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#immoralità
gregor-samsung · 2 years
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“ – La società americana, – disse, depositando zaino e sacco a pelo sul pavimento, e proseguendo la conferenza cominciata in macchina mentre costeggiavamo la baia diretti a Haifa, – non solo autorizza volgari e inique relazioni tra gli uomini, ma le incoraggia. Si può negare? No. Rivalità, competizione, invidia, gelosia, tutto quanto c’è di maligno nel carattere umano viene alimentato dal sistema. Possesso, denaro, proprietà… in base a questi standard corrotti voialtri misurate la felicità e il successo. Mentre, – disse, appollaiandosi a gambe incrociate sul letto, – ampie fasce della vostra popolazione vengono private dei minimi requisiti per una vita decente. Non è forse vero? Perché il vostro sistema è sostanzialmente sfruttatorio, intrinsecamente degradante e ingiusto. Di conseguenza, Alex, – usava il mio nome come avrebbe fatto un insegnante severo, c’era in esso la stilettata dell’ammonimento, – non potrà mai esserci nulla di somigliante a una vera uguaglianza in un tale ambiente. E ciò è indiscutibile, non puoi non ammetterlo se hai un minimo di onestà. – Per esempio, cos’hai ottenuto con le tue udienze per lo scandalo dei telequiz? Qualcosa? Niente, se me lo consenti. Hai denunciato la corruzione di alcuni individui deboli. Ma quanto al sistema che li ha educati alla corruzione, su quello non hai influito minimamente. Il sistema non ha fatto una piega. Il sistema non si è mosso di un millimetro. E sai perché? Perché, Alex, – oh oh, ci siamo, – tu stesso sei corrotto dal sistema quanto il signor Charles Van Horn* –. (Perbacco: ancora imperfetto! Cavolo!) – Tu non sei il nemico del sistema. Tu non sei neppure una sfida al sistema, come hai l’aria di credere. Tu sei solo uno dei suoi poliziotti, un funzionario stipendiato, un complice. Scusami, ma devo dirti la verità: credi di servire la giustizia, ma sei soltanto un lacchè della borghesia. Avete un sistema intrinsecamente sfruttatorio e ingiusto, intrinsecamente crudele e inumano, indifferente ai valori umani, e la tua attività consiste nel fare apparire legittimo e morale tale sistema, comportandoti come se la giustizia, i diritti umani e la dignità dell’uomo potessero realmente esistere in una società simile… quando è ovvio che nulla del genere è possibile. “ *Storpiatura di Charles Van Doren, nome di uno dei concorrenti coinvolti con alcuni produttori televisivi nello scandalo dei telequiz alla fine degli anni '50.
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Philip Roth, Lamento di Portnoy, traduzione di Roberto C. Sonaglia, Mondadori (collana Oscar Classici Moderni n. 165), 2022¹²; pp. 208-209.
[Edizione originale: Portnoy's Complaint, Random House, NYC, 1969]
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pensierodelgiornoblog · 3 months
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“La diffusione del male è il sintomo di un vuoto. Ovunque vinca il male, è solo per incapacità, per il fallimento morale di coloro che evadono il fatto che non possono esistere compromessi sui princìpi fondamentali.” – Ayn Rand
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aaquilas-blog · 1 year
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Berlusconi e iol berlusconismo
Come si fa a dire che chi non si unisce al coro della santificazione lo fa perché “odia”? Andando a ritroso col pensiero non posso fare a meno di ricordare cosa è stato il #berlusconismo per il Paese, per l’#Italia. ★Lui, con le sue Reti televisive, con i suoi #giornali e i suoi scribacchini che dovevano guadagnarsi da vivere, l’unica giustificazione che mi do di tutta la schifosa comunicazione…
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angelap3 · 6 months
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«Tutti gli imbecilli della borghesia che pronunciano continuamente le parole "immorale", "immoralità", "moralità nell'arte" e altre bestialità simili mi fanno pensare a Louise Villedieu, prostituta da cinque franchi che, accompagnandomi una volta al Louvre dove non era mai stata, si mise ad arrossire, a coprirsi la faccia, e tirandomi a ogni momento per la manica mi domandava davanti alle statue e ai quadri immortali come si potessero esporre pubblicamente simili indecenze.»
203 anni fa nasceva lo straordinario Charles Baudelaire, tra i più grandi "poeti maledetti" del XIX secolo, precursore del decadentismo letterario. Tra le sue incomparabili opere non posso fare a meno di citare la raccolta di poesie "I fiori del male" (Les Fleurs du Mal, 1857), guanto di sfida, tra le altre cose, all'ipocrisia e alla morale perbenista della sua epoca di appartenenza 🥀
*art by Gustave Courbet (1866)
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t-annhauser · 4 days
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aponia
Quella citazione del Maigret di Cremer, che la felicità è l'infelicità che dorme, veniva da una serie di considerazioni precedenti più ampie e interessanti. All'oste che come al solito veniva da un passato non proprio pulito, e al suo continuo ribadire che lui ormai rigava dritto, un Maigret divertito rispondeva che non esistono alcolizzati che rigano dritto, esistono solo alcolizzati che nascondono la bottiglia, e poi pronunciava la sua sentenza sulla felicità. Si potrebbe estendere lo schema a un gran numero di situazioni, per esempio: la morale è l'immoralità che dorme (ogni tanto mi vien da pensare, sull'onda di Nietzsche, che la moralità sia essa stessa una raffinata forma di immoralità, fraudolentemente fatta passare per virtù). Felicità è aponia, assenza del dolore, dicevano gli antichi, i moderni dicono un bicchiere di vino con un panino, e di fronte a tanto buon senso noi poeti che dovremmo fare? Ci arrendiamo sconfitti, e amen.
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crazy-so-na-sega · 1 year
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Il dominio esercitato da organismi sovranazionali è la forma specifica di dominio che fa sì che un paese e il suo popolo siano fatti oggetto di compromessi da parte di potenze straniere: uno stato di cose che, nella sua immoralità, diventa alla lunga insostenibile.
-Carl Schmitt
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Marcello, andata e ritorno.
Marcello era la disintegritá morale, in una onestà perfettamente integrata in sé stessa. Era l'accettazione di un limite convenzionale, lo stupore infantile dinnanzi ad un errore, ad una sofferenza. Era l'ambigua emotività, alla ricerca di calore, di un istinto. Era il suo stesso istinto. Marcello non era il compromesso, la pazienza, il raziocigno e l'ostilità. Era l'esplosione costante, l'accettazione di un limite, il riconoscimento dello stesso. Era il viaggio e il ritorno, l'egoismo puerile e adulto, la furbizia bambina, era la sua meraviglia e il disincanto, la libertà. Marcello era il suo stesso schema, dove ci si rintanava per generosa vigliaccheria. Era l'osservatore acuto, il turista alla ricerca di se, e di mille altre cose, che nemmeno lui sapeva. Marcello era libertà gentile, inopportuna per la sua opportunità, come una nota stonata in un lento jazz ma opportunamente adeguata per fare la differenza. Era metà del peccato, e del peccatore aveva coscienza. Lui era quello a cui credeva, assenza vivace e presenza generosa. Marcello, era andata e ritorno perché nel mezzo c'è spazio aperto per l'attesa, alimento di istinto, passione, emotività, passività. Era fedeltà non canonica, dogmatica, antica. Era lucidità morale vestita da immoralità agli occhi altrui. Era cinismo felice, che scuote, contrasta, ammazza lo schema; dirompente nella sua apatia, era il giusto risultato di un equazione non risolta, rispiegata, rivista e rinnegata. Era contrasto acceso non lasciato al caso, il "si per sempre" a cui non credere, era la stoicità e la viltà, era un viaggio celebrale, seduttivo che si lascia fraintendere, era Edipo e la Sfinge, un mondo da attraversare con la leggerezza di un viandante che vorrebbe restare. Era l'abbandono e la rivolta, la meta a cui dava la scelta: prendere o lasciare.
"Accettami così come sono, la vita è una festa, viviamola insieme" cit. 8½
Fonte video tik tok.
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m2024a · 2 months
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Il monito di Erdogan sulle Olimpiadi: "Immoralità anti-cristiane". E annuncia: "Chiamerò il Papa" La cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Parigi 2024 continua a far discutere. Con il passare delle ore, nonostante i tentativi di gettare acqua sul fuoco, le polemiche tengono banco e ormai la questione è diventata anche politica. Non è un semplice caso mediatico, e l'intervento a gamba tesa di Recep Tayyip Erdogan ne è la dimostrazione. A cui si aggiunge la sua intenzione di un colloquio con il Santo Padre. Il presidente turco, intervenuto nel corso di una riunione del suo partito Akp, ha condannato la "immoralità" dell'evento che ha dato l'inizio ai Giochi e che fin da subito ha scatenato la bufera: in molti hanno denunciato quelli che sono stati bollati come veri e propri insulti alle figure sacre della religione, tra cui Gesù. Erdogan ha sostenuto che le Olimpiadi sono state usate "come uno strumento di perversione che corrompe la natura umana". Dal suo punto di vista la cerimonia di apertura è stata cavalcata da chi ha provato a "distruggere la famiglia e minacciare la sicurezza e la sopravvivenza delle nostre generazioni". Quella di Parigi è stata definita una scena "infamante" che ha offeso non solo il mondo cattolico e quello cristiano "ma anche noi" e ha generato indignazione. A suo giudizio l'immoralità andata in onda in occasione del via dei Giochi è l'ennesima dimostrazione lampante della "portata della minaccia che affrontiamo". Il fatto che chi porta avanti la "perversione Lgbt" come una libertà allo stesso tempo non può tollerare che gli atleti indossino il velo, ha aggiunto il presidente della Turchia, "rivela l'idea di libertà nelle loro menti". Dunque, alla luce di tutto ciò, ha fatto sapere di voler contattare direttamente Papa Francesco per affrontare la questione: Erdogan chiamerà Sua Santità "il prima possibile" per condividere con lui "l'immoralità commessa contro il mondo cristiano e contro tutti i cristiani". "L'evento che avrebbe dovuto unire le persone è stato aperto con ostilità verso i valori che rendono umane le persone. La lobby Lgbt ha conquistato l'Occidente", sono le parole che il sito Independent Turkce ha attribuito a Erdogan. Secondo cui - viene aggiunto su Rudaw - il progetto che si sta realizzando a Parigi si pone come obiettivo quello di "rendere gli esseri umani, che sono creature onorevoli, inferiori anche agli animali". Non solo Erdogan: anche Ali Khamenei, Guida suprema dell'Iran, ha contestato la cerimonia di apertura delle Olimpiadi.
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sartileonardo · 3 months
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Immoralità degli emolumenti capitalistici legati ai ricavi
di Roberto Dolci per Zafferano News
$56 miliardi possono essere i ricavi di una multinazionale come Intel, o la paga di Elon Musk: nel primo caso nessuno si stupisce, nel secondo il dibattito alza i toni a livello di curva sud. Come al solito, proviamo a distinguere tra legge, etica e logica.
Teniamo conto che questa cifra era già stata approvata dal consiglio di amministrazione aziendale, ma annullata da un giudice del Delaware, dove ha sede legale Tesla: perché mai un tribunale debba immischiarsi nei fatti leciti di un’azienda, visto che dovremmo essere in un sistema liberale e non in un gulag, è dubbio. La sentenza si basa sulla presunzione dell’eccessivo controllo di Musk sul resto del consiglio, qualifica la somma come “incomprensibile” (unfathomable), e decreta che questa retribuzione miliardaria sia annullata. La legge non ha nulla da ridire sulla paga stratosferica degli sportivi o artisti migliori, che sicuramente lanciano bene una palla, cantano sguaiatamente da un palco, ma non danno lavoro a tante persone quante ne dà Tesla. Infatti, il giudice non esprime alcun giudizio morale sul famoso imprenditore, né sulla cifra: insiste invece sulla presunta mancanza di effettivo controllo degli amministratori, a scapito degli azionisti. Dura lex, sed lex.
Oggi gli azionisti hanno votato e deciso di pagarlo, smentendo gli scrupoli del giudice. Questa cifra astronomica nasce nel 2018, quando Musk scommette tutto su una Mission Impossible: in quel momento l’azienda vale $59 miliardi e lui promette di aumentarne il valore fino a $650 miliardi. Non ci crede nessuno, forse nemmeno lui, e gli azionisti approvano questo piano di remunerazione in azioni che, nella quasi impossibile ipotesi dell’ottenimento dei risultati, gli darebbe i $56 miliardi. Ha scommesso, oggi ha vinto: etico o immorale?
In generale il consiglio di amministrazione è sempre dalla parte del CEO, e le cronache recenti ci raccontano delle paghe milionarie dei capi delle grandi aziende americane: dai $40 milioni all’anno nelle banche, ai $25 milioni nell’automotive, in USA paghiamo quattro o cinque volte quanto si fa in Europa, ed i risultati non lo giustificano. Perché mai il CEO di GM dovrebbe prendere cinque volte quello di BMW e undici volte quello di Honda, quando proprio la terza fa meglio delle altre due? Molti CEO presentano PowerPoint e tengono a dieta i loro dipendenti, dopo che già li han spostati nei paesi in via di sviluppo, ma non costruiscono nulla. Teniamo conto anche che paghe da $30-40 milioni l’anno consentono ad una serie di altri capi, da rettori universitari a direttori di ospedali e fondazioni, di guadagnare $3-4 milioni, e questo porta il famoso 0.1% della popolazione a prendere $3.3 milioni l’anno, mentre il 50% della popolazione americana non arriva a fine mese. E questo giudizio etico su cosa lo vogliamo dare: sulla cifra o sul prodotto? Fate il vostro gioco: è meglio una persona da $56 miliardi che ci dà milioni di posti di lavoro, razzi che atterrano in retromarcia, impianti biomedicali nel cervello, ed un Twitter su cui leggere di tutto, o migliaia di CEO che producono PowerPoint e prodotti noiosi per decine di milioni di dollari di stipendio?
Infine, la logica. Musk ha vinto una scommessa ritenuta impossibile, nessuno nel 2018 pensava potesse farcela. Pagarlo significa riconoscere il suo merito, l’indubbia dose di fortuna, ma anche tenerlo al timone per il futuro. Gli azionisti che in massa hanno approvato i $56 miliardi contano sul fatto che continui a far crescere l’azienda allo stesso modo. Pia illusione: il fatto che sia andato bene una volta non significa che faccia lo stesso in futuro. I concorrenti adesso ci sono, e molto aggressivi, mentre nel 2018 Tesla era sola in un mercato vergine. La crescita dei consumi energetici, una rete di distribuzione antiquata e la mancanza di caricatori sufficienti per tutte le EV in circolo, danno un contesto molto diverso rispetto a sei anni fa. Specialmente, la capacità di sorprendere di Musk è venuta meno: azionisti, politici, concorrenti ne hanno preso le misure. Logica vorrebbe pagargli i $56 miliardi per la scommessa vinta, ma a comode rate annuali, controllando che continui a crescere come negli anni precedenti.
Una cosa è certa: nessuno tra redazione e lettori di Zafferano.News ha l’imbarazzo di spendere $56 miliardi.
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wolfman75 · 5 months
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Ed Gein, vero nome Edward Theodore Gein (La Crosse, 27 agosto 1906 – Madison, 26 luglio 1984), è stato un serial killer statunitense.
Subito dopo la morte del fratello nel maggio 1944, verificatasi in circostanze misteriose, sei persone scomparvero dalle città di La Crosse e Plainfield tra il 1947 e il 1957. Gein è stato associato solo a due di essi, anche se è sospettato di ulteriori delitti. Commise atti di squartamento e necrofilia sulle vittime; era anche solito violare delle bare e costruirsi vari pezzi di arredo con le parti dei corpi. Le particolarità della sua vita e dei suoi crimini hanno ispirato film come Psyco, Deranged - Il folle, Non aprite quella porta, Il silenzio degli innocenti, Ed Gein - Il macellaio di Plainfield, Ed Gein: The Butcher of Plainfield e il personaggio di "Bloody Face" in American Horror Story: Asylum.
Edward T. Gein nacque il 27 agosto 1906 a La Crosse, nello Stato del Wisconsin, figlio di Augusta T. Lehrke (1878-1945) e di George P. Gein (1873-1940),[1] nonché fratello minore di Henry G. Gein (1902-1944). Suo padre era noto per essere un violento alcolizzato e, dopo essere diventato il titolare di una piccola drogheria per alcuni anni, si ritrovò disoccupato, salvo svolgere vari lavori come carpentiere, conciatore e commesso assicurativo, costringendo la famiglia a trasferirsi in una fattoria di 155 acri nella città di Plainfield, situata nella contea di Waushara. Augusta Gein, luterana e fanatica religiosa, era solita crescere i figli in uno stato di quasi totale isolamento, favorito anche dal luogo di residenza: la loro vita consisteva in scuola e lavoro nella fattoria, dove trasmise a Ed ed Henry il concetto dell'innata immoralità del mondo, l'odio verso l'alcolismo e che tutte le donne (esclusa lei) fossero prostitute e strumenti del diavolo; peraltro, il sesso era accettabile soltanto al fine di procreare. Ogni pomeriggio leggeva ai figli la Bibbia, in particolare passi dell'Antico Testamento nei quali si parla di morte, omicidio e punizione divina.
All'età di dieci anni Gein provò un orgasmo vedendo i suoi genitori macellare un maiale in un vicino casotto, mentre una volta raggiunta la pubertà, Augusta diventò sempre più invadente e possessiva: una volta, sorprendendolo mentre si masturbava nella vasca da bagno, gli afferrò i genitali definendoli «la maledizione dell'uomo» e lo immerse nell'acqua bollente per punirlo.
All'età di 21 anni la madre fece promettere a lui e ad Henry che sarebbero sempre rimasti entrambi vergini (promessa infranta dal fratello, che perciò venne spesso correlata alla sua misteriosa morte).
Con una corporatura esile e un atteggiamento piuttosto timido ed effeminato, Gein divenne bersaglio dei compagni più prepotenti, ed era anche noto per il continuo sogghigno che mostrava durante le conversazioni serie;
i compagni e gli insegnanti notarono anche la sua abitudine di ridere senza motivo, quasi come se volesse prenderli in giro. Nonostante la scarsa attitudine alla vita sociale, andava abbastanza bene a scuola, in particolare nella lettura.
Il 1º aprile 1940, George P. Gein morì all'età di 66 anni per insufficienza cardiaca, motivo per cui Ed e il fratello iniziarono a fare piccoli lavoretti in città per aiutare a coprire le spese di soggiorno. Da questo periodo in poi, il fratello Henry incominciò a rifiutare il punto di vista della madre Augusta e tentò di convincere anche Edward. Il 16 maggio 1944 i fratelli si trovarono in mezzo a un incendio nella fattoria: Edward raccontò alla polizia di aver perso di vista il fratello, ma fu poi in grado di indicare con precisione dove si trovava il corpo; sebbene fosse evidente che Henry aveva subito un trauma alla testa (fatto che avrebbe fatto sospettare e arrestare Ed) il perito locale giunse alla conclusione che fosse morto di asfissia nel tentativo di spegnere l'incendio.
Gein visse da solo con l'amata madre, ma meno di due anni dopo, il 29 dicembre 1945, Augusta morì dopo essere stata colpita da un ictus, lasciando l'afflitto figlio solo nell'isolata fattoria; la donna aveva già subito un primo attacco, in seguito al quale rimase paralizzata per alcuni mesi, quando subì un secondo colpo apoplettico che la portò alla morte. Edward pianse istericamente al suo funerale.
La morte di Augusta fece scomparire dalla sua vita quello che molti psicologi criminali definiscono come "l'unico filo che ancora ne preservava la sanità mentale".
Il 16 novembre 1957 Bernice Worden, proprietaria di una ferramenta nonché madre del vice-sceriffo di Plainfield, sparì nel nulla. Un residente locale segnalò che il camion del negozio era stato spostato dal retro dell'edificio attorno alle 9.30 e che l'esercizio era rimasto chiuso per l'intera giornata: alcuni credevano fosse a causa della stagione di caccia dei cervi. Il figlio della donna, il vicesceriffo Frank Worden, entrò nel negozio verso le 17 e trovò il registratore di cassa aperto e macchie di sangue sul pavimento; dichiarò agli investigatori che Ed Gein era stato nel negozio la sera precedente la scomparsa della madre e che era ritornato la mattina successiva per un gallone di antigelo: il relativo scontrino fu l'ultimo scritto da Bernice nel giorno della sua scomparsa. Durante la sera dello stesso giorno, Gein fu arrestato in una drogheria di West Plainfield e la sua casa fu perquisita. Un vicesceriffo della contea di Waushara scoprì il corpo decapitato di Bernice Worden in un capanno nella proprietà di Gein, appesa per le caviglie, aperta in due a partire dalla vagina e con delle corde legate ai polsi. La donna era stata "squartata come un cervo". Era stata uccisa dal colpo di una carabina calibro 22. La testa fu invece rinvenuta in un'altra stanza della casa, con due chiodi conficcati ai lati: Ed aveva intenzione di appenderla al muro come un trofeo.
Cercando nella casa le autorità trovarono:
venti nasi;
frammenti e ossa integre (umane);
un cestino fatto di pelle umana;
teschi sulla testata del letto di Ed;
un corsetto fatto a partire da un torace femminile scuoiato dalle spalle alla vita;
gambali creati con pelle umana;
la maschera creata con il viso di Mary Hogan in un sacchetto di carta;
il teschio di Mary Hogan in una scatola;
la testa di Bernice Worden in un sacco di iuta;
nove vulve in una scatola di scarpe;
il vestito di una giovane donna e le vulve di due donne, che avrebbero avuto circa quindici anni;
una cintura fatta di capezzoli umani;
unghie femminili;
dieci teste di donne come decorazioni nella camera da letto;
pelle umana usata come tappezzeria per lampade e sedie;
calotte craniche trasformate in ciotole;
un cuore umano (si discute su dove sia stato trovato; gli addetti al rapporto affermano tutti che fosse in una casseruola nella stufa, mentre dei fotografi della scena del crimine affermarono che fosse in una scatola di carta);
due labbra umane che decoravano una finestra;
un tamburo fatto di pelle umana;
femori usati come gambe per un tavolo;
nove maschere fatte di pelle umana;
una colonna vertebrale adibita a lampada;
vestiti fatti di pelle umana.
Questi reperti furono fotografati in laboratorio e poi distrutti.
Gein confessò di avere dissotterrato una donna di mezza età recentemente sepolta che somigliava molto a sua madre, di averne portato il cadavere a casa e di averne lavorato la pelle per farne manufatti. Fece quaranta visite notturne al cimitero, dichiarando di essere, durante ogni visita, in uno stato confusionale e violò circa diciotto tombe. Disse di essere tornato in sé durante trenta visite, all'incirca, e di aver dunque lasciato le tombe in perfetto ordine prima di ritornare a casa a mani vuote.
Gein ammise di aver rubato da nove tombe di cimiteri locali e condusse gli investigatori presso queste ultime. Allan Wilimovsky, della scientifica, partecipò all'apertura di tre tombe identificate da Gein: i feretri erano in casse di legno, le assi erano poste di traverso e la sommità era almeno a 60 centimetri dalla superficie. Gein aveva profanato le tombe subito dopo i funerali, quando non erano ancora state perfettamente interrate. Alcune tombe furono esumate perché le autorità erano incredule circa la possibilità che Gein avesse dissotterrato da solo una tomba in una sola notte; furono trovate, come egli descrisse, due tombe vuote (una aveva una spranga sul fondo), una bara fu trovata vuota, l'altra non era stata aperta da Gein poiché aveva perso il suo piede di porco e la maggior parte del corpo della terza bara era invece stato preso.
Una giovane di sedici anni, i cui genitori erano amici di Gein, segnalò che questi conservava teste rinsecchite nella sua casa: queste erano state descritte da Gein come reliquie dalle Filippine, inviategli da un cugino che aveva partecipato alla seconda guerra mondiale. In seguito alle indagini della polizia, fu scoperto che le "reliquie" altro non erano che pelle umana utilizzata per creare maschere.
Gein fu considerato sospettato anche in molti altri casi irrisolti nel Wisconsin, quali la scomparsa di una babysitter di La Crosse, Evelyn Hartley, nel 1953.
Durante l'interrogatorio confessò inoltre di aver ucciso Mary Hogan, dipendente di una taverna scomparsa dal 1954, e lasciò anche intendere di aver commesso altri delitti in gioventù, tra cui l'omicidio di una ragazzina scomparsa diversi decenni prima da Plainfield.
La letteratura considera l'usare pelle di donna come un "rituale folle di travestitismo".
Si pensa che Gein sperimentasse anche una forma di necrofilia, ricavando piacere sessuale dai cadaveri mutilati, ma Gein negò sempre di aver avuto rapporti coi cadaveri riesumati, perché avevano un cattivo odore. Confessò che dopo la morte della madre aveva avuto il desiderio di cambiare sesso: secondo molti egli aveva creato il suo "abito da donna" per poter assumere le sembianze della madre.
L'unica stanza pulita e tenuta in ordine della casa era proprio la camera da letto della madre, come prova della morbosa ossessione che il figlio aveva nei confronti della donna (e del forte ascendente che ella aveva su di lui).
Gein fu giudicato mentalmente instabile e incapace di sostenere il processo e fu condotto all'ospedale statale centrale (ora Dodge Correctional Institution) a Waupun, nel Wisconsin. Durante il processo la sua dichiarazione: «Non ho mai ucciso un cervo» preoccupò molto i suoi vicini di casa, ai quali Edward aveva spesso offerto carne di cervo, da lui cacciato e cucinato: molto probabilmente era carne umana.
In seguito l'ospedale fu trasformato in prigione e Gein fu trasferito all'ospedale statale Mendota a Madison. Nel 1968 i medici di Gein stabilirono che era abbastanza sano da sostenere il processo, tuttavia fu discolpato per infermità mentale. Scampata la sedia elettrica, Ed Gein passò gli ultimi sedici anni in un manicomio criminale.
Fonte: https://it.m.wikipedia.org/wiki/Ed_Gein
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ilghila · 9 months
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Il Metodo Fiducia Supplicans: Come Maledire Chi È Nel Peccato
Vescovo maledetto danna i peccatori benedicendone i peccati bestemmiando così per la più grande gioia di Satana e dei suoi accoliti 1 Corinzi 5: “1 Si sente da per tutto parlare di immoralità tra voi, e di una immoralità tale che non si riscontra neanche tra i pagani, al punto che uno convive con la moglie di suo padre. 2 E voi vi gonfiate di orgoglio, piuttosto che esserne afflitti, in modo che…
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daniela--anna · 10 months
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Beauty is subjective,
while ugliness is not, that is not questionable, because it has the appearance of evil.
©D.C.
“For example, evil reasoning comes from the heart: immorality, adultery, theft, false testimony, blasphemy, [and] murder.”
(Matthew 15:19) jw.org
#GiuliaFilippo
La bellezza è soggettiva,
mentre la bruttezza no, quella non è opinabile, perché ha le sembianze del male.
©D.C.
"Per esempio, dal cuore vengono ragionamenti malvagi: immoralità, adultèri, furti, false testimonianze, bestemmie [e] assassinii"
(Matteo 15:19) jw.org
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giancarlonicoli · 11 months
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2 nov 2023 09:21
“QUANDO RIVEDO CERTI VIDEO MI VERGOGNO, NON SONO IO, È IL MIO GEMELLO SCEMO” – EZIO CAPUANO, IL MISTER STRACULT DEL TARANTO (CHE URLA AI GIOCATORI “IO VI SQUARTO!”), APRE LE VALVOLE: “SONO AUTOREVOLE E AUTORITARIO. GLI ORECCHINI AL CAMPO NON CI DEVONO ESSERE, LA MUSICA NELLO SPOGLIATOIO NON DEVE ESISTERE” – ALLENA DA 30 ANNI MA NON HA MAI SUPERATO IL CONFINE DELLA SERIE C: “MI CHIAMANO PER MISSIONI IMPOSSIBILI. SONO UNA SPECIE DI PRONTO SOCCORSO, SUCCEDE UN INCIDENTE, CHIAMANO ME ”– I SOLDI: “HO GUADAGNATO TANTISSIMO. LI HO BRUCIATI TUTTI, PENSO A...” – VIDEO -
Estratto dell’articolo di Paolo Tomaselli per il “Corriere della Sera”
Allena da più di 30 anni, non ha mai superato il confine della C. Eppure Ezio Capuano, tecnico del Taranto, è diventato di culto sui social per le esternazioni senza filtri.
«Lo so, ma quando rivedo certi video mi vergogno, perché quello non sono io: è il mio gemello scemo».
La tradisce la tensione?
«Purtroppo vivo il calcio pensando a chi non ha soldi per la pizza perché li spende per la partita».
A volte si commuove.
«Quando la vivi così, piangi pure, perché il calcio non è altro che l’essenza di emozioni. È l’attesa della gioia, come il Sabato del villaggio di Leopardi: quando la gioia si concretizza, poi non esiste più».
Con i calciatori com’è?
«Un allenatore deve essere come un padre e far crescere i giocatori: i miei figli li baciavo mentre dormivano, ma di giorno gli davo torto».
Le minacce di allenamenti all’alba sono rimaste tali?
«Sì. Sono autorevole e autoritario, ma niente follie».
In spogliatoio la democrazia non funziona?
«L’allenatore è un totem: devi essere seguito e per riuscirci devi essere meritocratico, onesto nelle scelte. Ma non tutti sono diligenti».
Cosa la fa arrabbiare?
«Gli orecchini al campo non ci devono essere, la musica nello spogliatoio non deve esistere. Un calciatore mi fa arrabbiare quando si allena male, quando non dà il meglio di se stesso e toglie la gamba in un contrasto».
Un giocatore diffuse l’audio in cui lei urlava «vi squarto» che le valse il Tapiro d’oro. Come l’ha vissuta?
«Quello che accade in uno spogliatoio non può essere riportato. Per me fu un fatto grave, fui costretto a mettere fuori il giocatore».
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Zeman dice che lei non ha mai avuto grandi squadre, ma si fa sempre seguire dai giocatori. È così?
«Un allenatore deve valorizzare al meglio il materiale che ha. In uno spogliatoio devi portare dalla tua parte trenta persone, che non ti devono temere, ma rispettare e ritenere bravo. E lo devi dimostrare ogni giorno, con coerenza. Se sbagli una volta non ti seguono più».
[…]
Spesso l’hanno chiamata per le missioni impossibili.
«Per questo mi sono paragonato a Santa Rita da Cascia, protettrice dei casi disperati. Ma anche a Robin Hood. Sono una specie di pronto soccorso: succede un incidente, chiamano me. Ho fatto imprese e vissuto degli esoneri».
Anche per immoralità?
«In un Puteolana-Tricase di 21 anni fa mi fu chiesto di favorire il Tricase, vincemmo la partita e fui cacciato. La mia storia è una storia di grande professionalità e sensibilità: vivo per far felice la gente».
Qualche suo collega potrebbe risentirsi?
«Non lo so, io conosco la mia storia: non ho mai barattato una panchina importante per una categoria superiore».
Rifiutò l’Empoli in B?
«Sono un uomo d’onore e avevo un triennale col Modena. Poi sono stato l’unico tesserato che non ha preso un euro nel fallimento».
Ma non è che ha paura di allenare più in alto?
«Sono un uomo di grande coraggio: convivo con la paura, ma non mi faccio attanagliare. Purtroppo è mancato ad altri il coraggio di darmi questa possibilità. Perché poi avere a che fare con Capuano non è facile. Capuano non lo puoi gestire».
Ma chi è Ezio Capuano?
«Nell’intrinseco bisognerebbe conoscerlo. Nasco da una famiglia di cultura, anche a livello ecclesiastico, perché il fratello di mia madre è stato generale dei Domenicani.
Mio padre era professore universitario. Mio fratello è uno dei diabetologi più importanti, dirige l’azienda farmaceutica Lilly. Un altro fratello è stato manager della Menarini».
[…]  
I complimenti via social di Allegri per la salvezza del Taranto come nascono?
«Conosco un po’ tutti e con lui c’è un grande rapporto, nato quando ancora giocava».
Anche lui viene accusato di non dare spettacolo.
«L’essenza del calcio è risultato, il resto è aria fritta. Gioca bene la squadra che ha equilibrio. E un allenatore deve un essere bravo pittore: con i colori a disposizione deve fare un buon quadro. Ma nel calcio tutti possono parlare».
È vero che con Mourinho lei si definì «Mini One»?
«No, me l’hanno appioppato altri quel soprannome».
[…]
 «Mio padre non voleva che facessi questo mestiere, ma veniva a vedere le partite di nascosto. Era orgoglioso, non dava mai un cenno, anche se era illimitatamente felice».
Se non avesse allenato?
«Mi sarebbe piaciuto fare il giudice, perché avrei agito secondo principi sani, senza mai farmi influenzare».
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Che rapporto ha coi soldi?
«Li ho bruciati, penso a far vivere bene la famiglia. Ho guadagnato tantissimo, senza dare mai valore al denaro».
Ma il gatto nero nella gara decisiva per il Taranto dello scorso campionato?
«Non so chi l’ha buttato, ma in quella porta abbiamo preso tre pali. La vittoria è stata portare cinquemila tifosi. Al mio arrivo erano trecento».
È il suo marchio.
«Friggo il pesce con l’acqua: mi interessa far crescere i giocatori, costruire».
Perché cita spesso il manicomio di Montelupo?
«Era vicino a Empoli e ci lavorava il suocero di Montella, che accompagnavo a Montelupo. Quando vedevo cose assurde, gli dicevo “sei da manicomio di Montelupo”. Ma uso spesso anche Alcatraz. Perché nel calcio si vede di tutto».
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pettirosso1959 · 1 year
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A Senago non c'è stato alcun femminicidio. C'è stato un duplice omicidio.
Credo che rimettere al proprio posto le corrette terminologie sia essenziale.
Non esiste il femminicidio, esiste l'omicidio.
Questo voler distinguere , questa volontà nella separazione di un insieme che è inscindibile, da parte della solita stampa, prelude e vuol far portare ad una differenza di grado, di gravità nell'atto di uccidere, che non esiste, che non può neanche essere preso in considerazione e che è figlio di questa società malata terminale di politicamente corretto ed ormai irrecuperabile.
Non esistono omicidi di serie A, al quale il "femminicidio" apparterebbe, per supposta maggior gravità, ed omicidi di serie B, vale a dire quelli in cui è il soggetto di sesso femminile che accoppa quello di sesso maschile, o, anche, quello in cui i due sessi, identici, si uccidono tra di loro.
Se una donna ne uccide un'altra, cosa che non solo è accaduta spessissimo, ma accadrà ancora, cos'è ?
Un femminicidio anche quello ?
Il termine però, quando accade, non viene adoperato.
Ancora.
Questo fatto di sangue, sul quale come al solito i media stanno sciacallando, nel quale stanno sguazzando, attraverso il quale hanno deciso di campare per settimane, forse mesi, a me, ma forse solo a me, pare il non-plus ultra delle umane miserie morali.
Il narcisismo, la vanità , la miseria dell'animo, l'immoralità diffusa, oggi imperversano, imperversano ed uccidono quasi quanto le mafie.
Questa epoca è talmente malridotta, talmente messa male, che di vittima e assassino oggi, il lettore più morboso, più malato, che è poi quello che segue le varie trasmissioni inutili che seguiranno, può godere di interi book fotografici messi a disposizione dai giornali attraverso i dati presenti sui social.
Book fotografici che non avrebbe, invece, se carnefice e vittima non comparissero svestiti, non fossero di bella presenza, non rappresentassero la quintessenza, ENTRAMBI, non uno sì e uno no, del vanesio, del frivolo, dell'inutile.
Non li avrebbe , semplicemente, perché i giornali non li pubblicherebbero, perché persino nell'atto di riportare la notizia di un assassinio efferato, deve esserci fotogenicità, più o meno tamarra, più o meno cafonesca, ma fotogenicità.
E tutto questo vociare, questo parlare, questo informare dei minimi particolari persino dell'interrogatorio davanti agli inquirenti, come se ci fosse stato un cronista presente, nascosto nel cestino dei rifiuti, non ci sarebbe stato se le vite di assassino e vittima non fossero state eticamente disordinate, sballate, ingarbugliate manco quelle di una telenovela brasiliana anni ottanta.
Lui mette incinta lei (non sposati) e contemporaneamente ne mette incinta un'altra (che pare la fotocopia dell'uccisa, sempre senza sposarsela) all'insaputa di lei e pure di quell'altra, che poi si conoscono, si compatiscono, si coalizzano e mettono nei guai l'inseminatore indefesso, questa specie di Rodolfo Valentino, di Alain Delon dei poveri, che, preso "dai turchi", uccide a coltellate la compagna al settimo mese di gravidanza.
Follia esistenziale pura.
E la cosa che più mi fa schifo, la cosa vomitevole, che fa cagare, è che CHI vorrebbe fare il moralizzatore, anche lessicale, con termini neo-linguistici alla Burgess o alla Orwell, come "femminicidio", è oggi il maggior responsabile della diffusione di quella immoralità che ad esso, e a tanti altri fatti di sangue, porta.
Sto parlando dei fottuti media, ovviamente. Da G. S.
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basidellislam · 1 year
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ISLAM 101: La Tua Famiglia: Parte 3
Il matrimonio nell’Islam
Il matrimonio crea una relazione tra le più importanti dal punto di vista islamico.
Il matrimonio rappresenta tra le più importanti relazioni sociali che l’Islam prevede ed incoraggia; esso è una tradizione dei profeti.
L’Islam attribuisce molta importanza alle regole del matrimonio, ai suoi principi etici, ai diritti e doveri coniugali; ciò al fine di rendere tale relazione stabile e duratura, di formare una famiglia forte dove i bambini crescono in modo sano e sereno, seguendo la retta via dell’Islam e perseguendo il successo in tutti i campi della vita.
Alcuni fra questi principi:
L’Islam ha stabilito alcune regole sia per il marito che per la sposa, affinché il loro matrimonio sia valido.
Condizioni relative alla sposa:
1) Che la sposa sia Musulmana o appartenente alla Gente del Libro (Ebrea o Cristiana) credente nella sua religione; tuttavia l’Islam ci invita a cercare la donna Musulmana devota, in quanto essa sarà madre ed educatrice dei nostri figli e ci aiuterà nel seguire la retta via e compiere il bene. Come ha detto il Profeta (pace e benedizioni di Allah su di lui): “... sposa dunque una donna pia, affinché tu possa prosperare” (Bukhari 4802, Muslim 1466).
2) Che la donna sia casta e di sani principi; infatti è vietato il matrimonio con una donna nota per la sua corruzione e immoralità. Come ha detto l’Altissimo: “[Vi sono lecite] le donne credenti e caste, e le donne caste di coloro cui fu data la Scrittura prima di voi” (Corano 5, 5).
3) Non deve essere una delle donne con cui è vietato ad un uomo di sposarsi in modo assoluto, come precedentemente spiegato. Non è inoltre consentito sposarsi con due sorelle allo stesso tempo, oppure con la zia materna o paterna della moglie, mentre si è ancora sposi di quest’ultima.
Condizioni relative allo sposo:
Lo sposo deve essere Musulmano. L’Islam vieta il matrimonio di una Musulmana con un non musulmano, sia pure egli appartenente alla Gente del Libro o ad altra tradizione religiosa. Il matrimonio è dunque valido se sussistono due condizioni:
La pratica religiosa.
Il buon comportamento.
Ha detto il Profeta (pace e benedizioni di Allah su di lui): “Se una persona di cui apprezzate religiosità e comportamento chiede la mano di vostra figlia, dategliela in sposa” (Tirmidhi 1084, Ibn Majah 1967).
Diritti e doveri dei coniugi
Allah ha stabilito diritti e doveri per entrambi i coniugi e ha raccomandato ad entrambi tutto quel che può sviluppare e mantenere una sana vita familiare. La responsabilità è condivisa: un coniuge non deve mai chiedere all’altro quel che è al di sopra delle sue possibilità. Così ha detto l’Altissimo: “Esse hanno diritti equivalenti ai loro doveri, in base alle buone maniere” (Corano 2, 228). È dunque necessaria la reciproca tolleranza e la mutua generosità affinché possa crescere e prosperare una buona famiglia.
I diritti della moglie:
1) Il sostentamento e l’abitazione:
Un uomo musulmano è moralmente obbligato a supportare la moglie e i figli con gentilezza.
- Il marito deve provvedere al nutrimento ed al vestiario della moglie, come pure di ogni sua altra necessità; deve inoltre garantirle un’abitazione adeguata. Tutto ciò, anche se ella fosse ricca.
- Com’è calcolato l’importo del mantenimento? Il valore di quanto il marito deve spendere per il mantenimento della moglie è commisurato alle disponibilità finanziarie del marito stesso, evitando sprechi e avarizie. Ha detto l’Altissimo: “L’agiato spenda della sua agiatezza, colui che ha scarse risorse spenda di quello che Allah gli ha concesso” (Corano 65, 7).
- Quando l’uomo spende per provvedere alla sua famiglia, non deve mai rinfacciare tali spese; deve anzi spendere e provvedere alla famiglia – come Allah ha detto – secondo le buone maniere, ovvero con gentilezza; infatti questo non è un favore che fa verso sua moglie, ma un diritto che la moglie ha nei suoi confronti.
- Spendere le proprie ricchezze per sostentare la famiglia porta ad un’enorme ricompensa divina. Ha detto il Profeta (pace e benedizioni di Allah su di lui): “Quando il Musulmano spende qualcosa per la sua famiglia sperando nella ricompensa divina, tale spesa sarà contata per lui come un atto di carità” (Bukhari 5036, Muslim 1002). E ha inoltre detto (pace e benedizioni di Allah su di lui): “Non c’è spesa che farai – se accompagnata dall’amore per Allah – fosse pure il boccone di cibo che offri a tua moglie, senza che otterrai per questo la ricompensa divina” (Bukhari 56, Muslim 1628). Chi invece non rispetta il suo dovere di spesa o è avaro pur potendo spendere, compie in verità un grande peccato, come ha detto il Profeta (pace e benedizioni di Allah su di lui): “Commette di fatto un peccato chi lesina nel provvedere a quanti sono alle sue dipendenze” (Abu Dawud 1692).
2) Vivere con gentilezza:
La vita in comune può essere caratterizzata dalla gentilezza solo se si basa sul buon comportamento, sulle maniere gentili, sulle parole dolci, sulla tolleranza degli errori e mancanze di cui nessuno è esente. Ha detto l’Altissimo: “Comportatevi verso di loro convenientemente. Se provate avversione nei loro confronti, può darsi che abbiate avversione per qualcosa in cui Allah ha riposto un grande bene” (Corano 4, 19).
Ha detto il Messaggero di Allah (pace e benedizioni di Allah su di lui): “Il credente con la fede più alta è quello dal comportamento migliore; i migliori fra voi sono quelli che hanno il comportamento migliore con le loro mogli” (Tirmidhi 1162).
Ha detto il Messaggero di Allah (pace e benedizioni di Allah su di lui): “In verità il credente con la fede più alta è quello dal comportamento migliore ed il più gentile con la sua famiglia” (Tirmidhi 2612, Ahmad 24677).
Ha detto il Messaggero di Allah (pace e benedizioni di Allah su di lui): “Il migliore di voi è il migliore nel comportamento con la sua famiglia ed io sono il migliore nel comportamento con la mia famiglia” (Tirmidhi 3895).
Uno dei Compagni si rivolse al Messaggero di Allah (pace e benedizioni di Allah su di lui) chiedendogli: “O Messaggero di Allah, qual è il diritto di una moglie nei confronti del marito?”. Rispose: “Nutrila quando ti nutri, vestila quando ti vesti, non colpirla al volto, non accusarla né separarti da ella se non all’interno della vostra abitazione” (Abu Dawud 2142).
3) Pazienza e tolleranza:
L’uomo deve tenere in conto che la natura femminile è diversa da quella maschile; deve anche saper considerare la vita da ogni punto di vista: nessun essere umano è esente da errore. Dobbiamo quindi essere pazienti e tenere in considerazione gli aspetti positivi della personalità del coniuge, come affermato nel Corano: “Non dimenticate la generosità tra voi” (Corano 2, 237). Ed il Profeta (pace e benedizioni di Allah su di lui) disse: “Un credente non deve detestare una credente: se disapprova una parte del suo carattere, ne approverà un’altra parte” (Muslim 1469).
Il Profeta (pace e benedizioni di Allah su di lui) ha confermato l’importanza di essere gentili ed usare buone maniere con le donne; ma allo stesso tempo ci ha ammonito sul fatto che la natura psicologica femminile è diversa da quella maschile. Tale differenza è un elemento complementare all’interno della famiglia, non deve quindi diventare un motivo di divisione e divorzio. Egli (pace e benedizioni di Allah su di lui) ha detto: “Trattate bene le donne: la donna fu creata da una costola, quindi ella non si raddrizzerà in base alla tua maniera. Se vuoi trarne godimento, dovrai farlo accettandone i difetti. Ma se vorrai raddrizzarla, la spezzerai ovvero finirai col divorziarla” (Bukhari 3153, Muslim 1468).
4) Passare la notte con la moglie:
Il marito deve passare la notte con sua moglie come minimo un giorno ogni quattro. Se infatti è sposato con più mogli, egli deve trattarle in modo eguale.
5) La difesa della dignità e la protezione della moglie:
Quando un uomo si sposa, sua moglie diventa il suo onore. Egli dovrà quindi proteggere il suo onore fino alla morte, come ha detto il Profeta (pace e benedizioni di Allah su di lui): “Chi muore per difendere la sua famiglia, muore da martire” (Tirmidhi 1421, Abu Dawud 4772).
6) Non divulgare i segreti coniugali:
È vietato al marito di parlare delle cose personali riguardanti sua moglie, come pure di quel che avviene fra i due coniugi. Il Messaggero di Allah (pace e benedizioni di Allah su di lui) ha infatti detto: “La persona nella situazione peggiore nel Giorno della Resurrezione sarà colui che avendo avuto rapporti coniugali con la moglie, poi ne divulga i segreti ad altri” (Muslim 1437).
7) Non è consentita l’aggressività né l’ostilità nei confronti della moglie:
L’Islam contempla una serie di misure per risolvere i problemi coniugali. Tra queste:
- È necessario innanzitutto cercare una soluzione attraverso il dialogo, il consiglio e l’ammonimento per correggere gli sbagli commessi.
- L’uomo può ricorrere alla sospensione della parola non rivolgendosi alla moglie fino ad un massimo di tre giorni. Se questo non è sufficiente, allora egli può sospendere i rapporti coniugali, ma senza abbandonare il tetto coniugale.
- ‘A’ishah (Allah sia soddisfatto di lei) ha detto: “Il Messaggero di Allah (pace e benedizioni di Allah su di lui) non ha mai picchiato una donna né un servitore, eccetto nel corso di una battaglia sulla via di Allah”.
8) Istruirla e consigliarla:
L’uomo deve saper stabilire ordini e divieti per la famiglia; egli deve saper guidare la famiglia alla via del Paradiso e proteggerla dal fuoco infernale, agevolando e promuovendo l’obbedienza ad Allah e vietando le cose illecite. Similmente la donna deve consigliare il marito e guidarlo al bene, educare i figli secondo i valori islamici. Ha detto l’Altissimo: “O credenti, preservate voi stessi e le vostre famiglie, dal Fuoco” (Corano 66, 6). E ha detto il Messaggero di Allah (pace e benedizioni di Allah su di lui): “… e l’uomo è pastore della sua famiglia e responsabile del suo gruppo” (Bukhari 2416, Muslim 1829).
9) Rispettare le condizioni stabilite dalla moglie:
Se la donna – all’atto del matrimonio – pone una condizione islamicamente accettabile, come un tipo particolare di abitazione o un certo ammontare di spesa ed il marito accetta tale condizione, allora egli è tenuto al rispetto di tale condizione. Infatti il contratto matrimoniale è un atto solenne le cui condizioni diventano un vincolo obbligatorio. Ha detto il Profeta (pace e benedizioni di Allah su di lui): “Le condizioni che dovete rispettare con maggior fedeltà sono quelle che rendono le spose a voi lecite [il contratto di matrimonio]” (Bukhari 4856, Muslim 1418).
Diritti del marito:
1) Obbedienza con le buone maniere:
Allah ha fatto dell’uomo il sostegno della donna, cioè responsabile di essa, della sua guida e protezione. A tal fine Allah ha creato l’uomo con caratteristiche specifiche ed ha imposto all’uomo particolari obblighi economici. Ha detto l’Altissimo: “Gli uomini sono responsabili delle donne, a causa di quel che Allah concede agli uni rispetto ad altri e perché spendono [per esse] i loro beni” (Corano 4, 34).
2) Soddisfare le necessità sessuali del marito:
Fa parte dei diritti del marito nei confronti della moglie, quello di poter avere relazioni sessuali con lei. È quindi raccomandato che la moglie si faccia bella per suo marito. Invece la moglie compie un grave peccato se rifiuta l’invito del marito alla relazione sessuale; questo tranne nel caso di un impedimento legale, come le mestruazioni, il digiuno obbligatorio, la malattia, ecc.
3) Non è consentito alla moglie far entrare in casa qualcuno che lui non desidera:
È diritto del marito che la moglie non permetta che entri in casa qualcuno che lui non desidera. Ha detto il Messaggero di Allah (pace e benedizioni di Allah su di lui): “Non è consentito alla donna di digiunare [eccetto il digiuno obbligatorio] in presenza del marito, se non col suo permesso; e non le è consentito far entrare in casa nessuno se non col suo permesso” (Bukhari 4899).
4) Non è consentito alla moglie uscire di casa se non col permesso del marito:
È diritto del marito che la moglie non esca di casa se non col suo permesso; tale permesso può essere concesso in modo specifico per un caso particolare o in modo generale affinchè la moglie, ad esempio, possa recarsi regolarmente al lavoro o per altre sue necessità.
5) Servire il marito:
È raccomandato che la moglie sia premurosa nei confronti del marito, preparandogli il cibo e impegnandosi in tutti gli altri affari domestici.
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Romanzi esistenzialisti, un viaggio alla scoperta dei più importanti
Il movimento esistenzialista è stato uno dei movimenti letterari più influenti del XX secolo, e ha prodotto alcuni dei romanzi più importanti della letteratura moderna. Gli scrittori esistenzialisti si sono concentrati sulla condizione umana, sulla solitudine, sull'alienazione e sulla ricerca di significato nella vita. In questo articolo, esploreremo alcuni dei romanzi esistenzialisti più significativi. Quale fu il primo vero autore tra i romanzi esistenzialisti? Il romanzo che spesso viene indicato come l'inizio del movimento esistenzialista è "Lo straniero" di Albert Camus. Pubblicato nel 1942, il libro segue la vita di Meursault, un uomo che vive una vita banale e priva di significato. Dopo aver ucciso un uomo, Meursault si trova a confrontarsi con la propria esistenza e con il significato della vita stessa. Il romanzo di Camus è noto per il suo stile semplice e diretto, e per la sua esplorazione dell'assurdità della vita. Qual è un altro esempio di romanzo esistenzialista? Un altro romanzo esistenzialista importante è "La nausea" di Jean-Paul Sartre. Pubblicato nel 1938, il libro segue Antoine Roquentin, un uomo che si sente estraneo al mondo che lo circonda. Roquentin cerca di trovare un significato nella vita, ma alla fine si rende conto che la vita è essenzialmente senza senso. "La nausea" è noto per il suo stile introspettivo e per la sua esplorazione dell'alienazione umana. Kierkegaard è uno scrittore esistenzialista? "Il diario di un seduttore" di Søren Kierkegaard è un altro romanzo esistenzialista importante. Pubblicato nel 1843, il libro segue la vita di un seduttore che cerca di conquistare una donna. Ma mentre cerca di raggiungere il suo obiettivo, il seduttore si rende conto che la sua vita è priva di significato e che la sua attività amorosa è solo un modo per evitare di affrontare la sua vera solitudine. Il romanzo di Kierkegaard è noto per il suo stile filosofico e per la sua esplorazione della condizione umana. Camus e l'esistenzialismo "La caduta" di Albert Camus è un altro romanzo esistenzialista importante. Pubblicato nel 1956, il libro segue la vita di Jean-Baptiste Clamence, un avvocato che vive a Parigi. Dopo aver commesso un peccato terribile, Clamence si rende conto della propria immoralità e cerca di trovare il perdono attraverso il confronto con se stesso e con gli altri. "La caduta" è noto per la sua esplorazione del tema della colpa e per il suo stile psicologico. Foto di Michaela, at home in Germany • Thank you very much for a like da Pixabay Read the full article
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