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#nazionalisti
gregor-samsung · 3 months
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" Goethe era convinto che i tedeschi potessero meglio adempiere la loro reale missione storica senza creare uno stato-nazione. Egli volentieri accettava per essi un futuro simile a quello degli ebrei: sopravvivere come popolo, preservare il proprio carattere e compiere grandi cose senza una patria comune. Al pari degli ebrei, i tedeschi sembravano a Goethe valenti come individui, ma piuttosto miserabili come popolo. Nelle sue conversazioni, anche a distanza di anni, a più riprese egli ritornò su questa analogia. « La nazione tedesca è nulla », dichiarò all'amico Friedrich von Müller il 14 dicembre 1808, « ma il singolo tedesco è qualcosa, eppure essi immaginano che sia vero il contrario. I tedeschi dovrebbero essere dispersi in tutto il mondo, come gli ebrei, per sviluppare pienamente tutto il buono che c'è in essi a vantaggio della umanità ». "
Hans Kohn, I tedeschi, traduzione dall'inglese di Amerigo Guadagnin, Edizioni di Comunità (Collana Passato e presente), 1963¹, p. 47.
[Edizione originale: The Mind of Germany, Charles Scribner's Sons, New York, 1960]
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adrianomaini · 6 months
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Per rispondere all’ottima organizzazione dell’apparato informativo slavo-comunista, la temuta OZNA, l’Esercito e gli Alleati avviarono a partire dal 1946 la costituzione di una serie di organizzazioni paramilitari in funzione anticomunista
La proclamazione dell’armistizio dell’8 settembre 1943 segnò l’avvio di un periodo drammatico per la storia italiana e per il Friuli Venezia-Giulia in particolare <5. La regione, infatti, non solo conobbe l’occupazione tedesca, come tutto il Nord Italia, ma venne inserita all’interno della Zona d’operazioni del litorale adriatico, formalmente facente parte della RSI ma in realtà direttamente…
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bagnabraghe · 6 months
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Per rispondere all’ottima organizzazione dell’apparato informativo slavo-comunista, la temuta OZNA, l’Esercito e gli Alleati avviarono a partire dal 1946 la costituzione di una serie di organizzazioni paramilitari in funzione anticomunista
La proclamazione dell’armistizio dell’8 settembre 1943 segnò l’avvio di un periodo drammatico per la storia italiana e per il Friuli Venezia-Giulia in particolare <5. La regione, infatti, non solo conobbe l’occupazione tedesca, come tutto il Nord Italia, ma venne inserita all’interno della Zona d’operazioni del litorale adriatico, formalmente facente parte della RSI ma in realtà direttamente…
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Voci da Kiev: Zelensky in bilico?
Voci da Kiev: Zelensky in bilico?
Nonostante il fatto che sia diventato il nazista confidenziale  dell’ apparato scenico politico occidentale, il dittatore di Kiev sembra trovarsi in grande difficoltà preso tra il fuoco dei nazionalisti ultraradicali con relativa croce uncinata  che non vogliono la minima concessione alla Russia e quelli che lamentano la pessima riuscita delle offensive dell’esercito ucraino. Anche l’altro  ieri…
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deathshallbenomore · 1 year
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la società se i saggi ad es. femministi -con i quali sono pure d’accordo- avessero, dopo la doverosa pars destruens, anche una sospiratissima pars construens
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pietroleopoldo · 2 years
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Comunque unica soluzione valida per il fantomatico "liceo Made in Italy" proposto dall Meloni sarebbe dare a tutti i licei le tre ore settimanali di storia dell'arte per tutti e cinque gli anni dell'artistico e a tecnici e professionali almeno due ore alla settimana per gli ultimi tre anni. Sarebbe solo lavoro in più e non farebbe niente per le prospettive lavorative di quasi nessuno ma mi sembra comunque inconcepibile che in un paese come il nostro la gente sia così ignorante in proposito
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viendiletto · 4 months
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L’ultimo Tricolore nel cielo di Zara
Macerie. Macerie. Macerie. E dalle campagne le truppe partigiane di Tito che avanzavano verso la città deserta, abbandonata da quasi tutti gli abitanti dopo mesi di bombardamenti a tappeto.
Questo era ciò che vedeva dalla cima del campanile del Duomo di Zara il Tenente dei Carabinieri Ignazio Terranova il 31 ottobre 1944. Zara diventata la “Dresda dell’Adriatico” sotto i bombardamenti anglo-americani, la città italiana con più vittime civili in percentuale: il  10% dei suoi 20.000 abitanti morì sotto le bombe. Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi conferì la Medaglia d’Oro al Valor Militare al gonfalone della Città di Zara per ricordare il suo martirio, ma non è ancora stato possibile consegnare ufficialmente questa onorificenza.
Ancor prima che la motonave Toscana attirasse l’attenzione dell’opinione pubblica sull’esodo che si stava consumando da Pola nel dopoguerra, fu la nave Sansego a portare in esilio migliaia di zaratini a guerra in corso, con il rischio di attacchi aerei o di cannoneggiamenti partigiani dalla costa. Approdavano ad Ancona e Trieste i primi profughi di quello che sarebbe diventato l’Esodo di 350.000 istriani, fiumani e dalmati, mentre Zara, città simbolo della presenza italiana autoctona in Dalmazia, continuava a subire bombardamenti affinchè qualcuno potesse dire: “Zara è morta, d’ora in poi ci sarà solamente Zadar”.
Il nazionalismo croato dietro la bandiera rossa dell’esercito partigiano jugoslavo avrebbe così completato la snazionalizzazione della Dalmazia avviatasi con l’editto del Consiglio della Corona emanato dall’Imperatore asburgico Francesco Giuseppe il 12 novembre 1866.
In mezzo a questa desolazione e nel momento in cui Zara per prima tra le città italiane del confine orientale avrebbe sperimentato cosa significava “Liberazione” per i “titini”, il Tenente Terranova issò sul campanile del Duomo il Tricolore. Quel Tricolore, che nel novembre 1918 aveva salutato le navi della Marina da Guerra italiana che approdavano in città alla fine della Prima guerra mondiale, veniva esposto per l’ultima volta sul cielo di Zara. Nei giorni seguenti si avviò l’epurazione politica da parte dell’OZNA, la polizia segreta titoista, la quale fece rapidamente circa 200 vittime nel capoluogo dalmata tra deportati verso l’ignoto, annegati in mare con una pietra al collo (“il mare Adriatico è stata la nostra foiba” commentava Ottavio Missoni, esule dalmata e a lungo Sindaco del Libero Comune di Zara in Esilio) e fucilati, tra i quali Ignazio Terranova, il quale aveva in precedenza fatto parte del comitato clandestino antitedesco sorto in città.
Una storia che la nipote Maria Carmela Terranova ha voluto ricordare con un libro che è stato anche presentato alla Bancarella. Salone del libro dell’Adriatico orientale, una storia che ha portato al conferimento di un riconoscimento alla memoria nel corso delle cerimonie istituzionali del Giorno del Ricordo, una storia che vogliamo ricordare oggi, 7 gennaio, Giornata nazionale della bandiera.
Lorenzo Salimbeni
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bigarella · 5 months
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Il resto del movimento anarchico tendenzialmente non considera tali i libertari “di destra”, definendoli “pseudo-anarchici”
Il partito dei Radicali e la “vera destra” libertarianaIn questa tesi si è fatto riferimento, partendo dalle tripartizioni proposte da Sacchetti, a un’ipotetica “sinistra” e alla rispettiva “destra culturale” del movimento anarchico. In realtà esistono dei libertari che si definiscono “di destra” nel senso propriamente detto, da quelli che credono in un mercato assolutamente libero che si regola…
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mushroomteddy · 10 months
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italians on tumblr are one meme away from full on fascism
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sauolasa · 1 year
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Serbia, la protesta di nazionalisti e filo-russi: sale la tensione
Fermato un uomo con un fucile in auto. Il gruppo di manifestanti chiede le dimissioni del presidente Vucic dopo la proposta di sanzioni contro Putin. Contestata l'indipendenza del Kosovo
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dominousworld · 1 year
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A Taiwan i Nazionalisti perdono le elezioni e si dimettono presidente e premier
Tsai Ing-wen riconosce la sconfitta e annuncia le dimissioni da leader del Dpp. Anche il primo minitro Su Tseng-chang annuncia l’addio ma resterà fino all’insediamento dell’ex ministro della Sanità e del Welfare, Chen Shih-chung che ha vinto con il 42,46% dei voti. a cura di AGI Terremoto politico a Taiwan, dove il Kuomintang, il Partito Nazionalista su posizioni concilianti con la Cina,…
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francescosatanassi · 7 months
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"GLI ANNI PIÙ BELLI"
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Pochi giorni fa la Camera dei Comuni del parlamento Canadese, con la presenza del presidente ucraino Zelens'kyj, ha riservato un lungo applauso al 98enne Yaroslav Hunka, ucraino naturalizzato canadese, per ringraziarlo di aver combattuto i russi durante la II Guerra Mondiale. Strano che nessuno (almeno inizialmente) abbia pensato all’ovvio: se negli anni ’40 combattevi i russi, la tua posizione era abbastanza ovvia. Al vecchio Hunka non è parso vero di essere accolto come un eroe di guerra, soprattutto ripensando alle operazioni militari del suo reparto. Hunka faceva parte della famosa Divisione Galizia, una formazione composta da volontari ucraini che si erano uniti al Terzo Reich. Non semplici soldati, ma uomini appartenenti alle SS che al processo di Norimberga furono accusati di aver ucciso centinaia di ebrei e civili polacchi. Le SS della Galizia furono infatti protagoniste nel reprimere la rivolta di Varsavia mettendo in atto gli ordini di Himmler: incendiare gli edifici senza curarsi di chi li occupava e sparare ai bambini, alle donne e al personale medico. Al termine dell’operazione, i civili superstiti lasciarono la città e furono pochissimi quelli che si nascosero tra le macerie. Tra questi c'era Władysław Szpilman, il musicista polacco di cui si racconta la storia nel film “Il pianista.” Dopo il conflitto, Hunka e altri 8000 appartenenti alla Divisione Galizia furono prima rinchiusi in un campo di prigionia britannico vicino a Rimini, poi con l’aiuto del Vaticano furono fatti transitare verso Spagna, Francia e Inghilterra. Da qui, il nostro “eroe” raggiunse il Canada negli anni '50, restando attivo nei circoli frequentati da ex SS. Su un blog di veterani ucraini, Hunka descrisse gli anni della guerra come il periodo più bello della sua vita. Chissà cos’hanno pensato gli ex abitanti di Huta Pieniacka, villaggio polacco raso al suolo dalle SS galiziane nel febbraio del ’44, ricordando i bambini gettati contro i muri e le donne incinte squartate. Una volta in Inghilterra, gli autori del massacro non furono interrogati e il governo inglese respinse sempre ogni richiesta di indagare sul loro passato. Nonostante i crimini di guerra dei quali si sono macchiati, una Commissione d'inchiesta canadese ha decretato che, da quando giunsero in Canada, gli uomini della Galizia "hanno tenuto una condotta soddisfacente e niente ha indicato che fossero infetti dall'ideologia nazista.” Oggi l’ex Divisione viene onorata dai nazionalisti ucraini e ogni 28 aprile si tiene una marcia per celebrarne la fondazione. Lo scorso anno la Corte suprema dell'Ucraina ha stabilito che i suoi simboli non sono riconducibili al nazismo, perciò possono essere esposti e messi in mostra. In fondo, come disse il mai pentito Hunka, si tratta solo di ricordare gli “anni più belli", non è vero?
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falcemartello · 1 year
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INOLTRE
Prima di liberare Auschwitz, gli UPA o nazi-ucraini si dedicarono allo sterminio della minoranza polacca in Ucraina: I massacri di polacchi in Volinia e in Galizia orientale furono compiuti nella Polonia occupata dai tedeschi
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dall'esercito insurrezionale ucraino con il sostegno di parti della popolazione ucraina.
Il picco dei massacri avvenne nel luglio ed agosto del 1943 e la maggior parte delle vittime furono donne e bambini, indipendente dall'età o dal sesso furono torturate prima di essere uccise; i metodi includevano lo stupro, lo smembramento e il rogo. Le azioni dell'UPA provocarono circa 100.000 morti.
Secondo lo storico Snyder la pulizia etnica fu un tentativo ucraino di impedire alla Polonia del dopoguerra di affermare la propria sovranità sulle aree a maggioranza etnica ucraina. Per gli storici Komański e Siekierka gli omicidi erano direttamente collegati alle politiche della fazione di Stepan Bandera dell'organizzazione dei nazionalisti ucraini (OUN-B) e del suo braccio
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militare: l'Esercito Insurrezionale Ucraino (UPA), il cui obiettivo, come proclamato nella conferenza del OUN-B del '43 era di eliminare tutti i non ucraini dal futuro stato ucraino.
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bagnabraghe · 5 months
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Il resto del movimento anarchico tendenzialmente non considera tali i libertari “di destra”, definendoli “pseudo-anarchici”
Il partito dei Radicali e la “vera destra” libertarianaIn questa tesi si è fatto riferimento, partendo dalle tripartizioni proposte da Sacchetti, a un’ipotetica “sinistra” e alla rispettiva “destra culturale” del movimento anarchico. In realtà esistono dei libertari che si definiscono “di destra” nel senso propriamente detto, da quelli che credono in un mercato assolutamente libero che si regola…
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Voci da Kiev: Zelensky in bilico?
Voci da Kiev: Zelensky in bilico?
Nonostante il fatto che sia diventato il nazista confidenziale  dell’ apparato scenico politico occidentale, il dittatore di Kiev sembra trovarsi in grande difficoltà preso tra il fuoco dei nazionalisti ultraradicali con relativa croce uncinata  che non vogliono la minima concessione alla Russia e quelli che lamentano la pessima riuscita delle offensive dell’esercito ucraino. Anche l’altro  ieri…
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ilfascinodelvago · 11 months
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Del resto lo sappiamo tutti: i democratici non si sono mai presi il disturbo di trovare un contatto con questa parte della popolazione, l'hanno sempre ignorata, preferendole l'altra "arena" e puntando a essere compresi in primo luogo dai ricchi e dalla classe media emergente. E dato che i poveri non possiedono nulla, i democratici li hanno snobbati. I nazionalisti no.
No, non è un analisi del partito democratico italiano ma un'estratto da: Diario russo 2003-2005
Il testamento e la condanna a morte di Anna Politkovskaja
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