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#lisa della casa
bobdobalina · 6 months
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Album cover to Wolfgang Amadeus Mozart, Don Giovanni, starring Cesare Siepi with the Vienna Philharmonic Orchestra conducted by Josef Krips. Recorded June 1955, released on Decca Records (LXT 5103, 5104. 5105, 5106).
Artist/designer unknown
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princesssarisa · 6 months
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Opera on YouTube, Part 2
Le Nozze di Figaro (The Marriage of Figaro)
Glyndebourne Festival Opera, 1973 (Knut Skram, Ileana Cotrubas, Kiri Te Kanawa, Benjamin Luxon; conducted by John Pritchard; English subtitles)
Jean-Pierre Ponnelle studio film, 1976 (Hermann Prey, Mirella Freni, Kiri Te Kanawa, Dietrich Fischer-Dieskau; conducted by Karl Böhm; English subtitles) – Acts I and II, Acts III and IV
Tokyo National Theatre, 1980 (Hermann Prey, Lucia Popp, Gundula Janowitz, Bernd Weikl; conducted by Karl Böhm; Japanese subtitles)
Théâtre du Châtelet, 1993 (Bryn Terfel, Alison Hagley, Hillevi Martinpelto, Rodney Gilfry; conducted by John Eliot Gardiner; Italian subtitles)
Glyndebourne Festival Opera, 1994 (Gerald Finley, Alison Hagley, Renée Fleming, Andreas Schmidt; conducted by Bernard Haitink; English subtitles)
Zürich Opera House, 1996 (Carlos Chaussón, Isabel Rey, Eva Mei, Rodney Gilfry; conducted by Nikolaus Harnoncourt; English subtitles)
Berlin State Opera, 2005 (Lauri Vasar, Anna Prohaska, Dorothea Röschmann, Ildebrando d'Arcangelo; conducted by Gustavo Dudamel; French subtitles)
Salzburg Festival, 2006 (Ildebrando d'Arcangelo, Anna Netrebko, Dorothea Röschmann, Bo Skovhus; conducted by Nikolas Harnoncourt; English subtitles) – Acts I and II, Acts III and IV
Teatro all Scala, 2006 (Ildebrando d'Arcangelo, Diana Damrau, Marcella Orasatti Talamanca, Pietro Spagnoli; conducted by Gérard Korsten; English and Italian subtitles)
Salzburg Festival, 2015 (Adam Plachetka, Martina Janková, Anett Fritsch, Luca Pisaroni; conducted by Dan Ettinger; no subtitles)
Tosca
Carmine Gallone studio film, 1956 (Franca Duval dubbed by Maria Caniglia, Franco Corelli, Afro Poli dubbed by Giangiacomo Guelfi; conducted by Oliviero de Fabritiis; no subtitles)
Gianfranco de Bosio film, 1976 (Raina Kabaivanska, Plácido Domingo, Sherrill Milnes; conducted by Bruno Bartoletti; English subtitles)
Metropolitan Opera, 1978 (Shirley Verrett, Luciano Pavarotti, Cornell MacNeil; conducted by James Conlon; no subtitles)
Arena di Verona, 1984 (Eva Marton, Jaume Aragall, Ingvar Wixell; conducted by Daniel Oren; no subtitles)
Teatro Real de Madrid, 2004 (Daniela Dessí, Fabio Armiliato, Ruggero Raimondi; conducted by Maurizio Benini; English subtitles)
Royal Opera House, Covent Garden, 2011 (Angela Gheorghiu, Jonas Kaufmann, Bryn Terfel; conducted by Antonio Pappano; English subtitles)
Finnish National Opera, 2018 (Ausrinė Stundytė, Andrea Carè, Tuomas Pursio; conducted by Patrick Fournillier; English subtitles)
Teatro alla Scala 2019 (Anna Netrebko, Francesco Meli, Luca Salsi; conducted by Riccardo Chailly; Hungarian subtitles)
Vienna State Opera, 2019 (Sondra Radvanovsky, Piotr Beczala, Thomas Hampson; conducted by Marco Armiliato; English subtitles)
Ópera de las Palmas, 2024 (Erika Grimaldi, Piotr Beczala, George Gagnidze; conducted by Ramón Tebar; no subtitles)
Don Giovanni
Salzburg Festival, 1954 (Cesare Siepi, Otto Edelmann, Elisabeth Grümmer, Lisa della Casa; conducted by Wilhelm Furtwängler; English subtitles)
Giacomo Vaccari studio film, 1960 (Mario Petri, Sesto Bruscantini, Teresa Stich-Randall, Leyla Gencer; conducted by Francesco Molinari-Pradelli; no subtitles)
Salzburg Festival, 1987 (Samuel Ramey, Ferruccio Furlanetto, Anna Tomowa-Sintow, Julia Varady; conducted by Herbert von Karajan; no subtitles)
Teatro alla Scala, 1987 (Thomas Allen, Claudio Desderi, Edita Gruberova, Ann Murray; conducted by Riccardo Muti; English subtitles)
Peter Sellars studio film, 1990 (Eugene Perry, Herbert Perry, Dominique Labelle, Lorraine Hunt Lieberson; conducted by Craig Smith; English subtitles)
Teatro Comunale di Ferrara, 1997 (Simon Keenlyside, Bryn Terfel, Carmela Remigio, Anna Caterina Antonacci; conducted by Claudio Abbado; no subtitles) – Act I, Act II
Zürich Opera, 2000 (Rodney Gilfry, László Polgár, Isabel Rey, Cecilia Bartoli; conducted by Nikolaus Harnoncourt; English subtitles)
Festival Aix-en-Provence, 2002 (Peter Mattei, Gilles Cachemaille, Alexandra Deshorties, Mirielle Delunsch; conducted by Daniel Harding; no subtitles)
Teatro Real de Madrid, 2006 (Carlos Álvarez, Lorenzo Regazzo, Maria Bayo, Sonia Ganassi; conducted by Victor Pablo Pérez; English subtitles)
Festival Aix-en-Provence, 2017 (Philippe Sly, Nahuel de Pierro, Eleonora Burratto, Isabel Leonard; conducted by Jérémie Rohrer; English subtitles)
Madama Butterfly
Mario Lanfranchi studio film, 1956 (Anna Moffo, Renato Cioni; conducted by Oliviero de Fabritiis; no subtitles)
Jean-Pierre Ponnelle studio film, 1974 (Mirella Freni, Plácido Domingo; conducted by Herbert von Karajan; English subtitles)
New York City Opera, 1982 (Judith Haddon, Jerry Hadley; conducted by Christopher Keene; English subtitles)
Frédéric Mitterand film, 1995 (Ying Huang, Richard Troxell; conducted by James Conlon; English subtitles)
Arena di Verona, 2004 (Fiorenza Cedolins, Marcello Giordani; conducted by Daniel Oren; Spanish subtitles)
Sferisterio Opera Festival, 2009 (Raffaela Angeletti, Massimiliano Pisapia; conducted by Daniele Callegari; no subtitles)
Vienna State Opera, 2017 (Maria José Siri, Murat Karahan; conducted by Jonathan Darlington; no subtitles)
Wichita Grand Opera, 2017 (Yunnie Park, Kirk Dougherty; conducted by Martin Mazik; English subtitles)
Teatro San Carlo, 2019 (Evgenia Muraveva, Saimir Pirgu; conducted by Gabriele Ferro; no subtitles)
Rennes Opera House, 2022 (Karah Son, Angelo Villari; conducted by Rudolf Piehlmayer; French subtitles)
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ilpianistasultetto · 1 year
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NOI SIAMO VITTIME E NON CARNEFICI
Lisa, Marco e il cane Lino. Dalla primavera vivono in questo angolo di Cinecitta', fermata Lucio Sestio della metro. Il muretto e' il loro letto, la panchina di marmo il loro salotto. Quell'angolo a cielo aperto e' la loro casa in tutto e per tutto. Una valigia con qualche straccio di ricambio, le colonnine telecom a fare da mensola per saponi, deodoranti, zucchero, sale, qualche barattolo di vetro pieno di detersivo e un marciapiede- pavimemento sempre lindo e pinto da poterci mangiare sopra. E poi c'e' la loro storia. Buttati fuori dalla loro casa popolare da delinquenti mafiosi che poi quelle case le rivendono. Nessun aiuto, nessuna giustizia. Lisa si e' tagliata i capelli a zero per avere una testa piu' pulita. Cardiopatica, diabetica e altre mille complicanze. Marco, il giorno se ne sta spesso vicino al mercato con il suo bastardino nella speranza di rimediare qualche elemosina o qualcosa da mangiare, regalata da persone di cuore che tirano fuori cose dai loro carrelli della spesa per sostenere tutta quella pena comunicativa. Quando ci parli racconta poco di se' stesso. Tutto il suo fiume di parole lo regala per quella sua compagna cosi sfortunata e malconcia. Pero' non ne parla mai con rassegnazione. No! Sempre con spirito fiero, come avesse accanto una combattente nata. Lei dorme, ricoperta da un sacco a pelo, lui racconta e le carezza continuamente la testa, come a volerle dire: "dai, vedrai che insieme ce la faremo anche questa volta. Ce la caveremo come abbiamo fatto sempre". Quel "ce la caveremo" non pretende molto, anzi, quasi niente. Questa e' gente disperata dalla nascita, gente abituata a lottare ogni giorno con le unghie e con i denti. Gente che se riesce a mangiare e' come vincere una lotteria. Gente comunque fiera, dignitosa. Ci parli e sembra sempre vogliano scusarsi per il fastidio che potrebbero dare a chi ce l'ha fatta, scusarsi per quelle loro mani tese che chiedono aiuto: qualche spicciolo o una semplice mela. Quando passo davanti quella loro casa sotto le stelle mi fermo sempre. Chiedo come se la stanno passando. A volte do a lui qualche 20 o 50 euro. Li do sempre con un po' di vergogna, forse perche' non e' solo quello che a loro serve. Stamattina Marco m'ha commosso. M'ha chiesto se conoscevo qualche B&B in zona che potesse accettarli per un paio di giorni. Ha detto che Lisa doveva riposare, farsi una doccia perche' non puoi lavarti sempre alla fontanella. Questa estate e' stata durissima sotto quel sole cocente, quel caldo asfissiante. Lisa doveva riposare, ne aveva bisogno estremo e lui voleva accontentarla. Voleva solo vedere la sua Lisa almeno una notte dormire sopra un letto vero. Voleva farle almeno questo regalo. Un regalo enorme, come chi regala un brillante enorme alla sua donna.
Noi siamo abituati a vedere storie come queste in tv o a leggerle sui giornali. Abbiamo uno schermo che racconta, che fa vedere ma non tocchiamo mai con mano e invece le cose, per capirle, per capirle veramente le devi toccare, ci devi stare dentro. Per capire, come e' scritto in quel cartello che Marco ha messo in un angolo di quella sua casa, che loro sono vittime e non carnefici. @ilpianistasultetto
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cparti-mkiki · 1 month
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my deepest apologies lisa della casa… i was not familiar with your game
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suburbandogsclub · 1 year
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Houston, abbiamo un problema
Mancano tre ore all’atterraggio e no, non si tratta di una capsula interstellare che si sta per schiantare contro un meteorite o ha appena riscontrato un’avaria al motore oppure mettete un altro scenario hollywodiano a vostro piacimento. Però a me pare lo stesso così.
Per quanto mi riguarda in effetti il primo pensiero che ho fatto è stato “ma tu guarda quest’essere fu quadrupede oggi bipede che ti combina”. Arrivare a violentare così tanto la psiche con un’esperienza disumana, 10 ore confinati in uno spazio microbico di nostro signore pianeta, però vivere questa prigionia con Lisa goodmorningMrFedericotodayIwilltakecareofyouandyoucanbetyouregonnaloveit, una poltrona che è meglio del letto di casa mia e una libreria multimediale che Hal 9000, per quanto avanzato, non proponeva di certo, almeno non coi sottotitoli poi non so, magari i contenuti anche sì. Perché si lorsignori, questa bottiglia vi arriva direttamente dalla primissima classe di una tratta intercontinentale direzione Houston, il che mi porta a condividere il mio secondo pensiero che ho fatto, e cioè “vabbè ma violentare la psiche umana cosa?? Che ti vengono a portare un drink ogni mezzora e tu pezzente ti sei pure riempito l’acqua in bagno al gate come l’ultimo degli accampati”.
Ma non c’è da scherzare, io il messaggio a Houston lo lancio lo stesso perché questa condizione di parvenu del lusso aka infiltrato no global nel reame del capitalismo un po' mi definisce in maniera univoca, un po' acuisce il disagio. Quindi questo lancio di molotov più che message in a bottle ha la sua genesi proprio qui, nell’epicentro di quella che United Airlines ha concepito come un sogno, dove i messaggi di sicurezza sono un corto da Sundance, dove devi stare attento a non sporcarti con salmone e tenderloin, dove gusterai un sundae che al settimo cielo non ti può portare, visto che già ci sei, ma all’ottavo o al nono si, visto che ormai sky is not the limit anymore, (e io manco sapevo che cazzo era un sundae ma ora so che è una cosa per cui ci si potrebbe effettivamente impegnare a credere a nostrosignore e fare tutta quella manfrina del ringraziamento, espiazione, liturgia ecc. ecc) e dove non si sente la puzza di quelli della seconda classe, cioè la mia 364 giorni all’anno, caratterizzata dalla tipica fragranza con note di lampone e malessere.
Ma questa è solo una parentesi, perché, che uno stia in prima classe, seconda classe, in cabina di pilotaggio o in stiva, il fatto è un altro, e questo, sì, giustifica la richiesta di collegamento col campo base, o se volete manifesta in tutta la sua pienezza il dramma di un volo intercontinentale, dunque al di là del sapore da esperienza divertente che non farò mai più, che ovviamente è già stata ampiamente documentata molto meglio di me e anni fa.
Il fatto Federì, il fatto qual è.
Il fatto è che hai voglia a dopare Netflix di contenuti offline, hai voglia a mettere a soqquadro Spotify e calcolare i tempi da coprire al centesimo con la libreria scaricata, hai voglia a studiare il catalogo dello schermo nel seggiolino (pardon, sofa, dei veri artigiani della qualità l’avranno progettato), e questi capitalisti le hanno studiate proprio tutte, pure per gli snob come me, visto che ci hanno dedicato la categoria film “Indipendenti”, o i live di Ziggy Stardust e Carole King, voi che fata i Masanielli di sta cippa e poi ci vediamo al gate, e vi trattiamo come il nostro bottino più pregiato, vi coccoliamo alla morte perché siete stati i più difficili e noi volevamo proprio voi a bordo. Nulla di tutto ciò impedirà a voi, gentili passeggeri, di trascorrere 10 (anzi, ci hanno tenuto a precisare, 9.59) ore in completa giustapposizione a voi stessi, in balia di un rumore bianco che prende i connotati dei portentosi motori del 777 e del getto voluminoso di pensieri che affollano la vostra testa, o magari la mia, e che hanno giusto il tempo di sputarsi contro uno specchio quando ne incontrano uno e rifiondarsi al doppio della velocità di nuovo dove erano prima, anzi più ingrovigliati, più incastrati, e a ogni giro più profondi, come un chiodo che prende martellate a un ritmo regolare, incessante e nella superficie affonda, affonda, affonda…
Attenzione, idea! La contrapposizione come coping mechanism, dice la mia testa, cioè uno specchio riflesso bambinesco mascherato da psciologia young adult ma da bar, basta poco per crederci, e, dopo aver pagato un altro biglietto, si sale sulla nuova giostra, che sembra più facile. Ho detto “sembra” quindi non la tiriamo per le lunghe, l’idea è un boomerang. Mi dico, “vabbè non è la nave dei pirati che quasi fa il 360 e dura 10 ore, più le macchine a scontro”. Sì, la giostra che il mio coping mechanism ha ideato è quindi un volo più semplice, un’ora scarsa, in una terra nota in cui si parla la lingua di questo rantolo. C’è pure uno scenario più o meno inquadrato: sole sole, tanto sole, ma è un sole maligno e crudele, teatro (ah mai parola fu più centrata!) del dramma che già vedo consumarsi davanti ai miei occhi, e a cui mi preparo, ben consapevole che le macchinine si sono in realtà trasformate in bolidi da Formula 1, senza protezioni dii gomma, e io sto solo prendendo il fiato finchè il respiro si blocca, proprio come durante un tuffo da 3 metri o esattamente prima dello scontro alle giostre. L’impatto non è questione di se, ma quando.
Houston.
Houston.
Houston, credetemi: ho bisogno di atterrare. 
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Essere Borderline - dieci anni dopo.
Quest anno sono dieci anni che mi ha lasciata.
Dieci anni dal primo tentativo di suicidio, tentato non tanto per il cuore infranto (come hanno pensato tutti) ma per tutta l’umiliazione e gli abusi psicologici che avevo subito per mesi, anni senza rendermene conto e senza parlarne con nessuno.
Come avrei potuto vivere senza, pensavo?
Ricordo il mio non andare mai bene, la sua perenne aria di sufficienza, la sua insoddisfazione e il mio cercare di compiacerlo inutilmente in ogni modo. Ricordo quando mi diceva di essere come i tossici che curava in comunità e che lui non aveva intenzione di portarsi il lavoro a casa.
Io ero un lavoro. E da quel momento non sarei stata più il lavoro di nessuno. E quindi cosa ero? Più niente. A ventisei anni, dopo sei anni di lenta e maniacale opera di isolamento, se non sei pù il lavoro del tuo “aguzzino” non sei più niente.
Ma poi sopravvivi, esci dal pronto soccorso e le persone ti vedono: hai ventisei anni - ti dicono - come puoi non sentirti niente? Come puoi essere vuota? Come puoi essere …. Depressa?
Non sei depressa, la depressione è una malattia, e tu non sei malata, sei solo triste, fai cose, riempiti la vita, fai un viaggio vedi come passa. Smettila di voler fare la malata!
A quel punto ti rendi conto di avere paura della gente, delle persone, delle esperienze: anche lui era una persona nuova dentro un’esperienza nuova e guarda come sei ridotta ora… Letteralmente rintanata dentro al bagno del centro commerciale tremante senza riuscire a muovere un muscolo. Ehi, ciao, piacere, mi chiamo Ansia sociale, non avere paura di me, saremo grandi amiche per taaaaanto tempo. E io non ti lascerò mai, okay?
Quello è periodo in cui ho cominciato a sognare la morte: la mia morte, il ritrovamento del mio cadavere per l’esattezza, in modi davvero dettagliati e questi incubi mi accompagnano ancora oggi. Hanno a che fare con la paura della solitudine, di tutta quella provata e di quella futura: della paura di essere cancellata, ma questo - spoiler alert - l’ho capito dopo, molto dopo.
Poi è arrivata l’euforia, a volte, all’improvviso, durava poco ma me la godevo tutta: facevo cose assurde e vagamente rischiose e tutti intorno a me pensavano fossi guarita: finalmente uscivo e facevo le cose che si sarebbero dovute fare alla mia età, finalmente mi divertivo! E invece mi stavo ammalando ancora di più: si chiamava ipomania. E poi dopo l’euforia, tornava la depressione, di solito più profonda e grigia della volta precedente.
Depressione e ipomania sono state le due parti di me che ho cercando di cucire dolosamente per anni senza che nessuno intorno a me lo capisse: dentro la terapia, fuori dalla terapia dentro il reparto di psichiatria dopo aver cercato di reciderne una di netto per sentirmi meno frammentata, come se non potessi mai essere una persona sola, intera, completa ma sempre una parte e comunque una parte difettosa.
Nessuno nella mia famiglia ha mai nominato depressione o ipomania e allora io le ho chiamate, affettuosamente, Lisa e Louise Burns perché mi aspettavano infondo al corridoio della mia testa esattamente come nella scena di Shining.
Le persone dopo dieci anni hanno ancora paura a pronunciare parole come depressione, ansia sociale, ipomania come se non esistessero come se bastasse dire “è un po’ triste” o “ ha avuto un momento di euforia” facendo qualcosa che ha messo palesemente a rischio la sua vita o il suo equilibrio.
Non sono la stessa cosa, non sono sinonimi, non riguardano la stessa cosa.
Essere Borderline, comprendere di esserlo, accettare di esserlo nel corso degli anni ha reso più coese Lisa e Louise, esistono ancora, ma sono meno in dissonanza, non serve più squarciare la carne per cercare di unirle nei loro vertiginosi picchi.
Non so se questo indichi un passo verso la guarigione o la totale fusione col disturbo stesso, mi sento ancora molto spesso frammentata e persa, soprattutto a causa della solitudine perché senza una rete sociale non esiste un rimando reale, esistono solo Lisa e Louise.
Ci sono ancora passi da fare. Tanti. In tutte le direzioni.
Essere Borderline può essere uno stigma, può isolare nel più cattivo dei modi, la vita sarà una fottuta passeggiata su una fune da funambolo nel tentativo di compensarvi, ma niente come essere Borderline vi renderà ricettivi verso la vita, anche quando vi capiterà di non volerne più una.
Chiedete aiuto. Sempre. Siete meno soli di quanto il vostro disturbo voglia farvi credere. Siete più completi, nelle vostre parti divise, di chi si crede tutto d’un pezzo.
E un’ultima cosa importante: ricordate, non state correndo uno sprint, state correndo una maratona.
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weirdesplinder · 2 years
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Questo fine 2022 invece dei soliti post dedicati ai libri natalizi o ai riassuntoni di cosa si è letto durante l’anno, siccome per me questo è stato un anno horribilis da dimenticare, ho deciso di regalarvi una serie di post e video dedicati ai LIBRI CON VIAGGI NEL TEMPO.
Cosa c’è di meglio per fuggire alla realtà che viaggiare nel tempo?
Spero queste lista vi saranno utili e vi intratterranno, e come sempre vi invito ad aggiungere i vostri titoli preferiti di questo genere.Ogni lista è specifica di un genere per agevolarvi e suddividere il LISTONE che altrimenti sarebbe stato lunghissimo.
Questo è il terzo video della serie quello dedicato a: LIBRI IN ITALIANO CON VIAGGI NEL TEMPO SEZIONE ROMANCE:
-L'ultimo dei templari, Karen Marie Moning (serie di 8 libri)
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Nel  Quattordicesimo secolo l'Ordine dei Templari viene messo al bando; i  suoi cavalieri, perseguitati in tutta Europa, vengono accolti in Scozia,  in grande segretezza. Circenn Brodie è uno di loro, un guerriero  immortale, custode delle reliquie sacre dell'Ordine e di una boccetta  dal contenuto magico, appartenente al popolo delle fate. Il suo è un  mondo retto da formule magiche e regole antichissime. Quando Lisa Stone  viene catapultata dai giorni nostri in un castello medievale, tra le  braccia dell'affascinante guerriero, la sua vita sembra crollare in un  istante. Sarà un sogno o un terribile scherzo del destino? Nessuno dei  due è pronto a questo incontro, ma nulla potranno contro la magia che  sta per travolgerli.
-La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo, di Audry Niffenegger
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Quando  Henry incontra Clare, lui ha ventott'anni e lei venti. Lui non ha mai  visto lei, lei conosce lui da quando ha sei anni… Potrebbe iniziare così  questo libro, racconto di un'intensa storia d'amore, raccontata da due  voci che si alternano e si confrontano. Si costruisce così sotto gli  occhi del lettore la vita di una coppia e poi di una famiglia cosparsa  di gioie e di tragedie, sempre sotto la minaccia di qualcosa che nessuno  dei due può prevenire o controllare. Artista, professore  all'Interdisciplinary Book Arts MFA di Chicago, Audrey Niffenegger firma  con questo libro il suo primo romanzo.
-Patto col passato, di Susan Price (serie di 3 libri ma solo il primo è stato pubblicato in italiano)
Link: https://amzn.to/2JXLeuE
Viaggio  nel tempo tra il Ventunesimo e il Sedicesimo secolo: una Metropolitana  del Tempo garantisce il collegamento e consente a un gruppo di  scienziati di entrare in contatto col passato, quando la Terra era  ancora ricchissima di risorse inesplorate e con i suoi abitanti, il clan  degli Sterkarm che vivono in una cupa torre. Andrea, una ragazza grassa  e goffa del Ventunesimo secolo spedita come spia nel Sedicesimo diventa  popolarissima e si fidanza con il bellissimo Per Sterkarm, il figlio  del capoclan. Sarà Andrea a salvargli la vita quando, ferito, lo farà  curare nel suo secolo. Il romanzo prosegue tra avventure e passioni.
-Le parole del nostro destino, Beatriz Williams
Link: https://amzn.to/3OHNJhO
Amiens,  Francia, 1916. Incurante della pioggia battente, una donna è in attesa  fuori della cattedrale. Tra i fedeli raccolti in preghiera, c'è il  capitano Julian Ashford, l'uomo per cui lei ha sacrificato ogni cosa e  che tuttavia non rivedrà mai più. Quando tornerà in trincea, Julian  morirà. Ma lei è lì per riscrivere il loro destino. Il nome della donna è  Kate… New York, oggi. Incurante del gelo, una donna è in attesa  davanti alla porta di Julian Laurence: sebbene sia la vigilia di Natale,  deve consegnargli dei documenti urgentissimi. I due si sono conosciuti  il giorno precedente, eppure, quando lei entra in casa, lui si comporta  come se l'aspettasse da sempre, come se l'amasse da sempre. Ricambiare  quell'amore le sarà facile: Julian è uno degli uomini più ricchi e  affascinanti di Manhattan, è romantico, appassionato, intenso, Per  qualche mese, la vita diventa un sogno da cui non ci si vorrebbe  svegliare mai più… Ma poi, dal nulla, spunta un libro: la biografia di  Julian Ashford, un prezioso volume corredato di foto e di lettere  scritte dal celebre poeta-soldato durante la prima guerra mondiale. La  donna non ha dubbi: la calligrafia elegante e ordinata, gli occhi  gentili, il volto che s'intravede sotto il berretto sono del suo Julian.  E quel libro sta per segnare il loro destino. Il nome della donna è  Kate… In un turbine di sentimenti e di misteri, di speranze e di  passione, “Le parole del nostro destino” racconta la storia di un amore  vero, un amore unico, un amore eterno.
-La straniera, di Diana Gabaldon (serie di 9 libri)
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Nel  1945 Claire Randall, un'infermiera militare, si riunisce al marito alla  fine della guerra in una sorta di seconda luna di miele nelle Highland  scozzesi. Durante una passeggiata la giovane donna attraversa uno dei  cerchi di pietre antiche che si trovano in quelle zone. All'improvviso  si trova proiettata indietro nel tempo, di colpo straniera in una Scozia  dilaniata dalla guerra e dai conflitti tra i clan nell'anno del Signore  1743. Catapultata nel passato da forze che non capisce, Claire si trova  coinvolta in intrighi e pericoli che mettono a rischio la sua stessa  vita e il suo cuore.
- Verde oscurità, di Anya Seton
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Una  residenza aristocratica e misteriosa, Medfield Place, nel Sussex. Una  donna che cade in coma e rivive nell'incoscienza il tormentato amore di  una sua ava per un monaco dell'epoca Tudor. Un peccato da redimere, in  bilico tra passato e presente… Un affascinante romanzo sull'enigma della  reincarnazione.
-L'uomo dei miei sogni, di Jude Deveraux
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La bella americana Dougless aveva fatto di tutto perché quella  vacanza in Inghilterra con il fidanzato Robert fosse perfetta e  indimenticabile. Invece, per colpa di un litigio, lui la pianta in asso  senza bagagli né denaro in una chiesa sperduta in mezzo alla campagna.  Mentre lei è in lacrime sulla tomba di un cavaliere, appare al suo  fianco un uomo straordinario, alto e prestante, con un'armatura che gli  arriva alla vita, calzoncini a palloncino e tanto di calzamaglia. È  Nicholas Stafford, conte di Thornwyck, morto nel 1564 ma verso il quale  Dougless si sente spingere da una forza sconosciuta. Legami misteriosi e  insondabili sembrano unirli fuori dal tempo, in un amore sospeso tra  due epoche senza possibilità di un futuro. A meno che Dougless trovi il  modo di cambiare il corso della storia, salvando così l'unico uomo che  lei abbia mai veramente amato.
- Grande amore, Ann Brashares
Link: https://amzn.to/3F0VbkN
Trama: Daniel  ha attraversato gli oceani del tempo per trovare Sophia. La “memoria”,  la capacità di ricordare la sua vita passata, è per lui un dono ma anche  una maledizione. Ora Sophia è Lucy, una studentessa liceale, e non  crede a una sola parola di ciò che le dice Daniel: le sembra impossibile  che nelle loro precedenti vite si siano amati e poi siano stati  separati da una crudele forza misteriosa. Ma Daniel sa che loro due sono  stati insieme: in Asia Minore nel 552, nell’Inghilterra del 1918, e poi  in Virginia nel 1972. Brevi, fugaci attimi di passione che la morte ha  sempre brutalmente spezzato. Anche oggi le loro anime si stanno  cercando, e ancora una volta quella misteriosa forza è pronta a  separarli. Un’avventura romantica che si snoda attraverso i secoli per  abbracciare non una ma tante vite, inseguendo l’unico, vero, grande  amore.
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sputiamosuhegel · 2 years
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Stormé Delarverie: chi è la "lesbica di Stonewall"?
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In molti, lei stessa compresa, la identificarono come la "lesbica di Stonewall", dato che l'episodio del suo arresto e della sua resistenza alla polizia fu un momento cardine dei moti del 1969. Ma in quanti oggi saprebbero parlare di lei?
Il suo nome dovrebbe far drizzare le orecchie a molte più persone di quanto non faccia, specialmente alle lesbiche. Visse tra il 1920 e il 2014 e nel 2010 raccontò lei stessa della sua vita e delle sue esperienze come donna lesbica nera in un'intervista di Afterellen.
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Lavorò sia come cantante e performer di varietà con diversi gruppi (esibendosi anche al radio city music hall, l'apollo theatre e il copacabana) che come buttafuori per vari bar per lesbiche a New York, al Cubby Hole nel 1985 e poi all'Henrietta Hudson, fino all'età di 85 anni.
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Nell'intervista racconta di aver realizzato di essere lesbica all'età di diciotto anni, quando non sapeva neanche con quale parola descrivere la sua sessualità se non "queer", lo slur usato per descrivere chi non aderisse alla norma eterosessuale.
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Stormé era una lesbica butch, che oltre a esibirsi con abiti maschili li indossava anche nella vita di tutti i giorni, mostrandosi con giacca e pantaloni per le strade di New York. Lei stessa dichiara di aver ispirato altre lesbiche a mostrarsi con abiti maschili.
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Ciò per cui i più la ricordano è il suo ruolo nella resistenza alla polizia allo Stonewall Inn, l'episodio che fece scoppiare la rivolta della comunità dopo anni di violenza e incursioni della polizia in quello come nel resto dei bar per persone gay, lesbiche, bisessuali e trans.
Stormé fu colpita da un poliziotto in faccia con un manganello e reagì tirando un pugno all'agente. Venne colpita ancora perché disse che le sue manette erano troppo strette.
"Why don't you guys do something?" è ciò che urlò alla folla prima di essere portata via dalla polizia.
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Continuò a esibirsi dopo il 1969 a vari eventi di beneficenza, fino a quando non si ritirò in casa di riposo e le fu impedito di uscirne per partecipare a incontri e marce. La sua situazione fu analoga a quella di altre donne lesbich, costrette a invecchiare da sole perché hanno perso contatti con le proprie famiglie o sono state rifiutate da esse per la propria sessualità. Stormé si ammalò di demenza e visse i suoi ultimi anni in una casa di riposo decadente, insieme a degli sconosciuti e lontana dalle persone che fecero parte della sua vita.
Lisa Cannistraci, amica di Stormé da 25 anni e proprietaria dell'Henrietta Hudson, fu intervistata per un articolo del New York Times su Delarverie ed evidenziò il modo in cui Stormé viene tuttora ignorata dalla comunità lgbt. Le sue parole esprimono la stessa frustrazione di così tante lesbiche della sua generazione e di molte di quelle successive.
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Lesbiche e persone che si definiscono nostre alleate: parlate di Stormé Delarverie. E parlatene con cognizione di causa. Chiamatela lesbica butch e nera. Ne abbiamo bisogno più che mai.
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princesssarisa · 11 months
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The Top 40 Most Popular Operas, Part 1 (#1 through #10)
A quick guide for newcomers to the genre, with links to online video recordings of complete performances with English subtitles.
Mozart's Die Zauberflöte (The Magic Flute) (Wolfgang Amadeus Mozart)
The most frequently performed opera worldwide: Mozart's fascinating, philosophical fairy tale opera, which appeals to both children and adults.
San Francisco Opera, 2010 (Piotr Beczala, Dina Kuznetsoca, Christopher Maltman, Erika Miklosa, Georg Zeppenfeld; conducted by Donald Runnicles)
Verdi's La Traviata
Tragic romance with social commentary, based on Alexandre Dumas fils' novel The Lady of the Camellias, which was also the basis for the classic 1936 Greta Garbo film Camille.
Los Angeles Opera, 2006 (Renée Fleming, Rolando Villazon, Renato Bruson; conducted by James Conlon)
Bizet's Carmen
The fiery tragedy of a seductive, free-spirited Spanish Romani woman and her loves, with some of opera's most iconic music.
Royal Opera House, Covent Garden, 2006 (Anna Caterina Antonacci, Jonas Kaufmann, Ildebrando d'Arcancelo, Norah Ansellem; conducted by Antonio Pappano)
Puccini's La Bohéme
Relatable slice-of-life romance that blends comedy and tragedy. The inspiration for the popular musical RENT.
Studio film, 1965 (Mirella Freni, Gianni Raimondi, Rolando Panerai, Adriana Martino; conducted by Herbert von Karajan)
Mozart's Le Nozze di Figaro (The Marriage of Figaro)
The best loved of Mozart's Italian operas, a great comedy of class conflict and sexual intrigue.
Glyndebourne Festival Opera, 1994 (Gerald Finley, Alison Hagley, Renée Fleming, Andreas Schmidt, Marie-Ange Todorovich; conducted by Bernard Haitink)
Puccini's Tosca
Political intrigue, lust, and bloodshed amid the splendor of Rome – some call it a "shabby little shocker," others call it thrilling.
Vienna State Opera, 2019 (Sondra Radvanovsky, Piotr Beczala, Thomas Hampson; conducted by Marco Armiliato)
Mozart's Don Giovanni
Arguably the greatest retelling of the legend of Don Juan, with comedy, drama, and Mozart's glorious music.
Salzburg Festival, 1954 (Cesare Siepi, Otto Edelmann, Elisabeth Grümmer, Anton Dermota, Lisa della Casa, Erna Berger, Walter Berry Deszö Ernster; conducted by Wilhelm Furtwängler)
Puccini's Madama Butterfly
Puccini's iconic "Japanese tragedy." Controversial from a racial standpoint, but a tearjerker nonetheless, and the inspiration for the musical Miss Saigon.
Feature film, 1995 (Ying Huang, Richard Troxell, Ning Liang, Richard Cowan; conducted by James Conlon)
Rossini's Il Barbiere di Siviglia (The Barber of Seville)
The lighter and more madcap prequel to The Marriage of Figaro, known as the quintessential comic opera.
Vienna State Opera, 2019 (Rafael Fingerlos, Juan Diego Flórez, Margarita Gritskova, Paolo Rumetz, Sorin Coliban; conducted by Evelino Pidò)
Verdi's Rigoletto
A richly melodic tragedy of a hunchbacked jester, his daughter, a lecherous duke, and a self-fulfilling curse.
Studio film, 1982 (Ingvar Wixell, Luciano Pavarotti, Edita Gruberova; conducted by Riccardo Chailly)
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alonewolfr · 4 days
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Perché i cani vivono meno delle persone??
Ecco la risposta (da un bambino di 6 anni):
Essendo un veterinario, mi hanno chiamato per esaminare un cane irlandese di 13 anni chiamato Belker.
La famiglia del cane, Ron, sua moglie Lisa e il suo piccolo Shane, erano molto uniti a Belker e aspettavano un miracolo.
Ho esaminato Belker e ho scoperto che stava morendo di cancro. Ho detto alla famiglia che non potevo fare niente per Belker, e mi sono offerto di eseguire la procedura di eutanasia a casa sua.
Il bambino sembrava accettare la transizione di Belker senza difficoltà. Ci sediamo per un momento chiedendoci perché lo sfortunato fatto che la vita dei cani sia più breve di quella degli esseri umani.
Shane, che aveva ascoltato attentamente, disse: ''So perché...''
Quello che ha detto dopo mi ha sorpreso: non ho mai sentito una spiegazione più confortante di questa!
Questo momento ha cambiato il mio modo di vedere la vita.
Ha detto: ''La gente viene al mondo per imparare a vivere una bella vita, come amare gli altri tutto il tempo ed essere una brava persona, giusto?''
"Beh, visto che i cani sono già nati sapendo come fare tutto questo, non devono restare a lungo come noi.''
La morale della storia è:
Se un cane fosse un insegnante, insegnerebbe cose come:
• Quando i tuoi cari torneranno a casa, corri sempre a salutare.
• Non lasciare mai passare la possibilità di andare a spasso;
• Fai esperienza dell'aria fresca e del vento;
• Corri, salta e gioca ogni giorno;
• Migliorate la vostra attenzione e lasciate che la gente vi tocchi;
• Evitate di "mordere" quando solo un "ringhio" sarebbe sufficiente;
• Nei giorni caldi, sdraiatevi sull'erba.
E non dimenticare mai: "Quando qualcuno ha una brutta giornata, resta in silenzio, siediti vicino e dolcemente fai sentire che ci sei...
Questo è il segreto della felicità che i cani ci hanno insegnato ogni giorno.
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multiverseofseries · 4 months
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Red Eye: Craven mette le ali
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Due persone, una donna che gestisce un albergo e un uomo misterioso, magnetico quanto pericoloso. Un volo a novemila metri d'altezza. Un piano criminale architettato nei minimi dettagli, la donna che si scopre coinvolta suo malgrado e l'aereo che si trasforma improvvisamente in una prigione. Sono pochi gli elementi di base di questo lavoro di Wes Craven, disponibile su Netflix, prima incursione nel thriller psicologico da parte di uno dei registi che negli anni '80 reinventarono il genere horror: un'essenzialità che, nelle mani di Craven, diventa materia prima per l'ennesimo saggio sulla gestione degli spazi e dei tempi della suspence, con lo scatenamento di un mortale gioco a due che è psicologico e di nervi prima che fisico.
Lisa e la paura di volare nella trama di Red Eye
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Rachel McAdams in una sequenza di Red Eye
Protagonista del film è Lisa(Rachel McAdams), la dirigente di un albergo di lusso di Miami in trasferta verso Dallas, il cui volo di ritorno a casa subisce un ritardo. Nell'attesa del ritorno, Lisa conosce Jackson, il suo vicino di posto a bordo dell'aereo, che le rivela di far parte di una cellula terroristica che ha l'obiettivo di assassinare il vicesegretario alla Sicurezza Interna degli USA, che ha in programma di soggiornare proprio nell'hotel dove lavora Lisa. Jackson vorrebbe che Lisa usasse la sua posizione nell'albergo per cambiare la suite in cui l'uomo dovrà alloggiare per agevolare l'attentato, minacciandola. Lisa cerca di attirare inutilmente l'attenzione degli assistenti di volo e degli altri passeggeri, ma sarà alla fine costretta a cedere alla minaccia?
Craven e la paura di volare
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Cillian Murphy e Rachel McAdams in una scena di Red Eye
Craven, pur addentrandosi apparentemente in un territorio non suo, riesce ancora una volta a giocare egregiamente con le fobie dello spettatore: in questo caso, è la paura di volare a entrare nella lente di ingrandimento del regista di Cleveland, paura della perdita di contatto con la terra ma anche di cedere il controllo della propria vita a qualcun altro, con la claustrofobica impossibilità di fuggire da un luogo che è tanto ristretto, opprimente ma vitale quanto vasto (e mortale) è lo spazio esterno. La protagonista Lisa è il soggetto ideale per lo sviluppo di questo tema, donna d'affari, pratica e insofferente alle intromissioni di chicchessia nella sua vita privata quanto fragile e spaventata quando il controllo che affannosamente cerca di mantenere le viene strappato via da un semplice quanto necessario mezzo di trasporto. E la fobia, per una volta, si rivela giustificata: c'è infatti ben più di qualche ora di tensione ad attendere Lisa su quel volo, c'è una mente lucida e folle che cerca di plagiarla, ma c'è ancora una volta, più concreta che mai, la consapevolezza raggelante di non avere vie d'uscita.
La gestione dei tempi narrativi
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Cillian Murphy e Rachel McAdams in una scena del thriller Red Eye
La regia, in tutta la parte ambientata sull'aereo, sottolinea la ristrettezza dello spazio in cui si svolge l'azione ed enfatizza il suo senso di ineludibile angoscia, con inquadrature ravvicinate (dettagli o primi piani alternati sul volto della donna e del suo carceriere) che comunicano quasi "fisicamente" tutta la claustrofobia della situazione. Il regista si dimostra ancora una volta abilissimo nella gestione dei tempi narrativi e nella perpetuazione fino al parossismo della tensione scaturita da una semplice situazione di partenza. Quando l'aereo atterra, il confronto si sposta nel campo aperto del centro cittadino, e parte della perfetta alchimia finora creata viene inevitabilmente persa: tuttavia, il lungo inseguimento per le vie cittadine è teso e ben diretto, anche se coinvolge in modo sicuramente più convenzionale rispetto alla parte precedente. Con un soggetto di questo genere, la recitazione e il lavoro sugli attori giocano inevitabilmente un ruolo fondamentale: Rachel McAdams e Cillian Murphy, rispettivamente vittima e carnefice, rispondono alla prova in modo adeguato, specie nella graduale trasformazione dei rispettivi registri di recitazione nel momento in cui la natura della vicenda diviene chiara.
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Cillian Murphy e Rachel McAdams in una scena di Red Eye, diretto da Wes Craven
Potrebbe forse essere definito un lavoro "alimentare", questo Red Eye, un film su commissione necessario a Craven per recuperare credito presso pubblico e critica. Eppure, il regista è riuscito a non lasciarsi imbrigliare nelle maglie del genere, facendo vedere sprazzi del suo tocco e soprattutto mettendo ancora una volta in mostra tutta la sua grande perizia tecnica: non è sicuramente poco per un film che si presentava, sulla carta, come una semplice divagazione "di genere".
Conclusioni
In conclusione in Red Eye si ha la possibilità di vedere come Wes Craven sia riuscito anche in questo film a giocare con le fobie dello spettatore, nello specifico con la paura di volare, della perdita di contatto con la terra oltre che a quella di cedere il controllo della propria vita a qualcun altro. Craven lo fa con una regia in grado di sottolineare lo spazio ristretto in cui si volge l’azione, enfatizzando il senso di angoscia con inquadrature ravvicinate che comunicano la claustrofobia della situazione e gestendo con abilità i tempo narrativi.
Perché ci piace 👍🏻
La capacità di giocare con le fobie dello spettatore.
La tecnica che sottolinea gli spazi ristretti e il senso di claustrofobia.
La prova degli attori, fondamentale con questo tipo di soggetto.
Cosa non va 👎🏻
La natura di film su commissione che però Craven gestisce senza lasciarsi imbrigliare dal genere.
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title777 · 5 months
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Silvia Dionisio
watched:
Uomini si nasce poliziotti si muore 1976
to watch:
Vacanze sulla Costa Smeralda 1968
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Eat It 1969
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Italiani! È severamente proibito servirsi della toilette durante le fermate 1969
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Il commissario Pepe 1969
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Pensiero d'amore 1969
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Lisa dagli occhi blu 1969
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La ragazza di nome Giulio 1970
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Trasplante de un cerebro 1970
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Lacrime d'amore 1970
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L'arciere di fuoco 1971
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Il bacio di una morta 1974
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Ondata di piacere 1975
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Amore mio spogliati… che poi ti spiego! 1975
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Paura in città 1976
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Natale in casa d'appuntamento 1976
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Noi siam come le lucciole 1976
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Il marito in collegio 1977
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L'inquilina del piano di sopra 1978
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Aragosta a colazione 1979
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La ragazza del vagone letto 1980
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Ciao marziano 1980
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L'ebreo fascista 1980
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Tranquille donne di campagna 1980
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Crema, cioccolata e pa… prika 1981
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carmenvicinanza · 6 months
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Odette Brailly
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Odette Brailly è stata la più famosa agente dei servizi segreti britannici, passata alla storia per i suoi atti eroici durante la seconda guerra mondiale, è stata una delle donne più decorate di tutto il conflitto.
Insignita della Croce di George, ha ricevuto diverse medaglie al valore, era stata nominata Dama dell’Ordine dell’Impero Britannico e in Francia, aveva ricevuto la Legion d’Onore, la più alta onorificenza del paese.
Nata ad Amiens il 28 aprile 1912, quando suo padre perse la vita nella battaglia di Verdun, venne affidata a un convento dove a otto anni si ammalò di poliomielite che la rese quasi cieca per molti mesi.
Nel 1931 aveva sposato Roy Patrick Sansom, con cui si era trasferita in Gran Bretagna, dalla loro unione erano nate tre figlie.
Quando il marito venne richiamato in guerra, rispose a una richiesta dell’Ammiragliato che invitava chiunque fosse in possesso di cartoline o foto  delle coste francesi a inviarle per scopi militari.
Aveva allora spedito le sue foto di Boulogne sur Mer, dove aveva abitato per lungo tempo, insieme a una lettera di accompagnamento in cui spiegava di essere francese e di conoscere bene la zona. Per un errore di indirizzo la lettera era finta in mano al SOE (Special Operations Executive), che l’aveva reclutata come agente segreta.
La sua prima identità era stata quella della vedova Odette Métayer, col nome in codice di Lisa, ebbe l’incarico di trovare a Auxerre una casa sicura per accogliere e aiutare gli agenti di passaggio. Ha condotto operazioni di spionaggio e sabotaggio nelle aree occupate dalle potenze dell’Asse.
Nel 1942 aveva lavorato come corriere agli ordini del capitano Peter Churchill, che era a capo dell’organizzazione Spindle. Si era occupata di procurare viveri e al mercato nero e di paracadutare armi ed equipaggiamenti destinati ai vari gruppi di resistenza. 
Quando i tedeschi occuparono la zona sud della Francia, venne arrestata.
Rifiutatasi di parlare venne portata a Parigi, nella sede dell’SD, il Sicherheitsdients tedesco che si occupava del servizio di spionaggio, dove venne interrogata e torturata per due settimane di fila.
Nella sua biografia racconta che le vennero strappate le unghie dei piedi, che venne bruciata sulla schiena con un ferro rovente e che a torturarla fu sempre un giovane francese, probabilmente malato di mente.
Le spie non erano tutelate dalla Convenzione di Ginevra, non erano prigioniere di guerra, potevano essere giustiziate in qualunque momento.
Nel maggio 1944, dopo più di un anno di detenzione a Fresnes, indebolita e ammalata, venne trasferita in Germania insieme ad altre sette agenti. Era l’operazione ‘Nacht und Nebel’ (Notte e nebbia), faceva parte dei prigionieri politici condannati a morte che sparivano senza lasciare traccia.
Nel luglio dello stesso anno, venne trasferita a Ravensbrück da sola, le sue compagne erano state tutte uccise. La lasciavano in vita soltanto perché aveva millantato una parentela col primo ministro inglese e i tedeschi volevano giocarsi la carta di un possibile scambio.
Per molti mesi, da sola in una cella buia e fredda, viveva lo stress di sapere che ogni mattina poteva essere quella dell’esecuzione.
Liberata il 1° maggio 1945, aveva impiegato più di un anno per ristabilirsi.
Nel 1946 è stata la prima donna insignita della George Cross, la massima onorificenza britannica per i civili. Dopo aver ottenuto il divorzio dal primo marito, nel 1947 aveva sposato Peter Churchill da cui aveva divorziato nel 1955, anno in cui ha sposato Geoffrey Hallowes, un altro agente del SOE in Francia.
È morta nel 1995 a 82 anni il 13 marzo 1995, a Walton-on-Thames.
La sua storia ha ispirato il famoso film Odette, del 1950, che aveva personalmente supervisionato per impedire che venisse falsata la storia.
Alle vicende che l’hanno vista protagonista insieme alla collega Violette Szabo sono stati ispirati i romanzi Fortitude di Larry Collins e Le gazze ladre di Ken Follet.
Nel 2012 è stato emesso un francobollo che la ritraeva.
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sognosacro · 6 months
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La vita non mi da i soldi, ma un computer gratis.
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mi ricorda molto il passato.
Me lo aveva dato la stessa persona, ma pagato da mia madre per una cifra irrisoria. Poi me ne sono andata di casa, lasciando li la mobiglia e il mio pc. (il pc non ci stava in maccina) E pensavo di tornare.
Poi diciamo che se lo è presa mia madre.
Ho ancora il trauma della mia stanza.
Mio fratello che mi manda una foto con il mio letto con sopra altri mobili come il divano, sedie ecc. Mia madre che vende i mobili della mia stanza e si prende il pc.
"Lisa ma cosa è successo?"
Li ho perso totalmente la fiducia in mia madre che dice "la porta è sempre aperta".
Poi va be sono cresciuta e si vive. Ognuno la sua.
Insomma.
.. non so comunicare questo.
In ogni caso mia madre non me la perdona sta cosa.
È proprio partita in un loop con altre persone su questo. Lo vedo, ma non posso proprio dirlo.
Io non vorrei che si ripeta la stessa cosa con il mio futuro pc.
Ci tengo ai miei oggetti.
Ho sempre trattato gli oggetti come esserini con dei sentimenti.
Anche quando davo i miei giochi e i miei vestiti che non usavo più a mia cugina, ricevevo i complimenti per come trattavo lw cose perchè sembravano ancora nuove.
Però non tutti riserbano questo trattamento e riversano il proprio conflitto sugli altri. Distruggendo, ferendo e facendo del male.
Ma io tendenzialmente lo faccio su di me, per questo nessuno sa niente di me. Mi oscuro da sola e mi nascondo dietro l'oblio, dove nessjno mi verrebbe mai a cercare, dove nessuno mi sente e mi viene a prendere.
Però nella vita ho dovuto imparare a lasciar entrare qualcuno, un piccolo amichetto.
Mi sono sorpresa nel vedere che lì, proprio nei miei traumi c'era qualcuno, nel buio più buio c'era qualcuno. Che mi ha teso la mano, forse nemmeno facendolo apposta, questo non lo so.
Però poi sono uscita al sole.
E non mi dimentico nemmeno di chi c'era all'esterno di questo buio ovviamente, anche quello è stato importante, che è come averlo vissuto con qualcuno a fianco.
Ma in quel caso è diverso.
Ci sono cose che spesso non collimano nella noatra vita perché non abbiamo lo stimolo giuato per risolverle e quindi abbiamo la solita meccanicità automatica di agire e subire in quella dinamica della vita.
Poi però accade qualcosa di inaolito, perchè abbiamo in un qualche modo rosolto gran paete del nostro dafare interno e spunta qualcosa di nuovo nella nostra vita.
Una persona per me, che non so come è entrata li, dove nemmeno io volevo entrare.
e ci ha portato luce.
Ha detto "ei cambiamo" "esci" sjskdjsosnsiemxhdienf
basta ciao tromsjdkabdiwnajsbdisnsbsjaksbs
censura.
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lamilanomagazine · 8 months
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Visita a Bologna dell'Ambasciatore USA in Italia, il colloquio con il sindaco Lepore
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Visita a Bologna dell'Ambasciatore USA in Italia, il colloquio con il sindaco Lepore. Il sindaco di Bologna Matteo Lepore, accompagnato dall'assessora alle Relazioni internazionali Anna Lisa Boni, ha ricevuto oggi a Palazzo d’Accursio Jack Markell, Ambasciatore USA in Italia, accompagnato dalla console generale USA a Firenze Daniela Baillard. Dopo il rituale scambio di doni (tortellini di cioccolato per l'Ambasciatore e un volume sui luoghi iconici di New York per il Sindaco), l'Ambasciatore Markell, per la terza volta a Bologna, ha voluto approfondire diversi temi dell'agenda urbana come la Città 30, le nuove infrastrutture per la mobilità, le misure per la casa e lo sviluppo del Tecnopolo, oltre ovviamente allo stato di salute della Torre Garisenda. Nel corso dell’incontro, il Sindaco e l'Ambasciatore hanno ribadito il solido rapporto di amicizia che lega Bologna agli Stati Uniti, in ragione anche dei numerosi scambi di carattere culturale, turistico ed economico. Al termine del colloquio, il Sindaco ha voluto mostrare all'Ambasciatore Merkell e alla sua delegazione, in una breve visita fuori programma, la sala dello Stabat Mater e il Teatro Anatomico dell'Archiginnasio, raggiunti a piedi attraversando Piazza Maggiore. Sindaco e Ambasciatore presenzieranno nel pomeriggio all'insediamento del primo rettore della Johns Hopkins School of Advanced International Studies (Sais) di Bologna.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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giancarlonicoli · 10 months
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15 nov 2023 18:07
VOLETE SAPERE QUANTO SI METTERÀ IN TASCA PINO INSEGNO PER DUE ANNI IN RAI? VIALE MAZZINI DOVRÀ DARE ALL’AMICO DELLA MELONI OLTRE UN MILIONE DI EURO: IN BARBA AI RISULTATI CATASTROFICI DEL “MERCANTE IN FIERA” E ORA CHE È FUORI PURE DA “L’EREDITÀ”, IL PRESENTATORE GUADAGNERÀ UNA CIFRA STRATOSFERICA, OVVIAMENTE PAGATA DAI CONTRIBUENTI – AL MOMENTO INSEGNO RIMARRÀ IN PANCHINA: SI DOVREBBE “ACCONTENTARE” DI UN PROGRAMMA IN RADIO IN VISTA DELL’INIZIO DI “REAZIONE A CATENA”…
Estratto del'articolo di Lisa Di Giuseppe per www.editorialedomani.it
Oltre un milione di euro in due anni. Sarebbe questa la cifra negoziata da Pino Insegno con la Rai, secondo diverse fonti che conoscono i dettagli della trattativa. Si tratta comunque di una cifra «al di sotto del compenso di Amadeus», come dice l’agente di Insegno, Diego Righini, che comunque non smentisce i numeri.
Lo stipendio del doppiatore, amico storico della presidente del Consiglio Giorgia Meloni sbarcato in Rai al timone del Mercante in fiera, sarebbe un contratto capestro che copre i due anni in cui sarebbero dovute andare in onda le trasmissioni immaginate dai vertici di viale Mazzini per Insegno. 
[…]
Dopo la fine della stagione del Mercante, a gennaio era previsto che Insegno prendesse il timone de L’Eredità, ma gli ascolti asfittici, non risollevati neanche da espedienti come la produzione di alcune puntate con ospiti famosi oppure la suddivisione del programma in diverse tranche per ingannare le rilevazioni Auditel, hanno fatto cambiare idea ai vertici aziendali.
Il gioiellino della casa di produzione Banijay che deve far da traino al Tg1 era troppo prezioso per mettere a rischio gli ascolti come era successo su Raidue, con conseguenti pesanti proteste della redazione del Tg2. 
[…]  Righini poco prima dell’incontro aveva annunciato di voler comunque ottenere un altro incarico di peso per il suo cliente, che a dire del manager non può finire in panchina.
Per il momento, l’ipotesi più probabile sembra che Insegno potrebbe doversi accontentare di un programma su Radiorai tra gennaio e maggio, per poi tornare in televisione in estate alla conduzione di Reazione a catena.
[…]
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