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#cronache universitarie
marjane-satrapi-10 · 2 years
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A.A.A. Cercasi consigli per gestire una coinquilina stronza.
Seriamente, datemi una mano
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comeunombranelbuio · 7 months
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Credevo che la parte più difficile fosse scrivere la tesi, e invece no: sono i ringraziamenti
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klimt7 · 1 year
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CESENA , 22 maggio 2023
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CRONACHE DAL FANGO
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Ore e ore a riempire bidoni. A trasportare secchi d'acqua. A spalare fango per vuotare le cantine e i garages. A gettare ricordi, libri, oggetti, quaderni di scuola Elementare, di scuola Media, di Liceo.
E poi la scatola coi quadernoni di appunti delle lezioni dell'Università, e ancora, mobili e le scarpe invernali, le scarpette estive, i quadri realizzati durante gli anni del Liceo, e poi gli attrezzi, i trapani e gli avvitatori di mio padre. Ripescare con le mani nella melma, in fondo alla cantina, cacciaviti, forbici, pennelli, la cassetta in legno con i colori acrilici, e poi le valigie imbrattate di fango, i trolley, gli zaini utilizzati ai tempi dei "lupetti" e zaini più grandi utilizzati ai tempi degli Scout in parrocchia...
Lavorare per ore, staccando il cervello.
Rifiutarsi di pensare.
Sconnettersi completamente dagli abituali meccanismi mentali.
Perchè quella parola: "overthinking", lo sai bene che ora non serve. Anzi ti inquieta e la vuoi allontanare.
Quel veleno tossico, quel fattore che sai bene, genera ansia.
E allora ti imponi pensieri di lunga durata. Pensieri lenti. Pensieri che ti seguano, come un sottofondo, come una musica pacata. Pensieri che accompagnino semplicemente i movimenti fisici.
Rinunciare a voler spiegare il mondo, per ancorarsi a ragionamenti elementari. Come afferrare una cassetta, il bordo affilato di un mobile, un vaso per fiori di vetro, alto e sottile. Una borsa piena di libri inzuppati d'acqua. Come muovere lentamente i piedi immersi nell'acqua, per non creare l'onda.
Muoversi in modalità "pilota automatico".
Una sorta di "anestesia" applicata a se stessi. Staccare il cervello. Staccare le emozioni. Disconnettere il cuore.
Diventare una macchina. Una macchina capace di operare per ore ed ore, ad un ritmo basso ma inesorabile. Non sentir più la fatica.
È l'efficienza che serve, ora.
Efficacia delle azioni, ergonomia dei movimenti. Tentare di risparmiare energie e studiare ogni presa delle mani, ogni sollevamento e spinta delle gambe, ogni strappo verso l'alto delle braccia.
Imparare i meccanismi necessari per lavorare in una catena umana.
Una interminabile catena che passa i diversi materiali dai piani interrati fino al cortile del palazzo. Un movimento, uno sforzo breve il tuo, ma uno sforzo continuo e di lunga durata, capace di andare avanti per ore e ore, quello della "catena umana"...
Aderire al ritmo, al sincronismo, al lavoro collettivo, che mi ricorda tanto la cordata, l'arrampicata in parete, lassù sulle mie amiche Dolomiti.
Ogni gesto va valutato. Soppesato. Ogni muscolo in tensione, braccia che scattano, sollevano, spostano, tirano, dragano con le dita coperte dai guanti, il pavimento dentro trenta centimetri di melma collosa, che è quella rimasta, che ristagna su tutto il pavimento.
Siamo molti, siamo tanti.
Ragazzi delle Superiori, mischiati agli universitari e ai residenti e qualche anziano che conosce il quartiere e ci da informazioni preziose...
Ieri, - tutto ieri - così, e stamattina, di nuovo, fino alle 13.
E così, si rientra a casa per preparare il pranzo. Stavolta novanta grammi di pasta all'amatriciana, sono più che graditi, oltre che meritati!
Come per miracolo, mentre mangiamo, l'Enel torna a darci la corrente elettrica.
Tutti quelli del palazzo, esultano. È uno sguardo raggiante, quello che ci scambiamo sul pianerottolo. Sorpresi davvero, da tanta improvvisa ricchezza.
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Poi ci si saluta.
È l'una passata. Si va a controllare che la caldaia funzioni a pieno regime, dopo che da martedì pomeriggio, era rimasta per giorni, in silenzio.
Apro il rubinetto. Sento l'acqua che è già quasi tiepida. Le dita ritrovano sensibiità
ffffiuuu... pochi minuti e sarà calda!
È un attimo. Mi spoglio alla velocità della luce. Tutto finisce in ammollo nella bacinella più grande che trovo.
Ci sarà tempo più tardi, per lavare via tutto quel fango, prima a mano e poi in lavatrice.
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E ora, finalmente...
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DOCCIA !
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Ma ci vuole musica, adesso. Alzo il volume dello stereo. Parte il pezzo...
È una nuvola di vapore quella che mi investe, quando apro il box doccia.
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youtube
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Chiudo.
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raffaeleitlodeo · 10 months
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È stato così anche per i vaccini contro il Covid: un mio amico ha un cugino a cui è venuto un colpo, un conoscente di un mio conoscente non cammina più, il mio vicino di ombrellone mi ha raccontato di una sua vicina di casa che ci è rimasta secca; oltre, naturalmente, alla pesca miracolosa dei “malori improvvisi” nelle cronache locali, elevati a prove inconfutabili delle proprie teorie senza avvertire la minima esigenza di confronto numerico con quelli di due, cinque, dieci anni fa.
Del resto è circostanza nota che il principale strumento a disposizione dei complottisti e dei negazionisti è l’aneddotica, cui viene affidato il compito di decostruire ciò che apparentemente non sembrerebbe decostruibile, ossia l’esito delle ricerche scientifiche, la pubblicazione di studi universitari, la divulgazione di dati, tabelle e grafici.
Oggi, ci avrete fatto caso anche voi, è tutto un germogliare di ricordi: estati torride, autunni rigidi, inverni tiepidi e primavere ghiacciate si succedono e si accavallano, in un pulviscolo di scampoli di cronache locali da cui dovrebbe trarsi la conclusione che questa faccenda del cambiamento climatico è una bufala, messa in giro ad arte non è ben chiaro da chi e con quali scopi.
La tendenza mi pare chiara, inequivocabile: siamo destinati a soccombere sotto il peso di una montagna di aneddoti, di fatti (veri o supposti) attribuibili a cognati, suoceri, colleghi, vicini di casa e conoscenti, schiacciati dalla forza del passaparola che progressivamente modifica, ritocca, deforma e ingigantisce, inermi di fronte alla potenza dell’altrove da cui queste cosiddette prove vengono richiamate come incantesimi.
Mi vado sempre più convincendo che a fregarci non saranno le pandemie, le guerre e i disastri climatici, ma questa roba qua.
Alla fine ci estingueremo per le cazzate di qualche cugino.
Alessandro Capriccioli, Facebook
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gaia-blogger · 3 years
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A volte mi chiedo come dev'essere alzarsi la mattina senza pensare come per prima cosa a studiare o agli esami.
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nyymphaeea · 3 years
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enniente, un mantra creato con tante lacrime e tipica ansia universitaria
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coronedilaurea · 3 years
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"Non considerare mai lo studio come un dovere, ma come un'invidiabile opportunità." A.E
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fadyouya · 4 years
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insicure-me · 5 years
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Questa foto l'ho fatta dopo un esame.
Dopo essere stata bocciata ad un esame.
Eh bo, forse per ricordarmi di sorridere.
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Mi manca il freddo di Praga, mi manca la sua neve, mi manca vivere il terzo piano. Ho detto: andare in Erasmus per me è stato per me come avere offerta la miglior scopata della vita. Ma se lo dico non vengo capito, e allora resto qui a guardarmi le foto e a pensare ai fatti miei, come i matti, a gustarmi i ricordi della neve su Praga
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marjane-satrapi-10 · 2 years
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A.A.A. CERCASI CHIACCHIERE INUTILI PER SCONFIGGERE L'ANSIA
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comeunombranelbuio · 3 years
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Gli occhi sono lo specchio
del cazzo di sonno che ho.
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ratchet98-blog1 · 5 years
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L’università è per te, non per gli altri.
Abbiamo una concezione sbagliata di Università, concezione nata intorno agli anni 2000. Guardiamo all’università come un qualcosa di obbligatorio, una tappa forzata che facciamo per accontentare i nostri genitori, come può essere il liceo.
Niente di più sbagliato.
L’università è un qualcosa che fai per te,per la tua voglia di conoscere, che ti contraddistingue dagli altri, magari per soddisfazione personale.
È questo concetto che la gente non riesce a capire. Vedo migliaia di ragazzi che vengono all’università svogliati, senza entusiasmo. Solo perché possono posticipare la fatica di trovare un lavoro serio per anni. Ma non va bene così.
Almeno io, vedo l’università come un’opportunità, che pochi hanno. Un’opportunità di rendere l tua vita e te stesso più interessante.
Pensa a questo: ogni giorno, potenzialmente puoi uscire dall’aula con un qualcosa di nuovo in più in testa. Qualcosa che non sapevi ma che adesso sai.
L’Universita, qualunque essa sia (Economia, Ingegneria, Scienze Della Formazione, Psicologia, Scienze Motorie, Medicina ecc ecc) è bella, bellissima, soltanto però se la si prende dalla giusta prospettiva, solo se ne se coglie alla sua vera potenzialità.
La gioia di imparare è indispensabile agli studi come la respirazione ai corridori (Simone Weil)
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/ Ai due turisti francesi che mi hanno fissato per tutto il viaggio in treno e mi hanno insultata per mezzo, convinti che io fossi spagnola, vorrei solo dire: oh, il francese io non lo so ma lo capisco e voi e i vostri bacetti bavosi del cazzo dovete solo andare in mona.
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Giorno 91/365
è il primo di Aprile, sono cambiate abbastanza cose dal mese scorso:
-il mio ex-prof mi ha proposto di disegnare dei bozzetti per una sua amica che vuole creare una linea d’abbigliamento; sono molto felice, lui ha creduto in me e tutt’ora per un progetto simile chiede a me e non ad altre, vuol dire che ha visto in me qualcosa che nemmeno io vedo.. sapeva benissimo e credo sappia tutt’ora che non sono molto convinta del percorso che sto facendo, però sa anche che sono in grado di fare quello che mi chiede lui.
-il maestro del coro del mio paese mi ha chiesto di cantare ad un matrimonio, anche di questo sono felice perché significa che qualcosa la so fare, a lui piacerebbe se cantassi nel suo coro, ma già canto nell’altro.
-mi sono resa conto che, essendo rimaste in poche nel coro, la mia presenza è abbastanza fondamentale per sostenere i mezzo-soprani.
-la voglia di studiare sta aumentando leggermente ma non sto facendo abbastanza.
-riesco a gestire meglio i rapporti interpersonali e le amicizie, infatti riesco ad uscire di più e mi sto impegnando a farlo quando posso.
-noto dei miglioramenti nel parlare in pubblico davanti a sconosciuti, magari non per rispondere a una domanda, ma proprio per spiegare qualcosa dal mio punto di vista; spero che questa cosa migliori perché so di non essere brava a spiegare e farmi capire.
-sto cercando anche di riavvicinarmi alla musica, o almeno, ad ascoltare musica, cosa che di solito anni fa facevo molto più spesso.
sembra tutto molto positivo quello che sto scrivendo, ma in realtà ho aperto questo file prima mentre piangevo, abbastanza disperata per il fatto di non riuscire a fare niente di buono nella vita.
fortunatamente fare l’ elenco delle cose che mi sono successe durante questo mese è servito a tirarmi su il morale.
ah, p.s.: ho fatto coming out anche con le altre mie migliori amiche, quelle che mi stanno accanto da 6 lunghi anni e non posso essere più felice della loro reazione, sono davvero delle GRANDI amiche.
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tienidurosoldatessa · 6 years
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Sono ufficialmente entrata in quel periodo universitario che oscilla tra: 'ma quando ti laurei?' e 'allora quanti esami ti mancano?'
Ma tu esattamente quando ti fai i cazzi tuoi?
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