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#elaborazione del passato
divulgatoriseriali · 1 year
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Lettera a sè stessi: un viaggio di riconciliazione con la vita attraverso la scrittura terapeutica
La lettera a se stessi rappresenta un potente strumento di scrittura terapeutica che soddisfa il desiderio di far sentire la propria voce. Attraverso la parola scritta, si condivide esperienze, sensazioni e sentimenti, cercando consolazione, risarcimento e cura. Continue reading Untitled
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susieporta · 2 months
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Le Coppie si dividono perché manca l’Amore.
E l’Amore non è Bisogno.
E’ piena condivisione dell’Unità interiore.
Non siamo stati amati. Perciò non sappiamo amare. E incolpiamo l’Altro di non riuscire a colmare i nostri vuoti. Di rompere il patto di “compensanzione” reciproca.
Le donne cercano disperatamente la protezione di un padre, gli uomini il grembo di una madre.
E quando questa illusione si scontra con la realtà, con la vertiginosa mancanza di adultità emozionale, il teatrino crolla. E ci si ritrova puntualmente soli, traditi, arrabbiati, delusi e reciprocamente asserragliati nelle ragioni e nei torti.
Chiediamo all’Altro di riparare il nostro bambino interiore, piangente e ferito. Chiediamo a chi ci sta accanto di frapporsi tra noi e il nostro Vuoto.
Non siamo in grado di "accontentarci" di un compagno o di una compagna. Pretendiamo un “risarcimento danni”.
Il Femminile si sente ricattato dall’immaturità del Maschile, che spesso diviene prepotente e capriccioso, e il Maschile si sente allontanato dal Femminile, svalorizzato e rifiutato, messo in secondo piano rispetto ai figli, perpetrando il circolo vizioso delle Ferite abbandoniche.
I figli si sentono colpevoli, non voluti, di peso, maturando essi stessi ferite insanabili d’amor perduto.
Un “gioco al massacro”. Tutti si guardano indietro per tentare di recuperare i “pezzi perduti”. Nessuno si spinge in avanti, nessuno si accorge di distruggere con la propria immaturità la generazione successiva. In un ciclo senza fine di Disamore e Mancanza.
E’ per questo che le Coppie Sacre sono rare. Rarissime. Poche centinaia al momento. Poiché rari sono coloro che hanno guarito e risolto con sufficiente amorevolezza la propria Ferita incarnazionale dell'Origine.
Le guerre, i lutti irrisolti, le perdite economiche, i massacri, le violenze, i ricatti emotivi, sono frutto di questa reiterata e folle mancanza di maturità emozionale e spirituale.
Siamo poveri e miseri. O perlomeno è questo quello che ci hanno fatto credere.
Ma tutto può cambiare.
Siamo immersi in un Tempo unico e prezioso di destrutturazione e di crescita, di responsabilità, di conoscenza approfondita dei nostri schemi irrisolti, delle nostre credenze illusorie sull’Amore.
“Amare se stessi” non è un “mito”. Prendersi cura delle proprie emozioni non è uno “slogan pubblicitario”e non è la “moda del momento”. L’autonomia emotiva e la cura di se stessi sono l’unica medicina efficace per questa società malata, asservita e completamente allo sbando.
Si riparte da Noi.
Solo da Noi.
Da quanto siamo disposti a metterci in gioco nel processo di Guarigione.
Da quanto siamo in grado di entrare nelle nostre oscure cantine impolverate e costellate di scheletri del Passato.
Non possiamo passare da una Relazione all’altra a caccia di "madri e padri surrogati".
Queste storie inizialmente così idilliache e perfette, anestetizzano per un po’ la Ferita, nascondono la Verità di chi siamo veramente per un tempo limitato, ma l’innamoramento finisce in fretta. E la doccia fredda della Realtà non tarda a sopraggiungere. Il Principe si trasforma in un ranocchio e la Principessa nella matrigna senza scrupoli.
Questo è il momento di affrontare. Di maturare. Di risollevarci dal Buio della nostra Incoscienza.
Non è tardi. Non lo è mai stato. Per nessuno.
Ma ci vuole tanta volontà, tanto investimento, tanta ricerca e ascolto interiore.
Siamo chiamati ad investire tutto ciò che abbiamo sul nostro potenziale emotivo, sulla nostra generatività, sul nostro ampio ventaglio di Doni e Talenti.
Non è sufficiente "comprendere".
Non sarà l’intelligenza o qualsiasi altra capacità di elaborazione mentale a guarire le fratture del nostro Campo Energetico.
Qui entra in gioco il “Cuore”.
Qui si entra nel "Dolore più profondo e oscuro". Quello che sbatte i piedi di fronte all’ingiustizia di non essere stato amato, visto, rispettato e accolto veramente. Quello che ci toglie il respiro e il sonno. Quello che condanna l’Altro per non essere mai all’altezza del nostro vuoto d’Amore. Quello che pretende un “risarcimento genitoriale”. Quello che vede nella Relazione il “nemico affettivo” da punire, da sconfiggere o da sfruttare. Quello che trema nello specchiarsi davanti a se stesso e alla propria fragilità emozionale.
Nell’Odio c’è Amore negato.
Nella Violenza c’è disperata Mancanza Affettiva.
Nel Dolore c’è il Vuoto di Senso.
Ma nella Guarigione Interiore c’è Vita.
Quella Vita che meritiamo di riconquistare.
Quella Vita che per intere generazioni si è persa, smarrita, dimenticata di Se stessa.
Lo sappiamo oramai: nessuno salverà nessuno.
Ma tutti possiamo salvare noi stessi.
Ed è solo accogliendo e ricomponendo i nostri Cuori spezzati che scopriremo quanto sia meraviglioso sperimentare l’Adultità nelle Relazioni. Quel senso di piena Libertà e Autonomia di esistere, di manifestare, di condividere, di accrescere l'abbondanza reciproca.
L’Amore non pone sul piedistallo l’Altro, non lo distorce, non lo obbliga a stare dentro ad un ruolo che non gli compete. Non sana le Ferite. Non è lì per surrogare una mancanza. Non è Padre e non è Madre.
C’è stato un tempo per l’Infanzia ed uno per l’Adolescenza. Un tempo per essere amati e uno per la ribellione. Un tempo che se anche non ha “funzionato”, non è più recuperabile.
Ma possiamo crearne uno nuovo. Reale e consapevole. Senza toglierci più nulla, senza elemosinare o pretendere “favole a lieto fine”. Un tempo reale, concreto. Rispettoso di noi stessi. E dell’Altro.
Un Tempo dove diventa umiliante e dissacrante continuare a palleggiarsi le Ferite.
Un Tempo di Padri e Madri consapevoli e integri, amorevoli e coraggiosi.
Chi davvero ambisce alla pienezza di Vita e di Amore, raccolga il proprio “zaino” da terra, lo liberi dalle aspettative, dai rimpianti, dalle illusioni, dai drammi irrisolti. Si rivesta della Forza, della Compassione e della Verità e segua la potente Onda della Grande Trasformazione.
Abbandoni le recriminazioni, le scuse, le egoiche pretese di approvazione e riconoscimento e impugni la Spada.
Si affidi totalmente all’Anima e si prepari a riconquistare la propria integrità, la propria indipendenza, la Terra e l’eredità degli Avi. Si abbandoni con Fede e Fiducia alle Fiamme del proprio Fuoco Interiore.
Siamo qui per la Vita, e la Vita è qui per noi.
Con infinito affetto, Mirtilla Esmeralda.
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pollicinor · 1 year
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Tra i temi più comuni troviamo l'infestazione, come ad esempio sognare di avere la casa invasa da insetti o roditori, capace di rappresentare una paura simbolica legata a malattie o insicurezze. Poi ci sono gli incubi legati alla presenza del male, come sospettare che ci sia un demone o un fantasma nelle vicinanze, spesso associati a disturbi del sonno come la paralisi del sonno. Altri temi includono catastrofi come incendi o inondazioni; un segno di preoccupazione per il futuro o di elaborazione di un trauma passato. Il tema più comune di tutti è quello della fallibilità e dell'impotenza, che appare nel 18% dei casi. Questi sogni possono variare dal fallimento nel raggiungere un obiettivo, all'essere in ritardo, persi, incapaci di parlare, o di aver perso o dimenticato qualcosa di importante.
Dall'articolo "Sono questi gli incubi più comuni al mondo, secondo la scienza" di Salvo Privitera
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seoul-italybts · 6 months
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[✎ TESTO ♫ ITA] Hope on the Street Vol.1 - J-Hope⠸ ❛ NEURON ❜⠸ 29.03.2024
[✎ TESTO ♫ ITA] 
J-HOPE 📀 Hope On The Street Vol.1
 🌟🕺 ❛ NEURON (with Gaeko & Yoon Mirae ❜ 💃💫
~ NEURONE ~
__ 29. 03. 24 | Twitter __
SCRITTA DA: j-hope, Gaeko, Pdogg, Yoon Mirae
PRODOTTA DA: Pdogg
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* Il titolo della canzone, "NEURON" è sì un rif. ai 'neuroni' – cellule specializzate nella ricezione, elaborazione e diffusione delle informazioni e stimoli ricevuti, attraverso segnali elettrici e chimici -, ma anche alla crew di ballo NEURON, di cui faceva parte j-hope prima di debuttare con i BTS, n.d.t.
Lasciate che ve lo ripeta
Non ci daremo mai e poi mai per vinti, per sempre
Lasciate che ve lo ripeta
Saremo eternamente vivi e in movimento
(il tuo/vostro movimento interiore ha radici profonde
non perderlo/perdetelo mai
perché è più prezioso di ogni altra cosa)
N-E-U-R-O-N, prestate attenzione¹ N-E-W-R-U-N, non è abbastanza Appello a tutti i miei neuroni In piedi, NEU In piedi, RON N-E-U-R-O-N, prestate attenzione N-E-W-R-U-N, non è abbastanza L'inizio di questa mia opportunità inestimabile Meglio NEW (*nuova) Meglio RUN (*corsa)
Neuron, una reazione ai miei pensieri Neuron, una reazione alla mia vita
New run, è di nuovo il mio momento
Uno stimolo per i miei nervi, come quando ero più giovane, mi lancio
Il mio corpo a stile libero, ancora freestyle
Il mio spirito è intramontabile, una cosa prima mai vista
Un albero ben radicato, come l'acqua sorgiva che fluisce in profondità
Perché questi neuroni sono le cellule che mi hanno risvegliato
Lasciate che ve lo ripeta Non ci daremo mai e poi mai per vinti, per sempre Lasciate che ve lo ripeta Saremo eternamente vivi e in movimento Lasciate che ve lo ripeta Non ci daremo mai e poi mai per vinti, per sempre Lasciate che ve lo ripeta Saremo eternamente vivi e in movimento
N-E-U-R-O-N, prestate attenzione N-E-W-R-U-N, non è abbastanza Appello a tutti i miei neuroni In piedi, NEU In piedi, RON N-E-U-R-O-N, prestate attenzione N-E-W-R-U-N, non è abbastanza L'inizio di questa mia opportunità inestimabile Meglio NEW Meglio RUN
La vita che ho vissuto mi si legge in viso
Mi guardo allo specchio e ciò che vedo non è niente male
Rilasso le spalle, per essere onesto
Ho dozzine di buone motivazioni
Al crocevia dove si incontrano i neuroni
Cerco con calma di comprendere il significato della vita, le ragioni
Quanto fulminea e distante sarà la traiettoria di lancio
Lunga o breve, dipenderà da ogni singola decisione
Mi sono liberato delle bombe [*dei pesi]
Ho passato la palla alla mia crew
Gioco a catch ball con mio figlio
Prendo la metro dalla periferia
Il metronomo ancora vicino al piano della mia infanzia
Tenere il tempo è diventato il mio lavoro ed i guadagni continuano a salire
Ma la mia vita è ancora precaria
L'ansia del futuro è sempre in agguato sotto-palco come uno spettro
Urlo, faccio casino e poi rientro
Per rilassarmi con un semplice pasto fatto in casa
Giusto per avere del rumore di fondo
Lasciate che ve lo ripeta Non ci daremo mai e poi mai per vinti, per sempre Lasciate che ve lo ripeta Saremo eternamente vivi e in movimento Lasciate che ve lo ripeta Non ci daremo mai e poi mai per vinti, per sempre Lasciate che ve lo ripeta Saremo eternamente vivi e in movimento
j-hope x Yoon Mirae, tutto un altro livello
Pace e amore sono le due parole che mi porto nel cuore
Solleva il tuo [segno] peace, due dita verso il cielo
Ma non aspettatevi un okei-doke [*okay], baby T ²è un angelo nero
Una piccola miss dal sorriso impetuoso (Oh no)
Ora j-hope le ha passato il beat drop
Ma guardatevi, lì che rodete, perché s'è presa la parte migliore
Sì, il flow lo puoi imparare
Ma l'ardore non può essere insegnato
Io ho passione per quest'arte
Adrenalina, non mi sono mai fermata
Musica e famiglia, son tutto ciò che conta
Mi danno la forza di continuare giorno dopo giorno
Musica e famiglia, le cose più importanti
La mia motivazioni nei giorni in qui detesto tutto quanto
Mi ricordano che Dio ha creato qualcosa di speciale
Guardatemi, io ce l'ho fatta
Lasciate che ve lo ripeta
Non ci daremo mai e poi mai per vinti, per sempre
Lasciate che ve lo ripeta
Saremo eternamente vivi e in movimento
Lasciate che ve lo ripeta
Non ci daremo mai e poi mai per vinti, per sempre
Lasciate che ve lo ripeta
Saremo eternamente vivi e in movimento
N-E-U-R-O-N, prestate attenzione
N-E-W-R-U-N, non è abbastanza
Appello a tutti i miei neuroni
In piedi, NEU
In piedi, RON
N-E-U-R-O-N, prestate attenzione
N-E-W-R-U-N, non è abbastanza
L'inizio di questa mia opportunità inestimabile
Meglio NEW
Meglio RUN
Lasciate che ve lo ripeta
Non ci daremo mai e poi mai per vinti, per sempre
Lasciate che ve lo ripeta
Saremo eternamente vivi e in movimento
Note:
¹gioco di parole con NEURON (neurone) e NEW RUN (nuova corsa/nuovo inizio/nuovo giro), la pronuncia è simile,
² Baby T: la T sta per Tasha (Natasha Shanta Reid), il nome americano di Yoon Mirae, n.d.t.
⠸ Ita : © Seoul_ItalyBTS⠸
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loveint-diario · 2 years
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Capitolo 23 – Conquistiamo futuro recuperando il passato
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IV.22
Nel cerchio di un anello
Alla ricerca di ricordi
affidati alla memoria
di chi c’era.
Assecondiamo
un movimento circolare,
percezione di una retta
un avanti che se continuo
fa ritorno.
Conquistiamo futuro
recuperando il passato,
architetti del presente
disegnatori specializzati
di memorie interne.
tratta da Canti Malinconici, una raccolta di mie poesie inedita.
Mi trovavo seduta sul lato passeggero, mia sorella stava guidando e scattai dal mio smartphone una foto del sole che stava tramontando su una curva di strada, nel traffico denso del Grande Raccordo Anulare. Qualche giorno dopo postai quella foto su Instagram con la poesia in epigrafe, era ottobre.
Dopo il rientro da Barcellona avevo ripreso a scrivere, a fotografare e avevo continuato a disegnare il mio diario grafico; il mio processo di elaborazione era finalmente iniziato. Sapevo di essere spiata quindi censuravo molto la mia scrittura, non toccavo direttamente il dolore, non lo fronteggiavo come avrei voluto fare e come avrei fatto, se avessi avuto la certezza di essere l’unica a leggere ciò che scrivevo, avevo trovato un modo di nascondermi tra parole e simboli mentre cercavo di maneggiare con cura il buio.
Partii per Roma, m’imbarcai su una nave che partiva da Palermo e dato che in navigazione internet non funziona, mi sentii libera di scrivere e quella notte in nave iniziai un racconto autobiografico che conclusi, qualche giorno dopo, durante la navigazione Civitavecchia - Barcellona.
Avevo da poco letto La scomparsa di George Perec. Il libro è scritto interamente senza mai, dico mai, utilizzare la lettera e; un gioco letterario in cui cela la più grande sparizione del suo libro.  Sentivo che qualcosa di me stava scomparendo, mi trovavo a Roma anche perché dovevo ritirare dalla segreteria universitaria i documenti che mi sarebbero serviti, qualora avessi richiesto la convalida dei titoli in Spagna. Avevo detto a tutti che mi trasferivo lì per svolgere la mia professione, ma non lo sentivo vero. Non volevo più fare la psicologa, ero in totale burn out e capivo che non sarei stata in grado di svolgere la mia professione adeguatamente.
Intitolai il mio racconto La scomparsa e per undici capitoli, partendo dall’ultima sera trascorsa a Gela, presi a pretesto ciò che realmente mi accadde durante quei giorni e intrapresi un viaggio nei luoghi della mia memoria, della memoria delle persone che incontravo e di quelle che ritrovavo. Qualcosa di me stava veramente scomparendo ed io volevo fare come le farfalle, quando dopo essersi scrollate di dosso la carcassa del bruco, si allontano e camminando piano piano sulle zampe, si fermano e aspettano pazienti che il vento asciughi le loro ali.
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A San Lorenzo, il quartiere dove si trova la Facoltà di Psicologia e la sua segreteria, camminando per via degli Apuli corre lungo un muro dove su uno sfondo color salmone, scorrono le sagome bianche delle donne uccise da uomini che dicevano di amarle. In ogni sagoma bianca c’è scritto il nome della donna, la data del giorno in cui è stata uccisa e chi l’ha uccisa: marito, ex-marito, padre, compagno, ex-compagno, fidanzato, fratello, amico, figlio e dopo, si ripetono uguali, per lo più ex qualcosa.
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Il giorno che andai a ritirare i documenti passai davanti a quel muro vedendolo per la prima volta. In uno dei capitoli del mio racconto scrivo:
La segreteria era ancora chiusa ma decisi di aspettare fuori in modo da essere la prima. Dopo poco venne ad aspettare anche un ragazzo e condividemmo, come spesso accade nel mio Paese durante una fila ad un luogo pubblico, la nostra comune insoddisfazione per il modo di lavorare del luogo pubblico in questione, in quel caso la segreteria universitaria, da qui passammo alla critica dell’Università intera fino ad arrivare non so come, a parlare del caso Weinstein. Raccontai di aver letto proprio quella mattina che altre attrici si erano aggiunte alle denunce per molestie sessuali contro il regista, aggiunsi il mio rammarico sul fatto che alcune amiche, donne quindi, condividessero il pensiero di molti, riguardo all’opportunità che queste attrici avessero avuto di fare carriera in questo modo e riflettevo su quanto invece, sia spesso difficile per le vittime denunciare una violenza subita. A quel punto il ragazzo mi rispose:
«Come dice una tua conterranea (si riferisce a Carmen Consoli e cita la frase di una delle sue canzoni più famose) “Se è vero che ad ogni rinuncia corrisponde una contropartita considerevole, privarsi dell’anima comporterebbe una lauta ricompensa”, e io la penso come lei, magari adesso si sono pentite di averlo fatto e cavalcano l’onda della giustizia, ma sul momento hanno approfittato dell’opportunità».
A quel punto non parlai più, sembra che sia proprio atavico il pregiudizio che una donna che subisce violenza, in qualche modo ne sia responsabile.
Rileggendolo oggi aggiungerei che radicato è anche il pregiudizio che una donna che subisce violenza possa non averne sofferto così tanto, che sia anzi probabile che dall’esperienza qualcosa abbia persino guadagnato. Un pensiero brutale ma condiviso da molti, da così tanti che sembra quasi comprensibile che un produttore violenti le attrici con cui lavora mentre ci lavora, come brutalmente normale -tanto da essere legge- era considerato durante il secolo scorso, il matrimonio riparatore.
Rileggendo oggi quello che scrissi allora, mi fa ancora orrore ma non mi sorprende più se un ragazzo di vent’anni, un giovane studente di Psicologia, che si reca ogni giorno in Facoltà per seguire le sue lezioni, passando accanto a quel muro resta indifferente mentre gli scorre a fianco la sfilata della violenza. Non mi sorprende nemmeno quando ascolto notizie di cronaca su personaggi famosi, o come sempre più spesso accade su figli di uomini famosi, accusati di violenza sessuale nei confronti di donne e adolescenti. Adesso so che la fama talvolta può essere una maschera di carnevale, indossata la quale tutto è lecito. Non mi sorprende più ma continua a farmi orrore.
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I Canti Malinconici e La scomparsa sono stati scritti per me, non per essere pubblicati o letti da chiunque. I Canti li ha letti soltanto un amico, che a sua volta mi ha permesso di leggere il suo romanzo mai pubblicato. L’unica persona che ha letto La scomparsa è Giò, a cui è dedicato un intero capitolo. Lei è l’unica persona che ha letto tutti i miei racconti, anche quelli più intimi. Mi piacevano sia le sue critiche che i suoi apprezzamenti, anche quando le sue riflessioni su ciò che esprimevo, o su come lo esprimevo, mi disturbavano un po’ mi spingevano ad andare oltre, ad esprimermi ancora e meglio di prima, ma soprattutto mi fidavo di lei e di come avrebbe usato il suo sguardo sulla mia intimità.
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Non ci vedevamo da anni, ci rincontrammo a San Lorenzo lo stesso giorno che ritirai i documenti in segreteria, all’ora di pranzo avevamo appuntamento davanti l'entrata dell'Università. Lei fu la prima a cui confessai l’identità del personaggio famoso e dato che già lo seguiva su Instagram si accorse, nei mesi seguenti, delle risonanze tra quello che scrivevo io e ciò che lui pubblicava sul social.
Così scrivevo del nostro incontro e di quando le raccontai quello che mi stava accadendo
...Dell’amicizia però, il senso più nobile è la fiducia. Ecco perché è una forma d’amore. L’amico vero ti conosce, è quello che quando tutto il modo ti dà del matto, sa che sta accadendo qualcosa di grosso, che magari non capisce ma non dubita mai, nemmeno per un secondo, che tu sia impazzito.
...Giò sapeva e non dubitava della mia salute mentale, anche se capii che era in apprensione per la mia salute psichica. Con lei non fu difficile raccontare della storia virtuale, non fu difficile neanche confessarle quando la storia d’amore nel web aveva iniziato a tingersi di giallo e a diventare una storia di spionaggio, delazioni e delatori. Per la prima volta, riuscii ad esprimere il senso d’impotenza in cui mi aveva gettato l’essere vittima di un hacker che era in grado di fare qualsiasi cosa con il mio smartphone e con il mio iPad. Ascoltarmi, osservarmi, leggere i miei contenuti, i miei messaggi, i documenti, qualsiasi cosa, come se i miei supporti tecnologici fossero i suoi. Avere accesso completo a ogni sfera della mia privacy. Riuscii finalmente ad esprimere come il non avere i mezzi per poter porre fine a questo abuso, mi facesse sentire debole e sfiduciata, completamente impotente.
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E poco dopo
“Cosa ti piaceva di lui?” Giò ha chiesto a un certo punto.
Cosa mi piaceva. Mi piaceva quello che diceva, come lo diceva. Mi piacevano le cose a cui dava importanza. Mi piaceva la sua azione sociale, condividevo quello contro cui lottava…
…Non ho l’animo della fan per i personaggi pubblici. Anche gli Stati con ancora i regni monarchici mi fanno uno strano effetto, così assurdo, quasi surreale.
..Dico questo per dire, che penso si possa apprezzare l’opera di qualcuno, di un personaggio pubblico noto, come non so uno scrittore, un artista o un politico per esempio, senza per questo innamorarsi o desiderare di avere una relazione più intima con lui o con lei. Il sentimento del fan penso, include questa speranza, come include una quasi morbosa curiosità per i dettagli della vita personale e privata di questo personaggio noto. Io non sento questo desidero per nessuno dei personaggi che ammiro, e non lo sentivo neanche nei suoi confronti, mi piaceva e lo ammiravo, e stimavo la sua capacità di vivere in una situazione particolarmente difficile come era quella in cui viveva lui.
(..ho iniziato)A sentire oltre le sue parole, a sentirmi chiamata dalle sue parole e a sentire una profonda empatia per lui. Ho iniziato a vedere quello che non mostrava, quello che tra parole, punteggiatura ed immagini restava un silenziosissimo urlo.
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La corsa in auto con mia sorella finì in un locale di San Lorenzo, quello dove pranzai con i miei amici e la mia famiglia per festeggiare il giorno che discussi la tesi. Quella sera incontrai due compagne di studio che avevo perso di vista quando mi trasferii in Sicilia. C’eravamo tutte e tre laureate con una tesi in psicofisiologia con il prof. Vezio Ruggieri. Era stato il nostro maestro. Molto di quello applico nel mio lavoro me lo ha insegnato lui; ancora oggi utilizzo molti dei principi del Modello Psicofisiologico Integrato da lui creato per i miei interventi. In uno dei capitoli del mio racconto parlo dell’importanza che il prof. Ruggieri ha avuto nella mia formazione di psicologa, racconto dei seminari di teatroterapia e di musicoterapia che seguii con lui per tre anni, della mia partecipazione al montaggio e alle riprese del film che stava realizzando sulla filosofa Ipazia, di come le sue lezioni e il suo modo di osservare abbiano profondamente influenzato la mia maniera di intendere la psicologia e l’essere umano.
La scomparsa è un testo nel quale riannodo le fila di un lungo percorso di vita in un momento di totale frammentazione. Sto lasciando il mio Paese, ho quarant’anni e guardo indietro vedendo gli anni della mia gioventù, passo al setaccio i progetti che avevo e i sogni che mi spingevano a realizzarli per capire cosa ne è rimasto. Recupero pezzi di me recuperando amicizie lontane nel tempo, riscopro cosa hanno significato per custodire con più cura quello che mi hanno trasmesso. Rivedo i momenti in cui le mie scelte hanno deviato un corso che poteva andare altrimenti, riconosco i passi che mi hanno portato a diventare quello che mi scopro essere diventata.
Se oggi pubblico parti di questi scritti personali non è soltanto perché mi aiutano a ricordare, a raccontare e a trovare un senso, ma perché come ho detto all’inizio di questo blog, tutto ciò che pubblicherò qui, è tutto ciò che lo stalker ha visto spiandomi, ha preso e ha utilizzato per le sue pubblicazioni. Almeno quelle di cui mi sono accorta. Se ce ne siano di più di quelle che riporto non lo so, e confesso che sono anche contenta di non saperlo. Nel 2020 lo stalker ha pubblicato un saggio molto più corposo dei mie 11 capitoli, in cui scrive a se stesso ripercorrendo i luoghi e i personaggi, attraverso i loro libri, che sono stati utili alla sua formazione. Tra questi la filosofa Ipazia che, in un video di presentazione del suo libro arrivatomi in notifica sul mio smartphone, dice di amare letteralmente non soltanto metaforicamente. Non ho letto il libro, quello che so è quello che mi ha sbattuto in faccia con le sue notifiche e con i suoi post fino a quando l'ho seguito. Quello che ho visto è bastato a farmi riconoscere ciò che era mio, ciò che apparteneva alla mia vita.
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In un certo senso la psicologa che ero nel tempo in cui scrivevo La scomparsa non c’è più, ce ne una diversa, una che conosciuto il trauma e lo stress traumatico non solo come professionista, come studiosa e per interposta persona, ma anche come vittima. O come sto cercando di fare, come protagonista. Alla maniera di Yayoi Kusama provo a riappropriarmi delle mie paure, dei miei dolori, delle mie ferite, le mostro e me ne libero, lasciandole qui libere di vagare nella rete.
Roma 26 febbraio 2023 h: 5.25pm – 27 febbraio 2023 h:5.05pm
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enkeynetwork · 5 months
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risingvibrations · 7 months
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ONORARE LA MALATTIA
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Nella spiritualità, "onorare la malattia" può significare accettare la malattia come parte del proprio percorso di vita e trattarla con rispetto e compassione anziché vederla come un'ostacolo da combattere o da cui fuggire. Significa anche riconoscere che la malattia può portare con sé insegnamenti, crescita personale e opportunità per approfondire la comprensione di sé e degli altri. Inoltre, può implicare l'adozione di pratiche che favoriscono la guarigione fisica, emotiva e spirituale, rispettando il corpo e il suo processo di guarigione. La malattia è l' espressione di un malessere dell' Anima attraverso il corpo fisico, nel momento in cui ci si ammala, le nostre porte interiori si aprono ed è in quel momento che è più opportuno intervenire con pratiche energetiche rivolte alla guarigione di quel malessere, che può essere collegato a qualcosa che abbiamo vissuto in passato o nel momento attuale e che richiede la nostra attenzione. Può essere un trauma, una sofferenza profonda che non è mai stata "digerita", può essere una perdita a cui non ci si è mai rassegnati, può essere un umiliazione e così via........ Nel momento in cui le nostre porte interiori si aprono, il malessere è più accentuato e accessibile per intervenire e portare in esso guarigione sotto ogni forma. Nel momento della malattia, le nostre porte interiori possono aprirsi, consentendo l'accesso a emozioni, pensieri e esperienze che potremmo aver soppresso o ignorato in precedenza. Per affrontare e guarire un trauma che emerge durante la malattia, è importante seguire alcuni passaggi: 1. Riconoscimento e accettazione: Accetta e riconosci il trauma che emerge senza giudizio o resistenza. Ammettere e comprendere ciò che si prova è il primo passo per la guarigione. 2. Esplorazione: Esplora il trauma con gentilezza e compassione. Puoi farlo parlandone con un terapeuta, tenendo un diario o praticando la meditazione per connetterti con le tue emozioni più profonde, o chiedendo il sostegno di pratiche energetiche. 3. Elaborazione: Lavora sul comprendere le radici del trauma, cercando di capire quali eventi o esperienze passate possano aver contribuito alla sua formazione. Questo può aiutarti a mettere in prospettiva il tuo dolore e a individuare modi per affrontarlo. 4. Guarigione: Cerca modi sani per affrontare il trauma e promuovere la guarigione. Ciò potrebbe includere la partecipazione a terapie specifiche per il trauma, pratiche spirituali, attività creative o il coinvolgimento in comunità di supporto. 5. Auto-compassione: Pratica l'auto-compassione durante il processo di guarigione. Sii gentile con te stesso e concediti il tempo e lo spazio necessari per guarire. Ricorda che il percorso di guarigione è personale e può richiedere tempo. È importante essere pazienti e dedicati e prendersi cura di sé stessi mentre si affronta il trauma emergente durante la malattia. Se senti di non farcela da solo, non esitare a chiedere un qualsiasi tipo di aiuto!
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daimonclub · 9 months
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Riflessioni sulla fotografia
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Mamma Innocenza Riflessioni sulla fotografia, pensieri, idee, e meditazioni sull'arte di fare fotografie e sulla passione di tutti i fotografi, dilettanti, artisti e professionisti. La fotografia è sempre poetica poiché ci ricorda situazioni passate, emozioni, sentimenti, angosce o delusioni lontane nel tempo e nello spazio; la sua forza è quella di far rivivere nella nostra memoria un mondo che non esiste più e quindi necessariamente malinconico ed evocativo, quindi è simile alla poesia che cerca con le parole di ottenere gli stessi effetti romantici sulla nostra sterile esistenza. Carlo William Brown Scopo di ogni artista è arrestare il movimento, che è vita, con mezzi artificiali, e tenerlo fermo ma in tal modo che cent’anni dopo, quando un estraneo lo guarderà, torni a muoversi, perché è vita. William Faulkner Una fotografia non si limita a cogliere un momento della realtà, ma diventa un’interazione comunicativa tra il passato ed il presente che esprime lo stato d’animo e le emozioni più profonde della persona che la osserva. Carl William Brown Così tutta la fotografia sembra colpevole di surrealismo, quando è indifferente e quando è compassionevole, quando documenta il passato o il divenire in corso, quando apre la strada al turismo, che poi diventa distruttivo; quando è moralista e quando è incosciente; quando accumula reperti a caso e quando documenta la disperazione della depressione economica. Leonardo Terzo Rievocare il passato con i ricordi della propria memoria nel tentativo di far scorrere a ritroso il tempo, riportando in vita i nostri cari nella propria immaginazione, è un procedimento, non privo di un certo dolore, che ci aiuta ad avvicinarci più rapidamente alla fine dei nostri giorni, al termine della nostra durata epocale. Carl William Brown
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Riflessioni su fotografi e fotografia Pensiamo che ogni elaborazione mentale faccia parte del Tagesrest, come lo chiama Freud: i residui diurni, immagini composite, la spazzatura della vita. Ma Jung dice che persino i nostri pensieri derivano dalle figure. Dunque il compito sarebbe riportarle alla luce, e il Libro rosso sembra fare esattamente questo. Jung permette alle figure di parlare, di mostrarsi. Addirittura le incoraggia a farlo. James Hillman Gli antenati. I morti. Non è una mera metafora, un messaggio cifrato per indicare l’inconscio o qualcosa del genere. Quando parla dei morti, Jung intende proprio i morti. E loro sono presenti nelle immagini, continuano a vivere. Sonu Shamdasani Il fotografo è soprattutto un uomo del mestiere, ma che anche da dilettante si trova in una situazione inevitabilmente “esistenzialista”, cioè scagliato in una parte di mondo, da cui a sua volta sceglie e ritaglia una parte ancor più ridotta disponibile davanti al suo obiettivo. Egli lavora nelle circostanze date, ma potrebbe impiegare la sua vocazione in ogni circostanza. Tutti siamo fotografi e tutti abbiamo i nostri interessi più o meno provvisori. E un professionista o dilettante delle immagini è insieme un artista, un artigiano, un designer, portato, se vuole, a impegnarsi in tutta la gamma delle creatività, dalle arti applicate a quelle più astratte e concettuali. Leonardo Terzo Rievocare con la memoria i ricordi della nostra vita passata con le persone care, e soprattutto con la propria madre, ha la funzione fondamentale di anestetizzare il dolore della nostra esistenza presente, ovvero di provare a scalfire la tragica sofferenza della nostra attuale realtà. E’ un procedimento che ci aiuta a ingannare la linearità del tempo, rendendolo più circolare e affettuoso, oltre che più incerto nel suo procedere. Carl William Brown Fotografia, foto-grafia, significa scrivere con la luce. La fotografia, il cinema, conferiscono una specie di immortalità, una preminenza alle immagini e non alla vita reale. Herbert Marshall McLuhan Poiché l’istante supremo dello scatto non assomiglia a nient’altro, lasciamolo vivere: l’apparecchio non è una gabbia. L’uccello preso nella foto continua il suo volo. Edouard Boubat
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Sciopero lavoratori Breda anni 70 Il desiderio di fotografare nasce forse da questa constatazione: visto da una prospettiva d’insieme, dal punto di vista del senso, il mondo è molto deludente. Osservato nel particolare, e di sorpresa, è sempre di un’evidenza perfetta. Jean Baudrillard La fotografia ha sempre e comunque delle valenze artistiche, comunicative, semiologiche, poetiche, psicologiche, filosofiche e sociologiche. Le immagini che vengono catturate, stampate e pubblicate hanno dei significati che scandagliano la realtà anche molto in profondità, e suscitano in chi le guarda emozioni e sentimenti di natura molto elevata, stimolando a seconda del proprio coinvolgimento la memoria ed i ricordi che ci fanno rivivere il passato e gettano così una nuova luce anche sul presente; purtroppo però non tutti quelli che le producono ne sono consapevoli, né tanto meno si soffermano a pensare o a riflettere sul valore etico ed estetico di quanto hanno creato. Carl William Brown La fotografia è un mezzo di espressione potente. Usata adeguatamente è di grande utilità per il miglioramento e la comprensione. Usata male ha causato e causerà molti guai. Il fotografo ha la responsabilità del suo lavoro e degli effetti che ne derivano. La fotografia per me non è semplicemente un’occupazione. Portando la macchina fotografica io porto una fiaccola. W. Eugene Smith La parola “fotografare” tradotta letteralmente dal greco, significa “disegnare con la luce”. La fotografia è infatti strettamente collegata con la luce. La luce che si riflette su una scena crea un’immagine, e costituisce un’energia che a sua volta stimola le nostre sinapsi, il nostro cervello e la nostra memoria. Il legame tra emozioni malinconiche e fotografie che rappresentano eventi passati è quindi profondo e complesso. Questo legame può essere spiegato attraverso diversi fattori psicologici e emotivi. Le fotografie infatti catturano momenti della nostra vita, spesso associati a forti emozioni. L’effetto che genera la fotografia è proprio quello di rendere finalmente visibili, cose e ambienti sociali che prima erano, colpevolmente o meno, ignorate, e di conseguenza “trascurate”. Questo aspetto valoriale della fotografia può trasformarsi in vitalità o in tristezza. Carl William Brown Scrivere di Fotografia è difficile, molto difficile, se non si è fatta Fotografia. Per scrivere di Pittura non occorre avere dipinto, e di scultura idem; ma per scrivere di Chirurgia bisogna aver fatto il Chirurgo. E la fotografia è una operazione chirurgica, la macchina è un bisturi, la camera oscura una sala operatoria. I critici della Fotografia sono come delle vergini che scrivono guide sulle pratiche erotiche più terminali. Ando Gilard Il rullino della mia macchina fotografica ha un fare riservato e sta tutto avvolto su se stesso. Si rinchiude in una camera oscura per giorni perché è sensibile alla luce: non vuole rischiare di esporsi per non dare una cattiva impressione. Vuole restare obbiettivo. Guido Rojetti
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Macchina fotografica Canon I buoni fotografi sono rari e indefinibili, ma essi hanno sempre un tratto in comune, quello di andare al di là di se stessi, d’essere più di ciò che potevano essere, di avere questa piccola “musica” in breve di essere un po’ miracolosi. In fondo quelli che vengono chiamati “grandi fotografi” non sono che coloro ai quali questo incidente fortunato è arrivato un grande numero di volte, perché fare una buona foto è sempre vincere sull’azzardo. L’azzardo dell’incontro, della comprensione immediate, della sua trascrizione istantanea. Jeanloup Sieff L’apparecchio fotografico è una specie di professore: mi insegna a capire il mondo, a vedere come le cose si mettono insieme. Mi insegna a ricordarmi del passato perché mi fa guardare indietro. Obbedisco di tanto in tanto, ma non sempre. E’ come una persona. Arno Rafael Minkkinen Certi fotografi e certi amatori dell’immagine, preferiscono qualche volta ‘non correre il rischio della rivelazione’: allorché hanno tutta la libertà di scattare, di fare una fotografia, essi scelgono di non scattare, come se volessero deliberatamente fallire l’occasione. Si accontentano di fotografare con gli occhi, di registrare mentalmente l’immagine. Niente di più. Non vogliono andare più lontano. E’ un rifiuto della rivelazione. Raymond Depardon In genere l’arte non nasce dalla felicità, ma nasce da un disagio, da una necessità di comunicare qualcosa agli altri, così come la letteratura spesso è alimentata dal desiderio di voler esternare un malessere interiore, magari raccontando storie, che alla fine non sono altro che la raffigurazione delle nostre tragiche esistenze. Carl William Brown Quando è ben fatta, la fotografia è interessante. Quando è fatta molto bene, diventa irrazionale e persino magica. Non ha nulla a che vedere con la volontà o il desiderio cosciente del fotografo. Quando la fotografia accade, succede senza sforzo, come un dono che non va interrogato né analizzato. Elliott Erwitt La fotografia è probabilmente fra tutte le forme d’arte la più accessibile e la più gratificante. Può registrare volti o avvenimenti oppure narrare una storia. Può sorprendere, divertire ed educare. Può cogliere, e comunicare, emozioni e documentare qualsiasi dettaglio con rapidità e precisione. John Hedgecoe
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Fiera Travagliato cavalli La conseguenza più grandiosa della fotografia è che ci dà la sensazione di poter avere in testa il mondo intero, come antologia di immagini; nelle fotografie l’immagine è anche un oggetto, leggero, poco costoso, facile da portarsi appresso, da accumulare, da conservare. Susan Sontag Degas amava la fotografia in un periodo in cui gli artisti la disdegnavano o non volevano ammettere di farne uso. Faceva fotografie eccellenti e io conservo gelosamente una stampa che mi ha regalato. Vicino ad un grande specchio si vede Mallarmé contro il muro, Renoir sul sofà; nello specchio, come fantasmi, lo stesso Degas con la sua camera e la signora Mallarmé con sua figlia. Il prezzo di questo capolavoro: nove lampade a gas e un terrificante quarto d’ora di completa immobilità. Paul Valery Le fotografie trasportano luoghi lontanissimi nelle nostre case e il passato nel presente. Tutti noi abbiamo album (o cassetti, se siamo disordinati) pieni di foto di persone care e di noi stessi quando eravamo più giovani. Le fotografie appagano il nostro desiderio di arte, ci fanno conoscere cose che non vedremo mai da vicino. E sono la nostra memoria. Delle innumerevoli fotografie che ci passano sotto gli occhi, solo poche, però, catturano la nostra attenzione e restano fra i nostri ricordi, immagini indelebili che spesso accentuano la nostra attuale infelicità. Robert Caputo Le foto di famiglia ritraggono volti sorridenti, nascite, matrimoni, vacanze, feste di compleanno dei bambini. Si scattano fotografie nei momenti felici della propria vita. Chiunque sfogli un album fotografico ne concluderebbe che abbiamo vissuto un’esistenza felice e serena, senza tragedie. Nessuno scatta una fotografia di qualcosa chevuole dimenticare. dal film One Hour Photo La fotografia rappresenta un certificato di morte ma, nello stesso tempo, una promessa di resurrezione; è un documento impassibile, ma, nello stesso tempo, una fontana di lacrime esistenziali. Più ancora: obbedisce al tempo e lo fulmina; sanziona una perdita e vi sostituisce un simulacro immortale. Gesualdo Bufalino L’artista è un collezionista di immagini che raccoglie le cose con gli occhi. Il segreto della fotografia è che la macchina assume il carattere e la personalità di chi la tiene in mano. La mente lavora attraverso la macchina. Walker Evans
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Paesaggio con donna Se queste immagini potranno mai avere un significato per le generazioni future, sarà questo: io c’ero, sono esistito. Sono stato giovane, sono stato felice e qualcuno a questo mondo mi ha voluto abbastanza bene da farmi una fotografia. Dal film In One Hour Photo Una sera un mio amico che si diletta di fotografia, invitato a cena, mostrò alcune foto che aveva portato con sé. La padrona di casa, guardandole, esclamò: “Bellissime, deve avere una macchina fotografica eccellente!”. Al momento di andare via, il mio amico rivolto alla padrona di casa disse: ”Ottima cena: lei deve avere pentole di buona qualità!”. Simon Evans Si può mentire con le fotografie. Si può persino dire la verità, per quanto ciò sia estremamente difficile. Il luogo comune vuole che la fotografia sia specchio del mondo ed io credo occorra rovesciarlo: il mondo é lo specchio del fotografo. Ferdinando Scianna Innanzitutto definiamo cosa non è una fotografia. Una fotografia non è un dipinto, una poesia, una sinfonia, una danza. Non è solo una bella immagine, non un virtuosismo tecnico e nemmeno una semplice stampa di qualità. È o dovrebbe essere un documento significativo, una pungente dichiarazione, che può essere descritto con un termine molto semplice: selettività. Berenice Abbott Sempre su queste tematiche potete anche leggere: Aforismi e citazioni sulla fotografia Fotografie, memoria, ricordi e tristezza Mamma, morte e memoria Un Natale molto triste Halloween e la festa dei morti Madonne, madri e letterati Letteratura, religione, morti e psicologia Aforismi per autore Aforismi per argomento Pensieri e riflessioni Read the full article
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m2024a · 9 months
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Seguici sul:https://notizieoggi2023.blogspot.com/2024/01/chiara-ferragni-lo-psicologo-prova.html Chiara Ferragni, lo psicologo: «Prova vergogna, impotenza e sensi di colpa». Cos'è la terapia EMDR seguita dall'influencer «Dalla colpa alla vergogna all'inadeguatezza, fino all'impotenza di non riuscire a cambiare la situazione». Sono queste le emozioni che sta vivendo Chiara Ferragni a causa della gogna mediatica. Le sottolinea lo psicologo Andrea Botti, uno dei professionisti più seguiti su Instagram che si occupa di ansia e crescita personale. L'influncer è costantemente oggetto di insulti sui social, ma riceve anche continui attacchi dai media. Quale soluzione? L'influencer non ha mai nascosto di far ricorso alla terapia EMDR. Come funziona? Ma soprattutto: cosa sta provando la moglie di Fedez? Ferragni, spunta l'incognita cachet di Sanremo. Meno 30mila follower (malgrado il ritorno sui social) e negozi vuoti: cosa non ha funzionato Cos'è la terapia EMDR che segue la Ferragni? La terapia EMDR è uno strumento di elaborazione del trauma, che è trasversale a orientamenti psicoterapeutici differenti. Richiede una specializzazione ad hoc e si focalizza sul ricordo di episodi traumatici o di eventi stressanti a livello emotivo. Attraverso la stimolazione degli occhi, riesce piano piano a desensibilizzare l'intensità dei ricordi traumatici ed emotivamente stressanti. In questa maniera la persona riesce a viverli in modo più distanziato e a subire in modo minore le conseguenze di un trauma o di un'esperienza emotiva particolarmente stressante. La tecnica risale a Francine Shapiro, una ricercatrice americana a fine anni 80. È uno strumento che va al di là dell'orientamento psicoterapeutico del professionista e richiede un master ad hoc. Quali sono i rischi dei social? Il periodo che sta attraversando l'influencer non cambia da quello che ogni essere umano potrebbe provare in una situazione di questo tipo. Specialmente quando si viene a creare una gogna mediatica. I social, e le piattaforme digitali, oggi offrono delle possibilità interessanti a livello di divulgazione, di comunicazione e di business, ma dall'altra parte prevedono anche un'esposizione. E chi si espone è anche facilmente oggetto di insulti, di rapidi giudizi. I commenti negativi possono fare veramente male emotivamente alla persona che le subisce. Quali sono le caratteristiche di chi insulta? Spesso e volentieri c'è una sorta di invidia distruttiva da parte di queste persone, che provano quasi una forma di piacere nel vedere delle personalità di successo vivere un momento di difficoltà. C'è un termine tedesco per questo tipo di situazioni, è la schadenfreude. Ovvero la malignità intrinseca che ci può essere nell'essere umano nel vedere una persona di successo affondare o vivere un momento di difficoltà. Perché ha scelto il silenzio? Che periodo sta attraversando? Dalla colpa alla vergogna all'inadeguatezza, fino all'impotenza di non riuscire a cambiare una situazione. Il momento di silenzio serve per far calmare un po' le acque e superare questa gogna mediatica. Far placare questi animi che vanno a giudicare in modo rapido, questi "odiatori" seriali. Con l'idea di tornare in un secondo momento chiedendo scusa per l'errore commesso, riparando a questo errore e assumendosi le proprie responsabilità ed evidenziando quello che può essere il sistema di valori della persona. Fedez ha avuto difficoltà in passato a stare accanto alla moglie (vedi il caso di Sanremo). Ora? È fondamentale avere una vicinanza del partner, della famiglia, degli amici. È importante cercare di circondarci delle persone che ci vogliono bene. C'è chi ha definito la Ferragni una "narcisista patologica". Quando parliamo di narcisismo stiamo parlando di una categoria diagnostica, di un disturbo di personalità che richiede quindi per essere diagnosticato il parere di un professionista e il rispetto di tutta una serie di caratteristiche diagnostiche. Utilizzando il manuale che usiamo noi professionisti, che è il dsm5. Oltre a non esserci gli elementi per fare questa tipologia di diagnosi, bisogna stare anche attenti a utilizzare il termine narcisista patologico, perché in quest'ultimo periodo è anche un termine molto in voga molto utilizzato sul tema della dipendenza affettiva e delle relazioni tossiche. Il rischio è creare uno stigma, stigmatizzare la figura di chi soffre di un disturbo di personalità narcisistico. Il narcisismo, in questi termini, costituisce una psicopatologia peraltro con una forma di sofferenza egosintonica. Quindi è un disturbo di personalità per cui è difficile per la persona chiedere aiuto, e stigmatizzare non aiuta. Il pericolo è far passare il narcisista come un "cattivo", quando in realtà è una persona che soffre.
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agrpress-blog · 11 months
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Lo scrittore e giornalista Romolo Paradiso con il suo ultimo libro “Come un barbaro sull’Occidente” (edizioni “Il Mio libro”, pag. 262, disponibile on line), che, scrive l’autore “è un’antologia di articoli, ancora atemporali, scritti per l’agenzia di stampa della Comunità Episcopale Italiana: SIR, tra il 1990 e il 2007, pubblicati nella rubrica “Pensieri”, i cui argomenti hanno un unico filo conduttore, l’uomo e la sua umanità, analizza i perché l’uomo contemporaneo è incapace di comprendere e attuare ciò che per se stesso e per la sua comunità rappresenta veramente un bene. Gli articoli raccolti nell’antologica, a sostegno delle sue tesi, sono stati suddivisi da Paradiso in 14 capitoli (“Il senso del tempo”, “L’umanità”, “Il tempo dell’uomo”, “I Sentimenti”, La famiglia”, “I bambini”, “I giovani”, “I nonni”, “Il dono”, “La parola, il dialogo”, “La comunicazione nel lavoro”, “La cultura”, “Il passato, la storia” e “Il silenzio”) attraverso i quali mette in luce la precarietà della persona in un mondo che sempre più tende a considerarla un mezzo e non un fine, snaturandone la condizione di essere pensante, sostituendola con quella di soggetto che risponde e si adegua istintivamente agli impulsi provenienti da logiche e regole materialistiche, utilitaristiche e di mercato. Una persona che fatica a individuare le energie necessarie a rivoltarsi a questa apparentemente sfavillante e felice sottomissione. Che si dibatte tra le ombre dell’insoddisfazione, dell’inquietudine e della solitudine. Una persona senza bussole né mappe a cui far riferimento per ritrovare la strada del ritorno a se stesso. Così da restituire alla vita il senso per cui questa vada vissuta. Ricette perché ciò avvenga, sono di difficile elaborazione. Ma, auspica Romolo Paradiso rivendicando con orgoglio di essere un “barbaro” perché non condivide le logiche che hanno invaso l’Occidente, il tentativo va fatto, “con responsabilità, con coraggio e con umiltà. Guardando dentro di noi, individuando, con onestà, le risposte che nell’animo albergano. Perché quello è il luogo dove menzogne, ipocrisie ed egoismi non trovano mai residenza”. “Sono un barbaro, scrive Paradiso, perché alla virtualità di questo tempo, oppongo la potenza del contatto umano. Dello sguardo che affonda nell’animo altrui e si fa comprensione. Dell’ascolto che apre alla conoscenza. Della parola cercata che dà luce al momento. Della condivisione di un pensiero, di un gesto, di un dolore, come di una gioia, di un sorriso, di una stretta di mano, di un abbraccio. Di un ‘arrivederci, che è una promessa a esserci per rispetto, per fiducia e per amore dell’altro. Sono un barbaro perché non credo nella sola ragione. Nel valore assoluto del tangibile, nella capacità della tecnica e della scienza di spiegare tutto, come invece riesce più facile al verso di un poeta, a una carezza di un genitore, al sorriso di un bimbo. Sono un barbaro perché amo la famiglia, la sua energia formativa, quella di aggregazione e la sua rivoluzionaria arte di dare e trasmettere valori e amore”. Collaboratore di numerose testate nazionali, Romolo Paradiso svolge da anni attività di consulenza sulla comunicazione per enti e aziende ed è stato ideatore e direttore di “Elementi”, house organ del Gestore dei Servizi Energetici (Gse), ha collaborato e collabora con diversi istituti di formazione, tra cui la Luiss Business School, la facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università “La Sapienza” di Roma e il Centro Giornalismo e Comunicazione. “Come un barbaro affacciato sull’Occidente” è il quarto libro che Paradiso pubblica per le edizioni “Il Mio libro”, dopo “Forse domani nevica” nel 2020, “I giorni” nel 2021 e “Nemo delle stelle e atre storie nel 2022. L’autore ha anche pubblicato nel 2016 il romanzo di formazione “Puparo di sogni” (Edizioni Le Vie) e per le edizioni Centro di Documentazione Giornalistica nel 2011, “Il Filo delle parole”, 24 interviste con altrettanti personaggi di spicco del mondo
della cultura e dell’arte italiani e nel 2019, “L’uomo al centro”, un manuale di comunicazione ispirato al metodo ideato da Adriano Olivetti.
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susieporta · 7 months
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Tre di Bastoni.
"Dall'onda di Purificazione alla presa di Coscienza"
Le notti sembrano sospese dentro una immensa veglia.
Non si dorme.
Si processano informazioni preziose, anche se ancora poco fruibili alla Coscienza.
C'è una elaborazione costante, diurna e notturna, di codici nuovi, di attivazioni, di revisioni, il tutto condito dall'ennesima purificazione di scorie del Passato.
Febbraio si sta rivelando un vero e proprio Maestro della Transizione.
Alza l'asticella vibratoria. Bombarda l'organismo di stimoli di pulizia e di riordino. Ci "obbliga" a portare a termine i cicli oramai esauriti, alimentando uno stato d'animo meno cupo e malinconico, ma non certo leggero e spensierato.
Così l'avevamo accolto il nostro meraviglioso Febbraio, proprio con questa speranza: di rendersi complice appassionato della nostra fase di Transizione, di aiutarci a compiere il passo definitivo, quel passo che ora vediamo più vicino, quasi naturale.
Poco stiamo salvando del Passato. Davvero molto poco.
Ma stavolta non è la rabbia a definire il congedo con il Sè antico, ma la Riconoscenza, profonda, sincera, commossa e sacra.
Se ci guardiamo indietro, non possiamo non amare quel Corpo sofferente, quella Psiche confusa e ferita, quella Incoscienza e Immaturità che ci rendeva schiavi della Sopravvivenza.
La Schiavitù del Cuore è stata un'esperienza incredibile!
E la Libertà? Come sarà?
Essere liberi non vuol dire smettere di soffrire. Almeno non nell'immediato.
Significa offrire a se stessi la più ampia gamma di possibilità di manifestazione, senza azioni di boicottamento, senza automatismi di svalutazione, senza il bisogno costante di riconoscimento.
L'"impotenza acquisita" a Marzo lascerà il posto alla "sperimentazione entusiasta", allargando gli orizzonti di azione e di espressione nella Materia.
La vocina interiore che ha imperversato per anni nella nostra testa, pronta sempre a suggerirci che "tu non puoi, tu non sei in grado, tu non sei abbastanza", verrà invitata ad abbandonare il campo e sarà amorevolmente sostituita con l'imperativa certezza che "sì, si può fare, non vedo perché no".
Una Rivoluzione di portata epocale per gli "insicuri cronici", per gli "ansiosi della prestazione", per i "timorosi del fallimento".
La rinnovata connessione con l'Essenza, ci infonderà quella dose di coraggio e di radicamento tale per cui ogni nuova sfida verrà vissuta con serena maturità e con tanta curiosità di esplorazione dei nuovi orizzonti di crescita.
Questo avverrà anche nel campo delle Relazioni.
Non ci sentiremo più le "pecore nere" del gruppo. Ma le "guide".
Coloro che sono portatori della Spada, che sono transitati prima attraverso il Deserto di se stessi e poi nella Terra di Mezzo, verranno posti nei luoghi di comando.
E "gli ultimi", stavolta, "saranno i primi".
Non con il sentimento di rivincita o rivalsa verso coloro che li hanno derisi o scherniti, puniti o violentati, ma con il sommo Amore che contraddistingue queste Anime delicate e pure.
Dopo continue peregrinazioni, di vita in vita, di amore in amore, troveranno il degno "luogo interiore" in cui dimorare e lo porteranno nel Mondo, come vessillo di rinascita e di riconnessione profonda con il Tutto.
Nuova Casa, nuovi Amici, nuovi Amori, nuovi Progetti.
E tanta tanta gioia per questa immensa e tanto attesa opportunità di Nuova Vita. Qui, proprio sulla Terra, il Pianeta Scuola più duro, ma più commovente e sincero che mai.
Buon mercoledì, Anime della Direzione.
Si stanno preparando segnaletiche luminose per voi. La Direzione prende piede. E vi vuole belli carichi! Ci vorrà un sacco di Energia e di Entusiasmo per percorrere proprio quella Strada. Perché l'obiettivo è ambizioso. E la Bellezza tanta.
Ma è la Vostra Strada. E voi ne sarete i fieri protagonisti!
Mirtilla Esmeralda
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Il Ministero dell'economia e delle finanze proroga a metà i versamenti collegati al modello Redditi 2023
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Per i versamenti collegati al modello Redditi 2023 sarà una proroga a metà, le esigenze di cassa dello Stato, infatti, non consentono di andare oltre il 31 luglio 2023.  Nonostante il ritardo accumulato nella pubblicazione del Decreto del Ministero dell’Economia e finanze del 28 aprile 2023, con il quale sono state approvate le modifiche agli indici sintetici di affidabilità fiscale applicabili al periodo d’imposta 2022, con il Comunicato Stampa n. 98 del 14 giugno 2023 il MEF annuncia una prossima disposizione normativa che, per professionisti e imprese di minori dimensioni che esercitano attività per le quali sono approvati gli Indici Sintetici di Affidabilità fiscale (ISA), prorogherà al 20 luglio 2023 i termini dei versamenti delle somme risultanti dalle dichiarazioni dei redditi, IRAP e IVA in scadenza il prossimo 30 giugno 2023. Il versamento con la maggiorazione dello 0,40 per cento resta fissato al 31 luglio 2023.  Ai sensi dell’articolo 17 del Decreto del Presidente della Repubblica del 7 dicembre 2001, n. 435, in condizioni ordinarie, il versamento del saldo dovuto con riferimento alla dichiarazione dei redditi ed a quella dell'imposta regionale sulle attività produttive da parte delle persone fisiche, e delle società o associazioni di cui all'articolo 5 del TUIR, è effettuato entro il 30 giugno dell'anno di presentazione della dichiarazione stessa ovvero entro il trentesimo giorno successivo ai termini ivi previsti (quest’anno 31 luglio 2023), maggiorando le somme da versare dello 0,40 per cento a titolo di interesse corrispettivo. Solo per le persone giuridiche, confermata la possibilità di versamento ritardato con l’applicazione degli interessi corrispettivo, il versamento è effettuato entro l'ultimo giorno del sesto mese successivo a quello di chiusura del periodo d’imposta ovvero, per i soggetti che approvano il bilancio oltre il termine di quattro mesi dalla chiusura dell’esercizio, entro l’ultimo giorno del mese successivo a quello di approvazione del bilancio e, comunque, entro l’ultimo giorno del mese di luglio nel caso in cui il bilancio non sia stato approvato entro il 30 giugno.  È un problema che si ripete puntualmente ogni anno. La dilatazione dei tempi necessari per la messa a disposizione dei modelli ministeriali e degli applicativi funzionali alla loro elaborazione, ISA fra tutti, accorcia inevitabilmente il tempo di lavorazione delle dichiarazioni dei redditi a disposizione dei commercialisti. Una cattiva abitudine che viola le disposizioni in tema di efficacia temporale delle norme tributarie. Ai sensi dell’articolo 3, comma 1, dello Statuto del Contribuente le modifiche relative ai tributi periodici hanno efficacia solo a partire dal periodo d’imposta successivo. In ogni caso le disposizioni tributarie non possono prevedere adempimenti a carico dei contribuenti. La relativa scadenza, inoltre, non può essere fissata anteriormente al sessantesimo giorno dalla data della loro entrata in vigore o dall’adozione dei provvedimenti di attuazione, qualora previsti. Facendo i calcoli, il sessantesimo giorno successivo alla pubblicazione del Provvedimento ISA è il 15 luglio 2023.  In passato la questione è stata efficacemente risolta con l’adozione del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri previsto dall’articolo 12, comma 5, del Decreto Legislativo 9 luglio 1997, n. 241. Tale disposizione, in base alle esigenze generali dei contribuenti, dei sostituti e dei responsabili d'imposta o delle esigenze organizzative dell'Amministrazione finanziaria, consente il differimento dei termini riguardanti gli adempimenti degli stessi soggetti, relativi a imposte e contributi, per un periodo non superiore a venti giorni. L’emanazione del predetto differimento, inoltre, ai sensi dell’articolo 17, comma 2, del Decreto del Presidente della Repubblica 7 dicembre 2001, n. 435 consente l’ulteriore differimento e il versamento nei trenta giorni successivi, con la maggiorazione dello 0,40 per cento a titolo di interesse corrispettivo. In condizioni normali l’adozione del predetto provvedimento avrebbe differito, rispettivamente al 20 luglio 2023 (dal 30 giugno 2023) e al 21 di agosto 2023 (dal 31 luglio 2023), la prima e la seconda chiamata al versamento delle imposte sui redditi. Tutto ciò quest’anno non accadrà. Nonostante la pressione del Consiglio Nazionale dei Commercialisti, il MEF annuncia che le somme in scadenza il 30 giugno 2023 potranno essere versate entro il 20 luglio 2023, senza alcuna maggiorazione, ovvero entro il 31 luglio 2023, applicando una maggiorazione dello 0,40 per cento. Potranno beneficiare della proroga anche i contribuenti che presentano cause di esclusione dagli ISA, compresi quelli che si avvalgono del regime dei minimi, i soggetti che applicano il regime forfetario, nonché coloro che partecipano a società, associazioni e imprese ai sensi degli articoli 5, 115 e 116 del TUIR soggette agli ISA.  “La disponibilità e l’ascolto da parte del MEF e dell’Agenzia delle Entrate sono stati più che apprezzabili, ma cogenti vincoli di finanza pubblica non hanno consentito un differimento oltre il termine del 31 luglio”. Secondo il Presidente del CNDCEC “è stato fatto il massimo per contemperare le legittime richieste dei Colleghi e dei contribuenti con le esigenze di equilibrio dei conti dello Stato”. Read the full article
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praticalarte · 2 years
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Un ritratto con una sotto pittura in nero
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Per questo ritratto un po' particolare di una madonna dolente, ho deciso di usare una sotto pittura uso il nero vite al posto della terra d'ombra bruciata tradizionale. Pubblico la procedura a puntate, così può diventare una specie di lezione utile per chi vuole provare questa tecnica particolare. Ho già dipinto un ritratto con questa tecnica anni fa, qui sotto vedete il risultato
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Questo tipo di sotto pittura offre la possibilità di essere molto dettagliati e permette rapidamente di creare una grisaglia su un livello superiore, una volta asciutta l'impostazione delle ombre. Per il ritratto "Madonna dolente" che ho dipinto su una tavola tarlata, ho scelto di usare questa tecnica ed ho documentato con alcuni filmati il lavoro fatto. Come sempre faccio, prima di affrontare lavori impegnativi, ho fatto una serie di studi disegnando con varie tecniche.
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Il modello della testa
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Uno dei particolari che mi ha più impressionato
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Una idea di composizione iniziale
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Una elaborazione più a fuoco della composizione
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Uno studio a carboncino
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Lo studio a grafite delle mani che inizialmente volevo inserire
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Fase iniziale di uno studio a matite colorate
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Stadio avanzato dello studio a matite colorate Malgrado abbia faticato un bel po' per studiare le mani da inserire, ho poi deciso di non usarle ... tutto lavoro buono per un'altra opera. Una volta chiarite le idee ho preparato la tavola tarlata, bonificata dai tarli, impermeabilizzata con un impregnante acrilico opaco e stuccata con una resina bicomponente, nella zona in cui avrei dipinto la faccia (ho spiegato tutto nel primo filmato che trovi qui sotto) ed ho cominciato il lavoro. https://www.youtube.com/watch?v=Opz7_xZpwgE&t=5s Per trasferire il disegno sulla tavola preparata, ho scelto uno dei bozzetti migliori tra quelli che avevo fatto, ho preso un pezzo di carta da lucido e lo ho ricalcato. Ho passato il disegno a scanner e con un programma di ritocco fotografico ho portato la testa alla dimensione giusta. Una volta fatta la stampa a dimensione, ho annerito il retro con una stecca di grafite 6B. Ho appoggiato il disegno al dritto sulla posizione giusta nella tavola e con una penna ho ricalcato il disegno, in questo modo la grafite si è trasferita sulla tavola come se avessi usato una carta carbone. Normalmente le sotto pitture si fanno con la terra d'ombra bruciata ma dato che il contorno della faccia si perderà nello sfondo nero, anche l'impostazione la faccio verrà fatta con il nero vite, ha dei riflessi bluastri ed è un nero che mi piace molto. È stato difficile lavorare sulla superficie stuccata e scartavetrata fine, è un fondo al quale non sono abituato ed ho avuto qualche problema per capire che pennello usare e la densità dell'impasto. Alla fine ho optato per un pennello a lingua di gatto n. 4 ed ho usato il colore denso come usciva dal tubetto del colore "Artisti" Maimeri (https://amzn.to/3JzfTLp). Nel filmato successivo ho ripreso con il colore il disegno ed ho cominciato ad accennare i chiaro scuri. https://www.youtube.com/watch?v=w7xQ1E2RGtc Purtroppo mi piace sempre mettermi in crisi facendo esperienze nuove. Questa volta, forse se sul fondo di gesso acrilico avessi usato una carta vetrata da 60 al posto di quella da 120, avrei ottenuto una superficie più aggrappante. Un altro problema lo ha creato il fatto di non fissare il disegno trasferito a grafite. Una volta ripreso il disegno e lasciato asciugare, darò una mano leggera di nero vite diluito con essenza di trementina per ottenere il fondo grigio su cui andrò a riprendere le luci con il bianco. https://www.youtube.com/watch?v=WFkcgC_Z_W8 È stato difficile lavorare sulla superficie scartavetrata fine, è un fondo al quale non sono abituato ed ho avuto qualche problema per capire che pennello usare e la densità dell'impasto. Alla fine ho optato per un pennello a lingua di gatto n. 4 ed ho usato il colore denso come usciva dal tubetto del colore "Artisti" Maimeri (https://amzn.to/3JzfTLp). https://youtu.be/DRW3mmLTYUg Procedendo con il lavoro ho continuato a curare lo sviluppo del chiaro scuro sfumando le masse di ombra per creare la tridimensionalità. Per lavorare in modo efficiente dovevo lavorare a pennello secco (Pochissimo colore solo sulla punta del pennello unto di medium, sfumando molto). Questo mi ha portato a preparare il colore sulla tavolozza con un altro pennello, in modo da non trovarmi troppo colore sul pennello che dipinge. https://youtu.be/Huvr11dEZRU Una volta trovata la pennellata giusta, si è trattato di continuare a sviluppare il chiaro scuro del ritratto. https://youtu.be/Y5AOq7-wXGA
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Voglio mostrare il risultato finale della pittura dopo le velature di colore date sopra la preparazione spiegata in questo articolo. Ho ottenuto un risultato interessante e credo che ripeterò l'esperienza. Il problema più grande che ho per ora è quello di trovare altre tavole tarlate così belle Mi interessa molto la tua opinione su questa tecnica di preparazione, lasciami una tua opinione nei commenti Se ti interessa imparare puoi venire nel mio studio in via is Maglias 58 a Cagliari o prenotare qualche lezione via web. Guarda i nostri corsi di pittura alla fiamminga Read the full article
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usmaradiomagazine · 2 years
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Usmaradio X Giornata della Memoria 2023 🎧 𝗔𝗻𝗻𝗮 𝗦𝘁𝗲𝗶𝗻𝗲𝗿 - 𝗚𝗿𝗮𝗳𝗶𝗰𝗮 𝗲 𝗹𝗶𝗯𝗲𝗿𝘁à Roberto Paci Dalò incontra Anna Steiner e Lucia Roscini per un approfondimento sul workshop "Vapore" di Unirsm Design in cui gli studenti hanno affrontato la tematica della deportazione nei campi di sterminio nazisti per progettare una mostra tascabile, formato cartolina, che presenti immagini storiche in forma originale o elaborata. Nella conversazione si riflette sul ruolo del progettista in considerazione dell'eredità storica dell'Olocausto e del progressivo svuotamento del potere delle immagini nei nostri tempi. La ricerca degli studenti è partita dalle foto contenute nel Fondo Deportazione dell'Archivio Albe e Lica Steiner (circa 900 foto del 1933-1950) per riproporre una modalità diversa di selezione, elaborazione, esposizione e comunicazione delle immagini rispetto a quanto fatto per le esposizioni realizzate su questi argomenti al termine della guerra.  🎧 𝗟𝘂𝗶𝘀 𝗦𝗮𝗹 - 𝗟𝗮 𝗠𝗲𝗺𝗼𝗿𝗶𝗮 𝗮𝗹 𝘁𝗲𝗺𝗽𝗼 𝗱𝗲𝗶 𝘀𝗼𝗰𝗶𝗮𝗹 Alessandro Renzi incontra Luis Sal per un approfondimento sul workshop "Vapore" a cura di Unirsm Design. Nell’incontro ci si interroga sul potere comunicativo delle immagini rispetto al passato e nei confronti delle nuove generazioni. Infatti, il lavoro di Luis nel workshop si è concentrato sulle possibili modalità di comunicazione della mostra attraverso i canali social. Gli studenti hanno lavorato alla realizzazioni di mini video ponendosi come target un pubblico di giovanissimi e cercando di intercettare una modalità di comunicazione radicalmente diversa rispetto a quelle classiche riservate a queste tematiche. Maggiori informazioni sul workshop -> Articolo UNIRSM.SM
Anna Steiner è architetto e docente alla facoltà di Design al Politecnico di Milano. Lavora nell’ambito degli allestimenti e della grafica nello studio Origoni Steiner e ha collaborato con numerosi editori, imprese ed enti pubblici per libri e pubblicazioni, identità visive e immagini coordinate, mostre e comunicazioni dedicate alla grafica italiana. È figlia di Albe e Lica Steiner, tra i protagonisti del rinnovamento della grafica e della comunicazione italiana (da quella aziendale a quella politica) nel secondo Dopoguerra. 
Luis (@luis_sal ) vanta 1,46 milioni di iscritti e oltre 250 milioni di visualizzazioni su Youtube. Seguitissimo anche sui social, il suo profilo conta oggi 2,2 milioni di follower. È autore di 2 libri di successo: “Ciao, mi chiamo Luis” (2018) e "Il Luismo" (2021) dove spiega e racconta i principi della sua filosofia di vita. Si occupa di comunicazione e marketing per varie aziende, è un volto tv grazie al reality di Amazon Celebrity Hunted dove concorre assieme all’amico Fedez, e con lui fonda un podcast, Muschio selvaggio.
Vapore è il workshop con Anna Steiner e Luis Sal del Laboratorio di design della comunicazione 3 a cura di Lucia Roscini e Ilaria Ruggeri. 12-13-20 gennaio 2023
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Uno sguardo al passato
(Letteralmente)
L'occhio umano funziona in questo modo
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Ciò che però non è esplicitamente scritto lì è che è tutta una questione di tempo e velocità
Tuttavia essendo la luce relativamente molto velocemente rispetto alle velocità umane ed essendo i tempi di elaborazione del "sistema visivo" umano relativamente molto brevi rispetto ai tempi umani, il tutto praticamente avviene come se fosse una cosa istantanea
Ma così in realtà non è, perché volendo essere un po' pignoli e tralasciando un momento la relatività, con l'esecuzione di tutto il processo da quando inquadriamo, con gli occhi, qualcosa a quando effettivamente vediamo cos'è, c'è un pizzico di ritardo
Ritardo che ovviamente per noi è trascurabile e anzi impercepibile
Ma la Fisica ci insegna che il Tempo è direttamente proporzionale alla Distanza, quindi a grandissime distanze, il ritardo poi diventa percepibile e più facilmente calcolabile
Di fatti, quando si parla di universo e stelle, noi vediamo un oceano di puntini luminosi dappertutto che magari qualcuno di loro non fa più luce in questo momento ma da noi la sua luce sta arrivando adesso
Ciò che voglio dire io sostanzialmente con questo post è che in fin dei conti, l'occhio umano guarda al passato, vede il passato, cioè non vede in tempo reale.
E anche che a grandissime distanze la luce è lenta.
E di fatti è vero e pensare a queste cose, almeno per me, è davvero da Mind Blowing, cioè in un certo senso potremmo anche dire che noi stiamo costantemente vivendi nel passato, non è una figata? 😂
Immaginate come cambierebbe tutto se noi potessimo vedere davvero in tempo reale o addirittura di qualche frazione di tempo nel futuro, sarebbe una rivoluzione totale.
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enkeynetwork · 6 months
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