someone/something baciarsi = to kiss each other sposare = to marry essere sposato/a = to be married sposarsi = to get married slang: limonare = to make out
il matrimonio = wedding  l'appuntamento = the date [noun] il cuore = heart i cioccolatini = praline, chocolate candy le rose = roses i fiori = flowers un mazzo (un bouquet) di fiori = a bouquet of flowers un regalo, un pensiero = a gift la fidanzata, la morosa = girlfriend     il fidanzato, il moroso = boyfriend il compagno/la compagna = girlfriend/boyfriend (mostly for adults) giorno di San Valentino = Valentine’s Day civetta = a girl who likes to flirt (not used very much anymore) cascamorto = a boy who likes to flirt cupido = cupid l'amante = lover (secret, cheater/3rd party in particular)
caro/a – dear, beloved (adj. as well as a nickname) bellezza, bello – cutie, handsome (to a male) bello/a – beautiful, handsome tesoro, dolcezza – darling, sweetheart (adj. and a nickname) dolce = sweet (also as noun: dessert) tenero/a = tender romantico/a = romantic
mi piaci = I like you ti amo, ti voglio bene = I love you mi manchi = I miss you ti amerò per sempre = I will love you forever. amore a prima vista / colpo di fulmine = Love at first sight. non posso vivere senza te = I can’t live without you Buon San Valentino = Happy Valentine’s Day festeggeremo con una cenetta romantica = We’ll celebrate with a romantic dinner un pensiero per te = A gift (thought) for you
More nicknames (no articles):
tesoro = *my* treasure cucciolo/cucciola, cucciolotto/cucciolotta = *my* pet, little pet topolino/topolina = little mouse (mio) caro/(mia) cara = (my) dear/darling piccola/piccolo, bimba/bimbo = little one, baby bambola = doll biscottino/biscottina = little biscuit micino/micina, gattino/gattina = kitty maialino/maialina = little pig tigrotto/tigrotta = little tiger momo/moma from “amoro” and “amora” (”amore” in a made up male/female version) = *my* love (in a cute way) ami/amo (or “amy”) = diminutive of “amore” (still cute) tato/tata (patato/patata, patatino/patatina) = dear (potato) orsacchiotto/orsacchiotta = teddy bear
… and I guess most of the cute animals’/cookies’/sweet stuff’s diminutives, as far as your imagination can take you! (The first 4/5 words work also in mother/son or grandma/nephew relationships, while probably the others are mostly used among partners)
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Tutti sanno che quando sposi un italiano non sposi una persona, sposi una famiglia e forse un intero paese. Questo Paese mi ha inondato di regali, con gli anni: mi ha dato la cultura, la letteratura, il grande cinema, l'arte, l'opera, la moda, la cucina...
La lista è infinita, ma il regalo più grande sono sicuramente i miei due meravigliosi bambini. E anche se il mio matrimonio purtroppo è finito, l'amore per l'Italia non finirà mai, ormai è la mia seconda casa e non riesco più ad essere oggettivo nel parlarne
Colin Firth
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thecatcherinthemind · 2 months
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Benita ha tre anni. Si cambia il pannolino da sola, è capace di aprire il pan bauletto e di richiuderlo col fil di ferro. Quando qualcosa le cade dice "Sorry", quando per sbaglio ti colpisce mentre gioca si avvicina e chiede scusa in italiano, poi ti dà un bacino. Corre per casa e ti porta ogni oggetto possibile perché vuole che tu le dia le attenzioni che probabilmente non riceve su base quotidiana. Quando la mamma le dice "Behave" torna dritta come un soldatino. La aiuta a mettere le cose in ordine nei cassetti. Ha un orsetto di peluche che si chiama Fadiah.
Parla poco italiano perché la mamma le parla soprattutto in inglese in casa.
Le sue sorelle maggiori invece l'italiano lo parlano, perché vanno a scuola; Gift (chiamata così dalla mamma proprio perché significa "regalo") ha 5 anni ed un peluche di nome Hadem che considera il suo bebè; mi chiede di giocare con lei a far finta di andare in gita o al mare perché non l'ha mai visto. Quando mi chiede di tenere il suo bebè in braccio mi spiega come si fa perché "You are the nanny". Cindy invece ha 12 anni e in casa si occupa della maggior parte delle cose, mi parla in italiano ma fa ancora fatica con le coniugazioni.
La mamma, rimasta vedova due anni fa, cerca di guadagnare quello che può. Cresce le sue figlie in un appartamento fatiscente in una zona non proprio bellissima, ma nella prima capitale d'Italia, cosa di cui si è informata e di cui va fiera. Riceve una telefonata dal fratello che le chiede soldi per il proprio matrimonio, da inviare in Nigeria, rispondendo che "Marriage is God's will, but a man's responsibility". Nel frattempo Benita mi ordina "Now you brush your teeth" perché la mamma le ha insegnato che dopo pranzo si fa così. Io però non ho pranzato, le rispondo che non ho lo spazzolino e lei mi guarda male: la risolviamo con me che la seguo in bagno e faccio finta, anche se non è soddisfatta. Usciamo dal bagno e Gift mi chiede di fare finta di andare in gita e preparare il succo di frutta: usa vecchie confezioni della cera per capelli della mamma, che tiene su uno scaffale con gli altri "giochi" (un cavo del telefono che finge siano le chiavi dell'auto, una spina che finge sia il cellulare, una pallina di gomma che sarà la frutta che portiamo in gita, un cuscino che sarà la borsa dei panini). Salgo sul divano, ossia la nostra auto, le dico di allacciare la cintura e Benita piange, perché ancora è arrabbiata io non mi sia lavata i denti con lei. Per farla tranquillizzare accetto di fare un altro gioco con lei, alle sue condizioni. Il gioco è quello in cui mi fa sedere sulla sedia e fa finta che io stia facendo la cacca, perché ha appena imparato a usare il vasino e lo trova in gioco divertente. Funziona così: lei mi prende per un braccio, mi indica una sedia, io mi siedo, lei dice "Now pupù" e io devo stare ferma qualche secondo, finché lei non decide che ho finito, poi urla "Flush" e mentre imito il rumore dello sciacquone lei guarda in basso e saluta la pupú dicendo "Bye bye". Lo fa un paio di volte, poi sono libera e posso tornare a giocare con Gift, che nel frattempo ha deciso che la nostra finta gita sarà al mare. A quel punto Benita, gelosa del attenzioni mi richiama perché decide che mi scappa di nuovo. Quindi si riparte. Gift allora mi chiede "Now we bring bebé al mare" a cui rispondo "Sorry, I'm pooping". La madre scoppia a ridere, poi sgrida le bimbe "You are stressing her!".
Quando è l'ora di andare, Gift chiede alla mamma "Can nanny stay?". Dopo poche ore con loro credono io sia la tata. Mi viene da piangere. La mamma risponde che no, nanny ha da fare e deve andare via. "Uhmmmm" mugugna Gift, unendo le mani in segno di preghiera verso la mamma. Benita mi segue a piedi nudi per le scale e deve scendere Cindy per riportala in casa.
La saluto facendo Bye Bye.
(Nanny can't stay, sorry)
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zero0virgola0 · 3 days
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All'epoca in cui io e G. stavamo insieme, mi ero trasferito per qualche mese nella sua città. Non avevo molto da fare a quel tempo, poichè le lezioni per la magistrale sarebbero riprese sono a ottobre. Quel vagabondare per le vie di C. mi piacque: ascoltavo musica, vedevo tutti i film che volevo, scopavo ogni giorno, mangiavo da paura. Mi sentivo un po' come Garfield. Ogni tanto andavo anche a mangiare dai nonni di G., lei viveva con loro dato che i suoi erano separati. Sua nonna era davvero una donna simpatica, mi trattava con amore e delle cose di cui parlavamo, ricordo che mi diceva sempre che la città di M. le piaceva molto perchè, a suo parere, era allegra e piena di bei fiori. Queste semplici parole, mi frullano nella testa ogni volta che metto piede a M.: non riesco a non pensare alla nonna di G., al suo sorriso, le sue guance ripiene di amore e alle sue parole. Così pure lo scorso fine settimana, tornato a M. per un matrimonio, pensai subito a lei alla vista degli spartitraffico pieni di raggianti gelsomini. Quella notte, nonostante avessi fatto il pieno di alcol, sognai proprio lei, la nonna: era molto più giovane (non ricordo di aver mai visto una sua foto in gioventù) ma sempre sorridente. Mi piacque molto il regalo che la corteccia celebrale del mio cranio mi fece quella notte. Ora, se per favore mi facesse anche sognare di avere un amplesso con G., gliene sarei grato: non la sento da otto anni, ma penso che mi attizzerebbe ancora. In amicizia, s'intende.
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unfilodaria · 1 month
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Avevo, anni fa, un collega d’ufficio, architetto come me (o meglio io lo sarei diventato molti anni dopo) di cui avevo molto stima, tanto da pensare di poter essere suo amico (e così non è stato ma questa è tutta un’altra storia). Grande eloquio, buona cultura, gran conoscitore d’arte, collezionista, anche di opere di un certo valore. Grazie a lui ho conosciuto il mondo dei galleristi napoletani di livello: la galleria Lucio Amelio a Piazza dei Martiri, dove ho visto per la prima volta, da vicino, un Andy Warhol famosissimo - il Vesuvius - rimanendo già allora sbalordito per la sua quotazione; lo Studio Trisorio dove ho conosciuto Ferdinando Scianna, che, a causa della mia ignoranza e una parola sbagliata, mi fanculizzó cordialmente; e altre gallerie minori. Ho conosciuto pittori che dopo sono diventati quotatissimi, ho visto mostre, ho apprezzato la sua piccola ma ben fornita collezione (sapeva spendere con oculatezza e ogni tanto azzeccare il colpo gobbo che in seguito gli avrebbe fatto fruttare bei quattrini). Insomma ci sapeva fare: un pessimo lavoratore, si, della serie potrebbe fare di più ma non si applica, ma dell’arte faceva il suo punto di forza.
Oltre a collezionare, il collega dipingeva pure. Nel suo piccolo studio accumulava tele di “buona speranza” ma scarsa fortuna: non mi dispiacevano affatto anche se peccava di scarsa originalità. Come tutti i pittori, buon conoscitori d’arte, aveva avuto diversi “periodi” artistici, inseguendo ora questa ora quell’altra corrente artistica. I suoi inizi erano stato “elementari” e figurativi, ma il tocco era già buono e l’uso del colore sapiente. C’era un quadro, tra questi, che mi piaceva non poco: uno scorcio di quel che sembrava una stanza con finestra, alla luce del crepuscolo (??), un letto disfatto su cui era (é) distesa una donna nuda, rivolta di spalle, una gran massa di capelli, un sedere sodo ma un po’ sceso. Una cromia tra l’ocra e qualche punta di turchese. Mi colpiva ma non capivo il perché. Quando mi sposai e lo invitai al matrimonio, il collega artista mi chiese cosa volessi per regalo: voglio quel quadro - gli dissi senza indugio e lui me lo regalò.
Questo quadro campeggia da anni nella mia camera matrimoniale, di lato al letto, in posizione discreta. Quando mi giro verso la parete finestrata, me lo ritrovo di fronte, ed ogni volta me lo guardo con attenzione e mi piace come allora. Il perché l’ho capito anni dopo, dopo il divorzio, dopo la convivenza con la mia seconda compagna, il mio amore, dopo esserci lasciati ed essere ritornato nella mia casa e dopo aver provato a riprendere, infruttuosamente i rapporti con lei.
Era estate, un giorno caldo e afoso come questi, stanza in penombra, quel tanto da non essere accecati dalla luce e osservare bene. Eravamo a casa mia, sul mio letto, nudi dopo aver fatto l’amore (non all’amore). Lei adorava, dopo averlo fatto, mettersi di spalle ed io a cucchiaio, incollato a lei, con la testa immersa nella sua massa di capelli. Stavamo bene, non pensavamo a nulla. Era il momento del silenzio, delle coccole. Il ventilatore andava piano ed io mi beavo, come facevo spesso, a seguire il suo profilo con le dita, partendo dal lungo collo, una delle sue parti del corpo migliori, lungo la sagoma delle spalle, poi sul linea della schiena, fin giù alle natiche. Su e giù, solleticandola piano piano mentre lei si agitava lentamente, riprendendo le voglie sopite. Ecco che a un tratto alzo lo sguardo: il quadro è lì, di fronte a me e a lei, dove è sempre stato. Mi soffermo per un attimo sulla massa di capelli ritratta sulla tela, su quel culo sodo ma un po’ sceso, quelle gambe lunghe e sottili, pari pari alla donna che avevo accanto a me.
- M. ma sei tu, nella tela. Cazzarola, non ci avevo mai fatto caso. Sei proprio tu!
- Oddio, è vero, mi somiglia molto
- Si, sei proprio tu. Che assurda coincidenza!
Dopo 25 anni, venticinque santiddio, mi si rivelava ai miei occhi il perché di quel quadro e del perché probabilmente mi fosse sempre piaciuto.
Quel quadro è ancora qui, davanti a me, potrei fotografarvelo volendo: lo guardo sempre e mi piace come il primo giorno. Una delle poche cose che non mi provoca tristezza ma solo un leggero velo di malinconia. Non volendo, Lei, è sempre qui con me, in questa stanza, da trent’anni, o meglio per me un po' meno perché io sono andato via e poi tornato, sempre qui, nella medesima posizione, a vegliare quello che è stato il mio avamposto dei giorni felici. Lui, il quadro, e Lei sono qui accanto a me a vegliare silenziosamente sulle mie notti. E la cosa non mi dispiace affatto.
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littlepaperengineer · 3 months
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Oggi sono grato per questo pianto liberatorio che raramente so fare. Un pianto forte, come quello di un mese fa, l'ultimo giorno di erasmus.
Un mese fa ero nella doccia, l'ultimo giorno di erasmus. Mi sentivo vivo e ringraziavo Dio per quel regalo così prezioso. Ero disperato perché temevo di tornare in quel vuoto senza fine.
Oggi ho pianto perché mi sono accorto che in quel vuoto tanto temuto ci sono tornato, un vuoto nel quale neanche il pianto viene più fuori. L'ho confessato a Dwany, una ragazza indiana che vive in Germania che probabilmente non rivedrò mai più.
Ho pianto quando ho visto il video di due innamorati che si commuovevano al loro matrimonio. Io non so neanche più cos'è l'amore e l'innamoramento.
Ora sono davanti a questo quadro che ho dedicato a quell'esperienza ormai lontana. L'ho mandata ieri la foto del quadro sul gruppo whatsapp. Loro non possono più niente, sempre più distanti. Io questa vita non la reggo, emozioni così forti in un mare di nulla.
Non so neanche io cosa vorrei per stare bene. È assurdo pensare che neanche la terapia può aiutarmi e io mi sento così solo e perso. A chi dovrei dire queste cose? Agli amici, per rischiare di perderli e di essere pesante? Alla famiglia, per farla preoccupare? E a che pro?
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der-papero · 1 year
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Mami di ritorno dal matrimonio di un nipote di secondo grado.
Io: come è andato il matrimonio?
Mami: eh, s'è magnat 'na chiavec!
Io: e tu hai usato la tecnica dei casalesi?
La tecnica dei casalesi richiede la sottrazione di una quantità di denaro dalla busta-regalo a titolo di risarcimento danni per l'inatteso scarso livello di qualità
Mami: seeee mo' 'sti strunz vonn 'u bonific primm!!!
Io:
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"I vecchi hanno solo un diritto: quello di morire."
“Potrei dire che chi l'ha detto è un cretino, ma invece dirò che è stato utile: ha rotto una ipocrisia, perchè è vero che diamo fastidio. L'ipocrisia sui vecchi è tremenda, se non ci salviamo da soli, è l'inferno".
-«La gente è diventata troppo seria, io ho 91 anni ma ho la fortuna di essere molto ironica, così non mi accorgo della presenza della morte che mi osserva da vicino pronta a prendermi, e la mattina continuo ad alzarmi contenta».
«Che gli anziani non servissero a mandare avanti il Paese forse poteva essere vero un tempo ma se oggi guardo all’età di molti grandi industriali, architetti, professori, scienziati, spesso vedo settantenni e anche ottantenni.
Ci chiamano nonnini, nonnetti, a parole ci vezzeggiano ma poi ci mettono nelle Rsa, prima di metterci nella tomba».
«Che diamo fastidio perché costiamo, perché siamo una spesa medica e sociale, perché prendiamo le pensioni, perché occupiamo posti negli ospedali e case o abitiamo in quelle dei figli e magari abbiamo la colpa di continuare a fare un lavoro. Io ho una rubrica delle lettere sul “Venerdì di Repubblica”, a un certo punto qualcuno ha cominciato a scrivermi, una minoranza per carità, che era tempo che lasciassi posto ai giovani. Nello stesso momento lo stesso pensiero è passato per la testa di colleghe più giovani. Io non mi considero inamovibile, se mi dicessero che le mie cose non interessano più, che sono rimbambita, non più capace di scrivere o fuori tempo allora farei subito un passo indietro, ma non per una questione anagrafica, non perché sono vecchia. Non è una colpa».
«Ho la fortuna di aver sempre lavorato e risparmiato e di poter essere ancora indipendente, ma te lo ripeto: i vecchi danno fastidio e la gente non accetta che possano ancora lavorare. Dieci anni fa, quando avevo appena passato gli 80, un giorno un giovane tassista che aveva sentito che parlavo di impegni di lavoro al telefono, alla fine della corsa mi chiese: “Ma lei ancora lavora? Ma non è tempo di smettere e riposarsi? Che cosa fa?” Risposi: “Sa, sono una cuoca, continuo a cucinare”. A quel punto lui disse: “Ah, allora ok”. Se stai in cucina può andare bene, non disturbi troppo…».
«Ti regalo una notizia: non tutti i vecchi sono sordi! Questa è un’altra cosa che mi fa impazzire, ti parlano e gridano o scandiscono le parole, come se fossi sorda o rincretinita. Ci trattano come i bambini e ogni frase finisce con il sorriso. Poi ci sono quelli che vogliono rassicurarti e con tono consolatorio ti dicono: “Dai, che vivrai fino a cent’anni”. Ma fatti gli affari tuoi, io non ho futuro ma ho un bellissimo passato, ho vissuto nell’Italia meravigliosa della ricostruzione e del boom economico e sono piena di memorie che mi tengono compagnia, non ho bisogno di compassione».
«Io, da giovane, i vecchi nemmeno li vedevo, non ho mai conosciuto i miei nonni e vivevo sempre tra i miei coetanei. Quando avevo 16 anni ricordo che i miei amici erano tutti innamorati di una ragazza bellissima che di anni ne aveva 26, io ero stupita e continuavo a chiedere: ma come fa a piacervi una così vecchia?! Quante cose ho visto, durante la guerra ho assistito al matrimonio di una mia amichetta che aveva 14 anni e che aveva avuto la dispensa dal vescovo per sposarsi con un ragazzo che partiva per il fronte. Mi piacciono tanto le storie del passato, le conservo con cura, ma senza alcun rimpianto».
«Porto sempre con me il bastone quando esco, mi aiuta a camminare ma serve anche molto, non tanto per difesa quanto per offesa, mi è utile con i giovanotti maleducati o con i vecchi che non sanno stare al mondo. Poche settimane fa, durante il mio piccolo giro intorno a casa, ho dato dei soldi a un ragazzino africano. Un signore mi ha vista e ad alta voce ha cominciato a criticarmi, dicendo che venivano dall’Africa per colpa di gente come me che li mantiene e li foraggia; gli sono andata incontro mentre continuava a criticarmi, ho alzato il bastone e gliel’ho messo sotto il mento e gli ho detto soltanto: “Non permetterti di dire un’altra parola, fascista”. Si è dileguato».
«Vivo alla giornata, la mia vita comincia la mattina quando mi sveglio e finisce quando vado a letto la sera, sperando sempre di morire nel sonno. Sai, io non sono vecchia, non sono un’ottantenne, io sono ultra-vecchia, penso spesso che potrei avere un figlio di più di settant’anni».
«A chi è giovane oggi vorrei dire: “Svegliatevi, informatevi, leggete libri, è una cosa che costa poco, puoi fare da solo e riempie di gioia”. Non è mai tempo perso!»...
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Natalia Aspesi
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anja-anja · 2 years
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Appena infilai la chiave di casa nella toppa, la porta si aprì da sola.
Era mia moglie, tutta eccitata all’idea di consegnarmi, finalmente, il mio regalo di compleanno.
Aveva passato le ultime settimane a parlare costantemente di quel regalo, dicendo che mi avrebbe stupito, che non me lo sarei mai aspettato e che anche se mi ci fossi messo a ragionare, non avrei capito mai e poi mai di cosa si sarebbe trattato.
Bisogna ammettere che in fin dei conti aveva ragione; non mi sarei mai aspettato un regalo come quello che ho ricevuto.
Entra e chiudi gli occhi.
Disse, sorridente ed emozionata.
Ok.
Sei riuscita, a mettermi addosso una curiosità imbarazzante.
Al lavoro non riuscivo a pensare ad altro.
Non mi hai voluto dare nemmeno un indizio.
Risposi io.
Sinceramente le mie idee erano due.
Il regalo in questione poteva essere una vera e propria rivelazione dei regali di compleanno, oppure poteva essere una minchiata stratosferica.
Mi mise le sue mani fresche come acqua di montagna sugli occhi e mi guidò verso il mio regalo.
Era riuscita a farmi diventare curioso come non lo ero mai stato prima, questo dovevo proprio ammetterlo.
Eccoci qua!
Concluse, togliendomi le mani dagli occhi.
Eravamo in stanza da letto, e mi trovavo davanti ad un pacco gigantesco.
È quello?
Domandai?
Eh, sì.
Avanti … scartalo.
Non sei curioso di vedere cosa c’è dentro?
Era uno di quei pacchi con il coperchio, quindi per aprirlo bastava sollevare quello, ma per un attimo titubai, legato quasi più al concetto di attesa che a quello di appagamento.
La aprii e da quel pacco uscì Silvia, la migliore amica di mia moglie.
Ciao.
Eh… non capisco.
Buon compleanno.
Disse Silvia, dandomi un bacio sulle labbra.
Mi voltai verso mia moglie e domandai.
Ma che…
Ti ho regalato un rapporto a tre.
Un uomo potrebbe vivere otto vite ad aspettare un regalo del genere.
Ero completamente incredulo.
Mia moglie era riuscita a farmi il regalo più bello dell’intero panorama dei regali di tutto il mondo. Avevo davanti a me la possibilità di scoparmi la mia donna e la sua migliore amica.
Ero diventato in un attimo l’uomo più felice del mondo.
Se vuoi, iniziamo noi.
Sussurrò mio moglie, avvicinandosi a Silvia.
Iniziarono a baciarsi, facendomi letteralmente impazzire.
Le guardai fino a quando non decisi di entrare anch’io in gioco.
Mi avvicinai a loro, toccai il sedere a mia moglie e il seno a Silvia.
La sua amica mi baciò in bocca, questa volta aggiungendo un po’ di lingua, mentre mia moglie infilò una mano nei miei pantaloni.
Il cazzo mi stava diventando duro ed ero eccitatissimo all’idea di fottermi quelle due ragazze.
Tirai a loro due schiaffi all’unisono, colpendole con forza, dicendo, avanti, spogliatevi a vicenda.
Si spogliarono con una delicatezza da film lesbico, mentre io mi sfilai i pantaloni, iniziando a masturbarmi.
Il pene era diventato duro come il cemento armato e non vedeva l’ora di penetrarle.
Si misero in ginocchio e Silvia disse con voce da bambina.
Non vuoi darci un po’ del tuo lecca, lecca, di carne?
Cazzo quanto mi faceva sesso.
Mi feci spompinare prima da una e poi dall’altra, distribuendo parti eque del mio cazzo.
Doveva essere un rapporto democratico.
A un certo punto mia moglie fece mettere Silvia a pecorina e guardandomi negli occhi, disse, avanti, non vuoi provare questa bella ragazza?
Tirandole uno schiaffo sulle chiappe.
Certo che voglio, sorrisi.
Diedi una leccatina veloce alla migliore amica di mia moglie, e infine entrai dentro di lei.
Aveva una gran bella figa, calda e stretta come piacevano a me.
La presi per i fianchi e iniziai a scoparmela con lentezza, baciando mia moglie che si divideva tra la mia lingua e la lingua di Silvia.
Devo ammettere che sembravamo funzionare abbastanza bene in tre.
Forse il passo successivo sarebbe stato un matrimonio tutti assieme.
Impazzivo di piacere solamente all’idea di vivere una vita come quell’ogni giorno.
Mi daresti un po’ di cazzo, adesso?
Domandò mia moglie.
Certo, piccola.
Uscii da Silvia e, dopo aver disteso mia moglie per terra, la penetrai.
Per un attimo mi domandai cosa avrebbe fatto Silvia nel frattempo ma ogni mio quesito ebbe soluzione solamente un attimo dopo.
La bella amica si pose sulla faccia della mia consorte, schiaffandole sulle labbra la sua figa bagnata.
Stavo scopando la donna della mia vita, impegnata a leccare una fica.
Ero l’uomo più fortunato della galassia.
Iniziai a darci di violenza, spingendo sempre più forte, come se stessi combattendo una guerra contro l’esercito del piacere.
Quando sentii l’orgasmo assalirmi, uscii dalla figa di mia moglie e sborrai sulla schiena di Silvia.
Sembrò apprezzare molto quel gesto.
Non so spiegare molto bene a parole quello che provai nel guardare i miei fluidi scivolare lungo quella schiena sexy.
Ma certamente mi sentii il re del mondo.
Questo è il miglior regalo di sempre, piccola.
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donaruz · 1 year
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13 LUGLIO 1954 moriva FRIDA KAHLO
Un corpo fragile e uno spirito indomito.
Una vita difficile, quella di Frida Kahlo, segnata dalla lunga malattia e da grandi passioni, vissute senza remore, incondizionatamente con tutta sé stessa, abbandonano al cuore la razionalità.
La passione per l’arte, quella per il suo Messico e l’amore tormentato per Diego Rivera, il compagno di una vita.
Quella di Frida è stata una vita breve ma ricchissima perché vivere col cuore non significa limitarsi a contare i giorni, i mesi o gli anni, ma significa contare le emozioni, perché la vita non è mera sopravvivenza. E non è vero che chi vive più a lungo vive di più.
Frida Kahlo è stata un’artista coraggiosa, capace di trasformare la sofferenza in ispirazione, le sconfitte in capolavori, plasmando opere che sono un urlo orgoglioso e potente alla sfida del vivere.
LA VITA E LE OPERE DI FRIDA KAHLO:
RIASSUNTO IN DUE MINUTI (DI ARTE)
1. Frida Kahlo (Coyoacán 1907 – 1954) è considerata una delle più importanti pittrici messicane. Molti la annoverano tra gli artisti legati al movimento surrealista, ma lei non confermerà mai l’adesione a tale corrente.
Fin da bambina dimostra di avere un carattere forte, passionale, unito ad un talento e a delle capacità fuori dalla norma. Purtroppo la sua forza di carattere compensa un fisico debole: è infatti affetta da spina bifida, che i genitori e le persone intorno a lei scambiano per poliomielite, non riuscendola così a curare nel modo adeguato.
2. La prova più dura per Frida arriva però nel 1925. Un giorno, mentre torna da scuola in autobus viene coinvolta in un terribile incidente che le causa la frattura multipla della spina dorsale, di parecchie vertebre e del bacino. Rischia di morire e si salva solo sottoponendosi a 32 interventi chirurgici che la costringono a letto per mesi.
Ha solo 18 anni e le ferite al fisico la faranno soffrire per tutta la vita, compromettendo irrimediabilmente la sua mobilità.
3. Durante i mesi a letto immobilizzata da busti di metallo e gessi, i genitori le regalano colori e pennelli per aiutarla a passare le lunghe giornate. Questo regalo darà avvio ad una sfolgorante carriera artistica.
La prima opera di Frida è un autoritratto (a cui ne seguiranno molti altri) che dona ad un ragazzo di cui è innamorata.
4. I genitori incoraggiano sin da subito questa passione per l’arte, tanto da istallare uno specchio sul soffitto della camera di Frida, così che possa ritrarsi nei lunghi pomeriggi solitari. È questo il motivo dei numerosi autoritratti dell’artista. Lei stessa dirà: “Dipingo autoritratti perché sono spesso sola, perché sono la persona che conosco meglio”.
5. Frida Kahlo nel 1928, a 21 anni, si iscrive al partito comunista messicano, diventando una convinta attivista. È in quell’anno che conosce Diego Rivera, il pittore più famoso del Messico rivoluzionario. Lo aveva incontrato per la prima volta quando aveva solo quindici anni (e lui trentasei), sotto i ponteggi della scuola nazionale preparatoria, mentre Diego stava dipingendo un murale per l’auditorium della scuola.
6. Nel 1929 sposa Diego, nonostante lui abbia 21 anni più di lei e sia già al terzo matrimonio. Inoltre Diego ha fama di “donnaiolo” e marito infedele. Il loro sarà un rapporto fatto di arte, tradimenti, passione e pistole. Lei stessa dirà: “Ho subito due gravi incidenti nella mia vita… il primo è stato quando un tram mi ha travolto e il secondo è stato Diego Rivera.”
7. Frida Kahlo ha avuto molti amanti (uomini e donne), tra cui il rivoluzionario russo Lev Trotsky e il poeta André Breton, ma non riuscì mai ad avere figli, a causa del suo fisico compromesso dall’incidente. Quando rimase incinta del primo figlio, Frida fece di tutto per portare avanti la gravidanza. Si dovette arrendere solo quando i medici la costrinsero ad abortire per evitare che perdessero la vita sia lei che il bambino.
8. Frida Kahlo e Diego potevano considerarsi una “coppia aperta”, più per le infedeltà di Diego che per scelta di Frida, che soffrì molto per i tradimenti del marito che ebbe persino una relazione con la sorella minore di Frida, Cristina.
Vista l’impossibilità di fare affidamento sulla fedeltà di Diego, i due decisero di vivere in case separate, unite tra loro da un piccolo ponte, in modo che ognuno di loro potesse avere il proprio spazio “artistico”.
9. Le opere di Frida kahlo sono spesso state accostate al movimento Surrealista, ma Frida ha sempre rifiutato tale vicinanza sostenendo: “Ho sempre dipinto la mia realtà, non i miei sogni”.
10. L’album dei Coldplay Viva la vida or Death and All His Friends (2008) si ispira ad una celebre frase che la Kahlo scrisse sul suo ultimo quadro, otto giorni prima della sua morte a soli 47 anni per cause ancora non del tutto certe.
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principessa-6 · 2 years
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Amarsi per sempre!!!
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Il maschio del pinguino dagli Occhi Gialli torna ogni estate nel luogo dove è nato, per conoscere una compagna di vita. Dedica molto tempo a raccogliere sassolini colorati per poi scegliere, quando si sente pronto, il sassolino migliore da portare in regalo alla femmina dalla quale è attratto, porgendoglielo ai piedini. A quel punto la femmina può accettare o rifiutare la sua "proposta di matrimonio". Se accetta, il sassolino colorato è come la fede nuziale. Rappresenta simbolicamente la prima pietra del nido nel quale abiteranno per sempre, perché i pinguini sono animali monogami ed abitudinari. Ciò vuol dire che vivranno con lo stesso partner per tutta la vita. Il pinguino è fedele ed è anche un molto geloso della sua compagna. Per ultimo, i pinguini sono ottimi genitori, molto premurosi con i loro piccoli.
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point-of-break · 2 years
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Io non sono mai stato a un matrimonio, e non so bene come funzioni. Ma è lecito aspettarsi che gli invitati spendano qualche centinaio di euro tra logistica per raggiungere il luogo, dormire, spostarsi là, eventuale addio al celibato precedente, ecc. ? Questo senza contare il regalo eh
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ci0k · 2 months
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Dire sti cazzi solo perché non ti interessa delle persone realmente, ma solo delle cose che interessano a te è grande segno di immaturità e insensibilità
Le mie parole saranno anche il nulla, ma se tu sei così allora nella vita prenderai tanti calci in culo
Rispondi pure in modo sarcastico, tanto giusto quello sai fare, prova a fare un esame di coscienza ogni tanto
non mi pare di avergli fatto una serenata sotto casa o avergli sabotato un matrimonio, gli ho solo fatto un regalo, tralaltro pure a distanza. Parlami senza anonimo che magari abbiamo anche altro da dirci visto che questo mio gesto ti ha scombussolato così tanto. Sta serena che Gabriele non torna da me per un semplice regalo. Non ci sentiamo e non ci vediamo. Non per questo smetto di volergli bene. Fattene una cazzo di ragione.
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