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#Giulio Einaudi Editore
stilouniverse · 1 year
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Cesare Viviani "Dimenticato sul prato", presentazione
“Da molti anni Viviani è uno dei più significativi poeti italiani. Nella sua opera si sono alternate due istanze apparentemente contrastanti: la decostruzione dei valori e dei significati dati per acquisiti e la ricerca di una parola nuda, essenziale, concentrata in sentenze dal tono ieratico e sapienziale. La nuova raccolta di Viviani trova l’equilibrio tra queste due tensioni […] (dal Catalogo…
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iannozzigiuseppe · 1 year
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Crossroads - Jonathan Franzen - Giulio Einaudi editore
Crossroads – Jonathan Franzen – Giulio Einaudi editore
Jonathan Franzen Crossroads Einaudi Una famiglia americana, gli Hildebrandt, all’inizio dei tumultuosi anni Settanta: un microcosmo di sogni, paure, rivalità e sensi di colpa. Da una parte l’imperativo antico della legge morale, dall’altra la vita degli esseri umani, emozionante, spaventosa e ingovernabile. Ancora una volta, con l’ironia e l’empatia che sono la cifra della sua letteratura,…
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alanshemper · 1 year
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“If the ruling class has lost its consensus, i.e., is no longer leading but only dominant, exercising coercive force alone, this means precisely that the great masses have become detached from their traditional ideologies and no longer believe what they used to believe previously, etc. The crisis consists precisely in the fact that the old is dying and the new cannot be born. In this interregnum, a great variety of morbid symptoms appear.”
Antonio Gramsci, Quaderni del Carcere, vol. 1, Quaderni 1–5 (Turin: Giulio Einaudi editore, 1977), 311. English translation quoted from Selections from the Prison Notebooks of Antonio Gramsci, ed. and trans. Quintin Hoare and Geoffrey Nowell-Smith (London: Lawrence & Wishart, 1971), 276. In the Italian original, Gramsci says fenomeni morbosi, literally “morbid phenomena.”
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myborderland · 6 months
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Essere vivi
Essere vivi essere vivi ora vuol dire avere sete
essere abbagliati dal sole fra gli alberi ricordare all’improvviso una melodia
starnutire
tenerti per mano
essere vivi
essere vivi ora
vuol dire minigonna
un planetario
Johann Strauss
Picasso
le Alpi
vuol dire imbattersi in tutte le cose belle e poi
essere attenti e opporsi al male che vi si nasconde
essere vivi
essere vivi ora vuol dire poter piangere
poter ridere
potersi arrabbiare
vuol dire libertà
essere vivi
essere vivi ora
vuol dire un cane che abbaia in lontananza ora
la terra che sta girando ora
da qualche parte il primo vagito che si alza ora
da qualche parte un soldato ferito ora
è un’altalena che dondola ora è l’ora che passa ora
essere vivi
essere vivi ora
vuol dire il battito d’ali degli uccelli
vuol dire il fragore del mare
il lento procedere di una lumaca
vuol dire gente che ama
il tepore della tua mano
vuol dire vita.
©Tanikawa Shuntarô in Poeti Giapponesi, a cura di M.T. Orsi e A. Clementi degli Albizzi, Giulio Einaudi editore
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gregor-samsung · 2 months
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" Nel 1925, un manifesto di artisti francesi che si firmavano la « revolution surrealiste », indirizzato ai direttori dei manicomi, cosi concludeva: « Domattina, all’ora della visita, quando senza alcun lessico tenterete di comunicare con questi uomini, possiate voi ricordare e riconoscere che nei loro confronti avete una sola superiorità: la forza ». Quarant’anni dopo - legati come gran parte dei paesi europei, ad una legge antica ancora incerta fra l’assistenza e la sicurezza, la pietà e la paura - la situazione non è di molto mutata: limiti forzati, burocrazia, autoritarismo regolano la vita degli internati per i quali già Pinel aveva clamorosamente reclamato il diritto alla libertà… Lo psichiatra sembra, infatti, riscoprire solo oggi che il primo passo verso la cura del malato è il ritorno alla libertà di cui finora egli stesso lo aveva privato. La necessità di un regime, di un sistema nella complessa organizzazione dello spazio chiuso nel quale il malato mentale è stato isolato per secoli, richiedeva al medico il solo ruolo di sorvegliante, di tutore interno, di moderatore degli eccessi cui la malattia poteva portare: il valore del sistema superava quello dell’oggetto delle sue cure. Ma oggi lo psichiatra si rende conto che i primi passi verso la « apertura » del manicomio producono nel malato una graduale trasformazione del suo porsi, del suo rapporto con la malattia e col mondo, della sua prospettiva delle cose, ristretta e rimpicciolita, non solo dalla condizione morbosa, ma dalla lunga ospedalizzazione. Dal momento in cui oltrepassa il muro dell’internamento, il malato entra in una nuova dimensione di vuoto emozionale… viene immesso, cioè, in uno spazio che, originariamente nato per renderlo inoffensivo ed insieme curarlo, appare in pratica come un luogo paradossalmente costruito per il completo annientamento della sua individualità, come luogo della sua totale oggettivazione… "
Franco Basaglia, Le istituzioni della violenza, in:
AA. VV., L'istituzione negata. Rapporto da un ospedale psichiatrico, (a cura di Franco Basaglia; collana Nuovo Politecnico, n° 19), Giulio Einaudi editore, 1974⁷ [1ª edizione 1968]; il brano citato si trova alle pp. 129-130 (corsivi dell’autore).
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fashionbooksmilano · 1 year
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Le mie amate t-shirt
Murakami Haruki
Giulio Einaudi Editore, Torino 2022, 200 pagine, Rilegato, 14,3 x 22,4 cm, ISBN 9788806251826
euro 21,00
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Quasi tutti sanno che Murakami è un avido ascoltatore di musica, un determinato collezionista di dischi – possiede oltre diecimila vinili – o che è un patito della corsa. In pochi, però, sono a conoscenza di un’altra sua speciale e curiosissima passione: le T-shirt!   Sí, perché le magliette sono il capo d’abbigliamento che Murakami preferisce indossare in assoluto, e nel corso degli anni ne ha accumulate cosí tante che oggi il grande scrittore giapponese può vantare una vera e propria collezione, e tra le piú invidiabili. T-shirt a tema surf che arrivano dalle spiagge delle Hawaii oppure acquistate durante i viaggi negli Stati Uniti a ricordare uno speciale rituale gastronomico, le T-shirt mai indossate – scritte alquanto appariscenti o animali troppo carini -, quelle che le case editrici in giro per il mondo hanno fatto stampare in occasione dell’uscita dei suoi libri, o ancora l’emblematica T-shirt, con la sua storia affascinante, che ha ispirato il racconto Tony Takitani diventato anche un film. Dalla gioia di entrare in un negozio dell’usato pieno di dischi, all’emozione di ogni concerto, dalla gratificazione che deriva dal traguardo di una maratona allo sconfinato amore per la letteratura, Murakami ci guida alla scoperta della sua passione per le T-shirt attraverso le immagini dei suoi pezzi da collezione e i racconti a essi legati. Di fatto ci invita nel suo straordinario mondo quotidiano a passare un po’ di tempo con lui. Proprio come si fa con i vecchi amici.
08/01/23
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luigisalerno · 1 month
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paoloferrario · 2 months
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Roberto Vecchioni, Tra il silenzio e il tuono, Einaudi, 2024
Tra il silenzio e il tuono, Roberto Vecchioni. Giulio Einaudi editore – I coralli Tra il silenzio e il tuono Questo è un romanzo fatto di lettere, ma non è un romanzo epistolare come gli altri. Si alternano due voci: da una parte c’è lui, Roberto Vecchioni, che racconta a un fantomatico nonno alcuni degli episodi piú significativi della sua vita. Li riporta in presa diretta, proprio mentre gli…
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federicafaccin · 3 months
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Si mutarono in sogni (e morti) i migliori pensieri; un'eccezione ancora intatta è quella per te dovuta alla tua nascita di sogno senza risveglio, e non d'altra sostanza è fatta d'amore la follia che unisce l'universo.
[cit. Alda Merini, Un'eccezione, Confusione di Stelle, Giulio Einaudi Editore, Torino 2019, p. 80.]
Now that I'm (finally) working on the post-production of this loving project, I would like to share some selected illustrations made for @le_vanvere 's #whatasketchbook2022! Back then, I had the opportunity to let go and experiment freely, also re-working with golden and silver foil 💙 . . . . . . 2022, mixed media, original sizes: 14,8 x 21 cm.
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albanisruiz3 · 11 months
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Parcial #II
Fase 1
Los cuatro libros de la Arquitectura de Palladio
LECTURA DE ROBERTO PANE
ROBERTO PANE
Nació el 23 de noviembre de 1897 en Tarento, Italia y falleció el 29 de julio de 1987 a los 89 años en Sorrento, Italia.
Educado en la universidad de Roma, La Sapienza.
Fué un historiador de la arquitectura, arquitecto e historiador.
En 1949 fue solicitado como experto en restauración arquitectónica por la Unesco.
En 1961 asumió la dirección del prestigioso periódico Napoli nobilissima.
Uno de los principales pensadores de la sociedad italiana de su época, fue defensor de la ciudad histórica y del paisaje, luchando incansablemente contra la especulación urbanística.
Obras principales
•La casa di Loreio Tiburtino e la villa di Diomede in Pompei. Roma, Libreria dello stato, 1947
•Napoli imprevista. Turín, Giulio Einaudi Editore, 1949
•Antoni Gaudí. Milán, Edizioni di Comunità, 1964
Mausolei romani in Campania. Nápoles, Edizioni scientifiche italiane, 1957
•Attualità dell'ambiente antico. Florencia, La nuova Italia, 1967
•Il Rinascimento nell'Italia meridionale. Milán, Edizioni di Comunità, 1975
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Conclusiones
Empecemos diciendo que el autor de esta obra es Andrea di Pietro della Gondola, nacido en Padua el 30 de noviembre de 1508. Fue un importante arquitecto italiano de la República de Venecia. El artista estaba interesado en el pensamiento de arquitectos clásicos como Vitruvio y Alberti, es decir, se formó en lo que se considera la teoría de la arquitectura antigua.
Sobre el libro, Roberto ha comentado que publicó en 1570 Los cuatro libros de la arquitectura, que se considera la primera guía práctica de arquitectura residencial. Dijo que el libro contenía los proyectos puros y sencillos que Palladio quería probar en la arquitectura clásica, tanto en teoría como práctica, ilustrados con los dibujos del propio arquitecto. Allí presentó planos y normas para todos los aspectos de la construcción de villas y palacios. Muestran cómo restaurar la "grandeza arquitectónica" a la belleza y la elegancia del viejo mundo sin recurrir al alto coste de la construcción de paredes y columnas de ladrillo. En el primer libro, repasa los cinco órdenes y sus elementos constitutivos. La segunda muestra diseños diversos en planta y sección, la tercera muestra la construcción de edificios públicos, incluida la obra de Villa Pallatinas, y la cuarta está dedicada a una interpretación de la gramática de Vitruvio, que proporciona una reconstrucción pictórica del monumento . .
Cabe destacar que Palladio, como maestro renacentista, hizo una descripción sistemática y esmerada de la arquitectura romana, señalando que sus cálculos y composiciones eran más aleatorias que sistemáticas debido a su mal conocimiento de esta última.
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Experiencia
Respecto a la experiencia grupal, hicimos una actividad la cual se basó en la lectura para luego comenzar a debatirla.
Aunque al principio me sentí nerviosa, mientras transcurrió la actividad me fuí introduciendo.
Me pareció divertida e interactiva
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iannozzigiuseppe · 2 years
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Beppe Fenoglio - Tutti i racconti - a cura di Luca Bufano - Giulio Einaudi Editore
Beppe Fenoglio – Tutti i racconti – a cura di Luca Bufano – Giulio Einaudi Editore
Beppe Fenoglio – Tutti i racconti a cura di Luca Bufano Giulio Einaudi Editore «Ci sarà sempre un racconto che vorrò fare ancora.» Racconti della guerra civile, Racconti del parentado e del paese, Racconti del dopoguerra, Racconti fantastici: è in base a quest’ordine voluto dallo stesso Fenoglio che vengono qui raccolti tutti i suoi racconti. Oltre alle storie partigiane il cui nucleo tematico…
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Scelta la sestina dell'Orbetello book prize
(ANSA) – ORBETELLO, 11 MAG – Bruno Arpaia con ‘Ma tu chi sei’ (Guanda), Matteo B. Bianchi con ‘La vita di chi resta’ (Mondadori), Paolo Giordano con ‘Tasmania’ (Einaudi), Tommaso Pincio con Diario di un’estate marziana’ (Giulio Perrone editore), Elisa Ruotolo con ‘Il lungo inverno di Ugo Singer’ (Bompiani) e Igiaba Scego con ‘Cassandra a Mogadiscio’ (Bompiani): questa la sestina di finalisti per…
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myborderland · 1 year
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“leggere la poesia” di Antonella Bukovaz da “Tatuaggi”  in “Nuovi poeti italiani 6” a cura di Giovanna Rosadini, Giulio Einaudi Editore
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gregor-samsung · 2 years
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“ Per noi occidentali baciare è sempre e comunque un fatto di labbra. Mentre la filematologia, cioè la scienza dei baci, dice chiaramente che in molte culture le manifestazioni amorose non sono necessariamente orali. Ma impegnano altre parti del corpo. Gli Inuit, meglio noti come Eschimesi, per esempio, si scambiano effusioni, ma anche convenevoli, strofinandosi teneramente o calorosamente il naso. E cosí pure Malesi e Polinesiani. Charles Darwin sostiene che questo approccio nasale risalga all’età della pietra e rappresenti una forma di riconoscimento olfattivo. Una manifestazione di compatibilità corporea. Che produce empatia, simpatia, legame, ma anche attrazione, passione, simbiosi. Tanto che in alcune regioni dell’India antica al posto di baciare si usava il verbo annusare. Chi avvicinava le labbra al viso del partner, invece che «ti adoro» diceva «ti odoro». E nella Cina tradizionale, ci si baciava accostando il naso alle guance e soffiando leggermente per far arrivare il proprio profumo. Del resto, è cosa ben nota che nell’attrazione erotica giochi una forte componente olfattiva. Insieme a quella tattile e gustativa. Tutte e tre presenti nel bacio. Che, in piú, chiama in causa anche l’udito. Visto che lo schiocco, lo smack, il mwah, il chu, il pciú, il risucchio e altri suoni rappresentano l’essenziale componente rumoristica di ogni plaisir d’amour. In realtà, come suggerisce l’etologo Eibl-Eibesfeldt, il bacio labiale e linguale è molto piú diffuso di quanto appaia a prima vista. Intanto per l’origine filogenetica del gesto, derivante da operazioni alimentari ancora presenti e osservabili nelle scimmie antropomorfe. In questo senso baciarsi rappresenta la ritualizzazione di quello che in tempi remoti è stato uno scambio di cibo: nutrizione e protezione. E poi, anche nelle società in cui sembra assente, il bacio sulla bocca a un’osservazione piú approfondita può rivelarsi presente, seppure in forma latente. Infatti sono molte le culture che accanto alla confricazione nasale o frontale, praticano anche il bacio labiale. Ma ragioni di tabú, segretezza, intimità culturale hanno confinato questo gesto in una sorta di semiclandestinità. È il caso della Nuova Guinea, di Bali o del Giappone. Nel Paese del Sol Levante si dice di solito che il bacio sia stato introdotto dagli Europei. Ma il bacio linguale anche in passato non era affatto sconosciuto, tant’è vero che in certe fonti medievali si mette in guardia la coppia dall’indulgere a questa forma di effusione amorosa. Ecco perché, piú che i rapporti di coppia, a provare l’eventuale presenza o assenza del bacio, è casomai la relazione madre/figlio, che è molto meno carica di tabú e quindi piú facilmente osservabile (Eibl-Eibesfeldt 1977, p. 175). In effetti nel Giappone tradizionale il bacio tra adulti ha poco a che fare con l’affetto e molto con il desiderio, come mostrano le stampe erotiche chiamate shunga, dove compare il kuchisū, cioè letteralmente «succhiare la bocca». Si tratta di un gesto trasgressivo di estrema licenziosità e fortemente stigmatizzato soprattutto se a compierlo sono i religiosi, perché si ritiene che la loro bocca sia destinata esclusivamente a trasmettere gli insegnamenti buddisti (Shigeru 1984, pp. 466-67). “
Elisabetta Moro, Marino Niola, Baciarsi, Giulio Einaudi editore (collana Vele), 2021 [Libro elettronico]
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lamilanomagazine · 1 year
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Beppe Sebaste vince il premio Wondy per la letteratura resiliente nella sua VI edizione col romanzo "Una vita dolce" (Neri Pozza)
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Beppe Sebaste vince il premio Wondy per la letteratura resiliente nella sua VI edizione col romanzo "Una vita dolce" (Neri Pozza). È Beppe Sebaste con il romanzo “Una vita dolce” (Neri Pozza), il vincitore della sesta edizione del Premio Wondy di letteratura resiliente, annunciato ieri sera al Teatro Manzoni di Milano nel corso della tradizionale serata di festa tra parole e musica che accompagna la premiazione, presentata da Drusilla Foer e Alessandra Tedesco, con la partecipazione di numerosi ospiti illustri tra i quali: Levante, la pianista Giuseppina Torre, Valerio Aprea, Francesca Cavallin, Fiammetta Cicogna, Vinicio Marchioni, Vittoria Puccini e Alessandro Roia. Paola Cereda con il libro "La figlia del ferro" (Giulio Perrone Editore) è invece la vincitrice decretata dalla giuria popolare. È stata inoltre assegnata una menzione speciale alla fumettista italiana Icaro Tuttle per il graphic novel “La cura – Storia di tutti i miei tagli” (BeccoGiallo). La Giuria Tecnica, presieduta da Umberto Ambrosoli e composta da Stefania Auci, Federica Bertoni, Alessandra Casella, Fabio Genovesi, Luca Dini, Francesca Mannocchi, Gaia Manzini, Emanuele Nenna e Gianni Turchetta, si è così espressa nella motivazione: “Fin dal titolo del libro, la “dolcezza” è una dichiarazione programmatica di resilienza: la “vita dolce” è infatti proprio una vita che si scontra ogni giorno con la realtà dolorosa di una malattia terribile. Eppure, è una vita che a ogni istante viene vissuta con incrollabile tenerezza, e persino con ironia. Una vita dolce racconta l’Alzheimer di S., la compagna del narratore: “Io e S. ridiamo e piangiamo molto”, scrive Sebaste; ma “ridere è una sfaccettatura della perdita”. Ridono, ma anche cantano e ballano, creando una sorprendente “Zona Temporaneamente Liberata”. La privatissima esperienza raccontata riguarda in realtà tutti, e dà luogo a una serie inesauribile di rivelazioni, in un confronto permanente con il sacro e la verità: perché è la stessa malattia a dare rilievo all’assolutezza del “qui e ora”, a quell’“adesso che è sempre” e che illumina “l’eternità come simultaneità”. "Ricchissimo sul piano intellettuale, il libro è anche sempre carico di poesia: a cominciare dal quotidiano scambio di haiku fra il narratore e S., nella lotta contro il progressivo disintegrarsi della memoria. Alla storia principale si intrecciano poi altre storie: come quella della relazione con l’altra compagna di vita del narratore, la geniale artista Cathy Josefowitz. Dentro la cornice narrativa, Una vita dolce accoglie materiali diversissimi: ricordi; citazioni; meditazioni; aforismi. Questo densissimo Zibaldone è anche una riflessione sul senso della scrittura: “Tutta la letteratura è un esercizio di resistenza e liberazione dalle illusioni”. Grazie a Sebaste, ora lo sappiamo meglio: l’atto stesso di scrivere è una forma di resilienza.” Le altre opere finaliste erano: “La bambina sputafuoco” di Giulia Binando Melis (Garzanti), “La figlia del ferro” di Paola Cereda (Giulio Perrone Editore), “Tuamore” di Crocifisso Dentello (La Nave di Teseo), “Sarà solo la fine del mondo” di Liv Ferrachiati (Marsilio), e “Trema la notte” di Nadia Terranova (Einaudi). Al vincitore va un premio di 5000 euro e un'opera su tela dell'artista Luca Tridente, le cui opere donate nelle scorse edizioni sono state inserite nel Catalogo dell'arte moderna (Editoriale Giorgio Mondadori), considerato un punto di riferimento per l'arte moderna e contemporanea. Un premio di 2000 euro è stato invece assegnato alla vincitrice della giuria popolare. Prima della serata è stato organizzato un momento dedicato a giurati e finalisti in collaborazione con PizzaAut, il primo locale in Italia gestito da ragazzi con autismo, fondato da Nico Acampora. Il progetto nasce come laboratorio di inclusione sociale e, grazie anche all’amicizia del fondatore cresciuta negli anni col presidente dell’Associazione Wondy Sono io Alessandro Milan, ha portato al Teatro Manzoni le Gourmaut, pizze realizzate sul momento e servite dai ragazzi di PizzaAut. La sesta edizione del Premio Wondy è organizzata dall’associazione “Wondy Sono Io”, quest’anno in collaborazione con il settimanale F, con i Main Sponsor Banco BPM, Cassa Depositi e Prestiti (CDP), Community, Mindful Capital Partners (MCP), Tendercapital e gli Sponsor Tecnici Collistar, Lions Club International, MASI, PHYTO-L’energia della natura, PizzaAut, Planetaria Hotels e Yamaha.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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luigisalerno · 2 months
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