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#spettacolo per famiglie
nanirossi · 5 months
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Sogni in Scatola ad ARTinCIRCO ad Ozzano!
Domani saremo ad Ozzano con il nostro Sogni in Scatola. Jabo e Jaba non vedono l’ora di riemergere dal loro universo di cartoni. 🙂 Qua sotto ( o qua) il programma completo del festival mentre a questo link il sito.
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crazy-so-na-sega · 24 days
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mito->poesia->tragedia->metodo scientifico: uno sviluppo straordinario
Il genere tragico in Grecia: riproposizione ed evoluzione del mito arcaico.
La forma della tragedia classica greca è il punto di arrivo di un processo sviluppato a partire da un primitivo nucleo del coro, progressivamente ridimensionato a favore di uno spazio sempre maggiore riservato al dialogo dei personaggi. La tragedia ripropone e riplasma del materiale mitico ereditato dal mondo arcaico. Il suo appellativo si collega etimologicamente alla parola tragos con riferimento al capro, riferimento che è stato interpretato in vari modi quali: a) il sacrificio rituale celebrato alla fine della rappresentazione; b) la maschera indossata dal coreuta, c) il premio dato al vincitore. In ogni caso, si tratta di un riferimento a qualcosa di animalesco, ferino, primitivo, selvaggio (si veda ciò come traccia dell’animalesco selvaggio dionisiaco rispetto all’olimpico armonioso compositore delle passioni rappresentato da Apollo).
La struttura era articolata in un prologo sugli antefatti dell’azione, un parodo, canto di ingresso del coro, gli episodi costituiti da dialoghi con gli stasimi, i canti di stacco tra gli episodi, e l’esodo, canto di uscita. Il coro (12 coreuti ai tempi di Eschilo con uno di loro, il corifeo, dialogante a nome degli altri con gli attori) cantava in armonia con la musica e la danza ( infatti il verbo koreuein significa danzare). Gli attori, tutti di sesso maschile, indossavano maschere, coturni, ovvero alti calzari per essere più visibili agli spettatori e la scena era dotata di macchine teatrali. In genere le rappresentazioni avvenivano in occasioni di feste in onore di Dioniso, dio rurale patrono della fertilità. Erano dei veri e propri festival in cui gareggiavano i poeti tragici con la loro tetralogia (3 tragedie ed un dramma satiresco). C’era una commissione selezionatrice fatta da un arconte ed altri due membri che sceglieva i tre concorrenti per la gara finale, ogni tetralogia veniva rappresentata in una giornata intera e quindi il concorso durava 3 giorni. La giuria per assegnare la vittoria della corona di edera era formata da 1 rappresentante per tribù estratto a sorte da una lista fornita da ognuna delle 10 tribù, che dava una classifica dei concorrenti su una tavoletta, delle 10 poi ne venivano estratte 5 a sorte per avere il vincitore. I contenuti delle opere attingevano ad un patrimonio di racconti mitici tradizionali e la rappresentazione drammatica era fondata sul contrasto, la lacerazione tragica tra protagonista umano e divino e degli uomini tra loro. Tutto il popolo partecipava, lo stato finanziava i poveri con due oboli per indennizzo delle ore di lavoro perdute ed i costi degli spettacolo (scenografia, costumi, attori, coreuti, musicisti) che erano in parte sostenuti anche dalle famiglie ricche, c’era anche un servizio d’ordine dotato di robusti manganelli contro eventuali disturbatori. La partecipazione popolare al "RITO COLLETTIVO" funzionava da presa di coscienza, grazie a questa esteriorizzazione del dramma tragico reso nello spettacolo teatrale, che determinava una presa di distanza, una assunzione di responsabilità collettiva di fronte alle tensioni tremende dell’esistenza umana secondo una visione che affondava le sue radici nei sanguinosi rituali del mondo pre-greco. In questo consiste la CATARSI di cui parla Aristotele: LA RAPPRESENTAZIONE HA UN EFFETTO LIBERATORIO DALLE PASSIONI (i patemata = patemi di animo).
La tragedia si differenzia dal mito per un tratto sostanziale: se nel mito lo scontro è nel mondo divino, qui il piano si sposta sulla violenza tra dei e uomini e degli uomini tra di loro. Questo è testimoniato dal lessico tragico. Sono fondamentali alcune parole chiave ricorrenti nei dialoghi, che mostrano la inconciliabilità nella tragedia di polarità opposte di comportamento: parole da un lato come collera (che però è anche invidia!) (ϕθόνος),e accecamento divino (΄Άτη) , tracotanza (ύβρις), e violenza brutale (βία) , dall’altro legge (νόμος), diritto (δίκη), autorità legale (κράτος), timore (ϕóβος), e pietà (ʹΈλεος), parole che segnano nella loro opposizione il contrasto inconciliabile che caratterizza la tragedia. Viene bollata la tracotanza, si esibiscono i valori morali e le norme etico-sociali cui conformare i comportamenti dei cittadini della polis ed il ricorso al mito serve a rinsaldare il tessuto connettivo della convivenza. Nella trilogia più famosa, l’Orestea, formata da Agamennone, Coefore, Eumenidi, la tragedia si risolve con Oreste portato nella sede suprema della istituzione della polis, l’Areopago, dove Oreste è alla fine assolto e le furiose persecutrici Erinni si trasformano nelle benigne Eumenidi. Si impone la Giustizia, la DIKE, che si esplica nel NOMOS, nella Legge della città, a fronteggiare la violenza, ma ciò non sarà sufficiente se nell’Antigone la legge del cuore e degli affetti si scontrerà con la legge ufficiale della città stessa, che tuttavia prevarrà alla fine. Ma a questo punto, gli Dei c’entrano poco, il conflitto è tra gli uomini, gli Dei sono solo spettatori. I drammi umani riportano le scorie dei drammi divini. Più i conflitti "si umanizzano", più si perde la carica istintiva, travolgente dell’eros e della violenza primitiva e questo porta alla famosa tesi di Nietzsche che ne La nascita della tragedia (1871) vede nelle prime tragedie un equilibrio tra le parti del coro che rappresentano la potenza dionisiaca degli istinti e le parti del dialogo degli attori che moderano con la razionalità apollinea lo scatenamento degli istinti, fino ad arrivare ad Euripide che descrivendo con realismo delle vicende umane fa prevalere il distacco dello spirito superiore ed equilibrato apollineo in contemporanea all’avvento del razionalismo di Socrate in filosofia e la definitiva eclissi del dionisiaco, evento che il filosofo tedesco denuncia come la più grande perdita per tutta la cultura occidentale.
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Più i miti perdono valore di Verità, staccati dal culto dionisiaco, più i paragoni e le similitudini linguistiche, da "strati intermedi" tra il mondo degli dei e quello umano subiranno una trasformazione che costituirà i primi gradini delle deduzioni analogiche di cui il metodo empirico si servirà più tardi.
-Franco Sarcinelli (WeSchool)
-Bruno Snell (le origini del pensiero europeo)
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voracita · 10 months
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Viva l'Italia antifascista, ha gridato un loggionista, restituendo un minimo di dignità sostanziale a quello spettacolo penoso e carnascialesco nel senso più deteriore che è da tempo la prima della Scala, l'esatto rovescio di qualsiasi cosa si possa ancora definire, con decenza parlando, cultura (ahimè, la senatrice Segre avrebbe fatto meglio ad astenersi).
In tv lo si definisce "gesto di dissenso".
In generale è ormai un grido di opposizione, pure minoritaria, per giunta: "la solita sinistra", qualche maleducato che non si rassegna.
La Digos prontamente è intervenuta, non essendoci presunti crimini di abigeato da perseguire, nei pressi. Il pericoloso oppositore è stato identificato, chiunque abbia intenzione di unirsi alla vibrante protesta sa che cosa lo aspetta, è diffidato.
Che fare?
Il punto è che li avete voluti voi. Sono tanti anni, esattamente dal 1994, che i fascisti sono riemersi dalle fogne, sono usciti da tutti i tombini, chiamati a raccolta da Berlusconi, da Bossi, da Fini, dai voti di tanti italiani. Sono praticamente 30 anni che, a suon di propaganda contro i migranti, contro i "fannulloni" e i meridionali, contro i poveri e contro i giovani, contro i neri e contro le trans, contro gli omosessuali e contro le donne che abortiscono, contro i vaccini e contro le famiglie "diverse", a poco a poco avete costruito, l'avete fatto VOI, giorno dopo giorno, nei bar, nei calcetti di paese, nei luoghi di lavoro, nelle piazze e nei sindacati, ovunque, una CULTURA PARAFASCISTA, che oggi è maggioranza nel paese.
Non c'è solo La Russa o Meloni o Salvini: ci sono milioni e milioni di italiani per il quale il fascismo è il papà che risolve i problemi e si fa obbedire da tutti, l'uomo forte che si fa rispettare, una parvenza di dignità a un popolo di fessi, falliti e prostituiti.
Li avete voluti voi. Presto non potremo nemmeno più dirci, pubblicamente, antifascisti.
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tqngled · 9 months
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E comunque, nonostante i mille mila film romantici che vedo io penso di essere la persona meno romantica del mondo.
Per natura faccio parte di una famiglia assai fredda.
Noi non baciamo mai le persone quando ci salutiamo, noi non ci sentiamo quasi mai al telefono (se non per emergenze) e ancora peggio, ci vediamo ancora meno.
Odiamo quando la gente mentre parla ci tocca e gli abbracci improvvisi ci imbarazzano parecchio.
Dimostriamo amore per iscritto, se necessario ma anche no.
Sono l'opposto della famiglia di mia madre, che loro se non si vedono o se non si sentono tutte le settimane stanno male.
Loro si vogliono sempre riuscire a vedere per mangiare insieme, noi ce ne sbattiamo l'anima, se non c'è la sacra cena dell'Immacolata (festa per noi inutile, ma ci serve scambiarci i regali con le nostre rispettive famiglie), ci si vedrebbe direttamente post Capodanno.
E voi direte "è questa la parte di famiglia che ti fa sempre male?" Sbagliato! Perché è l'altra famiglia che mi infastidisce, troppo appiccicosi e riuniti, io non sono così, sono cresciuta con la famiglia dalla parte di mio padre.
Abbiamo tutti le stesse manie e vizi strani, nel cibo e non, mentre gli altri, sono più alla buona.
Odiamo "dare spettacolo con smancerie in pubblico" (mia cugina si sente a disagio con il suo ragazzo quando è in coda alla cassa e lui tenta di prenderle la mano.)
Li sento così così diversi e lontani da me, gli altri.
Siamo freddi per natura.
Si tende sempre a pensare che una persona nata in Italia sia super caliente, ma non è esattamente così.
E fidatevi che non c'entra l'essere del Nord o del Sud.
*PensieriSparsi*
@tqngled (Lun 18.12.23 h 17:41)
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bikewalden · 10 months
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ADOZIONI PROBLEMATICHE
Intervista a Mariagrazia La Rosa Realizzata da Luciano Coluccia
IL LATO OSCURO DELL'ADOZIONE
Le difficoltà che nel 20-30 per cento dei casi si manifestano nelle famiglie con figli adottivi, dovute, spesso, a un’infanzia, nelle famiglie d’origine, segnata da solitudine, abusi, anaffettività; lo stress a cui sono sottoposti i genitori adottivi e l’utilità dell’allontanamento temporaneo, comunque deciso da un giudice; la funzione delle comunità terapeutiche dove accogliere i ragazzi caduti in una qualche dipendenza. Intervista a Mariagrazia La Rosa.
Mariagrazia La Rosa vive a Milano. Ha lavorato, come responsabile commerciale e manager, in alcune aziende multinazionali di informatica. Attualmente è impegnata nella consulenza per l’innovazione digitale. È mamma naturale e adottiva e nel confronto quotidiano con altre mamme adottive ha incontrato tante storie diverse. Ha così raccolto le storie più complicate in due libri, raccontando il “lato oscuro” dell’adozione attraverso le conversazioni di chi ogni giorno lo affronta. Da queste esperienze sono nati i libri M.a.d. Mamme Adottive Disperate-Storie complicate di adozioni difficili, da cui è stato tratto l’omonimo spettacolo teatrale, e M.a.c. Mamme Adottive Coraggiose-Cercando l’uscita del tunnel.
Una Città n° 273 / 2021 marzo
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lamilanomagazine · 1 year
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Vicenza Making Future, il 14 e il 15 ottobre tornano i laboratori per bambini sulle materie Stem.
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Vicenza Making Future, il 14 e il 15 ottobre tornano i laboratori per bambini sulle materie Stem. Promossi da Confindustria Vicenza e Pleiadi in collaborazione con il Comune. Sabato 14 e domenica 15 ottobre torna Vicenza Making Future on tour, l'evento dedicato alle materie Stem ideato da Confindustria Vicenza e sviluppato da Pleiadi con il patrocinio del Comune di Vicenza. I laboratori Stem 2023 (acronimo di science, technology, engineering e mathematics) daranno ancora una volta ai giovanissimi l'occasione per conoscere e sperimentare le materie Stem. L'appuntamento è a Palazzo Barbaran, sede del Palladio Museum, dalle 15 alle 19 e domenica 15 ottobre, dalle 10 alle 19.30. Sabato 14 ottobre alle 15 all'apertura dell'evento saranno presenti l'assessore all'istruzione Giovanni Selmo, la vicepresidente di Confindutria Vicenza con delega al capitale umano Lara Bisin e il Ceo di Pleiadi Lucio Biondaro. «I laboratori, aperti ai bambini dagli 8 ai 12 anni, sono un'occasione per avvicinarsi in modo giocoso alle materie scientifiche e tecniche. Un approccio adottato con successo anche in alcuni centri estivi comunali, che riteniamo molto educativo e stimolante - sottolinea l'assessore all'istruzione Giovanni Selmo -. Vicenza making future è un'iniziativa ormai consolidata in città, che quest'anno a maggio con uno spettacolo al Teatro Olimpico. È promossa anche dall'assessorato all'istruzione e dall'ufficio scolastico territoriale in tutte le scuole della provincia, sempre sensibili a questo tipo di eventi». «Perseveriamo nel nostro ambizioso obiettivo di fare di Vicenza la prima provincia "Più Stem" d'Italia, mostrando ai ragazzi ed alle loro famiglie la vera luce della scienza – afferma la vicepresidente di Confindustria Vicenza con delega al capitale umano Lara Bisin -. Vogliamo offrire, ancora una volta, ai giovanissimi e alle giovanissime l'opportunità di appassionarsi alle materie Stem, conoscendole e sperimentandole in maniera giocosa attraverso dei laboratori rinnovati rispetto alle edizioni precedenti, in prestigiose location parte del patrimonio storico-artistico della nostra provincia. Quest'anno saranno il Palladio Museum a Vicenza, Villa Fabris a Thiene e la chiesa di San Giovanni a Bassano ad ospitarci. Rimane per noi importante il target delle giovanissime per contribuire a superare degli stereotipi sulle loro attitudini verso le materie tecnico-scientifiche, che possono invece offrire loro, non solo soddisfazioni personali, ma nel tempo anche professionali e di carriera, dato il fabbisogno professionale delle nostre aziende di figure tecniche e manageriali. Da diversi anni, collaboriamo con la città di Vicenza per questo importante progetto a favore di tutta la comunità, affinché possa essere conosciuta e vissuta dai giovanissimi come un luogo ricco di bellezza e future opportunità di studio e lavorative». I laboratori saranno sei per massimo 20 partecipanti ogni 45 minuti, ad ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria sui seguenti temi: corto circuiti elettrici, bio investigation, tesori lucenti, virtual world, robotic lab, macchina perfetta. Novità di quest'anno sarà la City Stem Map della città di Vicenza: una mappa per far conoscere 10 punti di interesse a tema Stem presenti a Vicenza. Sarà l'occasione per scoprire luoghi dedicati al mondo tecnico-scientifico, che raccontano di invenzioni, fatti del passato e personaggi che hanno contribuito a nuove scoperte scientifiche. Quest'anno Vicenza Making Future on tour sarà realizzato in collaborazione oltre che con il Comune di Vicenza, anche con i Comuni di Thiene e Bassano del Grappa, con il contributo della Camera di Commercio di Vicenza e della Banca delle Terre Venete e il patrocinio della Regione Veneto, della Provincia, di Federmeccanica, di Federchimica e della Rete ITS Academy Veneto. Già dall'edizione 2022 Vicenza Making Future si è evoluto in un tour in 3 tappe nella provincia (Vicenza, Valdagno e Bassano del Grappa per l'anno 2022), con un enorme riscontro di pubblico e con il coinvolgimento di oltre 9.000 tra genitori, bambine e bambini. Per informazioni e prenotazioni www.makingfuturevicenza.it https://pleiadi.prenotime.it/... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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veritanascoste · 1 year
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Il patto segreto delle potenze ELOHIM .
Sarà un'illusione, così grande, così vasta che sfuggirà alla loro percezione. Chi lo capirà sarà considerato pazzo. Creeremo fronti separati per impedire a tutti loro di vedere la nostra connessione. Il nostro comportamento apparirà disconnesso per mantenere viva in loro l'illusione. Raggiungeremo il nostro obiettivo una goccia alla volta in modo da non attirare mai sospetti su noi. Questo impedirà loro di vedere i cambiamenti mentre si verificano. "Staremo sempre al di sopra del campo relativo della loro esperienza perché conosciamo i segreti dell'assoluto. Lavoreremo sempre insieme e rimarremo legati dal sangue e dalla segretezza. La morte verrà a colui che parla. "Manterremo la loro vita breve e le loro menti deboli fingendo di fare il contrario. Useremo sottilmente la nostra conoscenza della scienza e della tecnologia in modo che non vedano mai cosa sta realmente accadendo. Useremo metalli teneri, acceleratori di invecchiamento e sedativi in cibo, acqua, aria, li ricopriremo di veleni ovunque. I metalli teneri faranno loro perdere la testa. Prometteremo di trovare cure mentre offriremo loro veleni che saranno assorbiti dalla loro pelle e bocca e così distruggeranno le loro menti e i loro sistemi riproduttivi. I loro figli nasceranno morti e nasconderemo queste informazioni. I veleni saranno nascosti in tutto ciò che li circonda, in ciò che bevono, mangiano, respirano e indossano. Dobbiamo essere ingegnosi nel dispensare i veleni perché loro potrebbero capire. Insegneremo loro che i veleni fanno bene, con immagini divertenti e toni musicali e useremo coloro che ammirano nell'intrattenimento, nello spettacolo, nella musica, nella moda, li premieremo per renderli più credibili e così saranno dai noi arruolati per spingere i nostri veleni. "Vedranno i nostri prodotti utilizzati nei film e si abitueranno a loro senza mai conoscerne il loro reale effetto. Quando partoriranno, inietteremo veleni nel sangue dei loro figli e li convinceremo che è per il loro bene. Inizieremo presto i loro Figli catturando le loro menti, prenderemo bambini e giovani attraverso le cose che amano di più, i dolci. Quando i loro denti si deterioreranno li riempiremo di metalli che uccideranno la loro mente e ruberanno il loro futuro. Quando la loro capacità di apprendimento sarà compromessa, creeremo medicine che li renderanno più malati che causeranno altre malattie per le quali creeremo ancora più veleni che loro conoscono come medicine. Li renderemo docili e deboli davanti a noi. Diventeranno depressi, lenti, obesi, estremamente magri e quando verranno da noi per chiedere aiuto, daremo loro altro veleno. "Concentreremo la loro attenzione sul denaro e sui beni materiali in modo che molti non si connettano mai con il loro sé interiore. Li distrarremo con piaceri esterni, sesso perverso, droghe, alcool, gioco in modo che non possano mai essere tutt'uno con l'unità di tutto. Le loro menti apparterranno a noi e loro obbediranno felici. Nei più resistenti troveremo modi per implementare la tecnologia che altera la loro mente e le loro vite. Useremo la giustizia per colpire loro e i loro Figli, li perseguiteremo sino ad annientarli per sottometterli al nostro Dio..
Useremo la paura, è la nostra più potente arma per sedarli. Insedieremo i loro governi e i loro opposti affinchè credano che l'uno combatti contro l'altro, mentre noi saremo i proprietari di entrambe le parti. Nasconderemo sempre il nostro obiettivo mentre realizzeremo il nostro piano. Essi eseguiranno il lavoro per noi e noi prospereremo grazie alle loro fatiche. Le nostre famiglie non si mescoleranno mai alle loro. Il nostro sangue deve essere sempre puro, perché è così. Faremo in modo che si uccidano a vicenda quando ci fa comodo. Li terremo separati dall'unità dal dogma e dalla religione. Controlleremo tutti gli aspetti della loro vita e direno loro cosa pensare e come pensarlo. Li guideremo gentilmente facendo loro credere di guidarsi da soli. Formeremo la psicologia per metterli gli uni contro gli altri con programmi sottili.
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ross-nekochan · 2 years
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Oggi anche se era Natale, era pure domenica per cui sono uscita a fare la mia solita passeggiata, in cui do sfogo massimo a pensieri di ogni tipo. Erano le 15 passate, pochissime auto in giro e si sentivano ancora i piatti che si muovevano dalle cucine.
Ho letto di molti anche qui che sono tornati dalle proprie famiglie facendo viaggi della speranza per festeggiare Natale assieme. E lo capisco, perché l'ho fatto anche io per vari anni e forse dovrò farlo ancora in futuro. Addirittura un Natale l'ho passato in un paese dove non esiste per niente, se non come festa commerciale come se fosse una sorta di Carnevale/Halloween diverso, e la sensazione che si prova in questi casi è davvero deprimente.
Tuttavia quest'anno, come spesso mi è capitato, non sono riuscita a fare a meno di pensare agli aspetti negativi della faccenda. Sentiamo forte l'esigenza di unirci in famiglia, ma che cosa rappresenta veramente? L'ho già detto, ma io trovo falso questo concetto. Anzi, i familiari sono sempre più spesso le persone da cui devi aspettarti le più grosse inculate della tua vita. Ma quale famiglia? Ma quale serenità e convivialità?
Lo sappiamo benissimo che è tutta una farsa e lo dimostrano i continui post su Instagram sulle domande di merda dei parenti a cui tutti vorremmo rispondere:"ma perché non ti fai i cazzi tuoi?", eppure non ce la facciamo proprio ad estrometterci, a mandare veramente a fanculo questi consanguinei falsi e opportunisti, preferendo soffrire momenti di merda pur di farne parte o perché ci sentiamo costretti dalle circostanze.
Ma se la nazione è un costrutto sociale, come può la famiglia, che è una nazione in piccolissimo, non essere la stessa cosa? Cosa cambia nella relazione tra familiari e non familiari? Il sangue? E cosa cambia il sangue se ci sono madri e padri che ripudiano i propri figli e se persino nella Bibbia abbiamo Caino e Abele? La famiglia è solo l'ennesima farsa a cui spesso non vogliamo rinunciare perché abbiamo bisogno di sentirci parte di un gruppo e sentirci in qualche modo amati, desiderati. In sostanza, lo facciamo per noi stessi, prendendoci per il culo da soli.
Ed è inutile che nonni, genitori e zii sventolino la carta del "ai miei tempi non era così, ci si voleva bene e la famiglia era un valore". Cazzate. Il valore della famiglia non è mai esistito e se prima c'era questa parvenza è perché il vero valore perseguito era quello della rispettabilità sociale. Era una vergogna, piuttosto, non prendere parte a queste farse e non aver niente da raccontare alla domanda "dove sei andato a Natale?". Se c'erano screzi, in base alla tua posizione della scacchiera, eri condannato a ingoiare il boccone o ad avere la ragione dalla tua parte. Sei un uomo che ha messo le corna a tua moglie? Ebbene, lei ti perdona per "il bene della famiglia". Sei il figlio più piccolo e i tuoi genitori ti hanno lasciato un cazzo dell'eredità? Ebbene, se arrivato dopo, i primi hanno sempre la meglio quindi zitto. Ovviamente c'era chi zitto non si stava e quei pochi coraggiosi anche in passato hanno diviso famiglie. Ma ovviamente a guardare indietro si fa presto a coprire i ricordi della solita patina d'oro.
Eppure non riusciamo a non fare parte della recita. Non riusciamo a rimanere soli, perché la solitudine è spesso un fardello pesante in situazioni del genere, dove la compagnia sembra dover essere di default. L'ho vissuto, lo so. Però allo stesso tempo non posso non essere rivoltata da questo disgustoso spettacolo che si ripete puntualmente ogni anno, sempre peggio del precendente.
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sara-smind · 1 year
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Ma poi mi chiedo ma la destra non ha nulla di meglio da fare ogni anno che fermarsi a criticare il festival e gli artisti? Vorrei ricordare ai vari parlamentari/senatori che l'Italia ha talmente tanti problemi che Sanremo è una delle poche cose che le persone guardano per distrarsi dai problemi veri, quindi sarebbe meglio pensare prima di parlare e scrivere post su twitter facendo il resoconto di tutte le cose che non piacciono del festival (perché sì, mi fa ridere ma ci sono davvero politici che hanno il tempo di mettersi a scrivere un elenco, come se non fossero pagati migliaia di euro al mese per fare cose utili per questo paese). E sempre sta storia che è uno spettacolo per famiglie e i bambini vanno protetti, SPOILER: i bambini non si scandalizzano quanto voi.
Scusate, liberi di ignorarmi, mi dovevo solo lamentare.
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multiverseofseries · 2 months
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Deadpool 2 è un seguito che conferma la sfrontata irriverenza dell’originale
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L’antieroe Marvel con un sequel in linea con quanto visto di buono nel primo film, a dispetto di un paio di forzature in più che non rovinano l'effetto complessivo.
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Deadpool 2: Ryan Reynolds in una scena del film
Tutti conosciamo la coraggiosa e particolare storia produttiva con la quale Deadpool ha raggiunto le sale cinematografiche nel 2016, dopo esser stato in lavorazione per dieci anni, sostenuto dal crowfunding del suo pubblico e dalla determinazione del suo protagonista Ryan Reynolds, già perfettamente in parte nella geniale fase di preproduzione e marketing del film. Difficoltà relative alla difficoltà di rendere su schermo un personaggio estremo, folle e bizzarro, così lontano dal rassicurante eroismo per famiglie dei cinecomic del Marvel Cinematic Universe ma anche dai compagni mutanti di casa Fox.
Difficoltà che hanno accompagnato anche la lavorazione del suo seguito, a dispetto del successo del primo capitolo e del supporto che i riconoscimenti di pubblico e critica gli avrebbero dovuto dare, a cominciare dall'abbandono del regista Tim Miller e di reshoot piuttosto recenti. Piccoli ostacoli che non hanno rovinato il sequel di Deadpool e che confermano molto di quello che di buono avevamo apprezzato due anni fa, partendo da un primo, grande elemento di forza: il suo protagonista.
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Deadpool 2: Ryan Reynolds e Leslie Uggams in una scena del film
Lo spirito di Deadpool
Se tutta l'operazione funziona è perché lo fa Ryan Reynolds nei panni del Merc with a Mouth: l'attore americano ne incarna lo spirito in tutto e per tutto, nella sfrontatezza così come in quell'umorismo scorretto e fuori controllo, da dodicenne immaturo e ribelle. Una scelta di casting di efficacia pari a quella di Robert Downey Jr. per il ruolo di Tony Stark nell'universo Marvel e che sostiene tutto il progetto di un franchise violento, sboccato e più adulto dedicato al personaggio. Un progetto che può fare da apripista per ulteriori cinecomic rivolti ad un pubblico più adulto di quello che affolla le sale per assistere ai film del Marvel Cinematographic Universe così come quelli degli eroi della concorrenza.
Nel segno della continuità
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Deadpool 2: Josh Brolin in una scena del film
Per questo resta forte la continuità tra Deadpool ed il suo seguito, anche a dispetto del cambio alla regia, perché resta solida e coerente la sua guida spirituale incarnata da Reynolds: la resa del personaggio, così come la evoluzione da un capitolo all'altro di questo breve franchise, è in linea con quanto ci si aspetti, pur inserita in un contesto di film che prova ad ampliare il mondo dell'antieroe Marvel, nei limiti di un budget in crescita ma non stratosferico.
C'è, infatti, un avversario di spessore, grazie ad un Josh Brolin in forma nel tratteggiare con Cable il suo secondo cattivo Marvel. Ci sono, inoltre, in Deadpool 2 più personaggi di contorno, sia tra gli X-Men presenti ai quali si aggiunge un elemento, sia tra quelli reclutati dal protagonista per la propria missione, tra i quali spicca senza dubbio la Domino di Zazie Beetz. Oltre a Peter, ovviamente.
Tra spettacolo e sorprese
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Deadpool 2: Zazie Beetz in una scena del film
Una spinta in più c'è anche sul fronte dell'azione, degli effetti visivi e di tutta la componente spettacolare del film. C'è una abbondante dose d'azione in Deadpool 2, ma gestita e orchestrata in modo da risultare varia e originale, anche grazie al modo in cui l'umorismo dissacrante di Ryan Reynolds e del suo personaggio la accompagnano costantemente, prendendo in giro i veri eroi che siamo abituati a vedere in altri cinecomic, i rivali della DC e tutto l'immaginario popolare. Si nota, saltuariamente, una ricerca eccessiva della battuta e della trovata brillante, laddove appariva spontanea e fluida nel primo film, ma è una sensazione che viene puntualmente spazzata via da alcune di esse, assolutamente imperdibili, che arrivano a confermare la bontà dell'operazione Deadpool nel suo insieme.
Un valore aggiunto che permette di sorvolare su alcuni effetti in CGI un gradino sotto lo standard dei blockbuster contemporanei, oltre che ad un paio di passaggi più forzati nello sviluppo dell'intreccio, perché il film diverte dall'inizio alla fine… ed oltre, perché la sequenza post-credits è geniale ed assolutamente tra i momenti da ricordare del film.
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cinquecolonnemagazine · 3 months
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Caivano stArt - Talent Scout
La Città di Caivano riparte dal teatro e dai giovani talenti con Caivano stArt - Talent Scout, un'iniziativa straordinaria con la direzione artistica di Lello Arena. Questa rassegna estiva, dedicata alla scoperta e valorizzazione dei talenti artistici locali, rappresenta una risposta concreta alle molteplici sfide che la comunità affronta quotidianamente: il programma è infatti inserito ne “La Primavera di Caivano”, programma di iniziative promosso da Regione Campania - Assessorato alle Politiche Giovanili, con la collaborazione del Comune di Caivano e attuato da Scabec - Società Campana Beni Culturali che punta a coinvolgere i giovani e le famiglie del territorio in una serie di attività di inclusione e promozione del benessere collettivo tramite un programma di eventi artistici gratuiti. Caivano stArt - Talent Scout, cos'è? Il direttore artistico, in accordo con le istituzioni regionali, ha delineato un percorso di crescita collettiva per promuovere il rilancio sociale attraverso il potente linguaggio della cultura dello spettacolo. Caivano stArt è un progetto pensato per offrire opportunità di crescita e sviluppo ai giovani del territorio, mettendo in luce il capitale umano e culturale di Caivano e dei comuni limitrofi.  Con il supporto delle risorse della DGR n. 502 del 10.11.2021 e del Fondo Nazionale Politiche Giovanili, promosso dalla Regione Campania – Assessorato alle Politiche Giovanili, e attuato da Scabec Spa, il programma si focalizza su teatro, danza, musica e arte di strada. Il programma Fino alla fine del mese di giugno i giovani talenti saranno coinvolti in un percorso formativo di quattro settimane. Durante questo periodo, avranno l'opportunità di partecipare a workshop intensivi in teatro, danza, musica e arte di strada. Il percorso culminerà in due serate di spettacoli presso l'Area Mercato della città di Caivano: Venerdì 19 luglio: Spettacolo degli artisti emergenti, accompagnati da Lello Arena e Paolo Caiazzo.Maggiori info per parteciparehttps://www.scabec.it/progetti/la-primavera-di-caivano/la-primavera-di-caivano/caivano-start-paolo-caiazzoSabato 20 luglio: Nino Frassica & Los Plaggers Band Show - 2000/3000Maggiori info per parteciparehttps://www.scabec.it/progetti/la-primavera-di-caivano/la-primavera-di-caivano/caivano-start-nino-frassica Dove: Area Mercato Caivano - Via Fratelli Rosselli, 53, 80023 Caivano NA Obiettivi e come partecipare L’obiettivo principale del progetto è restituire vitalità allo spettacolo dal vivo, offrendo ai giovani talenti del territorio l'opportunità di condividere il palco con artisti di fama, arricchendo così il loro bagaglio formativo e il curriculum artistico. Questa iniziativa intende creare un dialogo culturale e musicale, che coinvolga soprattutto i giovani, promuovendo eventi nelle scuole e nella comunità. Per partecipare basta inviare - entro il 30 giugno - la candidatura via email a [email protected] con un breve curriculum, una foto a figura intera, una in primo piano e un video della durata massima di un minuto nel quale si mostrano il proprio talento e le proprie capacità. Dopo la selezione, i prescelti saranno ammessi ad un mese di incontri d’arte e di laboratori con il direttore artistico Lello Arena e con i professionisti delle varie categorie. Tutte le attività saranno completamente gratuite. Per partecipare agli eventi e al progetto non ci sono limiti di età ma bisogna essere maggiorenni. Read the full article
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sardies · 5 months
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Al Teatro Astra di Sassari la fiaba di “Hänsel e Gretel”
Sassari. Ritorna sabato 4 e domenica 5 maggio alle 18 al Teatro Astra la stagione per ragazzi “Famiglie a teatro”, organizzata da “La Botte e il Cilindro”, compagnia riconosciuta dal Ministero della Cultura, che sostiene le sue attività insieme a Regione, Comune di Sassari e Fondazione di Sardegna. In scena uno dei più recenti successi della compagnia sassarese, “Hänsel e Gretel”, spettacolo…
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piusolbiate · 5 months
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In Ricordo di Angelo
"Sono alla Scuola Moro da quasi 20 anni, ho visto passare presidi, docenti, collaboratori scolastici, ma una figura è sempre stata per me una costante, un punto di riferimento...
  Un uomo all'apparenza burbero ma con una sensibilità e senso civico fuori dal comune. Il Signor Angelo, per me, è stato un esempio da seguire. Ancora lo immagino nel corridoio della scuola con l'entusiasmo di un ragazzino nel proporre iniziative... Aveva fame di giustizia il Signor Angelo e una passione che era desideroso di trasmettere alle nuove generazioni. Per noi della Scuola è sempre stato disponibile: si faceva volentieri coinvolgere nelle nostre numerose attività. Ricordo quando lo chiamavo al telefono per invitarlo ai nostri tradizionali spettacoli teatrali e lui mi rispondeva sempre dicendo: "Professoressa Alessandra ci sarò!". Alla fine dello spettacolo aspettava con pazienza il momento giusto per avvicinarsi a me per dirmi quanto erano stai bravi i nostri ragazzi. Anche quest'anno lo spettacolo ci sarà e ci mancherà tantissimo il nostro sostenitore Numero 1. Non è un uomo che si può dimenticare il Signor Angelo perchè ti entra nel cuore e quando se ne va, un pezzetto di quel cuore se lo porta via e tu glielo cedi volentieri perchè sai che con lui sarà al sicuro! Grazie Signor Angelo, spero di riuscire ad assomigliarti almeno un pò..." Prof. ssa Alessandra Sganga
25 aprile Classe 3B Il terrore è palpabile nella mano e la vittoria sembra un obiettivo lontano Un boato, un botto e un frastuono… Un altro bombardamento. In un cielo nero di notte, il mio sangue non scorre il freddo mi ha bloccato, come una catena sul mio corpo, le armi sono ormai pesanti, il metallo è gelato sulla mia pelle, come la neve sull’erba. I sogni spariscono e la speranza muore. C’è solo tristezza nel cuore. Io giaccio qui, in cerca di speranza per tutti i figli che aspettano, aspettano invano il padre. Penso a tutte le famiglie costrette a scappare, che lottano per avere un pezzo di pane, e ancora le persone tremano come se fossero in Antartide. La guerra è brutale, la guerra è soffio di vita che va via. Il terrore è palpabile nella mano e la vittoria sembra un obiettivo lontano. E finalmente uno spiraglio di luce e di speranza in mezzo a quest’oscurità: aspettavo questo momento come un bambino aspetta il Natale, per alleggerire il peso del dolore e della perdita. Improvvisa la libertà, come un bruco dopo anni chiuso in un bozzolo, esce e diventa farfalla. Ormai le nostre mani riescono a toccare il frutto della pace. E anche tu, Angelo, lo hai assaporato e ce ne hai fatto dono
25 Aprile Classe 3A "La chiusa angoscia delle notti, il pianto delle mamme annerite sulla neve accanto ai figli uccisi, l’ululato nel vento, nelle tenebre, dei lupi assediati con la propria strage, la speranza che dentro ci svegliava oltre l’orrore le parole udite dalla bocca fermissima dei morti «liberate l’Italia, Curiel vuole essere avvolto nella sua bandiera»: tutto quel giorno ruppe nella vita con la piena del sangue, nell’azzurro il rosso palpitò come una gola. E fummo vivi, insorti con il taglio ridente della bocca, pieni gli occhi piena la mano nel suo pugno: il cuore d’improvviso ci apparve in mezzo al petto". 
In occasione della giornata del 25 aprile, in classe abbiamo letto la poesia “25 Aprile” di Alfonso Gatto. Attraverso le sue parole, l’autore vuole trasmettere un messaggio di gratitudine per la libertà conquistata. Celebra il coraggio e la determinazione di coloro che hanno lottato per la libertà, ricordando Eugenio Curiel, partigiano ucciso in strada dai fascisti. Il sacrificio dei partigiani non deve essere dimenticato: bisogna continuare a promuovere i valori di libertà, democrazia e giustizia sociale. 2. Questa è una giornata di festa, un inno alla libertà. Il 25 aprile è simbolo di rinascita e di speranza per un’Italia che, in passato, ha subito le ferite della guerra e della dittatura. Bisogna custodire e difendere la libertà, poiché è un bene prezioso che è stato conquistato con il sacrificio di molti. 3. “Il cuore d’improvviso ci apparve in mezzo al petto”: sono i v. 16 e 17 della poesia di Alfonso Gatto. Questa espressione descrive la situazione di rinascita dopo la Liberazione. E’ come se il popolo fosse tornato a vivere dopo un lungo periodo di buio e di sentimenti repressi. Il poeta, con questa espressione, riesce a trasmettere il ritorno della felicità nel cuore degli italiani. Classe 3A 
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spaziodanzacdo-blog · 5 months
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Conto alla rovescia per l'Esibizione di Spazio Danza a Disneyland Paris!
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Il grande giorno si avvicina rapidamente per i talentuosi ballerini di Spazio Danza, che si preparano per una straordinaria esibizione sul palco di Disneyland Paris. A meno di cinque giorni dall'evento tanto atteso, l'emozione è palpabile mentre gli ultimi dettagli vengono messi a punto e i preparativi per la partenza sono in corso.
Alcuni gruppi hanno già preso la strada per Parigi, approfittando dell'occasione per immergersi nella bellezza e nell'atmosfera unica della città delle luci. Ma la vera magia inizia quando il gruppo completo, composto da più di cento persone, si unirà nel teatro del parco Disney per uno spettacolo indimenticabile.
Oltre alle brillanti ballerine di Spazio Danza, saranno presenti anche le famiglie e gli amici, pronti a sostenere e applaudire con entusiasmo ogni passo e movimento sulla scena. Questo non è solo un momento importante per i ballerini, ma anche un'occasione per celebrare il talento, la passione e l'impegno che li ha portati fin qui.
Con la tensione che cresce e l'adrenalina che sale, i ballerini di Spazio Danza sono pronti a fare il loro ingresso nel magico mondo di Disneyland Paris, portando con sé la loro arte e il loro spirito di squadra. Non vediamo l'ora di vedere cosa ci riserverà questo straordinario spettacolo!
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eleonoramartis · 5 months
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🏝️ La Pelosa è una spiaggia molto famosa, a numero chiuso d’estate ma un vero spettacolo tutto l’anno!
Caratterizzata da sabbia bianca e soffice, acqua cristallina e fondale basso, ideale per famiglie con bambini.🦀
🤿 Questa località incantevole è perfetta anche per chi ama fare snorkeling e immersioni.
Tra vivaci nightclub, accoglienti bar e ristoranti con vista sul mare, La Pelosa offre un’esperienza indimenticabile. ✨
🏖️ Stintino
🛫 Continua a seguirmi per scoprire questo paradiso sardo e lasciati catturare dalla sua bellezza mozzafiato!
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jacopocioni · 5 months
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Un Americano a Firenze: Henry Brockholst Livingston
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Henry Brockholst Livingston (Padre) di Isaac L. Williams Tutti a Firenze lo conoscevano e lo chiamavano “L’americano”. Era Henry Brockholst Livingston, nato a New York nel 1819, ultimogenito dell’omonimo Henry Brockholst Livingston, che alla nascita del figlio copriva il ruolo di giudice associato della Corte suprema degli Stati Uniti e che era stato ufficiale nella guerra d’indipendenza americana. Ricchissimo di famiglia non ebbe mai la necessità di esercitare una professione. Si stabilì a Firenze poco più che ventenne, a partire dal 1841. Fu uno di quegli stranieri, non in piccolo numero, che divennero fiorentini “per adozione” ed ebbero un nome a tutti noto e una spiccatissima fisionomia loro propria. Enrico Livingston si rivelò subito un tipo originalissimo. Possessore di una grande ricchezza, fu di una estrema e quasi eccessiva parsimonia: ai teatri andava di buon’ora per arrivare in tempo a prendere un posto nelle panche di platea e più volte richiese alla Amministrazione fiorentina sgravi sulle tasse, che mai gli furono accordati.
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I cavalli erano il solo suo lusso. Attirò l’attenzione pubblica con la mania sfarzosa di guidare per le strade della città la sua straordinaria carrozza trainata da dieci, dodici, addirittura venti cavalli, bardati d’oro, più o meno ammaestrati e vigilati da vari staffieri a piedi. Tutti parlavano di lui: il New York Times lo descrisse nel 1878 mentre guidava una pariglia di 12 cavalli dal mantello equino baio per le strade di Firenze. Era un vero e proprio spettacolo vederlo alla guida della sua carrozza, trainata da un numero spropositato di cavalli, uscire dalle scuderie del Casino delle Delizie, un tempo di proprietà della famiglia Ginori, in via della Mattonaia per raggiungere il viale della Regina e il piazzale del Re alle Cascine. Un acquarello del pittore fiorentino Giovanni Signorini (1808 – 1862), oggi conservato nella Galleria d’ Arte Moderna di Palazzo Pitti, raffigura il passaggio dal piazzale del Re alle Cascine della sua carrozza con un tiro di dieci cavalli. Alla fine dell’ Ottocento i viali delle Cascine costituivano uno dei più prestigiosi palcoscenici del mondo per le ultime “recite” delle carrozze private, antico simbolo del rango sociale. Il parco si apriva al pubblico passeggio, animatissimo specialmente nelle giornate festive e in quelle riscaldate dal sole, quando una folla composta di famiglie popolane, borghesi, aristocratiche, famiglie in libera uscita, vestite con gli abiti della festa si riversavano lungo i numerosi viali e vialetti. I signori non mancavano all’ appuntamento della sfilata di eleganza e del censo, si recavano alle Cascine in carrozza, si esibivano in una specie di parata al piccolo trotto, fra mezzi inchini, cenni di saluto, sorrisi e commenti salottieri. Nel piazzale del Re nel 1869, nel periodo di Firenze capitale, anche Doney aprì un ristorante che sarà frequentato da fiorentini e stranieri. In queste famose e memorabili sfilate Enrico Livingston ogni volta primeggiava per numero di cavalli, inservienti e paramenti , ma dopo che la sua smania di guidare dieci, dodici, venti cavalli per volta dette origine a vari e spiacevoli inconvenienti, la polizia municipale gli proibì, non di usare, ma di abusare della occupazione del suolo pubblico in certe ore della giornata e in certe vie più frequentate per evitare danni alla circolazione di altri mezzi di trasporto e dei pedoni. Il signor Livingston se n’ebbe a male e cambiò domicilio: andò a stabilirsi a Livorno, ma presto abbandonò la città e ritornò a Firenze. Fu sempre originale e stravagante anche negli ultimi anni della sua vita: quasi ottantenne continuerà ad uscire nelle ore pomeridiane guidando da quattro a sei cavalli. Lo accompagnerà sino all’ultimo l’abitudine di rimanere sdraiato su un sofà in una sala del Casino Borghese in via Ghibellina dalla notte sino alle prime ore della mattina, costringendo gli inservienti a far un servizio, davvero dei più straordinari, promettendo che nel suo testamento avrebbe fatto loro cospicui lasciti. Dopo la sua morte, avvenuta a Firenze nel luglio del 1892, rimase per molto tempo nella memoria popolare il ricordo delle sue bizzarrie e della sua singolarità di carattere e del suo memorabile testamento. Lasciò un patrimonio di oltre due milioni di lire in contanti, cifra astronomica per l’ epoca. Nominò eredi universali le nipoti Valentina ed Anna Livingston. Fu stravagante anche nelle sue volontà : destinerà ingenti somme in denaro a stretti amici, tra cui il senatore Olinto Barsanti, suo erede testamentario, ma anche a numerosi cocchieri e conduttori di omnibus, a fiaccherai, a camerieri e altri addetti al servizio del Caffè Bottegone in piazza Duomo, agli inservienti del Casino Borghese, come aveva promesso, e del Caffè Doney.
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Non dimenticò nessuno dei suoi camerieri personali , parrucchieri, maestri e assistenti di scuderia, medici che lo avevano sempre curato. Assegnò lasciti a tanti famosi enti e istituzioni benefiche che operavano in città ed a varie scuole d’infanzia. Nel 1912 l’asilo infantile femminile in via di Camaldoli a Firenze, situato nei locali di proprietà della Amministrazione delle Scuole Leopoldine, risultava dedicato a “Enrico Livingston”. Un ritratto dell’ Americano, realizzato dall’ artista romano Eugenio Renazzi (1863 – 1914) ai tempi in cui era studente all’Accademia di Belle Arti a Firenze, era conservato nel Museo Firenze com’era, che dal 1955 sino alla chiusura definitiva nel 2010, si trovava nell’ex convento delle Oblate in via dell’ Oriuolo a Firenze. Oggi un’ urna cineraria nel cimitero degli acattolici, conosciuto come Cimitero degli Inglesi, in piazzale Donatello, conserva le ceneri di questo particolare personaggio, conosciuto da tutti come “ L’ Americano”, che tanto ha lasciato alla città ed ai suoi abitanti.
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Marta Questa Read the full article
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