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#come diventare influencer
ilbloggaro · 2 years
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Come Raggiungere 1000 Iscritti su YouTube
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l-incantatrice · 8 months
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Il caso di Giovanna Pedretti deve far riflettere sulla pericolosità dei social,sulla pericolosità dell’uso che se ne fa. Ancora non sappiamo se la donna abbia scritto una recensione falsa,ma anche se fosse non era il caso di accanirsi così contro di lei. In fondo non ha rubato,rapinato o ucciso qualcuno. Molte persone sui loro profili social scrivono falsità e magari sono pure ammirate per questo. Su Tumblr ho visto qualcuno diventare famoso,essere considerato un bravo scrittore,magari ha anche pubblicato qualche suo libro online,ma non faceva altro che scopiazzare frasi di veri scrittori.
Nel caso di Giovanna non capisco il comportamento di certi influencers,come Biagiarelli e la sua compagna Selvaggia Lucarelli,che si sono accaniti nel sottolineare la falsità della recensione. Credo che sui social vadano introdotte delle regole precise sui comportamenti da tenere. Purtroppo nel virtuale le persone,spesso in anonimato o con falsi nickname,fanno di tutto e dicono le peggiori cose,senza rendersi conto che non conoscendo quelli contro cui si accaniscono,non sanno come potranno reagire alle cattiverie subite. C’è chi reagisce con un alzata di spalle e torna alla sua vita senza problemi e c’è invece chi,molto sensibile e vulnerabile,può arrivare a gesti estremi,come nel caso di Giovanna e tanti altri. È una questione etica molto importante,non possiamo più fare finta di niente
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un-mei-no-akai-ito · 2 months
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Un insoddisfacente mondo.
Vivo nel mio mondo perché questo in cui siamo non mi soddisfa.
Preferisco essere definita emarginata socialmente, al posto di essere omologata con gli altri, in un mondo dove ormai l'apparenza e l'aspetto di una persona, contano di più del suo animo, del suo io interiore.
Sento che non faccio nemmeno parte di questa generazione.
Odio le fotografie, seppur la maggior parte di esse raccolgano i ricordi più belli di una persona, ma non riesco a restare "ben in posa" per la foto. Mi sento a disagio.
Non ho mai amato uscire la sera, ho sempre preferito quei momenti tranquilli sul divano "Netflix & Chill" come dicono gli americani, O magari leggendo un buon libro.
Non mai piaciuto questo "ostentare ciò che si ha" che è un po' la base dei social media.
L'idea di diventare famosa tramite social, non mi è mai passata per l'anticamera del cervello e, sinceramente, anche, come avevo io, un profilo dove pur non mettendoci la faccia, ma ne facevo comunque parte, mi sentivo dipendente a tal punto di passare il tempo a fare home/profilo tantissime volte in pochissimi minuti.
Questo mondo allontana, ma non unisce, fa sentire più soli che mai, perché fa sentire diversi, anche inconsciamente.
Smisi definitivamente di avere social all'età di sedici anni, durante la mia permanenza in vacanza a casa di mia cugina.
Restai da lei per quasi due mesi, e all'epoca lei si era appena trasferita in un nuovo appartamento e ci hanno messo qualche giorno i signori della compagnia a metterle la linea telefonica.
Ricordo che inizialmente per me era impensabile non avere social e soprattutto non vedere quello che pubblicavano le mie influencer preferite, così i primi giorni furono bruttissimi emotivamente (guardate che schifo la dipendenza).
Intanto i giorni passavano e avevo preso il giro di uscire (perché lei è sempre riuscita a farmi uscire dalla mia tana) 🐻 spesso la sera, e durante il giorno lei lavorava e io restavo con mia zia e dormivo.
Ormai avevo preso questo "giro" di usare i miei gb solo per WhatsApp e mandare qualche messaggio di risposta, a quei 4 gatti che mi scrivevano, tra cui mia mamma. E iniziava a piacermi un sacco questa cosa.
Avevo un sacco di tempo libero, potevo dormire e fare poi, colazione con calma, senza avere la "frenesia" di vedere quello che faceva la gente, la sera prima.
Potevo passare il tempo a guardare il mare fuori dalla finestra con le cuffiette alle orecchie. E "scattare foto con gli occhi" che è poi, il ricordo più bello.
Leggere in attesa della cena, con in sottofondo le onde del mare, senza avere lo stress delle notifiche da dover leggere o i messaggi da dover rispondere immediatamente.
A seguito del mio rientro a casa, qualche giorno dopo, cancellai i profili social, ad eccezione di Pinterest, che è una applicazione che mi ha sempre accompagnata, fin dal giorno, o poco più della fondazione.
In assenza dei social ci ho guadagnato molto in fatto di tempo libero, ma soprattutto anche di ansie e preoccupazioni mentali.
Certo purtroppo, il giudizio di altre persone su di me è ancora attivo e spesso mi ferisce, ma almeno non ho la tentazione di andare a controllare tale profilo x e vedere se ha pubblicato qualcosa su di me, eventualmente, anche se io non conosco tale persona.
Seppur purtroppo, resto ansiosa di carattere, i pensieri intrusivi spesso e volentieri, mi fanno visita e mi fanno stare male, mandandomi letteralmente in paranoia per ogni minima cosa vista o ricordata o che era stata pubblicata, o che magari avevo l'intuizione che fosse stata pubblicata su di me.
Nonostante questo ripeto, resto debole, ma sicuramente ora sono più forte di prima. O almeno, lo sono in parte.
Tutto questo mi serve per dire che, non sto criticando le persone che hanno i social e che li usano abitualmente, ma dico semplicemente che è una abitudine mia, che a me non è più piaciuta e che a me personalmente ha fatto bene mentalmente.
Ad eccezione però, di Tumblr. Tumblr è un social che non ce l'ho mai fatta ad abbandonarlo totalmente. Questo social mi permette di esprimermi attraverso la scrittura, che è il mezzo che preferisco in assoluto, e nel quale, sicuramente, riesco meglio.
E nel quale si sta bene "nascosti nell'ombra."
Qui non serve l'esporsi, serve il tuo vero io, serve chi sei dentro tu, e nient'altro. Solo tu, la scrittura e il tuo nuovo diario virtuale.
@un-mei-no-akai-ito // @un-mei-no-akai-ito (Dom 21.07.24 h02:43)
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b0ringasfuck · 9 months
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Aspettative di sinistra
Convinto da @le0noraddio mi sono guardato un pezzettino di intervista a Schlein via internet.
E io già mi domandavo come fosse riuscita a diventare segretario, perchè è impacciata o non è capace di recitare.
Che può anche essere che sia la ragione per cui è stata scelta, per quell'idea di genuino che può dare. Ma per fortuna non siamo ancora in aria di guerra civile e non si vince convincendone molto bene una minoranza. L'altra ipotesi è che il PD, con un segretario sbandierato come "estremista" da gente come Renzie sia stato appositamente scelto per perdere e convincere il proprio elettorato che sia necessario votare al centro.
E tra tutte le persone di sinistra in Italia, così come quando si sceglie una cattedra in università o un posto come sottosegretario, un direttore della RAI, è impossibile credere che non si potesse scegliere gente migliore, per lo meno per il lavoro che deve fare un segretario di un partito, quindi anche le interviste... o i video con la Nutella.
E non deve essere superman, basta una persona equilibrata con alcune caratteristiche, anche in queste scelte non ci si deve allineare all'iconografia della destra di un uoma sola al comando.
Ma questa è stata la prima impressione.
Quando poi un giornalista del Foglio, dopo la tipica e falsa premessa da "liberale" di schifare il fascismo con anche la scenettina in cui diceva che a quelli di Acca Laurentia andrebbero staccate le braccia, o qualche cosa di simile, ha detto che insomma, in Parlamento, nell'alveo della Costituzione, c'era stato pure l'MSI.
E Schlein ha balbettato. Che dico c'erano 1000 + 1 maniera per mandare affanculo lui, il suo giornale e l'MSI e indipendentemente dalle capacità di retorica... proprio LE BASI... LE BASI, senza nemmeno perderci troppo tempo.
E appunto se ne parlava e ho dovuto chiarire che però sono fedele a quello che dico. Politica attiva la faccio e cercherò di convincere la gente che in mancanza di alternativa per cui votare, convincerò la gente a votare quelli di Schlein, perchè quelli di Schlein almeno non spostano così tanto l'asticella di quello che viene ritenuto accettabile, come per esempio Acca Laurentia o i continui riferimenti alle cose belle di quando c'era LVI da parte di membri del parlamento e dell'esecutivo, senza dimenticare che pure Violante ha fatto la sua parte a sdoganare questa merda.
Però mi toccherà dire che finchè non si fa politica attiva, che non è solo spiegare alla gente le cose, ma anche sapere che ci sono sacrifici da fare, e quindi essere disposti a usare i propri soldi e il proprio tempo per avere realmente la possibilità di scegliere i propri rappresentanti e non gente cooptata, o essere disposti a fare scioperi, insomma a mettere sul piatto della bilancia almeno la minaccia di far pagare all'attuale classe dirigente un prezzo più alto di quello che gli costerebbe la repressione, bisogna avere delle aspettative molto basse.
Delle aspettative così basse da aspettarsi per certo che il ciclo si ripeta, che una sinistra cooptata vada in parlamento per approvare merda come la Fornero e il Jobs Act, con le stesse proposte economiche e sociali della destra ma senza il braccio teso e che la gente poi finisca per abboccare alle promesse della destra con il braccio teso in maniera ancora più convinta.
E lo so che suona funereo dover fare sacrifici in un paese dove sono 30 anni che non crescono le retribuzioni ed è meno attraente delle promesse che vi vengano tolte le accise o di un nuovo Rinascimento italiano, ma è una prospettiva più realistica di diventare un paese intero di veline, calciatori e influencer o di essere ex commercialisti felici diventati rider o cameriere che diventano fondatrici di catene di poke... o comunque tutti quei discorsi falsi sulla meritocrazia fatti da chi si è fatto imbucare in Ferrari e dei sacrifici per avere successo, che invece vi hanno abituato ad accettare come gli stage gratis o lavori pagati 2 Euro/h o la pensione che non arriva mai.
E comunque è un bene che guardi la TV solo su segnalazione, non solo mi evita un trapianto di fegato, ma amplifica la sensazione di straniamento tutte le volte che vedo quelle facce da culo prendere in giro la loro audience in maniera così sfacciata.
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ilpianistasultetto · 1 year
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La nuova battaglia identitaria della PDC Meloni e' dire basta alla cultura di sinistra che imperversa in questo Paese dal giorno successivo al 25-aprile-1945. Capisco che analizzare la storia culturale di questo Paese da parte di una diplomata liceale che poi ha trascorso la sua vita tutta interna a un gruppo politico puo' essere impresa titanica ma la storia culturale di questo Paese e' sotto gli occhi di tutti. Probabilmente gli anni '60 e '70 sono stati anni dove la sinistra ha avuto un predominio culturale ma non perche' il potere politico ha agevolato quella diffusione, semplicemente perche' i giovani di allora erano antifascisti, affamati di diritti sociali, di liberta', di futuro e credevano nel valore della cultura. Teatro, Musica, letteratura, cinema..non c'era ambito dove quel tipo di cultura non predominava.. Poi sono arrivati gli anni '80 e l'avvento delle radio e tv private. Da quel momento la cultura ha svezzato un paio di generazioni di qualunquisti, edonisti e reazionari. Piu' che una cultura, una sub-cultura ridanciana, sguaiata e populista. Sparita la riflessione, il sapere, l'approfondimento, l'impegno sociale.. Per 30anni la cultura di massa l'ha divulgata Berlusconi con le sue tv, relegando a nicchia quella parte riferibile alla sx. Si e' visto in politica e in tanti ambiti di questo Paese come sia andata la storia. Credo che gli attuali 40-50enni, conoscano piu' il gabibbo o Boldi, Zalone o Pio e Amedeo che Troisi o Nanni Moretti. Piu' i fratelli Vanzina che i fratelli Taviani. Viviamo in un Paese dove meta' popolazione e' analfabeta funzionale, gente che sgomita per seguire isole dei famosi, talent o festival della canzone nazionale. La scuola non ha piu' alcun valore e si brama solo diventare influencer di facebook o tik-tok. Insomma, da 30anni siamo dentro un pantano di sola sub-cultura povera e stracciona creata dalla dx di questo Paese, altro non c'e'. Ma certi governanti sanno di cosa parlano o pensano che spremendo le teste di milioni di Fratelli' o di Bombolo vien fuori un bicchiere colmo di dotti intellettuali che potranno andare per il mondo a spargere il seme di un nuovo Rinascimento italiano? @ilpianistasultetto
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buscandoelparaiso · 1 month
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aggiungo che ha cambiato bio anche lui, ho appena guardato perché adesso sono interessat* e devo fare una full immersion
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allora ragazz*, mettetevi comodi perchè ho fatto una ricerca accurata (twitter spagna😅) e questo è il riassunto delle ultime 24 ore e di cosa stia succedendo alla famiglia del mulino bianco #adv
- alice da mestre improvvisamente toglie le foto in evidenza col marito, toglie il cognome Morata dalla bio, toglie la bio dove parlava di figli e marito e PARE che in alcune ig stories dei giorni passati non portasse la fede (non confermato), dal profilo di morata spariscono bio, foto profilo di famiglia e fede al dito. inoltre molto strano che lui sia andato a firmare col milan senza di lei considerato che spingono sempre sull'immagine di famiglia felice nel paese delle meraviglie che fa tutto insieme
- la spagna intera dice su twitter che morata la tradisce da anni, che tutti a madrid lo sanno e che lei abbia delle corna che nemmeno la moglie di dybala (sua bff tra l'altro), dice anche che hanno sempre mostrato la famiglia felicissima fortunatissima che vive nell'amore vero e puro dell'anima gemella ma che non è assolutamente cosi bensí una mossa di marketing per farla diventare, negli anni, influencer mamma con brand di skincare come tutte le altre
- dopo che la gente social ha notato il cambio nei profili da parte di entrambi, giustamente curiosa chiede nei commenti se è vero che si sono lasciati e alice da mestre in un italiano che nemmeno sua figlia di due anni userebbe credo, risponde ad alcuni commenti senza smentire la separazione ma dicendo solo che morata non l'ha tradita che loro due si rispettano molto dopo tutto quello che lui ha fatto per lei in questi anni. Si offende con tutti quelli che le scrivono dicendo che è assurdo che la gente parli di separazione quando la foto la bio e tutti questi "segnali" li ha dati lei di sua spontanea volontá ed è normale che la gente faccia 2+2
- le sue risposte ai "fan" sembrano davvero dire "ci siamo lasciati ma non per il motivo che dite voi" e anche io le ho lette in questa chiave, mi aspetto il comunicato ig su sfondo nero a breve
- il modus operandi è identico alla f3rr4gn1 prima di annunciare il divorzio quindi o hanno lo stesso team oppure gliel'ha suggerita la wanna marchi della brianza per creare engagement intorno alla cosa (conoscendola annuncerá il divorzio seguita da 5 video di lei che sgrida per finta i suoi figli con dubbio accento ma con lo zoom +100 sulla loro faccia seguito dal 30% di sconto sulle tute orribili che vende)
Per ora è tutto rimaniamo col fiato sospeso, linea allo studio🫡
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raffaeleitlodeo · 9 months
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Io da ieri continuo a pensare a quei disgraziati del team marketing Balocco. Quelli che in una riunione di brainstorming, svariati mesi prima del Natale, hanno avuto la brillante idea di fare questa operazione commerciale in collaborazione col top di gamma delle influencer, il non plus ultra, massì, puntiamo in alto, successo assicurato! E così hanno pagato un cachet esorbitante, si sono ritrovati con il 20% di prodotto invenduto (costi per realizzarlo, costi per distribuirlo, costi per smaltirlo), e alla fine si sono pure beccati circa mezzo milione di multa per pubblicità ingannevole. E sì che se ne erano anche preoccupati: non volevano esplicitare una relazione diretta tra vendite e donazione, perché non sussisteva. E perché va bene che la charity rende tutto più notiziabile (viceversa chi se lo caga un pandoro industriale che costa 10 euro), ma non si può proprio dichiarare il falso, speculare sull’equivoco, strumentalizzare la beneficienza e intestarsi meriti e donazioni che non ci sono, no? E invece sì. La comunicazione che ne è derivata (comunicazione che, per chi non lo sapesse, parte sempre da un comunicato stampa congiuntamente redatto e approvato dalle parti), era ingannevole per i consumatori. Tutto in buona fede, s’intende. Mi chiedo se quei disgraziati abbiano ancora un impiego o se, come succede nel mondo dei comuni mortali plebei alle dipendenze di qualcuno, non sia saltata qualche testa. Mi chiedo se quelle teste sappiano ancora come pagare le rate del mutuo a tasso variabile oppure no. Mi chiedo soprattutto se questa vicenda possa diventare una bella case history di insuccesso, di quelle raccontate ai corsi di alta formazione, di lauree in digital-cose, insomma una parabola che serva a formare i futuri manager e a ricordare alle aziende che i soldi possono essere investiti diversamente: in beneficenza a chi ne ha bisogno, certo, ma pure distribuendo premi di produzione ai dipendenti, offrendo benefit aziendali ai lavoratori, retribuendo gli straordinari (ove non retribuiti); assumendo le persone invece di fare tagli sistemici all’organico da anni; investendo sulla formazione del personale; aumentando gli stipendi che sono fermi da decenni e sono tra i più bassi in Europa mentre il costo della vita è alle stelle. Avete letto che per circa la metà dei 40enni che percepiscono la tredicesima, essa va destinata in toto al pagamento delle spese arretrate? No, per dire, cosa accade in questa privilegiata fetta del mondo occidentale. Qualche volta, in qualche corso, qualcuno disse: non esiste pubblicità migliore per un’azienda di quella che fanno i dipendenti soddisfatti. In quel caso, non vi arrivano nemmeno le multe dell’Antitrust, pensate un po’. Con cordialità, dalla mia anima ingenua, populista e sindacalista. Memorie Di Una Vagina, Facebook
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sayitaliano · 1 year
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Ombre
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L'ombra - the shadow Un'ombra - a shadow Le ombre - the shadows Delle ombre - some shadows 
--> MORE MEANINGS: Ombra (fantasma) - ghost  Ombra (traccia, sospetto) - sign, hint, trace Ombra (riparo) - shelter Ombra (zona scura) - shadows (dark area)
--> EXAMPLES / USES: Vivere all’ombra di qualcuno - (lit.: to live in the shadow of someone) To give up your own will to succeed in order to let this other person get his/her own. Generally “all’ombra di qualcuno/qualcosa”, refers to not having your own credits recognized. Also for young artists living inspired /with their masters: to live with the support or protection of someone; or to live with something bad you’ve done filling your reputation. Sotto l’ombra di qualcuno/qualcosa - (lit.:under the shadow of someone/something) With the protection of something/someone that has lot of influence/power, like an istitution, generally with a meaning of something illecit/illegal. Or, more commonly, to stay/be/relax under tha shadow of something e.g. a tree or a beach umbrella (All’ombra/Sotto l’ombra di un albero = under the shadow of a tree). Dare ombra a qualcuno - (lit.: to give shadow to someone) To hinder somebody, diminishing or hiding his/her job, value and credits. Nell’ombra - In the darkness, secretly. To act with the help of the darkness that hides yourself. Lasciare nell’ombra - (lit.:to leave in the shadow) Not letting someone have the success they deserve, to hide her/his credits, even by taking credits for their job, diminishing their worth; also not mentioning a fact or a concept, leaving it in the shadow, or not mentioning it in its entirety. Vivere nell’ombra - (lit.: to live in the shadow)  To live anonymously, giving up success and fame; or to live a quiet, simple and secluded life even if you could do differently. Tramare nell’ombra** - (lit. to conspire in the shadow) To secretly plot against someone to hit him/her unexpectedly. Complottare nell'ombra** - To plot in the darkness. Ridursi (al)l’ombra di se stesso* - (lit.: to reduce yourself in your own shadow) To lose so much weight you don’t even look like yourself anymore but like your own shadow; also when you lose energy or your usual abilities (*diventare un’ombra, ridursi a un’ombra) Essere/Sembrare l’ombra di qualcuno - (lit.: to be/look like the shadow of someone) To never leave someone’s side, to follow them everywhere. To shadow, to tail. Seguire qualcuno come un’ombra - To tail somebody Gettare delle ombre - (lit.: to throw some shadows) To fill with doubts and uncertainty a happy situation; or to put doubts over someone’s reputation, morality, honesty... Prendere ombra - (rare; lit.: to take shadow) To feel offended. Same as the word “ombroso” (suspicious, skittish), was firstly used referred to horses when they get skittish generally because they’re scared of a shadow. Un’ombra di qualcosa - (lit.: a shadow of something) A very little quantity of something, like trust or suspect but also ingredients as salt or sugar Una persona senza ombre - A person that has “no shadows” in his/her life, no dark or bad stuff, no bad reputation. One honest person basically. Senza ombra di dubbio - Beyond the shadow of a doubt, without a doubt Essere messo in ombra da qualcuno - To be overshadowed by somebody Zona d’ombra - A grey area, some unknown or confused part of something or missing infos about a subject, something unknown about it. Or an area in which you cannot communicate via radio, a dead zone. Le ombre della notte - (lit.: night’s shadows) darkness L’ombra della morte - (lit.: death’s shadow) the feeling of an approaching death. Le ombre cinesi - Shadow play   Governo ombra (governo fittizio) - shadow governament . Ministro ombra - shadow secretary
--> VERB: Adombrare (fare ombra) - to cast a shadow over Adombrare (nascondere) - to obscure, to hide, to veil Adombrarsi (diventare di cattivo umore) - to cloud over (lit.: to turn into a bad mood)
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nitroglycerin-a · 1 year
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Ho le gambe/glutei più soggetti a diventare muscolosi che mai, mi alleno a casa da 3 mesi contati e le gambe sono già tutte modellate dal muscolo 😭😭 eppure non faccio pesi non vado in palestra, se la facessi realmente diventerei veramente pompata come le gym influencer, avrei voluto assottigliarle e per quanto abbia perso massa grassa porxodio ho un bicipite esagerato, addio sogno irrealizzabile di essere sottile, sapevo che non sarei mai riuscita con la mia costituzione
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ilgiardinodivagante · 17 days
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Quando ho dato vita a questo spazio non è stato per caso, né per necessità. L’ho fatto per il profondo convincimento di non essere sola in questo mio cammino e per il desiderio di aggiungere la mia esperienza a quella degli altri. Sono passati solo pochi giorni e già mi sento come un'isola deserta nel bel mezzo di un oceano di spiritualità di facciata.
Mi sembra che oggi la spiritualità sia diventata l'ultima moda, il nuovo elisir di lunga vita che tutti cercano disperatamente. Stiamo assistendo a una vera e propria mercificazione della spiritualità, dove la sete di autenticità viene sfruttata per vendere prodotti, corsi e immagini. Si pubblicizza una felicità preconfezionata, si promettono miracoli a chi è disposto a pagare, si costruiscono identità spirituali fittizie per attirare seguaci e guadagnare potere. Insomma, un business redditizio, dove l'anima viene messa all'asta. E poi c'è la massa, quella che si limita a condividere citazioni motivazionali e immagini di fiori di loto, convinta che basti questo per elevarsi.
In questo scenario, chi si professa illuminato diventa un influencer, chi cerca risposte diventa un consumatore. E la vera trasformazione interiore, quella che richiede coraggio e impegno, viene relegata in secondo piano.
La spiritualità non è un vestito da indossare per apparire più fighi o per accaparrarsi qualche like in più. È uno scavo profondo dentro sé stessi, un percorso faticoso e spesso solitario. È mettersi a nudo affrontando le proprie ombre e quelle altrui. Non è un approdo sicuro al riparo da ogni fatica e ogni sofferenza ma una voce che, quando tutto sembra troppo perfetto, ci ricorda che è il momento di sospettare.
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Mi preoccupa vedere come questo fenomeno stia allontanando le persone dalla vera essenza della spiritualità. Si parla tanto di amore universale, di compassione, di unità, ma poi nei fatti si continua a competere, a giudicare, a cercare approvazione. È come se la spiritualità fosse diventata un nuovo culto, con i suoi dogmi e i suoi rituali, ma senza la profondità e la sincerità di quelli antichi.
La consapevolezza non è una medaglia da appendersi al petto, è una responsabilità. È aprire gli occhi sulle sofferenze del mondo e sentirle come proprie. È impegnarsi attivamente per creare un futuro migliore, non solo per sé stessi ma per tutti gli esseri viventi. È riconoscere la propria fragilità e la propria interconnessione con tutto ciò che esiste. È servire, diventare strumento in favore della collettività.
Eppure, sembra che molti siano più interessati a costruire una torre d'avorio in cui rifugiarsi, un luogo dove la sofferenza non esiste e la felicità è garantita. Ma la vita non è così semplice. La sofferenza fa parte del gioco, è un'insegnante severa ma indispensabile. E la felicità non è uno stato permanente, ma un momento fugace che va colto e apprezzato.
Mi chiedo dove ci porterà questa perdita di significato profondo. Se continueremo a inseguire fantasmi spirituali e a farci abbindolare da falsi guru e promesse illusorie, se continueremo a barattare la nostra autenticità per un po' di visibilità e a confondere la spiritualità con l'apparenza, che tipo di mondo costruiremo? E soprattutto, qual è la nostra responsabilità individuale in tutto questo?
Questo blog è il mio piccolo angolo creativo. Ogni parola e ogni immagine presente in questo post è frutto della mia immaginazione. Se ti piace qualcosa, condividi il link, non copiare.
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pizzettauniversale · 1 year
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Alessandro Michele dicesi sia stato buttato fuori perché nell'ultimo trimestre aveva guadagnato meno, d'altronde a Kering frega un cazzo della creatività delle idee, conta sempre e solo lo sporco denaro.
Buttato fuori Michele, la necessità era quella di risollevare le vendite, allora hanno deciso di andare da Zara, letteralmente. Le ultime collezioni di Gucci sono delle vetrine di Zara. Di solito è Zara (e compagnia bella), che, siccome non ha tempo di disegnare delle collezioni originali, anzi non ha proprio tempo per delle idee originali perché il tempo è denaro e i bambini asiatici pagati 0.15€ all'ora non possono aspettare, saccheggia gli altri. Con Gucci i ruoli si sono invertiti. Passino le collezioni create con un posto vacante, ma non posso giustificare Sabato De Sarno.
La sfilata di Gucci è stata un copia e incolla di trend, è una collezione creata per vendere e risollevare i bilanci. Quindi si è detto: cosa ci fa vendere? Andiamo da Zara!!! Che però idee originali non ne ha perché ruba a sua volta, quindi la collezione di De Sarno è un CTRL+C/ CTRL+V di Miu Miu, Prada e Valentino.
È una collezione per soldi, una collezione per chi di moda non ne sa assolutamente nulla, è una collezione per chi ha potere di acquisto e decide di seguire l'ultimo trend di tik tok dell'ennesima influencer uguale a tutte le altre e diventare l'ennesima persona uguale alle altre, inconsapevole che quella miniskirt di Gucci è una miniskirt di Miu Miu in realtà, ma d'altronde che ci frega, basta avere una miniskirt da mettere con il classico corpetto e i camperos per pensare di essere alla moda e non la brutta copia della brutta copia senza personalità.
Però non sono del tutto pessimista, credo in Sabato De Sarno, credo che sia difficile arrivare dopo Alessandro Michele, credo che debba ancora trovare la sua voce e spero che la trovi, che ci porti questa nuova estetica da Gucci, anche perché non potrebbe mai essere come Alessandro Michele. Sabato, trova la tua voce, mostraci le tue idee, fottitene del dio denaro.
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abr · 4 months
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 All-In. Sicuramente il podcast più hot della Silicon Valley. Quattro “migliori amici”, un miliardario e tre quasi-miliardari, hanno creato un luogo dove parlare di imprenditoria – soprattutto tecnologica – di politica, di società, di poker (da lì il nome, All in), si va dalle crypto a Gaza, dall’IA alle leggi su TikTok, dalla crisi di Ftx alla carne sintetica. (...)
È gente che ha saputo sfruttare i momenti d’oro dell’èra dot-com. (...) Invece di restare nell’ombra, o di limitarsi ad apparire come commentatori in qualche talk, i quattro si sono fatti il loro podcast e questa celebrità li sta anche aiutando nel business e a diventare degli influencer del mondo libertario-tech.
Se nei campus si creano i “safe space”, i templi della political correctness dove bisogna camminare sulle uova, i quattro imprenditori - venture capitalist hanno creato il loro unsafe space, dove si può dire tutto senza peli sulla lingua (dall’alto del loro privilegio, direbbero nei campus, ma come dice Palihapitiya, il più ricco dei quattro, non è una questione di destra o sinistra, ma di “outsider vs insider”).
(...) L’unico apertamente conservatore è Sacks ("paypal mafia", ndr), che infatti è andato in brodo di giuggiole quando hanno avuto Carlson come ospite. (...) Come Elon Musk, i quattro   non amano parlare con la stampa – ai messaggi dei giornalisti alcuni di loro, come è prassi nei piani alti di X e Tesla, risponde con un’emoji della cacca – e vogliono creare una fonte alternativa di notizie-opinioni dall’alto, un santuario “anti-woke” dello Zeitgeist per dare voce ai capitani di un’industria che costituisce più del 10 percento dell’economia nazionale. Ascoltare i tech-bro per capire, non solo come funzionano i Bitcoin, ma per sapere cosa pensano importanti attori in vista di novembre.
via https://www.ilfoglio.it/esteri/2024/05/25/news/all-in-il-podcast-anti-woke-della-silicon-valley-piu-amato-d-america-6577979/
All-in, mercato, business, hi tech; tutto il resto è seghette di cazzetti e sacchi di merda secca portati da servi dei soldi chiamati politicanti.
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klimt7 · 9 months
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Influencer? Ma de che? De cosa?
Ma chi sono Fedez e Chiara Ferragni, se non dei personaggi finti? Persone senza alcuna verità, senza genuinità, che propagandano solo il loro vuoto cosmico. Ovvero ogni mezzo è lecito, pur di raggiundere un unico fine: fare soldi, soldi, soldi, soldi. Facendosi beffa della fiducia della gente. Utilizzando perfino lo specchietto per le allodole che sono le iniziative di beneficienza!!
Ovvero quando l'orrido utilizza i buoni sentimenti delle persone per "farci la cresta"
Un incontro di ego
Sulle parole di Meloni contro l’influencer, Selvaggia Lucarelli dice che la premier ha intercettato un umore diffuso. Perché nell’opinione pubblica «c’è insofferenza verso questa ostentazione continua – di case da ricchi e abbigliamento da migliaia di euro – sbandierata con un’arroganza che denota mancanza di empatia nei confronti del prossimo».
Mentre quello tra Fedez e Ferragni «è stato un incontro di anime e di ego e mi pare che non ci sia uno dei due che ogni tanto fa fare un passo indietro all’altro. Sono lanciati entrambi in una corsa sfrenata senza mai guardarsi indietro e chiedersi se hanno sbagliato qualcosa». Intanto, mentre la tuta Laneus che indossava l’influencer nel video di scuse finisce sold out, si scopre che nonostante le comunicazioni di Balocco all’Antitrust in realtà l’operazione ha fatto guadagnare all’azienda 650 mila euro. Che potrebbero diventare 230 mila in caso di pagamento della sanzione.
La perdita di followers
Intanto La Verità parla oggi dei follower di Ferragni su Instagram. Dal 14 al 20 dicembre l’influencer ne ha persi 76.512. Un’inezia rispetto ai quasi trenta milioni che la seguono. Ma c’è dell’altro. Intanto perché è la perdita maggiore mai registrata dall’account. E nell’ultimo anno i follower sono cresciuti del 4,4% mentre per quel tipo di account la crescita media ogni dodici mesi è dell’11,4%. In più, secondo Hype Auditor il 23,7% degli account sono «sospetti». Il 18,9% è composto da account con più di 1500 following. Il 4,8% sono invece bot o persone che utilizzano servizi specifici per l’acquisto di “mi piace”, commenti e followers. Secondo InsightIQ la quota di account sospetti è più alta. E secondo il quotidiano, facendo una media tra le rilevazioni si può affermare che otto milioni di follower di Ferragni sono «profili poco chiari».
Ma ci rendiamo conto che questo è un castello costruito sul nulla? Ma quale imprenditrice? Ma quale beneficienza?
Comportamenti cinici e volgari solo per far quattrini. Vendersi l'anima senza avere un minimo di dignità, di coscienza, di umiltà.
Troppo facile chiedere scusa dopo aver reiterato certe condotte inamissibili per anni e anni. Costruire una narrazione del tutto fuorviante di sè e della propria persona.
E cavarsela con un semplice:
C'è stato un errore di comunicazione!
E POI SCOPRIRE CHE PURE I MILLANTATI 30 MILIONI DI FOLLOWERS sono l'ennesima bugia, l'ennesimo inganno, un ulteriore abuso della credulità popolare.
Perchè è troppp facile nell'attuale mondo digitale millantare follower inesistenti a cui non corrispondono persone reali ma account del tutto fasulli che si ha avuto l'accortezza di comprare per tempo.
A che scopo? Per apparire ancora più influenti di quel che si è. Insomma la stessa intelligenza del pavone che mostra la ruota solo per impressionare chi se lo ritrova davanti!
Ma noi abbiamo bisogno di tutto questo mondo finto e balordo?
Ci serve davvero avere una realtà popolata e infestata da questo tipo di parassiti in cerca di una notorietà fasulla?
Tumblr media
La verità è che essere dei miserabili, oggi confina davvero con il voler fare l'influencer
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Forse sarete anche pieni di soldi ma restate dei miserabili come persone.
E questo fa tutta la differenza del mondo
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gcorvetti · 9 months
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Che te lo dico a fà!
Mentre il clima fa le bizze, siamo passati da -15 a +5 nell'arco di una settimana, la neve si è sciolta, non tutta, ma stanotte siamo tornati sotto zero e un pò di neve è caduta, effetti del surriscaldamento. E' dagli anni 50 che gli scienziati ci avvertono, attraverso calcoli e proiezioni, essendo ottusa l'umanità non ha subito pensato di cambiare direzione, questo perché come disse Chaplin "Il mondo è in mano ai farabutti" e il sistema che si è andato a imporre è quello capitalista statunitense, almeno in quella porzione di mondo che si crede di essere eletta, il famoso occidente. Furbetti senza scrupoli che pur di guadagnare denaro se ne infischiano del pianeta e delle conseguenze che le loro azioni hanno sugli altri, va bè questo diciamo che lo sappiamo un pò tutti, la cosa che invece mi fa incazzare è come questi vili umani riescano a convincere masse di idioti che sono loro i 'buoni', mi viene in mente quella frase "A distruggere il mondo non sono quelli con i tatuaggi, ma quelli in giacca e cravatta". Questo discorso è solo introduttivo, anche perché potrei scrivere per anni su sta cosa, non cambia nulla, introdurre l'argomento di distrazione di massa attuale, il pandoro. Un meme recita "Gli influencer non esisterebbero se non ci fossero i deficienter", come la madre degli idioti che è sempre gravida, i deficienti sono sempre una folta folla convinti che la loro visione di vita sia l'unica e la migliore e come dei pecoroni seguono e idolatrano persone prive di alcun talento se non la loro immagine fisica, che poi a guardarla bene la ferragni è brutta, comunque. Si, è l'era digitale che premia chi si sa vendere, cioè chi riesce a far di se stesso un brand, questo si riallaccia al capitalismo statunitense che altro non è che la creazione di un business per ogni cosa, guadagnare dove è possibile e in ogni modo possibile, fotte sega delle conseguenze. Questo perché orami l'umanità è in un loop autodistruttivo, egoista e anche saccente, le persone sono chiuse a doppia mandata nella caverna di Platone e guai a rovinargli il sogno dorato, diventi tutto quello che gli hanno infilato in testa, qualsiasi cosa non è contemplato nella propaganda cavernosa è il male, ma siamo sicuri che non è il contrario? Certo non proprio l'esatto opposto, ma che quello che stiamo vivendo non sia già un futuro, che in questo caso si dovrebbe chiamare presente, quindi, un presente distopico? Il grande fratello è tra noi e come Huxley siamo noi a glorificarlo e ad obbedire ciecamente, beh non tutti fortunatamente. La vera guerra, si ok quella che uccide milioni di persone è quella veramente fisica, ma la guerra che si sta combattendo unilateralmente è questa, contro un avversario che ha il coltello dalla parte del manico perché gli è stato permesso da noi stessi, che paradosso. Ultimamente mi sono dedicato ad altro e passavo dai social solo la sera e per poco, ma ogni volta era come un deja vu degli anni passati, ma non solo in questo periodo, diciamo un pò spesso negli ultimi anni, tra persone che postano la stessa canzone da anni a quelli che ti vogliono propinare qualcosa perché il loro prodotto è il più figo che però stranamente anche se è figo non lo compra nessuno, infatti c'è un ricambio di sti personaggi via quelli che falliscono dentro quelli nuovi, entusiasti di avere creato qualcosa che possono vendere seguendo un tutorial su youtube che ha soltanto 5 milioni di visualizzazioni, quindi sei l'unico e il solo che ha pensato che può diventare ricco con quella cagata, la convinzione avvolte è tale che anche l'asino vuole partecipare al derby. Che devo dirvi di più, siamo fottuti e chi ci fotte ci sorride con i suoi denti perfetti, le sue cravatte in tinta e i suoi vestiti stirati perfettamente, mostrandoci in una foto che siccome lui ha i soldi è di una elite superiore, però poi caga, piscia e muore come tutti, non esistono dei o persone privilegiate che se lo sono cucito sul petto con i capelli di quelli che credono nelle favole e si fanno abbindolare.
In tutto questo la mia voglia di vivere si è assottigliata parecchio portandosi dietro tutto compresa la musica, la mia compagna ha contratto il covid per la terza volta, porco dio, beh al teatro ci lavorano una cosa come 300 persone, forse più, di cui una buona parte è straniera e siccome viaggiano per andare a trovare i parenti è inevitabile che qualcuno si infetti e porti il virus al teatro, infatti questa notte ho dormito nel divano, ho il collo dolorante, forse il cuscino dovevo prenderlo. Per concludere l'altro giorno il tubo mi propone un brano dei Tool che negli anni 90 sono stati per me una folgorazione, visti anche dal vivo, secondo me sono la band che più incarna quegli anni con decadente cattiveria, infatti vi sbatto una delle mie tracce preferite, ciao ciao.
youtube
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vanbasten · 2 years
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discussione interessante sugli stadi moderni, soprattutto dopo che ieri i telecronisti stavano lodando lo stadio del tottenham. io francamente sono d’accordo con chi, per un progetto futuro, propone una via di mezzo, ovvero qualcosa che spinga verso la modernità e renda tutto più ‘comodo’ ma che allo stesso tempo non guasti quella che è l’esperienza di andare allo stadio e tifare.
perché si tratta, appunto, solo di quello: non servono infrastrutture super accessoriate con biglietti che seguono la logica dei pacchetti, con cena al ristorante intervallo al lounge bar etc, perché questo tipo di cose essenzialmente creano una barriera tra te e la partita, e l’atmosfera elettrica che dovrebbe pervadere tutto lo stadio viene smorzata. in sintesi, a mio parere stare seduti al ristorante e guardare la partita da dietro un vetro è esattamente l’opposto di quello che si dovrebbe intendere con l’espressione “andare allo stadio”.
naturalmente questo non vale per ogni cosa che renda l’esperienza più piacevole, come sedili comodi e coperture per quando piove, ma c’è un’integrità del calcio dal vivo (l’unico calcio che esisteva tra l’altro, per moltissimo tempo, l’unico calcio che per certe realtà ancora esiste) che non si deve perdere, qualcosa che esiste fin dagli inizi e che caratterizza lo sport intero. ne abbiamo avuto prova con le partite a porte chiuse durante la pandemia, comunque.
a mio parere poi questa spinta capitalista verso i ristoranti da centinaia di euro e i bar super forniti allo stadio va pari passo con quella tendenza a far diventare tutto un circo mediatico dove tutto è in vendita e tutto deve essere impacchettato per invitare la gente a spendere e a consumare. si è completamente perso di vista, in molti casi, il motivo per cui la gente va allo stadio e si interessa a seguire una squadra, che ha molto più a che fare con la fede calcistica e i rituali del viverla direttamente. lo stesso motivo per cui pagano influencer per venire a farsi la foto con la sciarpa della squadra o regalano biglietti da sogno a celebrità a cui non potrebbe fregare di meno di stare lì (altri segnali di questo sono ad esempio la cazzata del tempo effettivo e l’idea sempre costante degli show prima durante e dopo le finali. la super lega non la menziono nemmeno).
non so che rumore faranno gli stadi quando i prezzi di tutti i biglietti si gonfieranno ulteriormente, già adesso un posto lontano e scomodo è quasi inaccessibile
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danilacobain · 2 years
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Selvatica - 8. Vivavoce
Ante e Rade procedevano spediti verso Milanello, nella macchina un sottofondo di musica balcanica. Rade era arrivato al Milan qualche mese prima di lui, condividevano la lingua nonché la stanza a Milanello e quando andavano in trasferta. Avevano legato quasi subito. Sedeva al lato passeggero e smanettava sul cellulare mentre l'amico gli parlava della serata che aveva trascorso con la sua fidanzata. Stavano insieme da poco e Rade non parlava d'altro. Isotta di qua, Isotta di là. Non che a Ante desse fastidio, era molto felice per l'amico, ma Isotta era una tipa troppo espansiva per i suoi gusti. Lo aveva già fatto uscire con tre delle sue amiche, tutte influencer che pensavano solo a come diventare ancora più famose e aumentare i followers su Instagram.
«Isotta dice se domani sera ti va di venire con noi.»
«No.» Tanto per cambiare.
«E dai, vengono anche gli altri amici... non è un'uscita a quattro.»
Sbuffò. «Domani vediamo, ok?»
«Ma tu ieri non avevi quella cena con lo sponsor? Come è andata?»
Già, una seratina tranquilla. Pensò ai riccioli morbidi di Corinna sotto le sue dita.
«Un disastro.» Come se lo avesse evocato con il pensiero, il suo procuratore chiamò. «Ah, eccolo che mi chiama. Sei pronto a sentirlo urlare?» ridacchiò.
«Metti il vivavoce» disse Rade.
«Ma che cazzo di fine hai fatto? Perché avevi il telefono spento?» si percepiva tutta la rabbia dell'uomo.
I due amici si guardarono sorridendo. A volte Ante si divertiva a prenderlo in giro poiché tendeva a perdere la pazienza con facilità.
«Non avevo voglia di sentire la tua voce.»
«Ante, porca miseria, lo capisci che sto lavorando per te? Per la tua immagine di calciatore?» Ante mimò le parole bla bla bla. «E poi chi era quella ragazza, si può sapere?»
«Ragazza?» chiese Krunic sottovoce. Lui arricciò il naso e scosse la testa.
«Era una mia amica e loro non si sono comportati bene.»
«No, certo che no. Ma si poteva risolvere in un altro modo.» Si sentì il sospiro dall'altro capo del telefono. «Ascolta, ti ho rimediato un altro incontro per questo pomeriggio. Vedi di esserci e non portare nessuna ragazza. Ti scrivo l'indirizzo.»
Ante chiuse la comunicazione scuro in volto. Credeva di aver archiviato quella pratica con l'uscita di scena teatrale della sera precedente.
«Allora chi era questa ragazza? Esci con qualcuna e non mi dici niente? Porta pure lei domani sera!» Rade sembrava su di giri.
«Oh, datti una calmata. Non era nessuno, una ragazza che si trovava in difficoltà e ho dato una mano.»
Rade incrociò i suoi occhi e alzò un sopracciglio. «Una mano o...»
Lo sguardo glaciale di Ante gli impedì di continuare. «A malapena so come si chiama.»
«Va bene, ma cosa è successo alla cena?»
«È troppo lungo da spiegare. Questa ragazza mi ha chiesto un passaggio a casa perché dei ragazzi la importunavano ma avevo la cena ed ero in ritardo. Così l'ho portata con me, uno dei due che dovevo incontrare le ha messo le mani addosso, mi sono incazzato e me ne sono andato.»
Rade si girò verso l'amico un paio di volte per sondare la sua espressione. «In che senso ti sei incazzato?»
«Non lo so, ti sembra normale palpeggiare una ragazza che non conosci in un ristorante?»
«Ma magari lei ha...»
«No, quello poi ha candidamente ammesso che credeva l'avessi portata per farli divertire.»
«E dopo ci vai?»
«Per lavorare insieme a chi non ha rispetto per le persone?» guardò fuori dal finestrino, per far capire a Rade che non aveva più voglia di parlare di quell'argomento.
Probabilmente ci sarebbe andato ma non avrebbe accettato.
L'aria era molto fredda quella sera a Milano. Ante si strinse nel pesante giubbotto nero, percorrendo il tragitto dalla macchina al palazzo il più in fretta possibile. Era nervoso e irritato per come lo aveva trattato il suo procuratore alla fine dell'incontro. Non voleva lavorare con quei tizi, oramai era diventata una questione di principio. Non gli stavano simpatici e non voleva i loro soldi. Di certo non aveva bisogno di quei quattro spiccioli. Rimase sospeso qualche istante con la mano sulla maniglia del portone quando si rese conto di chi c'era.
Corinna era lì, davanti a lui, nell'androne del palazzo, seduta sul divanetto posto al centro dello spazio. Appena lo vide, scattò in piedi. Si avvicinò, guardando come l'imbarazzo le colorava le guance.
«Ciao.»
«Ciao» incurvò le labbra in un sorriso. «Scusami se sono di nuovo qui, volevo solo ringraziarti ancora per ieri sera. Mi rendo conto che devo esserti sembrata una pazza. E forse anche adesso. Volevo... volevo solo ringraziarti.» Abbassò lo sguardo sulla busta che reggeva con entrambe le mani, poi la allungò verso di lui. «Ti ho portato un dolce.»
Ante la prese. Era veramente sorpreso di trovarla lì, ancora di più per il fatto che gli avesse portato un dolce. «Grazie. Che cos'è?»
«Tiramisù. L'ho fatto io, spero ti piaccia.»
Scrutò la busta. «Sai che non posso mangiare tutta questa roba, vero?» A giudicare dall'espressione del suo volto non lo sapeva. «Sali? Ne mangiamo un pezzo insieme» si affrettò a dire.
Era stata così carina e gentile, non voleva farla dispiacere. Ma Corinna, inaspettatamente, scosse la testa.
«No. Sono solo passata per sdebitarmi.» Si avvicinò, stampandogli un bacio sulla guancia. «Ciao.»
Ante rimase immobile con la pirofila in mano a guardarla mentre usciva. Possibile che sfuggisse sempre così? Avrebbe volentieri trascorso la serata con lei, a parlare, a conoscerla. Guardò il tiramisù, scosse la testa sorridendo e salì nell'appartamento. La prossima volta sarebbe andato lui a farle una sorpresa.
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