#rigidità
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Tu citavi spesso questa frase, l’avevi trovata in un libro, non ho mai saputo quale, essa ti si addiceva, ti calzava a meraviglia come la scarpina mancante al piede di Cenerentola:
«Nessuno è esattamente al suo posto, ed è meglio così, un rigido adeguamento sarebbe insopportabile»
— Christian Bobin
#nessuno#esattamente#posto#rigidità#adeguamento#insopportabile#addice#frasi tumblr#frasi#frasi e citazioni#christian bobin
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Meditazione: rilassare la mente per trovare la pace interiore (Aivanhov)
La meditazione non è una pratica che richiede sforzo o tensione, ma un’arte delicata che si fonda sul rilassamento e sull’ascolto interiore. Spesso, cerchiamo di forzare la mente a concentrarsi, rischiando di bloccare il flusso naturale dei pensieri e di creare resistenza. Invece, il segreto di una meditazione efficace risiede nel lasciar andare ogni rigidità, permettendo al sistema nervoso di…
#Aivanhov#armonia#ascolto#concentrazione#essenza#gentilezza#meditare#meditazione#mente#pace#pazienza#pensieri#ricettività#rigidità#rilassamento#segreto#sforzi#tensione#tranquillità
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L'ordine delle parole nella frase è un aspetto importante della grammatica di una lingua. In italiano, l'ordine SVO è il più comune, ma ci sono molte eccezioni che rendono la lingua più flessibile. In inglese, invece, l'ordine SVO è quasi sempre obbligatorio, il che rende la lingua più rigida.
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Ho sempre amato specchiarmi negli occhi
Degli animali
E riconoscere me stessa nel loro sguardo selvatico.
Oggi mi sono specchiata per la prima volta
In una pietra
Che mi ha rimandato l'immagine
Della mia anima.
E non ho mai amato tanto me stessa
E le mie tenere rigidità.
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Gabbie, ghetti, gates...
I mille sinonimi del pregiudizio

I recinti costruiti dalle dittature
si somigliano tutti.
Le prigioni mentali dentro cui prospera
chi predica le chiusure, i razzismi
il "noi e loro", si tramutano poi in regressione
arretramento civile, violenza, disparità
in recinti, e infine, nel peggiore dei casi,
in persecuzioni, discriminazioni, modelli
divisivi e aggressivi e ingiustizia diffusa.
Tutto è legato
Ma il Male, prima di tutto, nasce nelle idee
nella mente, nel pensiero.
Ogni volta che ci troviamo davanti
a una mente chiusa, egocentrica, vendicativa
sentiamo che quello è il terreno fertile,
perchè attecchisca l'odio, il rancore,
l'attacco ai valori di umanità e libertà.
Il fascismo accade ogni volta
che siamo indifferenti alla sorte dell'altro
del diverso da noi.
Ogni volta che ci permettiamo il
"IO ME NE FREGO ! "
Ogni volta che non riconosco la pari dignità,
che non so vedere la mia identica umanità
nell'altro... È allora che nasce il Male assoluto.







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#pensieri sparsi#riflessioni sulla Giornata della Memoria 2024#il terreno fertile delle dittature è la rigidità mentale#pregiudizi#recinti#ghetti
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Dalla scienza al quotidiano: la delusione di Pietro Luigi Garavelli tra ricerca e quotidianità
Il medico e ricercatore riflette sulla difficoltà di portare avanti progetti culturali e scientifici fuori dal contesto accademico
Il medico e ricercatore riflette sulla difficoltà di portare avanti progetti culturali e scientifici fuori dal contesto accademico. Pietro Luigi Garavelli, medico e ricercatore di lungo corso, racconta con amarezza le sfide affrontate nel passaggio dalla dimensione scientifica accademica a quella della quotidianità. Con oltre quarant’anni di attività clinica e didattica, e una carriera coronata…
#Biblioteca Marciana#Blastocistosi#Caravello#collaborazione scientifica#contesto accademico#convegni internazionali#critica sociale#cultura e scienza#difficoltà nei progetti culturali#difficoltà organizzative#disillusione#esperienza accademica#girone infernale#Malattia di Zierdt-Garavelli#medici ricercatori#monetazione antica#monetazione classica#passione per la ricerca#patologie eponime#Pietro Luigi Garavelli#progetti culturali#realtà italiana#ricerca in Italia#ricerca in medicina#Ricerca scientifica#riflessione accademica#rigidità culturale#scienza e cultura.#Storia della medicina#storia della numismatica
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Dipendenza affettiva e contro dipendenza: Il ruolo della cultura e delle aspettative di genere
Nell’ambito delle relazioni intime, la dipendenza affettiva può generare una distorsione di sé e dell’altro, caratterizzata da un disequilibrio nella risposta emotiva. Ma cosa si intende davvero per dipendenza affettiva e da dove ha origine? Continue reading Untitled

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#angoscia nella relazione#bisogno di accudimento#bisogno di controllo#continuum della dipendenza#contro dipendente affettivo#controllo nella relazione#crisi relazionale#dipendente affettivo#dipendenza affettiva#disequilibrio affettivo#distorsione dell’altro#distorsione di sé#evitamento del legame#paura della separazione#relazione intima#relazioni difficili#rigidità relazionale#sfiducia verso sé#trasformazione relazionale
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Sottomessa, come tu mi vuoi

Eccomi: sono arrivata a casa tua dal lavoro. Mi spoglio e come tu comandi non farò neppure una doccia, perché quando facciamo l'amore a te piace sentire il mio odore naturale. E mi annusi ovunque: ti eccita, lo so. Non lo ammetterò mai di persona, perciò te lo scrivo mentre ti aspetto in questa e-mail che leggerai domani, ma questa cosa mi fa andare fuori di testa. Mi lusinga e mi fa sentire di avere un notevole potere su di te. Sento che ti piaccio in quanto femmina in calore. Ora mi lubrificherò nella zona anale. Sai: tu sei un po'… “ingombrante” e non è che io non gradisca, ma voglio agevolare la tua penetrazione senza dover soffrire per la notevole dilatazione del mio ano quando accolgo il tuo cazzo.

E giuro che mi piace un casino, quando lo facciamo lentamente e con gentilezza: sento che decisamente mi desideri, che vuoi proprio me. Ti servono le mie carni, per il tuo piacere. So che non potrò scappare fin quando non avrai finito. Sono totalmente sottomessa a te. Sei un martello inesorabile ed eccezionale: mi sfondi inchiodandomi al letto. Quando affondi completamente nel mio culo, quello è il momento in cui proprio non ragiono più: chiudo gli occhi, mordo il labbro inferiore per non urlare di piacere e allargo ancora di più le natiche. Poi subito le alzo un po’ per accoglierti al meglio e quindi prendiamo a muoverci in sincrono.

Quando avanzi e poi arretri, sento profondamente la frizione del tuo stantuffare. Man mano crescono la frequenza e l'intensità dei tuoi colpi, sino al momento in cui spingi al massimo e rimani tutto dentro di me. Sento allora che quello è il momento adorato in cui mi sborri nelle viscere. Vieni e mi riempi della tua crema preziosa. Cinque o sei getti sostanziosi. Ti chiedo il permesso e vengo anche io. Sei generoso. Null'altro al mondo vale questo nostro intimissimo istante: nulla. Questi sono i momenti preziosi in cui mi sento tua. Sono un tuo possedimento, una cosa profondamente tua e ti imploro di usarmi ancora. Sono felice di essere la schiava del tuo piacere. E oso godere solo se tu me lo permetti.

Quindi, dopo che mi sei venuto nel culo, il rito è sempre questo. Lo sai e già ti vedo sorridere, con quelle fossette sulle guance che mi fanno bagnare solo a guardarle: fai per alzarti e andare in bagno. Magari vorresti pulirti, riposarti un attimo. Ma io invece ti prendo dolcemente per le palle, ti blocco a bordo letto e prima che tu possa dire una parola, rapida prendo in bocca il tuo uccello, dopo il rapporto un po’ rilassato: lo ingoio tutto sino alla radice. Riderei dalla felicità, se solo potessi farlo con la bocca impegnata! Invece con la bocca piena di te sono intenta a slinguarti, succhiarti per farti ritrovare la massima rigidità.

Tu, iniziando a mugolare, ridiventi subito durissimo e mi scopi la bocca impaziente. Ti stimolo l'ano col dito medio e al momento giusto te lo infilo in culo fino in fondo. Contrai e stringi per trattenerlo. È allora che mi chiami: “maledetta puttana, cagna”, poi mi afferri saldo la nuca e sborri di nuovo in me, lo fai in modo copioso, mugolando libero. Io allora assaporo e inghiotto tutto, diligente e avida. Non si spreca una goccia. Sono brava, eh? Poi salgo per stringerti e baciarti, completamente pazza d'amore per te. Ecco: quello si che è un bacio appassionato tra due persone che si amano veramente.

Poi mi rivesto e torno velocemente a casa da mio marito. Spesso è un mio segreto piacere, sbrigata rapidamente la cena e messi a letto i bambini, stuzzicarlo per poi farmi scopare dopo essere appena stata con te. Lui quando scopiamo nella situazione... “corna freschissime” mi trova inspiegabilmente molto calda, scatenata, insaziabile e diventa a sua volta appassionato, focoso. È con me quindi tenero e docile come un agnellino. Viene più volte dentro di me in modo tradizionale ed è molto soddisfatto. Il giorno dopo mi porta sempre un regalo: un vestito, della bigiotteria, fiori; cose così. Dice che mi ama.

Io, tutto sommato, sono una brava moglie lo sai; solo che… amo troppo farmi scopare e inculare da te, solo da te. Almeno per ora: non lo avevo mai tradito con altri, ma mi sta piacendo, ‘sta cosa… Comunque… tranquillo :) non c'è nessun altro in vista! Niente scenate di gelosia: sarebbe troppo complicato, per carità. Ma a te però non rinuncio. Sai: penso proprio di amarti. Poi francamente lo sai che adoro troppo succhiare il tuo rispettabile uccello e leccarti le palle e l'ano. E ogni tanto anche masturbarti e vederti schizzare: adoro servirti come una troia diligente. Sono cose molto intime, piacevolissime e segrete tra noi.

Nel mio lavoro sono una dirigente rispettata, obbedita e riverita da molti uomini, ma con te è diverso: sono un oggetto per il tuo godimento e ti faccio tutto ciò che mi comandi. Vedi la vita: lui non osa neppure chiedermele, le cosine che faccio con te! Qualche giorno magari gli farò provare il paradiso. Voglio proprio vedere che faccia farà; però spero che poi non inizi a sospettare… meglio di no. Ci sentiamo presto.
Bacio dove sai. :) Tua S.
P.s.: adesso che è mattina e leggi, quando scopiamo di nuovo?

RDA
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Io so che ci sarà un giorno, magari non troppo lontano nel tempo, in cui mi troverò in solitudine a rendere conto di tutto quanto a un gruppo di persone con un grande potere sulla mia vita e sulla mia libertà personale.
Nei loro occhi scorgerò la cattiveria della mia maestra delle elementari, la spietatezza del mio professore di greco, la rigidità del mio sergente istruttore, la derisione del mio primo di tanti due di picche e, soprattutto, lo sguardo disgustato e giudicante di tutti quelli che ho deluso.
Nel loro tono di voce ritroverò la consapevolezza di tutti i miei errori e di tutte le mie scorrettezze, di tutti i compiti copiati, delle tasse non pagate, dei sorpassi scorretti, del formaggio sul pesce, di pugni tirati e di sciacquoni invece no.
E quando dal loro emiciclo sopraelevato e in penombra mi chiederanno di alzarmi e di rendere conto delle mie malefatte, quando mi renderò conto che oramai non ci sarà più via di uscita o abbastanza spazio per tornare sui miei passi, quando capirò che in un solo attimo si deciderà di una vita intera e del poco che ne rimarrà, sarà solo allora mi alzerò in piedi e dopo essermi schiarito la gola dirò con voce ferma
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È ancora buio ma sono già in piedi... Oggi è sabato... Un sabato un po' speciale... Un sabato di fine novembre... Domani sarà già dicembre, il primo... Il giorno del mio compleanno... Non ho molto da festeggiare... O forse si... Forse dovrei festeggiare proprio perché... Arrivata a una certa età... Anni da festeggiare ne restano sempre meno... Aumentano le rughe... La fatica... Le delusioni... Diminuiscono sempre più le persone con cui posso interagire... Perché aumentano a dismisura quelle con cui non voglio avere a che fare... L'estensione della mia rigidità mentale in fatto di perdono è pari solo all'estensione del gran cazzo che me ne frega se alla gente non piaccio... Arrivata a 50 anni, finalmente piaccio a me... Ed è l'unica cosa che conta!!
Buongiorno 😘
~ Virginia ~

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Secondo un noto coach per comunicare con gli uomini bisogna avere un approccio pacato, perché se si sentono aggrediti il loro primo istinto è quello di proteggersi. Questo viene collegato a una reattività difensiva naturale, che in caso di pressione elevata genera attacco o fuga, o anche distacco e chiusura completa.
Quindi in pratica mostrare troppa severità, rigidità, usare toni altezzosi o alterati, serve solo a intimarli alla fuga.
Una buona prassi comunicativa secondo lui sarebbe:
Iniziare con un rinforzo positivo dei suoi comportamenti e solo dopo fare emergere serenamente il problema.
Dialogare con ascolto attivo e avendo empatia per la sua reattività.
Concludere dandogli fiducia e confidando che lui abbia compreso e voglia sbrogliare il nodo.
Tutto ciò attiverebbe l'eroe silente dentro di sé e lo farebbe entrare in modalità resolution man.
Perciò capiamoci, il suggerimento è considerare gli uomini emotivi e rapportarsi a loro trattandoli come piccoli incapaci, da prendere coi guanti bianchi altrimenti gli scatta l'embolo e chiudono le comunicazioni.
Posto che nessuno debba voltarsi verso l'altro con mancanza di rispetto a prescindere, chiedo se c'è bisogno di uno schemino per fare capire che questa è un'energia maschile distorta oltre che confusa. In quale mondo sano di mente bisogna trattare un adulto come un figlio in crescita, e secondo quale criterio razionale si può dare fiducia a qualcuno che prima di attivare ascolto e azione deve essere costantemente calmato e messo a proprio agio?
La fisiologia a cui fa riferimento il coach è quella del bambino, perci�� sta in pratica sostenendo che gli uomini sono infantili e vogliono conservare questo aspetto anche in età "matura". Perché sono gli altri a doverli trattare in un certo modo.
Ci sono per fortuna diversi informatori che diffondono concetti e strutture ben diverse, o quantomeno tracciano gli aspetti di un maschile sano; il punto è perciò sempre lo stesso.
Chi ascolta quanto discernimento ha? E quanta volontà ha di crescere?
#uomini#relazioni#coach#donne#rispetto#distorsioni#discernimento#reazioni#illusioni#bambini#infantili#zombie#società#società malata#svegliatevi#aprite gli occhi#manipolazioni#verità#schiavi#rincoglioniti#consapevolezza#lavoro su di sè#conosci te stesso#sistema#mondo marcio#crescita personale#crescita spirituale#ego#maschere
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mentre correvo stamattina mi è preso un momento di assoluto terrore pensando al mio futuro e al fatto che io non stia facendo assolutamente niente per addomesticare il mio smisurato e irrequieto benessere nella solitudine e ancora peggio che io non stia facendo niente per rimediare alla mia totale incapacità - altrimenti detta disinteresse - a mantenere rapporti umani (perché con i gatti ci riesco bene).
allora ho pensato che semmai dovessi affidarmi alla compagnia di una persona vorrei che questa sia giudicante quanto una mosca. vorrei che io in sua presenza possa sedermi a terra e mangiare cereali dalla confezione, stravaccata e molle con i jeans sbottonati, assolutamente noncurante dei capelli spettinati. qui però si immette uno dei miei più reconditi tormenti, che è la mia mal tolleranza al giudizio. più di qualcuno della mia famiglia durante la mia crescita ha ronzato sempre al mio orecchio che una signorina sta con i capelli raccolti, le gambe e i piedi ben stretti, ci si siede composti, sulla punta del culo possibilmente, schiena dritta, rotture di coglioni varie. così quando non c'era nessuno io mi sgonfiavo di questa rigidità e di conseguenza attribuivo alla solitudine il senso di libertà. al contrario, attribuisco a chiunque l'irriverenza di giudicarmi, pure se in verità nessuno mi sta giudicando, o almeno non con la medesima severità di chi ha tentato di educarmi. però mi pare sempre molto strano che le mosche non ronzino, allora per me, a tutti resta attribuito il mestiere di giudicanti e alla solitudine il piacere assoluto del peccato, del proibito, della morbidezza, della libertà. ma le mosche, quelle vere, non giudicano. io vorrei una persona che sia una mosca vera e vorrei esserlo a mia volta in cambio.
comunque poi sono inciampata sui miei stessi piedi perché mi hanno insegnato a tenerli stretti e tutto questo frullato di preoccupazioni l'ho ingoiato e dimenticato nel momento stesso in cui ho deglutito tornando in questo cronotopo > che tanto, in conclusione, tra un po' preparerò il pranzo che consumerò beatamente da sola, a onta dei solletichi della mia mente riguardo il mio futuro
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Louise Hay disse una volta: "Non incolperei i nostri genitori. Siamo tutti vittime di vittime, e loro non potevano in alcun modo insegnarci qualcosa che non sapevano. Se tua madre non sapeva amare se stessa, e nemmeno tuo padre, era impossibile che ti insegnassero ad amarti; stavano facendo tutto il possibile con ciò che avevano imparato da bambini. Se vuoi capire meglio i tuoi genitori, chiedi loro di parlare della loro infanzia; e se li ascolti con compassione, scoprirai da dove provengono le loro paure e rigidità."
Louise Hay (1916-2017)
Hay è stata una scrittrice e conferenziera statunitense.
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Ormai ho deciso che non ho più intenzione di rincorrere nessuno. Puoi piacermi ma se non mi dai modo di conoscerti né un minimo riscontro non perdo tempo, probabilmente sbaglio con questa rigidità ma mi sono sempre ridotta a sperare e sperare che qualcosa accadesse per poi restarci male.
Non mi voglio mai più ridurre in lacrime per qualsiasi motivo per nessuno, ho sofferto abbastanza!
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per quanto durante la mia depressione avessi slatentizzato gli abbracci con mio padre, non mi era mai capitato di toccargli le mani, o meglio, non da quando ero bambino. da una decina di giorni sono qui dai miei, e quella di toccargli le mani è una delle mie principali attività; o meglio, gli tocco la sinistra, che non riesce a muovere e che ha una certa spasticità, cioè rigidità muscolare, con quella tendenza a chiudersi su sé stessa, roteando verso l’esterno invece che in direzione del busto. sono dieci giorni che gli massaggio gamba e braccio, provando quanto appreso guardando il fisioterapista e qualche video su youtube; provo a essere delicato, senza forzare, per non fargli male. da dieci giorni gli apro la mano, gliela stendo e metto il tutore per tenerla aperta; gli misuro la glicemia, lo faccio alzare, stare in piedi per qualche secondo, dandogli brevi istruzioni che ormai conosce: gamba destra in avanti, fai forza sul lato destro, raddrizza la sinistra
i problemi sono anche cognitivi; la memoria a breve termine non funziona. non ricorda cosa ha mangiato, quindi a ogni pasto gli chiedo: cosa stai mangiando? e lui mi fa l’elenco, o almeno ci prova, dato che qualche ora dopo, a volte, lo dimentica. glielo faccio ripetere, perché rimanga impresso. poi, la logopedia: muove la lingua, sorride, per quanto riesce. a volte parla come se non avesse voce: mia madre ironizza e dice che sembra fantozzi; io imito la voce dei vecchi, lui allora sorride. quella del sorriso è un'abilità perduta: sorrideva sempre, non come adesso. in più, tiene gli occhi più aperti. lo sguardo vitreo e senza sorriso, cascare verso un lato, non ricordare i fatti recenti e non fare i ragionamenti di una volta; è qualcosa di cui è in buona parte cosciente. oggi l'ha chiamato il fratello; quando ha chiesto come stai, ha risposto così così così, aggiungendo che la memoria non funziona, che scorda le cose dopo due minuti, per poi concludere: è deprimente
adesso l’obiettivo è renderlo autonomo. non riesce a trattenerla, e mia madre deve cambiargli il pannolone. ma i traguardi ci sono: cammina meglio, quando lo metto in piedi è più dritto, e durante i pasti non gli casca il cibo. ieri, mentre gli stendevo la mano, ha detto che stava avendo sensibilità alle dita. oggi non ne ha, ma è un inizio. oggi magari niente, ma stasera forse tornerà a dirmi che sente un minimo, un solletichino. e poi il giorno dopo magari lo dirà nel pomeriggio. ci concentreremo sul tenerlo più dritto, sugli esercizi di memoria, sullo sbiascichìo e sul nodo alla gola che dice di avere. ho pochi momenti per me, ma va bene così: li impiego per sistemare il terreno, togliere le erbacce e preparare il pane. non sono qui per me. il sonno è l'unico momento che sento di avere. auguro loro la buonanotte e, dopo averli salutati, mi addormento con la sensazione tattile della sua mano rigida, che puntualmente apro e che puntualmente si richiude
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Dibattito pubblico sul femminismo.
La frase "Il femminismo sta distruggendo la famiglia e la donna stessa" è una critica ricorrente nei dibattiti pubblici, basata soltanto su una visione tradizionalista (retrograda) della società.
Il femminismo promuove l’uguaglianza di genere e i diritti delle donne, permettendo loro di accedere all’istruzione, al lavoro e a una maggiore autonomia economica - questione che non va bene a chi rivendichi privilegi solo per il genere maschile.
Il femminismo contribuisce a ridurre la violenza domestica e gli abusi, dando alle donne strumenti e consapevolezza per non dover più accettare relazioni tossiche o abusive - questione non gradita soltanto agli uomini che ritengono un loro diritto abusare di una donna e questione non gradita alle donne che preferiscono una qualità della vita migliore solo dal punto di vista economico: alle donne a cui va bene farsi mantenere da un uomo, a cui non importa se quell'uomo non le rispetti affatto.
Le donne oggi sono meno disposte a tollerare relazioni dannose proprio grazie alla maggiore consapevolezza dei propri diritti e alla possibilità di scegliere liberamente se e con chi costruire una famiglia.
Le famiglie moderne tendono a essere più paritarie e basate sul rispetto reciproco; il femminismo ha contribuito a cambiare la percezione sociale del ruolo della donna nella famiglia - questione che non va bene per gli uomini che si sento "qualcuno" solo quando dominano una donna; questione che non va bene per le donne che si sentono "qualcosa" solo quando è un uomo a dirgli che cosa devono fare nella loro vita.
La libertà di scelta nelle relazioni e nella maternità è uno degli effetti più evidenti e positivi del movimento femminista.
Il femminismo non ha distrutto la famiglia né la donna: ha invece reso possibile per molte donne uscire da situazioni di abuso e costruire relazioni più sane e paritarie. Se oggi le donne non si “accontentano” più di relazioni tossiche, è proprio grazie alle conquiste ottenute dal femminismo.
Le critiche che vedono nel femminismo una minaccia alla famiglia si basano su una concezione statica e patriarcale della società, mentre i dati mostrano che la trasformazione portata dal femminismo ha migliorato la qualità della vita e la libertà di scelta sia delle donne che delle famiglie nel loro insieme.
Le dinamiche disfunzionali – caratterizzate da conflitti cronici, ruoli distorti e comunicazione inefficace – sembrano riflettere una difficoltà di adattamento a nuovi modelli relazionali. Non si tratta di un "attacco" esterno, ma di una crisi interna legata alla rigidità di strutture incapaci di evolversi.
I genitori conservatori hanno difficoltà ad accettare l’autonomia dei figli; segreti, manipolazioni e incapacità di gestire i conflitti caratterizzano tutte le famiglie conservatrici.
Il femminismo non è "colpevole" della crisi esistente nelle famiglie conservatrici, ma è solo uno dei fattori che ha accelerato una transizione già in atto, mettendo a nudo contraddizioni preesistenti.
La vera sfida consiste nella costruzione di nuovi equilibri che integrino istanze di libertà individuale con il bisogno di appartenenza, evitando il ritorno a modelli oppressivi.
#dibattito pubblico#femminismo#uguaglianza di genere#diritti delle donne#istruzione#lavoro#maggiore autonomia economica#privilegi solo per il genere maschile#uomini molesti#donne conservatrici#donne#famiglia#libertà di scelta#relazioni#maternità#dinamiche disfunzionali#autonomia dei figli#genitori conservatori#segreti#manipolazioni#incapacità di gestire i confilitti#famiglie conservatrici
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