#alienarmy
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johntype · 8 days ago
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⚡️ Freestyle cuts with 3x Italian Scratch Champ DJ 5L at his spot in Ferrara!
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viaggiatori-erranti · 6 months ago
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Cara Connie,
volevo fare l'uomo forte e non scriverti subito, ma a che servirebbe? Sarebbe soltanto una posa.
Ti ho mai detto che da ragazzo ho avuta la superstizione delle "buone azioni"?
Quando dovevo correre un pericolo, sostenere un esame, per esempio, stavo attento in quei giorni a non essere cattivo, a non offendere nessuno, a non alzare la voce, a non fare brutti pensieri.
Tutto questo per non alienarmi il destino.
Ebbene, mi succede che in questi giorni ridivento ragazzo e corro davvero un gran pericolo, sostenendo un esame terribile, perché mi accordo che non oso esser cattivo, offendere gli altri pensare pensieri vili. Il pensiero di te e un ricordo o un'idea indegni, brutti, non s'accordano. Ti amo.
Cara Connie, di questa parola so tutto il peso - l'orrore e la meraviglia - eppure te la dico, quasi con tranquillità. L'ho usata così poco nella mia vita, e così male, che è come nuova per me.
L...] Amore, il pensiero che quando leggerai questa lettera sarai già a Roma - finito tutto il disagio e la confusione del viaggio -, che vedrai nello specchio il tuo sorriso e riprenderai le tue abitudini, e dormirai da brava, mi commuove come tu fossi mia sorella. Ma tu non sei mia sorella, sei una cosa più dolce e più terribile, e a pensarci mi tremano i polsi.
Cesare Pavese
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unacaoticaillusione · 8 months ago
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Mi sento soffocare. Tutte queste voci mi confondono. Non ho tempo per me, per ragionare, per pensare alla mia vita. Ho bisogno di spazi, forse troppo grandi, forse irraggiungibili. Devo alienarmi. Estraniandomi dal mondo intero. Che sia un momento, che sia un'ora, che sia un mese intero ne ho bisogno per stare meglio con me stesso.
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solidwaterworld · 1 year ago
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Cara Connie,
volevo fare l’uomo forte e non scriverti subito, ma a che servirebbe? Sarebbe soltanto una posa. Ti ho mai detto che da ragazzo ho avuta la superstizione delle “buone azioni”? Quando dovevo correre un pericolo, sostenere un esame, per esempio, stavo attento in quei giorni a non essere cattivo, a non offendere nessuno, a non alzare la voce, a non fare brutti pensieri. Tutto questo per non alienarmi il destino. Ebbene, mi succede che in questi giorni ridivento ragazzo e corro davvero un gran pericolo, sostengo un esame terribile, perché mi accorgo che non oso esser cattivo, offendere gli altri pensare pensieri vili. Il pensiero di te e un ricordo o un’idea indegni, brutti, non s’accordano.
Ti amo.
Cara Connie, di questa parola so tutto il peso – l’orrore e la meraviglia – eppure te la dico, quasi con tranquillità. L’ho usata così poco nella mia vita, e così male, che è come nuova per me. Amore, il pensiero che quando leggerai questa lettera sarai già a Roma – finito tutto il disagio e la confusione del viaggio -, che vedrai nello specchio il tuo sorriso e riprenderai le tue abitudini, e dormirai da brava, mi commuove come tu fossi mia sorella. Ma tu non sei mia sorella, sei una cosa più dolce e più terribile, e a pensarci mi tremano i polsi.
Cesare Pavese, 17 Marzo 1950
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nineteeneighty4 · 1 month ago
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Sono su un pullman diretto non so dove , mentre fuori i guidatori delle auto continuano a bussare imperterriti e irritati da tutti i tentativi di manovra effettuati per svoltare in un vicolo e proseguire la corsa. Il conducente: mia zia, se ne sta immobile al suo posto ,lontana abbastanza da sembrare eclissarsi a tratti. Il corridoio è lunghissimo, profondo come quello di un treno , e non ci sono passeggeri a bordo eccetto me. Infastidita dal rumore dei clacson , dalla fretta generale e dall’ansia del momento decido di proseguire a piedi e così pochi secondi dopo sono già in strada immersa in un’atmosfera tutt’altro che moderna , stile anni Ottanta. I passanti ascoltano musica con il walkman , e si muovono in maglioni oversize; donne dall’aria stanca sfoggiano rossetti i cui colori vividi e gli accessori vistosi ricordano un quadro pop , mentre le vetrine dei negozi mostrano manichini in posa plastica con giacche scolorite e occhiali da sole. Ovunque lampeggiano scritte al neon e dai bar esplode musica ad alto volume. Sembra di vivere dentro una pubblicità perenne . Attraverso in fretta un quartiere degradato e chiedo informazioni sulla mia amica A che abita nei pressi di una traversa buia e dimenticata. Dopo aver citofonato mi apre e invita a salire sopra ,nel suo appartamento simile a un centro sociale , per le scritte ,le bandiere e i motti visibili dappertutto: lungo tutte le pareti. Al centro di un’ampia stanza che dà su un’altra c’è un letto a una piazza e mezza con un lenzuolo blu. Dietro questo una libreria a parete contenente opere non più in ristampa , e libri antichi ereditati dai genitori. A sta fumando , come al solito , e mi invita a fare altrettanto come se fossi a casa mia. Sulla destra c’è la cucina : bianca , non molto spaziosa dove è indaffarata a preparare un sandwich con prosciutto e formaggio. Mi incita di nuovo a fare un tiro , e stavolta desisto dal rifiutare. Noto subito un sapore diverso , come se normalmente fossi abituata a tutt’altro. Mentre me ne accorgo,lei continua a parlarmi dei ragazzi del collettivo , dell’inquilino di sopra che detesta il suo gatto nero : Hattori, un micio schivo che ha trovato per strada due anni prima e che ,di tanto in tanto, ha il vizio di sgattaiolare ,scavare nei vasi altrui e addormentarsi stremato in qualche pianta. Non passa molto tempo e ci ritroviamo a discorrere del fumo , nuovamente. Vorrei giocare a fare i cerchi nell’aria ma mi risulta impossibile. A mi spiega allora che non si può perchè la qualità è differente e presto ,aggiunge, le darò ragione. Trascorriamo mezz’ora così : io sdraiata sul letto a sfogliare le poesie di Majakovskij , lei seduta su una sedia accanto ,irritata perché M -il tizio con cui sta- non risponde ai suoi messaggi da almeno tre ore. Mentre sto lì penso all’Islanda e al fatto che presto o tardi prenderò uno zaino e sparirò sulla Diamond Beach. Nel silenzio. A si accorge che sono altrove e mi domanda cosa sto immaginando. Le rispondo facendo spallucce, e rimetto a posto il libro. Poi ,all’improvviso, cala la notte. Ho gli occhi aperti ma non vedo nulla ;li tasto con i polpastrelli stando attenta a non inciampare e vengo assalita da un attacco di panico. La sensazione è terribile , irrimediabile. So di avere le palpebre aperte ma ho perso la vista , ciò che scorgo è soltanto il nero più profondo. A mi chiama dal terrazzo presso cui si è diretta per cercare un’antenna funzionante. Vorrei raggiungerla ma non so come fare ; le spiego quel che sta accadendo e la sento ridere; mi rassicura : è tutto normale , devo stare calma , tranquilla. Sono gli effetti della nuova droga, potente come un razzo , capace di spedirmi in un’altra dimensione, di alienarmi dal contesto. Poco dopo sono ancora lì a dimenarmi , tastare le ciglia , decisa a non inciampare in nulla ,a muovermi goffamente per alzarmi ed avanzare passi. Detesto la sensazione che sto vivendo. È un incubo e glielo dico ma lei ormai non mi ascolta più, è in viaggio come me e prova ad abbracciarmi nell’euforia. > part 2 tra i commenti ⬇️
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precisazioni · 9 months ago
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la prossima settimana suono in webradio, a ottobre in una festa privata e, in un qualche momento non ancora definito, dovrei suonare anche per un'altra radio. ho trascorso le ultime settimane ad alienarmi per dodici, quattordici ore al giorno, cercando dischi, selezionando brani e provando i passaggi; a volte dimenticavo di bere e quindi buttavo giù tre o quattro bicchieri d'acqua in un colpo solo. mio padre è sembrato spento e poco reattivo; ho temuto per una qualche forma di demenza ma è più probabile stia 'solo' sottovalutando il suo diabete. da due giorni ho l'influenza: non sono uscito e non mi spiego il contagio. stanotte ho dormito poco e niente; stamattina mi alzavo e sentivo aritmia cardiaca, poi migliorata e adesso, anche se il battito è regolare, sono di nuovo a letto. ho la febbre a 39 e non avevo un mal di testa così potente da decenni. almeno ho preparato tutti e tre i set
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loveisjustawaytodieblog · 2 years ago
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Cara Connie,
volevo fare l’uomo forte e non scriverti subito, ma a che servirebbe? Sarebbe soltanto una posa. Ti ho mai detto che da ragazzo ho avuta la superstizione delle “buone azioni”? Quando dovevo correre un pericolo, sostenere un esame, per esempio, stavo attento in quei giorni a non essere cattivo, a non offendere nessuno, a non alzare la voce, a non fare brutti pensieri. Tutto questo per non alienarmi il destino. Ebbene, mi succede che in questi giorni ridivento ragazzo e corro davvero un gran pericolo, sostendo un esame terribile, perché mi accordo che non oso esser cattivo, offendere gli altri pensare pensieri vili. Il pensiero di te e un ricordo o un’idea indegni, brutti, non s’accordano. Ti amo.
Cara Connie, di questa parola so tutto il peso – l’orrore e la meraviglia – eppure te la dico, quasi con tranquillità. L’ho usata così poco nella mia vita, e così male, che è come nuova per me.
Amore, il pensiero che quando leggerai questa lettera sarai già a Roma – finito tutto il disagio e la confusione del viaggio -, che vedrai nello specchio il tuo sorriso e riprenderai le tue abitudini, e dormirai da brava, mi commuove come tu fossi mia sorella. Ma tu non sei mia sorella, sei una cosa più dolce e più terribile, e a pensarci mi tremano i polsi.
Cesare Pavese - 17 Marzo 1950
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libero-de-mente · 1 year ago
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Era una sera d'estate. Faceva caldo e il sole ritardava a tramontare del tutto. Scesi in strada per portare, a fare i suoi bisogni, un'allora giovanissima Minù. Era una sera d'estate in cui camminando stavo pensando a cosa ne sarebbe stato di me. Carico di preoccupazioni e pensieri.
Fu durante quel mio alienarmi dalla realtà, immerso nelle mie riflessioni, che venni riportato nel mondo reale da una voce.
Ero sul marciapiede e un'automobile con a bordo una coppia si accostò a me: - Mi scusi - mi disse la donna seduta dal lato passeggero - Mi scusi, saprebbe dirmi dov'è la Via Roma?
Immediatamente il mio pensiero andò a tutte quelle persone che nella vita mi avevano chiesto informazioni stradali. Mi sono da sempre chiesto che fine abbiano fatto. Finite in una terra di mezzo che sta tra la provincia di Bergamo e l'Islanda. Scomparsi.
Ero nel panico, mi sentivo carico di responsabilità.
- Mi scusi, lei sa dov'è la Via Roma? - incalzò nuovamente la donna, riportandomi di nuovo alla realtà.
- S-sì, sì l'ho sentita ancora questa via, ma adesso mi sfugge dove sia...
- Non è del posto lei?
- Eeeh... - volevo dire di no che ero forestiero, ma sarei stato un grande bugiardo. Da quando sono nato ho sempre vissuto in quella zona - Guardi è una via che ho sentito - risposi con voce flebile mentre mi gratto la testa - Ma ora non mi ricordo... forse è un po' più in giù - indicando in maniera poco convinta con il braccio teso e l'indice ondivago.
- Va bene - mi rispose garbatamente lei - La ringrazio lo stesso.
L'automobile ripartì con quella velocità classica di chi, dal suo abitacolo, cerca di leggere i cartelli delle vie urbane.
Proseguii il cammino con Minù, volevo riprendere i miei crucci. I pensieri tediosi. Ma un tarlo girava nel mio cervello "Via Roma" continuavo a ripetermi. In realtà il nome di quella via del mio paese non mi era affatto nuova. Anzi, ero abbastanza sicuro una qualche relazione con la mia vita quella via l'avesse.
Camminavo con Minù al guinzaglio e il capo chino per quel tarlo.
"Via Roma".
Un lampo passò nei miei occhi, ne sono sicuro perché lo sentii chiaramente.
Alzai la testa. Avevo voglia di urlare eureka. Ma non lo feci.
Anzi, quando rividi quell'automobile transitare dall'altro senso di marcia alzai la mano per attirare l'attenzione.
L'auto si fermò e questa volta fu l'uomo alla guida che mi chiese: - Si è ricordato dev'è la Via Roma?
- Si, certo! Ora me lo sono ricordato - risposi fiero di me stesso.
- Bene - mi disse sorridendo - Allora dove si trova?
- È questa! - risposi con tono solenne.
- Come questa...
Credo che a quel punto il tizio cominciasse a nutrire qualche dubbio sulla mia affidabilità, infatti poi aggiunse - Ma ne è sicuro?
- Certamente - ribattei con tono solenne - Vede quella casa lì? Ecco è casa mia, il mio indirizzo è Via Roma. Quindi questa è Via Roma.
Mi ricordo, mentre l'automezzo si allontanava, il suono delle risate di pancia della tipa in auto.
Fu ascoltandole che divenni rosso e compresi che avevo appena fatto una figura barbina.
Ma del resto questo è anche il mio mondo, l'universo di un neurodivergente.
Che può perdersi in un bicchiere d'acqua, ma sa anche trovare soluzioni per sopravvivere in un oceano di neurotipici competitivi. In un mondo, quello attuale, dove si usano i navigatori e non ci si ferma più a chiedere dove si trova una via, una piazza o un vicolo.
Che era un modo anche per conoscere le voci delle persone e la loro gentilezza.
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volumesilenzioso · 2 years ago
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ho riaperto tinder, un po’ per ammazzare la noia, un po’ per non ammazzarmi e passare un po’ di tempo sfogliando il mio catalogo preferito senza la benché minima intenzione di interagire con qualcuno dato che, come ho onestamente scritto in bio, sono una testa di cazzo. l’obiettivo di tutto ciò era quello di distrarmi un attimo, alienarmi dai miei pensieri, ma mi sono ritrovata a piangere tra uno skip e l’altro, quindi direi che non ha funzionato. oggi mi sento uno schifo più del solito e non ho nessuno a cui dirlo, che poi, conoscendomi, anche se avessi qualcuno con cui parlare, probabilmente sceglierei di non farlo perché tanto nessuno ascolta, nessuno capisce e a nessuno importa, come forse è giusto che sia
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princessofmistake · 1 year ago
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Lettera di Pavese destinata alla sua ultima amata, Constance Dowling. La lettera è datata 17 marzo 1950:
Cara Connie, volevo fare l’uomo forte e non scriverti subito, ma a che servirebbe? Sarebbe soltanto una posa. Ti ho mai detto che da ragazzo ho avuta la superstizione delle “buone azioni”? Quando dovevo correre un pericolo, sostenere un esame, per esempio, stavo attento in quei giorni a non essere cattivo, a non offendere nessuno, a non alzare la voce, a non fare brutti pensieri. Tutto questo per non alienarmi il destino. Ebbene, mi succede che in questi giorni ridivento ragazzo e corro davvero un gran pericolo, sostenendo un esame terribile, perché mi accordo che non oso esser cattivo, offendere gli altri pensare pensieri vili. Il pensiero di te e un ricordo o un’idea indegni, brutti, non s’accordano. Ti amo. Cara Connie, di questa parola so tutto il peso – l’orrore e la meraviglia – eppure te la dico, quasi con tranquillità. L’ho usata così poco nella mia vita, e così male, che è come nuova per me. Amore, il pensiero che quando leggerai questa lettera sarai già a Roma – finito tutto il disagio e la confusione del viaggio -, che vedrai nello specchio il tuo sorriso e riprenderai le tue abitudini, e dormirai da brava, mi commuove come tu fossi mia sorella. Ma tu non sei mia sorella, sei una cosa più dolce e più terribile, e a pensarci mi tremano i polsi.
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francesco-blog-di · 2 years ago
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Vorrei giocare Baldur’s Gate 3 ma ho seriamente paura di alienarmi dal resto del mondo (lavoro incluso).
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17marzo1950 · 21 days ago
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Cara Connie,
volevo fare l'uomo forte e non scriverti subito, ma a che servirebbe? Sarebbe soltanto una posa.
Ti ho mai detto che da ragazzo ho avuta la superstizione delle "buone azioni"?
Quando dovevo correre un pericolo, sostenere un esame, per esempio, stavo attento in quei giorni a non essere cattivo, a non offendere nessuno, a non alzare la voce, a non fare brutti pensieri.
Tutto questo per non alienarmi il destino.
Ebbene, mi succede che in questi giorni ridivento ragazzo e corro davvero un gran pericolo, sostenendo un esame terribile, perché mi accordo che non oso esser cattivo, offendere gli altri pensare pensieri vili. Il pensiero di te e un ricordo o un'idea indegni, brutti, non s'accordano. Ti amo.
Cara Connie, di questa parola so tutto il peso - l'orrore e la meraviglia - eppure te la dico, quasi con tranquillità. L'ho usata così poco nella mia vita, e così male, che è come nuova per me.
(...) Amore, il pensiero che quando leggerai questa lettera sarai già a Roma - finito tutto il disagio e la confusione del viaggio -, che vedrai nello specchio il tuo sorriso e riprenderai le tue abitudini, e dormirai da brava, mi commuove come tu fossi mia sorella. Ma tu non sei mia sorella, sei una cosa più dolce e più terribile, e a pensarci mi tremano i polsi.
Cesare Pavese, 17 Marzo 1950
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ink-on-paper · 2 months ago
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Mi dispiace
Siedo a questo tavolo e non riesco a far uscire le parole, si incastrano tra loro. Perché liberarle vorrebbe dire guardarle in faccia e questo non posso permettermelo.
Mi sento affogare tra quel che devo e voglio fare. Cosí reprimo il rimpianto fino a diventare di cera. Tutto è grigio e intorpidito, perché se risvegliassi ció che é celato non riuscirei a concentrarmi sul recidere le catene. L'inerzia dell'animo è sovrana delle mie giornate.
Io devo, trascinato dagli eventi che devo sostenere. Delusione eguale a reclusione, l'implicito messaggio é scolpito nella mia memoria. E intanto resto indietro.
Tutto deve essere neutro, alienarmi da me stesso perché fa male. Ciò che fa piú male è allontanarmi da te. Vedo chi è riuscito con molto meno sforzo e lo invidio, perché non é il mio talento.
Vorrei poter stare con te per ore, da soli, girare per la città notturna o lasciare che il silenzio riempi la stanza. I nostri momenti sono quelli che danzano davanti ai miei occhi quando i pensieri sono lasciati liberi di viaggiare. Ma sono incatenato a regole.
~Ecar
~Romrir
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ilterzouomo · 3 months ago
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e comunque qualunque sito di informazioni io apra
voglio solo piangere e alienarmi
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cottoncino · 4 months ago
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ora il femminismo ha preso piede, ora non c'è nulla da fare. si parlava di olly che ha vinto sanremo, si passa a "se fosse stata una donna, vedi che allora le donne sempre in basso.. mai giustificate.." ma cazzo han portato tutti canzoni del cazzo, e stavamo comunque parlando di olly cosa c'entrano le donne adesso, perchè il politicamente corretto ti spinge a parlare di donne, donne meravigliose, donne geni, donne tutto, che per carità alcune donne son state storicamente geniali, ma mi spieghi che cazzo ci piglia con olly e sanremo e che cazzo? mi spieghi che diamine ci piglia che in ogni discorso mi devi parlare di femminismo quasi ti puntassero una fiocina se non lo fai? non è che se parli sempre di donne esse acquistano valore e potere, non è che se le cicci in ogni discorso acquistano importanza e riconoscimento, ma certe persone mi fanno uscire il diavolo che c'è in me in certe situazioni e poi mi tocca alienarmi dal mondo, dio
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permalosino · 2 years ago
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Quando finirò di sfondarmi di canne e comincerò ad affrontare la vita senza alienarmi?
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