Tumgik
#incredibile non ce la farò mai
gaysessuale · 1 year
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avevo dimenticato di essere insonne 🤔
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drheinreichvolmer · 1 month
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IL CUORE DEL KAISER- PARTE 2
Estela , poco lontana , si concentrava, raccogliendo l'energia intorno a sé. Con un gesto delle mani, evocò un campo di forza invisibile che respingeva i proiettili e le frecce, proteggendo i compagni di Karl Franz . Le sue labbra mormoravano incantesimi antichi, e una luce pallida brillava attorno a lei, rendendola un'ombra luminosa nel tumulto.
Ad un certo punto, Karl Franz fu circondato da tre soldati francesi, pronti a sopraffarlo . Uno di loro sferrò un colpo diretto al suo petto, ma prima che potesse raggiungerla, Estela intervenne. Con un grido, estese le mani e una scarica di energia luminosa esplose dalle sue dita, colpendo i soldati e scaraventandoli a terra, incapaci di muoversi.
Karl Franz ripreso dallo stupore , guardò Estela con gratitudine e ammirazione. Ma non c'era tempo per le parole: la battaglia infuriava ancora. I soldati francesi, notando l'insolita alleata magica , tentarono di colpire Estela . Uno di loro riuscì a sfuggire al campo di forza e si avvicinò con un coltello.
Vedendo il pericolo, Karl Franz si precipitò verso di lei , ma il soldato fu più veloce. Quando sembrava che la donne fosse in pericolo, ella alzò di nuovo le mani, e una barriera di fuoco apparve improvvisamente tra lei e l'attaccante, costringendolo a ritirarsi con un urlo di dolore.
Estela , usò il momento di pausa per lanciare un potente incantesimo. Alzando le braccia al cielo, richiamò una tempesta di vento che si abbatté sui soldati francesi, confondendoli e costringendoli a ritirarsi. Alcuni furono sollevati da terra e gettati a distanza, mentre altri furono semplicemente sopraffatti dalla forza della magia.
Karl Franz , tornando a fianco di Estela , la guardò con occhi pieni di riconoscenza. << Sei incredibile! >> disse, ansimando per lo sforzo.
<< Non ce l'avremmo mai fatta senza di te. >> continuava l'austriaco
Estella con un lieve sorriso, annuì.
<< Adesso siamo pari , Kaiser >> sorrise lei un po' beffarda.
Dopo la caotica battaglia nel villaggio , Karl Franz, sapeva di dover riprendere la sua missione. Il pericolo rappresentato dai soldati francesi era solo un assaggio delle sfide che avrebbe affrontato. Doveva assolutamente ricongiungersi con il resto dell'esercito , che nel frattempo aveva ripreso la marcia .
Estela rimase in silenzio per un momento, poi parlò, con una nuova determinazione nei suoi occhi. << Devo venire con te >> disse, lasciando l'uomo sorpreso . << I francesi stanno distruggendo tutto ciò che incontrano, e la mia magia può fare la differenza.
<< Se vieni con me , devi sapere che sarà pericoloso. I francesi non sono l'unico problema. Gli stessi nostri compagni potrebbero non accettare facilmente una strega tra loro. >> replicava Karl Franz.
Estela annuì con fermezza. << Sono pronta a correre il rischio. Se posso aiutare a fermare questa guerra e proteggere gli innocenti, lo farò. E... voglio assicurarmi che tu stia bene. Karl Franz , hai bisogno di protezione e supporto. E io sarò lì per te. >>
Con questa nuova determinazione, i due si prepararono a lasciare il villaggio. Estella saluto la madre dopo essersi munita di poche provviste e delle sue risorse magiche, mentre l'uomo riprese l'equipaggiamento militare, mantenendo il suo travestimento da soldato. Partirono insieme all'alba, lasciandosi alle spalle il villaggio ferito e le memorie di una battaglia vinta a caro prezzo.
Mentre camminavano verso la strada principale per ricongiungersi con l'esercito il nobile si sentiva rinvigorito dalla presenza di Estela . Sapeva che con la donna al suo fianco, avrebbe affrontato con coraggio ogni sfida, consapevole che la sua doppia vita come soldato e donna avrebbe potuto complicarsi ancora di più, ma anche certa di avere accanto qualcuno di cui fidarsi e che credeva in lei.
Il sole stava calando all'orizzonte, tingendo il cielo di sfumature arancioni e rosate. Karl Franz e Estela cavalcavano lungo una stretta strada di campagna, circondate dal silenzio e dal fruscio delle foglie mosse dal vento. La tensione della battaglia e la fretta di lasciare il villaggio avevano lasciato spazio a una calma riflessiva. Era il momento perfetto per parlare, per conoscersi meglio.
Mentre procedevano, Estela guardò il soldato di sbieco, come se cercasse il momento giusto per iniziare a parlare.
Estela sospirò, giocando con una ciocca di capelli. << Sai, non mi sarei aspettata che avresti scoperto che sono una strega così presto. >>
Estela aveva lo sguardo perso tra i colori del crepuscolo. << Avevo otto anni quando accadde per la prima volta. Ero sola nella foresta vicino casa, giocando con alcune pietre e fiori. Ero arrabbiata con i miei genitori per una stupida lite, una di quelle cose insignificanti che sembrano così grandi a quell'età. Mentre stavo seduta lì, persa nei miei pensieri, sentii una strana sensazione dentro di me, come se qualcosa stesse rispondendo alla mia rabbia. >> spiegava la donna.
Fece una pausa, cercando di spiegare con parole semplici ciò che era accaduto. << Senza volerlo, ho fatto sollevare le pietre dal suolo. Giravano attorno a me, lentamente all'inizio, poi sempre più velocemente. Ero spaventata, non sapevo cosa stesse succedendo. Quando i miei genitori mi trovarono, mia madre , che aveva sempre sospettato qualcosa, capì immediatamente. Mi portò via in fretta, spiegandomi che dovevo nascondere i miei poteri, perché le persone non avrebbero capito e mi avrebbero trattata come un mostro. >>
Karl Franz ascoltava con attenzione, il cuore che si stringeva per la giovane Estela di allora. << Deve essere stato difficile sentirsi così.. diversa. >> disse l'uomo con empatia.
La donna dai capelli rossi annuì, lo sguardo ancora lontano. << Sì, lo è stato. Crescere sapendo di essere diversa, sentendo il peso di un segreto così grande. Non potevo parlarne con nessuno, non potevo mostrarmi per quello che ero davvero. Ero sempre isolata, anche tra la mia famiglia e i pochi amici che avevo. Dovevo nascondere la mia vera natura, comportarmi come tutti gli altri, anche se sapevo di non essere come loro. >> spiegava Estela
Karl Franz sentì un nodo alla gola. Per la prima volta, trovava qualcuno che comprendeva il peso di vivere nascondendo una parte fondamentale di sé. Poi ammise di sì con voce bassa.
<< Anche io mi sono sempre sentito fuori posto. Come se ci fosse qualcosa di sbagliato in me, perché non riesco a conformarmi a ciò che ci si aspetta da una principe. Ho sempre desiderato più di quello che mi è stato concesso, e ho dovuto nasconderlo per non deludere le aspettative degli altri. >> rispose l'austriaco.
I due rimasero in silenzio per un momento, condividendo un'intima comprensione. La loro diversità, che gli aveva sempre fatte sentire isolati , ora gli univa in un legame di empatia e complicità. Il principe sentiva per la prima volta una connessione autentica con qualcuno che, come lui , aveva dovuto lottare contro le aspettative della società.
<< Non sei solo. >> disse Estela , rompendo il silenzio con un tono dolce ma deciso. << E non lo sono nemmeno io. Possiamo essere diversi e va bene così. Anzi, è ciò che ci rende speciali. >> concluse la rossa.
Con una nuova determinazione, i due proseguirono il cammino, sapendo che, nonostante tutte le difficoltà e le incertezze, avevano trovato l'una nell'altro un'alleato e un amico . Una nuova speranza si accese nei loro cuori, una promessa di accettazione e forza reciproca in un mondo che cercava di soffocare la loro autenticità.
Nella tranquillità della notte, il Palazzo reale giaceva immerso nel silenzio, rotto solo dal sussurro del vento tra gli alberi e dal lontano rumore dei grilli. Tutti dormivano, tranne una figura inquieta che si agitava nel suo letto. Maja , la sorella minore di Astrid , stava avendo un incubo.
Nel sogno, Maja vedeva sua sorella maggiore, Astrid , in un campo di battaglia. Ella era circondata da nemici, il volto coperto di fango e sangue. Cercava disperatamente di difendersi, ma i soldati francesi avanzavano, implacabili. Maja sentiva la paura, la disperazione e la vulnerabilità della sorella come se fossero sue. Poi, all'improvviso, Astrid cadeva, e Maja si svegliava con un grido soffocato, il cuore che batteva all'impazzata
Il respiro era affannoso e la fronte coperta di sudore. La giovane principessa si alzò in fretta, cercando di calmarsi. Ma il senso di urgenza non diminuiva, anzi, cresceva sempre di più. Aveva un brutto presentimento, una paura profonda che qualcosa di terribile stesse per accadere ad Astrid . Non poteva semplicemente ignorarlo.
Decisa, Maja si alzò dal letto e iniziò a vestirsi in fretta. Indossò abiti semplici e un mantello scuro per passare inosservata. Non aveva un piano preciso, ma sapeva che doveva fare qualcosa. Doveva trovare sua sorella e assicurarsi che fosse al sicuro.
Con il cuore pesante ma determinato, sgattaiolò fuori dal palazzo, evitando con attenzione le guardie. Una volta all'esterno, si diresse verso le stalle, dove i cavalli erano custoditi. Scelse uno dei cavalli più veloci, un purosangue nero di nome Nacht, e lo sellò in fretta. Il cavallo sembrava percepire l'urgenza della situazione e rimase calmo, mentre Maja finiva di prepararsi.
Prima di montare in sella, Maja guardò un'ultima volta verso il palazzo, le torri illuminate dalla luna. Sapeva che una volta partita, non ci sarebbe stato modo di tornare indietro facilmente. Ma sentiva che era la cosa giusta da fare, che doveva essere al fianco della sorella, nonostante i rischi.
<< Ti troverò, Astrid. >> sussurrò al vento, e con un ultimo sguardo determinato, montò sul cavallo.
Mentre cavalcava attraverso la campagna oscura, il cuore di Maja batteva forte. Le stelle brillavano sopra di lei, e l'aria fredda della notte le schiariva la mente. Era spaventata, sì, ma anche risoluta. Doveva trovare Ingrid, doveva proteggerla. Non importava quanto fosse pericoloso o difficile, era disposta a fare tutto il necessario per salvare sua sorella e dimostrarle che, nonostante la sua timidezza e insicurezza, era capace di essere coraggiosa e determinata quando contava davvero.
Con ogni battito degli zoccoli del cavallo, Maja si avvicinava sempre di più al suo destino, ignorando il freddo, la paura e l'oscurità. E nel suo cuore, una preghiera silenziosa si alzava, sperando che fosse ancora in tempo.
Ingrid ed Emma continuavano il loro viaggio attraverso la campagna, sempre vigili e consapevoli dei pericoli che potevano incontrare lungo il cammino. Il paesaggio attorno a loro si faceva più selvaggio, con colline boscose e sentieri tortuosi che rendevano difficile prevedere chi o cosa avrebbero potuto incontrare.
Una sera, mentre si avvicinavano a un piccolo accampamento nascosto tra gli alberi, notarono un uomo seduto vicino a un fuoco. Il suo abbigliamento, sebbene consunto e logoro, suggeriva che fosse stato un soldato. Estela e Karl Franz si scambiarono uno sguardo di intesa, decidendo di avvicinarsi con cautela.
L'uomo alzò lo sguardo quando sentirono il rumore dei passi sulle foglie secche. Era un giovane poco più grande di loro , con barba incolta e occhi marroni stanchi, ma vigili. Quando vide Karl Franz e la donna accanto a lui, si irrigidì leggermente, mantenendo però un atteggiamento neutro.
<< Buona sera! >> salutò Estella , mantenendo la voce bassa e pacata per non spaventarlo. << Non volevamo disturbarti, ma abbiamo visto il fuoco e ci siamo chiesti se potessimo condividere il calore per un momento. >> aggiunse poi l'austriaco
Non appena Karl Franz, iniziò a parlare, l'ex soldato ungherese notò qualcosa di strano. C'era un accento particolare nel modo in cui pronunciava certe parole, un timbro che riconosceva fin troppo bene. Gli occhi dell'uomo si fecero più stretti, studiando attentamente ogni dettaglio del giovane di fronte a lui. Era abituato a leggere le persone e, nonostante il tentativo di Karl Franz di sembrare un semplice soldato, qualcosa non tornava.
Il silenzio calò pesante, interrotto solo dal crepitio del fuoco. L'uomo si sporse leggermente in avanti, con uno sguardo sospettoso. << Mi sembri troppo raffinato per essere un comune soldato. >> disse con voce bassa e tagliente.
<< E quell'accento... Tu sei austriaco, non è vero? >> continuava l'ungherese.
Karl Franz avvertì una fredda tensione attraversarle la schiena. Non poteva rivelare la sua vera identità, ma doveva trovare un modo per placare la situazione. << Sono qui per servire l'impero, come tutti. >> disse con cautela, cercando di mantenere una facciata convincente.
Il volto dell'uomo si indurì ulteriormente, e nei suoi occhi brillava una luce di disprezzo.
<< L'impero. >> ripeté con amaro disprezzo. << Sempre l'impero. Immagino che il tuo 'servizio' sia più importante di quello di un semplice contadino o di un soldato qualunque, vero? Ma lasciami indovinare... Non sei solo un soldato. Scommetto che sei qualcosa di più, qualcosa di speciale. Forse... un nobile? O addirittura un principe? >> replicava l'ungherese
Estela si rivolse all'uomo. << Come ti chiami ? >> chiese, notando i dettagli del suo abbigliamento e l'aria marziale che lo circondava.
L'uomo sospirò profondamente, guardando le fiamme. << Antal. Un tempo facevo parte dell'esercito ungherese. Ma ora sono solo un uomo in cerca di un posto dove appartenere. >>
L'uomo girò lo sguardo verso Karl Franz i suoi occhi che si accendevano di un'ombra di risentimento. << Avete preteso la fusione forzata del mio paese all'Impero Austriaco! >> disse con un tono duro.
<< Ci hanno promesso rispetto e autonomia, ma alla fine siamo diventati solo un altro territorio sotto il loro controllo. Il Kaiser ci ha trattato come una conquista, non come alleati. E quando l'Ungheria ha cercato di ribellarsi, ci hanno schiacciato senza pietà! >> aggiungeva duramente Antal.
Estela , percependo l'imminente scontro, si alzò rapidamente, ponendosi tra i due. << Calma, per favore! >> disse con un tono rassicurante. << Non siamo qui per litigare tra di noi. La situazione è già abbastanza complicata senza che ci mettiamo gli uni contro gli altri. >> continuava la rossa.
Il soldato ungherese guardò Estela , il suo sguardo ancora duro ma meno ostile. << Non puoi capire. >> disse, più calmo ma ancora carico di risentimento.
<< Gli austriaci hanno schiacciato il mio paese, hanno imposto il loro volere su di noi. E ora vedo uno di loro, persino un principe, qui, a fingere di essere uno di noi. È un insulto! >> ribatteva l'ungherese.
<< Ma anche se non lo fossi, cosa cambierebbe? Siamo tutti qui per combattere lo stesso nemico. >> replicava l'austriaco
L'ungherese si alzò in piedi, la sua espressione dura come la pietra poi disse con voce ferma. << Sei uno di quegli aristocratici che credono di essere al di sopra degli altri, che possono decidere le sorti di popoli e nazioni comodamente dalle loro sale dorate. E ora sei qui, travestito da soldato, a giocare al piccolo eroe. Ma non mi inganni! >> dichiarava solenne Antal.
Karl Franz non rispose, ma lo sguardo di Antal restò gelido. Egli allontanò dal fuoco, camminando verso la sua tenda senza aggiungere altro. Estela si voltò verso Karl Franz , visibilmente sollevata che la situazione non fosse degenerata.
Quando Karl Franz, Emma e l'ex soldato ungherese giunsero alla locanda, erano stanchi e affamati. La giornata era stata lunga e piena di tensioni, e tutti desideravano solo un po' di riposo. La locanda era una struttura modesta ma accogliente, con luci soffuse e l'odore invitante di cibo caldo.
Mentre si sedevano a un tavolo vicino al camino , Karl Franz, non poteva fare a meno di notare un volto familiare tra gli avventori. Maja , la sua sorella minore, era lì, ma travestita da comune viaggiatrice. Karl Franz sentì il cuore accelerare, ma mantenne la calma, consapevole della necessità di non rivelare la sua identità.
Poco dopo, mentre il locandiere serviva loro la zuppa, uno degli avventori, un uomo dall'aria burbera e probabilmente ubriaco, si alzò in piedi, gridando furioso quando Maja accidentalmente gli rovesciò addosso la sua zuppa.
<< Stupida ragazza! >> urlò l'uomo, afferrando Maja per il braccio con forza. "Hai idea di chi io sia?"
Karl Franz si alzò rapidamente, il suo cuore battendo furiosamente. << Lascia stare quella ragazza! >> disse con voce autoritaria, intervenendo tra l'uomo e Maja .
L'uomo guardò l'austriaco con occhi colmi di rabbia. << E tu chi saresti per dirmi cosa fare? >>
Karl Franz senza esitazione, afferrò il braccio dell'uomo e lo allontanò con forza. "Sono il Kaiser Karl Franz! >> dichiarò , il suo sguardo fisso su quello dell'uomo.
Maja guardò il soldato , riconoscendo finalmente sua sorella sotto il travestimento. << Grazie. >> disse, il suo sguardo pieno di gratitudine e di un'incredula ammirazione.
Lui annuì, cercando di mantenere la sua copertura. << Stai bene? >> chiese, mantenendo il tono di Karl Franz.
<< Sì, sto bene, >> rispose Maja , cercando di non rivelare la loro relazione.
Più tardi, nella loro stanza alla locanda, Maja si avvicinò a Karl Franz mentre Estela e l'ungherese erano occupati e sussurrò, << So che sei tu.>>
Karl Franz la guardò con sorpresa e preoccupazione. << Maja , non devi dire niente a nessuno e poi non dovresti essere qui! È troppo pericoloso.>>
Maja annuì, la determinazione nei suoi occhi. << Non preoccuparti, non ti farò scoprire. Ma sono qui per aiutarti, “fratello” >> ridacchiava la giovane.
Nel frattempo, Antal , osservando la scena da lontano, fraintese la vicinanza tra Maja e Karl Franz. << Sembra che tu abbia una fidanzata, Franzi >> disse con un tono che celava un misto di scherno e curiosità.
Karl Franz non rispose, ma Maja , colta di sorpresa, decise di chiarire subito la situazione. "Mi chiamo Maja. >> disse, rivolgendosi all'ungherese. << Sono la sorella minore del principe ereditario e futuro Kaiser d'Austria. >>
L'ungherese rimase per un momento senza parole, poi il suo volto si fece scuro. << Sei qui a giocare al soldato mentre è in corso una guerra?! >>
Maja rimase calma, nonostante la tensione crescente. << Non sono qui per giocare! >> rispose con fermezza.
<< Sono qui per proteggere il mio paese e la mia famiglia, proprio come chiunque altro. Non per complicare le cose! >>
Estela intervenne rapidamente, percependo che la situazione stava per degenerare. << Dobbiamo lavorare insieme, non contro di noi.>> disse con tono pacificatore.
<<Abbiamo tutti i nostri motivi per essere qui, e dobbiamo concentrarci su ciò che è davvero importante: fermare l'avanzata nemica e proteggere le nostre terre.>> concluse poi la rossa.
Con la tensione momentaneamente alleviata, si prepararono per la notte, consapevoli che il cammino davanti a loro sarebbe stato lungo e pieno di sfide. Ma ora, con Maja al loro fianco, Karl Franz sentiva una nuova forza e determinazione. Insieme, avrebbero affrontato qualsiasi ostacolo, sperando di costruire un giorno un futuro migliore per tutti.
Il mattino seguente, dopo una notte di riposo tormentato, Karl Franz , Estela , Maja e Antal si prepararono a rimettersi in marcia. Il sole era appena sorto, tingendo il cielo di un pallido rosa, mentre la locanda si risvegliava lentamente alla vita.
Karl Franz, radunò le sue cose con efficienza, gettando occhiate preoccupate verso Maja La sua sorella minore sembrava determinata a seguirli , e non c'era modo di dissuaderla. Estela , sempre attenta, notò la tensione tra i due e cercò di mantenere un'atmosfera calma e rassicurante.
L'ungherese , osservava il gruppo con un misto di curiosità e risentimento. Nonostante la sua avversione per l'impero austriaco, non poteva fare a meno di sentirsi attratto da Maja , la cui forza di carattere e bellezza lo avevano colpito fin dal primo incontro.
<< Sembra che siamo pronti. >> disse il principe controllando che tutto fosse in ordine.
<< Dobbiamo muoverci in fretta se vogliamo raggiungere il resto dell'esercito.>> replicava Estela
Antal annuì, ma il suo sguardo rimase fisso su Maja << Vi accompagnerò. >> disse con voce ferma. << Non per te , Kaiser , ma perché ho un conto in sospeso con i francesi.
<< Poi finalmente è arrivata buona compagnia qui. >> La sua ultima frase era indirizzata chiaramente a Maja, che arrossì leggermente ma mantenne il suo sguardo sicuro.
Il gruppo si mise in marcia, lasciandosi alle spalle la locanda e avventurandosi nel paesaggio montuoso. Durante il cammino, Antal si avvicinò a Maja , cercando di conoscerla meglio Cosa ti ha portato fin qui, così lontano dalla tua casa , principessa? >>
Maja sospirò, guardando il sentiero davanti a sé. << La mia famiglia, >> rispose semplicemente. << Non potevo restare a casa sapendo che Karl Franz, era in pericolo. Dovevo fare qualcosa. >>
Antal annuì, apprezzando la sua sincerità. << Capisco. La famiglia è importante , anche se a volte può essere difficile. >>
Maja lo guardò, curiosa. << E tu? Cosa ti ha portato a unirti a noi? >>
L'ungherese si fermò un momento, riflettendo. << Ho perso molte persone care nella guerra, >>
disse con voce bassa.
<< E l'annessione all'impero austriaco ha distrutto ciò che restava della mia patria. Ho cercato un nuovo scopo, e ora... beh, credo che combattere i francesi sia un modo per trovare una sorta di redenzione. >>
Il gruppo aveva ripreso il cammino. Avevano una missione da compiere, e sapevano che avrebbero dovuto affrontare molte sfide. Ma con la determinazione e il supporto reciproco, erano pronti a combattere per un futuro migliore.
Durante il viaggio, Antal dimostrava sempre più interesse per Maja , facendo molta attenzione a lei. Le offriva una mano quando il terreno diventava difficile, le porgeva il suo mantello quando il vento si faceva troppo freddo e condivideva con lei racconti delle sue avventure passate. Maja apprezzando la gentilezza e la compagnia, rispondeva con sorrisi sinceri e risate melodiose.
Karl Franz osservava tutto questo con un crescente senso di gelosia e protezione. Non poteva fare a meno di preoccuparsi per la sorella minore e di nutrire sospetti verso l'ungherese , il quale aveva già dimostrato di non avere simpatia per l’impero austriaco.
Una sera, mentre si accampavano sotto un cielo stellato, Il principe vide Antal e Maja seduti vicini, impegnati in una conversazione animata. Lui raccontava una storia, gesticolando e facendo ridere la fanciulla. Karl Franz sentì una fitta al cuore, il che lo spinse a voltarsi verso il fuoco con un'espressione cupa.
Estela , che aveva notato il cambiamento nell'umore dell'austriaco , si avvicinò e si sedette accanto a lui . << Sembra che qualcosa ti stia turbando, >> disse con dolcezza.
Lui scosse la testa, ma non poté nascondere la sua preoccupazione. << È solo che... non mi fido completamente di lui. >> ammise.
<< Maja è mia sorella, e non posso fare a meno di preoccuparmi per lei. >> proseguiva lui.
Estela sorrise comprensiva.
<< Capisco il tuo punto di vista, Ma forse dovresti dare a Ad Antal una possibilità. Ha le sue ragioni per essere risentito, ma finora non ha fatto nulla per metterci in pericolo. E sembra sinceramente interessato a Maja. >> replicava la rossa.
Estela poi posò una mano rassicurante sul braccio del nobile.
<< Prova a conoscerlo meglio. Non è detto che tutte le persone con cui abbiamo delle divergenze siano necessariamente nostre nemiche. >>
Nel frattempo, Antal stava raccontando a Maja un'altra delle sue storie di battaglia.
<<Sai, non è stato facile per me lasciare l'esercito ungherese >> disse, il tono della sua voce diventando più serio.
Maja annuì, i suoi occhi pieni di empatia. << Deve essere stato terribile,Ma ora sei qui, e forse questo viaggio potrà portare qualcosa di buono. >>
Antal sorrise leggermente, guardando Maja con calore.
<< Spero solo di poter fare la differenza in qualche modo... >>
Karl Franz osservando da lontano, si sentì combattuto. Forse Estela aveva ragione. Forse Antal non era il nemico che immaginava. Ma rimaneva vigile, deciso a proteggere la sorella minore ad ogni costo.
Il gruppo si preparò per la notte, con Karl Franz che continuava a riflettere sulle parole di Estela. Forse era giunto il momento di dare una possibilità all'ungherese , di conoscerlo meglio e di comprendere le sue motivazioni. Solo allora avrebbe potuto davvero decidere se fidarsi di lui o meno.
Mentre i giorni passavano e il gruppo continuava il loro viaggio, Karl Franz, non riusciva a scuotere il senso di gelosia e preoccupazione che provava per la sorella . L'interesse crescente di Antal era sempre più evidente, Karl Franz quindi si trovava costantemente a voler intervenire, a mettersi in mezzo, cercando di proteggere la sua sorella minore.
In ogni occasione, Karl Franz si posizionava tra lui e Maja . Quando l'ungherese offriva una mano a Maja per superare un ostacolo, Karl Franz arrivava per primo, prendendo la mano della sorella. Quando Antal raccontava una storia a Maja durante le pause, Karl Franz interrompeva con qualche commento o domanda, cambiando l'argomento. E quando si accampavano per la notte, si assicurava che Maja fosse sempre vicina a lui, impedendo ad Antal di avvicinarsi troppo.
Antal , inizialmente paziente, cominciò a mostrare segni di irritazione.
Una sera, mentre stavano accampando sotto un cielo tempestoso, egli si avvicinò all'austriaco , il viso scuro di frustrazione. << Franz, dobbiamo parlare. >> disse con tono brusco.
Il principe lo guardò seccato. << Cosa c'è adesso ? >> chiese.
<< Non capisco perché ti intrometti sempre?! >> disse Antal incrociando le braccia sul petto. << Maja è tua sorella, sì, ma non è una bambina. Sa badare a se stessa. >>
Karl Franz strinse i denti, cercando di mantenere il controllo.
<< Sto solo facendo il mio dovere di fratello maggiore, proteggendola. >> rispose con freddezza.
L'ungherese scosse la testa. << Non è protezione, è soffocamento! << disse Antal.
<< E francamente, sta diventando insopportabile. >> aggiunse frustato l'ungherese.
Estela intervenne, vedendo l'escalation della situazione. << Calmatevi tutti! >> disse con voce ferma.
<< Non c'è bisogno di litigare. Siamo tutti qui per lo stesso motivo: proteggere le nostre terre e le persone che amiamo. >> aggiunse poi Maja
Antal sospirò, cercando di rilassare le spalle. << Hai ragione, Maja. >> disse subito dopo.
La tensione si dissolse, ma l'antipatia di Antal per Karl Franz era solo aumentata .
Continuava a essere sospettoso e guardingo, ma decise di seguire il consiglio di Estela.
Il gruppo riprese il viaggio, pronti alle sfide che li aspettavano.
Durante il viaggio, il gruppo trovò rifugio per la notte lungo le rive di un fiume scintillante, illuminato dalla luce argentea di una luna piena. Il suono dell'acqua che scorreva creava un'atmosfera tranquilla e magica, ideale per rilassarsi dopo una lunga giornata di cammino.
Antal e Maja si allontanarono leggermente dal gruppo, trovando un posto appartato sulla riva del fiume. Maja , incantata dalla musica e dalla bellezza della notte, si sentiva in qualche modo più vicina ad Antal.
Si sedettero uno accanto all'altro, guardando la luna riflettersi sull'acqua.
Estela , con la sua voce dolce e angelica , iniziò a cantare una canzone d'amore, le note fluttuando nell'aria come un incantesimo. La sua voce catturò l'attenzione di tutti, creando un momento di pace e serenità.
<< Questa notte è davvero magica. >> disse Maja , guardando Antal negli occhi.
Lui sorrise, annuendo. << Sì , davvero e sono felice di poterla condividere con te. >>
Antal le prese delicatamente la mano, i suoi occhi erano pieni di affetto. << Maja.. fin dal primo momento in cui ti ho vista, ho sentito qualcosa di speciale. Qualcosa che non avevo mai provato prima. >>
Lei sentì il cuore battere più velocemente.
Poco distante Karl Franz, osservava la scena con un misto di sentimenti. Era felice per la sorella, ma al contempo sentiva una strana fitta di gelosia e solitudine.
Non poteva fare a meno di notare quanto Estela fosse stata determinante in quel momento, con la sua voce che aveva creato un'atmosfera così speciale.
Mentre continuava a guardare, Karl Franz sentì il proprio cuore battere più forte. Realizzò che i suoi sentimenti verso Estela erano più profondi di quanto avesse voluto ammettere. Estela era sempre stata una fonte di conforto e saggezza, e lui si era trovata attratta dalla sua forza e dalla sua gentilezza. Ma sapeva che non poteva permettersi di distrarsi. Aveva una missione da compiere.
Estela finendo la sua canzone, si avvicinò al principe , sedendosi accanto a lui .
<< Stai bene? >> chiese con un sorriso gentile.
Lui annuì, cercando di nascondere i suoi sentimenti.
<< Sì, sto bene. >> rispose.
<< Questa notte davvero speciale... >> commentava la rossa.
La luna piena illuminava il cielo, creando ombre morbide tra gli alberi. Dopo aver acceso un piccolo fuoco e consumato una cena frugale, ognuno si preparò per riposare.
Tuttavia, Maja e Antal si allontanarono silenziosamente quando Estela e Karl Franz erano ormai addormentati , desiderosi di trascorrere del tempo insieme in privato.
Antal prese la mano di Maja , guidandola attraverso il bosco fino a una radura nascosta, dove la luce della luna filtrava attraverso le fronde degli alberi, creando un'atmosfera incantevole e intima. Si sedettero su un letto di muschio, circondati dal profumo della terra e del fogliame.
<< È così tranquillo qui. >> sussurrò lei , osservando le stelle che scintillavano sopra di loro.
<< Sì , è un posto perfetto per stare insieme. >> rispose lui accarezzandole dolcemente la guancia. << Tu sei diventata così importante per me. Ogni momento passato con te è prezioso. >>
Maja sentì il cuore battere forte nel petto.
<< Anche tu sei importante per me, Antal >> " disse, avvicinandosi a lui.
<< Non avrei mai immaginato di trovare qualcuno come te in un momento così difficile.>> replicava l'ungherese.
Le loro labbra si incontrarono in un bacio appassionato, carico di emozione e desiderio. Le mani di Antal si muovevano con delicatezza lungo il corpo di Maja , mentre lei gli rispondeva con la stessa intensità. Il bacio si fece più profondo, e il mondo intorno a loro sembrava scomparire.
Lui la prese per mano e la condusse sotto un grande albero, dove la luna illuminava un piccolo spazio erboso. Si sdraiarono sull'erba, le mani di Antal che esploravano il corpo di Maja con dolcezza e passione.
La ragazza si sentiva viva come mai prima, ogni tocco di Antal era come una scintilla che accendeva il fuoco dentro di lei.
<< Ti amo, Maja. >> sussurrò lui la sua voce tremante di emozione.
<< Anch'io ti amo, Antal. >> rispose lei , guardandolo negli occhi. "
Con quelle parole, si abbandonarono completamente l'uno all'altra, lasciando che l'amore e la passione li travolgessero. La notte passò in un battito di ciglia, e quando finalmente si addormentarono nel bosco , erano stretti l'uno all'altra, il cuore battente all'unisono.
All'alba, i due furono svegliati bruscamente dai rumori di zoccoli di cavalli e voci concitate. Aprirono gli occhi, trovandosi circondati da alcuni soldati francesi. Antal si alzò rapidamente, afferrando la sua spada, pronto a difendere la ragazza .
<< Dobbiamo tornare dagli altri, subito. >> sussurrò lui , il suo sguardo era determinato.
Maja annuì, il cuore battendo all'impazzata mentre si alzava. Insieme, riuscirono a fuggire dai soldati francesi, correndo tra gli alberi per tornare al loro accampamento. Quando arrivarono, trovarono Estela in preda al panico.
<< Dove siete stati?! Karl Franz è partito all'inseguimento dell'imperatore francese da solo! >> esclamò la rossa , la preoccupazione evidente nel suo sguardo.
Maja sentì il cuore stringersi. << Dobbiamo trovarlo prima che sia troppo tardi, >> disse guardando Antal.
Si misero immediatamente sulle tracce del principe , seguendo i segni lasciati sul terreno. Dopo una breve corsa, raggiunsero un'area aperta vicino al fiume, dove videro Karl Franz in lontananza, impegnato in uno scontro con l'imperatore francese. La tensione era palpabile mentre osservavano la scena, incapaci di intervenire subito.
L'imperatore francese, vedendo Karl Franz avvicinarsi troppo, estrasse una pistola e sparò. L'austriaco colpito , cadde da cavallo e finì nel fiume. Maja gridò, vedendo il corpo del fratello portato via dalla corrente.
<< No! Karl non sa nuotare! >> urlò cercando di correre verso il fiume, ma fu trattenuta da Antal.
<< Stai indietro, è troppo pericoloso! >> disse lui cercando di mantenere la calma nonostante la situazione.
Maja lo guardò disperata, le lacrime agli occhi. << Devo salvarlo! Non posso perdere mio fratello! >> gridava lei.
Antal esitò per un attimo, i suoi sentimenti contrastanti ben visibili sul volto. Il risentimento che provava verso Karl Franz come principe ereditario era ancora forte, ma l'amore che provava per Maja superò ogni altra emozione. Senza più esitare, l'ungherese si gettò nel fiume, nuotando con tutte le sue forze verso l'austriaco.
La corrente era forte, ma l'uomo riuscì a raggiungere Karl Franz proprio mentre la corrente li trascinava verso una cascata. Con uno sforzo supremo, afferrò l'austriaco e cercò di tenerlo a galla, ma la forza dell'acqua era troppo potente. Entrambi furono trascinati oltre il bordo della cascata, scomparendo.
Antal si svegliò lentamente sulla riva del fiume, il corpo dolorante e la mente confusa. Ricordava di essersi lanciato nella corrente per salvare Karl Franz e di essere stato trascinato oltre la cascata. Sentì un gemito vicino a lui e si voltò, vedendo il principe sdraiato poco distante, visibilmente ferito.
Strinse i denti e si alzò, camminando con passo incerto verso di lui. << Franz. >> chiamò con voce roca, inginocchiandosi accanto al corpo immobile. " Ehy , mi senti?! >> insisteva alzando il tono di voce.
Antal iniziò a esaminare le ferite di Karl Franz, notando un profondo taglio sulla spalla e varie contusioni. Con mani esperte, cercò di fermare l'emorragia e di stabilizzare il ferito. Ma nel sollevare la camicia insanguinata per accedere meglio alla ferita, scoprì qualcosa che lo lasciò senza fiato.
Sotto i vestiti da uomo, il corpo di Karl Franz rivelava chiaramente le caratteristiche di una donna. Antal si fermò, incredulo, fissando il volto pallido di Karl Franz.
<< Ma come...? >> mormorò lui cercando di mettere insieme i pezzi del puzzle.
Karl Franz aprì lentamente gli occhi, il volto contorto dal dolore. Vide lo sguardo sconvolto di Antal e capì immediatamente che il suo segreto era stato scoperto.
<< Io.. >> sussurrò con voce flebile, cercando di sollevarsi.
<< Non parlare , risparmia le forza. >> disse l'ungherese con la voce gentile come non aveva mai usato con Karl Franz.
L'austriaco annuì debolmente, lasciandosi ricadere sull'erba. Antal si prese cura delle sue ferite con delicatezza e precisione, usando tutto ciò che aveva a disposizione per garantire che le condizioni di Karl Franz migliorassero.
Quando finalmente terminò, l'uomo si sedette accanto al principe osservando il fiume che scorreva placidamente.
<< Perché? >> chiese infine, il tono era serio.
Karl Franz lo guardò, i suoi occhi ancora lucidi di dolore, ma anche di determinazione.
<< Non potevo permettere che mio padre partisse per la guerra in quelle condizioni! >> spiegò.
<< Dovevo proteggere la mia famiglia e il mio impero. >> aggiunse l'austriaco.
Antal rimase in silenzio. << Sono senza parole.. >> disse sinceramente l'ungherese.
<< Franz , io capisco la tua gelosia e ostilità nei miei confronti. Ma devi sapere che i miei sentimenti per Maja sono sinceri. La amo con tutto il mio cuore, e farei qualsiasi cosa per proteggerla , anche salvare un austriaco. >> dichiarava un po' sarcastico.
Karl Franz alzò lo sguardo al cielo sbuffando.
<< Se tu mi capissi sapresti che.. >> proseguiva l'ungherese.
<< Fammi indovinare.. Maja è una donna davvero speciale , la donna della tua vita e quando Maja è con te ti senti abbastanza.. perchè è così che lei ti vede. >> replicava il principe diventando lentamente serio.
Antal a fissò, sorpreso. << Come fai a saperlo? … >> disse, il tono era incredulo.
Karl Franz rivolse lo sguardo altrove.
<< Perchè con Elisabeth era la stessa cosa , lei era tutto il mio mondo.. >> replicava l'austriaco.
Karl Franz iniziò a raccontare all'uomo seduto al suo fianco il suo più grande segreto , un segreto che nemmeno la adorata sorella Maja conosceva.
Molti anni or sono , quando Karl Franz era solo una giovane principessa Astrid conobbe una ragazza del paese del suo impero.
Si chiamava Elisabeth , aveva gli occhi neri come la notte e i capelli castano scuro un po' arruffati ma allo stesso tempo morbidi come la seta.
Ogni giorno che Karl Franz andava nel bosco per cavalcare o fare altre attività lo faceva sempre in compagnia di Elisabeth.
Ma quello che per la giovane donna era una profonda amicizia che unisci due ragazze , per Karl Franz era qualcosa di diverso.. qualcosa che non credeva che una donna potesse far provare ad un'altra donna.
Per tantissimo tempo aveva avuto paura di quei sentimenti , sentendosi sporco e sopratutto in ansia all'idea che avrebbe potuto deludere o perdere i suoi cari.
<< E non le hai mai detto che l'ami? >> chiese l'ungherese ad un tratto.
Karl Franz sospirò con un velo di malinconia nella sua voce.
Lo aveva fatto , ma non c'era stata la reazione che si aspettava di ricevere.
Elisabeth era rimasta sconvolta da quella dichiarazione , non poteva concepire quello che per lei era qualcosa di innaturale e disgustoso.
Vano ogni tentativo di vedere oltre la sua apparenza , per Elisabeth Astrid era una donna e nulla poteva cambiare questa cosa.
Con quelle parole, la ragazza quel giorno si allontanò, lasciando Astrid sola nel giardino, il cuore spezzato. Astrid rimase lì, guardando l'ombra di Elisabeth svanire, sentendo un vuoto crescere dentro di lei.
Da quel giorno, Elisabeth evitò Astrid , trovando scuse per non incontrarla e rifiutando ogni tentativo di spiegazione o riconciliazione. Astrid si sentiva sempre più isolata, il dolore della perdita mescolato alla vergogna e alla confusione.
Una settimana dopo, Astrid vide un gruppo di persone vicino alla ferrovia . Tra di loro c'era Elisabeth , vestita con un abito da viaggio, mentre un uomo che la stava aiutando a salire sul treno a vapore.
Astrid si fermò, il cuore che batteva dolorosamente. Avvicinandosi lentamente, riuscì a cogliere uno sguardo della ragazza , che sembrava fredda e distaccata.
<< Elisabeth! >> chiamò Astrid , cercando di attirare la sua attenzione.
La ragazza si voltò, ma il suo sguardo era glaciale . prima di salire sulla carrozza e partire con quello che probabilmente avrebbe definito un vero uomo.
Antal ascoltava in silenzio , provando sempre di più un senso di empatia verso l'austriaco anche se non lo avrebbe ammesso mai.
<< Da quel momento capì una cosa importante , nessuno mi avrebbe mai potuto amare per quello che sono e sopratutto che l'amore è qualcosa che si trova solo nei libri per fanciulle innamorate. >> concluse l'austriaco cinicamente.
L'ungherese rimase in silenzio , sapendo che qualche frase sarebbe stata inascoltata dal principe.
Karl Franz sospirò mentre Antal non distoglieva lo sguardo dal fiume.
<< Beh io ormai ti conosco come Karl Franz , non ho voglia di mettermi ad imparare un nome diverso. >> disse poco dopo Antal.
Karl Franz lo guardò per un attimo confuso , non era chiaro ma qualcosa gli diceva che in quello strano modo velato , Antal stava comunicando di accettare l'austriaco per il suo vero essere , indipendentemente da quello che aveva nei pantaloni.
Continuarono ad osservare il fiume in silenzio , le difficoltà iniziali sembravano ormai placate dalla condivisione delle loro storie e dai sentimenti comuni di amore e protezione per Maja , ma sopratutto dal desiderio comune di avere la testa dell'imperatore francese come trofeo.
Mentre Antal e Karl Franz riposavano lungo la riva del fiume, furono improvvisamente circondati da un gruppo di soldati francesi. L'aria era tesa, e i soldati, armati e pronti, non lasciavano alcuna possibilità di fuga.
<< Mani in alto! >> ordinò il capitano francese, la voce tagliente come un coltello.
I due si scambiarono uno sguardo rapido, ma obbedirono, sapendo che qualsiasi tentativo di resistenza sarebbe stato inutile e pericoloso. Furono legati e portati via sotto la minaccia delle baionette, il cuore di Karl Franz stava battendo furiosamente.
I soldati francesi li condussero attraverso il bosco fino a una piccola stazione ferroviaria, dove un treno a vapore stava aspettando. Il treno, con i suoi vagoni neri e fumanti, sembrava un presagio di destino infausto.
<< Portateli a bordo! >> ordinò il capitano, e i soldati obbedirono senza esitazione. Antal e Karl Franz furono spinti all'interno di un vagone prigione, le porte di ferro che si chiudevano con un frastuono pesante e definitivo.
Il treno iniziò a muoversi, il fischio del vapore riempiendo l'aria mentre il paesaggio fuori dai finestrini cambiava rapidamente. Antal guardò Karl Franz , vedendo la preoccupazione sul suo volto.
Mentre il treno continuava la sua corsa, diretto verso l'accampamento francese, l'ungherese e l'austriaco sapevano che avrebbero dovuto trovare una soluzione per fuggire e salvare le loro vite.
Il treno sfrecciava attraverso la campagna , il suo fischio acuto che si mescolava con il rumore costante dei binari. Nel vagone prigione, i due uomini sedevano spalla a spalla, le menti in costante movimento per trovare una via di fuga. La situazione sembrava disperata, ma entrambi sapevano che arrendersi non era un'opzione.
<< Deve esserci un modo. >> sussurrò Karl Franz , osservando la robusta porta di ferro che li separava dalla libertà.
Antal osservò il vagone, cercando qualcosa che potesse essere utile. I suoi occhi si fermarono su una cassa di legno vicino a loro, apparentemente piena di attrezzi per la manutenzione del treno.
<< Lì dentro potrebbero esserci degli strumenti utili! >> disse, indicando la cassa.
Karl Franz si alzò lentamente, cercando di non attirare l'attenzione dei soldati all'esterno del vagone. Aprì la cassa e, con un sorriso di soddisfazione, tirò fuori un piede di porco. << Perfetto! >> disse, passando l'attrezzo ad Antal.
Antal prese il piede di porco e iniziò a lavorare sulla serratura della porta del vagone, cercando di fare il meno rumore possibile. Dopo qualche istante di tensione, la serratura cedette con un click.
<< Fatto! >> sussurrò, aprendo la porta di pochi centimetri per sbirciare fuori.
Due guardie stavano parlando vicino alla locomotiva, inconsapevoli del pericolo imminente. I due uomini si scambiarono uno sguardo, sapendo che dovevano agire in fretta. Antal prese una profonda inspirazione, preparandosi a quello che sapeva essere un momento cruciale.
<< Pronto? >> chiese, la sua voce appena udibile.
L'austriaco annuì. << Pronto. >>
In un attimo, Antal aprì la porta del vagone con un colpo secco e i due si lanciarono fuori, correndo verso il bordo del treno in movimento. Le guardie si girarono, sorprese, ma l'ungherese le affrontò senza esitazione, atterrando il primo soldato con un pugno ben assestato mentre l'austriaco bloccava il secondo con un colpo rapido al fianco.
Saliamo sul tetto del vagone!" gridò Karl Franz afferrando la mano di Antal e aiutandolo a scalare la struttura metallica.
Sopra di loro, il vento sferzava con forza mentre si arrampicavano sul tetto del treno. La vista era mozzafiato e terrificante allo stesso tempo, con il paesaggio che scorreva veloce sotto di loro.
<< Dobbiamo saltare alla prossima curva! >> gridò il principe , cercando di farsi sentire sopra il rumore del treno.
Antal guardò avanti, vedendo la curva che si avvicinava rapidamente.
<< Sei pazzo Kaiser?! Ci ammazzeremo! >> replicava Antal in panico.
<< Preferisci essere ucciso dai francesi? >> chiedeva beffardo l'austriaco.
Quando il treno iniziò a curvare, Antal strinse la mano di Karl Franz più forte. << Mai! >> gridò, saltando insieme a lui verso il terreno sottostante. Rotolarono lungo la scarpata, sentendo il dolore dell'impatto ma mantenendo la concentrazione sulla fuga.
Si alzarono rapidamente, guardando il treno allontanarsi. << Ce l'abbiamo fatta.. >> disse Karl Franz , il respiro era affannoso ma gli occhi brillanti di determinazione.
Antal annuì, un sorriso stanco ma soddisfatto sul volto. << Pazzo bastardo ci siamo riusciti! >>
I due scoppiarono a ridere guardandosi in faccia , la loro fuga rocambolesca aveva segnato l'inizio della loro amicizia,
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itsalaska · 3 years
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Campioni d'Europa🇮🇹
Premessa: so che nessuno leggerà queste parole ma non è per questo che le scrivo. Voglio fissare da qualche parte queste emozioni per tornare a rileggerle ogni volta che vorrò.
È il 12 luglio 2021 e sono le 15:56
Ho appena terminato di rivedere le battute finali della partita di ieri sera. La FINALE DEGLI EUROPEI DI CALCIO.
A mente fredda (ma manco tanto) voglio spendere due parole su questa vittoria: innanzitutto bisogna ringraziare sinceramente il Mancio, Luca Vialli, DDR e tutto lo staff perché senza di loro, senza quell'ambiente, quell'armonia, quell'amore fraterno, famigliare, non ci sarebbe stata una base solida su cui costruire un GRUPPO anzi una vera e propria FAMIGLIA e questo ha influito parecchio in questo cammino. Non bisogna mai sottovalutare l'importanza di una coesione forte e del senso di appartenenza alla maglia, alla squadra, al gruppo, perché è ciò che può (e fa!!) la differenza.
Altro ringraziamento, ovviamente doveroso, va ai ragazzi. Ragazzi che davvero ci tengono, ragazzi pronti al sacrificio, ragazzi seri, ragazzi con entusiasmo, voglia, grinta, speranza, ragazzi che non si arrendono, duri da battere, duri a morire, che hanno dato tutto e anche più per la maglia in questo mese.
Quando abbiamo vinto con la Spagna dopo una partita soffertissima fino ai rigori, mi ero quasi messa l'anima in pace, sono sincera. Ho pensato "bene, ora in finale facciano quello che vogliono, non potrei essere più orgogliosa di loro dopo questo cammino". Ma dannazione. DANNAZIONE. Sono riusciti non a rendermi orgogliosa, a farmi proprio VOLARE. VO-LA-RE.
Voglio essere chiara: era da un pezzo ormai che non provavo così tanta felicità, era da un pezzo che non piangevo di gioia così tanto, era da un pezzo che volevo essere felice e loro mi hanno fatto un regalo enorme, non lo sanno. Mi sono sentita più viva in questo mese che in 20 anni.
Questa vittoria è importantissima. In realtà anche arrivare ai quarti già la consideravo una vittoria, ma essere riusciti a portarla a casa è ancora più bello. È bello per tante ragioni, ma soprattutto per il momento di estrema difficoltà che abbiamo passato lo scorso anno e che ancora stiamo affrontando a causa della pandemia. Questo Europeo, questa vittoria, ha riportato positività, spensieratezza, voglia di tornare come prima e di rialzarsi. È il tornare in piazza a fare casino, ad abbracciarsi a volersi bene e stringersi e gioire insieme dopo più di un anno di sacrificio. E poi è importante, fondamentale, per il movimento calcistico italiano. La mancata qualificazione ai Mondiali russi del 2018 ci aveva letteralmente ammazzati. Feriti nell'orgoglio, spazzati via, delusi, amareggiati, la peggiore sconfitta degli ultimi non so quanti anni.
Mancini (e ora facciamo i nomi) è stato in grado di risollevare il movimento. Gli ha dato una nuova vita, nuova linfa, nuova energia. È stato il miglior "muratore" che potessimo incontrare. Ha rimesso a posto le macerie di quell'Italia-Svezia del 13/11/2017. Da lì è partita la ricostruzione. Con dedizione, con passione, con determinazione e circondato da persone che per lui sono come una famiglia, ha cominciato una graduale ed efficace operazione di rinascita. Pezzo dopo pezzo, mattone dopo mattone, con materiali nuovi e materiali che ce l'avevano sempre fatta e potevano farlo ancora.
Quel tragico 13 novembre 2017 è stato vendicato.
Grazie all'instancabile e straordinario lavoro del Mancio.
E per la serie di "ora facciamo i nomi", mi scuso in anticipo per il fatto che, quando si parla della Nazionale, non si dovrebbero fare preferenze o altro. Non farò preferenze. Ma voglio dire grazie ad alcuni ragazzi che mi hanno veramente fatta sognare.
-Leonardo Spinazzola: esce contro il Belgio ai quarti di finale. Siamo tutti in lacrime quando lo vediamo uscire dal campo in barella devastato e consapevole che per lui il torneo finiva lì e che sarebbe stato un lungo recupero. Leonardo, anzi, "Spina", è stato incredibile. Ammiro tanti calciatori ma pochi mi entrano così nel cuore. Quella fascia apparteneva a lui, che per 90 ma anche 120 minuti non faceva altro che andare avanti e indietro in continuazione, recuperando palloni, creando azioni, senza mai mollare e soprattutto senza fermarsi un attimo e sempre con la stessa intensità. Instancabile, pronto, pericoloso, necessario. Si è sentita la sua mancanza nelle due partite successive, lo sappiamo tutti e lo sa anche lui. Ha dato un contributo davvero troppo importante e se siamo riusciti ad arrivare in fondo, molto del merito in campo è suo. No cap🚫🧢.
-Federico Chiesa: che dire, le mie esperienze al Fantacalcio parlano da sè. Amo questo giocatore fin dal primo momento in cui l'ho visto entrare in campo. E no, non agli Europei. Alla Fiorentina. Mi è piaciuto subito, la grinta e la volontà (oltre che la qualità!!) che lo contraddistinguono, me l'hanno fatto apprezzare fin dai primi passi. Federico ha disputato un Europeo superlativo ed è entrato nel cuore di tutti (soprattutto delle ragazze.. i motivi sono chiari!). Un ragazzo d'oro, figlio d'arte con grandi qualità e tanta tanta voglia. È uscito anche lui ieri sera infortunato (niente a che vedere con Spina però fortunatamente) ed è dispiaciuto a tutti. Giocatore che può e ha fatto la differenza, un vero e proprio asso nella manica. Grazie Fede! Non ho fede nella Chiesa ma ho fede in Fede Chiesa.
-Gigio Donnarumma: non dico che l'ho visto esordire ma l'ho visto esordire. Ricordo quando Miha l'ha buttato nella mischia a soli 16 anni. Mai gesto fu più azzeccato. Gigio è giovanissimo ma con un talento veramente incredibile, un fuoriclasse nel suo ruolo. Ieri sera para due rigori e ne indirizza uno sul palo col pensiero. Anche lui, così come Chiesa e Barella, li conosco da tempo e mi sento come una madre orgogliosa dei suoi figli. Sebbene io continui a tirargli le orecchie per i battibecchi con il Milan, la sua casa, non posso fare a meno di essere fiera di lui. Me lo ricordo quando era un ragazzino alle prime partite con il Milan. Il tempo sembra volato e lui ieri sera, a soli 22 anni, ha alzato una coppa prestigiosa e bellissima, giocando un Europeo veramente coi fiocchi. Senza di lui ieri sera non avremmo vinto. Para il rigore a Saka e noi siamo Campioni d'Europa per la seconda volta nella storia. Immenso Gigione, sai che in fondo ti voglio bene.
-Jorginho: dal Napoli di Sarri al Chelsea. Vince la Champions League e alza la coppa dell'Europeo nello stesso anno. Un delitto non dargli il pallone d'oro, spero vivamente che la mia profezia (no la profezia l'ho fatta dopo il Belgio, mica ieri sera! Troppo facile) si avveri. Si merita anche quel trofeo dopo una stagione piena di soddisfazioni. In campo recupera palloni su palloni e sbaglia pochissimo, veramente niente. Europeo, anche per lui, da incorniciare, giocatore fondamentale a centrocampo. Il professore ♡.
-Bonucci&Chiellini: sisi, la Juve non la sopporto e nemmeno loro in campionato perché sono troppo difficili da aggirare. Ma che Europeo ragazzi. Un'altra volta. Vorrei che potessero giocare a calcio per sempre perché non passa manco l'aria se ci sono loro a difendere. Il prossimo anno ci sono i Mondiali e non ho intenzione di crearmi aspettative perché se gli Europei sono complicati, i Mondiali sono assurdi. Ma comunque sia, spero vivamente che Chiello abbia voglia di disputare un ultimo Mondiale prima di ritirarsi, abbiamo bisogno di Giorgione nazionale!
Menzioni speciali: O TIR A GIR di Lorenzo il Magnifico che trasferisce per una sera il suo potere incredibile a Fede Chiesa. Noi godiamo. Grazie.
Non so se ho detto tutto, bo, però le cose che avevo nel cuore, più che nella testa, le ho scritte e qui rimangono.
Siamo CAMPIONI D'EUROPA, CAMPIONI D'EUROPA, CAMPIONI D'EUROPA!!!!!!!
GRAZIE RAGAZZI, AMO QUESTO SPORT
🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹
IT'S COMING (TO) ROME 💚🤍❤
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lacuensoio · 4 years
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Lacrime amare
Mi trovo in un luogo abbastanza pericoloso, con All Might che sta combattendo contro quel mostruoso villain, e io che mi ritrovo circondata da tutti i suoi scagnozzi a combatterci contro per evitare di essere catturata di nuovo; ma dai peggio di così non può andare! Cerco di difendermi il più possibile creando delle barriere con il mio quirk come avevo fatto al Festival, ma non riuscirò a resistere ancora per molto; quando sento un esplosione provenire dal muro... e subito dopo una gigantesca lastra di ghiaccio si crea 
“Todoroki?!”
E proprio su quel ghiaccio vedo alcune figure correrci sopra, ma capisco chi sono solo quando saltano da quella lastra di ghiaccio utilizzando lo shout style e l’engine burst 
“Izuku, Iida! E c’è anche Kirishima! Non ci credo sono venuti qui per salvarmi!”
Mi viene quasi da piangere per il rischio che stanno correndo i miei amici solo per venirmi a salvare, dopo questo ho capito che ci tengono veramente a me, ma ora non è il momento di lasciarsi a un pianto liberatorio, non posso vanificare gli sforzi che hanno fatto finora. Vedo Kirishima che si gira nella mia direzione e mi guarda con uno sguardo convinto che riuscirà a salvarmi e mi tende la mano mentre urla: “Afferrala Aiko!” Per quanto io voglia afferrarla e andare via con lui è troppo in alto e il mio quirk non mi può aiutare; ma poi sento qualcuno che mi afferra la mano e me la stringe in modo che non lo posso lasciare, mi giro e vedo lui... il mio porcospino.    
Katsuki: “Aiko... Torniamo a casa.”
Io lo guardo con uno sguardo stupito ma subito dopo dagli occhi mi spuntano delle lacrime e nella mia bocca compare un sorriso, uno di quelli che dedico solo a lui, e gli rispondo un “s-si” un po’ strozzato dal mio pianto. Finalmente dopo tanto tempo ho trovato persone che tengono molto a me, ma sopratutto ho finalmente trovato una persona che farebbe di tutto pur di farmi sorridere, e vi dico una cosa... ci riesce sempre, anche in momenti come questi; non penso che esista persona a cui tenga più di quanto tengo a lui. Mi stringe più forte la mano, non la vuole più lasciare, gli sono mancata tanto anche se è passato qualche giorno; e mi sorride, ma non uno dei suoi soliti ghigni, un sorriso vero e unico e lui l’ha voluto regalare a me. E finalmente, dopo quella serie di sguardi che ci siamo lanciati per far capire al’altro quanto gli è mancato, lui con una fortissima esplosione da una sola mano ci fa volare in alto verso gli altri che ci aspettano con pazienza.
 BAKUGOU’S POV
Lancio un’esplosione dalla mia mano sinistra mentre con l’altra tengo Aiko il più forte possibile, non voglio lasciarla di nuovo, non per colpa mia, mi è mancata troppo e ora è mio dovere riportarla a casa. Siamo vicino a capelli di merda, io mi giro e vedo Aiko che mi guarda come se fossi per lei la persona più importante del mondo, bé per me lei lo è, ormai è tutto quello di cui ho bisogno per questo mi fa male vederla lontano da me. Sono vicinissimo alla mano di capelli a punta e finalmente riesco ad afferrarla riuscendo così nel nostro piano salvataggio... o perlomeno era quello che pensavo.
AIKO’S POV   
Ce l’hanno fatta, sono riusciti a salvarmi da quei villain, non vedo l’ora di uscire da questa situazione per ringraziarli tutti e poter baciare questo idiota di porcospino che mi ha portato via con lui. Mentre siamo ancora in volo noto che la mano sinistra di Katsuki, che sta usando per tenersi a Kirishima, gli trema
Aiko: “Katsuki stai bene? Il tuo braccio sta tremando”                                          Katsuki: “Tranquilla idiota sto bene”
Ma il suo braccio continua a tremare, forse l’esplosione che ha lanciato prima gli ha fatto raggiungere il limite del suo quirk, dopotutto Kirishima e gli altri erano parecchio in alto, forse con tutte e due le mani ci sarebbe riuscito senza sforzarsi troppo, ma con una... Non ho molto tempo per pensarci troppo, perché dietro di noi ci sono i villain che si stanno mobilitando per raggiungerci e riprendermi. Uno di loro con il quirk del magnetismo riesce a far volare qualche villain, io non so che fare, se almeno uno di loro ci raggiunge per me è finita. Ma all’ultimo veniamo salvati da Mount Lady che allontana i villain con le sue ultime forze rimanenti. Mi giro verso Katsuki e gli sorrido, finalmente ce l’abbiamo fatta.
Kirishima: Oh no, Aiko attenta dietro di te!
Mi giro subito di scatto e vedo che non è per niente finita, c’è Shigaraki che si sta dirigendo sempre più velocemente verso di noi, e sta volta non c’è nulla che lo possa fermare.
BAKUGOU’S POV
Aiko: Oh no, non di nuovo!
Aiko ha detto bene, non succederà la stessa cosa del Ritiro dei Boschi, non la riporteranno via un’altra volta... Non finché ci sono io qui accanto a lei a proteggerla.
Katsuki: Kirishima!
Faccio cenno a Kirishima, e lui capisce subito cosa voglio fare anche se è un po’ indeciso se aiutarmi o no, ma io ormai ho deciso, farò di tutto per riuscire a salvarla, mi sono promesso che riuscirò a riportarla a casa ed è ciò che farò... anche se dovesse costarmi la vita.
Katsuki: Aiko stai pronta!                                    Aiko: Per cosa?
Con le uniche forze che mi sono rimaste nel braccio destro tiro su Aiko lanciandola verso Kirishima, che la afferra subito dopo che io mi sono lasciato dal suo braccio e ho preso il posto di Aiko, di sicuro quello che farò non le starà bene ma è l’unico modo per salvarla e io non esiterò neanche un secondo
AIKO’S POV
Non passa neanche un secondo da dopo quello che ha detto Katsuki che mi ritrovo sorretta da kirishima e io che sto sorreggendo Katsuki 
Aiko: Katsuki, ma che hai in mente?
Solo dopo realizzo ciò che ha in mente e subito la cosa mi spaventa e non poco
Aiko: Katsuki, che vuoi fare?
Non ricevo alcuna risposta da lui
Aiko: Katsuki non ci devi neanche pensare  Katsuki: Mi dispiace, ma ormai non puoi fermarmi                   
Aiko: Katsuki NO!
Nel mentre Shigaraki si sta  avvicinando sempre di più
Aiko: Katsuki togliti da lì! Shigaraki è sempre più vicino                             
Katsuki: Baka, è proprio perché l’ho visto che ho deciso di fare questo               
Aiko: Katsuki non fare l’idiota! mi avete appena salvato da quei mostri, cos’è vuoi prendere il mio posto percaso!? Perché se è quello che vuoi fare sta certo che io farò di tutto per impedirtelo!                                        Katsuki: Perché hai una soluzione migliore che ci salva tutti e due!?
Non gli rispondo, dopotutto ha ragione, io voglio tornare a casa insieme a tutti, ma nella situazione in cui ci troviamo è molto più facile a dirsi che ha farsi
Katsuki: Allora?                                                    Aiko: Io però... non voglio che vada così! Voglio tornare insieme a voi, insieme a TE! L’hai detto anche tu prima, io voglio questo non voglio essere un peso per voi e non voglio far soffrire nessuno di voi, soprattutto te! -Lacrime dagli occhi- Q-quindi Katsuki voglio che torniamo a casa e tutti insieme!    Katsuki: -abbbassa la testa- Sei proprio un’idiota sai, credi davvero che mi farai soffrire se mi lasci fare ciò che sto facendo?  Aiko: C-che vuoi dire?                                        Katsuki: Partiamo dal presupposto che se non fossi veramente convinto che questa è la scelta migliore per me non lo farei, ma non è il motivo principale, il fatto è che la prima cosa che ho pensato quando quello stronzo si è alzato in volo è come salvare te, l’unica opzione che mi è venuta in mente è questa, anche se non ho minimamente pensato a cosa mi sarebbe successo dopo, ma sinceramente non mi interessa se mi fanno del male, l’importante è che non ti tocchino, lo hanno fatto una volta, e ti assicuro che non succederà più!         
Aiko: M-ma tu mi hai promesso c-che saresti tornato a casa insieme a me, s-se non lo fai è come una sconfitta perché non hai mantenuto la promessa!           
Katsuki: ..... Certo che sei proprio testarda! A me basta sapere che tu sei in salvo, questa per me è più che una vittoria                            Aiko: K-katsuki...                                                  Katsuki: Sono diventato proprio un debole, una volta di sicuro non avrei mai accettato di farmi catturare, ora invece sceglierei altre mille volte qesta opzione per salvarti...Hai cambiato il mio aspetto nel vedere le cose: ora per esempio vedo una vittoria nell’averti salvato e non desidero di certo di più                Aiko: K-katsuki basta! I-io non voglio lasciarti! E poi non voglio perderti così...Katsuki Bakugou, l-lo capisci che per me sarebbe solo una sofferenza n-non poterti più vedere!                                                                          Katsuki: Non devi soffrire, anche perché questo non è un addio, farò di tutto per tornare da te e sono sicuro che farai di tutto per trovarmi, tornerò a casa è una promessa                                                                                  Aiko: C-come fai ad essere così fiducioso?    Katsuki: Bè è normale, sono una forza della natura
Incredibile, è riuscito a farmi sorridere in un momento come questo! è proprio speciale...
Katsuki: Ma sopratutto perché.... -la guarda negli occhi- TI AMO Aiko e farò di tutto per rivederti
Ormai Shigaraki è ad un passo da noi... riesce ad agrapparsi alla caviglia di Katsuki che sta piano piano sanguinando e sta facendo gemere dal dolore il ragazzo
Aiko: Katsuki!                                                        Katsuki: T-te l’ho detto idiota, non pensare a me, fai solo quello che devi fare!
Shigaraki: Andiamo Toshinori, non vorrai sacrificare il tuo amico, non è un gesto molto eroico non credi?                                                  Katsuki: Non dargli retta, pensa solo ha ciò che ti ho detto e lasciami!
Nella mia testa c’è una lotta continua su cosa fare, non sono mai stata così indecisa in tutta la mia vita, ma alla fine ho capito su cosa è meglio fare...
Aiko: Katsuki... a-anch’io ti amo
Piano piano la mia stretta su Katsuki si fa sempre più debole da diventare inesistente, compiendo l’azione di cui mi pentirò per tutta la mia vita; Katsuki prima è stupito, poi quando lo lascio mi guarda negli occhi con un sorriso in volto, mimando con la bocca un:
Katsuki: Grazie
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giulia-liddell · 4 years
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Qualcuno vuole sentirsi libero e qualcuno teme che i suoi sentimenti facciano rumore
Parole: 4074 Beta: server di Discord Fandom: Sanremo RPF (Cenone di Natale AU/Sanremo Family AU) Ship: Ancora nessuna (sempre molto tecnicamente) Avvertimenti: ???, I N  A M I C I Z I A, alcol, lieve menzioni di comportamenti leggermente autodistruttivi, personaggi molto in background sono lievemente creepy, pubblicità gratuita a Netflix Note autore: Ambientata poco dopo il finale di questa (X). Sì, di questi titoli ne avremo ancora per un po’. Inizia ad essere necessario un masterpost per il Cenone AU (e lo farò, davvero)... Conoscendo gli sviluppi futuri rileggere questa è stato... Interessante.
Cally guarda l’orario dall’orologio della sua camera e si convince finalmente a vestirsi. È assolutamente inutile fare la doccia in anticipo se poi resto mezz’ora a fissare il soffitto. Butta l’asciugamano da una parte e si alza per recuperare la biancheria dalla valigia. Incredibile che non l’abbia ancora sistemata nell’armadio, ormai sono arrivati da una settimana. 
Mentre si sta infilando i pantaloni che ha scelto, il suo telefono comincia a squillare. Cally sbuffa e si sposta verso il comodino per recuperarlo e rispondere «Oh ma quindi vieni a giocare a biliardo?» chiede Rancore quasi urlando per sovrastare il vociare dei cugini intorno a lui «Ancora? Eccheccazzo Tarek, te l'ho già detto che c'ho da fa' stasera...» risponde Cally mentre sistema due camicie sul letto per cercare di decidere quale indossare. Nera o bianca? Sente Rancore sbuffare ed una risatina che sembra appartenere ad Anastasio «Sì, sì, me l’hai detto... Ma tu dici tante cose... E poi è una scusa del cazzo "c'ho da fare", dai! Almeno sii più specifico se devi inventarti cazzate, no? Che hai da fare di così segreto, mh? Un appuntamento? Oh. SÌ HO RAGIONE VERO? come ho fatto a non pensarci prima?» si lamenta Tarek «Oh Marco mi sa che Cally se la fa con qualcuna! Ma perché non ti tieni aggiornato sui tuoi stessi parenti?» aggiunge chiaramente rivolto a Anastasio che deve essere a poca distanza da lui. Cally chiude gli occhi e sospira pesantemente prima di iniziare ad indossare la camicia bianca. Tanto vale andare sul classico.
«Non è un appuntamento.» dice secco sopra le esclamazioni di Tarek «Esco con un'amica. È una serata tra amiche.» continua mentre recupera le bretelle da un cassetto prima di chiuderlo forse con un po’ troppa forza. Tarek si fa improvvisamente più curioso «Sto riuscendo a farti rivelare i tuoi piani... Mhhh... Dimmi un po' com'è che tu stai in vacanza con la tua famiglia ed organizzi appuntamenti? E cos’è questa inversione di ruoli tra me e te?» continua a stuzzicarlo «È stata una coincidenza: anche lei è in vacanza con la sua famiglia in questa zona... È arrivata un paio di giorni fa e, dopo aver scoperto che anche io ero qui, mi ha proposto di farci una serata in un locale. E dato che una serata tra amiche è sempre una buona idea, ho accettato. Non si tratta affatto di un’inversione di ruoli. Io se ho un appuntamento, lo chiamo appuntamento. Non mi faccio certo le tue pare mentali… È una serata tra amiche.» spiega Cally mettendosi le bretelle prima di spostarsi verso il bagno per sistemarsi i capelli. «Sì, certo come no. Ma tu con questa ce vuoi prova'?» continua Rancore. Cally deglutisce e poi risponde con il tono più neutro possibile «Tarek vuoi che ti mando a quel paese per telefono o prima di uscire passo al biliardo per farlo di persona?» risponde e Rancore ridacchia «Oh, oh... Okay ho capito. Serata tra amiche. Nessun appuntamento. Peccato comunque... Potevi stare a divertirti con noi, bere un po', stuzzicare Anastasio come fai di solito, magari fare un po' di gossip su Diodato... Ma no, vai vai con la tua amica...» risponde con tono di resa.
Cally è improvvisamente più interessato, ma non vuole darlo troppo a vedere. Prende discretamente un respiro profondo e cerca di far suonare la sua voce disinteressata «Ah sì... Mi sto perdendo proprio una seratona... Fare quello che faremmo di solito con il bonus del biliardo... E dell'inesistente gossip su Diodato che da quando è finita la sua storia con mia cugina non ha fatto assolutamente nulla... Tra un po' potremo mettere un cartonato al posto suo e sarebbe la stessa cosa!» mentre finisce la frase si morde il labbro e trattiene qualche imprecazione cercando di non prendersi a pugni da solo «Come niente gossip su Diodato? Cally pensavo che non vedessi l'ora di parlare della sua nuova acconciatura da quando siamo arrivati! Stiamo facendo teorie sul perché si sta facendo crescere i capelli da giorni ormai! Dov'è finito il tuo spirito investigativo? Vuole essere più Johnny Depp anni novanta o Leonardo Di Caprio anni novanta? È ancora una sua pessima reazione alla rottura? O vuole cercare di rimorchiare qualcuna? Non ci credo che proprio tu non te lo sia chiesto... Mi aspettavo che stessi preparando almeno un centinaio di nuove battute... A meno che tu non sappia già il motivo di questo cambio di look...?» risponde Rancore senza notare il tono forzato di Cally «Ah intendevi quello! No, no... Non so perché l'abbia fatto ma davo per scontato che stesse attraversando una fase Beatles... O cazzate così... Comunque ovviamente ho già pensato ad un nuovo repertorio di battute, per chi mi hai preso?» ribatte Cally e si stupisce lui stesso di quanto la bugia gli esca facilmente. Tarek ride «Adesso ti riconosco! Comunque divertiti con la tua amica… Scommetto quello che vuoi che alla fine te la porti a letto…» dice con tono ironico. Cally si morde il labbro e raccoglie per l’ennesima volta i suoi pensieri «Sì, certo Tarek… Infatti sappiamo quanto sei fortunato con le scommesse… Invece che cercare di combinarmi con le mie amiche, concentrati a cercare di farti Marco per favore. Tre appuntamenti e ancora non l’hai baciato, dai… Che vergogna… Mi sto pentendo di averti combinato con lui, in fondo mio cugino si merita meglio di così, no?» replica con un aspro tono sarcastico prima di salutare mentre Tarek cerca di balbettare qualcosa e riattacca. Cazzo, forse ho esagerato un po’, pensa, ma sa anche che Rancore lo conosce e che non penserebbe mai che dicesse sul serio. Almeno lo spera.
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Cally si piazza a poca distanza dall’ingresso del locale e si accende una sigaretta mentre aspetta. Non c’è esattamente freddo, è estate in fondo, ma c’è una leggera brezza che viene dal mare e gli sta facendo venire i brividi. O forse è solo la sua impressione. Nessuno intorno a lui sembra in alcun modo infastidito o infreddolito. Forse è davvero solo lui. Temevo di arrivare in ritardo io ed invece… A quanto pare la signorina si farà aspettare? Cally sorride tra sé e sé mentre si fa un tiro. Adesso ovviamente l’unica cosa a cui non devo pensare troppo è che sto prendendo una cotta bella e buona per Anita, giusto? Cazzo, di sicuro in questo momento non ha bisogno anche delle mie idiozie… A proposito di Anita… Cally controlla l’orario. È un po’ in ritardo rispetto all’orario prefissato… Magari ci ha messo un po’ di più a prepararsi o… O è stata fermata da qualcuno della famiglia. No, in quel caso avrei già ricevuto qualche chiamata ed almeno cinquanta messaggi. Però… Potrebbe essere rimasta in camera, troppo insicura e troppo agitata per azzardarsi ad uscire. In quel caso non solo Cally avrebbe fallito completamente nel suo intento di farla rilassare, ma avrebbe anche causato più problemi di prima.
Alla fine si decide a provare a chiamarla. Attende qualche squillo e poi si mette subito in allerta quando sente che qualcuno ha risposto «Ehi, ciao.» dice con tono delicato Anita, ma Cally non riesce a capire se sia triste o allegra «Ehi! Non avrai deciso di darmi buca, spero…» risponde Cally con l’intonazione più allegra che riesce ad ottenere e cercando di non sembrare troppo preoccupato. Non è ancora certo che lei stia effettivamente bene. «Mhhh… Sai, non è una cattiva idea…» inizia a dire Anita con tono scherzoso e Cally si rilassa «Quasi quasi resto in camera… Qui ho una buona scorta di caramelle e Netflix a disposizione…» conclude Anita e Cally si sente un po’ meno sicuro, anche se riesce a sentirla sorridere. «Oh wow, se lo dici così allora ti do ragione, dammi buca assolutamente… Però… Posso dire in mia difesa che magari, e solo magari, posso essere interessante quanto Netflix ed una buona scorta di caramelle?» ribatte con un sorriso «Dietro di te, Mx. Interessante.» gli risponde Anita facendosi scappare una risatina prima di chiudere la telefonata. Cally corruga per un momento la fronte confuso, ma poi si volta quasi inciampando su sé stesso. Wow. Altro che troppo insicura. Anita si avvicina in perfetto equilibrio su un paio di tacchi decisamente alti, ondeggiando i fianchi messi in risalto da una gonna molto corta ed attillata. Cally non si aspettava che una con un guardaroba così sobrio e semplice potesse avere qualcosa di quel tipo. Indossa anche una camicetta scollata piena di brillantini ed è riuscita a radersi completamente e a truccarsi… Sta da favola. Non ci sono altre descrizioni possibili. «Sono arrivata puntuale, giuro… Non ti avevo visto e… Poi mi hai chiamata…» spiega appena si trova più vicina e sembra quasi… Timida. Lei. Che riesce a camminare con quella disinvoltura in quei vestiti… Cally scuote la testa per prendere contatto con la realtà e riprende in mano la sigaretta che era rimasta a pendere tra le sue labbra. «Oh, non fa niente figurati… La notte è ancora giovane, abbiamo tutto il tempo del mondo per bere e ballare…» la rassicura con un sorriso ed un occhiolino prima di porgerle il braccio per appoggiarsi e condurla verso l’ingresso «Almeno se cadi da quei trampoli, saremo in due a cadere.» aggiunge «Stai molto bene comunque, scelte di stile approvate dall’amichevole lesbica di quartiere.» Anita ridacchia «Grazie, anche tu non sei male.»
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Scegliere il locale non è stato esattamente facile. Doveva essere abbastanza distante da non rischiare di incontrare per sbaglio qualche membro della famiglia che aveva deciso di non partecipare alle attività di gruppo serali e doveva essere sicuro per due persone LGBT. Cally si è preoccupato più per Anita che per sé stesso ad essere onesti, ma comunque l’obbiettivo era uguale. Per fortuna è riuscito a trovare il locale giusto, che per un’incredibile e fortuita coincidenza ha anche dell’ottima musica. In ogni caso, un ottimo modo per stare più tranquilli è bere, quindi Cally porta subito Anita verso il bancone.
«Allora… Possiamo iniziare con qualcosa di leggero, giusto per dare il via alla serata, oppure direttamente con uno shottino… Anche se non vorrei che tu prendessi subito qualcosa di troppo pesante, magari inizia con una birra… Sei un po’ un peso piuma e non credo che regg-» inizia Cally con un sorriso divertito, Anita alza un sopracciglio e prima che finisca di parlare si rivolge direttamente al barman «Per me un margarita ed uno shottino alla menta, per la mia amica una birra. Grazie.» il barman annuisce e si sposta per mettersi all’opera. Cally si volta verso Anita e la fissa con un’espressione confusa ma divertita, inclinando leggermente la testa «Oh. Okay. La signorina da solo l’impressione di essere tutta casa e chiesa, allora.» commenta con un ampio sorriso ed Anita fa spallucce, poi viene brevemente distratta dalla musica e chiude gli occhi per seguirla con dei leggeri movimenti. Cally la osserva per un secondo senza dire niente. Non ho nessuna battuta di spirito da fare. Dovrei vergognarmi di me. Però sembra che si sia rilassata ed il suo obbiettivo era quello, quindi non importa. Quando Anita ritorna alla realtà si scusa quasi subito «E di che ti devi scusare? Ti ho portato qui per farti ballare, non per bere del tè…» le risponde Cally porgendole il margarita appena arrivato ed offrendo un brindisi con la sua birra. «Alla salute!» esclama Anita prima di bere quasi metà del suo drink in un colpo solo. Cally quasi si soffoca con il suo sorso di birra «Cazzo, Ani, non è uno shottino! Fai piano, ti prego!» esclama con un filo di voce ed Anita guarda il suo bicchiere come se non capisse quale sia il problema «Ah sì, certo.» dice poco convinta e poi porge il bicchiere a Cally «Vuoi assaggiare?» chiede come se niente fosse. Cally fissa Anita e poi il bicchiere «Oh sì, margarita e birra, che buon mix…» commenta sarcastico, ma si avvicina comunque al bicchiere per prendere un sorso alzando appena gli occhi verso Anita. Lei lo guarda per un attimo, ma poi allontana lo sguardo come se stesse pensando a qualcosa «Aspetta… Com’è che mi hai chiamata prima?» chiede mentre Cally ritorna alla sua birra «Ehm… Signorina?» offre mentre ripensa alla conversazione «No, no… Quando mi hai detto di bere più piano…» spiega Anita. Cally spalanca gli occhi per un attimo. Le ho dato un soprannome per sbaglio? Oh no. Non devi mai dare soprannomi, poi ti affezioni. Cazzo. «Mi hai chiamata… “Ani”?» chiede con un sorriso. Non sembra infastidita. «Ehm… Sì… Mi è sfuggito, scusa…» cerca di giustificarsi Cally, ma Anita lo interrompe subito «No, no, non scusarti… Mi piace! È carino… Ho un soprannome per il mio nome adesso! È perfetto!» dice allegra prima di continuare a bere.
Chiacchierano un po’ mentre finiscono i loro drink, principalmente di gossip familiare e poi discutono brevemente di musica «Ah, a proposito… Ti devo fare i complimenti per la scelta del locale… Buona musica… Però mi aspetto anche che tu venga a ballare con me.» commenta Anita facendo un occhiolino. Cally sorride «Certo, l’intero scopo della serata era questo: costringerti ad andare sulla pista da ballo e metterti in assoluto imbarazzo.» risponde ironico finendo il suo ultimo sorso di birra. «Perfetto allora.» dice Anita prima di buttare giù il suo shottino ed afferrare il braccio di Cally per portarlo in pista. Si muove con una disinvoltura sorprendente, considerando i tacchi, l’alcol e la situazione completamente nuova. Sembra quasi che non si renda conto di quello che ha intorno, come se stesse ballando nella sua camera invece che in un locale affollato. Cally non può fare a meno di seguirla nei suoi movimenti a ritmo di musica. È passato un po’ di tempo dall’ultima volta che si è lasciato andare così.
Passano una mezz’ora intera a ballare varie canzoni dance, poi il dj passa ad un repertorio più hip hop. Cally balla con entusiasmo sul beat di una canzone di Eminem e con il labiale ne segue il testo. Quando alza lo sguardo su Anita si rende conto che non solo sta ballando con un entusiasmo pari al suo, ma sta seriamente cantando alla perfezione ogni parola della canzone. Vorrebbe commentare la sua incredibile performance, ma con il volume della musica così alto sarebbe impossibile farsi sentire, quindi si limita a fissarla esterrefatto e fare un cenno di approvazione. La canzone finisce ed Anita si allontana dalla pista per prendere fiato. Cally la segue fino al bancone in tempo per sentirla ordinare qualche altro drink. «Tu vuoi qualcosa?» chiede Anita voltandosi verso di lui «Ehm… No, aspetto che sia passata almeno un’ora… Aspetta vuol dire che hai ordinato solo per te?» chiede Cally confuso. Anita ride «Non temere, non sono un peso piuma come sembro…» dice prima di buttare giù tre shottini di fila e trascinare di nuovo Cally verso la pista come se niente fosse.
Cally continua a ballare con Anita, che non sembra aver subito particolarmente l’effetto dell’alcol. Okay, direi che sta bene. È tutto okay. Si dice mentre cerca di farsi trascinare di nuovo dalla musica. Adesso però c’è più gente in pista e si ritrova a prestare più attenzione a quello che sta accadendo intorno a loro. Qualcuno lancia loro delle occhiate, qualcuno si avvicina non troppo discretamente, qualcuno fissa Anita in un modo che a Cally non piace per niente. Lei tiene gli occhi chiusi per la maggior parte del tempo e sembra non accorgersi di niente. Cally si avvicina un po’ di più e fa in modo di tenere le mani più vicine a lei, senza toccarla troppo, mentre lancia occhiate assassine ad un paio di persone. Dopo qualche tempo Cally torna al bancone ed ordina un’altra birra. Non sa esattamente perché, ma non si sente in vena di bere niente di più pesante. Anita si appoggia al bancone e si sporge verso il barista «Io prenderò un AK-47, grazie.» dice facendo una piccola smorfia divertita. Cally appoggia la sua birra «Ani… È ancora molto presto, sai? Non ci corre dietro nessuno…» prova a suonare scherzoso ma teme che la sua voce sia pregna di preoccupazione e non vuole che ad Anita sembri che la voglia rimproverare. Lei fa un gesto con la mano come per dirgli di lasciar perdere ed inizia a bere il suo drink. Dopo aver seccato un quarto del bicchiere lascia Cally al bancone dicendogli di stare a guardare e torna a ballare. Cally la osserva ballare dalla distanza seguendo i suoi movimenti. Per un momento quasi la perde, quando qualcuno si mette davanti a lei, bloccando la sua linea di vista. Stringe il bicchiere nella mano e cerca di sporgersi per vedere meglio. Riesce a trovare nella folla la sua testa, ma solo per qualche momento. Gli sembra che avesse gli occhi chiusi. Sta buono. Non sei un cane da guardia. Non ha bisogno di te. Lasciala divertire, cazzo. Il tizio che bloccava la sua vista si sposta di qualche passo e adesso Cally riesce a vedere che ci sono due ragazzi vicino ad Anita che stanno chiaramente cercando di avvicinarsi per toccarla, lei ha ancora gli occhi chiusi.
Cally appoggia la birra e si alza di scatto per marciare verso la pista da ballo. Si fa strada nella folla di fretta, probabilmente dando anche qualche spallata a qualcuno. Raggiunge Anita e le prende delicatamente un braccio per spingerla ad aprire gli occhi, appena lo riconosce porta l’altra mano intorno alla sua vita e la spinge lievemente per portarla via dalla pista. «Perché mi hai portata via?» chiede confusa Anita guardando prima la pista alle loro spalle e poi Cally. Adesso si riescono a notare di più gli effetti dell’alcol. Le sue reazioni sono più lente e non sembra più sicura come prima sui tacchi. «Oh, nessun motivo. Mi hai abbandonato così al bancone… Volevo divertirmi con te, tutto qui.» risponde Cally mentre la porta di nuovo vicino al bar sperando che farla appoggiare possa aiutare. Lei lo guarda sospettosa, ma quasi subito ritorna a sorridere. I loro bicchieri sono ancora lì. Anita afferra il suo di colpo e se lo porta alle labbra buttando la testa all’indietro come se dovesse finirlo in un colpo solo. Cally allarmato le ferma le braccia che lei ha già mandato giù due sorsi abbondanti. «Ani!» esclama mentre lei lo guarda sempre più confusa. Appena riesce a toglierle il bicchiere dalle mani, Cally si addolcisce. Con delicatezza prende il suo volto tra le mani e cerca di studiare la sua espressione «Ani…» sussurra. Gli occhi di lei si riempiono di lacrime «Cosa ti prende?» chiede Cally con cautela continuando a guardarla negli occhi. «Non lo so.» risponde con un filo di voce Anita mentre le lacrime cominciano scenderle lungo il volto. Cally le accarezza le guance con delicatezza e riesce ad asciugare qualche lacrima. «Andiamo a prendere una boccata d’aria, okay?» chiede ed Anita si limita ad annuire debolmente.
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La temperatura ormai è scesa di qualche grado, ma comunque non è freddo. Cally offre ancora il suo braccio per aiutare Anita a camminare e la porta ad appoggiarsi contro una parete dell’edificio. «Anita… Io non volevo forzarti a fare qualcosa che non volevi… Se non te la senti di stare in pubblico o di andare a ballare va bene… Hai tutto il diritto di fare le cose alla tua velocità…» cerca di cominciare il discorso per rassicurarla. Lei si asciuga la faccia con una mano, scuote la testa e poi la appoggia contro il muro «No… Non preoccuparti… Questo non ha niente a che fare con te… Io… Sono contenta di essere uscita, davvero… E non ho mai potuto dire di aver fatto una “serata tra amiche”, quindi ne avevo davvero bisogno… Solo che le vacanze estive sono già pesanti da sopportare di loro e anche fare qualcosa che voglio e che mi piace diventa… Pesante… Non posso essere me stessa e… Continuo a pensare a quante occasioni ho perso.» spiega Anita cercando di trattenere altre lacrime quando la sua voce si spezza. Cally si avvicina e la trascina silenziosamente in un abbraccio «Va bene. Anche se non hai mai fatto niente del genere prima, va bene… Non vederla come una lista di occasioni perse, vedila più come una lista di possibilità, una lista di straordinarie prime volte. Non qualcosa che avresti potuto fare prima, ma qualcosa che stai facendo adesso e che stai facendo alla grande. Tu non ti sei vista in pista ma eri fantastica… Hai sicuramente il bollino di approvazione di ogni lesbica del locale, me inclusa.» dice Cally a bassa voce. Anita ridacchia «Ah, davvero ce l’ho? Tu non credo, ti muovi da schifo…» risponde ironica e a Cally sfugge una risata che lo costringe ad allontanarsi «Wow! È così che ti voglio! Brutale!» esclama tra una risata e l’altra. Quando si calma ritorna serio per un attimo «Allora dimmi tu cosa vuoi fare, sono assolutamente a tuo servizio. Anche se vuoi rifugiarti in camera tua a guardare Netflix con la tua scorta di caramelle.» dice con calma ed aspetta che Anita ci rifletta sopra. «No, la notte è ancora giovane, torniamo dentro e divertiamoci! Ma tienimi lontana dal bar… E poi come diavolo pensi che sia possibile vedere Netflix nella mia stanza senza farci beccare da almeno mezza famiglia?» risponde lei con un sorriso allegro. Cally fa spallucce «Beh posso sempre entrare ed uscire dalla finestra.» commenta facendo un gesto per invitarla a rientrare.
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Passano il resto della serata a ballare quasi senza accorgersi del tempo che passa. Anita sembra dimenticare con facilità la piccola crisi che ha avuto prima e non si azzarda a bere niente che non sia acqua. Cally si perde di nuovo nella musica lasciandosi trasportare per ore solo dal beat. Quando vorrebbe cedere alla stanchezza e propone di andare via mettono una canzone che Anita sembra riconoscere dalle prime note dal modo in cui si mette in allerta e sorride soddisfatta. «Oh, adesso ti faccio vedere cosa vuol dire ballare!» commenta mentre trascina Cally verso un punto più aperto della pista. Al momento la zona è semi deserta quindi non deve preoccuparsi molto di quello che ha intorno. Cally non riconosce la canzone, ma ha un sound pop leggermente più lento delle canzoni precedenti, un beat molto marcato ed una profonda voce di donna. Anita comincia a muoversi con sicurezza in quella che sembra una coreografia ben definita. È ipnotica. È affascinante. È seducente. Cally si ritrova incapace di muoversi mentre segue con lo sguardo ogni minimo movimento di Anita che sorride rilassata e lo guarda dritto negli occhi. Cazzo. Non riesce a formulare pensieri più elaborati. Anita gli gira intorno, si appoggia a lui, lo porta a ballare con lei guidando i suoi movimenti.
Se prima Cally non si era azzardato a toccare Anita se non per farla spostare da qualche altra parte adesso non riesce a trattenersi dal far scorrere le sue mani lungo il suo corpo mentre balla con lei. E lei continua a sorridere e a guardarlo negli occhi con quell’espressione serena, completamente a suo agio. Cally non riesce a toglierle gli occhi di dosso ed è improvvisamente più conscio dell’ambiente in cui si trovano. Le luci colorate del locale danzano sui suoi lineamenti, i suoi capelli sono scombinati ormai da ore, sul suo collo e lungo la sua scollatura riesce a vedere qualche gocciolina di sudore che scende per sparire sotto i suoi vestiti. Wow. Anita continua a seguire la sua coreografia, senza perdere la contrazione o l’equilibrio nemmeno per un secondo e senza accorgersi minimamente di come Cally la sta guardando finché la canzone non finisce. Cally resta stordito per un momento e riesce a riprendersi solo quel tanto che basta per seguire Anita fuori dalla pista verso l’uscita «Scusami… È una canzone che adoro e mi piace molto quella coreografia non ho potuto fare a meno di ballarla prima di andare via…» si spiega lei quando arrivano fuori «Come? Ah sì, sì… Non preoccuparti, mi fa piacere sapere che mi nascondi anche una carriera da ballerina a quanto pare…» commenta Cally. Quella era la battuta più cretina che potessi fare. Anita ridacchia «Io una ballerina? No, assolutamente no… Ho imparato solo qualche passo… E dato che quella canzone mi piace molto ho voluto imparare una coreografia completa… Per me… Non per esibizioni o cose del genere…»  risponde facendosi improvvisamente più timida. Non ci credo è pure arrossita. Lei. «Mah… Se lo dici tu… Credo che potresti considerarla come carriera però, non si sa mai.» dice facendole un occhiolino.
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veronica-nardi · 5 years
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The Untamed, Al Tempio di Yunping (episodi dal 47 al finale)
PRIMA PARTE.
Sto riscrivendo l'incipit del commento perché avevo pensato di fare una tirata fino al finale, ma scrivendo il commento mi sono accorta di essere la persona più prolissa sulla faccia della terra, quindi, avendo fallito miseramente all'idea di buttare giù un commento sintetico degli episodi finali, dovrò dividere la cosa in due parti: questa prima parte sono gli episodi 47 e 48, poi farò il 49 e il 50.
Senza contare che ho finito il numero delle gif disponibili.
Avvertenza: consiglio di aver comunque già visto tutto il finale prima di continuare la lettura.
Iniziando a scrivere, ci sono due cose che NON devo fare: mettermi le mani nei capelli pensando a tutto lo spettacolino di Jin Guangyao che dovrò raccontare tra poco; e cercare di non ricordare la parte finale della novel perché altrimenti inizio a porconare pensando a come avrei voluto vedere CERTE COSE.
Evito di mangiarmi le mani, e partiamo.
Dunque, Lan Zhan e Wuxian si dirigono nella città di Yunping per raggiungere il luogo segnato sull'atto di proprietà trovato nella stanza segreta di Jin Guangyao. Con loro, ovviamente, c'è anche Wen Ning, che li segue ovunque vadano come un cagnolino. Guardando come viene infastidito da alcuni bambini per la strada, Wuxian desidera che Wen Ning riesca a staccarsi da lui e vivere una vita più indipendente. Ormai non è più il ragazzino balbettante di una volta, è giusto che prenda la sua strada. Non può dipendere da Wuxian per sempre, non è giusto né per lo stesso Wen Ning, e nemmeno per la nostra coppietta preferita, che vorrà pure un po' di privacy.
Wuxian e Lan Zhan scoprono che il luogo di cui Jin Guangyao è il proprietario, è un tempio situato in città, piuttosto frequentato. Entrano a dare un'occhiata, e sentendo una conversazione vengono a sapere che quella notte, per tre giorni, il tempio rimarrà chiuso per lavori di restauro.
Lavori di restauro. Come no.
I due decidono di tornare sul posto una volta calata la notte, in modo da intrufolarsi all'interno quando non ci sarà nessuno, E IO DEVO SFORZARMI DI NON PENSARE A COSA SUCCEDE A QUESTO PUNTO NELLA NOVEL.
Quella notte, Wuxian non lascia venire con sé anche Wen Ning. Lo lascia sulla porta, prima di tutto perché penso voglia proteggerlo, e poi se lui e Lan Zhan non dovessero più uscire Wen Ning dovrà correre al Pontile del Loto e chiamare Jiang Cheng.
E Wuxian non mette in dubbio quello che potrebbe fare o non fare il fratello. Non pensa "se le cose dovessero mettersi male speriamo che Jiang Cheng arrivi". No. Wuxian è sicuro che arriverà. Per quanto possa mostrarsi sempre arrabbiato e scontroso, Wuxian sa che il fratello non lo lascerebbe morire se dovesse sapere che lui è in pericolo.
Wen Ning rimane quindi fuori, quando d'un tratto vede dell'energia nera (?) all'orizzonte, nel cielo della notte, e come un razzo vi corre incontro (qualcuno mi spieghi please).
Wuxian e Lan Zhan si arrampicano sui tetti del tempio e nel cortile interno, tra vari uomini, vedono anche Lan Xichen. Prima che possano capire cosa sta succedendo, Fata guida Jin Ling alle porte del tempio, e il ragazzo, incuriosito, si mette a bussare. L'arrivo del nipote non facilita certo le cose a Wuxian, che si mette a pregare tutti i santi affinché il ragazzo se ne vada.
E invece cosa fa Jin Ling?
SI ARRAMPICA SUI TETTI ANCHE LUI.
Nel bel mezzo della notte, da solo, giovane e inesperto, si arrampica sulle mura per sbirciare in questo tempio dall'aria sinistra. Jin Ling, vuoi morire? A quanto pare sì, perché gli arcieri, ignorando bellamente le parole di Lan Xichen di non fare del male al ragazzo, sono pronti a puntare su di lui, e sarebbe davvero morto se Wuxian non avesse deviato le frecce in tempo. Wuxian gli grida di scappare e il nipote se la svigna, ma ormai lui e Lan Zhan sono stati scoperti: da vera serpe qual è, Jin Guangyao sguscia dall'ombra e prende in ostaggio Wuxian immobilizzandolo con una corda attorno al collo.
Zan zan zaaaaaaaan.
Perfetto modo di prendere in pugno la situazione.
Tenendo tra le mani la vita di Wuxian, Jin Guangyao costringe Lan Zhan ad abbassare la sua spada e sigillare i suoi poteri spirituali, il tutto mentre il Signor Sono Stato Ingannato (non dire che non eri stato avvertito) assume sempre di più un'aria da "ma dove diavolo sono finito..."
Jin Guangyao ci mette poco a creare tensione con le persone che ha tra le mani. Abilissimo manipolatore, si mette a fare riferimenti alla morte di Wuxian e di come i due una volta fossero nemici, parole mirate a risvegliare brutti ricordi e far bruciare i rimorsi di Lan Zhan, che si vede costretto a esaudire le richieste del nemico. Wuxian invece lo spinge a scappare e a cercare aiuto, rassicurandolo di non averlo mai incolpato di nulla, ma a nulla valgono le sue parole: Lan Zhan rimane al suo fianco, cosa che colpisce Wuxian al punto da fargli salire le lacrime agli occhi.
La situazione si fa ancora più interessante nel momento in cui Jin Ling viene catturato e portato dentro (sento Wuxian porconare internamente). Jin Guangyao ordina di trovare e uccidere il cane, cosa che sorprende e allarma il nipote, visto che Fata gli è stata regalata proprio dallo zio e gli è molto affezionato.
Lan Xichen è sempre più sconcertato: "Jin Ling è solo un bambino, ed è tuo nipote."
Ancora non hai capito quanto sa essere subdolo e crudele questo caso umano che è Jin Guangyao? Quest'ultimo approfitta della situazione per tenere un altro prezioso ostaggio con sé, assicurando a Jin Ling che se si comporterà bene non gli succederà nulla di male.
Con tutto il rispetto, Jin Guangyao, ma ormai non sei più molto affidabile.
Fulmini e saette rombano nel cielo. Una tempesta si sta avvicinando, così entrano tutti all'interno del tempo, dove Jin Guangyao, che si dimostra un individuo sempre più macabro ogni minuto che passa, sta facendo scavare la terra per dissotterrare qualcosa, non si sa bene cosa, ma a quanto pare molto importante per lui.
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Mentre Jin Guangyao è occupato con gli scavi archeologici, i prigionieri si siedono per terra mentre fuori si scatena il temporale. Wuxian approfitta del momento di pace per rivolgersi a Lan Zhan, dicendogli che non è costretto a stare al suo fianco, che non è mai stato arrabbiato con lui e che non gli deve niente.
"Non ho mai pensato di doverti qualcosa."
"Allora perché lo hai fatto?"
SECONDO TE PERCHÉ??! Wuxian sarà il più grande genio di questo mondo, ma quando si tratta di sentimenti diventa improvvisamente uno scemo (e nella novel è pure peggio!). A parte gli scherzi, Wuxian è abituato a combattere da solo e per troppo tempo ha pensato di non meritare nulla di più che indifferenza e ritorsione; inoltre, dopo che Lan Zhan gli ha confessato di avere i suoi rimpianti, teme che stia agendo solo perché sente di avere un debito nei suoi confronti. E invece no. Lan Zhan l'ha fatto perché...
"Perché andava fatto."
E perché ti ama, certo, ma questo non si può dire.
Intanto Lan Xichen se ne sta seduto a occhi chiusi a meditare (perché non sono sorpresa?), mentre Jin Ling stringe al petto la sua spada. AMOREEEEEE. Jin Ling sarà anche scontroso e altezzoso a volte, ma guardalo, ora se ne sta seduto visibilmente impaurito e a disagio, tenendo stretta a sé la spada di suo padre. Questo dice tanto di lui.
Per rallegrare l'atmosfera arriva Su She, recante con sé uno svenuto Nie Huaisang. Per Jin Guangyao è ancora meglio: ora ha un altro Capo Clan tra le mani (tra poco riderai di meno perché sta per essere sganciata una bomba INCREDIBILE).
NIE HUAISANG, IO LO SO CHE NON SEI DAVVERO SVENUTO!!!
Ma non è ancora il momento di parlare di lui.
Jin Guangyao rassicura Lan Xichen che non farà del male al povero Nie Huaisang, lo ha sempre trattato bene, e se tutto andrà per il verso giusto, tutti quanti potranno uscire da quel posto sani e salvi. Lan Xichen pare confuso e sconcertato:
"Dovrei crederti?"
MA ANCORA TE LO CHIEDI???!!?!?
Per amor del cielo, l'ingenuità di quest'uomo deve pur avere un limite!
"Dipende da te. Che tu mi creda o no, non puoi far niente comunque. Giusto?"
Della serie: sticazzi. Vedo lo schiaffo in faccia che queste parole provocano sul volto di Lan Xichen. Ma cosa ti aspettavi? Quest'uomo sta sprofondando nel più profondo fallimento ogni minuto che passa. Io ti voglio bene però, insomma... hai voluto vedere solo quello che volevi tu fino all'ultimo, quando ormai è impossibile negare l'evidenza.
Mentre Lan Xichen fa i conti con la sua ingenuità, Su She si lancia nel suo passatempo preferito: cagare il cazzo ai due protagonisti. Innanzitto cerca di vantarsi perché loro sono in ostaggio, al che Wuxian gli fa notare che il suo padrone è piuttosto nella merda in questo momento, poi se la prende con Lan Zhan lamentandosi della sua perenne aria da superiorità.
Su She, la verità è che sei invidioso.
Quando Wuxian difende l'amato affermando che le regole del Clan Lan vietano di essere arroganti, lo scambio di battute tra lui e Jin Ling mi fa sempre ridere:
"Come fai a conoscere le regole del Clan Lan?"
"Perché le ho ricopiate tante volte."
"E perché le avresti ricopiate tante volte?"
"Pensi che mi piacesse? Era... una punizione."
"Che vergogna".
Il modo in cui Jin Ling volta la testa dall'altra parte con aria indignatissima mi fa morire. Giuro che Jin Ling e Wuxian insieme sono un'accoppiata meravigliosa.
Dopo la piccola umiliazione davanti al nipote, Wuxian torna a rispondere a Su She in un modo che mi rende molto orgogliosa di lui:
"Dovreste essere lieto di non aver studiato al Clan Jiang di Yunmeng. Altrimenti, vi avrei fatto arrabbiare a morte. Quando ero giovane, ero sinceramente convinto di essere un prodigio. E non solo ce l'avevo nel cuore, lo sbandieravo anche ovunque."
Amore mio, sei cresciuto. Ci sono cose e aspetti di Wuxian che rimarranno per sempre gli stessi: la sua generosità, la bontà di cuore, la sua insolenza, la sua lingua sciolta, il suo eterno sorriso da bambino che ti scalda il cuore. Ma quello che è cambiato in lui è la consapevolezza. Quella presa di coscienza che prima gli mancava. Wuxian qui parla al passato, di quanto si sentiva un prodigio quando era giovane. Ora giovane non lo è più, e si rende conto di quanto dannatamente sia stato arrogante nella sua vita precedente.
E c'è Su She che si incazza e tenta di attaccarlo, e Lan Zhan entra nel mood "non osare toccare mio marito" nel giro di un nano secondo:
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A questo punto le cose si fanno davvero interessanti. Su She è colto da istinti omicidi verso Wuxian, che però non ci tiene proprio a morire.
"Non è che ho paura della morte. È che non voglio morire."
Questo è un altro cambiamento in Wuxian. Appena tornato in vita non mi sembrava felice di essere ancora in questo mondo: non aveva nessuno ed era odiato da tutti, la sua sola compagnia erano i traumi del passato con cui dover fare i conti. Fino a quando non ha incontrato Lan Zhan, che gli ha letteralmente salvato la vita non solo in senso fisico: ha reso la sua vita degna di essere vissuta di nuovo. Senza Lan Zhan, Wuxian sarebbe rimasto uno scarto della società per sempre, e non avrebbe trovato mai più la gioia di vivere.
Quello che ha fatto la differenza tra presente e passato, è che adesso Lan Zhan sta dalla sua parte qualunque cosa accada. E questo è stato sufficiente per Wuxian per ritrovare la pace perduta. Lo ha detto lui stesso: un compagno di vita è sufficiente. Non importa se Lan Zhan dovesse essere l'unica persona sulla faccia della terra che crede in lui, Wuxian non ha mai avuto bisogno di molti alleati per trovare la forza di combattere. Un alleato come Lan Zhan e una coscienza pulita, e Wuxian vive che è un piacere.
A questo punto mi viene da dire solo una cosa: Dio benedica Lan Zhan.
Ma andiamo avanti. Ho detto che le cose si fanno interessanti, infatti prima che Su She possa attaccare di nuovo le porte del tempio vengono buttate giù da uno sfrigolante colpo di frusta violaceo:
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IL NOSTRO TSUNDERE PREFERITO È ARRIVATO!!! (E in tutta la sua bellezza).
CHE BADASS.
Guardate che stile.
Jiang Cheng porta con sé anche Fata, che si precipita dentro abbaiando contro Su She, cosa che terrorizza Wuxian. Jin Ling incita il cane ad attaccare, e anche Wuxian si mette ad incitare mentre si nasconde dietro il braccio di Lan Zhan, prontamente protettivo.
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Ora, due cose:
Uno: apprezzo moltissimo come in una scena del genere, che dovrebbe essere stressante, ansiosa e ricca di tensione (e lo è), riescano ad alleggerire l'atmosfera qua e là usando trucchetti come quello di Wuxian spaventato dal cane, o lo scambio di battute tra lui e Jin Ling. Questa serie ha sempre avuto un ottimo equilibrio tra leggerezza, ansia, dolcezza, tensione, horror, divertimento, lacrime (ok, di lacrime ce ne sono state tante, ma è comunque una serie equilibrata per quanto mi riguarda).
E due: possiamo parlare di quanto sia prepotentemente potente la presenza di Lan Zhan nonostante non pronunci praticamente parola? Da quando è iniziato l'episodio avrà pronunciato tre parole, e per tutto il tempo che staranno al tempio, lo passerà per la maggior parte in silenzio, eppure non ci si dimentica della sua presenza nemmeno per un istante, perché riesce comunque a parlare col corpo e con gli sguardi.
Mi ricordo di aver visto un'intervista di Wang Yibo in cui faceva riferimento al quasi assoluto silenzio di Lan Zhan nelle vicende del tempio, e raccontava la difficoltà di interpretare un personaggio del genere, e di come si fosse chiesto in quali altri modi poteva farlo "parlare". So che Lan Zhan è un personaggio che parla poco proprio di base, ma le vicende del tempio mi hanno colpita perché sono gli ultimi momenti della serie, è dove si decidono le sorti dei personaggi, è dove tutto viene concluso, c'è molta tensione e ci si aspetta che i personaggi buttino fuori quello che si portano dentro, mentre Lan Zhan rimane quasi muto, e l'attore ha dovuto lavorare su questo.
Dunque, appena entrato lo sguardo di Jiang Cheng cade subito sul fratello, uno sguardo ancora molto scosso per via della recente scoperta sul Nucleo (Wuxian ancora non sa che lui sa). Jin Guangyao, dall'occhio attento come una serpe, se ne accorge subito e ne approfitta, cominciando a creare tensione tra i due fratelli.
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Nel duello che parte con Jiang Cheng, guarda un po', si lascia casualmente scappare di aver sentito di un certo trambusto al Pontile del Loto, con Jiang Cheng che è corso da tutte le parti come un pazzo chiedendo a chiunque di provare a estrarre Suibian manco fosse la versione cinese di Excalibur.
Faccia di Jiang Cheng: YOU MOTHERFUCKER.
Faccia di Wuxian: PANICO.
Faccia di Jin Guangyao: OH YES BITCHES!
"Ho saputo che nessuno è riuscito ad estrarre quella spada, ma che tu ne sei stato capace. Che strano. Sedici anni fa, quando raccolsi quella spada, si sigillò da sé. Oltre allo stesso Patriarca di Yiling, nessun altro fu in grado di estrarla."
Faccia di Wuxian: SUPER MEGA PANICO.
Faccia di Lan Xichen: ma di cosa stiamo parlando?
Jiang Cheng: TI AMMAZZO BASTARDO!!!
"Poi me ne sono ricordato. Allora, Wei Gongzi era così ostinato. Non portava mai con sé la propria spada. Ogni volta dava una scusa diversa. Lo trovai singolare. Capo Clan Jiang, sei davvero straordinario. Il più giovane dei Capo Clan, capace di ricostruire il Clan Jiang di Yunmeng da sé. Lo rispetto davvero molto. Ma ricordo che in passato non sei mai stato capace di superare Wei Gingzi. Puoi spiegarmi come hai fatto ad ergerti tanto in alto dopo la Campagna dell'Eclissi? È stato forse merito di una pozione per il Nucleo D'oro?"
Wuxian: OH MIO DIO OH MIO DIO OH MIO DIO.
Lan Xichen e Jin Ling: confusione totale.
Jiang Cheng: fase trigghered completata.
Lan Xichen ha provato ad avvertire Jiang Cheng di stare attento e di non parlare con la serpe, che con le sue parole riesce a distogliere la tua attenzione e manipolare le tue emozioni (ed è vero cazzo!), ma Jin Guangyao è riuscito comunque a vincere questo primo round.
Sarò sincera: rivedendo la scena, devo ammettere che AMO il modo in cui Jin Guangyao mette in piedi il suo spettacolino. È un manipolatore così fottutamente abile che non posso fare a meno di ammirarlo. Le mie parole o le mie gif non possono descriverlo come si deve, bisogna vederlo in azione per capire quanto è bravo.
E QUANTO CAZZO È BRAVO L'ATTORE!
Decisamente si merita un applauso. Amo il modo in cui prende palesemente per il culo Jiang Cheng, assumendo un'aria innocente e disinvolta mentre gli butta veleno addosso. Ora, approfittando del suo stato sconvolto, torna all'attacco. Mentre combattono, Jiang Cheng salva Wuxian deviando la spada di Jin Guangyao, risultando per una volta addirittura più veloce di Lan Zhan. Il fatto che lo protegga senza esitare dice tutto.
Jiang Cheng esce dal combattimento ferito, e sono sicura che non sia riuscito a dare il massimo perché la sua concentrazione è stata abilmente manipolata. Quindi si siede per ristabilire la sua energia spirituale, mentre gli occhi di Jin Guangyao si riempiono di eccitazione vedendo che gli scavi stanno per volgere al termine (ma ancora non ci hanno detto di cosa si tratta).
In questo momento di "calma", Wuxian si rende conto che Wen Ning ha raccontato tutto a Jiang Cheng e Lan Zhan. Non fa di certo i salti di gioia nel saperlo, e capisco la sua preoccupazione perché sa già come sta per reagire Jiang Cheng, ma a questo punto è inevitabile, e ora c'è solo una cosa da fare: chiarirsi.
OK.
NON SONO PRONTA PER LA BOTTA EMOTIVA TRA I DUE FRATELLI.
Rivedendo la scena, ho pianto.
Maledetti, vi odio.
No non è vero, in realtà vi voglio bene, ma quanto mi fate esasperare!
Jiang Cheng si rivolge a Wuxian nell'unico modo in cui sa rivolgersi al fratello: arrabbiato. Solo che ora c'è una differenza: ora Jiang Cheng è arrabbiato anche con se stesso. Ma sappiamo come è fatto, fa fatica ad ammetterlo, è uno che per evitare una dolorosa verità si sfoga con la rabbia e il risentimento.
E così Jiang Cheng si sfoga, mostrando la sua rabbia verso le grandi azioni eroiche di Wuxian, su quanto si sia sempre sentito oppresso da lui sotto qualsiasi aspetto, di come il padre lo preferisse, di come la sua famiglia sia morta per colpa sua (questo ormai è un must). E poi tira fuori quello che lo ha fatto soffrire DAVVERO in tutti questi anni:
"Wei Wuxian, chi è quello che ha davvero rotto per primo la sua stessa promessa e tradito il nostro Clan Jiang? Avevi detto che quando in futuro sarei diventato Capo Clan, tu saresti stato il mio braccio destro. Che mi avresti supportato per sempre. Quindi che importa se Gusu ha le Due Giade? Noi di Yunmeng abbiamo le Glorie Gemelle! Non tradiresti mai il nostro Clan Jiang. Chi ha detto tutto ciò? Ti sto chiedendo chi l'ha detto! Te le sei rimangiate tutte?"
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È importante capire quanto Jiang Cheng avesse preso a cuore quella promessa, e quanto si sia sentito ferito in seguito quando Wuxian l'ha "abbandonato". Wuxian lo lascia sfogarsi mentre lui rimane in silenzio, con le lacrime agli occhi. Sono abbastanza sicura che a questo punto della storia, data l'evoluzione del personaggio, Wuxian non faccia più sua la colpa della morte delle persone che ha perso. Voglio dire, è ovvio che quelle perdite lo faranno sempre soffrire e i sensi di colpa probabilmente ci saranno sempre, ma credo che ora Wuxian abbia raggiunto quella consapevolezza del "non è davvero colpa mia" e riesca a vivere in modo più sereno. Non risponde nulla a Jiang Cheng su queste cose, sa che il fratello dice cose del genere quando è arrabbiato, l'unica cosa che può fare è lasciare che si sfoghi.
"Che è successo alla fine? Invece, sei andato a proteggere degli estranei. Oltretutto membri del Clan Wen. Hai disertato senza esitazione. Cosa credi che sia la mia famiglia? Hai fatto tutte le buone azioni. Quelle cattive erano sempre tutte involontarie. Quali sono esattamente queste tue ineffabili situazioni difficili? Situazioni difficili? Non mi hai mai detto nulla. Mi hai trattato come uno stupido!"
Jiang Cheng si trascina verso il fratello, quasi incespicando per via delle ferite, ignorando totalmente il nipote e Lan Xichen che lo avvertono di fare attenzione.
"Wei Wuxian, visto quanto devi al nostro Clan Jiang, non dovrei forse odiarti? Non posso odiarti? Perché? Perché sembra che io ora debba scusarmi con te? Perché devo sentirmi come se per tutti questi anni io sia stato solo un buffone!? Cosa sono io? Meritavo semplicemente di essere messo in ombra dalla tua radiosità fino al punto di non riuscire più ad aprire i miei occhi? Non dovrei odiarti?!"
Jiang Cheng ormai è in ginocchio davanti a Wuxian, stravolto e devastato. E qui Jiang Cheng parla chiaro: vorrebbe odiare il fratello con tutto il cuore, ma non ci riesce. Non ci è mai riuscito davvero, e sopratutto ora non riesce e non può odiarlo, non dopo il sacrificio che Wuxian ha fatto per lui.
"Perché? Perché, Wei Wuxian? Perché non me l'hai detto?"
"Perché non volevo vederti agire come stai facendo ora."
Questo è comprensibile. Wuxian ha sempre saputo come avrebbe reagito il fratello se lo avesse scoperto, perché lo conosce. Ma alla fine tenere il segreto non è stata la soluzione migliore: Jiang Cheng aveva bisogno di sapere.
Jiang Cheng è quasi consumato. La scoperta della verità, la rabbia, il senso di colpa, la tensione, tutto ha contribuito a rendergli i nervi estremamente tesi. Dopo lo sfogo, sembra essersi finalmente svuotato del peso che portava dentro da troppo tempo, ma la tristezza per i tempi passati ormai svaniti, rimane:
"Avevi detto che in futuro, quando sarei divenuto Capo Clan, tu saresti stato il mio braccio destro. Che mi avresti supportato per sempre. Non avresti mai tradito il nostro Clan Jiang di Yunmeng. Queste sono cose che hai detto tu stesso."
"Mi dispiace. Ho infranto la mia promessa."
Jiang Cheng sorride in modo quasi triste, ironico, amaro. Non è un sorriso soddisfatto per aver finalmente ricevuto delle scuse.
"La situazione è già così e voglio comunque che tu mi dica scusa. Che persona preziosa sono? - pausa - "Mi dispiace".
Wuxian lo guarda con una sfumatura di sorpresa nello sguardo, come se non si aspettasse delle scuse da parte del fratello. Persino Lan Zhan pare sorpreso.
"Non devi scusarti con me. Prendila solamente come mia ricompensa per il Clan Jiang." - si avvicina al fratello mettendogli una mano sul braccio per consolarlo - "Questa questione... Non prendertela a cuore. Dimenticala. Anche se so già che con la tua personalità, continuerai a ricordarla. Ma come dovrei dirlo? In questo momento, sento come se fosse tutto nel passato. Tutte quelle questioni sembrano cose di una vita passata. Lasciale andare. Non invischiamoci più."
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Wuxian sorride e asciuga le lacrime del fratello. Per un attimo sembrano tornare quei due fratelli che erano una volta, quando Wuxian metteva protettivamente un braccio attorno alle spalle di Jiang Cheng. Certo, ora è tutto diverso, e ammetto che in un primo momento Wuxian non sembra sciolto come una volta nell'avvicinarsi a Jiang Cheng, ma il modo in cui gli sorride rassicurante e come gli asciuga le lacrime mi fa ricordare quel fratello maggiore che proteggeva suo fratello minore. E Jiang Cheng per un attimo non è più quell'uomo duro e aggressivo di sempre, ma sembra quasi un bambino che si lascia consolare dal fratello maggiore.
E, di nuovo, Wuxian dimostra di aver superato i traumi del passato. Ora riesce a conviverci, a lasciarsi il dolore alle spalle. Quel dolore appartiene alla sua vita precedente, la sua vita presente ora è un'altra ed è felice di viverla.
Ora, ho rivisto la scena due o tre volte e ho letto dei commenti in giro, e penso di aver capito piuttosto bene la posizione di Jiang Cheng. C'è ancora una questione che lo riguarda, ma ci arriverò dopo. Per ora, posso dire che:
Jiang Cheng si è sempre sentito inferiore a Wuxian, oppresso da lui, come se fosse stato la sua ombra. Sempre un passo indietro a lui. Da giovane si sentiva inadeguato, vedeva il padre preferire il fratello e si sentiva messo da parte e non adatto.
Jiang Cheng è una persona estremamente insicura, con un forte complesso di inferiorità e grossi problemi di autostima (sopratutto in passato. Ora potrà costruire il suo equilibrio).
Aveva fatto affidamento sulla promessa di Wuxian. Ci credeva davvero. Con la sua insicurezza, per lui era molto importante avere il fratello al suo fianco, sentire il suo supporto. E invece Wuxian se ne è andato via, lasciandolo da solo ad occuparsi del Clan. Ora, sappiamo tutti che Wuxian ha avuto le sue ottime ragioni e che Jiang Cheng abbia sbagliato a non salvare i sopravvissuti Wen, ma questo suo sfogo ci fa capire quanto abbia sofferto nel suo senso di abbandono.
Per anni non ha nutrito altro che rabbia, risentimento, amarezza e "odio" verso il fratello (non penso che lo abbia mai davvero odiato). Perché? Perché si è sentito messo da parte, si è sentito messo al secondo posto. Perché ai suoi occhi Wuxian ha preferito stare e salvare altre persone. Lan Zhan, i Wen. Mentre lui l'ha messo in un angolo, ignorando la loro fratellanza, tutto quello che la famiglia Jiang ha fatto per lui, e la promessa che lui stesso aveva fatto.
Ora Jiang Cheng ha scoperto che Wuxian non l'ha mai messo in un angolo, non l'ha mai davvero messo da parte o considerato al secondo posto rispetto a qualcun altro. Perché gli ha dato il suo Nucleo per salvarlo. La cosa più preziosa che potesse dargli. Come può ora Jiang Cheng pensare di non essere importate per Wuxian? Come può essere ancora arrabbiato con lui? Ci credo che ora si sente un buffone! Anche io mi sentirei così. Ci credo che sente di dovergli delle scuse. Il suo discorso ha perfettamente senso.
Ora Jiang Cheng potrà cominciare a ritrovare quell'equilibrio interiore che gli è mancato in questi sedici anni.
Dopo questa botta emotiva direi di tornare ai piani malefici di Jin Guangyao. Innanzitutto, Nie Huaisang si risveglia dopo essere rimasto svenuto per tutto quel tempo, trovandosi stordito in quel tempio assieme a tutti gli altri. Delle grida di dolore si levano nell'aria: Jin Guangyao, Su She e gli uomini che stavano scavando rimangono feriti. Sembra che ci sia del fumo che sprigiona dagli scavi, e a quanto pare è velenoso. Jin Guangyao viene contagiato a una mano, e questa è la prima ferita che si procura. E io comincio a chiedermi perché nessuno dei presenti lo uccide.
Comunque, la cosa che Jin Guangyao ha fatto dissotterrare è una bara, ma quando la vanno ad aprire non contiene quello che si aspettava, bensì trovano al suo interno il cadavere di Nie Mingjue, la cui testa è stata ricucita al corpo.
Faccia di Jin Guangyao: COMPLETAMENTE TRIGGHERATO.
Si ritrae sconvolto, scioccato, indietreggia quasi in preda al panico. Ops. Paura? Credo che per la prima volta da quando sono entrati al tempio Jin Guangyao abbia paura: del fantasma di Nie Mingjue. Ha paura di essere tormentato dal fantasma del fratello giurato che ha ucciso.
Lan Xichen si arrabbia con Jin Guangyao perché non capisce che cosa ci fa lì il corpo del suo fratello giurato, ma Wuxian, col suo solito sangue freddo e la tipica sfacciataggine che lo contraddistingue, intuisce che non è stato Jin Guangyao a mettere lì dentro quel corpo. Perché avrebbe dovuto scavare una fossa, seppellire Nie Mingjue, per poi farlo disseppellire? A questo punto è Wuxian che si approfitta delle emozioni del suo nemico, facendogli notare che c'è certamente qualcuno che ormai da tempo sta agendo nell'ombra contro di lui e che ha fatto in modo di rovinargli la reputazione.
"La persona che vi sta osservando, in questo momento, potrebbe persino nascondersi in qualche angolo ad osservare ogni vostra mossa. Forse non è nemmeno umano."
Jin Guangyao è sempre più triggherato. L'atmosfera notturna, in questo tempio sinistro, con la tempesta che imperversa al di fuori, di certo non aiuta. Per il momento Jin Guangyao riesce comunque a mantenere un certo autocontrollo (ma pure lui comincia ad avere i nervi a pezzi), e consegna a Su She una medicina da applicare sulle sue ferite. Questo permette a Lan Zhan di notare una piaga sulla pelle di Su She, piaga che si presenta come tanti fori e che altro non è che il riflesso di quella stessa maledizione lanciata su Jin Zixun e di cui Wuxian fu accusato.
ZAN ZAN ZAN.
Ora l'atmosfera si scalda davvero.
Lan Xichen chiede spiegazioni (non lo capisci da solo?), Jiang Cheng comincia a sputare fuori il suo disgusto per quello che Jin Guangyao ha fatto per ottenere il potere, e Wuxian dal canto suo è comprensibilmente scosso e punto sul vivo.
Quando Su She sente gli insulti che Jiang Cheng rivolge al suo padrone, si lancia sulla difensiva indignato.
"Chi vi credete di essere per dare del pezzente al Capo Clan? Voi, gentaglia... Vi descrivete come individui generosi e giusti. Ma lo siete solo perché siete nati in delle buone famiglie. Perché vi è lecito sminuire gli altri? Non sono forse i discepoli esterni alla famiglia come noi anche degli esseri umani? Se avessi saputo come proteggermi, avrebbero forse osato minacciarmi? Per il vostro Clan Lan sarei forse stato come una foglia secca da recidere e gettare via a quel modo?"
E Lan Zhan risponde nel modo più secco, diretto e sincero possibile: "Sì. Il Clan Lan di Gusu non accetta coloro che si tradiscono nelle parole e negli obblighi."
"Han Guang-Jun, non sopporto il tuo atteggiamento arrogante e prepotente! Non mi hai perdonato neppure il più piccolo degli errori. Come se fossi considerato inferiore per nascita. Eccetto il Capo Clan, chi di voi mi ha mai mostrato rispetto? Statemi a sentire. Chiunque sia arrogante tanto quanto quel Jin Zixun, lo ucciderò senza pietà, ucciderò ciascuno di loro!"
Che paura. Ho i brividi guarda.
Innanzitto, ti sei drogato? Perché a me risulta che sei stato tu a tradire e abbandonare il Clan Lan per fondare il tuo nuovo Clan copia incolla. Stavi così male nel Clan Lan? Odiavi così tanto il loro senso di superiorità? Davvero non ti portavano alcun rispetto? O forse il tuo complesso di inferiorità ti ha reso talmente invidioso da volerti staccare e provare a superarli fallendo miseramente?
La scusa dell'essere nati in una famiglia non rilevante è stata usata anche da Jin Guangyao con Nie Mingjue. È un discorso che capisco, ma che non regge. Prima di tutto, mi vengono in mente Xiao Xingchen e Song Lan che, pur non appartenendo ad alcun Clan rilevante, si sono coltivati e hanno fatto strada con l'impegno e la pratica. Su She, pur non essendo nato in una nobile famiglia, avevi la possibilità di studiare al Clan Lan e diventare un prestigioso cultore, ma hai SCELTO di voltare le spalle.
Esattamente come Meng Yao era stato accolto nel Clan Nie ed era pure stato promosso vice comandante, ma poi ha scelto di tradire la fiducia di Nie Mingjue e di pugnalarlo alle spalle.
Ok. Il discorso del senso di superiorità dei cultori è giusto, questo devo ammetterlo. Ho sempre detto che in questa storia non esiste il bianco o nero, il torto e la ragione non sono distaccati in modo chiaro. Qui tutti i personaggi sono grigi, e ognuno di loro ha i suoi torti e le sue ragioni.
Ma definire Lan Zhan prepotente e arrogante mi pare ingiusto e fuori luogo. Su She forse ti sei dimenticato di quella volta in cui Lan Zhan si è sacrificato, quando si è consegnato al Clan Wen cedendo il pezzo di Metallo Yin e facendosi rompere una gamba, tutto per proteggere voi altri discepoli e per fermare la distruzione dei Meandri delle Nuvole? Forse ti sei dimenticato di come sia andato alla ricerca del Metallo Yin mettendo a rischio la sua vita per proteggere il mondo della coltivazione? Lan Zhan è uno dei più famosi e richiesti cultori quando si tratta di combattere il male, questo è quello su cui fonda la sua vita. Strano che tutto questo non venga nominato da Su She.
Credo che Su She si sia reso conto che non avrebbe mai raggiunto i livelli di coltivazione di Lan Zhan, di Lan Xichen, di Wuxian, e di tanti altri cultori, e abbia deciso di tradirli alleandosi con Jin Guangyao, con cui è riuscito a rispecchiarsi e da cui si è sentito compreso e mai giudicato. Alla fine la rabbia repressa e l'ambizione ha fatto agire entrambi.
Capisco i punti di vista di Su She e Jin Guangyao, e apprezzo che ci mostrino le cose anche dalla loro prospettiva in modo da renderli personaggi più di spessore. Posso capirli, ma non posso ovviamente appoggiarli. Avere umili origini o aver avuto un'infanzia difficile non possono essere delle giustificazioni per rovinare la vita delle altre persone.
A questo punto, trovando la cosa ridicola, Wuxian si mette a ridere:
"Non avrei mai immaginato che voi due aveste ucciso così tanta gente solo per... solo per questo motivo?"
In effetti se pensi che hanno agito perché ci sono persone che li hanno guardati con superiorità... la cosa fa ridere. Non fa ridere però Jin Guangyao, che prima gli lancia un'occhiata fulminante, poi si avvicina a lui con la sua aria da serpe e comincia a giocare con lui:
"Wei Gongzi, ti senti tradito? In realtà non dovresti. Ripensa a quell'anno. Se anche non avessimo maledetto Jin Zixun, prima o poi avresti subito un assedio per altre ragioni." -la risata di Wuxian si spegne, e Jin Guangyao gli sorride in faccia- "Perché è questo il genere di persona che sei. Per dirlo graziosamente, sei un eroe coraggioso, galante e indomito. Tuttavia, spiacevolmente, arrechi offese alla gente ovunque tu vada. Fino a quando queste persone vivono felici e serene la propria vita, non succede nulla, ma non appena accadrà loro qualcosa, la prima persona di cui sospetteranno sarai tu, e la prima persona di cui vorranno vendicarsi sarai tu! E tutto questo... non puoi assolutamente evitarlo. Anche se quella volta nella Città Senza Notte tu non avessi perso il controllo, avresti forse potuto garantire che nel corso della tua vita non sarebbe mai accaduto? Ecco perché le persone come te sono destinate ad una morte prematura. Capito? Vederla in questo modo non ti fa sentire molto meglio?"
Non posso fare altro che APPLAUDIRE. Adoro il modo in cui sta chiaramente giocando con Wuxian, ferendolo di proposito per vendicarsi che abbia riso di lui. Jin Guangyao impiega due secondi per congelare il sorriso sulla faccia di Wuxian, che riesce soltanto a incassare i colpi senza riuscire a replicare. La cosa bella è che il discorso di Jin Guangyao... lo condivido anche. Ok. Sta chiaramente parlando per colpire Wuxian e fargli del male, ma:
1) Il fatto che Wuxian sia il bersaglio della gente è assolutamente vero. Ora che la verità sta venendo a galla le cose potranno migliorare, ma finora è stato così. E comunque non penso che la figura del Patriarca di Yiling sarà mai vista in modo positivo.
2) "Arrechi offese alla gente ovunque tu vada" questo lo intendo come Wuxian sia capace di far cadere la maschera di ipocrisia delle persone, come metta in discussione il mondo della coltivazione, come riesca a far vedere cosa c'è che non va. Questo non rende gli altri felici, e appena ne avevano l'occasione, di tutte le disgrazie del mondo hanno sempre accusato Wuxian.
3) "se anche quella volta non avessi perso il controllo, puoi garantire che non sarebbe mai accaduto?". Assolutamente no. Wuxian non può garantirlo. Se non ci fosse stato Jin Guangyao, o ci sarebbe stato qualcun altro, o sarebbe stato lui stesso a perdere il controllo (come nella novel).
Mentre Lan Xichen si limita a scuotere la testa in silenzio (unico mood della sua vita), Jiang Cheng interviene, non sopportando tutte quelle cattiverie rivolte a suo fratello.
"Quello a morire sarai tu! Figlio di una prostituta! Senza alcuna vergogna solo per scalare i ranghi."
JIANG CHENG TI ADORO. E GIURO CHE LA FACCIA DI JIN GUANGYAO FA PAURA.
MAI chiamarlo "figlio di una prostituta". A questo scattano gli istinti omicidi che manco a un serial killer.
"Capo Clan Jiang, calmati. Capisco quello che stai provando in questo momento. Sei tanto sconcertato solo perché hai scoperto la verità. E se rifletti sul tuo comportamento degli anni passati, il tuo animo orgoglioso prova del rammarico. Ecco perché sei ansioso di trovare un colpevole per ciò che è accaduto a Wei Gongzi, un cattivo a cui accreditare tutto ciò che accadde a quel tempo."
Il modo in cui Jin Guangyao riesce a comprendere le emozioni degli altri e a manipolarle come più desidera, è strabiliante. Ha capito perfettamente la situazione, e ha ragione. Jiang Cheng non parla solo in difesa del fratello, ma anche perché si sente in colpa. Dopo aver scoperto del sacrificio del Nucleo, non può fare a meno di provare rammarico per tutta l'ingiusta rabbia che ha sempre scaricato sul fratello.
"Capo Clan Jiang, se dare la colpa a me di tutto ti fa sentire meglio, sentiti libero di farlo. Tuttavia, devi capire che quello che è accaduto a Wei Gongzi, è anche colpa tua."
Questo è un colpo basso. Ed è anche vero, questo devo ammetterlo.
"In effetti, hai avuto un ruolo prominente. Perché così tanta gente voleva a ogni costo uccidere il Patriarca di Yiling? Perché tutti hanno mostrato il loro supporto, che fossero coinvolti o meno? Perché è stato isolato mentre gli altri facevano fronte comune? Volevano solo salire sul carro del vincitore? Certo che no! Parte della responsabilità... è di certo tua."
Questo fa male.
"Al tuo fianco avevi lo straordinario e temibile Wei Wuxian. Credi che gli altri Clan fossero felici di vedere un giovane Capo Clan con un sostegno tanto potente ed invincibile? Quindi, Capo Clan Jiang, se ti fossi comportato meglio nei confronti di tuo fratello, mostrando a tutti la solidità del vostro inscindibile legame, e non avessi dato agli altri una scusa per seminare discordia, le cose non sarebbero andate in quel modo."
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Quando parla, Jin Guangyao sembra voler entrare nella testa della persona a cui si rivolge per poter cambiare la direzione dei suoi pensieri ed emozioni e rigirare tutto come vuole lui. Ma quello che dice... è vero. Ho sempre detto di come Jiang Cheng abbia sbagliato (COSÌ COME CHIUNQUE ALTRO LÀ DENTRO, COMPRESO LAN ZHAN) a non schierarsi con Wuxian, e mi sono anche sempre chiesta come sarebbero andate le cose se avesse portato il Clan Jiang al fianco del Patriarca di Yiling, invece di dichiararlo un traditore e renderlo il nemico pubblico numero uno agli occhi di tutti.
E comunque c'è da dire che gli altri Clan fecero molta pressione al giovane Jiang Cheng, appena uscito dalla disfatta del Pontile del Loto e dalla Campagna dell'Eclissi, ma di questo, ovviamente, Jin Guangyao non fa menzione.
(Tra parentesi, una parte di me continua a chiedersi perché nessuno dei presenti tenti di ucciderlo. Lasciamogli pure fare i suoi discorsetti).
Wuxian rimane certamente scosso da quei discorsi, arriva addirittura a versare qualche lacrima per tutto il dolore che Jin Guangyao ha risvegliato. Lan Zhan lo guarda preoccupato, ma Wuxian non si lascia manipolare, e invece che arrabbiarsi con Jiang Cheng, si rivolge a Jin Guangyao con la massima calma, facendogli vedere in faccia che i suoi giochetti con lui non funzionano:
"La semplice menzione dell'appellativo 'figlio di una prostituta' ha scatenato una tale replica. Pare che essere chiamato in questo modo sia il tallone d'Achille del Capo Clan Jin. Non mi stupisce che abbiate ucciso Nie Mingjue."
In una sola frase, Wuxian cita le due cose che fanno triggherare malissimo Jin Guangyao appena ne viene fatta menzione. Jin Guangyao cerca di non prestargli attenzione e si prepara a partire, ma Wuxian non gliene dà il tempo.
"Non avete forse paura? Paura che... torni a cercarvi."
Jin Guangyao ha fallito nel cercare di dividere i due fratelli, mentre Wuxian riesce a terrorizzarlo completamente, facendo concentrare la sua attenzione su un'unica cosa: il fantasma di Nie Mingjue. Jin Guangyao ha tormentato per mesi lo spirito del suo fratello giurato quando era in vita, lo ha fatto impazzire, voleva usarlo come burattino d'ombra e alla fine è morto di morte violenta. La possibilità che il suo fantasma torni per vendicarsi è molto alta.
E quello che fa adesso Wuxian è semplicemente spettacolare: cominciando a fischiare (ebbene sì, Wuxian usa i suoi poteri anche solo fischiando), risveglia gli spiriti, e non degli spiriti qualunque: gli spiriti delle persone che hanno abitato in quel posto prima che fosse costruito il tempio.
(Una volta quello che era un bordello dove lavorava la madre di Jin Guangyao e dove lui è cresciuto, e questo lo so perché ho letto la novel, la serie non si è mai degnata di dirlo).
E, top del top, Wuxian richiama anche lo spirito di Nie Mingjue facendo apparire la sua sciabola. Questa scena è meravigliosamente inquietante e accattivante: il temporale, il tempio sinistro, la pioggia, i fulmini, gli spiriti, i ricordi del passato, lo sguardo in preda al terrore di Jin Guangyao, le inquadrature sugli sguardi e sulle labbra di Wuxian. Mette quasi i brividi. E con la sua aria fredda e sorridente, Wuxian mi ricorda quando si vendicò di Wen Chao. Wuxian è tanto buono e caro, ma devo ammettere che quando si vendica dei villain non ci va molto per il sottile, e lo adoro.
Jin Guangyao è completamente scosso, scioccato e spaventato. Arriva addirittura a sputare sangue e crollare a terra gridando (ma ucciderlo no?). Quando si rialza cerca di ricomporsi.
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"Il Patriarca di Yiling è davvero degno del suo nome."
OH YES BITCH. CI PUOI SCOMMETTERE.
Ed ecco che Lan Xichen pare avere un improvviso attacco di senno quando sfodera la spada e la punta alla gola di Jin Guangyao. Ah, Mister Fesso si è svegliato! Ma non abbastanza da ucciderlo.
Poi, non so bene perché, Su She cerca di attaccare Wuxian (... ancora ci provi?), ma Lan Zhan lo respinge in un baleno ferendolo al polso.
A questo punto i buoni prendono pieno controllo della situazione. Wuxian sottrae la spada a Jin Guangyao e si fa consegnare il Sigillo della Tigre (cioè, quella metà rifatta da Xue Yang). Quando Jin Guangyao gli chiede spiegazioni sulle origini del Sigillo della Tigre, mi aspettavo uno spiegone da parte di Wuxian su come abbia creato la sua famosa arma.
E invece NIENTE.
NON SAPRÒ MAI COME WUXIAN HA CREATO IL SUO SIGILLO, MALEDETTI!!!
L'ha forgiato attraverso la spada? Ma se con solo un pezzo di Metallo Yin è riuscito a creare il Sigillo, perché Xue Yang con il suo pezzo è riuscito a copiarne solo una metà?
C'è una parte di me che mi dice che c'è una spiegazione logica a tutto questo, e che io sono troppo scema per capirlo.
Comunque, Lan Xichen finalmente mostra la sua rabbia e indignazione verso Jin Guangyao, colpevole di aver messo in piedi i piani più malefici di questo mondo.
"Hai collaborato con Xue Yang e fatto cose terribili, solo per avere il Sigillo della Tigre?"
"Non è solo quello."
Ci credo. Jin Guangyao non ha fatto tutto quello che ha fatto, per il solo e unico scopo di ottenere il Sigillo della Tigre e conquistare il mondo. È un personaggio molto più complesso di così. Tuttavia Lan Xichen non gli chiede quali altri motivi lo hanno spinto. Con aria fallita, abbassa la spada e la rinfodera.
"Non è che prima non sapessi cosa avevi fatto, ma pensavo che per ogni tua azione ci fosse una spiegazione logica. Ma ora... hai oltrepassato il limite. Non so più se dovrei crederti."
L'unico amico/complice/compagno che poteva essergli rimasto, ora gli volta le spalle anche lui. Ora Jin Guangyao è solo, con le spalle al muro. Le parole del suo fratello giurato sembrano essere una pugnalata per lui. Con aria sconfitta e devastata crolla in ginocchio.
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"Erge, ho sbagliato. Noi ci conosciamo da molti anni. A dispetto di ciò che ho fatto, sai come mi sono sempre comportato con te. Non ho più interesse nella carica di Cultore Capo. Ho già consegnato il Sigillo. Dopo stanotte me ne andrò e non farò mai più ritorno. Per amore di tutto ciò, potresti lasciarmi andare?"
COL CAVOLO!!!
Hai ucciso gente, hai ucciso il tuo fratello giurato, il tuo stesso fratello, hai rovinato la vita di Wuxian, reso orfano tuo nipote, hai ingannato Lan Xichen rendendolo un completo fallito, hai ucciso tuo padre nel modo più perverso possibile, hai consapevolmente sposato tua sorella, hai difeso e collaborato con Xue Yang, hai compiuto le azioni più crudeli e deplorevoli per ottenere potere, per scalare la scala sociale, per vendicarti. Capisco le tue ragioni, ma dopo tutto quanto come puoi avere il coraggio di chiedere di lasciarti andare?
E guarda caso si rivolge a Lan Xichen cercando di mostrarsi nel modo più pietoso possibile ai suoi occhi: in ginocchio, con aria sconfitta e dispiaciuta, chiede scusa, riconosce di aver sbagliato, fa leva sull'affetto che li ha sempre uniti, finge di non avere più alcun interesse nella politica e nel potere. Sa che con Lan Xichen può avere una possibilità, il suo buon cuore a questo punto è la sua unica speranza.
E sì, quella di Jin Guangyao è certamente una recita. Non credo sia davvero pentito, le sue scuse non hanno valore. Non credo che non sia più interessato al potere. E sopratutto non credo nemmeno per un minuto che davvero non tornerà mai più. Vivere come uno straccione in terra straniera per il resto della sua vita? Come no!
Per inciso: anche se Jin Guangyao fosse davvero pentito, non sarebbe comunque giusto lasciarlo andare senza punirlo. Non facciamo i buonisti alla My Country Style.
Tuttavia, siccome seguo la teoria che i personaggi di questa storia siano grigi e che nessuno, nemmeno quelli che sono etichettati come villain, sia completamente nero o completamente nel torto, credo che qui Jin Guangyao, almeno una parte di lui, si sente davvero abbandonato dal suo unico amico, la sola persona che in tutti quegli anni gli ha mostrato rispetto e offerto la sua amicizia in modo assolutamente sincero e genuino.
Ora che anche Lan Xichen smette di credergli e gli volta le spalle, Jin Guangyao capisce di aver rovinato la sola, unica e vera cosa bella che gli era capitata nella vita. E tutto per la sua ambizione, la sua rabbia e la voglia di vendetta.
Quando crolla in ginocchio, Lan Xichen lo guarda sorpreso e colpito da quel gesto, e la cosa mi preoccupa.
Wuxian invece fa una faccia del tipo: serio? Wtf?? E propone di piantarla con quello spettacolino imbarazzante e cominciare a uccidersi a vicenda.
Se Jin Guangyao fosse stato da solo con Lan Xichen, sono sicura che sarebbe riuscito a cavarsela. Anche con Jin Ling se la sarebbe cavata, perché anche se gli ha ucciso il padre, Jin Ling è giovane e manipolabile, nasconde un cuore buono nonostante tutto, e Jin Guangyao è sempre stato uno zio più che gentile con lui.
Per fortuna sono presenti Wuxian, Jiang Cheng e Lan Zhan: di certo loro non vogliono lasciarlo andare impunito.
E NON DIMENTICHIAMOCI DI NIE HUAISANG!!!
LA BOMBA STA PER SCOPPIARE.
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arminissocute · 4 years
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Horror Night Halloween
Epilogo 2
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Luogo: Palco di Halloween Party – Trickstar
Ritsu: (Woah... Per un pelo. Ou-sama ha appena cercato di scappare ancora, non è così?
Sembra che Secchan sia riuscito a fermarlo, ma mi chiedo perché abbia cercato di andarsene così presto?
Qui è così bello e divertente. Ahh, mi sento così contento ora...)
♪~♪~♪
Mao: ♪~♪~♪
Ritsu: ...Hey, Maa-kun, non sei un po' troppo vicino? E se ci scontriamo, huh~? Ti prenderai le tue responsabilità?
Mao: In realtà, sto cercando di starti abbastanza vicino da prenderti al volo nel caso in cui svenissi di nuovo.
Non sei ancora del tutto in forma, anche se so che probabilmente al momento sei a posto visto che sei tanto su di giri e sembri pieno di endorfine-
Ma se non fai attenzione finirai a terra. Non fare troppi sforzi, Ritsu.
Ritsu: Bene, bene, bene, ma come sei pieno di te. Hah, ora capisco... vuoi evitare che ce la metta tutta e forzarmi a stare indietro- è una tua strategia per indebolire i Knights, huh?
È inutile, sai. I Knights sono specializzati in scontri uno contro uno come i Duel.
Ognuno di noi vale per mille.
Possiamo stare anche senza un membro o due. Dopotutto, siamo riusciti a proseguire per tutto questo tempo anche mentre io ero fuori gioco, no?
Mao: perché devi distorcere il discorso in questo modo... Io sono solo preoccupato per te.
E comunque, qualcuno te lo ha detto sul serio? Che non ha importanza che tu ci sia o no?
A volte anche io mi abbatto pensando a cose simili. Pensando che se anche se me ne andassi non cambierebbe nulla, che praticamente chiunque mi potrebbe sostituire...
Ritsu: Non riuscirei a trovare qualcuno che ti sostituisca neanche se lo cercassi in tutto il mondo, lo sai?
Dove altro potrei trovare una persona così incredibile che si prende continuamente cura di me, nonostante io sia così ingestibile e fastidioso...?
Mao: Giusto. Ora che ci penso, tu hai sempre detto questo tipo di cose, huh.
E ultimamente ci sono state tante altre persone a dirmi tutte queste parole belle.
Parole del tipo, che non avrebbero voluto nessun altro al mio posto...
Io sarò anche una piccola torcia che potresti comprare ovunque, ma ci sono comunque persone che amano questa torcia e che la riconoscono come “Mao Isara”.
Non c'è motivo per continuare a buttarmi giù, no?
Anzi, piuttosto che essere una qualche stella lontana che si può solo ammirare, sono felice di essere una semplice torcia che può stare vicino a qualcuno.
Stando al loro fianco, illuminerò la strada a tutte le persone che amo. Posso aiutarle- per quanto il cielo diventi scuro o nuvoloso, posso aiutare a dare tranquillità ai loro cuori portando anche solo un po' di luce in quella oscurità.
È questa la cosa che mi rende davvero felice. Sono grato ai miei genitori per avermi fatto nascere forte e premuroso.
Ritsu: Sì. Fai bene ad esserlo, visto che i genitori non si possono scegliere...
Probabilmente tu sei uno dei più fortunati, Maa-kun.
Ma anche nel caso in cui ci troviamo sfortunati, possiamo sempre crearci una nostra nuova famiglia.
Maa-kun, per te va bene se ti penso parte della mia amata famiglia? Oppure, detto da un vampiro come me lo trovi fastidioso o disgustoso?
Mao: Chi ti ha mai chiamato disgustoso? E comunque non ho mai pensato che tu fossi davvero un vampiro, sai~?
Sei semplicemente un umano con un corpo simile a quello di un vampiro, vero? No, anzi, sei il mio prezioso amico d'infanzia.
Ritsu: …..
Mao: Haha. Ora capisco, volevi che noi due fossimo una famiglia per davvero.
Ora che ci penso, quando eravamo piccoli, tu eri sempre tutto solo in quella casa enorme... forse hai sempre desiderato una relazione come questa.
Ritsu: Così sembra come se fossi un bambino viziato.
Ma, sai, ai miei occhi tu sei sempre stato così luminoso, Maa-kun. Non so come sia adesso, ma a quei tempi, la tua sembrava una famiglia felice come quelle dei libri di fiabe, sai?
E poi eri popolare a scuola, e piacevi a tutti. Io non facevo altro che stare in un angolo, perciò a me sembrava che tutto attorno a te fosse un paradiso.
Volevo appartenere a quella luce anch'io, immagino.
Mao: Ahaha. Di cosa stai parlando? Tu ci sei già dentro.
Guardati attorno, Ritsu. Come hai detto prima, sia io sia tu abbiamo trovato molte più cose che ci sono care.
E sono tutte così luminose... tanto che, a volte, potremmo perderci l'un l'altro in quella luce accecante.
Questa volta ti ho fatto arrabbiare io, e non sono riuscito a capirti davvero e così abbiamo finito per litigare.
Ma, anche se dovremo farlo un passo per volta, io voglio riuscire a comprenderti per come sei veramente.
Perciò, la prossima volta che sarai preoccupato per qualcosa, puoi parlarmene, okay? Ero davvero in pensiero quando sei svenuto, sai?
Ritsu: ...Mm. Per quello mi dispiace. Sembravi così impegnato con SS e tutto, che ho pensato che mi avresti odiato se ti avessi dato un altro peso sulle spalle.
Ma tu sei un idiota che vuole rendere tutti felici, perciò non potresti mai iniziare a odiare qualcuno, huh.
In qualche modo me ne sono dimenticato, anche se dovrei saperlo meglio di chiunque altro... che tu sei sempre stato al mio fianco, senza mai abbandonarmi neppure una volta.
...Fufu. La prossima volta, non mi sforzerò così tanto di tenermi tutto dentro. Ne parlerò con te, Maa-kun.
Mao: Sarebbe fantastico. E sono sicuro che anche tutti gli altri sarebbero più che felici di aiutarti.
Ritsu: Lo sarebbero...? Be', immagino che provare a crederci sia un buon inizio.
Mao: Questo vale anche per me. Mi sgridano sempre perché mi sforzo troppo, perciò dovrei iniziare a seguire i miei stessi consigli.
Ovviamente devo anche ricambiare il favore, per come tutti mi hanno supportato e amato così tanto.
Ma in ogni caso, devo seriamente dare il massimo... Se perdiamo, dovremo fare qualunque cosa voi ci ordiniate, vero?
Ritsu: Sì. Be', visto come sono adesso Secchan e gli altri, probabilmente non vi darebbero ordini troppo crudeli... Non come in primavera, quando eravamo davvero messi al muro.
Ou-sama è finalmente tornato, Su~chan sta crescendo, e grazie a Nacchan siamo diventati più uniti...
Potremmo aver avuto un po' di problemi per quell'articolo di magazine, ma non lasceremo che quella cattiveria ci scomponga.
Io credo che i Knights riusciranno ad andare avanti, superando qualunque difficoltà. No- io farò del mio meglio per assicurarmi che sarà così.
Riuscirò a spingere quella porta fredda e pesante...
Mao: Per me e i Trickstar è lo stesso. Comunque, non sono così preoccupato per il risultato del nostro match.
Non sono completamente sicuro che vinceremo, ma i Knights sono nostri rivali, non nostri nemici.
Sono sicuro che non ci darete nessun ordine cattivo. Se foste dei malvagi tanto tremendi, non sareste così amati dai vostri fan, non è così, Ritsu?
Ritsu: Oh, che mossa viscida, Maa-kun. Ma chi sono io per dirlo~ Nessuno sa cosa ci riserva il futuro.
Perciò non abbassare la guardia, e questa volta fa' del tuo meglio per non cascare di nuovo in qualche trappola, va bene... Maa-kun?
Mao: Va bene. In ogni caso non sono preoccupato per te o per me, perché lo so già che cosa ci ordineremo l'un l'altro.
Dai, diciamolo insieme, al tre.
Ritsu: Sì. Uno, due...
Mao/Ritsu: “Facciamo pace.”
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Mao: Ahaha. Però sembra che lo abbiamo già realizzato, questo desiderio. ...Sono più preoccupato per gli altri, soprattutto per Makoto. Facciamo attenzione, e aiutiamo gli altri fino in fondo.
Davvero, siete tutti così complicati ♪
Ritsu: Haha. Ma non è quello che ti rende felice, Mao Isara dei Trickstar? ♪
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Non te ne farò pentire, mai
Mi ha lasciato, sono riuscito a rovinare pure questo. Io la gente che amo non riesco proprio a tenermela stretta, che si parli di nove anni o di cinque mesi, devo sempre fottutamente incasinare tutto. Come l'ho perso poi? Ho fatto uno dei miei stupidi selfie in più, ci hanno quasi scoperti e lui ha avuto paura. Paura per i suoi figli, la sua, la mia immagine. Lui ha avuto paura per tutti e non penso sia sbagliato, la paura rende attenti, rende vigili. A me semplicemente non mi interessa se scoprono che sto con un uomo. Stavo con un uomo. Ed è questo il problema, lui ha faticato così tanto per arrivare dove sta adesso e a me è bastato cantarle quelle mie canzoni rese famose da altri. Lui ha ragione ad avere paura, a voler difendere se stesso e i suoi figli. Non immagino nemmeno cosa possa significare una cosa del genere per dei bambini e lui, grazie a Dio, i suoi figli li ama. Mi ha lasciato dicendo che doveva proteggere loro, che doveva impedire a tutti i costi che lo scandalo cadesse non solo su di lui ma anche sulla sua famiglia. E io lo capisco, davvero, ma avrei voluto chiedergli chi avrebbe protetto me ora che lui se ne andava. Mi ha lasciato una sera, le due valige e il borsone alla spalla e se n'è andato. Per proteggere i suoi figli, per proteggere lui, per proteggere me. E intanto mi uccideva, lo faceva nel modo più lento e doloroso possibile. Prima di andare via si è girato, era sulla porta del mio appartamento, del nostro ex appartamento, e mi ha mormorato "scusa, mi dispiace ma non possiamo proprio, è troppo". Piangeva, il viso percorso dalle lacrime che gli segnavano gli zigomi, fino al collo e poi giù, a nascondersi sotto la stoffa leggera della maglietta. La mia maglietta, quella che si era tenuto la prima notte che si era fermato qui.
A quel punto mi sono messo pure io a piangere, l'amore della mia vita se ne stava andando e io non potevo fare nulla. Era colpa mia, della mia disattenzione, del mio non avere paura. E in quel momento di paura ne avevo, avevo paura di perderlo ma la realtà era che l'avevo già perso nel momento in cui avevo fatto l'ennesima cazzata senza pensarci troppo.
Sono rimasto in silenzio a piangere di fronte a quella porta chiusa per almeno tre ore dopo che lui se n'era andato. Avevo perso Fabrizio, avevo perso l'amore della mia vita in un soffio, e non riuscivo a fare nulla se non piangere e insultarmi come non facevo da tempo. In alcuni momenti mi fermavo perché i singhiozzi mi spezzavano il fiato, mi ci voleva un po' per tornare a respirare normalmente e poi ricominciavo a piangere come se lo avessi appena visto uscire di nuovo. Non ho mai pianto tanto, non ho mai fissato così a lungo una porta aspettando che qualcuno tornasse.
Fabrizio non tornerà, me lo ripeto anche adesso. Penso sia passata una settimana ma io sono ancora qua, seduto sul divano del salotto a fissare quella porta che non si apre, ad aspettare lui che non tornerà, a sperarci con tutto quello che mi rimane del cuore.
Adesso immagino sia a casa, starà giocando con Anita come suo solito. Lui ama sua figlia, è tutto il suo mondo. Io sono venuto sempre dopo, ma andava bene così, in fondo lei è sua figlia e ogni figlia merita di essere il mondo del padre. Non ho mai sopportato i padri menefreghisti, violenti. Non ho mai sopportato mio padre ed è per questo che ho sempre amato il modo di essere di Fabrizio. Un cantautore da paura, uno con un passato pesante alle spalle ma con una voglia di rivalsa incredibile, uno che ama forte e un padre meraviglioso. Tutto quello che ammiro contenuto in un'unica persona, come potevo pensare di non innamorarmi di lui? A volte una vita di convinzioni non conta nulla se ti ritrovi davanti la persona che il destino ti ha riservato e non è quello che ti aspettavi, non si può fuggire, si può solo lasciarsi travolgere e pregare che non finisca male. Non che serva a molto, a quanto pare.
Sono contento abbia più tempo per i suoi figli ma lui mi manca. Mi manca svegliarmi con lui che mi fissa e mi accarezza i ricci, mi manca guardare i film con lui che borbotta insulti contro tutti i personaggi, che si mette a shippare chiunque respiri nella stessa stanza. Mi mancano le sue coccole, i suoi abbracci, i suoi baci. Mi manca la sua presenza, il suo essere lui che completa il mio essere me. E adesso sono incompleto, sono a pezzi e non riesco a rialzarmi. Me ne sto qua, con le mie speranze già vane in partenza e i miei sogni per il futuro sgretolati in mano.
Il telefono si è spento giorni fa, mi sono alzato a malapena e non era certo fra i miei pensieri metterlo in carica, ma poco importa. Mi sono fatto un selfie sorridente in cui dicevo di andare per un po' di giorni in barca con gli amici e che non ci sarei stato, non volevo far preoccupare i miei fan e forse la copertura regge ancora. So che se mettessi in carica il telefono scoprirei che sono troppi giorni che sono su questo divano, troverei troppe persone preoccupate per me e troppa poca voglia di rassicurare ognuna di esse. In fondo non è così male, sono solo lacrime, un po' di acqua con il sale, e un vuoto incredibile. Niente di che, insomma. Quando sarò pronto metterò su un sorriso e dirò a tutti che il telefono era rotto, che stavo e sto ancora bene. Perché nessuno sa di Fabrizio, nessuno tranne me e lui. E ormai è finita e un ricordo non mi è mai sembrato così fragile come questo.
In fondo dovevo aspettarmi finisse tutto, era solo un'impalcatura di illusioni che tenevamo su a fatica. A volte l'amore non basta, a volte serve davvero quella normalità e quella libertà che non ci appartengono più da anni.
Sposto lo sguardo alla portafinestra e rimango incantato a guardare le stelle. Il desiderio di lui si fa sempre più forte la sera. Mi sale di nuovo la solita triste idea che non mi abbandona dalla prima sera. Penso seriamente di mollare tutto e andare a Roma e riprendermelo, fregandomene altamente del resto, ma so che non posso farlo. Mi rendo conto che se qualcuno se ne accorgesse sarebbe la fine, la fine definitiva, intendo. Se adesso ho una minima possibilità di contatto attuando il mio piano probabilmente finirei col fargli rimpiangere seriamente il giorno in cui ci siamo conosciuti e per quanto la voglia mi stia consumando non lo farò, già ho ucciso la nostra storia, non voglio essere il boia anche della nostra amicizia.
Mi rigiro sul divano sospirando, la porta torna di nuovo al centro del mio campo visivo e, se possibile, riesce a deprimermi ancora di più. Dio, quanto odio quella porta.
Prendo in considerazione l'idea di trasferirmi il più lontano possibile da quella cazzo di porta quando sento la serratura scattare e quasi mi prende un infarto quando mi rendo conto che sono le quattro del mattino e che le porte non dovrebbero decisamente aprirsi a queste ore.
Mi alzo lentamente e mi sento le mani tremare leggermente, mentalmente ripercorro chi ha le chiavi del mio appartamento e mi rendo conto che la lista è piuttosto breve. Sono sicuro che una copia l'ho lasciata a Dino e l'altra ce l'aveva Fabrizio fino alla settimana scorsa, adesso mi rimanda un leggero riflesso appoggiata al mobile accanto all'entrata. Fisso la porta aprirsi lentamente piuttosto disorientato e ansioso, certamente Dino ha cose migliori da fare che intrufolarsi in casa mia alle quattro. E in effetti pochi secondi dopo non mi ritrovo davanti Dino ma bensì quel disgraziato che non riesco a togliermi dalla testa nemmeno morto, quello le cui chiavi sembrano lampeggiare sul mobile.
<Ermal...> Si ferma a pochi passi da me e io lo fisso come se avessi un fantasma davanti. <Bizio... Tu, come... Io...> Lo guardo negli occhi e mi sembra di aver appena ricominciato a respirare. Il fatto che lui sia qui e che sia così bello e scompigliato non aiuta le mie capacità mentali. Anche l'ora non mi viene in aiuto.
Un timido sorriso gli aleggia sulle labbra prima che torni a rivolgermi la parola. Dio, sto per morire.
<Non immagini che casino ho fatto per venire fin qua e... beh, forse Dino ha qualche sospetto su di noi.> Si passa una mano fra i capelli pieno di imbarazzo e io finalmente mi sciolgo a quella vista e mi butto fra le sue braccia. Non faccio nemmeno in tempo a finire di circondargli il collo che lui mi sta già stringendo contro di se. Rimaniamo così per un po', con la paura folle che se riaprissi gli occhi finirei col ritrovarmi a mani vuote.
Alla fine mi allontana delicatamente poggiandomi le mani sulle spalle e mi rivolge uno sguardo pieno di supplica, quasi lo sento urlare tutte quelle cose che gli passano per la testa. Ha gli occhi più rumorosi che abbia mai visto.
<Ti prego, non farmene pentire. Non farmi scegliere perché non penso di esserne in grado.> Me lo sussurra e gli occhi gli scintillano pieni di lacrime, qualcosa da qualche parte mi si spezza a quella vista e non riesco a fermarmi, prima ancora di rendermi conto di che cosa sto facendo mi ritrovo con le labbra premute contro le sue. Mi stacco appena solo per sussurrargli <Non te ne farò pentire, mai.>
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l-r-jackson-blog · 6 years
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Writober #1 (OTP)
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Eccolo qui, il primo pezzo del Writober2018 organizzato da Fanwriter.it (perché nessuno mi ha fermato?! Non ce la farò mai!!)
Ho scelto di scrivere di Lancillotto e Artù, nell’universo di quella dea in terra che è Marion Zimmer Bradley.
—————————————
Non morire... ti prego, non morire.
Artù esitò sulla soglia della buia camera da letto per un secondo, ingoiando il fiotto acido di saliva che gli era salito fino alla gola. Nemmeno il fuoco che scoppiettava feroce nel camino riusciva a scaldare il freddo intenso che gli permeava le ossa, impedendogli di muovere anche solo un passo.
Lancillotto era disteso fra lenzuola bianche che erano state pulite una volta, prima che il sangue del ragazzo le sporcasse di un rosso vivo, crudo.
«Artù, fratello mio.»
Fu la voce di Morgana a riscuoterlo da quel freddo torpore. Era seduta al capezzale di Lancillotto, su una sedia, la mano intrecciata a quella del ragazzo.
«Sei arrivato finalmente.»
Per un solo, folle istante, Artù avvertì il bisogno... no, l’istinto di separare le loro dita e prendere il posto della sorella.
Non toccarlo!
«Cos’è accaduto?» chiese invece avvicinandosi al letto, pregando che le gambe lo sorreggessero.
«È caduto da cavallo» rispose lei.
«Ma è ridicolo, non è mai stato disarcionato in vita sua.»
Morgana scosse la testa, passando una pezza bagnata sul volto pallido dell’uomo.
«Nessuno sa cosa sia successo... credo abbia un polso rotto. E ha battuto la testa.»
Artù si guardò attorno, assicurandosi che nessuno, fatta eccezione per sua sorella, potesse vederli. Si chinò su Lancillotto e passò una mano fra i suoi capelli scuri, folti e lucidi, attento a non toccare il taglio sulla tempia destra.
Lo sguardo duro di Morgana si ammorbidì per un secondo e un sorriso triste le deformò le labbra.
«Artù, credo che questo incidente non sia stato frutto del caso» confessò alla fine.
Il Re strinse i denti e si sedette sul bordo del letto.
«Stupido... cosa credeva di risolvere in questo modo?» ringhiò, appoggiando la fronte a quella di Lancillotto.
Prese un gran respiro, stronfiando appena il naso contro la sua guancia calda. Sapeva di polvere, di sole, di sangue, riusciva a sentirne il sapore metallico sul fondo della lingua.
«La disperazione è un sentimento potente» ripose Morgana. «Non credo volesse togliersi la vita, se questo ti consola. Credo volesse... scomparire. Almeno per un po’, per non dover pensare a te...» abbassò la voce a un sussurro. “E a Ginevra.”
«E quindi ha deciso di cadere di proposito da cavallo e rischiare la morte il giorno del mio matrimonio? Stupido, stupido ragazzo...»
Morgana si schiarì la gola e si alzò, appoggiando una mano sulla spalla del fratello.
«Fai attenzione Artù. Anche se sei il Grande Re, per i cristiani non sei immune alla legge del loro Dio. Sposare Ginevra è stata una mossa saggia... nonostante tutto.»
Sollevò appena la gonna da terra e scivolò via dalla stanza, lasciandoli soli al loro silenzio.
Il respiro di Lancillotto contro la sua guancia era debole, certo, ma era pur sempre qualcosa!
Dea, aiutami. Non farlo morire...
Gli accarezzò il volto, intrecciando le dita alle sue come aveva tanto desiderato fare.
«L’ho sposata» sussurrò, gli occhi che bruciavano. «E tu non c’eri. Ti ho cercato, ma hai preferito i tuoi cavalli al vedermi con lei.»
Fece scorrere una mano sul petto nudo del ragazzo, ripercorrendo ogni centimetro di quel corpo che conosceva ormai quanto il proprio. Ogni cicatrice, avvallamento, neo... ogni sfumatura della sua pelle.
Di Lancillotto si dicevano molte cose, ma la più incredibile, forse, era che fosse stato concepito la notte di Beltane, sull’isola di Avalon. Artù non aveva mai dubitato di questo, nemmeno per un secondo: come poteva qualcosa di così bello essere frutto di un Dio freddo e crudele come quello dei Cristiani? Tutto in lui trasudava del potere della Dea Madre.
Era stato concepito di notte, fra canti, fuoco, nebbia e sangue, mentre sua madre veniva montata in preda all’estasi più pura. Era figlio del sacrificio, del sudore, della Madre stessa, e quell’anima primordiale si riversava in ogni parte del suo essere, ogni gesto, ogni sguardo...
Sentì l’improvviso bisogno di chinarsi e passare la lingua sulla pelle del suo petto per sentire ancora una volta in bocca quel suo sapore scuro, salato.
Ma un suono lo interruppe.
Un gemito, poi un sospiro dolorante e gli occhi scuri, profondi di Lancillotto si aprirono, incrociando i suoi.
Non si ritrasse nel vederlo così vicino.
«Artù...» la sua voce era roca, assonnata. «Cos’è successo?»
«Sei caduto da cavallo» rispose lui avvolgendogli il viso fra le mani. «Lo hai fatto di proposito non è vero? Cosa speravi di ottenere?»
Lancillotto abbassò lo sguardo sulle sue labbra.
«L’oblio» rispose. «Perché sei qui amico mio? È la tua notte di nozze, questa.»
«Non chiamarmi così, ti prego» gemette Artù. «Non posso... non posso farlo.»
«La tua sposa ti aspetta» la mano di Lancillotto si chiuse nella sua, sfiorando con il pollice il serpente blu tatuato sul suo polso. «Torna da Ginevra. Non devi farla aspettare: il regno vuole un erede.»
«Non posso. Cosa devo dirle? Come posso... farcela?»
Lancillotto si morse un labbro e alzò una mano, sfiorando con le dita il profilo del suo mento.
«Pensa a me» rispose, la voce spezzata. «Ricordi quella notte, ad Avalon? Mi capita di sentirlo ancora, il calore del tuo corpo.»
Artù gemette come un animale ferito, la sensazione che qualcuno gli avesse affondato una mano nel petto per cavarne via il cuore, graffiando e ferendo senza pietà.
Come poteva non ricordare? Ogni notte sentiva ancora il rumore dell’ansimare spezzato di Lancillotto contro il suo orecchio, la sua voce che lo incitava, mentre le unghie affondavano nella sua schiena come arpioni, graffiando, ferendo... Nelle serate più scure, percepiva anche il suo gemito roco, quasi sorpreso, che aveva emesso quando lo aveva lasciato venire sul suo petto.
Si allungò verso di lui e posò le labbra sulle sue, dischiudendo la sua bocca per accarezzarlo con la lingua. Dio quanto gli era mancato quel sapore!
«Fallo» ringhiò Lancillotto quasi rabbioso, prima di mordergli il labbro con forza. «Ma domani... domani sei mio Artù. Promettilo...»
Un sospiro gli sfuggì dalle labbra, mentre le dita si stringevano fra i capelli biondi del Re, così forte da graffiare lo scalpo.
“Non lo vedi Galahad?» ripose Artù. «Sono già tuo.”
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themoonandthewolf16 · 7 years
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Lettera di sfogo al mio ragazzo
29 Dicembre 2017
Sono le 2 di notte e stavo pensando a te. A noi. A me senza te. A te senza me.
Stavo pensando che mi sto facendo fuggire una persona stupenda, a cui tengo molto e a cui ho fatto un male incredibile. Non so se mi potrò mai perdonare per questo. Non so se ti stancherai di me, se preferirai un'altra a me. Non so se ce la faremo a metterci una pietra sopra e ricominciare da capo. Ricominciare dalla crociera, anzi ricominciare da quest'estate. Eliminare tutte le discussioni per minchiate. Eliminare tutti i musi che avevamo e sostituirli facendo l'amore, ridendo, parlando come bambini piccoli. Eliminare tutte le brutte parole e anche gli schiaffi che ci siamo dati. Eliminare tutta la parte negativa che ho creato.
Non so se ce la farò a resistere ancora o ritornerò a farmi male. Non so se arriverò al limite. Ho paura di arrivare al limite, perché so quello che sono in grado di fare e mi fa davvero tanta paura. È il caso che davvero vada a fare almeno una seduta dallo psicologo e cercare di liberarmi un po'.
C'è una cosa che mi fa ancora più paura.
Tu.
La tua influenza su di me.
Mi porti al limite. Ti fai odiare e ti fai amare allo stesso tempo. Mi stai facendo davvero impazzire.
Ogni volta che litighiamo e che vuoi lasciarmi è sera ed è tardi. Non posso neanche raggiungerti per venire da te e portarti via.
Portarti con me e non lasciarti mai più da solo con la tua fottuta mente piena di pensieri. In quei momenti, in cui non posso vederti e abbracciarti per poi baciarti e fare l'amore, mi sento davvero inutile più del solito. Mi verrebbe voglia di urlare fino a perdere la voce e le forze, per poi cadere in un lungo sonno, ma non posso e quindi sono costretta a urlare in silenzio. Sono costretta a stare male senza far rumore. Ma questo amore succede un po' tutti i giorni, no? Succede quando ci ripensiamo, no?
MA COSA CAZZO HO CREATO? PERCHÉ?
Forse hai ragione sai? Anzi tolto il forse.
Hai ragione a dire che sono una bambina. Hai ragione a dire che a quanto pare non sono pronta per una relazione seria. Hai ragione a dire che ho fatto la zoccola. Hai ragione a dire che ho dei problemi. Hai ragione a dire che mi devo far curare perché non so il motivo. Ma sai perché? Perché non mi facevi mancare nulla. Stavo bene. Stavo veramente bene. Si, alti e bassi, ma ero felice. E allora perché arrivare a farti tanto male? Che cosa aveva in più? Non é perché era un bel ragazzo, perché insomma guardati! Sei stupendo!  Forse era perché avevamo alti e bassi e lui comunque mi faceva ridere? Non lo so se il motivo vero è questo oppure no. Che poi da una parte è pure strana la cosa. Quando dal Luna Park ci siamo avviati al bowling, oltre a Richard con Sara e Oliver con Sofia c'era pure lui con un'altro ragazzo, un po' più basso di me che aveva detto a Thomas "bene si sono formate le coppie". Lo avevo sentito e avevo detto a Sara "coppie un corno. Basta cazzate." E poi TAC! La cazzata più grande della mia vita! Ma vabe, questi sono particolari. Non voglio parlare di quelle sere. Non voglio parlare di cose che già sai. Non voglio parlare di lui per farti, anzi farci, stare male.
Quindi cambiamo argomento.
Parliamo di noi.
Parliamo di noi prima, ci stai ?
Partirò proprio dall'inizio.
Partirò dal 20 Giugno quando mi hai scritto. Quando mi hai scritto perché erano finite le foto e quindi niente più "mi piace" tattici. Ammetto che c'hai messo un po' a scrivermi eh. E poi ho appena letto una cosa che non ricordavo. Mi avevi chiesto cosa stessi facendo, dopo averti rispondo te lo domandai anche a te e tu mi scrivesti "stavo guardando una bella ragazza😌". Ora amore mio bellissimo, cioè dai! È un po' vecchia come battuta ahahah. Ma vabe passiamo oltre. Sei stato astuto dopo con la scusa del mio internet di cacca a chiedermi il numero. Ci siamo sentiti i giorni dopo e avevamo organizzato di vederci il 24 pomeriggio. Erano le 15:00 quando sono arrivata alla stazione e ti ho visto. Ammetto che ero agitata, perché pensavo di fare qualche cazzata e poi avevo anche i ginocchi che mi bruciavano. Mi rimarrà sempre impressa la vecchietta che appena entrati in macchina, si avvicina per chiedere qualche spicciolo e dopo si rivolge a me dicendo "È un ragazzo da sposare, credimi". Beh la vecchietta aveva ragione..
Arriva la sera, Tropical. Ti presento a Stefania. Dopo che avevamo "mangiato" andiamo verso la spiaggia e ti butto un po' di Coca-Cola addosso (era una scusa per toccarti, lo ammetto amore) e tu per vendicarti mi butti in piscina vestita. Finita la serata continuiamo a sentirci e vederci per un po' e bla bla bla..
6 Agosto 2016.
Abbiamo fatto per la prima volta l'amore.
12 Agosto 2016.
Bigliettino tipo quelle delle elementari dove mi chiedi se volevo fidanzarmi con te e se rispondevo sì, dovevo firmare..
Da quel giorno in poi amore mio, hai stravolto del tutto la mia vita. Tu, piccolo mio, hai iniziato a farmi amare la natura. Hai iniziato a farmi amare i tramonti, il cielo e le sue sfumature. La neve, gli alberi in autunno e in primavera. La pioggia e il sole. Tutto il mondo e tutti i posti magnifici che prima o poi visiteremo. Hai iniziato a farmi accettare un po' di più. Io non ho mai creduto di essere bella, ma quando continui a guardarmi ancora, dopo un'anno e quattro mesi, nello stesso modo, io mi sento “giusta”. Non bella, non perfetta, non migliore: ma solamente giusta.
Abbiamo passato un po' di momenti insieme, sia belli che brutti, ma dopo tutto quanto siamo ancora qui. Penso che se tutti e due ancora non abbiamo mollato la presa, significa che crediamo ancora in un Noi, giusto? Crediamo ancora in un futuro insieme, no?
Mi dispiace davvero per tutto quanto. Mi dispiace per averti aperto ancora di più la piccola ferita che ti avevo creato. Mi dispiace di averti deluso profondamente. Mi dispiace che tu stia arrivando al limite e ti stia stancando di me. Mi dispiace per tutto quest'incubo che ho creato.
Ti dico un'ultima cosa poi chiudo qua.
Qualunque cosa succederà tra me e te, qualunque sia la nostra sorte, ti porterò sempre con me. Ti porterò sempre con me come una persona che ha fatto e continua a fare molto per me. Ti porterò sempre con me non come una persona qualsiasi, ma come la mia persona. Ti porterò sempre con me come l'uomo che mi ha fatto capire il vero significato della parola "AMORE". Ti porterò sempre con me come quello che mi ha fatto ridere fino a piangere. E infine ti porterò sempre con me come quello che è riuscito ad amarmi malgrado tutto.
Grazie di tutto piccola ma grande luce mia.
Ti amo da impazzire.
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imantisocial01 · 3 years
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Tra meno di 48 ore dovrò sostenere l'esame di maturità.
Tra meno 48 ore sarò diplomata e l'ansia è tanta, tanta quanto l'emozione di mettere un punto all'ultima pagina di questo folle, incredibile e spesso spiacevole, capitolo della mia vita.
È assurdo che io sia arrivata fino a qui.
Ha dell'incredibile perché non me lo sarei mai aspettata, non da me.
Dopo tutto quello che ho passato, dopo tutte le prove che ho dovuto affrontare, dopo tutte le fosse prese e tutte le cadute che mi hanno squarciato la pelle e l'anima, pensare di riuscire ad arrivare fino a qui e chiudere questo capitolo mi sembrava un miraggio, anzi un'allucinazione.
E invece ce l'ho quasi fatta.
Non so cosa farò dopo la maturità, per quanto riguarda il lavoro ma sicuramente so che devo ricominciare e ricomincerò da me.
Me la merito un po' di serenità, anche io.
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Score Hero 2 Trucchi - Score Hero 2 Trucco Bux Gratuite
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Score Hero 2 Trucchi - Score Hero 2 Trucco Bux Gratuite
Score Hero 2 Trucchi – Score Hero 2 Trucco Bux Gratuite
Come ormai saprete, questo nuovo Score Hero 2 Trucchi è stato richiesto da molti di voi, quindi abbiamo deciso di aggiungerlo alla lista degli strumenti che abbiamo già sul nostro sito. Puoi iniziare a usarlo a partire da oggi e noterai quanta differenza farà quando si tratta dell’esperienza di gioco che hai avuto finora. Questo ti porterà a migliorare le tue abilità di giocatore e a divertirti di più. Leggete le prossime righe per scoprire tutto quello che c’è da sapere sul gioco e su come funziona anche questo Score Hero 2 Trucco.
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A proposito di Score Hero 2 Ecco un sequel di calcio come nessun altro visto prima. Amerete sicuramente questo successo mobile smash che sta portando anche un nuovo eroe. Speriamo che tu sia pronto a sperimentare questo premiato e da classifica. Lascia che il tuo talento sia conosciuto dal resto del mondo che potrà vedere tutto il tuo potenziale come calciatore. Raggiungi la superstar tirando, passando e segnando ogni volta che hai la possibilità di farlo. Godetevi la grafica incredibile e le incredibili animazioni che trasformeranno il gameplay in un gioco iper-realistico. Ci sono club e leghe ufficiali con licenza che sarete in grado di notare e scegliere. I kit e i distintivi che sono anche reali e autentici vi porteranno a ottenere l’ultima esperienza di calcio. Questa è la vostra possibilità di guidare il vostro eroe dall’essere una prospettiva calda a raggiungere il punto di essere una superstar globale. Ci sono molte caratteristiche da scoprire e che vi assicureranno di avere un tempo eccitante quando giocate a questo gioco. Decidete per quale squadra firmerete scegliendo tra più di 90 squadre con licenza ufficiale. Queste sono quelle che troverete nei più grandi campionati del mondo e in questo modo vi avvicinerete il più possibile a capire quanto può essere grande il mondo del calcio. Una caratteristica che è perfetta per creare la sensazione completa di essere lì con i giocatori sul campo è il commento che sentirete da uno dei migliori commentatori del mondo, Arlo White. �� immediatamente riconoscibile e questa non è l’unica sorpresa, ma ce ne sono molte altre che incontrerete se decidete di giocare a questo gioco. Diventa uno dei giocatori che soddisfa i suoi obiettivi in un breve periodo di tempo approfittando dello strumento che abbiamo creato per te. Utilizzo di Score Hero 2 Trucchi Questo Score Hero 2 Trucchi è la scelta giusta per voi a causa del fatto che riuscirete ad aggiungere tutti i Bux che volete al vostro gioco. Non c’è bisogno di preoccuparsi che si potrebbe dover aspettare per più di pochi secondi per vedere questo accadere. Semplicemente non c’è tempo di attesa, perché tutto accadrà istantaneamente. Mentre beneficiate delle caratteristiche di questo strumento, vedrete che non incontrerete alcun tipo di problema. Questo Score Hero 2 Trucchi funzionerà su qualsiasi dispositivo che potreste possedere, può essere un iOS o un Android. Questo è compatibile con entrambi, quindi devi solo ottenere quello preferito che hai. Un’altra cosa cruciale che dobbiamo condividere per quanto riguarda questo nuovo Score Hero 2 Trucchi è il fatto che sarete protetti in ogni momento quando lo si utilizza. I vostri dati personali e privati saranno tenuti nascosti a causa della nuova funzione Anti-Ban aggiunta. È possibile mantenere la vostra attenzione sul gioco senza pensare a nient’altro. Vi incoraggiamo a scegliere questa Score Hero 2 Trucco per essere il vostro aiuto durante questo processo per diventare un giocatore migliore. Potrete vedere che non vi chiederemo un centesimo, dato che siamo giunti alla conclusione che vorremmo assistervi gratuitamente. Dimenticate tutti gli acquisti in-app che stavate pensando come soluzione ai vostri problemi di gioco. Vi garantiamo che non sarete delusi da questa performance di Score Hero 2 Trucco e vi divertirete più che mai. Addolcite la vostra strada verso il successo ottenendo questo Score Hero 2 Trucchi sul vostro dispositivo. Guarda i miglioramenti che porterà con i tuoi occhi e poi condividilo con tutti i tuoi amici.
Qualche parola sul Score Hero 2 Trucchi
Ciao giocatori! Di fronte a voi c’è il miglior generatore di Score Hero 2 Trucchi che potete trovare online in questo momento! Finalmente possiamo presentarvi con orgoglio questo fantastico strumento generatore che può aiutarvi a ottenere molti Bux gratuite. So che questo suona ridicolo ma dopo tante ore di sviluppo di questo strumento di lavoro finalmente siamo in grado di godere in questo trucchi per Score Hero 2! Premete il pulsante qui sotto e sarete reindirizzati alla pagina degli imbrogli. Seguire i passi sulla pagina del generatore o leggere tutto il post del blog sottomano per scoprire come hackerare Score Hero 2 e ottenere Bux!
Come utilizzare Score Hero 2 Trucchi
Se state ancora leggendo, allora volete avere qualche informazione veloce su come usare questo trucchi, quindi cercherò di descrivere il vostro processo in poche parole. Non è mai stato così facile ottenerne Bux. Questo processo è così semplice che anche un bambino di cinque anni può completare interi passi in pochi minuti e ora vi farò sapere come fare. Il primo passo è già stato fatto. Sei finalmente sul sito migliore per Score Hero 2 Trucchi e ora puoi semplicemente rilassarti e divertirti, perché è davvero difficile trovare strumenti di hacking di lavoro al giorno d’oggi! Dopo aver premuto il pulsante ‘Accedi Trucchi’ verrai reindirizzato a questa pagina dove avrai il tuo Score Hero 2 Trucchi. Una volta cliccato il pulsante troverai la pagina del generatore e la prima cosa da fare è collegare il tuo account di gioco al generatore. Aspetta un paio di momenti che il generatore colleghi il tuo account. Assicurati di lasciare l’email/nome utente dell’account a destra e seleziona il tuo dispositivo! Score Hero 2 Trucchi è il modo migliore per ottenere Bux gratuitamente. Tutto quello che devi fare è usare il generatore collegato qui sotto. E’ molto semplice – devi digitare il tuo nome utente Score Hero 2, scegliere quanti Bux gratuiti vuoi e poi cliccare sul pulsante Continua. L’intero processo è automatizzato e richiede fino a 5 minuti. La connessione con il server è protetta da server proxy e da una crittografia AES a 256 bit, in modo che il tuo account sia completamente sicuro. Spendere il tuo denaro è finalmente giunto al termine! È sempre la stessa situazione. Il gioco è nuovo, ma per andare avanti ci vuole troppo tempo. Sei stanco di giocare così a lungo per fare finalmente progressi. Ecco perché stai pensando di comprare il Bux. Ma non deve essere per forza così nel Score Hero 2, perché con l’trucchi Score Hero 2 ti diamo la possibilità di ottenere tutti i Bux gratuiti che vuoi. La cosa migliore di questo Generatore Score Hero 2, tuttavia, è che siete completamente protetti e non dovete avere paura di incantesimi o altro. In Bux trucchi puoi decidere quanti Bux ne vorresti. In pochi minuti lo riceverete direttamente sul vostro smartphone. Per inciso, il Generatore Score Hero 2 Bux funziona perfettamente per tutti gli smartphone iOS e Android. Vi fa risparmiare un sacco di tempo, pazienza e soprattutto denaro!
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Score Hero 2 Trucchi Caratteristiche:
Aggiungi un numero illimitato Bux Supporto iOS, Supporto Android, Sicuro al 100% con la nostra protezione Anti-Ban, Facile da usare, Un design fantastico, Score Hero 2 Trucchi ha ricevuto aggiornamenti regolari, Molto veloce – generare risorse in pochi secondi!
Come hackerare Score Hero 2
Infine, lancia il nostro Score Hero 2 Trucchi, quindi segui le istruzioni e goditi la quantità illimitata di Bux! Fare clic sul pulsante “Accedi Trucchi” qui sotto Digitate il vostro nome utente e scegliete il sistema del dispositivo e cliccate su “Connetti”. Inserire l’importo di Bux Aspetta qualche secondo, l’trucchi sta lavorando per te ora! Godetevi il vostro Bux su Score Hero 2 In primo luogo, grazie per aver utilizzato i nostri strumenti – se vi piace, lasciate i simili, iscrivetevi ai nostri canali youtube e condividete il nostro lavoro sui social media. Questo ci spingerà a fare un altro strumento di hacking! Controllate anche i nostri altri imbrogli qui!
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giancarlonicoli · 4 years
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16 feb 2021 14:03
E' FINITA LA PACCHIA PER I CALCIATORI - RUMMENIGGE, EX ATTACCANTE DELL'INTER OGGI CEO DEL BAYERN MONACO, ROMPE UN TABU': "PER RISANARE IL CALCIO BISOGNA LIMITARE AGENTI E INGAGGI. CI VORREBBE IL TETTO SALARIALE: NEL 2008 ANDAMMO A BRUXELLES PER CAPIRE SE FOSSE PERCORRIBILE MA I POLITICI CI HANNO DETTO CHE SAREMMO ANDATI CONTRO LA LEGGE EUROPEA” –  "ABBIAMO SBAGLIATO TUTTI, PERCHE' ABBIAMO SPESO SEMPRE DI PIU' A FAVORE DI GIOCATORI E AGENTI. DOBBIAMO FARE MARCIA INDIETRO E TORNARE A UN MODELLO PIU' RAZIONALE" - "LO STIPENDIO DI MESSI? HO RISO..." - E SULLA JUVE...
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Paolo Tomaselli per corriere.it
Kalle Rummenigge, Ceo del Bayern Monaco campione in carica della Champions che riparte: avete vinto 6 trofei su 6, impresa riuscita solo al Barcellona nel 2009. Che sapore ha?
«È qualcosa di eccezionale. Siamo contenti, orgogliosi: il rendimento della squadra è stato incredibile».
Flick non faceva il capo allenatore da 15 anni e ha vinto tutto. C’è una morale?
«È arrivato nel novembre 2019 e ha acceso la luce nel buio, non solo tatticamente o nell’allenamento, ma anche nell’empatia e nella gestione del gruppo. Era stato vice della Nazionale campione del mondo e conosceva già molto bene Neuer, Muller e altri: è stato un piccolo vantaggio».
Che momento sta vivendo il pallone in Germania?
«Credo che la situazione sia simile un po’ dappertutto: è difficile, perché la cultura e l’economia del calcio sono in sofferenza. E non solo del calcio ovviamente. Il compito più complicato è quello dei politici e non vorrei essere nei loro panni: la gente è nervosa, forse anche un po’ stufa».
Nella partenza da Berlino verso il Qatar per il Mondiale per club vi hanno davvero chiuso l’aeroporto poco prima del decollo?
«Sì, per due-tre minuti. Non ci è piaciuto e ci sono state delle polemiche».
Non sono mancate critiche per la sua frase sul vaccino da fare ai calciatori.
«Mi hanno capito male: non ho chiesto che i giocatori fossero vaccinati prima degli altri, soprattutto degli anziani. Ho solo detto che vaccinarli poteva essere un buon esempio per convincere a farlo anche quella parte della popolazione più riluttante».
La Champions riprende con due tecnici tedeschi subito contro, Klopp e Nagelsmann, in Liverpool-Lipsia. La scuola tedesca è di grande moda: quale è il segreto?
«Abbiamo guardato sempre un po’ sospirando al calcio inglese e a quello spagnolo. Ma abbiamo tanti tecnici preparati e nella pandemia il nostro calcio è cresciuto ancora di livello».
La Mannschaft di Löw invece è in crisi e ha preso 6 gol dalla Spagna. Perché?
«La Nazionale soffre anche la crisi della federazione: ci sono tanti cambiamenti, problemi all’interno che fanno soffrire anche la squadra».
Martedì c’è anche Barcellona-Psg. Cosa ha pensato di fronte allo stipendio di Messi?
«Ho riso... Posso fargli solo i complimenti, perché è riuscito a fare un contratto così astronomico».
Con la pandemia questo calcio è ancora sostenibile?
«Il problema è di lunga data ed è cominciato con la sentenza Bosman del 1996. Poi negli ultimi dieci anni abbiamo sbagliato tutti, perché abbiamo speso sempre di più a favore di giocatori e agenti. La pandemia ha mostrato che dobbiamo fare marcia indietro e tornare a un modello più razionale. Spero sia possibile, ma non sarà facile».
Perché?
«La mia impressione è che i prezzi dei cartellini siano scesi in alcuni casi fino al 50%. Per quanto riguarda gli ingaggi dei giocatori top invece gli agenti sono ancora in grado di ottenere soluzioni al rialzo. Dobbiamo trovare una soluzione europea: in Germania ne abbiamo discusso con una task force, che ha coinvolto politici e tifosi. La gente vuole un calcio più razionale».
Con un tetto salariale?
«Sarebbe forse una buona iniziativa, ma nel 2008 con Platini presidente della Uefa e Infantino direttore generale, siamo andati a Bruxelles per capire se fosse una strada percorribile: i politici ci hanno sempre detto che saremmo andati contro la legge europea. Magari adesso è il momento opportuno di fare una nuova iniziativa e correggere quello che abbiamo combinato negli ultimi dieci anni».
La nuova Champions con 36 squadre a girone unico con 10 partite a testa, è davvero così spettacolare?
«Sì. Sarà molto più spettacolare e vivace della fase a gruppi di oggi, che spesso è noiosa nelle ultime giornate. Sarà più complicato qualificarsi e più avvincente».
I campionati nazionali soffriranno?
«Avranno sempre un valore di alto livello. La nuova Champions è la ciliegia sulla torta, ma il valore del campionato non cambia: per il tifoso italiano è importante come finisce il derby di Milano o la partita contro la Juve».
L’Inter ha battuto la Lazio, vostra avversaria in Champions. Senza Coppe è la favorita per lo scudetto?
«Mi sembra la squadra più stabile. Gioca bene, vince e non perde più partite strane come in passato. L’importante è che non siano troppo euforici: la strada è lunga».
Il Bayern con la Lazio è nettamente favorito?
«Siamo favoriti perché siamo campioni in carica, ma non è certo un avversario che sottovaluteremo e ce ne siamo accorti nelle sfide contro il Borussia Dortmund. E anche in quella di domenica».
La Juve è troppo legata a un campione di 36 anni?
«Quando hanno acquistato Ronaldo ero curioso di vedere come funzionava: ha funzionato benissimo. Qualche mese fa sono stato a Torino per una riunione, Agnelli mi ha fatto vedere il nuovo centro sportivo e c’era Ronaldo nello spogliatoio a petto nudo: poche volte ho visto un fisico del genere, mi ha dato l’impressione di essere allenato al 100% per continuare ancora alcuni anni ad alto livello».
A fine anno andrà in pensione: lavorerà mai in Italia?
«Quando ho vissuto da voi ho imparato una cosa molto importante che mi ha cambiato la vita, perché prima facevo programmi a lunga scadenza: si vive oggi e il domani si vedrà. Non so cosa farò, forse mi serve una pausa».
Andrebbe mai alla Juve?
«La mia filosofia è che se hai giocato con l’Inter è impossibile andare alla Juve. Il cuore è uno solo».Con Zico e Paolo Rossi (Afp)
A proposito di ex campioni ora dirigenti: Maldini sta riportando in alto il Milan.
«Ha fatto bene a prendersi il suo tempo prima di iniziare, così ha una visione diversa. Sta facendo un ottimo lavoro, il Milan è mancato molto anche a livello internazionale. Ma adesso è rinato».
Cos’è il derby per lei?
«È speciale. Ho fatto anche un gol molto bello e importante nel 2-2 del marzo ‘85. È la partita più importante della stagione e lo è a maggior ragione adesso. Spero che stavolta vinca l’Inter».
Sarebbe la svolta decisiva?
«L’Inter ha le carte migliori per vincere lo scudetto: tocca a lei continuare così».
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deathbyungabunga · 4 years
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Recentemente abbiamo ricevuto un messaggio da Marco, uno dei nostri molto apprezzato i membri dell'Alleanza, che ha reso tutti a Beardbrand alzarsi in piedi e urlare. C'erano pugno pompe e gli occhi lucidi in camera. È sicuro di dire che questo messaggio da solo rende la pena.
E abbiamo voluto condividere con voi, perché è una bella storia impressionante di come, quando si impegna a crescere, quelli che si amano seguirà inevitabilmente. Possa ispirarvi per continuare a Crescere.
“Per coloro che non mi conoscono, ho partecipato Alliance Conference a Marzo 2019. Ho portato la moglie, abbiamo fatto una settimana in Austin, è stato impressionante per non dire altro. Quando tornai dall'Alleanza Con di Marzo, il mio “molto adolescenza figlio Matteo mi ha dato una tale merda su di esso. “Hai effettivamente andare per una BARBA conferenza??” ha scherzato. “Come... come di una conferenza con i tizi di parlare di barba? Sei strano, Papà.”
Quelli di voi che hanno gli adolescenti di sapere che è quasi impossibile essere fresco negli occhi del vostro teen, così mi ha dato una buona dose di palla di rottura per la partecipazione a una barba conferenza.
Tuttavia, il mio interesse in Beardbrand non ha fatto altro che crescere dopo sono andato a Austin, naturalmente, e ho continuato a divorare i video e i contenuti regolarmente.
Mia moglie, Melina, è diventato subito un fan della società, dopo la visita di Austin, e così lei e mi capitava spesso di guardare il video insieme, quasi ogni giorno, sulla Smart TV in camera familiare.
Matteo sarebbe passare attraverso, mentre si guardava il video e, inevitabilmente, rotolare i suoi occhi o fare un beffardo commento, “Guardando la barba video di nuovo, eh?”
“Qualunque sia il tizio.”
Dopo un paio di settimane di questo, Melina e io stavamo guardando uno di Greg video, e Matteo un pò bloccato e assistito a tutta la cosa.
Quando si è conclusa, ha detto, un po 'a malincuore, “in realtà ho un po' come questo ragazzo. Sai, lui ha un fresco voce, e uh... non so... ha solo come uno stile fresco.”
“Lui è il mio spirito animale”, risposi, e lasciato lì.
Circa una settimana dopo, ci fu un Carlos video sul tubo. Matteo, che per mesi precedente a questo era stato alle prese con la ricerca di un taglio di capelli che ha a mio agio, arrivò di corsa nella stanza ed era come, “QUESTO RAGAZZO È il MIO SOGNO CAPELLI.”
Ho tirato fuori il mio telefono e ha mostrato la piccola smart-ass una foto di me e Carlos Costa, braccio a braccio, sorridendo per un selfie all'Alleanza Conferenza afterparty (CxBB). “Vuoi dire che... QUESTO ragazzo?” Ha appena meravigliato l'incredibile pompadour, “SÌ. L'hai incontrato?? E non è che la più incredibile testa di capelli o cosa?”
Ho appena accettato e messo in discussione nulla.
Poi, una settimana dopo, ha ancora una volta ci ha sorpresi a guardare un altro video e disse: “Oh, questa è una buona. Jake dà a questo ragazzo un malato pelle fade!”
Ero disorientato. “Uh... come fai a saperlo?”
“Perché ho già visto questo”, ha ammesso.
“Si guarda Beardbrand video, ora?“ Ho chiesto con un sh*t-eater sul mio viso.
Lui è andato via. “Sai, io in realtà avere. Penso di aver capito perché si sta in questi ragazzi. Tutti i barba modelli hanno una grande barba e capelli, si modella la tua barba dopo di Greg, che è un pò freddo, Jake e Mahesh sono malati in quello che fanno. A me piace tutto il look and feel del loro video. Voglio dire, è una specie di un luogo fresco e società. Io guardo le loro cose ogni giorno. Ora ho capito.”
Ho appena sorrise. Poco dopo, ho portato Matteo in Philly per ottenere il suo taglio di capelli con Jake il Barbiere, che ora taglia i suoi capelli regolarmente.
Ma non è la vera storia che ho voluto condividere.
Matteo ha l'ADHD, dove lotta per lo più con “funzionamento esecutivo e competenze.” Senza entrare nei dettagli di quello che è se non lo sai, io ti salva il tempo e basta dire che un tale deficit si traduce in scarsa performance accademica. Per lungo tempo si è sentito molto inadeguata e muto, ed è stato annualmente depresso per la sua formazione accademica in piedi.
Mi raccontò un po ' di tempo fa, “Papà, non ce la farò mai in un college. Io non sarò mai in grado di avere un nove a cinque, seduti dietro a una scrivania. Ti basta mai accadere. Non posso avere una carriera come quella.”
Sapendo questo su Matteo per molti anni, ho spinto i mestieri in casa mia. Così torna in primavera, Matteo ha deciso di iscriversi all'molto rispettabile scuola di commercio, qui nel nostro quartiere, per questo anno scolastico.
Al momento ha preso questa decisione, ha deciso di perseguire la carpenteria in programma, a seguire le orme di suo nonno, di mio padre-in-law, che è un muratore di pietra dall'Italia.
Emozionato e sostegno della sua decisione, come mi è stato, è stato strano per me, dal momento che Matteo mai dimostrato un sincero interesse per la costruzione o la costruzione o il miglioramento di casa mostra o qualcosa di simile. Indipendentemente da ciò, siamo stati entusiasti circa la sua scuola commerciale di decisione.
Quindi, alla fine di un giorno durante un particolarmente malvagi calore incantesimo che abbiamo avuto qui in PA in luglio, Matteo si avvicinò a me. Egli disse: “Papà. Ho qualcosa da dirti”.
“Che succede, amico?” Ho chiesto
“Stavo tornando a casa dal negozio e ho visto una squadra di ragazzi che lavorano in una casa al di fuori. Li ho visti lavorare su quella casa nel sole. E ' stato così caldo. Mi resi conto in quel momento—non ho mai voglia di fare per vivere. Io odio lavorare il caldo o il freddo. Non c'è modo. Io non posso farlo.”
“Ok, bud,” ho detto. “Voglio dire, io le ho chiesto il perché della scelta di carpenteria in primo luogo.” Sembrava sollevato.
“Beh, credo che ho scelto di carpenteria perché ho pensato a te e alla Mamma sarebbe felice di questo perché vorrei portare avanti PopPop eredità e tutto ciò che...”
“Tizio”, la interruppi, “voglio che TU faccia quello che vuoi fare. Non fare nulla per me o la mamma, bud! Tu!”
Prese un respiro. “Beh...è quello che voglio dirvi. Mi ritrovo a guardare Beardbrand video per tutto il tempo. Mi piace, DAVVERO solo l'amore tutto lo styling dei capelli/barba, cosa che la cultura. E dopo che ottenere il mio taglio di capelli con Jake per tutto questo tempo, e vedendo quello che fa e come lo fa, penso solo che sarei VERAMENTE felice di essere un parrucchiere—dove posso essere in piedi, parlare con la gente, di creare un mio stile personale, e solo essere me, aiutare le persone con il loro stile, e avviare una carriera nel settore dell'artigianato a destra, fuori di scuola superiore, come si è detto. Voglio iscrivermi in Barbering Programma”.
Così, oggi è il primo giorno di scuola, nella nostra città, e, letteralmente, come ho tipo questo, miei cari, figlio primogenito di Matteo è il marchio di scuola il primo giorno, di intraprendere una carriera in barbering. Eric, Silvestro, Greg, Carlos, Jake il Barbiere, Jack, e tutta la gang—sappiate che il marchio e la cultura che hai creato e la missione è stata impostata su come una società che ha ispirato un quindici-anno-vecchio ragazzo che fatica a trovare se stesso in extraurbano, Pennsylvania, per aiutare gli altri a “continuare a Crescere” attraverso la vocazione di barbering. E prendendo il primo passo, ha—per la prima volta—davvero cominciato a “crescere” se stesso.
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bruciare-al-suolo · 7 years
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Sai dirmi una frase bella su un ragazzo che ti interessa?
Non era stata mia intenzione amarlo, e avevo fatto di tutto per estirpare dal mio animo i germi dell'amore che vi avevo scovato; e ora, non appena l'avevo rivisto, essi risorgevano spontaneamente più forti e più gagliardi! Anche senza che lo guardassi si faceva amare.-Charlotte Brontë. Si pensa sempre che si possa amare una sola persona al mondo e invece poi ne trovi un'altra e ti sembra assurdo esserti angosciata tanto prima.                    -Grey’s Anatomy.In ogni modo, pensò, loro due si capiscono; vivono l’una nell’altro; cos’altro è l’amore, si chiese, sentendoli ridere.-Virginia Woolf.Qualunque fosse il nome che davano al loro legame, ciascuno dei due sentiva che era suo dovere proteggere l'altro.-Mohsin Hamid.Poi improvvisamente incontri qualcuno che stravolge la tua vita.Che stravolge il senso del tuo percorso per sempre,mobilita inevitabilmente le vecchie prospettive territorialie oserei dire anche l’origine del tuo cielo, la direzione dei tuoi occhi.Dopodiché nulla sarà più maledettamente uguale.Mai più.E nel preciso istante in cui te ne accorgerai capiraiperché da tutto il resto sei sempre andato via.                                                     -Massimo Bisotti.            Non cambierà mai la geografia di certi sguardi. Basta guardarsi un po’ negli occhi, nemmeno troppo a lungo e i posti li sai, li ricordi a memoria. Ti entrano dentro e poi rimangono lì, senza bisogno di chissà quali spiegazioni.-Massimo Bisotti.In quel sorriso c’ era il senso di tutto quello che stavo cercando. - Alessandro D’ Avenia.
Certo che ti farò del male. Certo che me ne farai. Certo che ce ne faremo. Ma questa è la condizione stessa dell’esistenza. Farsi primavera, significa accettare il rischio dell’inverno. Farsi presenza, significa accettare il rischio dell’assenza.-Antoine de Saint-Exupéry.Capitano a volte incontri con persone a noi assolutamente estranee, per le quali proviamo interesse fin dal primo sguardo, all'improvviso, in maniera inaspettata, prima che una sola parola venga pronunciata.      -Fëdor Dostoevskij.Neanche si erano dovuti cercare, questo è incredibile, e tutto il difficile è stato riconoscersi, riconoscersi, una cosa di un attimo, il primo sguardo è già lo sapevano, questo è il meraviglioso. Questo continuerebbero a raccontare, per sempre, nelle terre di Carewall, perché nessuno possa dimenticare che non si è mai lontani abbastanza per trovarsi, mai - lontani abbastanza - per trovarsi - lo erano quei due, lontani più di chiunque altro.-Alessandro Baricco.
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Oggi ricordo tante cose.
Stasera soprattutto, dopo che abbiamo deciso di non salutarci nemmeno per strada. Ne sono successe di cose, vero?
Stavo ricordando tutti i momenti "nostri", quelli che nessuno potrà portarci via.
Ricordo quando mi girava la testa e facesti mezza strada in più solo per accompagnarmi e lasciarmi seduta sotto la pensilina perché ti eri preoccupata per me. Facendoti poi una salita incredibile per tornare su nonostante ti avessi detto che non ce n'era bisogno.
Mi ricordo di quando mi dicesti che mi volevi bene, che non mi avresti mai lasciata da sola anche se inevitabilmente accade anche se sono sicura che il nostro non è un addio.
Mi ricordo di quando a Carnevale mi vestii da Cleopatra e tu ridesti così tanto.
Ricordo quando in una giornata tremenda vidi te ridere e cominciai a ridere anche io.
Ricordo quando ridevi quando ti dicevo di stare attenta alle macchine.
Ricordo quando ti scrissi quelle lettere.
Ricordo quando ti chiesi se potevo abbracciarti e ti vennero gli occhi lucidi. Ricordo quando ti vidi piangere dicendo che a me tenevi, ricordo il senso di ingiustizia che provai in quel momento. Ricordo Carnevale, quando mi confessasti che volevi vedermi felice e mi avresti aiutata a qualsiasi costo.
Ricordo quando piangevo e c'eri sempre.
Ricordo quando mi calmavi gli attacchi di panico.
Ricordo quando ti dissi che soffrivo per colpa tua e invece non era vero.
Ricordo quando morì mio padre e tu eri l'unica che mi stette accanto.
Ricordo quando caddi in depressione e tu fosti la prima ad accorgertene.
Ricordo la prima lettera che ti scrissi e la tua faccia sconsolata.
Ricordo quando mi mettevi in guardia da cattive compagnie.
Ricordo quando mi dicevi cosa la gente pensava di noi.
Ricordo il nostro litigio, io che non volevo più rivolgerti la parola e tu che per un mese e più continuavi a cercarmi perché volevi rimediare e non dimenticherò mai il tuo sguardo quando tutto tornò come prima, anche se non sai che chiedevo tutti i giorni ai tuoi amici come stessi.
Ricordo quando stavi male anche se non lo dicevi e io chiamai una tua amica e glielo dissi in modo che potesse aiutarti visto che a me non lo permettevi.
Ricordo tante cose, le sto scrivendo così rimarranno impresse.
Ricordo tutte le frasi che mi dicesti, quando cercavi di portarmi fortuna, quando mi vedevi col mio ragazzo e facevi occhiolini strani.
Ricordo quando dicevi che eravamo amiche e che eri certa del fatto che io ti volessi bene. Ricordo quanto piansi quel giorno.
Ricordo la tua faccia quando ti dissi che stavo andando via, il tuo viso che si rabbuiava e mi dicevi grazie per averlo saputo da me e non da altri. Ricordo quegli ultimi giorni, mi avevi chiesto di venire a salutarti e non venni per paura di piangere.
Ricordo i tuoi occhi che luccicavano quando mi vedevi.
Ricordo quando mi proteggevi da tutto, anche da te stessa.
Quando mi giurasti che non ti avrei mai visto arrabbiata e il tuo sguardo quando successe.
Ricordo quando mi dicesti di stare attenta ai dettagli perché in un tuo sorriso c'era molto di sottinteso.
Quando mi vedesti piangere a causa tua e scappasti.
Ricordo i tuoi occhi la mattina dell'esame che luccicavano a vedermi e la tua faccia delusa quando confermai che me ne stavo andando. Ricordo come passavamo gli intervalli insieme perché per te ero importante. Ma lo sono ancora, anche se mi hai detto che senza di me sarai più felice, ti ho visto oggi, non mi hai rivolto parola ma mi stavi guardando. Ricordo quando mi mettevi il braccio davanti perché non volevi che attraversassi la strada.
Ricordo quando dicesti che l'amicizia salva la vita e io ti stavo facendo sentire utile a qualcuno sollevandoti l'umore.
Ricordo le voci su di noi e tu che ti sforzavi di combatterle perché io non riuscivo.
Quando mi dicevano che ti facevo soffrire tu ti arrabbiavi perché non volevi che io lo sapessi, volevi che pensassi solo a me stessa.
Solo che non ti sei resa conto che oltre ai lati menefreghisti del tuo carattere mi hai trasmesso la dolcezza che solo tu potevi avere. Mi mancherai ma sappi che mi rivedrai ancora,farò in modo di essere di nuovo davanti a una tazza di caffè, insieme a te, alle otto del mattino, tu sai dove e da chi.
Non finisce qua, ne abbiamo passate troppe insieme.
Da te ho preso anche il rispetto per l'altro perché nessuno mi ha mai rispettato quanto lo hai fatto tu,che non dicesti le mie confidenze per non tradire la fiducia ma con uno sguardo sapevi già cosa non andava.
Ti lascio come ultimo ricordo il nostro abbraccio, perché sappi che sei riuscita a farmi vincere la paura del contatto fisico e sappi che non avevo mai tenuto stretto qualcuno per venti minuti ma te sì, perché sei speciale.
Ti voglio bene Laura
Sofia B.
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