Tumgik
#non so che dirvi
masakousuke · 8 months
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Aspetta che lo ripeto un attimo
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L M A O
Ok credo sia passato il messaggio.
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mccek · 8 months
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Lettera aperta a tutti quelli che che mi hanno conosciuto. 
Passano gli anni ma mi rendo conto che chi sta meglio di me in realtà sta peggio. 
Persone che ho sempre voluto vedere felici, che mai avevo visto nemmeno di persona, hanno cercato di usarmi pensando fossi ingenuo, ma la bontà non è sinonimo di ingenuità, di debolezza, io ho aperto le porte a chiunque, perché dentro non smetterò mai di abbandonare quel bambino che sono stato, che condivideva anche i sorrisi che non aveva per sé stesso, ma che non avrebbe passato la notte se avesse saputo che il suo “amichetto/a” il giorno dopo avesse avuto il broncio. 
Perché siete “cresciuti” dando spazio all’odio? 
Perché anziché promettere ad altri non promettete a voi stessi di ritrovarvi? 
Di guardarvi dentro una volta tanto, e affondare nel male che avete condiviso con me, anziché condividere quella parte di “esseri umani” che era ancora insita in voi? 
Se foste stati di parola, come a quegli anni, non mi avreste mai abbandonato, così dicevate. 
Vedere lasciare soffrire una persona non rientrerà mai nei mei pensieri, anche se fosse qualcuno che, come successo fino all’altro ieri, ha fatto di tutto per mettermi i bastoni fra le ruote, no, perché so che anche il peggiore ha dentro qualcosa di positivo da condividere con chi gli sta accanto, solo che non lo sa, ma anche se fosse, non ci proverebbe minimamente a mostrarlo, l’egoismo è letale. 
Parto sempre dal presupposto che non ho lezioni da dare a nessuno, sono anni che passo muto ad osservarvi, non ho mai commentato una virgola, chi sarei per farlo? 
È proprio per questo, che ho preso in mano una penna e ho iniziato a sfogare tutto ciò che avevo dentro, quello che avrei voluto dirvi, ma sarebbero stati guai a raccontarvi quello che provavo, perché un consiglio oggi è visto come una condanna. 
Eppure vi ho sempre lasciato sfogare con me, vi ho sempre ascoltato, anche quando ne avevo le palle piene, avevo i problemi a casa con mia mamma e la sua maledetta malattia, io per anni non sono esistito per voi, ma non me ne vergogno, ho ammesso anche io i miei sbagli, ho chiesto scusa, anche quando non non mi andava di farlo, e soprattutto quando non c’era motivo per scusarmi, ma pensavo: “Magari domani sanno che potranno sfogarsi nuovamente con me, si sentiranno più liberi dal peso che questa società ci scaglia addosso”.
Quanto male mi son fatto!
Ma rifarei di nuovo tutto, vi verrei di nuovo incontro, vi vorrei vedere sorridere solo a sentirmi parlare, vi vorrei tutti più uniti, come da piccoli ricordate? 
Non c’era bimbo/a che stesse solo. 
Perché qualcuno andava a recuperarlo, anche a costo di restarci solo assieme. 
Ma abbiamo dimenticato, come si dimentica la storia, stessa identica cosa. 
Di voi ricordo ciò che dicevate tutti: “Mattia non cambiare non diventare come gli altri, hai qualcosa in più che non riuscirò mai a spiegarti”, questa frase me la ricordo ogni mattina quando mi sveglio, da quanti anni ormai? Troppi. 
Permettetemi una domanda? 
Perché voi siete cambiati? 
Per piacere a gente che poi vi ha fatto lo stesso gioco che avete fatto con me? 
Perché farsi del male da soli? 
Perché arrivare a non guardarsi più in faccia? 
E poi c’è ancora qualcuno che pensa di cambiare il mondo? 
Sì, uno ce n’era, il sottoscritto, ma non voleva cambiare il mondo, solamente la sua generazione, il mio sogno più grande, che continuerò anche se con molto sconforto, a portare avanti, “UNO CONTRO TUTTI”, chissà se ora qualcuno, capirà/collegherà tante mie frasi passate a cosa fossero collegate. 
Siete riusciti a darmi contro per una canzone su ciò che ho vissuto sulla mia pelle, e sono stato zitto, scendeva una lacrima, ma stavo zitto, so che qualcuno ancora l’ascolta e sappiate che vi leggo spesso nei commenti, e mi fa sorridere il fatto proprio da chi mi “odiava” ingiustificatamente alla fine è finito a farmi i complimenti, ma no, io non voglio queste cose, voglio solo capire perché un giorno disprezzate e l’altro apprezzate una persona come nulla fosse, ma non sapreste spiegarmelo, ne sarei sicuro. 
Io ho tanti di quei testi scritti negli ultimi anni, che spesso mi faccio paura da solo, non mi rendo conto di quanti ne scrivo, di quante cose il cuore comunica alla mano che spesso trema, come non volesse accettare quelle cose, ma deve, dobbiamo, accettare tutto in questa vita, ma io in primis non vorrei mai. 
Come non ho mai accettato le malattie di mia madre, la morte degli unici amici che avevo fin da quando ero adolescente, che sono gli angeli in terra che hanno evitato quel pensiero maledetto che avevo di togliermi la vita…ma qui mi fermo, perché ognuno di noi non accetta il passato, quindi si blocca, respira, e sa, che se continuasse a pensare a tutto ciò, prima o poi sarebbe lui stesso ad andarsene. 
Purtroppo la rabbia generata dalla mia generazione, da chi è passato per la mia anima, e dai quali ho voluto assorbire, pur di evitare di vedervi soffrire ancor di più, mi ha ucciso dentro.
Voi tutti qui, fuori da qui, avete visto Me per quel poco che mi è rimasto da far vedere esteriormente, con un maledetto sorriso che non farò mai mancare a nessuno, gentili o meno che siate con me; quelle poche volte che stavo al centro estivo le animatrici mi dicevano che un mio sorriso giornaliero, era la carica per tutti i ragazzi dello staff, e chi sono io per tenere musi?
Dentro non esisto più, da anni, ma sto cercando di recuperarmi, pezzo per pezzo, forse non mi basterà il resto della vita, ma voglio ritrovarmi anch’io. 
Il “numero uno” non esiste, qui dietro al mio essere, c’è solo tanta fragilità, tanta voglia di donare amore, un po’ di spensieratezza, anche se momentanea, di rialzare chi è a terra e spronarlo a rigenerarsi, assieme, mai da soli. 
Questa società c’ha fatto sbranare fra di noi, fatto credere che uno potesse essere meglio dell’altro, che potesse avere tutti ai suoi piedi, e noi ci abbiamo creduto, dai più piccoli ai più grandi, passando da un social alla vita reale, visto che ormai non c’è più differenza fra quest’ultime.
Voglio essere sincero con me stesso fino all’ultimo, anche a costo di perdere qualsiasi cosa ma mai la dignità, quindi risponderò a semplici domande che mi son state fatte negli ultimi anni, alle quali non ho mai voluto dare risposta. 
Cos’è l’amicizia? 
Puro opportunismo. 
Cos’è l’amore?
A 16 anni ti avrei risposto, quello che ha verso di me mia madre, piange, urla *silenziosamente* dai dolori, passa settimane a letto, ma rinasce quando mi vede felice, anche se solo per un giorno. 
Oggi? 
La stessa cosa. 
Il significato del termine “amore” mi ha aperto gli occhi mentre pensavo inconsciamente di viverlo, ma andando avanti si inciampa negli errori degli anni passati, e l’amore per giunta non è mai stato amore, è sempre quel qualcosa con una data di scadenza, una parola inventa per stupire un pubblico di creduloni, sii sincero, per quante forme possa avere l’amore, come può essere chiamato tale, se siamo nati con l’odio e il disprezzo reciproco dentro? 
E tu come ultima cosa mi hai domandato perché scrivo? 
Perché tutto ciò chi mai avrebbe avuto il coraggio di ascoltarlo? 
Vi abbraccio con tutte le mie paure, spoglio di tutto ciò che negli anni non ho saputo tenermi stretto, consapevole che domani potrei non esserci più, e sicuro di aver raccontato tutto di me, perché l’oscurità non mi appartiene, e so di essere stato messo al mondo con uno scopo;
come ognuno ha il suo, io ho il mio, quello di far farvi splendere nel vostro piccolo, anche se per poco, assieme a me.
Chiudo mandando un abbraccio forte a mia mamma, il delfino che mi porto sempre in tasca da quando ero piccolo, per ricordarmi che non sono mai solo, anche nei momenti più disperati, mio padre, che nonostante le voragini d’incomprensioni conta su di me, per i vostri sacrifici, mi metto dalla vostra parte e riconosco tanti miei errori ingiustificabili, un abbraccio forte a tutte quelle persone che conosco e ho conosciuto che stanno passando dei brutti momenti, del resto non c’ha mai uniti così tanto il male quanto il bene…e a te che sei arrivato fin qui, l’unica cosa che chiedo sempre a tutti dopo un semplice ma per molti ormai banale: “Come stai”?! Ricordati di farti un sorriso appena puoi. 
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kon-igi · 10 months
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E ADESSO È IL MOMENTO DELLA RECENSIONE
Finalmente mi è arrivato e sebbene ne avessi già letto in anteprima la bozza posso finalmente parlarvi di NEL GNOME DEL PADRE, il primo romanzo di Matteo Jamunno aka @yomersapiens
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Senza fare alcun spoiler sulla trama posso dirvi che è
UN PREZIOSO PEZZO UNICO
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ELEVERÀ IL VOSTRO SPIRITO
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VI SCONVOLGERÀ
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E ARRIVANDO AL MOMENTO GIUSTO
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VI PROTEGGERÀ DAI COLPI DELLA VITA
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SEPPUR CON QUALCHE SORPRESA INASPETTATA
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Per il resto posso solo riportare le raccomandazioni dell'autore
Scrivetemi, così ve lo spedisco e vi faccio pure una dedica e ci metto dentro qualche pelo di Ernesto. Se invece vi vergognate di scrivermi e lo volete ottenere a mia insaputa beh fate pure, lo potete trovare un po’ ovunque. Qua il link alla casa editrice, diciamo quello ufficiale. È presente anche nel catalogo Feltrinelli IBS quindi che figata, andate in una libreria e ordinatelo da lì che magari crea attenzione e qualcuno mi caga. Noto ora che è già col 5% di sconto. Cioè manco è uscito e già c'è lo sconto. Ho capito, pure sto mese si mangia solo zuppa di cavolo. Vorrei dire che non mi causa rodimento di culo, ma lo trovate anche su Amazon. Non ha abbastanza soldi Bezos, no. Si prende pure la percentuale sul mio libro. Se avete Kindle o cose così, vi basterà fare una breve ricerca scrivendo il mio cognome, Jamunno, e lo troverete. Non so perché col titolo del romanzo non funziona subito ma vabbè, è la prima volta che il mio cognome inusuale serve a qualcosa. Poi boh, se volete scrivermi per parlarne, lo avete letto e volete chiedermi cose o insultarmi, mi piacerebbe molto dato che mi sento sempre solo.
Ah sì, giusto... c'erano pure i peli di Ernesto il Rosso Micio
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e la dedica <3
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Siate i mecenati di questo giovane scrittore esordiente e già che avete le dita sullo schermo rebloggate gentilmente per pubblicizzarlo.
Grazie <3
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yomersapiens · 11 months
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Quindi è arrivato il momento di usare Ernesto per dirvi che è possibile acquistare il mio libro. Certo, mi sono ridotto a fare questo.
Se ne volete uno (o anche di più, chi sono io per darvi un limite) potete scrivermi. È il regalo ideale, per voi. Per quell'amicə che non si fa più sentire. Per quel parente che vi sta sulle palle. Per rovinare l'infanzia ai vostri figli adolescenti. Per infastidire chi dorme dall'altro lato del lettone, dato che riderete e piangerete, pagina dopo pagina, e ogni due secondi vi verrà chiesto "Ma stai bene? Tutto ok?" e invece niente sarà ok perché starete leggendo il mio libro.
Scrivetemi, così ve lo spedisco e vi faccio pure una dedica e ci metto dentro qualche pelo di Ernesto.
Se invece vi vergognate di scrivermi e lo volete ottenere a mia insaputa beh fate pure, lo potete trovare un po' ovunque. Qua il link alla casa editrice, diciamo quello ufficiale.
È presente anche nel catalogo Feltrinelli IBS quindi che figata, andate in una libreria e ordinatelo da lì che magari crea attenzione e qualcuno mi caga. Noto ora che è già col 5% di sconto. Cioè manco è uscito e già c'è lo sconto. Ho capito, pure sto mese si mangia solo zuppa di cavolo.
Vorrei dire che non mi causa rodimento di culo, ma lo trovate anche su Amazon. Non ha abbastanza soldi Bezos, no. Si prende pure la percentuale sul mio libro.
Se avete Kindle o cose così, vi basterà fare una breve ricerca scrivendo il mio cognome, Jamunno, e lo troverete. Non so perché col titolo del romanzo non funziona subito ma vabbè, è la prima volta che il mio cognome inusuale serve a qualcosa.
Poi boh, se volete scrivermi per parlarne, lo avete letto e volete chiedermi cose o insultarmi, mi piacerebbe molto dato che mi sento sempre solo.
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Yuriko Tiger personal facebook post 09/24/2023
(No, non ho lavorato per Capcom! Mettiamolo in chiaro!) Anche se una delle mie amiche e colleghe di agenzia, si! Come Juuri 😍 Quest’anno ho fatto solo un giorno da business day per parlare di affari, sabato niente perché ero MORTA dal jet lag e dal viaggio e domenica mi son vestita da Manon perché mi piace, fine (sempre a far i francesi oh). Però chissà… Chissà 👀 Non mi dispiacerebbe visto che il 6 è l’unico titolo a cui sto giocando più degli altri dopo millenni! E mi piacerebbe fare cosplay con una persona che già conosco e so che gli piace il gioco!! Adoro i personaggi egocentrici come Karin (e si era capito) ma ho fatto Manon più per “sfida” pensando ci starci malissimo!! E invece mi ci vedo un sacco 😳 Comunque do un consiglio a chi vuole far diventare il cosplay un lavoro: Le bugie hanno le gambe corte e soprattutto i clienti (o potenziali clienti come aziende), lo notano e si vanno a informare. Per quanto si può dire su di me, ogni mio lavoro è registrato direttamente insieme all’immigrazione 😐. Dire che “non è vero” perché non si sa leggere il giapponese equivale a diffamazione e anche una denuncia. Persona avvisata mezza salvata 🙏🏻 Ve lo dico giusto per visto che molti fanno i furbi dicendo “ho lavorato al TGS” e poi hanno il pass da… Visitatori. Questa storia l’abbiamo già sentita, no? ….. Ecco. Non fatelo. Ci stanno gia alcuni italiani (ovviamente italiani) a puntare il dito sul “eh ma non eri sul palco della Bandai” (non pensate che son scema, conosco più gente di voi e vivo qua da dieci anni. Daje.) Ora vi spiego: I lavori vanno a titoli di contratto! Si, rimango sempre la cosplayer ufficiale di Tekken ma questo non vuole ne’ che son l’unica, ne’ che lavori solo per loro! Ho lavorato a tutti Tekken7 ma non so’ nulla dell’8 perché in 7-8 anni, i team di marketing cambiano e anche le mode. Una delle Xiayou è un’altra mia amica cosplayer quindi son solo felice quando qualche mia collega lavora al mio stesso titolo ✨(era un sacco patata e so quando gli piace Tekken perché abbiamo legato per quello). È proprio brutto vedere solo gente che rosica di continuo.. Divertitevi con il proprio cosplay qualche volta 🥲💦 Avevo dei lavori, non per vantarmi ma non avevo proprio cazzis. Mi sono fatta due settimane in Italia belle piene, atterrata e 6 ore dopo ero MakuhariMesse… MACHICHAPIULASBATTAH. Se ci sono novità, le scriverò 🙂!! Al momento posso solo dirvi: EvoJapan2024 - Aprile Se siete in Giappone per quel periodo, non potete perdervelo 🍵 Ora dormo che provo a combattere questo fuso orario maledetto..
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tiaspettoaltrove · 7 months
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Mostrate i vostri corpi solo a chi lo merita.
Li vedo, i vostri blog. Non pensiate di no. Non tutti, logicamente, ma ci sono cose che mi colpiscono, come ovvio che sia. Le vedo le vostre foto, con quei corpi pazzeschi. Con quella femminilità straripante, con quell’erotismo di cui non vi rendete conto nemmeno voi. Vedo, vedo. Se sono nella giornata giusta mi diventa anche durissimo il pene, ma non è di me che voglio parlare, sarebbe solo un inutile esercizio di stile. Volevo solo che lo sapeste, però, che vi rendeste conto. Che foste consapevoli pienamente (in parte già lo siete) di questo gioco segreto e silenzioso a cui tutti quanti giochiamo. Voi avete la fortuna di avere a che fare con una persona lucida, corretta, rispettosa. Ciò che voglio dirvi è solo che non sono tutti così, e questo andrebbe preso in considerazione. Se poi vi sta bene lo stesso, tanto di guadagnato per tutti. Ma rifletteteci. Sì, a volte con le vostre foto me lo fate diventate duro, ve lo dovevo riconoscere. Ora andiamo avanti. Molti uomini non capiscono perché lo fate. Superficialmente vi considerano ragazze facili, tagliano il discorso così, e credono di aver ragione. Io, che vi conosco davvero, so che la verità è oltre. Certo, molte di voi sono effettivamente facili, è un dato di fatto, e voi stesse lo sapete. Ma non vale assolutamente per tutte. Tante di voi cercano solamente il conforto dell’autostima, dell’altrui apprezzamento. Vogliono sentirsi femmine, donne, ed è giusto così. Non può esserci niente di male nell’essere se stesse, nel mostrarsi per la propria natura. Va accettato. Anche io, a modo mio, un tempo lo facevo. Mostravo, sbagliando, la mia sessualità. Ma lo facevo perché avevo grosse carenze a livello di autostima e consapevolezza. Mi rifugiavo nell’eccitazione sessuale, credendo erroneamente che potesse risolvere tutti i miei problemi. La verità è che invece lasciava grandi vuoti. Ricordo picchi pazzeschi di emozione, certo, ma poi non rimaneva nulla. Zero. Ci si sfruttava, usava, si era parti in causa di un processo di necessità impellenti ma non profonde. Ho fatto bagnare tante ragazze, semplicemente utilizzando le parole. Alcune, quando ero adolescente, per la prima volta. C’è chi potrebbe dire che ho questo dono, ma la verità è che cerco solo di ascoltare ed esprimere me stesso. Non credo nemmeno si possa definire un dono, ritengo che i veri doni siano altri. Sono però sempre stato bravo a donare piacere alle ragazze, in questo senso. Virtualmente, sempre rimanendo distante, come ho scritto nel primo testo. Non l’ho fatto solo per loro, ma anche per me. Non tanto per le erezioni, che non mi sono mai mancate, quanto per la soddisfazione, per il piacere di aver fatto un regalo. Per essere ringraziato. Rifarei tutto? No. Non potrei lasciare, nuovamente, che il mio meraviglioso membro vinca sul mio eccezionale cervello. Il consiglio che posso darvi, ragazze, è di mostrarvi solo a chi sapete che può meritarlo. Non tutti meritano di vedere i vostri corpi. Anzi, meritano in pochissimi. Ve lo assicuro.
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untuffonelpassato · 2 months
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Io non so più che dirvi.
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sayitaliano · 4 months
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Sono stata in farmacia pochi giorni fa e c'era una mamma molto preoccupata per la figlia che, vicina alla maturità, all'improvviso lamenta stanchezza, mal di stomaco e scarso appetito. "Lei che l'ha sempre presa con filosofia..." Ovviamente non sono medico e non so altro sulla ragazza, comunque questo momento mi ha fatto riflettere. Vorrei nel mio piccolo, car* maturand*, dirvi una cosa.
La maturità fa paura e mette tanta ansia per tantissimi motivi, lo so. Ma so anche che avete fatto del vostro meglio per 5 anni (in qualsiasi modo si sia visto nei voti) e questo non viene mai buttato. Fidatevi di voi stess*. Non abbiate paura di fallire (anche perché non fallireste nemmeno se non riusciste a passare), buttatevi a capofitto. È proprio ora che va preso tutto con filosofia, "vada come vada (andrà bene)", senza lasciare che ansia e paura prendano il sopravvento e vi blocchino, o blocchino la vostra memoria e conoscenza, e non vi lascino esprimere al meglio. La vostra mente ha bisogno di voi, della vostra sicurezza e di stare il più possibile (ovviamente, nei limiti che nascono da questo contesto) tranquilla. E il vostro corpo ha bisogno di carburante adatto per sopportare caldo e stress. Prendetevi cura di voi, prendetevi dei momenti solo per voi, per staccare dalla scuola e dallo studio: sono fondamentali soprattutto ora (riuscirete a ripassare tutto e sarà abbastanza, non preoccupatevi: ancora una volta, fidatevi di voi e delle vostre capacità). Un enorme in bocca al lupo a tutt*, maturandi e maturande. È un grande passo per tutt* voi, e sarà anche un bel passo.
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der-papero · 9 months
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Una cosa che mi ha lasciato completamente spaesato è aver ripreso ieri la stessa metro che prendevo ai tempi dell'Uni per recarmi ad Ingegneria, facevo la tratta Piazza Garibaldi => Campi Flegrei.
So' passati vent'anni.
Un cambiamento radicale di tutto. Alla nuova Piazza mi ci ero abituato, ma ieri son sceso per la prima volta dopo tutto questo tempo in metro e non c'era nulla di quello che conoscevo. La vecchia edicola dove compravo i biglietti. Le posizioni dei tornelli. E, più importante di tutti, i treni.
In rete ho faticato per trovare qualche foto d'epoca, del resto, nel 1996 i cellulari non facevano fotografie, si usavano davvero solo per chiamare (i più fortunati potevano giocare a Snake), Internet andava a gasolio, e a chi ce l'aveva.
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Ieri mi sembrava di essere atterrato su un altro pianeta.
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All'epoca io prendevo anche il C15 dell'ATAN, per andare (quando dovevo) a Monte Sant'Angelo, e stavamo appesi ai sostegni delle porte dell'autobus lasciate aperte, visto che era impossibile chiuderle, che se uno mollava la presa si ritrovava culo per strada tipo Fantozzi.
Una volta bucò pure la metro, il macchinista andava a piedi sulla piattaforma del binario con la ruota di metallo pieno della metro sotto al braccio, esclamando in preda allo choc,
int a tant ann 'e carrier, 'na cos accusì nun l'aggie mai vist!!!
E invece oggi la metro ti dice anche da quale lato devi scendere, e anche in inglese ...
E se non credete a me, credete alle parole di un mio amico dell'Uni che ancora oggi la prende e non si fa ancora capace.
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Insomma, tutto questo per dirvi che ieri era tutto bellissimo ma, non so perché, io mi sentivo a disagio.
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mermaidemilystuff · 3 months
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In queste notti faccio dei sogni molto particolari e soprattutto con cose davvero specifiche, al risveglio ricordo tutto per filo e per segno.
E quindi questo è l'ennesimo post per maledire la mia (?) ex coinquilina? ex amica? che sono sicura abbia fregato il mio libro sui significati dei sogni che consulto da quando sono piccola. Non è mai uscito da questa casa e non l'ho più trovato da quando se n'è andata, so...
Mi manca, il libro. C'era un legame, non so che dirvi. Vivo con la speranza che in qualche modo un giorno ritornerà da me, intanto:
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kon-igi · 2 years
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E COME OGNI 8 MARZO
non so che cazzo dire.
Forse sono un po’ più sensibile della media dei maschi bianchi etero cis benestanti nati nella parte giusta del mondo ma MAI potrò capire veramente cosa significhi nascere, crescere e vivere come una donna, anche in questa parte giusta di mondo.
Tra gli anziani (quindi intendo anche i 50enni) si dice che le bambine abbiano una marcia in più rispetto ai loro coetanei.
‘Sono più furbe dei maschi’.
No, non sono più furbe...
Sanno che conviene loro imparare a sopravvivere alla svelta.
Alla palpata di culo dei loro compagni di classe, al padre che protegge un bene di proprietà, agli insegnanti che si voltano dall’altra parte, al ‘cresci bene che ripasso’, ai termini come ‘femminuccia’, ‘fighetta’, ‘giochi a pallone come una femmina’ e a tutte le rappresentazioni stereotipate su ogni media, dove ogni Figlia di Eva vive costantemente la dissonanza del messaggio ‘sii te stessa’ accanto alla pubblicità di una cura dimagrante con modelle scheletriche.
Vorrei non essere polemico ma solo veemente e invece riesco solo a far trasparire amarezza senza soluzioni a breve termine.
Mi sento paternalista nel dirvi che vi amo tutte indistintamente per il peso che vi portate quotidianamente dietro ma il mio è incrinato affetto verso il vostro entusiasmo smorzato, verso la vostra rigogliosità di cuore affaticato e verso il vostro dolore sordo di essere sempre seconde.
Mi sento come uno sputo nell’oceano ma mi dissolverò volentieri se un giorno persone migliori di me vi restituiranno ciò che per migliaia di anni altri hanno provato a negarvi...
Il desiderio di essere intere.
<3
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Rêveries
L'amore,
ho pensato che fosse
su come incontrare la persona giusta.
Non lo è,
è su come incontrare la persona che ti fa sentire
come una persona.
è su come trovare il filo conduttore con quello che senti
essendo tu stessa.
è a proposito dell'anima,
e dovrebbe essere sufficiente,
e se non lo è, non so cosa dirvi,
ma se è così,
giuro che è la tragedia più dolce,
per la quale rischiare tutto.
Estelle Vargas, Incanto 2015
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unfilodaria · 2 months
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Una volta ho letto da qualche parte che Tumblr è considerato il social dei depressi andanti. Effettivamente, a leggerci, qui dentro sono in pochi a brillare di verve ed efferscenza, ed anche quei pochi di tanto in tanto… uhm. O probabilmente, tenendo in conto la teoria della "Filter Bubble", finiamo con l'avere contatti solo con persone tristi e simil depresse in quanto siamo tutti immersi in "un mondo costituito solo da ciò che ci è familiare”, isolati all’interno di gruppi con persone simili a noi e con le nostre medesime idee e modi di sentire.
Come uscirne? Qualche spiritoso (di buon senso) direbbe spegni il computer ed esci da qui: vai nel mondo. Non è che io non lo faccia. Se vedo il me di oggi e quello che ero qualche anno fa, c'è un abisso profondo. Ho una vita sociale (almeno credo eheheh), vado ad eventi, concerti, ho alta la mia curiosità e coltivo le mie passioni, come leggere o andar per mostre. Ma tutto questo non fa di me una persona felice. A volte penso che più conosco, più apprendo e più il senso di infelicità mi divora, perché è come se continuassi a scoprire aspetti di me oscuri, insoddisfatti e sacche di vuoti che non riesco a colmare. E' anche vero che se qui, su queste pagine, mostro il mio lato più grigio, nel quotidiano faccio dell'ironia il mio punto di forza, punto sulle battute, mi prendo in giro e prengo in giro gli amici, ma poi, svoltato l'angolo, cala il sipario. E' come se mi fosse sfuggito qualcosa nella vita. Di certo l'amore. "Come lo sai? non sei semplicemente depresso?". Che io possa essere depresso (o che lo sia davvero) è un dato di fatto, come è un dato di fatto che a me manca l'amore e tutte le sensazioni piacevoli, e non, che da esse derivano. Ma se debba dirvi che cos'è per me l'amore non so darvi una definizione esatta. Ne avverto la consistenza, ne valuto gli effetti, mi compiaccio delle vibrazioni, positive o negative che siano, che mi arrivano quando lo "afferro" per un po'. Ma se dovessi darne l'esatta definizione, non lo so per davvero.
Raymond Carver, nel suo romanzo più famoso, poneva una domanda senza apporre il punto interrogativo "di cosa parliamo quando parliamo d'amore", dove alla fine di ogni breve racconto, in cui si coglieva un aspetto di quel che poteva essere la definizione di amore, ci resta a noi la domanda "e quindi?" Leggo "(l'amore) Non è dolcezza e carinerie. È un amore con la a minuscola, meno nobile e immacolato, ma che non per questo ci riguarda meno. È tutto ciò che regge il vestito a quello di cui parliamo quando abitualmente parliamo d’amore: un sentimento svuotato dei suoi vecchi eccessi e sfibrato dal più sottovalutato degli avversari: la quotidianità." * e ancora "scopriamo che l’amore, forse, non è un gigante dal cuore tenero, ma una sostanza mai veramente afferrabile, che passa all’interno di fessure sottili quanto un silenzio o un cenno del capo..." * Detto tutto questo, senza aver dato una definizione esatta di amore, che per me resta a un livello più alto di "volersi bene", (qualcuno mi dice non c'è amore senza volersi bene, ed io rispondo che il volersi bene è un sentimento universale, aperto, mentre l'amore è un sentimento "pear to pear", necessariamente legato ad uno scambio a due con un livello di difficoltà maggiore e che non deve essere confuso col più "banale" innamoramento, dove entrano in gioco altri fattori - attrazione fisica, chimica, sessualità, attrazione mentale - che hanno un inizio, un picco ed una fine) alla fine mi resta quel fondo di tristezza da cui per ora non riesco ad uscire e che fa di me un depresso (??). E scopro, tra i miei casuali lettori, di non essere solo e questo non so se mi consola o mi convince sempre di più di essere immerso in una bolla di depressi innamorati. * Daniele Benussi - Carver e il coraggio di dire “di cosa parliamo quando parliamo d’amore” - Libero Pensiero (2021)
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Edward Hopper - Serata d'estate
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edea-official · 11 days
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È giunto il momento di rivelarvi il titolo del mio nuovo brano! Prima però non posso non dirvi, finalmente, il nome di chi l'ha scritta: il testo e la musica sono del grande 𝗩𝗶𝗻𝗰𝗲𝗻𝘇𝗼 𝗜𝗻𝗰𝗲𝗻𝘇𝗼 . Già autore per Renato Zero, Lucio Dalla, Antonello Venditti, Michele Zarrillo, Tosca, solo per citarne alcuni.
Per me un "ritorno", se così vogliamo descriverlo. Molti di voi ricorderanno la sua firma su "Dall' Africa", il mio primo album, prodotto in maniera egregia da lui e da Lorenzo Sebastianelli, nel 2015.
Insomma, un passato che torna piacevolmente al presente, con la stessa passione e la stessa forza .
Il titolo del brano che Vincenzo ha scritto per me? Eccolo qui: "𝗖𝗢𝗦𝗘 𝗦𝗧𝗨𝗣𝗜𝗗𝗘"
𝗙𝘂𝗼𝗿𝗶 𝗶𝗹 𝟮𝟬 𝗦𝗲𝘁𝘁𝗲𝗺𝗯𝗿𝗲!
Preordina - presalva il brano ora! ➡️ ADA.lnk.to/cosestupide
Foto copertina singolo: Ph Pitta Zalocco
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It's now time to reveal the title of my new song! However, before I tell it to you, let me share the name of it's author: lyrics and music have been written by the great 𝗩𝗶𝗻𝗰𝗲𝗻𝘇𝗼 𝗜𝗻𝗰𝗲𝗻𝘇𝗼! He worked with many famous Italian singers such as Renato Zero, Lucio Dalla, Antonello Venditti, Michele Zarrillo, Tosca, to mention a few.
Many of you would probably remember his signature on "Dall' Africa", my very first album, brilliantly produced together with Lorenzo Sebastianelli, in 2015.
So now the past comes back to the present, with the same passion and strength.
The name of the song that Vincenzo wrote for me?
Here it is: " 𝗖𝗢𝗦𝗘 𝗦𝗧𝗨𝗣𝗜𝗗𝗘" ("𝗦𝗧𝗨𝗣𝗜𝗗 𝗧𝗛𝗜𝗡𝗚𝗦")
𝗢𝘂𝘁 𝟮𝟬𝘁𝗵 𝗦𝗲𝗽𝘁𝗲𝗺𝗯𝗲𝗿!
Pre-save / Pre-add now! ➡️ ADA.lnk.to/cosestupide
Single Cover: Ph Pitta Zalocco
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#out20september #newsong #outsoon #comingsoon #music #verbamanent #adamusicitaly #warnermusicitaly #vincenzoincenzo #edea #cosestupide
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mossmx · 3 months
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se penso a qualcosa di strano o inusuale che mi riguarda: vuoto cosmico.
amiœ non so cosa dirvi io penso di essere 100% nella norma XD
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a-tarassia · 1 year
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È un concetto semplice. Ogni cittadino crea, con ciò che fa o non fa, delle reazioni, crea un prodotto, che sia materiale o non materiale, che può portare un cambiamento nella vita della società di cui il cittadino fa parte. È quindi necessario che l’individuo sia cosciente di ciò e agisca per il bene di tutti, per creare valore. Idealmente. Il valore può essere di tutti i tipi, anche solo sicurezza o solidarietà o anche conoscenza o bellezza e armonia.
In economia viene chiamata esternalità l’effetto che le azioni di consumo o di produzione di un soggetto ha sugli altri soggetti. Anche un parcheggio fatto male, per esempio quando trovate una macchina piazzata in mezzo tra due posti, crea una esternalità negativa. Chi arriva dopo non riesce a parcheggiare né in uno né nell’altro posto. Il famosissimo caffè sospeso a Napoli è un tipico esempio di esternalità positiva. Chi prende il caffè al bar e decide di lasciarne uno pagato regala un sorriso e un caffè ad un’altra persona. La fabbrica di Gentilini che sta sulla tiburtina a Roma sforna biscotti a catena e succede che se passi vicino senti quest’odore di biscotti nell’aria, è un’esternalità, per me che c’ho lavorato accanto per due anni ad un certo punto da positiva è diventata negativa, dopo qualche mese quell’odore mi faceva venire voglia di strapparmi via il naso a morsi, ma datosi anatomicamente impossibile allora ho desistito.
Non è facile gestire le esternalità e visto che ne ho già scritto e anche abbondantemente sul mio altro tumblr anni fa, oggi volevo solo dirvi questa cosa qui che sto per dirvi.
Ho una vicina, su cui dovrei scrivere molto, ma mi limito a dire che vive con altre quattro persone, tutte adulte e oltre e lei si occupa del bucato di tutti, perché, salvo le due anziane, il marito e la figlia evidentemente sono nati senza mani, ma sorvoliamo. La mia vicina ha la lavatrice fuori casa, sul retro e sul retro ha anche il lavatoio che, dio solo sa come mai, usa in continuazione con una certa passione. Questa mia vicina fa una lavatrice al giorno, almeno, e la fa sempre la mattina presto, questo comporta che dalle mie finestre esposte verso casa sua, ogni mattina entra un piacevole odore di ammorbidente e dura tutto il giorno e io la consideravo una esternalità positiva, mi dicevo che meno male che sta povera disgraziata c’ha da lavare per un esercito ad ogni rotazione terrestre, io mi sveglio ogni mattina con un bellissimo odore che mi accoglie e che profumo e che cazzo di ammorbidente usa e quanto cazzo ne usa? Glielo devo chiedere. Ad onor del vero credo sia talmente forte che anche la mia dirimpettaia dall’altra parte della strada lo sente al punto che la domanda sul prodotto gliel’ha fatta lei, lo so perché, la dirimpettaia, quando parla urla fortissimo, esternalità negativa, so anche quando ha dei problemi con le colleghe e la sorella e quando deve andare dal ginecologo e quando la figlia non rifà il suo letto la mattina, ma non c’ho mai parlato.
Io questa del profumo di bucato la credevo un’esternalità positiva, no? Sono anni che mi dico che fortuna, che bello, che profumo rasserenante, che potenza del bucato che ha la mia vicina, ma come fa? È una maga? E invece no, @autolesionistra a mi ha riportato coi piedi per terra in un suo post in cui ha gentilmente spiegato che non è profumo di bucato la mattina quello che sento, manca poco che sia quello del napalm (cit.) perché in verità è inquinamento amici miei.
Il mio bucato del resto non profuma così perché a momenti lavo solo con acqua e se riuscissi a rifiltrarla la riutilizzerei, giuro, anche perché come dice un tipo su tiktok you do not need to be washing your fucking clothing like a maniac, Are ya’ll rolling in fucking manure, cause a lot of ya’ll wash your clothing like you rolling in fucking manure everyday.
Babies we don’t have all that money to waste and not even all that time to waste and not even the luxury to use all that detergent anymore sis.  
La mia vicina inquina ed è un’esternalità negativa, ma certamente non è che adesso posso addossare a lei le colpe di secoli di storia e corporazioni, chiaro, però adesso nella mia testa quella che credevo fosse una roba bella mi metterà invece ansia.
Ciao.
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