Tumgik
#sta dormendo già
omarfor-orchestra · 1 year
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Allora sti due attori di marefuori al Tg1? Spero per lui non Nicolas
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libero-de-mente · 3 days
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NOTTE PRIMA DELL'ESAME
18 giugno ore 23:40
La finestra, quella esposta perfettamente a nord, è spalancata.
Steso sul letto guardo attraverso di essa scrutando le stelle e le vette delle montagne che affiorano dal davanzale.
Quella della mia camera da letto non è una finestra qualunque, è la finestra del respiro.
Da quella finestra ogni sera entra l'aria mossa dal vento che scende dalla valle. Da quella finestra si può respirare a pieni polmoni quando manca il respiro.
Che sia dovuto all'afa dell'ennesimo anticiclone, alla canicola della vita, alla calura dei pensieri o semplicemente al calore generato da un rimpianto.
Questa sera di dormire non sembro averne voglia, nonostante abbia assunto le benzodiazepine che goccia dopo goccia, generalmente, scavano quel solco che separa la mia coscienza dal mio corpo. Annebbiando la prima, rendendo inerme il secondo.
Decido di alzarmi, prima di provare un rabbocco ipnagogico, per fare un giro della casa.
Lo faccio quasi sempre la sera, controllando che i cuccioli stiano dormendo o siano tranquilli nelle loro faccende, augurando a chi è sveglio la buona notte. Sia essi siano bipedi che quadrupedi.
Una volta nel disimpegno noto la luce accesa nella cucina, Gabriele (figlio n. 2) sta mangiando un gelato con lo sguardo perso nel vuoto.
"Come ti senti - gli chiedo - sei teso?"
"Si papà - mi risponde malinconico - finisco il gelato e provo con della melatonina per vedere se riesco a dormire"
"Andrà tutto bene, vedrai. Ti ho visto quanto hai studiato in queste settimane. Credo che l'esame di maturità lo supererai brillantemente. Hai una bella media"
"Vedremo... quello che mi dà pensiero è il tuo di esame, che avrai domani"
"Già, curiosa la vita. Saremo sotto esame entrambi. Entrambi con la supervisione di professori, entrambi ci metteremo il cuore. Tu metaforicamente, io fisicamente"
"Come ti senti papà?"
"Mah, è come se per il mondo io non esistessi. Eppure percepisco la mia esistenza perché provo dolore"
"Il cuore? Fa male ancora?"
"Gabriele, quello mi fa male da tanto. Però si, in queste settimane un po' di più fisicamente che metaforicamente"
"Sono preoccupato per te"
"Andrà tutto bene vedrai, anche per me. Nonostante i voti del mio fisico non sono ottimi come i tuoi. Troppi eccessi, assenze e spesso non mi sono applicato"
"Ti voglio bene papà, buona notte" - mi dice mentre ci abbracciamo.
Sono seduto di nuovo sul bordo del letto, di fronte alla finestra del respiro. Mentre guardo le montagne penso a chi vorrei qui vicino a me, per metterla a nudo, non fisicamente, ma dalle sue emozioni.
Mi sento così tenue. Una sensazione strana che avverto da non so quanto tempo, ho tantissimi pensieri, moltissime mancanze. Che mi portano a sentirmi vuoto, triste. Come se la vita sia una cosa talmente grande e io così piccolo. Da non riuscire a contenerla tutta.
Forse è per questo che mi duole il cuore, è troppo piccolo per contenere quello che provo. L'amore, come quello per i miei figli, non ci sta dentro tutto e spinge, per uscire.
Credo che non prenderò altre gocce, l'abbraccio appena ricevuto è più che sufficiente. Ora chiedo solo un po' di silenzio. Nella mia testa.
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spettriedemoni · 6 months
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Chi vorrei
Penso che l’unica persona con cui vorrei parlare stanotte non c’è.
Chissà se vorrebbe ascoltarmi stanotte.
Probabilmente sta già dormendo da un pezzo per cui va bene così.
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alexjcrowley · 1 year
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Roba fin troppo niche ma ho realizzato che idealmente Alfred è L'Armadillo di Bruce Wayne (sì, L'Armadillo di Zerocalcare) e, a me che mi diverto con poco, questa cosa fa morire dalle risate.
Cioè immaginate Gordon che fa partire il batsegnale alle 3 di notte e Bruce che si veste da Batman chiedendo ad Alfred il suo supporto tecnico mentre Alfred, giustamente, stava dormendo, e gli risponde "Sì, sì, Master Bruce, mo te raggiungo col coso, come se chiama, er coso dai...ah, sí, te raggiungo cor cazzo".
Alfred che spiega a Bruce la tecnica segreta del "se beccamo" per parlare con Selina.
Bruce che torna a casa alle 5 del mattino col costume da pipistrello, distrutto dopo una notta a inseguire Catwoman, e Alfred che lo accoglie con "Hai scopato?" "No" "Sei cintura nera di come se schiva la vita"
Bruce che si lamenta dei problemi che affliggono la sua vita da miliardario e Alfred che gli risponde "Guarda che mi sa che è peggio annà a lavorà in cantiere, così, a occhio".
La reazione di Alfred a Bruce Wayne che sceglie di diventare Batman è "Te l'hai indagata 'sta cosa co' un professionista? Che quando una cosa po anna' liscia, te te metti a fa i numeri da circo per farla veni' a sangue e merda?"
Bruce che sta a rispiegare ad alta voce la sua tragic backstory e Alfred che gli fa "Ma perchè m'hai attaccato 'sta pippa, per famme sanguina' l'orecchie? Io già a so' 'sta storia, so' il maggiordomo tuo, te ricordi, sì?"
Bruce che fa tutti i suoi monologhi epici sul bene, sul male, sulla giustizia, e Alfred che gli risponde "Guarda, è uno spunto interessante, però nun mo o devi di' a me, anzi sai che facciamo ora? Lo segnaliamo a un amico mio, che pensa un po' è proprio la persona preposta a raccogliere queste idee. Lo sai chi è? STOCAZZO"
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thecatcherinthemind · 2 months
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Fuori soffia il vento, il divano è comodo e la copertina tiene caldo, ma tremo lo stesso. Sono distrutta psicologicamente, per fortuna sei venuto qui, altrimenti sarei impazzita. Cerchi di rassicurarmi, tutto andrà bene. Non riesco a guardarti negli occhi mentre mi parli, sto fissando il vuoto per non crollare.
Sto ancora tremando, quindi potrebbe non essere il freddo: chiudo gli occhi.
"Okay, fermati un attimo e valutiamo tutte le opzioni. Qual è la peggiore?". Mi chiedi di guardarti negli occhi, ma la pudicizia trionfa e mi impedisce di farlo; tengo sempre i miei chiusi, ma seguo le tue parole e cerco di non farmi prendere dal panico. Inizi ad elencare diverse soluzioni e nonostante il mio cervello si stia spegnendo le seguo tutte. Sta comunque funzionando. Mi prendi una mano, intrecci le dita con le mie e inizi a stringerla ad intermittenza, come a dare piccoli segnali della tua presenza, ma non costanti. Anche questo sta funzionando perché il tremore pian piano passa. "Sono rimasta incastrata, non posso più uscirne" dico, vanificando i minuti in cui mi hai fornito più soluzioni di chiunque altro. Non ti arrabbi con me, come farebbero tutti, ma sbuffi in maniera divertita. Il mio respiro si fa più affannoso ma allo stesso tempo sento le palpebre calare e vedo tutto sfocato: ci siamo, penso, sto collassando. Ricominci ad elencare di nuovo le soluzioni come un cameriere che ripete per l'ennesima volta il menù dei dolci. Le palpebre calano di più e mi sento cadere in un sonno improvviso. Non ti arrabbi nemmeno qui, quando ti sto praticamente dormendo davanti mentre cerchi risposte a problemi solo miei, ma accompagni il mio corpo contro lo schienale del divano; io inizio ad abbozzare due o tre "Scusami" e tu sussurri "Shhhh". L'ultima volta che un uomo mi ha zittita così, gli ho tolto il saluto. Con te è diverso: non stai zittendo me ma il mio cervello. Mi giro verso di te, ti guardo negli occhi e ci sorridiamo. "Secondo me l'opzione tre è la migliore" dici, "quale sarebbe?" ti chiedo. Sorridi e chiudi gli occhi, poi appoggi la testa sulla mia spalla. Ti arrendi al fatto che io del tuo discorso non stia capendo nulla e smetti di ripetere le cose ad un muro. Appoggio la testa contro la tua. Rimaniamo così per interi minuti, finché tu non giri leggermente il viso e ti avvicini al mio orecchio, poi sussurri "Domani ne parliamo, va bene?". Io annuisco, sempre ad occhi chiusi, mentre sento sul mio collo il tuo respiro, che si fa sempre più rilassato. Sei esausto. Hai lavorato anche tu, in più ti sei macinato chilometri per venire da me e sentirmi lamentare di cose più grandi di me e di te, cercando comunque di fornirmi soluzioni che io nemmeno sono riuscita a captare per la stanchezza psicologica. Mi sento in colpa; avresti potuto passare la serata con chiunque altro, ma sei venuto qui sapendo che ero psicologicamente a terra, mentre ora sei sul mio divano a cercare di fare un miracolo, ovvero impedirmi di passare la nottata a distruggermi. Il senso di colpa aumenta e sto per dirti che sei libero, puoi andare via quando vuoi e non ti obbligo a rimanere qui per me, ma tu mi anticipi e mi chiedi a bassa voce: "Posso rimanere qui per sempre?". Io sento il cuore battere all'impazzata, mi sto risvegliando da un sonno ben più profondo di quello in cui stavo crollando. "No" ti rispondo per smorzare la tensione "tua mamma mi sgrida e dice che non ti faccio tornare a casa".
Inizi a ridere e mi ricordi che tu hai dei genitori normali, che vedendo il figlio felice lo incoraggiano a continuare a vedermi: mi sembra fantascienza. I miei mi avrebbero già detto che hai una cattiva influenza su di me perché mi costringi a pensare e riflettere con la mia testa, uscendo dagli schemi che mi vogliono imporre loro. In realtà lo hanno già fatto, ma non te lo dico, mi tengo per me l'ennesima pugnalata che mi hanno inflitto.
Sei talmente disponibile che mi sento una merda, al punto che ora la mia paura è che torni in auto stanco e ti ritrovi ad abbracciare qualche albero. Lo sai già, riesci ad anticipare anche questo pensiero e mi dici "e non preoccuparti per me, torno a casa quando stai meglio, tanto ho bevuto caffè e non mi stampo da nessuna parte". Con te sono superflue anche le parole, sai già tutto. Mi accarezzi il viso e torni con la testa sulla mia spalla. "Non preoccuparti" mi dici continuando ad accarezzarmi "si risolve tutto". "E se non succede?" "Allora puoi prendertela con me; mi tiri un pugno così forte che imparo a non darti false speranze". Improvvisamente mi sento tranquilla, come se effettivamente non ci fosse niente di cui preoccuparsi. Allento la tensione sulle spalle e reclino la testa per dormire. Mi prendi di nuovo la mano ed appoggi la testa indietro anche tu; il tuo respiro diventa sempre più rilassato e profondo, sino a che ti addormenti sul divano. Penso di aver dormito per un po' anche io, perché ho perso la concezione del tempo. Al nostro risveglio, ti ricordo che devi tornare a casa e che aspetto un tuo messaggio per sicurezza. "No, tu ora dormi. Non aspettare messaggi". Non capisco se il senso sia che ora non torni a casa ma vai altrove, quindi non insisto. Ti ringrazio e ti chiedo ancora scusa. Mi abbracci forte, uno di quegli abbracci che non ricevevo da oltre un anno perché chi me li dava così non fa più parte della mia vita. Mi hai fatto sentire al sicuro anche mentre te ne stavi andando via, cosa molto complicata. Non ti sarò mai grata abbastanza.
Dici di non volere che io aspetti il tuo messaggio sveglia, quindi mi dici direttamente che non me lo manderai: "Così almeno vai a dormire ora anziché tra 40 minuti". Tornato a casa però il messaggio me lo hai scritto.
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giovaneanziano · 4 months
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Top 5 che sono già incazzato vai. State tutti dormendo quindi lascio il post ai mematori del mattino
5 Mr Rain Due Altalene effetto bambini mancante per il terzo
4 il Tre Fragili anche qui si sono comperati i voti
3 Alessandra Amoroso Fino a qui Lemammepancine hanno votato
2 Ghali Casa Mia totalmente inaspettato CIAO MATTEO
1 Angelina Mango La Noia ci sta dai anche oggi i napoletani hanno dato
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mancino · 5 months
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Buongiorno a chi sta ancora dormendo. A chi si sta alzando. A chi sta sorseggiando il primo caffè. E buongiorno a chi ha già aperto la porta per andare incontro alla vita!
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ereemos · 1 year
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eurovision inglese: sono le 10.50 e hanno già cantato tutti
sanremo: sono le 3 del mattino amadeus deve ancora prendere la pillola per la pressione mattarella sta dormendo mancano 23 cantanti
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pataguja61 · 2 years
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Questa volta il sogno è stato nitidissimo.
Era lui e c' ero anch' io nel gruppo.
La comitiva aveva lavorato tutto il giorno in modo frenetico e lui era stravolto. Mentre cercavo di parlargli mi dice che cercherà di riposare. Mi allontano e quando torno sta già dormendo, anche altri dormono in quella che sembra una grossa camerata. Il suo e'un letto matrimoniale e quando una del gruppo, palesemente su di giri, scopre la sua coperta, vedo che accanto a lui sta dormendo una donna. Penso..."ma doveva proprio addormentarsi accanto a una donna?" E sento il cuore stringersi in una morsa che conosco bene. Poi cerco di consolarmi e mi dico che è solo una compagna di gara.
Nessuno mi guarda, nessuno mi rivolge la parola e poi improvvisamente una del gruppo comincia a fare scherzi goliardici con la sabbia. Costruisce sculture inequivocabili accanto agli uomini addormentati. Ride sguaiatamente e io penso che non dovrei essere lì, che comunque e' come se non ci fossi...come sempre una presenza invisibile.
Mi sveglio col cuore stanco, mi fa male la testa e devo cominciare un' altra giornata, non so se dire per fortuna o no.
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heresiae · 2 years
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I predatori cacciano all'alba
Il che fa un po' ridere se consideriamo che il predatore, in questo caso, è un gatto tigrato europeo, la preda un insetto non identificato e l'oasi la finestra della camera da letto.
Fatto sta che, dopo una nottata in cui addormentarsi è stato assurdamente impossibile, mentre stavo dormendo placidamente (ma chiaramente non in una fase prodonda, aka, l'alba), questo stronzomentecatto adorabile felino comincia a cercare di spingere la finta zanzariera della finestra per infilarcisi sotto e uscire.
Io, naturalmente, mi sveglio, perché poche cose riattivano immediatamente i neuroni di una gattara come il suo gatto che sta cercando guai sufficienti ad ammazzarlo/perderlo.
Peccato ci siano voluti 3 tentativi culminati con una soffiata e un ulteriore abbassamento della tapparella + chiusura di una delle ante della finestra (diminuendo di parecchio il già poco afflusso d'aria) per convincere il coglione felino a mollare.
Ora lui dorme beato e io ho la nausea.
I prossimi gatti solo femmine. FEMMINE VI DICO!
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omarfor-orchestra · 1 year
Note
Amo che non sono l'unico a farsi di caffè prima di cominciare Sanremo per sopravvivere (sono rai-excommunicated-fiore djdbd). Ciò che mi porta avanti è solo la speranza che si manifesti Fiorello stasera e rimanga sul palco fino a domani mattina 🙏
Io mi sa che stasera vado di due espressi al posto che uno perché ho già sonno AHAHAH
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twonderland-itaru · 1 year
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SSR Leona Kingscholar Tsumsitter personal story: Parte 1
(Parte 2)
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[Giardino botanico] Leona: Pensavo che il dormitorio sarebbe andato nel caos a causa di quel bizzarro buco nel cielo apparso dal nulla.Ho scritto un messaggio su Magicam, ma non ho ricevuto nessuna risposta.Nessuno se n'è accorto? o forse...
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Leona: ARGH! Grr...fa male.Fammi un buco nel cranio, già che ci sei no?!Cosa mi ha colpito?
Leona:....oh, è solo un peluche molto brutto.Ha un'aria così presuntuosa che mi fa venire voglia di stringerlo forte e schiacciarlo.
Leona:Aspetta, si è mosso?!Vuoi dirmi che una cosa del genere è davvero viva...? Impossibile...
Leona:Come fa a non essersi già estinto con quella forma così stupida e quegli arti corti e inutili?Guardandolo più da vicino, non sembra nemmeno che abbia una bocca...hm?
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Leona:A parte il fatto che mi somiglia...non è possibile che creature che possano imitare gli esseri umani in questo modo siano amichevoli.
Leona:Aspetta, sei stato tu a provocare quello strano fenomeno di prima?
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Leona:Avverto qualcosa cambiare nell'aria, mi stai rivelando la tua vera natura?È impossibile che una creatura qualsiasi possa entrare così facilmente nel Night Raven College.
Leona:Qual'é il tuo scopo?
*Leona Tsum si capovolge*
Leona:Che sta succedendo? Perché mostra la pancia?È un segno di sottomissione?
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Leona:Sta davvero dormendo a pancia in su, inoltre russa senza preoccuparsi di nulla...
Leona:Bene, alla faccia di chi vuole mostrare la propria natura.Che idiozia, lascio qui questa cosa e torno al dormitorio.
Jack:Leona! Finalmente ti ho trovato!
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peterpanisland · 2 years
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Non sono così tanto felice questa sera, non sono nemmeno così tanto triste, una via di mezzo, come quando cerchi di trovare una via di mezzo tra il buio e la luce, e a quel punto accendi una candela. È esattamente quello il momento in cui il tuo inconscio fa i conti su cosa significhi realmente disegnare le emozioni nel modo corretto, perché non esiste perfezione in quello che ricerchi, perché non esiste significato reale a quello che stai rappresentando. E perdonami, si perdonami, probabilmente sto iniziando a notare i risultati del mio impegno ricercando altri risultati che in un certo senso credo che mi debbano essere confermati quando in realtà così non è, quando in realtà alcuni risultati hanno bisogno di più tempo, quando in realtà per altri risultati ancora non esiste il tempo. E allora si, finisce che senti il peso delle mie parole come se le responsabilità fossero tue, quando però è la mia di storia che ti ha ricreato problemi, quindi perché andare a ricreare cattivi pensieri se è già tanto essere accettato da te per quello che realmente sono? Perché andare a ricercare la motivazione per cui non si sta dormendo quando tale motivazione non ha senso di esistere. Perché pensare quando è già andato? Perché ricredersi colpevoli di qualcosa che oggettivamente non è reale. Vola amore mio, per favore, c’è altro, e credimi che quell’”altro”, seppur si possa riferire a cose brutte e belle, avrà sempre un valore migliore se visto con una determinata ottica. E chi se ne frega, si lo so, sono esageratamente complesso, scrivo, piango, parlo con la notte e sbaglio anch’io, ma chi se ne frega, guardami e sorridimi, farò lo stesso, strano? Provaci, non potrei farne a meno di riguardarmi nei tuoi occhi vedendomi felice, assurdo, ma infondo tutto questo è compreso solo da chi nei tuoi pieni gesti ha conosciuto la luce più assoluta. E si perché comunque c’è qualcosa di meno assoluto, seppur la parola stessa già di suo non ammetta limiti, ma infondo che ne sappiamo noi esseri umani che giochiamo ad indovinare su quando scatterà il verde del prossimo semaforo. Ma infondo che sappiamo noi esseri umani che di assoluto conosciamo solo il nostro vissuto desiderando possa essere il migliore. Ma infondo che ne sappiamo noi di quanto sia grande tutto questo se non abbiamo nemmeno la possibilità di vedere tutti gli angoli del nostro pianeta. Ma infondo che ne sa l’essere umano. Detto questo, vuoi volare con me? Il mondo dal cielo è più leggero, e forse si potrebbero vedere proprio da lì tutti gli angoli del mondo, basta crederci però, perché l’uomo si accontenta della luna quando potrebbe ricreare un altro mondo.
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melaniagir8 · 2 years
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Inktober 2022, giorno 15 – Ultravioletto/Armadillo E’ il turno di un altro protagonista! Si chiama George, sa un sacco di cose e ha già in mente dove prendere ciò che gli serve. Però prima una lezioncina sugli ultravioletti a questo Sandshrew curioso… ehi, ma sta dormendo?
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danilacobain · 1 year
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Ossigeno - 23
23. La chiamata
Svegliarsi accanto a Zlatan fu la cosa più piacevole che le era capitata da un po' di tempo a questa parte. Oltre a fare l'amore con Zlatan, ovviamente. E baciarlo. Be', era Zlatan la cosa più bella che le fosse capitata ultimamente. Sentiva il suo respiro regolare dietro di lei, le teneva un braccio intorno alla vita, probabilmente stava ancora dormendo. Si girò nel suo abbraccio per poterlo guardare e scoprì che in realtà era sveglio. Il sorriso che le rivolse fu così bello che le fece battere forte il cuore le illuminò il mondo. «Ciao» disse lui. «Ciao» rispose Sveva. Si sporse verso di lui e gli diede un bacio. Zlatan la strinse in un abbraccio, schiacciandola contro il proprio corpo. «Sai, pensavo che magari oggi potremmo fare un giro in barca. Io e te da soli.» Sveva gli sorrise. «Hai intenzione di rapirmi per tutta la vacanza?» Lui rise ma il suo volto divenne presto serio. «Non so se avrò a disposizione altri giorni.»
Lei gli accarezzò il volto. «È per via del trasferimento?» «Sì. Mino sta trattando con la dirigenza del PSG. » «E non vorresti goderti questi giorni anche con i tuoi amici? Non fraintendermi, mi piacerebbe molto trascorrere una giornata con te in barca e averti tutto per me. Solo che... magari anche Ignazio vorrebbe trascorrere del tempo con te.» Zlatan sciolse l'abbraccio e si distese sulla schiena. Si passò una mano tra i capelli e sospirò. «Hai ragione. Però stasera ho intenzione di prenotare la piscina dell'albergo solo per noi due.» «E io non ho intenzione di oppormi a questa magnifica idea.» Zlatan si portò su di lei e le diede un bacio. «Ah, sei irresistibile, lo sai?» Sveva lo guardò con aria sognante. No, era lui ad essere irresistibile. Perché gli aveva suggerito di rimanere con gli amici? Non aveva nessuna voglia di lasciare quella stanza. Non aveva voglia di staccarsi da quelle labbra, di privarsi della sensazione di beatitudine che provava stando accoccolata tra le sue braccia. Ma non poteva essere egoista. Gli diede un ultimo bacio e si alzò. Zlatan protestò ma fece lo stesso. Raccolse i suoi vestiti e dopo averla riempita di baci uscì dalla camera e raggiunse la propria.
Mezz'ora dopo, erano insieme agli altri ragazzi a fare colazione. Zlatan quel giorno si sentiva triste. Nonostante i bei momenti trascorsi con Ignazio e soprattutto con Sveva, non era riuscito a goderne appieno. Dentro di sé c'era una piccola parte che continuava a ricordargli che presto avrebbe dovuto lasciarli. Presto Milano non sarebbe stata più la sua casa e il lavoro lo avrebbe tenuto lontano anche dai suoi amici. E da Sveva. La bellissima donna con cui aveva fatto l'amore due notti di fila e che voleva continuare a trovare nel letto accanto a lui ogni mattina. Era stato molto bello quel momento. E per Sveva com'era stato? La guardò un secondo mentre faceva finta di ascoltare Mark e Ignazio. Lei stava bevendo una spremuta d'arance e non si accorse della sua occhiata. «Com'è andata la cena, allora?» La domanda di Ignazio lo strappò dai suoi pensieri. Questa volta, quando guardò di nuovo nella direzione di Sveva, lei lo stava guardando raggiante. Che bella che era. Dio, stava per allungarsi e darle un bacio. Era l'unica cosa che desiderava in quel preciso momento. Si costrinse a rimanere seduto e a voltarsi verso Ignazio. «Bene» rispose. «E dove siete andati?» Un lieve rossore comparve sulle gote di Sveva e Zlatan non poté fare a meno di sorridere. «In un ristorante dall'altro lato dell'isola.» Ignazio ridacchio. «Così lontano? Temevate che saremmo venuti a rompervi le scatole?» «Già. Ed è esattamente quello che stai facendo adesso.» Ignazio tirò un pugno sul braccio di Zlatan e risero insieme. Mark accennò un sorriso e guardò Sveva. Un'occhiata lunga e intensa. Poi tornò a rivolgere la sua attenzione ai ragazzi, senza dare molto peso allo sguardo truce di Zlatan. Era geloso, glielo leggeva in faccia. E lo capiva benissimo, perché lui provava lo stesso. Solo che, a differenza di Zlatan, lui era un uomo sposato e Sveva non gli riservava quegli sguardi pieni di amore e desiderio che invece rivolgeva all'altro. Zlatan non sapeva quanto fosse fortunato.
Dopo la colazione, il gruppo si spostò in spiaggia. Sveva giocò un poco col nipotino e poi andò a fare il bagno. Zlatan stava per seguirla ma si era appena alzato dal lettino quando il suo cellulare cominciò a squillare. Lo prese e si pentì immediatamente di averlo fatto. Era Mino. «Pronto?» «Zlatan, è fatta. Prendi il primo aereo per Parigi, domani ti aspettano per la firma del contratto.» Fu una doccia gelata. Per qualche secondo non disse niente. Sperava di riuscire a finire almeno la vacanza a Milo prima di partire. E invece... ora doveva lasciare Sveva. «Zlatan, mi hai sentito?» «Sì. Ti chiamo quando arrivo in aeroporto. » «Va bene, a dopo.» Zlatan ripose il cellulare e si voltò a guardare Ignazio e Mark. «Mi ha chiamato Mino. Devo andare a Parigi.» Mark e Abate parlarono quasi all'unisono. «Adesso?» «Sì.» «Quindi... è fatta, te ne vai...» Zlatan non riuscì a sostenere lo sguardo di Ignazio. Guardò verso la riva, dove c'erano dei bambini che costruivano castelli di sabbia e altri che correvano schizzando acqua sui passanti e ridendo spensierati. Oltre, in acqua, c'era Sveva che nuotava da sola. «Vado a salutare Sveva» mormorò. Si fermò sul bagnasciuga, l'acqua fresca gli fece venire i brividi. Guardò Sveva per qualche minuto, poi quando si era deciso ad entrare in acqua, la vide avvicinarsi. «Ehi! Non hai il coraggio di entrare? Non è molto fredda...» Si strizzò i capelli e gli sorrise. Piccole gocce d'acqua le percorrevano il corpo. Zlatan ne seguì qualcuna, poi riportò lo sguardo sul suo volto. Sveva si accorse che c'era qualcosa che non andava nella sua espressione e una parte del suo sorriso svanì. «Che hai?» «Sto per partire.» «Vuoi dire... adesso?» Zlatan fece un cenno di assenso con la testa e prima ancora che Sveva potesse parlare la prese per un braccio e l'attirò contro il suo corpo. Si chinò su di lei e le diede un bacio. Nel momento in cui le loro labbra si toccarono, il mondo attorno a loro scomparve. Niente più grida di bambini, niente più voci. Solo loro due e il leggero ondeggiare del mare. Sveva lo baciò con trasporto, sorpresa di come il suo cuore avesse reagito alla notizia che Zlatan stesse per andare via. Quando lo avrebbe rivisto? Cosa avevano significato quei due giorni per lui? Cosa ne sarebbe stato di loro due? Con quel bacio forse Zlatan le stava dicendo addio? No, Zlatan le stava dicendo che non sarebbe voluto partire. Glielo lesse negli occhi quando si staccarono. Intrecciò le dita alle sue e senza dire niente camminarono insieme e raggiunsero gli altri. Zlatan raccolse le sue cose e si avviò in albergo. Sveva lo accompagnò e lo aiutò a preparare la valigia. Prima di scendere Zlatan la baciò a lungo e quando andò via, lei si sentì persa.
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xfumblinginthedark · 2 years
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vieni qui, siediti un attimo con me. vorrei mettere in chiaro un paio di cose e non so nemmeno se rileggerò tutto il casino che sto per scrivere perché sono davvero arrabbiato, deluso, triste e so che solo scrivere buttando giù le prime cose che mi passano in mente mentre ascolto musica può aiutarmi.
allora, prima cosa. io ho notato, SO PER CERTO - e lo sai anche tu - che il nostro rapporto di amicizia è cambiato, non mi venire a dire che non è vero. quello che voglio sapere è il perché, dato che io ancora non l’ho capito, non me lo so spiegare. da un giorno all’altro mi dici che sei diventata apatica, che non provi più niente, che ti va di stare da sola. okay, ci posso pure stare, magari è un periodo o magari hai i cazzi tuoi per la testa. sei ritornata ad uscire da sola, come facevi prima di conoscere me. e va bene così, lo accetto, ti rispetto. non usciamo più tutte le sere insieme, ma ti sono vicino. eppure, io a tutta questa storia dell’ apatia ci credo ma fino ad un certo punto. e adesso ti spiego anche il perché. io ti ho vista, io le conosco bene le persone, le leggo dentro, non hanno segreti con me, le spoglio, metto a nudo le loro emozioni e tu di certo non puoi uscirtene dai miei occhi. io ti ho vista, ti ho letto dentro quando stavi male e non mi sembra che l’atteggiamento che hai adesso sia un malessere, perche questa presunta “apatia” l’hai solo con me, non con gli altri. le persone apatiche certo escono da sole, ma non se ne vanno a ballare e a ubriacarsi la domenica sera, non ridono e fanno come se niente fosse con gli altri. e allora sinceramente mi sembra che tu mi voglia, per qualche assurdo motivo che ancora non ho capito, allontanare. non mi dai più abbracci - prima ci abbracciavamo TUTTI I GIORNI, SEMPRE - non mi parli più come prima, ogni volta che ti dico qualcosa mi rispondi sempre scazzata, mi dici che non vuoi il “contatto fisico”. ma solo con me. anche gli altri se ne sono accorti. “ma che succede tra te e lei?” “tutto bene lei, come sta? con me è normale” però poi il contatto fisico lo cerchi in quella stronza, vipera, falsa, che è tutto il contrario di come sei. lo sai, hai sempre avuto un talento nell’ avvicinare ragazze tossiche che ti fanno star male. però poi com’è, perché con lei ridi e scherzi, ti fai fare e le fai i grattini, e a me levi gli abbracci che per me significavano tutto? mi diresti “perché quel contatto fisico non significa niente per me”, cazzo, e io allora che sono? ti sento più fredda nei miei confronti, più distante. c’è poco da fare, mi stai allontanando. e io ci sto male da tre settimane. non sto mangiando, piango tutte le ore del giorno, sto vomitando, non sto dormendo. “ma tu non ti devi preoccupare per me, devi pensare a te ora” già, bella scusa per levarmi dal cazzo. vorrei capire perché ti stai allontanando, perché stai inventando scuse stupide per non dirmelo in faccia. in realtà un paio di idee me le sono fatte. forse questo rapporto di AMICIZIA ti stava un po’ stretto, forse per una lesbica non è facile approcciarsi al proprio sesso se si esce sempre con un ragazzo etero che è tuo amico. o forse, ma se davvero è così non hai davvero capito un cazzo di me, forse pensi che io sia innamorato di te e mi stai allontanando per non farmi stare male. qualora sia così, posso garantirti che non è vero. ti ho sempre vista come una sorella, sei sempre stata una delle poche certezze che avevo e nel post del tuo compleanno te l’ho scritto anche, e ho anche detto che non mi stancherò mai di abbracciarti ogni volta che ti vedo. ma che succede se ti stanchi tu? per quale motivo assurdo? prima era un “mi fido di te, ti voglio bene, sei unico” e ieri nemmeno ti sei accorta che ho avuto un attacco di panico in pieno giorno, perché eri troppo occupata a fare l’apatica con la tua amica. anna mi ha chiesto come stavo, figurati. ANNA, non TU. TU che mi sei sempre stata vicina da AMICA, nient’altro. davvero, io non so più che pensare. un giorno sei importante per una persona, il giorno dopo non lo sei più. e mi incazzo perché nonostante tutto io ci credo ancora nelle persone. ma non dispero più di tanto, perché ormai ci sono abituato. sono abituato a fare l’aeroporto, le persone con me non restano mai. ci sono quando LORO stanno male davvero, poi, quando si riprendono, ti trattano come la merda. e chi rimane deluso poi sono sempre io. vaffanculo.
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