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#disegno e design
fashionbooksmilano · 2 years
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Giappone  Disegno e Design
Dai libri illustrati Meiji ai manifesti d’arte contemporanea
catalogo a cura di Rossella Menegazzo e Eleonora Lanza
Nomos Edizioni, Busto Arsizio 2021 ,240 pagine, 23 x 30 cm.,ISBN  979-12-5958-015-3
euro 29,90
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Mostra Varese, Museo Civico Arte Moderna e Contemporanea, 26 giugno 2021 - 11 settembre 2022
Ecco una straordinaria panoramica della grafica giapponese raccontata sia attraverso i motivi decorativi – alcuni dei quali firmati da noti artisti e di grande interesse dal punto di vista storico e artistico – creati per ispirare la produzione artigianale dell’epoca (tessuti, ventagli, vasi, e oggetti di vario genere) sia attraverso una rassegna di manifesti d’arte contemporanea. I motivi decorativi furono tutti raccolti e pubblicati tra il 1890 e il 1908 (epoca Meiji) da Unsodo, noto editore di Kyoto tutt’ora in attività, e danno vita ad una collezione di libri antichi di grande valore, esposta per la prima volta in mostra nella sua interezza. Tra gli artisti più importanti pubblicati spiccano i nomi di Kamisaka Sekka, Furuya Kōrin, Kōno Bairei e Takeuchi Seihō… I libri della collezione sono stati realizzati a stampa con tecnica silografica (stampa da matrice in legno) in policromia anche con uso di colori metallici (oro e argento) o con il solo inchiostro nero. Esemplari simili o edizioni dello stesso anno sono conservati in grandi istituzioni museali del mondo, come il Metropolitan Museum di New York, la Freer|Sackler Library di Washington D.C., il Museum of Fine Arts di Boston e quello di Houston.
06/10/22
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Francalanci alla Galerija Jovan Popovic centro Culturale di Opovo
Dal 22 Novembre al 22 Dicembre 2022 Presso la Galleria Popovic del centro Culturale di Opovo in Serbia si terrà una mostra personale del Francalanci.
Vi saranno esposte oltre trenta opere stampate con tecnica cromogenica, opere in bronzo, acquerelli e due rari modelli di studio in legno ed elementi di design.
A oд 22. новембра до 22. децембра 2022. године, зна се где смо! У Галерији Поповић, Културни центар Опово, на изложби мог пријатеља Масима - Етрурца, који се заувек заљубио у нашу Винчу!!!
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lunamagicablu · 1 month
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Nulla è frutto del caso. Dietro ad ogni vita vi sono un disegno ed un piano perfetti, e tu fai parte di quest’unità e dunque anche di questo disegno e piano perfetti. Quando vedi accadere cose strane e te ne chiedi il motivo, soffermati ad esaminare come ciò si articola scoprirai che esiste una ragione per tutto. Le motivazioni possono sorprenderti, ma anziché combatterle, sii invece pronto ad accettarle e ad imparare da esse. La vita dovrebbe trascorrere senza sforzi: un fiore non lotta per poter sbocciare al sole, perché dovresti allora lottare per sbocciare attraverso la grazia del Mio infinito amore? Se così è, dipende da te e non fa certo parte del Mio disegno e del Mio piano perfetti per te. La semplicità è il Mio marchio, vivi dunque in maniera semplice. Resta costantemente in contatto con Me e visualizzati mentre sbocci nel Mio amore. [Da: Le Porte Interiori: Meditazioni Quotidiane – Eileen Caddy] art _by_ashvillia_ *************************** Nothing is the result of chance. Behind every life there is a perfect design and plan, and you are part of this unity and therefore also of this perfect design and plan. When you see strange things happening and wonder why, stop to examine how it works and you will discover that there is a reason for everything. The reasons may surprise you, but instead of fighting them, instead be ready to accept them and learn from them. Life should pass without effort: a flower does not struggle to blossom in the sun, why should you then struggle to blossom through the grace of My infinite love? If so, it is up to you and is certainly not part of My perfect design and plan for you. Simplicity is My mark, so live simply. Stay constantly in touch with Me and visualize yourself blossoming in My love. [From: The Interior Doors: Daily Meditations – Eileen Caddy] art _by_ashvillia_
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mezzopieno-news · 6 months
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LA VALLE CHE SALVA I LIBRI DAL MACERO
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Salvare i libri dalla discarica, in un periodo in cui la carta rischia di essere sostituita dal digitale e la cultura sembra essere sempre più volatile.
Un’iniziativa nata nelle valli piacentine dove un gruppo di amici appassionati di libri ha deciso di costruire un’alleanza tra territorio e letteratura, creando un percorso che unisce alcuni Comuni della bassa val Trebbia in una filiera di rinascita del libro. Un sentiero dove dare la possibilità ai vecchi libri destinati al macero di tornare a vivere, di essere conosciuti, riscoperti, venduti, trasformati e valorizzati attraverso la nascita di piccole attività artigianali e artistiche di legatoria, grafica, fumetto, disegno e in generale di valorizzazione della cultura e del territorio, per riportare interesse in zone che hanno bisogno di essere ritrovate e non dimenticate, come i libri. Un modo per dare opportunità di lavoro ai giovani ma anche di salvare le collezioni di libri di privati che con le loro donazioni trovano nuovi spazi alternativi al macero.
La rete della ‘Valle dei libri’ è nata ad ottobre e comprende oggi 5 Comuni: Calendasco, Gragnano, Gazzola, Agazzano e Piozzano situati nella Val Luretta, che hanno messo a disposizione spazi e locali dove i libri donati stanno trovando posto. “L’idea è quella di caratterizzare ogni Comune con un genere; per esempio, nel castello di Rivalta confluiranno titoli di arte, architettura, design, a Gragnano, nell’ex cinema, troveranno posto libri di cinema, teatro, musica e danza” racconta Giangiacomo Schiavi, editorialista del Corriere della Sera ideatore del progetto insieme a Lanfranco Vaccari, già direttore del Secolo XIX.
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Fonte: Libertà; con il gentile contributo di Giangiacomo Schiavi; foto di Bsr Gulluk
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sciatu · 11 months
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Il mare al mattino
è un prato di luce
un lenzuolo luminoso
immobile nell’infinito
è uno specchio abbagliante
per il grande cielo
vestito di un timido azzurro.
Il mare al mattino
immobile sogna
come un bambino
fiabe leggere
e baci di luna.
Il mare al mattino
ascolta i cuori dei marinai
vede il lento risveglio
delle case degli uomini
sente il primo canto
di assonnate cicale
segue nel cielo
i primi voli dei gabbiani
che inseguono il vento
Il mare al mattino
è la culla del caldo
di quest’assolato agosto
è un’orchestra silenziosa
che accorda gli strumenti
è il disegno delle correnti
che dal profondo risalgono
a salutare il cielo degli uomini.
Il mare al mattino
è il sorriso della natura
di quella che di giorno offendiamo
e di notte rinasce immutata
amorevole e benevola
con l’abbraccio di una madre.
The sea in the morning is a meadow of light, a luminous sheet, motionless in infinity, it is a dazzling mirror for the great sky dressed in a shy blue.
In the morning, the sea, motionless, dreams, like a child, of light fairy tales and moon kisses.
The sea in the morning, hears the hearts of sailors, sees the slow awakening of men's houses hears the first song, of sleepy cicadas follows in the sky, the first flights of seagulls, chasing the wind
The sea in the morning is the cradle of the heat of this sunny August it is a silent orchestra that tunes the instruments it is the design of the currents that rise from the depths to greet the sky of men.
The sea in the morning is the smile of nature that we offend during the day and is reborn unchanged at night, loving and benevolent
with a mother's hug.
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jazzluca · 19 days
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BUMBLEBEE ( Deluxe ) Studio Series GAMER EDITION 01
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Fra i nuovi Studio Series Gamer Edition non poteva mancare la versione videoludica di BUMBLEBEE, esordito nell'ormai classico e mitico War for Cybertron, ed anche per lui si pone giocoforza il confronto con il modellino originale Generations del 2010.
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Iniziamo bene dalla modalità veicolare di AUTO CYBERTRONIANA, davvero fedele nella sua forma di mouse con le ruote, indovinato già nel suo design originale che richiama le forme di quella che diverrà la forma terrestre di Maggiolino: ovviamente il Deluxe del 2010 parte avvantaggiato, e non solo per la stazza maggiore, ma anche per i finestrini laterali in plastica trasparente ed i cerchioni delle ruote idem con l'effetto "Tron" efficacissimo per questi veicoli.
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Ma nel suo piccolo il SS GE si difende bene, risultando compatto e fedele, e pure con qualche dettaglio in più… magari non sulle ruote, ma le strisce rosa neon ci sono anche sui fari frontali, ecco, anche se poi non hanno manco dipinto il lunotto posteriore, vabbè! ^^'
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Il veicolo può ospitare le 3 armi accessori di cui è provvisto il modellino, con l'arma leggera nascosta sotto l'auto, quella pesante sopra il tettuccio ( ma volendo vi si può posizionare quella leggera, ma non il contrario ), mentre la spada si attacca sul retro negli appositi perni… non il massimo, ok, ma almeno ha un posto dove stare.
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La TRASFORMAZIONE a grandi linee è come il Deluxe originale, col muso che si abbassa a divenire il petto del robot, le ruote anteriori che finiscon sugli avambracci e mentre la parte posteriore laterale diventa le gambe, ma il COME è ben diverso, con soluzioni niente male sia nelle gambe che sopratutto nelle braccia, che risultano più game accurate e snelle.
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Il WfC Generations originale era davvero ben fatto, dicevamo, ed anche il ROBOT non era da meno, ma era parecchio fuori scala nel suo essere un Deluxe bello "pieno" con di fianco il collega Optimus della stessa classe, mentre ora questo Bumblebee è giustamente più basso di una testa di un Dlx medio ( ma non meno pesante, almeno! ) e ancor meglio hanno reso Prime un Voyager!
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Ma tornando a Bee, nonostante la statura ridotta si presenta ben strutturato e simile al modello in CGI, meglio in alcune parti come le braccia, meno in altre come le gambe, che hanno sì una trasformazione interessante, si diceva più su, ma a scapito di una resa estetica un po' piatta, soprattutto rispetto al Generation del 2010, con le ruote che guarano all'interno delle caviglie ma senza più i dettagli in rilievo sulle gambe.
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La zainata sulle spalle è meno ingombrante, sempre rispetto al primo Generations, mentre è un bel tocco il fatto che le spalle, con il disegno dei vetri, diventino parte della carrozzeria laterale, mentre sul design delle gambe ci ritorniamo in seguito, ma il vero elefante nella stanza è il muso del veicolo a mo' di panza che si ritrova, fermo restanto che, a dispetto delle foto promozionali pure sul retro della scatola, almeno le parti laterali esterne rientrano un po'!
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Il problema non è tanto quanto è pronunciato tale muso, che visto in alcune angolazioni è anche un po' sopportabile da vedere, quanto che ha pure lo stomaco inglobato all'interno, dandogli un'aria ulteriormente tozza. E sopratutto se di fianco si ritrova il modello precedente, ben più proporzionato a livello di busto.
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Vorrei dire che almeno lo SS ha qualche articolazione in più rispetto al suo predecessore di 14 anni fa, ma neanche, anzi peggio, visto che gli manca quella della rotazione dei pugni, e tecnicamente pure l'inclinazione delle caviglie verso l'interno, data la disposizione delle gambe, che a sto punto mi viene da chiedermi se non siano sistemate rovescie per sbaglio di default, allorchè bisognerebbe ruotare il bacino e le cosce di 180° ciascuno per avere la posabilità cavigliare e pure delle gambe più eleganti a vedersi, senza le cerniere a metà polpacci!
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Interessante il discorso di avere due blaster diversi ed una spada come accessori, quest'ultima pure davvero ben scolpita con tanti ghirigori sulla lama: se la spada s'impugna normalmente, le armi da fuoco vanno sistemate sostituendo il solo braccio destro, come già visto per Optimus, solo che tale arto poi però non trova più posto nel robot, come invece era per Prime che se lo poteva almeno appendere… dietro il sedere, e quindi resta orfano e abbandonato a se' stesso! ^^'
( Perlomeno entrambe le bocche di fuoco posso appendersi dietro la schiena, dai!! ^^''' )
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Insomma, per questo o per quello manca un tanto così perchè questo Bumblebee WfC sia un bel modellino a tutto tondo, che su alcune lacune ci si può passar sopra, non sia mai, ma altre magari sono proprio fastidiose sopratutto se si considera che NON è la prima incarnazione modellistica del giocattolo ED è pure fatta in una linea filologica per collezionisti dove la regola numero 1 dovrebbe essere la somiglianza alla controparte filmica / cartoonesca / videoludica che sia.
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Per fortuna, ripeto, ci sono soluzioni innovative interessanti a livello di trasformazione o estetica del veicolo e robot, ma queste sono poi bilanciate in peggio da altre peggiorative, quindi direi che chi ha già il Deluxe del 2010 e non gli interessa la scala, può tranquillamente tenerselo stretto, mentre questo SS può andar bene a che non ha l'originale WfC e comunque ama alla pazzia i personaggi di quel videogioco e quindi vorrà collezionare tutte le uscite.
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Milano, 1913: Nasce Piero Fornasetti, un genio poliedrico che sconvolgerà il panorama del design del XX secolo. Pittore, scultore, designer, scenografo... non c'è campo che il suo estro non abbia toccato.
Primogenito di una famiglia benestante, era predestinato a seguire le orme del padre nell'import-export. Ma il suo animo ribelle anelava a ben altro: il disegno. Espulso dall'Accademia di Belle Arti di Brera per insubordinazione, Fornasetti si forma alla Scuola Superiore d'Arti Applicate.
Il successo arriva nel 1933 con i suoi foulard di seta stampata alle
Triennali di Milano. Incontra il maestro Gio Ponti, con cui collabora a stretto contatto, pubblicando le sue opere su riviste come Domus e Stile. Un sodalizio che darà vita a opere memorabili.
Le sue opere diventano inconfondibili: rigore, fantasia e ironia si fondono in oggetti, mobili, scenografie e costumi. Ma se c'è un elemento che urla "Fornasetti" a gran voce, sono i suoi volti.
Nel 1952, sfogliando una rivista, Fornasetti resta folgorato dal viso di Lina Cavalieri, cantante d'opera dalla bellezza abbagliante. In lei trova la musa ispiratrice: il volto ideale a cui dare forma alla sua arte.
Nasce così la leggenda: la serie dei volti di Fornasetti. Infinite variazioni su Lina Cavalieri, una bellezza classica che diventa protagonista di piatti, mobili, lampade e qualsiasi oggetto Fornasetti possa immaginare.
Fornasetti muore nel 1988 lasciando un’eredità senza tempo, un pioniere visionario che ha tracciato un solco inconfondibile nel panorama dell'arte e del design.
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heresiae · 1 year
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ma lo sapete quanto è difficile trovare singoli componenti elettronici a Torino?
una ricerca su google a riguardo per l'80% delle volte porta a negozi di telefonia. TELEFONIA.
e il negozio di elettronica che avevo trovato che effettivamente vende singoli componenti? diversi non li aveva. parliamo di led a diode, non motorini elettrici e i loro montanti (che poi ho scoperto che un blocca tubo va benissimo. inciso, trovare SOLO i motorini è quasi impossibile, ti danno anche le ruote. che poi non è andata male dato che le usate al posto di quelle in dotazione su una macchina programmabile e funzionano meglio). aveva anche finito le resistenze 1k (ho soperto che l'omega significa Ohm e la k è il kilo, ovviamente. cosa significhino nel concreto ancora non lo so, ma finché riesco a distinguere il simbolo della resistenza e il loro valore su disegno di tracciato, va tutto bene. poi mi hanno detto che le 1.2k vanno bene uguale per le luci, quindi ora sono molto confusa).
domani sera andrò in un altro non troppo distante dal lavoro, perché il resto l'ho comprato online (un pulsante momentaneo in metallo me lo voleva far pagare 9 euro l'uno e io con 10€ ne ho comprati tre da 19mm, con 7€ sei da 12mm). anche gli interruttori tondi non li aveva se non in rosso e nero e non è che mi metto a dipingerli (e online te li vendono solo in bulk. speravo di poter evitare).
ovvio che non voglio comprare online i led a diode, me ne danno 200. io ne ho bisogno 9. solo che è un led a cambio colore automatico quindi potrei dovermi attaccare al cazzo a na certa.
ero entrata con una lista per una decina di cose e ne ho comprate tipo 4. non mi ricordo che mio padre facesse così tanta fatica, ma in effetti lui non ha mai cercato di costruire busy box da instructables cercando di convertire tutto (misure, disegno, materiali) dall'americano all'italiano (con gli interruttori è stato... interessante xD).
(e cmq col piffero che uso tutto quel fil di ferro e colla a caldo per fissare le cose. si faranno per bene, con viti, dadi - i pulsanti hanno tutti i loro dadi, why did he glue them?!? - e filo come si deve. tranne le lampadine. che, tra l'altro, non ha usato ferma cavi, sono ferma tubi anche quelli. ingegnoso però. si, ho trovato TUTTO. tranne i led multicolore...).
(ah, se volete farlo, sappiate che le misure del taglio laser son tutte da rifare. appena ho convertito la visualizzazione da pixel a cm praticamente era tutto ristretto di un 10-20% rispetto alle misure attuali. riposizionare i buchi per il motorino è stato simpatico! anche perché Inkscape, a differenza di tutti i programmi di design che ho usato, non ti da la distanza tra un oggetto e l'altro semplicemente alla selezione e comando da tastiera... malnati. la prossima volta ci provo con figma, vediamo come va...).
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automatismascrive · 8 months
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Un consiglietto corto per dei fumettini a tempo: ShortBox Comics Fair 2023
Ciao cari. Un blog meno discontinuo e raffazzonato dedicherebbe diversi paragrafi a scusarsi per l’assenza prolungata, spiegherebbe nel dettaglio ciascuno dei motivi che hanno portato ad un completo stop di pubblicazione e perché no, darebbe succosi aggiornamenti sulla vita privata del suo curatore, ma come è chiaro ed evidente questo è proprio un blog discontinuo e raffazzonato: un post ogni tanto, quando a) mi capita sotto il naso qualcosa di interessante (frequenza: alta) e b) la vita mi permette di trovare le energie per scrivere della suddetta cosa interessante (frequenza: beh, lo vedete da voi). Dunque senza perdere ulteriori energie a spiegare i motivi dei miei dilatati tempi di postaggio, passiamo all’argomento del microconsiglio di oggi: la ShortBox Comic Fair, edizione 2023.
Come specificato nelle succinte ma esaustive FAQ del sito, l’evento funziona come una classica fiera del fumetto, semplicemente in formato virtuale: gli artisti selezionati hanno diversi mesi per sceneggiare, disegnare ed eventualmente colorare un fumetto completo, che sarà poi ospitato nella bacheca virtuale del sito e venduto esclusivamente in PDF per cifre piuttosto modiche (si va dalle 2 £ alle 10 £ per i fumetti più lunghi); l’artista può eventualmente decidere di rendere disponibile il suo fumetto anche al di fuori delle tempistiche della fiera, che dura fino all’ultimo giorno di Ottobre, ma le regole stabilite dal sito prevedono che i diritti di pubblicazione della ShortBox cessino con la fine del mese – si tratta dunque in buona parte di fumetti a tempo, disponibili per poche settimane ad un costo modico. Ho scelto dunque di comprarne tre per farmi un’idea del genere di materiale ospitato, degli artisti coinvolti e certo, anche perché sospettavo che ci sarebbe potuto scappare un consiglietto (guarda un po’, sempre a pensare al lavoro) – e non ho avuto torto, perlomeno nel caso di due dei tre fumetti acquistati.
Iron (Alissa Sallah)
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Sfortunatamente la fiera non offre tavole dei fumetti da usare per recensioni e segnalazioni, quindi mi limiterò a postare altri lavori degli artisti citati. Notare che Sallah ha uno stile molto variegato.
Or, leader di Ferrum Magalo e attualmente impegnato in una guerra che sembra destinato a perdere, ha una speranza: convincere uno dei principi dell’Argntum, nazione notoriamente (anzi, “violentemente”, come ci viene segnalato nel testo) neutrale, ad entrare in battaglia e ad uscirne vincitore per compiere la profezia che viene annunciata ormai da anni dai profeti – che godono di ben poca fiducia presso la popolazione, considerando quanto poco azzeccano previsioni semplici come quelle del tempo. Tuttavia la situazione è talmente disperata che Or decide di partire alla volta della montagna sulla vetta della quale dovrebbe risiedere il principe Vrgl; vetta piena di pericoli nonché pattugliata da mistici uomini-angelo dalle straordinarie abilità, che testeranno il coraggio e la risolutezza del nostro protagonista, anche perché ad attenderlo non ci sarà certo una persona particolarmente collaborativa...
Sarò onesta: la storia è davvero tutta qui. Complice il numero di pagine davvero esiguo (27, includendo titolo e bio dell’autrice) la vicenda raccontata è estremamente essenziale, priva di ribaltamenti, sviluppi nelle relazioni tra i due personaggi rilevanti che non vadano oltre l’ovvio e in generale poco incisiva nei momenti cardine che dovrebbero avere un certo impatto emotivo – come quello del rituale che lega Or a Vrgl. Quello che davvero spicca di questo fumetto è lo stile di disegno: fin dalla copertina è davvero semplice riconoscere in quei corpi slanciati, nei visi delicati e nelle proporzioni una chiara ispirazione agli shōnen-ai/yaoi di qualche decennio fa, o, per andare a pescare manga un filo più recenti, alla produzione delle CLAMP; l’intero fumetto combina questa cifra stilistica con una certa originalità nel design dell’armatura del protagonista e nelle armi utilizzate, nonché nella fauna incontrata nel corso del viaggio – con design che non sfigurerebbero troppo di fronte al bestiario di uno Shin Megami Tensei qualsiasi.
Tuttavia, qualsiasi carica sensuale ed erotica promessa dalla copertina piuttosto suggestiva nonché dal content warning viene del tutto abbandonata con il passare delle pagine, privando quindi il fumetto del nocciolo essenziale alla base dello stile a cui si ispira senza però rimpiazzarlo con delle ritualità o dei gesti altrettanto forti; la storia fatica a compensare il suo formato estremamente ridotto con immagini dalla potenza tale da coinvolgerci in una vicenda così breve, mancando oltretutto di arguzie particolari nello storytelling e anzi spesso e volentieri ricorrendo a dialoghi piatti e occasionalmente in un inglese un po’ stentato. Insomma, se vi interessa per studiare uno stile così particolare non è una brutta idea acquistarlo, ma il mio consiglio è che a fronte di un budget limitato conviene tuffarsi su altro.
Ocean (Lucie Bryon)
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I character design con gli orecchioni sono una mia debolezza.
Toots & Boots sono due agenti segreti della continuità spazio-temporale (smaccatamente inseribili in quel filone di film che ha come capostipite Men in Black) a cui è stata affidata l’ennesima missione di routine: tornare negli anni duemila, trovare il bersaglio colpevole degli smottamenti sulla linea temporale e riportarlo alla base; l’unica peculiarità della missione sembra essere nella natura del suddetto bersaglio – un adorabile gattino – almeno fino a quando il trasmettitore dal design appropriatamente didascalico smette di funzionare, bloccandoli nel ventunesimo secolo senza un soldo e senza la maggior parte delle competenze che permetterebbero loro di trovarsi un lavoro, una casa in affitto o anche solo un pasto caldo… Inizia così la lunga vacanza di Toots & Boots, che vedremo ritagliarsi il loro spazio nella ridente cittadina marittima di Châtelaillon grazie ad un inaspettato colpo di fortuna che permette loro di diventare parrucchieri improvvisati nonostante la loro inesistente competenza in materia di tagli di capelli (come evincerete facilmente dalle loro assurde pettinature).
Per quanto la vicenda sia facilmente prevedibile nei suoi sviluppi, i siparietti che vedono i nostri protagonisti alle prese con la vita quotidiana della cittadina sono divertenti e strappano più di un sorriso; ciascun personaggio ha una fisionomia riconoscibile ed espressiva che permette di affezionarsi facilmente al ristretto cast e di seguirne le vicende con trasporto. Oltretutto, il tratto semplice e netto delle prime vignette, assieme alla palette essenziale nera, bianca e blu, fa spazio man mano che passano i giorni – scanditi dal diario di Toots – a delle linee più morbide e soffici, e a colori pastello che accompagnano il rilassarsi dei due protagonisti, che piano piano iniziano a dimenticare la loro missione originaria per scoprire che una vita tranquilla fatta di appuntamenti, gelati e giri in motocicletta potrebbe essere migliore di quella che hanno vissuto fino a quel momento. È anche questo accorgimento che ci avvicina emotivamente ai due agenti e ci tiene almeno un po’ con il fiato sospeso fino alla fine, curiosi di sapere se entrambi decideranno di tornare alla loro vita precedente o se invece almeno uno dei due farà una scelta differente… Sempre che la loro organizzazione lo permetta.
Insomma, un fumetto assai simpatico che utilizza bene lo spazio a disposizione per raccontare una storia prevedibile ma ben narrata nei suoi elementi essenziali, nonché disegnata in maniera adorabile. Approvato!
When Death Comes, I Will Follow (Val Wise)
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Full disclosure: ucciderei un numero significativo di persone per imparare a disegnare come Wise.
In ordine di gradimento crescente, ecco il mio fumetto preferito tra i tre che ho avuto l’opportunità di leggere. Lady Elaine, nobildonna e cavaliere, siede alla tavola della sorella Charlotte, unica suora che rimane ad abitare un monastero ormai deserto; sono entrambe sopravvissute alla morte per mano di quelle che Charlotte chiama le Donne Piangenti (Lamenting Ladies) – misteriose entità attratte dalla morte che uccidono chiunque si trovi vicino ad una persona che esala l’ultimo respiro – per tenacia o per puro caso, ma si trovano in quel momento ad un bivio: rimanere assieme rischiando che la morte accidentale dell’una condanni anche l’altra, o Lady Elaine dovrebbe ripartire immediatamente, continuando ad errare in totale solitudine? Come se non bastasse, Charlotte non ha detto tutta la verità circa la strage avvenuta nel monastero…
La prima cosa che salta all’occhio di When Death Comes è indubbiamente la struttura delle tavole: lo sfondo delle vignette, inchiostrate in bianco e nero, è infatti decorato in maniera coerente rispetto ai dialoghi o agli avvenimenti, talvolta rappresentando un nesso logico fondamentale – ad esempio, quando Charlotte offre della carne ad Elaine che ricorda il cavallo morto, accasciato sullo sfondo, di cui si è probabilmente cibata; assieme alla gestualità e alla forte componente non-verbale presente in tutte le tavole, che anziché venire soffocate da enormi balloon pieni di spiegazioni sono caratterizzate da dialoghi brevi, secchi ma perfettamente comprensibili, questi espedienti aiutano ad immergere il lettore nella cupa atmosfera di queste sessantaquattro pagine. La scelta assai felice di non mostrare mai le cosiddette Donne Piangenti fino alla fine, e anzi di alludervi solo in termini vaghi e criptici, risulta particolarmente azzeccata per aumentare il senso di tensione che trasuda da ogni interazione tra i personaggi, tragicamente consci della fragilità del loro corpo (e soprattutto di quello altrui) che potrebbe in qualsiasi momento portare a conseguenze disastrose.
Altro punto di forza che mi preme sottolineare sono i dialoghi: se la prosa di Iron era a tratti un po’ rigida e sgradevole, ciascuna delle interazioni tra Elaine, Charlotte e un terzo personaggio di cui non dirò nulla di più sono curate, realistiche e decisamente abili nel restituire le dinamiche che si possono creare tra persone che vivono una situazione di costante attesa per qualcosa che potrebbe come non potrebbe avvenire. Tensione che esplode nel finale, in maniera del tutto coerente con gli avvenimenti precedenti e lasciando un senso di smarrimento non solo nei personaggi sopravvissuti, ma anche nello stesso lettore. Insomma, fatico a trovare qualche pecca in questa storia che raggiunge esattamente l’obbiettivo che si prefigge in così poche pagine; spero solo che un’ambientazione così promettente possa essere riutilizzata dall’autore anche per un fumetto più lungo, visto che spulciando il resto della sua produzione mi pare di capire che questi temi siano particolarmente nelle sue corde.
… And more!
Le mie risorse mi hanno permesso di acquistare solo tre dei fumetti esposti, ma spulciando il catalogo è molto facile trovare altre opere accattivanti: c’è Pearl Hunter, della bravissima Hana Chatani di cui ho avuto l’occasione di leggere Love Condemns Me (se lo trovate in giro, lettura super consigliata a chiunque interessi La sirenetta in tutte le sue varianti), c’è Pinball Wizard, che accompagna una descrizione da shōnen manga con uno stile di disegno incasinato ma buffissimo, e c’è History Grows Like a Tumor, dalla palette essenziale e dalla premessa assai intrigante… E molti altri titoli che vuoi per il prezzo irrisorio, vuoi per lo stile peculiare o per l’idea alla base sembrano meritare una lettura. Di certo dal cestone della ShortBox Comic Fair è possibile pescare anche roba noiosa o deludente (come nel caso di Iron), ma se volete fare una prova e destinare una parte del vostro budget mensile all’acquisto di qualche fumetto di artisti contemporanei non posso che consigliare questa fiera.
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fashionbooksmilano · 2 months
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Adele Prosdocimi - Se vuoi incedere nell'infinito cammina nel finito da ogni parte
Colpo di fulmine edizioni, Verona 2007, 64 pagine, 15x21cm
fotografie di Mici Toniolo,Giovanni Ricci, Annalisa Guidetti, Nicolò Lombardi, Giovanbattista Sannazzaro
euro 20,00
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mostra di Adele Prosdocimi ad ASSAB ONE, Milano 2007
Il progetto di questo libro è di Antonella Commellato e Adele Prosdocimi
Adele Prosdocimi è nata a Milano nel 1954, dove vive e lavora.
Da anni si dedica esclusivamente alla pittura e alla scultura.
Diplomata in Architettura al Politecnico di Milano, ha lavorato a San Francisco e a New York come grafica presso il Rolling Stone’s Magazine e successivamente come designer per l’azienda di ceramiche Country Floor. Rientrata in Italia, ha lavorato a Roma da Roberto Capucci, occupandosi del disegno tessile per le sue licenze in Giappone.
Oggetto dei suoi dipinti sono particolari di pizzi o ricami. Le forme in essi contenuti paiono rosoni gotici o particolari di tarsie orientali. Disegni fatti di luce, intrisi di una dimensione mnemonica.
30/04/24
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Francalanci alla Galerija Jovan Popovic centro Culturale di Opovo
Dal 22 Novembre al 22 Dicembre 2022 Presso la Galleria Popovic del centro Culturale di Opovo in Serbia si terrà una mostra personale del Francalanci.
Vi saranno esposte oltre trenta opere stampate con tecnica cromogenica, opere in bronzo, acquerelli e due rari modelli di studio in legno ed elementi di design.
www.massimofrancalanci.it
A oд 22. новембра до 22. децембра 2022. године, зна се где смо! У Галерији Поповић, Културни центар Опово, на изложби мог пријатеља Масима - Етрурца, који се заувек заљубио у нашу Винчу!!!
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co-arch · 2 years
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RFZ / Madonna di Campiglio
Progetto di ristrutturazione di un appartamento in un edificio degli anni ’70 vicino a Campo Carlo Magno a Madonna di Campiglio. Il progetto parte dalla ridefinizione degli spazi interni ricollocando i servizi e dando una nuova configurazione agli spazi della zona giorno. Dove prima si trovava la cucina a vista, l’idea è stata quella di creare un nuovo volume nella zona giorno, che contenesse i servizi, il nuovo bagno e un angolo cottura separato dal soggiorno ma che contemporaneamente desse ordine e ridefinisse la zona giorno. Il nuovo volume è rivestito in legno lamellare di larice con finitura naturale per rendere visibili le venature calde del legno, scandito da listelli verticali della stessa essenza. La sfida è stata quella di ripensare le classiche “perline” da montagna mantenendo il materiale ma rivedendone la tecnologia e la finitura. La zona giorno è ora delimitata dal nuovo cubo di legno servizi e dalla parete vetrata con vista sulle dolomiti del Brenta. L’uso di materiali naturali sia per il pavimento che per gli arredi su misura riscalda l’ambiente e lo rende accogliente e montano allo stesso tempo. La zona pranzo è caratterizzata dal disegno lineare di una nuova panca su misura che si accosta al tavolo e alle sedie esistenti, in stile tirolese. Sono stati ridisegnati anche i copricaloriferi in larice con fori rotondi CNC. Il corridoio è scandito dagli stessi listelli verticali, presenti sulle pareti della zona giorno, posizionati equidistanti, per dare ritmo alle pareti intonacate bianche e sono intervallati da piccoli appendini in legno di larice. Le pareti intonacate hanno una finitura materica in intonaco d’argilla per contribuire col legno al ritmo di luci e ombre. I faretti e le placche sono nere opache per enfatizzare il nuovo intervento e per creare un contrasto col legno di larice. Le maniglie IKI sono un prodotte DND anche loro scelte in nero opaco. Il corridoio porta alla zona notte: due camere doppie e un bagno, la nuova divisione dello spazio permette di avere una camera con bagno all’interno. Un’apertura quadrata con vetro flutes multirighe verso dalla camera dà luce naturale al bagno esistente, prima cieco. Per i rivestimenti dei bagni è stato usato Cosmo di 41zero42 un brand nuovo che fa ricerca sui materiali coinvolgendo i designer, uscito quest’anno nel 2021, nei colori cotto e grigio verde, dato che col suo puntinato ricorda i fiocchi di neve. Per i pavimenti di tutta la casa abbiamo scelto il larice di Fiemme 3000, materiale certificato bio a tutti gli effetti, l’azienda descrive così l’effetto benefico del materiale all’interno dello spazio: Per garantire in casa lo stesso habitat del bosco, le emissioni rilasciate dai pavimenti, sono le stesse che si ritrovano in una foresta incontaminata e, proprio come queste, agiscono in maniera benefica sulla salute delle persone. Basti pensare che si trovano l’olio essenziale di cirmolo e di abete rosso che da soli emettono nell’aria l’Alfa-Pinene, sostanza terapeutica per eccellenza, tipica dell’aria di montagna. Arredi / Furnishing CUCINA SU MISURA in LEGNO DI CIRMOLO Boiserie, armadi e pareti in legno su disegno di co.arch studio Maniglie IKI di DND design by Alessandro Stabile e Mario Scairato Luci / Lights Wall lamp TEN by FARO Barcellona Faretto da soffitto nero opaco Flos Kap80 Paralume cilindro Alpi Ganzaie by La Corallina Paralume ventola a parete Alpi Lagoria by La Corallina Paralume ventola a parete Alpi Misurina by La Corallina Architetti co.arch studio / Giulia Urciuoli e Andrea Pezzoli https://www.coarchstudio.it/ https://www.instagram.com/co.arch.studio/ Photos by Riccardo Giancola https://www.instagram.com/riccardo_giancola/ Molto felici di essere sulla homepage gi DnD Hangles https://www.dndhandles.it/projects/rio-falze-campiglio/
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maimoncat · 8 months
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Das ist das erste Bild, das ich von Waldemar gezeichnet habe. Er ist ein Wilder Mann, wie die Waldfrau vom letzten Bild, dass ich gepostet habe. Ich bin mir noch nicht ganz sicher mit seinem Design, dass sich seit 2020 schon ziemlich verändert hat. Ich hatte mir mit ihm ‘ne Geschichte gedacht, in der er als nächste Waldfee aufgezogen wurde, wofür er sich dann umentschied, als er als trans rauskam.
This is the first picture I ever drew of my oc Waldemar. He‘s a wild man, like the woodwoman from a previous post. I‘m still somewhat unsure on how I want his design to be, which changed a lot during 2021. I had this idea with him being raised to be the next local forest fairy, but then changing route when he came out as trans.
Questo è il primo disegno che ho fatto del mio oc Waldemar. È un uomo selvaggio, come la donna nell’albero che ho postato un po’ di tempo fa. Il suo design è cambiato un bel po’ dal 2020, e non sono ancora certo di come lo voglia rappresentare. Avevo immaginato che lui fosse cresciuto dai suoi con l’idea di diventare la prossima fata del bosco, il che non si fece quando fece il coming out
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chez-mimich · 1 year
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AUGUSTO BETTI, ARTISTA+DESIGNER
Tra tanto parlare di design e di designers (veri o presunti), soprattutto in questa settimana che sta terminando, quella del Salone del mobile di Rho Fiera e della Design Week -Fuorisalone di Milano, la Fondazione Sozzani, ha pensato bene di mettere in vetrina le opere di un “designer vero”, ma poco conosciuto dal grande pubblico, ovvero Augusto Betti (1919-2013), che é stato allievo di un certo Giorgio Morandi all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Le sue creazioni, anche a causa della sua ritrosia, sono sempre state esposte con parsimonia e, molto spesso, in esposizioni collettive, in mezzo a quelle di autori famosi o celeberrimi dell’arte e del design, come Enrico Castellani, Gianni Colombo, Dadamaino, Lucio Fontana, Ugo La Pietra, Piero Manzoni, solo per citarne alcuni. La mostra di Corso Como Dieci, offre una piccola ma preziosa rassegna delle sue opere d’arte e dei suoi oggetti d’arredo, a cominciare dalla magnifica poltrona “Noodle” del 1967, al tavolino “Glass”, anch’esso del 1967 e al divano “Prisma” del 1971. Gli oggetti, anche a prima vista, mostrano l’inconfondibile imprimatur degli oggetti progettati appunto da un designer “vero”: estetica che segue la funzione e non viceversa, purezza delle linee del disegno, rigore e nitore di cromie e materiali. È forse inutile ribadirlo, ma il design è tale quando sotto di esso c’è un pensiero e, le tante, forse troppe, cose inutili viste al Fuorisalone, lo dimostrano. La Fondazione Sozzani mette in mostra anche diverse “cassette”, opere sotto vetro, raffinate e ricercate, di buon impatto nel loro aspetto vagamente psichedelico, che possono ben sostituire le tradizionali tele e che ricordano, per elementi e materiali compositivi, le “diapositive preparate” di un mostro sacro del design internazionale quale fu Bruno Munari, insieme oltre a belle sculture in vetroresina. Ancora tra i pezzi d’arredamento, va ricordato il tavolo “Austere” del 1964, la sedia “Ciclope” e la magnifica lampada “Parete luce”. Il tutto concorre a ricreare quella indimenticabile e indimenticata atmosfera degli anni Sessanta e Settanta che videro la nascita del design italiano e, soprattutto, il posto di rilievo e il prestigio che seppe ritagliarsi nel mondo. Poi, storicizzando le creazioni, possiamo ben fare un paragone, con tutto il “resto”…
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vvvounds · 1 year
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Eh teso vuoi fa i disegnini pe vive ovvio che non sei abbastanza nella società
il primo lavoro di chi si occupa di disegno e design (inteso come progettazione) è osservare. se consideri che tutto ciò che vedi a partire dalle tue scarpe alla pubblicità del tuo telefono alla facciata di casa tua al tuo film preferito è stato pensato e disegnato prima di essere prodotto forse ti rendi conto che non è poi tanto ridicolo come lavoro. anzi, in una società che vive di immagini è proprio la base e il nutrimento degli occhi di tutto il mondo. forse, un giorno, li aprirai anche tu e tutti quelli che la pensano come te.
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webiosagency · 1 year
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