Tumgik
#grattare
twistedwhitesnow · 2 years
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Half a face
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haikyou · 2 months
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Vecchie ferite
Mai ben rimarginate
Danno prurito.
Non grattarle o negarle;
Riaprile, parlarci.
WakaBaoTzeBao, 20 marzo 2024 - 6.13, Kontowood.
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ecoamerica · 1 month
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Watch the 2024 American Climate Leadership Awards for High School Students now: https://youtu.be/5C-bb9PoRLc
The recording is now available on ecoAmerica's YouTube channel for viewers to be inspired by student climate leaders! Join Aishah-Nyeta Brown & Jerome Foster II and be inspired by student climate leaders as we recognize the High School Student finalists. Watch now to find out which student received the $25,000 grand prize and top recognition!
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howdyboh · 3 months
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Se c'è una cosa che Rose Villain farà, è vestirsi male a sanremo
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t4merici · 2 years
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Ho passato tutta la giornata col cavallo
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pizzettauniversale · 5 months
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Comunque ho comprato da yamamay le ultime mutande rosse disponibili che praticamente sono un triangolino di stoffa davanti e un filo di spago dietro che mi farà grattare il culo come un babbuino, ma siccome l’anno scorso ho fatto la ganza e mi sono messa delle mutande grigie, non ho mangiato uva o lenticchie e vista tutta la merda di quest’anno mi sono detta spendiamo sti 10€ per un filo di spago che mi farà prudere il culo ma la sorte non la sfido di nuovo.
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apettaa · 2 months
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Oggi ho avuto la brillante idea di proporgli di andare in città in tardo pomeriggio e di guidare io. Siamo arrivati per le 17, c'era il delirio, ho rischiato un incidente e poi ho avuto una crisi perché avevo paura di tentare i parcheggi e magari rischiare di grattare qualche macchina. Ma sono sopravvissuta e, per quanto spero di non ripetere mai più l'esperienza, poteva andare peggio quindi pat pat sulla spalla per me
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ecoamerica · 2 months
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Watch the American Climate Leadership Awards 2024 now: https://youtu.be/bWiW4Rp8vF0?feature=shared
The American Climate Leadership Awards 2024 broadcast recording is now available on ecoAmerica's YouTube channel for viewers to be inspired by active climate leaders. Watch to find out which finalist received the $50,000 grand prize! Hosted by Vanessa Hauc and featuring Bill McKibben and Katharine Hayhoe!
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diceriadelluntore · 7 months
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Quello che il prurito vuol dire è questo: grattare nella coscienza finché si trova quello che brucia — e sarà probabilmente qualcosa di molto affascinante.
Thorwald Dethlefsen e Rüdiger Dahlke, Malattia e destino, 1984
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der-papero · 2 years
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Ormai Tumblr sta diventando la Ryanair dei social, tra poco ci vende i numeri da grattare a 2 euro e 50 la cartella.
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automatismascrive · 1 month
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Giudice, vittima e carnefice: Broken Minds
Dice il saggio: i guilty pleasures sono una trappola poiché non c’è motivo di provare imbarazzo per ciò che piace. Dunque non sono particolarmente a disagio nel mettere nero su bianco che due delle mie serie di videogiochi preferite in assoluto sono Danganronpa e Zero Escape. Certo, probabilmente lo sono anche perché riescono a grattare un prurito che quasi nessun altro videogioco mi ha mai sopito, ma sono convinta che al di là dei misteri macchinosi e al limite del sensato, per non parlare dei personaggi stereotipati quando non direttamente cretini, si celi un delizioso piacere nel comporre i pezzi di un puzzle incredibilmente complicato o nel vederlo semplicemente sistemarsi con l’avanzare della trama – oltre alla mia goduria personale nel fare esperienza di quei twist finali anche un po’ nonsense che ho coltivato da quando a otto anni mi sono data la missione di leggere tutti i Piccoli Brividi. Che è poi anche il motivo per cui dalle medie in poi mi sono affrettata a divorare l’intera bibliografia di Hercule Poirot, che pur essendo assai meglio costruita presenta spesso e volentieri lo stesso problema di artificiosità che è facile da segnalare nelle avventure sopracitate (niente colpi di scena stupidi, grazie a dio).
Dicevo poc’anzi però che difficilmente i videogiochi riescono a regalarmi questa specifica soddisfazione – le due saghe citate, assieme ad Ace Attorney che sta prendendo polvere nella mia lista di Steam ormai da un decennio, sono diventate così popolari anche per la peculiarità del loro gameplay nel panorama odierno, che fonde puzzle, visual novel e a volte anche inusuali minigiochi. Sono quindi sempre contenta di poter testare e segnalare altri giochi che scavano a piene mani nel mystery strambo per regalarci la gioia di un pazzo pazzissimo giallo interattivo di serie B, siano essi giochi su piccioni avvocati ambientati nella Francia del 1800 (consigliato) o visual novel ambientate nel Giappone degli anni Novanta: è proprio di quest’ultimo videogioco, intitolato Broken Minds e pubblicato da LockedOn nel 2018, che voglio scrivere oggi.
Noa Karada vive da sola, non ha nessun amico e pochi conoscenti, ma i suoi genitori sono un’ingombrante presenza nella sua vita, specialmente quando si autoinvitano a casa sua per cenare a sbafo, giudicare le sue scelte lavorative e chiederle denaro in prestito; è perciò con un certo sollievo che Noa è costretta a lanciarsi dalla finestra per scappare da un incendio che sembra scoppiare durante la cena, preceduto da un’inquietante presenza mascherata da coniglio che aveva bussato sul vetro appena prima che scoppiasse l’allarme. Le indagini però devono partire in ogni caso, dunque Noa decide di affidarsi alla Yamagata Private Detective Agency, nonostante i loro modi sgradevoli ed eccentrici e la loro professionalità assai dubbia… La situazione però non tarda a precipitare quando numerosi cadaveri si aggiungono al mistero, mentre la nostra protagonista deve fare i conti con l’ingombrante presenza dei detective che sembrano più interessati a battibeccare e a compromettere la scena del crimine anziché a risolvere il caso a loro assegnato.
Questo setup un filo peculiare per un’indagine – se non altro perché i detective sono fin da subito presentati come individui non solo strambi ma anche piuttosto svogliati e incompetenti – viene supportato da un sistema di gioco che alterna dialoghi con sprite a schermo in cui occasionalmente potremo scegliere che risposta dare, sequenze di minigiochi che ci permetteranno di unire i puntini sulle dinamiche e le motivazioni del (dei?) misterioso criminale, e momenti in cui potremo selezionare lo stato emotivo di Noa. Quest’ultima fase di gioco è cruciale, poiché in base al mood selezionato con le prime scelte ci imbarcheremo in route drasticamente differenti, in cui molte conversazioni e soprattutto diverse opzioni saranno sbloccate o al contrario rese impraticabili a causa del drastico cambiamento di Noa, aprendo un totale di ben sei route diverse, ciascuna con più finali; è vero che tale varietà è in alcuni casi poco significativa, modificando solo il tono di certi dialoghi, ma rimangono comunque tutte abbastanza interessanti da essere portate a termine, complice il magico pulsante skip seen text, specialmente quando il giocatore riesce a farsi un’idea più precisa di che cosa sta succedendo nella vita di Noa e delle motivazioni del misterioso criminale.
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Quando si esplora l’ambiente si guarda praticamente uno slideshow, ma funziona abbastanza bene.
Questa varietà a livello di meccaniche, per quanto si possa sostanzialmente ricondurre a delle variazioni su tema sul formato visual novel, è ben incorniciata da uno stile grafico altrettanto vario: gli sprite dei personaggi sono cartooneschi, spigolosi e dalle proporzioni esagerate, a metà tra una serie di Cartoon Network e quelle illustrazioni piatte tipiche di certe graphic novel, ma si muovono in un ambiente finto-3D molto realistico e pensato per colpire per il suo contrasto nel momento in cui il giocatore si trova a navigarlo per cercare indizi o per scegliere il personaggio con cui parlare. Si tratta oltretutto di un gioco con un livello di attenzione al dettaglio e di rifinitura davvero sorprendente, considerando il suo stato di super-indie (ha nove recensioni su Steam, al momento!): oltre alle sequenze in cui Noa esplora l’ambiente attorno sé ci sono un paio di animatic piuttosto complesse, menù personalizzati per tutti i minigiochi, musiche originali composte per il gioco e sprite creati appositamente per la risoluzione finale del caso; anche le opzioni di accessibilità e le quality of life features sono tante, ben pensate e rendono l’esperienza di gioco piuttosto rilassante. Senza conoscere la storia del gioco sarebbe difficile sospettare che tutto questo sia il lavoro di un singolo, ma LockedOn specifica che l’unica persona coinvolta in maniera significativa nel progetto è proprio ləi. Ciò dota oltretutto Broken Minds di un’estetica generale molto riconoscibile e soprattutto molto schizofrenica, che ben si adatta al mondo e ai personaggi pensati dallo sviluppatore, che restituiscono un quadro di generica nevrastenia e di interazioni fortemente sopra le righe.
Ciascun personaggio con cui avremo la possibilità di interagire, infatti, sarà o marcatamente stereotipato fino a rasentare la parodia – come i genitori di Noa, talmente sgradevoli da risultare comici – o affetto da ogni sorta di tic, paturnie o instabilità: il capo dell’agenzia YPDA, Takuma Karashi, è un detective che maschera la sua inefficienza con un comportamento tipico dei detective dei gialli, arroganti e capaci di collegare gli indizi più sottili per arrivare ad una conclusione inaspettata, che in Broken Minds però porta solo a connessioni bislacche e insensate; la patologa Yuzuki Hiiro è insicura e morbosa, nonché straordinariamente incompetente, mentre Ume Hakase, l’esperta di tecnologia, si ritiene anche fine psicologa e cerca di scavare nelle improbabili motivazioni dei criminali senza alcuna pretesa di appellarsi ai fatti. Nonostante la profonda introversione e insicurezza, Noa sembra di primo acchito l’unica persona con una parvenza di normalità, fatto che favorisce assai bene l’immedesimazione del giocatore in ogni scena in cui la ragazza si trova costretta ad interagire con i personaggi che la aiuteranno (o la intralceranno) nelle indagini; certo, più il giocatore scava nei possibili scenari di gioco più la facciata di normalità di Noa inizia ad incrinarsi, fino ad arrivare ai veri finali della VN che saranno in grado di fare chiarezza sugli eventi che accadono nel corso della vicenda.
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I detective come raffigurati in un’illustrazione. La mia preferita è la patetica Yuzuki, che però nasconde un segreto...
Eventi che effettivamente si ricompongono in un puzzle piuttosto intrigante: per quanto LockedOn stessə abbia ammesso che iniziare certe route può rovinare in parte la sorpresa che il giocatore dovrebbe provare completando i due True Ending (sconsiglio in particolare la route del Puppet da giocare tra le prime), in generale il mistero è in grado di lanciare al giocatore una quantità importante di domande interessanti, e anche solo la curiosità di vedere i quattro finali principali di ciascuna route spinge a cercare di completare il gioco. Per quanto trovi che la storia manchi di un colpo di scena super incisivo o di un twist che cambi radicalmente le carte in tavola al livello del mio amato Zero Escape, fatto che si soffre particolarmente sul finale, la qualità della narrazione e dei passaggi logici rimane piuttosto alta e permette alla VN di collocarsi tranquillamente in un ottimo posto nell’immaginaria classifica della qualità della scrittura delle sue colleghe di genere (il fatto che questa classifica sia estremamente povera in termini di qualità assoluta è un dettaglio in questo caso secondario). La vera nota dolente di questa visual novel risiede invece nel modo in cui si arriva a ricomporre i pezzi del puzzle.
Già, perché sebbene ritenga che le idee alla base dei minigiochi che costituiranno il modo principale per risolvere i misteri che circondano Noa siano originali e interessanti, la loro realizzazione lascia parecchio a desiderare. I cosiddetti Logic Train sono composti da una ruota delle fallacie, in cui sarà necessario associare ad ogni frase la fallacia logica che la contraddistingue per costruire un’argomentazione, un puppet theatre per ricostruire la scena del delitto e un minigioco in cui si dovranno selezionare le aree cerebrali… rilevanti… per l’affermazione fatta da qualcuno. Sì, l’ultimo è davvero tremendo, soprattutto perché siccome le aree del cervello si palleggiano compiti molto simili ci si troverà a cliccare tutte le aree simili per capire quale coppia è quella giusta, ma anche la ruota è composta da moltissime fallacie che si sovrappongono almeno parzialmente, e il fatto che sia possibile girare la ruota per ottenere un indizio o una penalità in maniera del tutto casuale non fa che contribuire alla frustrazione.
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Lo schermo da cui selezionare le main mood. Non ho screen dei minigiochi perché li ho odiati troppo, ma concederò che sono belli da vedere.
Il teatro dei burattini è invece abbastanza funzionale, anche perché è stato significativamente migliorato dalle build precedenti, almeno a giudicare dai commenti su Steam e itch.io. Si tratterebbe di un’esperienza molto frustrante, se lə sviluppatorə non avesse inserito sia l’opzione di giocare tutti i minigiochi in modalità facile sia quella di saltarli a piè pari, scegliendo invece tra diverse opzioni quella più logica per proseguire con la ricostruzione del caso o con l’obiezione di Noa – presumo che LockedOn si sia resə conto di quanto i minigame stessero impattando negativamente l’esperienza di gioco e in più di una nota alle patch ha reiterato che i Logic Train sono molto difficili (verissimo, anche se per le ragioni sbagliate). L’unico lato positivo di questi segmenti è che i loro tutorial sono accompagnati da uno sprite chibi della stessa Noa davvero adorabile.
Non posso lamentare però molto altro a questo gioco, se non il fatto che all’occasione l’elemento mystery e quello parodistico cozzano tra loro rendendo difficile al giocatore da una parte sentirsi abbastanza coinvolto nel mistero da provare a svelarlo route dopo route, o dall’altra di ridere liberamente delle interazioni disturbanti che si vengono a creare tra questo cast disturbato; per la maggior parte del gioco però ho trovato che Broken Minds riuscisse piuttosto bene ad amalgamare questi generi per tessere una storia in uguale parte appassionante e canzonatoria: il fatto che la personalità frammentata ma seria di Noa sia a messa a confronto con l’assurdità parodistica degli altri personaggi e che ne esca spesso e volentieri perdente (o additata come quella “strana”) indubbiamente è la chiave di volta su cui si regge questo precario equilibrio di genere che tanto amo in giochi come questo – e pazienza se ogni tanto una crepa si allarga in questa costruzione pericolante.
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Sì, Ume, immaginavo. Questa sarà l’interazione più gentile che avrete con lei.
Beyond Broken Minds: due racconti, Prison of Lies e molto altro
Nonostante Broken Minds non abbia raggiunto purtroppo alcuna notorietà, LockedOn è abbastanza affezionatə alla sua ambientazione da aver prodotto, oltre che numerosi fix per il gioco e diversi update nel corso del tempo, anche altri pezzettini del puzzle che rimangono inesplorati nel gioco principale; sono nati così due racconti inclusi nel gioco base, Broken Egg e Broken Spiral, accompagnati dalle adorabili illustrazioni che ho inserito anche nel consiglio, che svelano qualche retroscena del gioco principale e che seguono i detective della YPDA oltre il caso di Broken Minds. La prima di queste infatti narra di una misteriosa sparizione che ha come tema ricorrente le uova, tutta raccontata dal punto di vista della persona scomparsa, mentre la seconda si incentra sul lavoro del misterioso quarto membro della YPDA in incognito, infiltrata nella polizia giapponese. Si tratta di storie scritte proprio come graphic novel, dunque in prima persona e dallo stile parco di descrizioni e ricco di dialoghi colloquiali, che permettono di aggiungere a questo mosaico di personaggi bizzarri almeno un paio di divertenti new entry e di fare luce su alcune delle vicende che erano rimaste in ombra durante il gioco principale, nonostante sia stato annunciato a questo proposito anche un seguito (Broken Spirits) che non ha ancora visto la luce.
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Reiwa compare nel gioco principale come assistente dello psicologo di Noa. Ha una cantilena? Tipo troppo irritante?
LockedOn non è però una one-hit wonder, nonostante il secondo capitolo di Broken tardi ad arrivare: la sua pagina itch conta diversi giochi all’attivo, tra cui Prison of Lies, scritto nel corso di una VN jam e quindi abbastanza corto, ma che costruisce un mistero molto interessante pescando a piene mani proprio dagli Zero Escape, con un cast più serio e meno nevrotico di quello di BM e tanta tanta tensione. Si tratta dell’unico altro gioco dellə sviluppatorə che ho provato, ma anche i due capitoli della saga di Methods sembrano essere dei gialli interessanti e ben rifiniti, giustificando anche il prezzo un po’ più importante – se questo Broken Minds riesce ad appassionarvi, consiglio di tentare l’acquisto.
Sono sempre felice di scoprire sviluppatori che hanno una chiara idea di che cosa vogliono scrivere e che hanno anche le capacità per farlo bene; che poi questi sviluppatori seguano il solco di alcune delle mie serie videoludiche preferite è solo la ciliegina sulla torta; spero dunque di avervi incuriosito abbastanza da dare una chance a questa VN, o perlomeno a giocare Prison of Lies per convincervi che LockedOn merita il vostro danaro. Che poi sono tipo sei euro, eh, intendiamoci.
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spinedivetro · 20 days
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"La mamma non si vuole bene, quindi anch'io non mi devo volere bene"
Questa mattina ascoltavo un podcast che si chiama "Diario di un corpo pesante"; racconta in breve della vita e delle esperienze di questa ragazza che per tutta la sua vita è stata grassa e per questo ha dovuto fare i conti con la società e soprattutto con sé stessa.
E questa mattina ascoltavo una puntata che parla del rapporto genitori - specchio - figli.
La frase che ho scritto sopra per me è molto importante. E chissà per quanti di voi, anche.
Trauma generazionale.
È buffo se ci si pensa, perché basta un attimo in cui sei bambina e vedi la tua mamma che non si accetta per com'è, che si rigetta, ed è già tutto dentro di te per sempre.
Basta un minuto e lo devi grattare via dalla testa per il resto della tua vita.
La mia mamma non si è mai voluta bene, ed io ora non mi voglio bene.
O almeno, sto cercando di capire cosa vuol dire volersi bene, accettarsi, non rigettarsi.
Però sentire queste parole da un'altra persona mi consola, in un certo senso.
Date un'occhiata al podcast di questa ragazza, "Diario di un corpo pesante". È davvero un balsamo, perché è una di quelle finestre sulla realtà che ci fa capire che non siamo così soli come pensavamo.
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sayitaliano · 1 year
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Italian written comprehension exercise
English translation, vocabulary and solutions under the keep reading link.
LUCIO IL GATTO
Lucio è un gatto che ama dormire tutto il tempo sul divano del suo padrone, Mario. A Lucio piace bere il latte e farsi grattare la pancia. Ogni volta che Mario torna a casa dal lavoro, Lucio gli corre incontro e inizia a strusciarsi sui suoi pantaloni, in cerca di coccole e cibo. Mario, dopo essersi cambiato, gli porge sempre due ciotole: una con il latte e l'altra con i croccantini. Quando Lucio ha finito di bere e mangiare, ama andare a dormire al caldo sulle gambe di Mario, che lo accarezza. Lucio fa le fusa e si addormenta felice tutti i giorni.
Answer these questions (True or False = Vero o Falso)
A Lucio piace bere l'acqua.
Mario ama farsi grattare la pancia.
Lucio ama dormire.
Lucio dorme sulle gambe di Mario.
Mario dà da mangiare a Lucio.
Translation:
LUCIO THE CAT
Lucio is a cat who loves to sleep on his owner Mario's sofa all the time/all day. Lucio loves to drink milk and have someone scratching his belly. Everytime Mario comes back home from work, Lucio runs towards him and starts scraping against his trousers, searching for cuddles and food. Mario, after changing his clothes, always gives him two bowls: one with milk and one with cats' food (dried). When Lucio is done drinking and eating, he loves going to sleep in the warmth on the legs of Mario, who caresses him. Lucio purrs and falls happily asleep everyday.
Vocabulary: un gatto = a cat amare = to love, to like dormire = to sleep tutto il tempo = all day, all the time il divano = sofa il padrone = owner il latte = milk grattare = to scratch la pancia = belly il lavoro = job correre incontro = to run towards (sb/sth) strusciarsi = to scrape onself, to rub oneself (si -> reflexive) le coccole = cuddles il cibo = food essersi cambiato (i vestiti) = to change your"self" -> (your own clothes) porgere = to give croccantini = pet's food. I nthis case: this. al caldo = in the warmth le gambe = legs accarezzare = to pet, to caress. fare le fusa = to purr
Solutions: 1. F = A Lucio piace bere il latte. 2. F = Lucio ama farsi grattare la pancia 3. V 4. V 5. V
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"<<È il fondo che devi grattare, in superficie sopravvivi soltanto. E qui tutti non fanno che scavarci con le unghie, nel fondo.>>"
Cieli in fiamme - Mattia Insolia
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raga ma io come ve lo devo dire che se vi dico qualcosa di bello che mi succede (una volta ogni morte di Papa) voi non dovete dire BEATO TE perché rappresenta il male totale io non è che mi devo grattare mi devo direttamente RAVANARE le palle fino al 2025 e che sfaccimm
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logorroicomentale · 1 year
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la mia vita: sogno che compro un gratta e vinci e vinco 2€, poi ne compro un altro e ne vinco 800€, tutto carico mi sveglio, mi dico “massì, proviamoci, me la sento calda, vado per prendere 2 gratta e vinci, nel primo vinco 2€, “top, il primo è andato come nel sogno” perciò tutto gasato mi faccio un sorso di caffè, accendo la sigaretta per affilare ed allungare quella tensione che già era presente, tutto gasato faccio per grattare il successivo, sbam 2 100 mila “se ne trovo un altro sbanco” continuo nella speranza di sbancare e…
e niente, vinco 5€
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t-annhauser · 1 year
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Scorci mogliesi
(nostalgie del luogo dove sono cresciuto)
A Moglia di Sermide, fissata all'altezza dei piedi nel muro vicino all'entrata, c'era una staffa di ferro che serviva a grattare le suole degli stivali, ricordo dei tempi in cui le strade non erano asfaltate e tornando dai campi si portava in casa la terra grassa e motosa, oppure tornando da una battuta di caccia al fagiano (o alla lepre). Questo prima che la casa fosse ristrutturata secondo i canoni della modernità e il portone di legno fosse sostituito da un più razionale serramento in alluminio. La terra dei campi, dalle nostre parti, aveva consistenza d'argilla, cedeva sotto le suole come sabbia mobile, e non si poteva sostare troppo a lungo in un punto senza sprofondare fino alle caviglie. Seccata, cambiava colore dal nero al grigio, brizzolava, e penetrava nei solchi delle suole indurendo come cemento, sgretolandosi poi a poco a poco e rilasciando a tradimento una specie di farina sulle mattonelle scure, da farci impazzire le donne che dovevano prendere la scopa. Una soluzione sarebbe stata di togliersi gli stivali prima di entrare in casa, ma certe cose l'uomo di quei tempi ancora non le concepiva, sarebbe stato un gesto poco virile (un uomo, che si toglie le scarpe, e magari si mette anche le pattine...). L'arrivo della modernità decretò la fine di questo uso campagnolo e al posto della staffa il geometra vide bene di far correre lungo tutto il perimetro della casa uno zoccolo di marmo screziato, lontano parente del bugnato di palazzo Medici, Firenze, a solo scopo decorativo. Lungo la casa correva anche un marciapiede, cemento finissimo su cui lasciai a più riprese larghe porzioni di ginocchia che si sgrattavano per il lungo come tocchi di parmigiano, facendo fiorire sulle rotule dei grandi ovali rossi sui quali nonna agiva prontamente con l'alcool denaturato. Da bambino inciampavo spesso e volentieri, senza motivo, come se uno spiritello fosse sempre lì a farmi lo sgambetto, e così col tempo imparai ad andare al trotto come un lipizzano, moderando l'entusiasmo della corsa a briglia sciolta. La cementificazione era ritenuta un segno del progresso, se non altro teneva pulito, sporcava piuttosto la terra e tutte le cose che ci crescevano dentro; quando pioveva, poi, era un disastro, e dalla terra riemergeva l'antica vocazione di palude (Moglia di Sermide, la "Moia", cioè bagnata). Calavano certe fumane, certi nebbioni, da non vederci le punte dei nasi, ricordo una notte rischiarata da un lampione che diffondeva la sua luce lattiginosa da qualche punto ipotetico nello spazio, tutt'attorno un indistinto chiarore, come una vista appannata, tentando di localizzare il nonno a voce, come i pipistrelli nella notte. Nonno aveva montato degli speciali fendinebbia sull'Alfasud, poi passati all'Alfa 33 (quadrifoglio oro, molto elegante), dei fendinebbia gialli che se non altro illuminavano la nebbia di un colore diverso, più allegro. L'umidità era un gran problema, saliva su per i muri, si insinuava in camera da letto dove i preti riscaldavano le lenzuola (il prete inteso come scaldino elettrico, anticamente a brace), altrimenti sempre fredde e umidicce. E gli orinali messi sotto ai letti per la notte e un film di Jerry Lewis alla televisione.
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solovedreidue · 10 months
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Fertile di sesso
I campi che circondano il paese hanno le loro stagioni, il riposo quieto dell'inverno, il brulicare della semina, il germogliare della crescita e quel giallo riardere dopo la mietitura.
C'è quella fase sempre più rara nel nostro tempo, che sa di terra bagnata. L'umido suolo, fertile, ricco, pronto, preparato, nutriente.
Così in quel fosso appena accanto al campo, al fresco e al riparo di quel filare di pioppi, se ne sta accucciata la giovane in calore, fertile, aperta, con una cosina deliziosa, profumata di figa. Piscia esponendo le vergogne sessuali con malizia.
Si condisce la fessa, lo sa bene mentre aspetta che finisca, il maschio del campo, lesa maestà il suo pisciare sul suo terreno. Che pisciasse sul suo cazzo almeno. Che schizzasse quegli odori e quei sapori sulla carne che la nutre centimetro dopo centimetro.
L'amore e il sesso rurale nulla hanno da invidiare con le orge sofisticate. La sozzeria appartiene alla terra, al saper ravanare nello sporco per tirar fuori i frutti. Al saper grattare via l'orgasmo da un culo aperto.
Le semina le fessa con cura, con tempi contadini, fatti di lentezza dell'asciugatura del fieno e con la fretta della raccolta prima della tempesta.
La prende in terra, come fosse ancora nel ventre della madre, come se quello scopare fosse in un sacco amniotico essenziale, protetti dalla loro stessa voglia.
Odora il sesso nella terra, odora di buono, odora di concime, seme, frutta, pesca e merda.
Non ha mezze misure il sesso così. Non si ferma al limitar del lecito, ma sprofonda nell'inopportuno sporco pisciarsi nel culo. Giù, profondo, che monta, fino a non capire più cosa sia.
E ci si ritrova poi a guardare un cielo che sa di agosto, con i coglioni riversati nel ventre altrui e con il cazzo sporco.
Quella pace addosso e le cicale.
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